Continua il nostro viaggio alla scoperta delle opere di Pietro Vannucci, in occasione dei 500 anni dalla sua morte. In questa puntata siamo a Foligno a scoprire Il Battesimo di Cristo.
La cittร di Foligno ci porta verso le opere del Divin Pittore; qui si possono trovare tracce di san Francesco, Federico II di Svevia, Mozart quattordicenne in viaggio con il padre e gli arbori della stampa, in particolare, della Divina Commedia.
Percorrendo le vie della cittร dei Trinci si arriva dinanzi a una chiesetta umbra, denominata Nunziatella, appellativo che rimanda al mistero dellโAnnunciazione ma, posto in grado vezzeggiativo, ricorda le sue piccole dimensioni.
Perugino, Battesimo di Cristo, 1508-1513, Foligno, Oratorio della Nunziatella
Il Santuario della Nunziatella, caso unico nel suo genere, forse per lโesiguitร degli spazi disponibili, adotta una pianta quadrata arricchita da sei nicchie in cui vengono collocati quattro altari. La perdita dei registri contabili della Nunziatella ci priva purtroppo di alcune informazioni importanti circa le maestranze che vi hanno operato, tra cui lโarchitetto responsabile del progetto; sebbene gli studiosi suggeriscano il nome di Francesco di Bartolomeo da Pietrasanta, presente in quegli anni a Foligno. Allโinterno di questo piccolo e minuto scrigno รจ conservato lโaffresco del Divin Pittore, raffigurante
Il Battesimo di Cristo
Lโaffresco รจ parte della decorazione voluta dal rettore della societร dellโAnnunziata Giovanni Battista Merganti, allโinizio del Cinquecento, per la cappella di san Giovanni Battista. Il tema del Battesimo aveva riscosso un grande successo tra i clienti del Perugino, grazie al modello da lui eseguito nella Cappella Sistina: รจ fortemente probabile che lโartista aveva avuto modo di ammirare opere con lo stesso soggetto nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio.
Al centro della scena, nel fiume Giordano, san Giovanni sta per versare lโacqua del battesimo sul capo di Cristo in atto di pregare, vestito solo di un leggero panno annodato sotto i fianchi. Sulle sponde del corso dโacqua, si trovano quattro angeli eleganti, mentre altri due, circondati da cherubini, affiancano una colomba bianca, simbolo dello Spirito Santo che discende tramite lโatto.
Nella lunetta superiore, il Padre Eterno sulle nuvole con in mano il Globo benedice la scena, con accanto due angeli che reggono i gigli, simbolo di purezza. Lโintero dipinto nel corso dei secoli ha subito danni dovuti allโumiditร ed รจ stato soggetto ad alcuni restauri tra Otto e Novecento, con reintegro delle lacune per una migliore lettura complessiva della scena.
Pietro Vannucci detto Il Perugino, รจ considerato uno dei massimi esponenti dell’umanesimo e il piรน grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo.
Il pittore si muove in un contesto storico che รจ quello del tardo umanesimo. ยซNella cittร di Perugia nacque ad una povera persona da Castello della Pieve, detta Cristofano, un figliuolo che al battesimo fu chiamato Pietro (โฆ) Studiรฒ sotto la disciplina dโAndrea Verrocchioยป. (Le vite deโ piรน eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino aโ tempi nostri. Parte seconda.ย Giorgio Vasari).
Autoritratto Perugino
Il Perugino nasce nel 1450 a Cittร della Pieve e le sue prime esperienze artistiche umbre si appoggiarono probabilmente a botteghe locali come quelle di Bartolomeo Caporali e Fiorenzo di Lorenzo.
Fin da giovanissimo si trasferisce a Firenze, dove inizia a frequentare una delle piรน importanti botteghe: quella di Andrea del Verrocchio. La cittร dei Medici fu fondamentale per la sua formazione; infatti i contemporanei lo considerarono di fatto, un maestro fiorentino dโadozione.
Nei suoi capolavori si cela unโintimitร religiosa: le dolci colline tipicamente umbre, il paesaggio boschivo realizzato con piรน tonalitร di verdi, il tenue modellato dei personaggi e gli svolazzanti nastri degli angeli sono i suoi stilemi decorativi che poi trasmise anche al suo allievo: Raffaello.
Le opere in Umbria e non solo
Una delle sue prime opere documentate รจ L’adorazione dei Magi e il Gonfalone con la Pietร , entrambe nelle sale espositive della Galleria Nazionale dellโUmbria.
Nel 1473 il Perugino ricevette la prima commissione significativa della sua carriera: i francescani di Perugia, gli chiesero di decorare la nicchia di San Bernardino. Otto tavolette che insieme componevano due ante che chiudevano una nicchia con un gonfalone con lโeffigie del santo.
