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Leggendo il supplemento del Sud Deutsche Zeitung ho trovato un lungo articolo che parla di una comunitร  bavarese che si stabilรฌ in Umbria tanto tempo fa. La cosa mi ha incuriosito molto.

Accadde nei mitici anni Sessanta. Quelli della fantasia al potere, quelli di facciamo lโ€™amore non la guerra, quelli della rivoluzione giovanile, quelli dei figli dei fiori, quelli di John Lennon che immaginava un mondo senza frontiere. In quegli anni molti giovani pensavano di cambiare il mondo scegliendo di vivere in un modo alternativo. Fu cosรฌ che nacque lโ€™idea di fondare delle comunitร , idea che spinse migliaia di giovani a sparpagliarsi per il mondo come una pioggia di farfalle. Erano piccoli gruppi, volevano vivere in piena libertร , lontano dalle cittร , immersi nella natura, desiderosi di condividere tutto e lavorare insieme in luoghi dove nessuno era proprietario di niente e nessuno comandava.
Per loro non cโ€™erano barriere, quella pioggia di farfalle volรฒ ovunque: dagli Stati Uniti alle Hawaii, dallโ€™Europa allโ€™India. Quelli che avevano scelto la campagna pensavano di fare lavori agricoli di giorno e discorsi filosofico-sociologici la sera. Perรฒ poi gli anni passano, le utopie si ridimensionano, le mode cambiano e cambiano anche le esigenze. La maggior parte di quelle comunitร  si sciolse nellโ€™arco di pochi anni, ma alcune sono ancora attive a distanza di 50 anni e una รจ proprio qui in Umbria.

 

La comunitร  negli anni Ottanta

La comunitร 

Si tratta di una piccola enclave immersa nei boschi di Montegabbione (Terni). Era il 1975 quando 18 giovani tedeschi trovarono in Umbria il luogo ideale per fondare la loro comunitร . Prese cosรฌ vita la Comunitร  Intenzionale di Utopiaggia.
Per una cifra equivalente a 250.000 euro acquistarono cento ettari di terreno con tre case fatiscenti. Tra i suoi fondatori, uno di quei giovani che lasciarono lโ€™Universitร  per restaurare le case, per gestire gli animali e il terreno, cโ€™รจ il dr. Karl- Ludwig Schibel che ancora oggi vive lรฌ. Dopo sette anni, quando le case erano finalmente tornate abitabili e la terra aveva cominciato a dare i frutti, scesero dalla Germania 20 adulti e 10 bambini. Il lavoro nella tenuta continuรฒ e rapidamente riuscirono a diventare quasi autonomi. Negli anni Ottanta raggiunsero il ragguardevole numero di 40 persone, tutte entusiaste di vivere a Utopiaggia. I legami con la Germania non furono mai interrotti e chi aveva incarichi universitari li mantenne, senza mai abbandonare Utopiaggia.
Il tempo perรฒ รจ meno sognatore: cโ€™รจ chi, alla fine, scopre di avere altri interessi, i bambini crescono e le generazioni piรน giovani desiderano unโ€™altra vita. Cโ€™รจ infatti chi รจ andato a studiare e lavorare in Germania, chi รจ restato in Italia e chi รจ andato piรน lontano. Oggi a Utopiaggia vivono solo i suoi fondatori, sette persone, piรน la giovane รจ Gina, di soli 21 anni che, per il momento, non intende lasciare la tenuta e preferisce studiare in smartworking.

 

 

Il piccolo gruppo originario lavora quindi ancora a Utopiaggia. Tra loro, la signora Ebeling ha aperto una scuola per ragazzi tedeschi difficili, un fisioterapista ha scelto di fare il taglialegna e la signora Sabine si occupa delle pecore e del formaggio.
In tutti questi anni hanno sempre fatto tutto da soli, ma adesso, lโ€™etร  ha imposto loro di trovare un aiuto, anche italiano, come il pastore che dร  una mano a Sabine a governare le pecore. Ora la tenuta รจ una tenuta agricola a tutti gli effetti, con olivi, frutteto, un nuovo caseificio, animali e un orto per ognuna delle tre case. E cโ€™รจ pure un laboratorio di ceramica. Avrei voluto visitare la comunitร  di Utopiaggia e scambiare due chiacchierare con queste persone che hanno tenacemente perseguito un sogno, ma lโ€™intervista mi รจ stata negata perchรฉ loro non amano ricevere. Comunque, se qualcuno fosse incuriosito e si trova in zona, รจ noto che ogni venerdรฌ la comunitร  si riunisce nella ex cappella e ogni tanto organizza degli eventi dove vengono accolti anche i vicini italiani.

 


Per saperne di piรน