Presentazione del libro Donne di confine e oltre, di Patrizia Patrizi, Rita Boini ed Elena Volterrani, Bertoni editore, venerdรฌ 28 ottobre alle 18 al museo del Tulle in piazza regina Margherita.
Dopo i saluti dellโamministrazione comunale interverranno Maura Lepri antropologa, le autrici Patrizia Patrizi e Rita Boini, Marco Mannarelli dellโassociazione Le Trame di Anita, che organizza lโincontro. Seguiranno letture di Bruna Manzoni, coordina Francesca Caproni, direttore del Gal Trasimeno Orvietano. In occasione della presentazione si terranno una piccola esposizione de Lโarte dei ricami con la presenza di Anna Aurelia Buono e altre ricamatrici; in mostra foto di Elena Volterrani. Donne di confine e oltre รจ un libro e anche un progetto nato da unโidea di Patrizia Patrizi, quello di raccontare donne legate alla propria terra, a piccoli paesi dove la vita รจ meno semplice, a volte migliore a volte piรน difficile che in grandi aree urbane.
Il libro raccoglie storie di donne tra Umbria e Toscana dalla loro viva voce, tra vicende, sentimenti, delusioni, gioia, forza di contrastare le avversitร . Le storie sono affiancate da foto di Elena Volterrani, un racconto parallelo per immagini, capaci di catturare lโanimo delle protagoniste. Tra queste a Panicale la storia di Anna Aurelia Buono, che inizia a ricamare a undici anni per unโazienda di Perugia e ora, artista indiscussa dei ricami su tulle di Panicale, ricorda con gratitudine unโaltra donna, Anita Grifoni, che trasformรฒ la tradizione dei ricami su tulle del paese in lavoro e di cui Anna Aurelia dice: ยซSalvรฒ dalla miseria le donne di Panicale, che grazie a lei impararono un mestiere e poterono lavorareยป. Un libro, Donne di confine e oltre, tutto al femminile: la firma della copertina si deve a Roberta Neri; a Bruna Manzoni, che ha curato anche lโediting, si devono le letture che accompagnano le presentazioni.
Lord Byron, durante suo Gran Tour e dopo aver visitato alcune cittร del nord Italia, da Venezia giunse in Umbria, dove rimase ammaliato dalla bellezza della natura e del paesaggio della nostra regione. Anche la scrittrice Aurora Soranzo รจ venuta in Umbria, come il protagonista della sua opera, a ritirare il riconoscimento letterario nellโambito del Deruta Book Fest.
Aurora Soranzo
George Gordon Byron. conosciuto ai piรน come Lord Byron, il grande poeta inglese, che scelse nel 1816 di venire in Italia per sottrarsi ai duri giudizi dei suoi connazionali sulla sua reputazione, trasformรฒ il suo soggiorno in un duraturo amore italico attratto dalle bellezze della nostra penisola e, nel viaggio verso Roma, dopo aver conosciuto Venezia, Firenze e Genova, visitรฒ lโUmbria nella primavera del 1817. Il cuore verde dellโItalia, e in particolare tre luoghi umbri caratterizzati dallโacqua, hanno rapito la sua sensibilitร poetica: la Cascata delle Marmore, le fonti del Clitunno e lo specchio argenteo del Lago Trasimeno. La bellezza della natura e del paesaggio dellโUmbria hanno folgorato nellโanimo Lord Byron, che considerava lโambiente e lโacqua, come pura bellezza da venerare.
Recentemente, in occasione della manifestazione letteraria umbra Deruta Book Festival, Lord Byron รจ ritornato in Umbria, grazie allโautrice padovana Aurora Soranzo, con il libro dal titolo I luoghi di George Byron nel Veneto. Il Lord che parlava veneziano, edito da Mazzanti Libri.
Il poeta, considerato uno dei massimi esponenti della poesia britannica, quando lasciรฒ il suo Paese e giunse a Venezia, fu attratto immediatamente dalla bellezza della cittร lagunare ed entrรฒ immediatamente nella sua vita sociale e culturale. Aurora Soranzo descrive minuziosamente e con precisione i luoghi veneti che Lord Byron visse e frequentรฒ, e porta il lettore a spasso insieme con il celebre verseggiatore britannico. Riferito allโopera della scrittrice padovana, anche lโormai scomparsa Regina Elisabetta aveva ringraziato Aurora per averle inviato una lettera con una copia del suo libro I luoghi di George Byron nel Veneto. Il Lord che parlava veneziano.
