Nel borgo di Paciano vi è una chiesa che, chiusa per tutto l’anno, si schiude come uno scrigno nel periodo pasquale, con un rito particolare e molto suggestivo.

Anche se San Carlo Borromeo – cardinale e arcivescovo italiano tra i massimi rifondatori della Chiesa Cattolica cinquecentesca, colui che propose l’istituzione dei seminari per la formazione dei presbiteri – viene ricordato il 4 novembre, la chiesa del 1629 a lui intitolata che si erge in via Danzetta, nel centro di Paciano, è nel periodo pasquale che schiude il suo portone rinascimentale per accogliere i fedeli nell’atmosfera che la caratterizza.
Infatti la navata, punteggiata da otto altari lignei del XVII e del XVIII secolo, e l’altare maggiore sormontato da un grande crocifisso con due angeli, vengono per l’occasione rivestiti da paramenti funerari e decorati con vasi di veccia (vicia sativa), pianta erbacea che normalmente infesta i cereali ma che qui, a simbolo della vita che vince sulle tenebre della morte, viene coltivata al buio, perdendo tutto il colore verde che la caratterizza.
Il simulacro del Cristo morto, in legno e risalente al 1628, viene adagiato ai piedi dell’altare; le candele creano un’atmosfera di raccoglimento in vista delle celebrazioni pasquali.
Redazione
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