Piรน tardo (1477-1478) รจ lโaffresco staccato, oggi nella Pinacoteca Comunale di Deruta, con il Padre Eternocon i santi Rocco e Romano, con una rara veduta di Deruta nel registro inferiore; probabilmente commissionata per invocare la protezione dei Santi Romano e Rocco, poichรฉ unโepidemia di peste imperversava nel territorio di Perugia.
Nel 1478 continuรฒ a lavorare in Umbria, dipingendo gli affreschi della cappella della Maddalena nella chiesa parrocchiale di Cerqueto, nei pressi di Perugia.
Raggiunta la fama venne chiamato nel 1479 a Roma, dove realizzรฒ uno dei piรน grandi e prestigiosi lavori: la decorazione della Cappella Sistina, lavoro al quale partecipano anche Cosimo Rosselli, il Botticelli e il Ghirlandaio. ร qui che realizza uno dei suoi tanti capolavori: La consegna delle Chiavi a San Pietro, il Battesimo di Cristo e il Viaggio di Mosรจ in Egitto.
Nei dieci anni successivi Perugino continuรฒ a spostarsi tra Roma, Firenze e Perugia. Tra il 1495 e il 1496, plasmรฒ un altro capolavoro: la Pala dei Decemviri, chiamata cosรฌ perchรฉ realizzata su commissione dai Decemviri di Perugia per la cappella nel Palazzo dei Priori. Dipinse poi il Polittico di San Pietro, con la raffigurazione dellโAscensione di Cristo, la Vergine, gli Apostoli, nella cimasa Dio in gloria, nella predella lโAdorazione dei Magi, il Battesimo di Cristo, la Resurrezione e due pannelli con i santi protettori di Perugia.
Nello stesso periodo lavorรฒ alla decorazione della Sala dellโUdienza nel Collegio del Cambio a Perugia, ciclo terminato nel 1500. Il 1501-1504 รจ lโanno in cui realizzรฒ lo Sposalizio della Vergine, dipinto per la Cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia, iconografia ripresa da Raffaello per la chiesa di San Francesco a Cittร di Castello.
Sposalizio della Vergine
Il Perugino continuรฒ a ricevere commissioni; infatti realizzรฒ la Madonna della Consolazione, il Gonfalone della Giustizia e la Pala Tezi, conservate nelle sale espositive della Galleria Nazionale dellโUmbria e la Resurrezione per San Francesco al Prato, commissionata per lโomonima chiesa perugina.
Eccelse opere del pittore sono conservate anche a Cittร della Pieve, non lontano dal confine con la vicina Toscana. Presso Santa Maria dei Bianchi e la Cattedrale dei SS Gervasio e Protasio, si trovano alcune delle sue opere piรน significative come lโAdorazione dei Magi.[1]
Seguendo i passi del Perugino, tappa obbligata รจ poi Panicale, pittoresco paese che fa parte dei Borghi piรน Belli dโItalia. Nella Chiesa di San Sebastiano si trova lโopera il Martirio di San Sebastiano, unโintera parete affrescata dallโartista. Unโaltra tappa importante per scoprire tutta lโarte del Divin Pittore รจ Fontignano, dove nel 1511 il Perugino stabilรฌ la sua bottega per sfuggire alla peste.
San Sebastiano. Cerqueto
Proprio di peste il pittore morรฌ nel 1523-1524, mentre lavorava a un affresco raffigurante Lโadorazione dei pastori commissionatogli per la piccola Chiesa dellโAnnunziata, lโaffresco lasciato incompiuto dal Perugino, ma finito dai suoi allievi, e infine una Madonna con bambino, lโultima opera da lui completata nel 1522.
Perugino fu lโiniziatore di un nuovo modo di dipingere; lโartista va alla costante ricerca di paesaggi di piรน vasto respiro, ammirando lโesempio dei precedenti fiorentini come Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Beato Angelico, ben noti in terra umbra. Il Perugino procede verso una lenta e graduale conquista del naturale. Lโarmonia insita nel paesaggio peruginesco fu creata da un approccio mistico con la natura e da unโarte che, piuttosto che fondarsi sullโintelletto e sullโaddestramento dellโocchio, come avveniva a Firenze, scaturiva dal cuore e dalla forza dei sentimenti.[2]
Il Perugino segnรฒ cosรฌ il gusto di unโepoca.
[1] Emma Bianchi, โPetro penctoreโ: lโAdorazione dei magi e la confraternita di Santa Maria dei Bianchi di Cittร della Pieve, in Perugino e il paesaggio, Silvana Editoriale, 2004, pp. 119-128.โ
[2] Silvia Blasio, Il paesaggio nella pittura di Pietro Perugino, in Perugino e il paesaggio, Silvana Editoriale, 2004, pp. 15-41.โ