Aurora Soranzo, รจ una persona poliedrica con molte sfaccettature creative e culturali, che si occupa di grafologia e nel 2021, presso il Conservatorio Verdi di Milano e nellโambito del Premio Universum del Patrimonio Femminile, le รจ stato accreditato il riconoscimento Lode del Genio femminile come scrittrice storica. Nel 2022, in occasione del Deruta Book Fest, la scrittrice di Padova, attribuita come finalista al concorso letterario organizzato da Bertoni Editore, si รจ classificata con il suo libro su Byron, al sesto posto cosรฌ come riconosciuto dalla giuria presieduta dal poeta e curatore editoriale, Bruno Mohorovich.
Nell’ambito della manifestazione Sensualitร di Gatto, che si terrร a Spello dal 14 al 18 aprile, verrร presentato il libro Mano nella Mano di Sipontina Maria De Bellis, edito da Corebook. L’evento, presentato da Marco Pareti, sarร sabato 16 aprile alle 18, presso le sale espositive del Municipio di Spello. Il libro racconta 10 fiabe per piccoli lettori con temi moderni e attuali.
Il libro, inserito nella collana Quaderni della Fondazione Ranieri di Sorbello, รจ dedicato ad alcuni significativi passaggi delle complesse vicende collezionistiche che, nell’arco di tempo fra XVII e XIX secolo, di pari passo con il vivace clima culturale di respiro europeo in cui trovรฒ compiutamente ispirazione, caratterizzarono il divenire del celebre Museum Oddi Baglioni di Perugia, fino alla stagione del suo epilogo nella piรน fastosa delle dimore del casato, la residenza extraurbana di Villa del Colle del Cardinale.
Proprio nella cornice di questa piccola reggiaย corgnesca ai piedi del Tezio, acquisita poi dagli Oddi, si contestualizzano alcune suggestioni per una proposta interpretativa degli esiti finali della collezione, improntata al complesso dialogo delle antichitร con il tema del giardino, fra spazio reale e dimensione simbolica.
L’autrice
Sabrina Batino รจ Dottore di Ricerca in Archeologia Greca e Romana e ha conseguito il Diploma di Specializzazione nella stessa materia. La collaborazione con Universitร e istituti di ricerca come Scuola Archeologica Italiana di Atene, Deutsches Archaeologischen Institut di Roma e CNR ha consentito alla studiosa di intraprendere numerose ricerche, sia in Italia che allโestero, seguendo un variegato percorso di indagine nellโambito dellโarcheologia e della storia antica del Mediterraneo, abbracciando un arco di tempo che spazia dal periodo arcaico allโellenismo. Gli studi sono editi in monografie scientifiche e articoli su riviste specialistiche. I lavori piรน recenti si orientano al discorso collezionistico, con particolare attenzione al contesto perugino-chiusino.
“Lo scontro generazionale: la ricchezza delle imprese familiari” il primo libro di Andrea Zotti
La piccola e media impresa รจ il vero motore italiano, su di essa si basa una grande fetta dellโeconomia nazionale e per questo รจ un patrimonio da salvare, in particolar modo quando avviene il passaggio di testimone tra le diverse generazioni di imprenditori. ร un processo che va studiato e pianificato con cura, senza lasciare nulla al caso perchรฉ, se alcune aziende approfittano di questo momento per rafforzarsi ed evolversi, altre si indeboliscono ed entrano in crisi.
Andrea Zotti
Perchรฉ avviene? Quanto incide la componente affettiva legata alla famiglia nelle dinamiche che si creano in azienda? Quando si avvia la fatidica fase del passaggio? Questi e altri sono i quesiti a cui Andrea Zotti risponde nel suo libro Lo scontro generazionale: la ricchezza delle imprese familiari (196 pagine) edito dalla casa editrice Cleup.
Il testo di Zotti โ laureato in Economia e Management presso lโUniversitร degli Studi di Bari, socio dellโazienda di famiglia e autore presso Osservatorio Globalizzazione โ si basa su una sua ricerca accademica e si focalizza sullโorganizzazione aziendale nelle PMI a conduzione familiare e approfondisce il tema del passaggio generazionale, una fase che ha vissuto in prima persona. Il suo obiettivo รจ quello di offrire una nuova concezione di tale passaggio che conduca a una maggiore consapevolezza dello stesso; il lettore inoltre trova una serie di analisi fatte da diversi punti di vista e finalizzate a delineare un approccio piรน edotto sul tema. Infine, attraverso una serie di interviste che rappresentano un piccolo campione di best practice, lโautore fornisce un duplice punto di osservazione: quello dellโimprenditore uscente e quello del successore designato, per spiegare al meglio anche le dinamiche sociali, psicologiche e relazionali di questo fenomeno; il tutto scritto con un linguaggio chiaro e lineare, di facile approccio per tutti.
ยซHo deciso di scrivere un libro che trattasse lโincontro e lo scontro generazionale per esaminare e discutere come junior e senior si muovano allโinterno del conflitto intergenerazionale nelle aziende, scientificamente รจ abbastanza provato che il passaggio generazionale presenti minacce e opportunitร ; ho ritenuto necessario focalizzarmi nellโindividuare aree di miglioramento nel processo di ricambio, provando cosรฌ a offrire una soluzione, anzi una sorta di visione personale, dando valore ai diversi momenti di tensione generati piรน dai tempi, ritmi e stili di vita che da dinamiche strettamente aziendali. Lo stile di vita dei figli, spesso, non corrisponde a quello dei padri: il senior, attivo e dinamico, trova naturale dedicare lโintera giornata al lavoro, il figlio, per quanto possa essere ambizioso e tenace, a fatica riesce ad adeguarsi ai ritmi serratissimi senza sentire la propria vita decurtata o frustrata negli interessi personali. Ho cercato di aprire un orizzonte in piรน su un tema molto dibattuto nella letteratura aziendalistica, ma anche tra gli studi sui processi organizzativi piรน complessi, con lo scopo finale di capire come si possa favorire la lettura della transizione generazionale nellโimpresa a gestione familiareยป spiega lโautore.
ยซCโรจ chi vuole preservare le pietre, chi le tradizioni, chi le ricette. Io vorrei conservare le persone e le loro vite, soprattutto se le persone in questione sono esempi incredibili di vite da romanzo, di esistenze uniche, indimenticabili: delle piccole opere dโarteยป.
Simone Zaccagni con Gigino Menichetti
Quaranta biografie romanzate. Quaranta eugubini normalmente eccezionali. Quaranta personaggi le cui gesta sono passate alla storia e i loro aneddoti raccontati a distanza di anni. Una vera squadra di top player raccolti nel libro Eugubini Fantastici scritto da SimoneZaccagni (edito da Alter Erebus press & label) che verrร presentato a Gubbio nel chiostro di San Pietro nelle serate di sabato 26 giugno (18.30) e domenica 27 giugno (21.00).
Abbiamo incontrato Simone in anteprima per farci svelare i segreti di questโopera, che non vuol essere solo goliardica ma anche – a suo modo – storica:ย ยซHo voluto rendere immortali persone che, con la sola tradizione orale, rischiavano di scomparire. Gubbio ha un Pantheondi questi personaggi, ha una pletora di campioni, un poโ come la serie A degli anni Ottanta e io, come Roberto Mancini, ho selezionato i migliori. Stiamo parlando di personaggi degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta; ancora vivi ce ne sono soltanto 5-6. Proprio per questo ho voluto omaggiarli e conservarli per evitare che si perdessero tra i ricordi: cโรจ lโimprenditore di successo e il disoccupato, lโartigiano e lโavvocato, il maestro e la casalinga, quelli che hanno letto un milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Personalitร semplici e personalitร piรน complesse, tutti diversi ma uguali nellโessere ricordati da una cittร interaยป spiega Zaccagni.
Gli immortali
Se Alรฌ Babร aveva i 40 ladroni,ย Zaccagni ha i suoi 40 personaggi che hanno fatto, a loro modo, la storia di Gubbio e che tenta di preservare come dei veri monumenti storici. ยซAlcuni di loro รจ dโobbligo menzionarli perchรฉ, come gli artisti del Rinascimento, occorre solo il nome o il soprannome per indentificarli. A Gubbio tutti li conoscono. Penso a Luigi Allegrucci (Guerciolo) e Antonio Farneti (Cioceri) – entrambi hanno fatto anche incursioni nei programmi tivรน nazionali – al commendator Pietro Barbetti, a cui hanno intitolato lo stadio, a Giorgio Gini (Lโavvocato) che รจ stato il primo umbro a scalare il Monte Bianco e il primo eugubino a donare il sangue โ a Gubbio ancora non si poteva e quindi si recรฒ a Perugia. Tra le donne non potevo non ricordare La Penella (Penelope Banano) che negli anni dopo la Guerra inventรฒ una sala da ballo dentro il salotto di casa sua. Tutti i sabati sera e le domeniche pomeriggio la vallata andava a ballare lรฌ; poi – visto che lโidea funzionava – spostรฒ la sala sopra la stalla, da vera innovatrice della green economy, cosรฌ da farla scaldare dal calore del bestiame che passava attraverso le assi del pavimento, certo non passava solo il calore! Sono tutte persone che nella loro semplicitร sono state innovative per lโepoca che hanno vissuto. Allโinterno del libro spesso sโincontrano e interagiscono fra di loro, entrando lโuno nella storia dellโaltro: una specie di crossing-over letterarioยป prosegue lโautore.
I 40 personaggi
Una ricerca lunga 20 anni
Per scrivere Eugubini Fantastici โ un chiaro omaggio al film Animali fantastici e dove trovarli – lโautore ha fatto un lungo e meticolosolavoro di ricerca, parlando con parenti, amici o semplici conoscenti di questi personaggi, ma lโidea ha iniziato a prendere corpo una ventina di anni fa, quando con il fratello Francesco, in un sito, ha scritto e riunito le storie di 20 eugubini. ยซEra stata fatta anche una raccolta uscita in allegato con il giornale Gubbio Oggi: a questi ne ho aggiunti altri 20 ed ecco il libro: un volume prettamente dedicato agli umbri, ma non รจ detto! Al suo interno ci sono anche delle illustrazioni di Eugenio Rotondi realizzate a carboncino. Posso dire che si aggiunge al Dizionario Eugubino – Italiano che ho scritto nel 2016. Lรฌ cercavo di salvare il dialetto, qui salvo i personaggi che hanno fatto una vita normale, ma che per vari motivi รจ diventata eccezionale e piena di aneddoti da raccontare e conservareยป conclude Simone Zaccagni.
Ho fatto qualche domanda al mio amico Lorenzo Barbetti sul suo romanzo dโesordio, Una balena bianca non volerร mai (Giovane Holden Edizioni, 2021) perchรฉ incuriosita da una vicenda che ci vede un poโ tutti protagonisti, che si svolge in luoghi in cui vivo e sono cresciuta: una storia che potrebbe essere quella di ognuno di noi.
Lorenzo Barbetti
Una balena bianca non volerร mai: un titolo accattivante coadiuvato da una copertina che non passa inosservata. La storia perรฒ รจ ambientata a Perugia, capoluogo di una regione in cui non cโรจ nemmeno il mare. Che significato ha il titolo, dunque?
Il titolo originale โ Loser, che faceva riferimento tanto alla figura del perdente quanto alla canzone omonima di Beck che ritorna varie volte allโinterno del romanzo โ non mi convinceva. Un mio amico, al quale ho fatto leggere il manoscritto, mi ha allora suggerito la figura della balena bianca, che appare al protagonista in un momento cruciale della storia come una sorta di visione e si porta dietro delle considerazioni che possono in un certo senso essere applicate allโintero romanzo. In ogni vicenda che il protagonista vive, infatti, si ritrovano dei concetti, legati al suo sentire, suggeriti proprio da quella bianca balena. Questo mio amico โ Leonardo Zaroli โ ha ideato conseguentemente anche la copertina, che poi รจ stata disegnata con la collaborazione di Anna Scatolini e di Thea Corpora: giร dopo un primo sguardo si riesce a entrare perfettamente nel mood del libro. Il fatto che lโideatore del titolo abbia realizzato anche la copertina dona al volume una continuitร eccezionale.
Nel caso della narrativa, quasi mai un autore scrive una storia solo per il gusto di raccontarla. Spesso cโรจ dietro unโesigenza, un impulso viscerale, il bisogno di mettere le carte in tavola e di fare i conti con qualcosa o con qualcuno. ร davvero cosรฌ?
Il libro nasce da un racconto che scrissi nel 2017 per un concorso. Concorso che vinsi, ma la cosa piรน importante รจ che per la prima volta mi ero approcciato nella scrittura vera e propria. Fino a quel momento, infatti, avevo raccontato storie fini a sรฉ stesse e senza la logica universale che solitamente permette di accomunare lettori diversi. Quel racconto mi mise nella testa lโidea che potevo scrivere qualcosa con una logica, con un senso, che potesse essere apprezzato anche da altre persone. Una balena bianca non volerร mai nasce quindi non solo dallโesigenza di raccontare delle storie, ma anche dal cambiamento che stavo avendo in quel periodo. Ho inserito eventi del mio vissuto, di quello dei miei amici, racconti che avevo ideato in precedenza e che volevo riutilizzare, cosรฌ come citazioni dal cinema e dalla musica (cโรจ anche una playlist su Spotify ispirata al libro che vi consiglio di ascoltare, nda), in modo da creare un mix che potesse piacere anche a qualcuno allโinfuori di me. Un conto รจ scrivere per sรฉ stessi, un altro รจ farlo per qualcuno che non ti conosce e che non sa quali sono i tuoi gusti: naturalmente a me piace quello che scrivo โ come penso succeda a chiunque si approcci alla scrittura โ perรฒ la vera sfida รจ farlo con lโidea che qualcuno con un retroterra diverso possa comunque leggere con piacere quello che hai prodotto.
Insomma, scrivere qualcosa che possa accomunare lettori diversi, magari perchรฉ emblematico di una generazione. Penso in particolare alla nostra, cioรจ quella dei nati negli anni Novantaโฆ
Sรฌ, senza dubbio, anche perchรฉ i riferimenti fanno proprio capo alla cultura pop di quegli anni. Perรฒ devo dire โ e lo affermo con estrema soddisfazione โ che i primi riscontri che ho ricevuto sul romanzo sono venuti da persone che non sono di quella generazione, ma che, leggendo, hanno potuto rivivere certe vicende della propria vita. Si sono identificate con alcune scelte del protagonista, con i suoi pensieri, con alcuni eventi che egli si trova a gestire. E questo mi fa molto piacere perchรฉ significa che Una balena bianca non volerร mai ha una portata piรน ampia, che nasce dagli stilemi di una generazione ma non si ferma solo a quella.
Nel caso della narrativa, le vicende sono piuttosto plausibili. Non hai pensato che la gente potesse credere che tutto quello che leggeva fosse una biografia romanzata di Lorenzo Barbetti? Se sรฌ, questo ti ha in qualche modo frenato nel farlo leggere a conoscenti e amici? E, ancor prima, ha interferito nel processo di scrittura?
Sicuramente partire dalla propria esperienza รจ quasi fisiologico โ non credo che esistano autori, nemmeno maestri della letteratura fantastica mondiale, che non inseriscano la propria esperienza in quello che scrivono – ma tutto viene comunque rielaborato. Nel caso di Una balena bianca non volerร mai non mancano delle parti completamente inventate che perรฒ sono funzionali alla storia. Parafrasando una massima piuttosto famosa, non bisogna mai fidarsi di uno scrittore perchรฉ tutto quello che si dice potrร essere riutilizzato: che sia una notizia di cronaca o un racconto altrui, va tutto a stimolare lโimmaginazione. Molti mi hanno chiesto se fossi io il protagonista della storia e se avessi trascritto pari pari la mia vita. Diciamo che il protagonista รจ quello che Henry Chinaski รจ per Charles Bukowski: la sua versione romanzata. Questo mi diverte, piรน che spaventare, perchรฉ รจ come un gioco per me come credo per chi mi conosce almeno un poโ. Dโaltro canto il protagonista non fa niente di scabroso o di illegale, ma solo esperienze che chiunque ha fatto almeno una volta nella vita. Ancora non ho motivo di essere preoccupato, ho in mente di scrivere cose ben peggiori! (ride, nda).
Cโรจ stata qualche trasformazione dallโinizio della stesura al momento in cui hai scritto la parola โfineโ? Non parlo solo dei personaggi, ma anche dellโautoreโฆ
Ho scritto il libro nel corso di un anno, facendo tre stesure diverse, limando e aggiustando, perciรฒ alcuni elementi sono cambiati per forza. Naturalmente ce ne sono stati alcuni tecnici โ ispessimento di alcuni personaggi, descrizioni piรน ricche, nuove vicissitudini, aggiustamenti nella forma e nellโagilitร di alcuni passaggi. E poi sono cambiato io, tanto che, rileggendo, ho sentito di dover modificare alcune cose, specie quelle che mi era costato piรน mettere su carta. Perรฒ mi sono detto che quei passaggi cruciali li avevo scritti in un momento in cui nella mia testa cโera unโidea ben precisa e che quindi dovevo tenervi fede per evitare di snaturare il libro e la storia dal quale era scaturito. Quindi la struttura รจ stata sempre la stessa, dalla bozza alla terza stesura, anche perchรฉ lโavevo studiata molto bene ed ero sicuro che funzionasse. Alla fine mi sono sentito quasi liberato: ero riuscito a finire il libro e, rileggendolo, alcune cose funzionavano. Stesso discorso per i personaggi: hanno compiuto un percorso, sia esso vincente o perdente non conta, lโimportante รจ che siano cambiati, che siamo cambiati insieme.
Nel libro cโรจ un chiaro riferimento a Perugia e alla sua provincia, vista perรฒ in maniera completamente opposta rispetto a un filone molto noto della letteratura contemporanea dove essa รจ lโemblema del non-luogo, dove tutte le ambizioni si perdono, dove tutto si appiattisce e dove la noia prende il sopravvento. ร stato difficile ambientarvi i personaggi e fare i conti con le peculiaritร di luoghi in cui vivi la tua vita quotidiana?
Ho imparato, anche grazie alla fotografia, ad apprezzare quello che abbiamo in Umbria, non solo tracciando le rotte turistiche piรน canoniche, ma anche quelle piรน inaspettate. ร sempre possibile meravigliarsi della bellezza che si ha intorno. Quindi ambientare la storia a Perugia e, soprattutto, nella sua provincia, offre degli spunti inediti: se infatti per un giovane tra i 20 e 30 anni potrebbe apparire stretta, in realtร la provincia offre la possibilitร di essere cullati da una realtร accessibile e familiare, piccola e molto accogliente. Io ne sono stato sempre affascinato, in particolare dalla sua non vivacitร , dal suo avere luoghi desueti e anche un poโ desolati, dai suoi bar fermi agli anni Settanta. La trovo poetica. Per Una balena bianca non volerร mai questo tipo di ambientazione era lโideale – il sottotitolo iniziale del libro era, appunto, Ovvero la mediocre storia di giovani di provincia – perchรฉ essa รจ un luogo in cui le cose piatte prendono vita, dove la noia diventa quotidianitร , dove o emergi per scappare o impari a nuotare.
Nel libro il protagonista racconta le vicende in prima persona con uno stile che potremmo definire, senza troppe remore, cinematografico: un modo di scrivere che, nella sua disarmante semplicitร , nasconde perรฒ regole ben precise e non lascia nulla allโimprovvisazione. Ce ne puoi parlare?ย
Sono sempre stato affascinato dal mondo dietro al cinema, ovvero dalla sceneggiatura. In questo senso ho potuto fare varie esperienze non solo grazie al mio percorso di studi, ma anche a Penumbria Studio, il collettivo di videomaking di cui faccio parte. Quello cinematografico รจ uno stile in cui bisogna asciugare e asciugare, raccontando anche cose molto personali e complesse con pochissime parole. Per non parlare di tutto il corollario di gesti e movimenti che caratterizzano i vari personaggi e le interazioni tra di essi. Si tratta di uno stile che รจ molto visivo, senza orpelli; il protagonista stesso โ che vorrebbe diventare uno sceneggiatore โ pensa per immagini. E il lettore, ascoltando il racconto in prima persona del protagonista, non solo sperimenta esattamente le stesse cose, ma ha anche un punto di vista molto parziale, come con lโocchio di una cinepresa. Al tempo stesso, รจ soggetto a una serie di espedienti narrativi che fanno capo al linguaggio cinematografico, come il montaggio serrato, il piano sequenza e cosรฌ via.
Forse รจ un poโ presto per parlarne – visto che Una balena bianca non volerร mai รจ uscito da soli pochi giorni – ma cโรจ giร qualche altro progetto allโorizzonte?
Ho diverse idee che riguardano sia la scrittura, sia la seconda stagione di _lobba_, la storia a fumetti che pubblico a puntate su Instagram. Insomma, ho diversi progetti artistici allโorizzonte, in cui ancora una volta cinema, scrittura, fotografia, disegno e musica si compenetrano. Ma non voglio svelare troppo!
Il terremoto del 2016, che ha colpito, ancora una volta, il Centro Italia, ha causato 299 vittime, ha distrutto cittร , abitazioni, edifici scolastici, opifici, comunicazioni, monumenti. Ha colpito, spesso in modo irreparabile, il patrimonio artistico di tutta lโarea del cratere, in particolare quello della Valnerina, il territorio a cavallo fra Umbria e Marche.
Il libro, che sarร presentato oggi alle ore 21.15 nellโambito della rubrica LIBRI&PENSIERI, collegata Festa di Scienza e di Filosofia-Virtute eCanoscenza, ha per titolo; Un patrimonio ferito. la Valnerina. Il libro รจ stato scritto da Vittoria Garibaldi, storica dellโarte, tra le altre cose giร direttore della Galleria Nazionale dellโUmbria, studiosa entusiasta e profonda conoscitrice del patrimonio culturale umbro. Il libro รจ la raccolta di ben quarantotto articoli, a firma di Vittoria Garibaldi, pubblicati dal Corriere dellโUmbria dal dicembre 2016 al dicembre 2017, รจ stato edito dallโAssociazione Orfini Numeister di Foligno, il cui scopo principale รจ la diffusione della cultura e delle conoscenze storico-artistiche della Cittร e dellโUmbria.
Il libro sarร presentato questa seraย alle ore 21.15, sui canali Facebook e Youtube di Festa di Scienza e di Filosofia sul canale Facebook del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, dallโautrice Vittoria Garibaldi e dal dott. Giuseppe Serafini, Magistrato, Presidente di Sezione de Consiglio di Stato.
Come sopravvivere a una lunga quarantena? O a una pandemia? Come sfuggire a nemici invisibile come ansia, paura… sรฉ stessi? Quattro amici piรน una voce narrante, uniti ma divisi nel lockdown, si inventano le loro originali, comiche e surreali vie d’uscita.
Carla Di Donato
Appena ho letto il titolo del libro di Carla Di Donato, Good Morning Covid-19 la prima cosa a cui ho pensato รจ stato il film Good Morning, Vietnam con Robin Williams e lโautrice, che presenterร la sua opera prima venerdรฌ 30 ottobreย alle 18.00 via streaming, ha subito confermato la mia sensazione: ยซIl libro sโispira proprio a quel film: cโรจ un riferimento diretto a questo anche nel libro, in un passaggio infatti scrivo: “In quellโistante nasce Good Morning Covid-19. Robin era in Vietnam. Io a casa mia. Loro? Beh… loro a casa loro”. Il romanzo รจ nato durante la quarantena ed รจ un antidoto alla paura, le apre la porta, la guarda in faccia e lโattraversa. Un surreale, comico, riflessivo, guizzante Buongiorno alla vita di ognuno di noi in questa pandemiaยป spiega lโautrice.
La storia gira intorno al mondo di personaggi sghembi, non a fuoco, in cerca di equilibrio in un momento storico particolare. I cinque protagonisti – Fluncho, il Ninja, Sandwich, La Flaca e Carlot – sono osservati dalla voce narrante allโinterno di un prisma, non hanno filtri, aprono e condividono il loro mondo interiore e lo rovesciano con follia.
ยซร un romanzo adatto a tutti, soprattutto a chi vuole sorridere e riflettere su qualcosa che generalmente crea ansia e fuga: accostarsi al libro puรฒ aiutare ad avere un approccio diverso al sentimento di incertezza e impotenza che ci accomuna di questi tempi, a sentirci meno impotenti e piรน centrati, piรน consapevoli, dunque piรน forti. ร un viaggio interiore intrapreso durante la chiusura forzata alla scoperta di un altrove da affrontare e da non temere. Good Morning Covid-19, edito da Edizioni Era Nuova, non segue un filo logico tra gli avvenimenti, รจ un labirinto di pensieri ispirato anche dallโopera in copertina del libro di Nino Vario. Non c’รจ consequenzialitร , ci sono accadimenti che si intersecano, cosรฌ come nella vita quotidianaยป prosegue Carla Di Donato.
La scrittrice รจ autrice di volumi e saggi accademici e di testi teatrali, collabora con La Civiltร Cattolica, danza e insegna Theatre Jazz. Ha lavorato all’estero, a Londra, al Victoria and Albert Museum e, in Italia, proprio a Perugia con il TSU (Teatro Stabile dell’Umbria) e con HOME – Centro di Residenza Coreografica. ยซEssere poliedrici e flessibili, oggi, aiuta ancor piรน che in passato. Ma, piรน di tutto, sono gli affetti e gli amici la rete indispensabile per farcela. Il libro racconta proprio questo: come riuscire a sentirsi vicini, forse come mai prima, anche in una distanza fisica forzata e prolungata. Piรน che un modo per esorcizzare questo momento storico, ovvero prenderne le distanze, direi che รจ un modo per abbracciarlo, in un senso nuovo, trattandolo come unโopportunitร , foriera di scoperte e di varchiยป conclude la scrittrice. Allโevento, oltre allโautrice, parteciperanno anche lo studioso Enzo Cordasco e lo scrittore Pierpaolo Peroni.
Nella pagina Facebook di Good Morning Covid-19 saranno rese note le indicazioni per seguire la diretta.
ยซScrivo da quando ero piccola e in alcuni momenti mi ha salvato la vita. La scrittura รจ stata una vera medicinaยป.
Sara Allegrini, classe 1978, si definisce una tipica umbra, chiusa inizialmente ma poi accogliente. Durante lโintervista lโho trovata simpatica e amichevole fin da subito. Sarร che tra umbre ci si capisce al volo. Sara รจ unโinsegnante e una scrittrice: nel 2014 ha pubblicato La ragazza in bottiglia (PCE) e nel 2018 con il suo secondo libro Mina suldavanzale (Itaca) รจ stata finalista al Bancarellino e ha vinto il Premio Selezione. Poco piรน di un mese fa invece si รจ portata a casa il Premio Orbil โ assegnato da librai indipendenti โ nella categoria Young Adult con il romanzo La rete, storia di tre ragazzi che si ritrovano in un bosco senza cibo, senza acqua e senza cellulare per chiedere aiuto.
Sara Allegrini
Sara, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Sono unโumbra D.O.C. e ho tutte le caratteristiche tipiche: chiusa allโinizio ma poi accogliente. Amo Perugia, per me รจ un gioiello. Questa regione รจ un posto meraviglioso per vivere e soprattutto รจ a misura mia.
ร unโinsegnante che fa la scrittrice o viceversa?
Sono i due lavori che ho sempre voluto fare ma se dovessi scegliere, sceglierei di fare lโinsegnante. Mi piace il contatto diretto con i ragazzi, anche se poi con i miei libri riesco a raggiungerne di piรน.
Quando ha deciso diย diventare scrittrice?
Scrivo da quando ero piccola, giร dalla scuola media, tutti perรฒ mi scoraggiavano โ professori, genitori โ allora io mi sono intestardita e ho continuato. Il primo libro, La ragazza in bottiglia, รจ stato pubblicato da una casa editrice senza sapere chi fossi: รจ una roba abbastanza strana. Poi piano piano sono cresciuta fino ad arrivare alla Mondadori. Con il secondo libro Mina sul davanzale sono stata finalista del Bancarellino, una cosa che proprio non mi aspettavo.
Il mese scorso ha vinto il Premio Orbil, nella categoria Young Adult, col suo romanzo La rete (Mondadori): quanto รจ stato importante?
ร stato un super riconoscimento e non mi aspettavo assolutamente di vincere: ero una pivellina tra mostri sacri. La notizia mi รจ arrivata in piena quarantena e in un periodo personale non facile, per questo non ho granchรฉ esultato come avrei dovuto, perรฒ รจ stato un bellissimo riconoscimento. Ne sono orgogliosa.
Da dove arriva lโispirazione per raccontare una storia?
Le prime storie sono nate dallโurgenza: ho avuto dei lutti dolorosissimi e se non avessi scritto sarei morta, scrivere รจ stata una medicina. Gli altri due libri sono stati ispirati da alcuni alunni a cui insegnavo in una scuola abbastanza difficile. I ragazzi si sono riconosciuti nei personaggi e anche i genitori hanno ritrovato i loro figli: questo spero li abbia fatti sentire meno soli.
Perchรฉ racconta storie di giovani per i giovani?
Perchรฉ i ragazzi sono un pubblico decisamente critico e questo mi piace, in piรน non ho ancora superato i traumi della mia adolescenza (ride). Ricordo perfettamente come ci si sente a quellโetร e quali sono le emozioni che si provano.
Visto che la racconta e la vive grazie al suo ruolo di insegnante: che pensa della generazione Z?ย
ร una generazione un poโ sfortunata, perchรฉ non puรฒ vedere il mondo senza telefoni, rispetto ai nati nelle generazioni precedenti e non hanno gli strumenti che servono per selezionare il fiume di notizie che gli arrivano. Perรฒ quando sono stimolati e devono usare la fantasia per raccontare e scrivere vengono fuori dei giovani che non sono poi cosรฌ distanti dalle altre generazioni.
Dei suoi tre libri, a quale รจ piรน legata? O, come i figli, รจ difficile scegliere?
Mi piace questa domanda (ride). Devo dire che non posso scegliere, perchรฉ ogni libro รจ legato a un momento della mia vita.
LโItalia sappiamo che รจ un paese che legge poco: secondo lei perchรฉ?
Le famiglie con bambini piccoli leggono tanto, poi quando crescono cโรจ un calo. Va detto che รจ difficile trovare bei libri. Gli stessi insegnanti leggono poco e per questo non trasmettano la passione ai loro alunni. Basta consigliare le giuste letture e indirizzare i ragazzi verso bei libri, che poi si appassionano: gli servono solo dei consigli. Ci vuole la febbre del libro, รจ impareggiabile vivere con la fantasia, affezionarsi ai personaggiโฆ
Se dovesse raccontare lโUmbria, come descriverebbe la sua essenza?
Una delle storie che sto scrivendo รจ ambientata in Umbria, nel paesino di cui รจ originario mio padre: Lisciano Niccone. Di quel luogo mi ricordo le sensazioni, lโodore della terra bagnata, la caccia alle lumache, le more colte e mangiate. ร la mia infanzia, fatta di odori e rumori, che sto cercando di trasportare nelle pagine.
Ha in cantiere un nuovo romanzo?
Sto lavorando a tante cose contemporaneamente: alcune sono finite e devo solo trovare chi puรฒ pubblicarle, altre si sono fermate a causa della didattica a distanza e del fare la mamma a tempo pieno. Fatico a trovare dei momenti di tranquillitร , ma va bene cosรฌ.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Verde, antica, profumata.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