ยซDal punto di vista sentimentale รจ stato molto difficile prendere questa decisione. Ammetto che รจ una ferita spaventosa, ma razionalmente รจ la scelta piรน giusta che si potesse fareยป.
Gubbio divide i suoi annali in a.C. e d.C. dove C sta per Ceri. La vita degli eugubini viene scandita e organizzata in base alla Festa dei Ceri: impegni pubblici e privati sono regolati da questo evento, che diventa cosรฌ un vero spartiacque della quotidianitร locale. Non รจ raro quindi, sentire in cittร la frase: ยซLo facciamo prima o dopo i Ceri?ยป.
Filippo Mario Stirati, sindaco di Gubbio. Foto di URP Gubbio
Questโanno perรฒ non ci sarร nessun un prima e nessun un dopo. La festa, infatti, a causa del Coronavirus, รจ stata annullata. Non ci sarร la corsa. Niente taverne. Niente festeggiamenti in giro per la cittร . Niente alzain Piazza Grande. Niente sfilate e processioni. Niente folla colorata per le vie di Gubbio. Nemmeno la Spagnola del 1920 o il terremoto del 1984 avevano fermato lโevento. Solo le due Guerre Mondiali avevano interrotto parzialmente questa tradizione millenaria –ย ci sono testimonianze che ne attestano lโesistenza sin dal 1160, come solenne atto di devozione degli eugubini verso il vescovo Ubaldo Baldassini, morto in quellโanno.
Una decisione sofferta
Il Coronavirus perรฒ non ha dato scampo e il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, ha preso โ a malincuore โ la decisione piรน giusta, ma anche la piรน sofferta: ยซDal punto di vista sentimentale รจ stato molto difficile. Ammetto che รจ una ferita spaventosa, ma razionalmente รจ la decisione piรน giusta che si potesse prendere, anche perchรฉ, con le ordinanze in vigore, non รจ che avessimo altre alternative. Devo dire che non avrei mai immaginato, come Sindaco, di entrare purtroppo nella storia per essere stato il primo ad aver annullato la Festa dei Ceri. Sono eugubino fino al midollo, sono stato ceraiolo e sono allโinterno di questo mondo fino in fondo. ร una vicenda che mi tocca molto da vicinoยป confessa il Sindaco.
Il 15 e il 16 maggio non saranno comunque due date anonime: ยซI riti religiosi previsti per la festa del Patrono si svolgeranno con i distanziamenti sociali doverosi e cโรจ lโinvito per i cittadini di abbellire la cittร e le case con gli stendardi e le luci. Loro stessi, seppur con molta amarezza e tristezza nel cuore, hanno capito la situazione e la scelta che ho fattoยป prosegue Stirati.
L’alza dei Ceri. Foto di URP di Gubbio
Tra le indiscrezioni che circolano in cittร cโรจ persino quella di spostare la Corsa: tra le date papabili ci potrebbe essere lโ11 settembre, giorno della traslazione del corpo di SantโUbaldo nellโomonima Basilica. ยซร solo unโidea, ancora ufficialmente non se nโรจ parlato. Gubbio รจ legata al 15 maggio, immaginare una soluzione alternativa per ora รจ impossibile; inoltre รจ una decisione che va presa con molta cautela. Vedremo come evolverร la situazioneยป spiega il primo cittadino di Gubbio.
Una corsa mai interrotta
Nel corso dei secoli, la Festa dei Ceri si รจ fermata solo in altre due occasioni. SantโUbaldo, SantโAntonio e San Giorgio – non solo simboli di Gubbio, ma dellโintera Umbria – raramente non hanno scalato il monte Ingino; lo avevano fatto anche nel 1817 quando unโepidemia di tifo invase Gubbio e nel 1920 durante lโepidemia di Spagnola, che colpรฌ gravemente la cittร .
La Corsa per le vie della cittร . Foto di URP di Gubbio
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, perรฒ, si sono dovuti arrendere e si sono fermati dal 1916 al 1918, eccenzion fatta nel 1917 quando vennero celebrati sul Col diLana: a Gubbio la Festa era stata sospesa per Regio Decreto. I soldati eugubini impegnati al fronte decisero quindi di festeggiare i Ceri direttamente in zona di guerra, tra le Dolomiti, e il 15 maggio del 1917 una copia delle tre strutture lignee corse sul Col di Lana, appena qualche centinaia di metri dietro la prima linea del fronte, tra lโemozione e la commozione dei presenti. ยซNel 2017 abbiamo anche celebrato i 100 anni di questo particolare evento. Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, corsero solo i ceri mezzani portati da donne e ragazzi. Anche nel 1984 la Festa si fece: il 29 aprile di quellโanno Gubbio fu lโepicentro di un terremoto che face tanti danni ma nessuna vittima e, anche per alzare il morale della gente, si decise di non interrompere lโeventoยป conclude il Sindaco. Insomma, il 15 maggio 2020 verrร sicuramente ricordato e purtroppo passerร alla storia, non solo a Gubbio ma in tutta lโUmbria. Forse, questโanno piรน che mai, la forza dei tre Santi che salgono il monte spinti dal calore della gente avrebbe simboleggiato la voglia di rinascita e di risalita di questa Regione. Per ora possiamo solo immaginarli. Ma torneranno!
Nella rubrica โMessaggi in reteโ, creata in occasione dell’emergenza Coronavirus, sono stati intervistati i sindaci di alcuni piccoli borghi umbri e non solo, che si sono dimostrati dei giganti per altruismo e dedizione.
Deruta, foto by Enrico Mezzasoma
Quanta passione e quanto attaccamento alla terra che rappresentano, quanto vigore, energia e affetto verso le persone di cui sono i portavoce; quanti sguardi trasognanti e pieni d’orgoglio, quando parlano di campanili e castelli. Quanto amore, quasi da brividi, per quello che fanno per quei tipici borghi. Quante intenzioni e voglia di fare, talvolta esagerata e talvolta piรน pacata. Quanti sacrifici e delusioni da dividere solo con pochi altri e talora con nessuno, quante grida di aiuto, di sovente inascoltate. Quanto ingegno e volontร nel realizzare cose che sembravano impossibili. Quanta dedizione e spirito di servizio ripagate con un semplice sorriso o da una stretta di mano amica.
Vallo di Nera
La voce dei borghi
Durante le interviste realizzate nel periodo dell’emergenza COVID-19, oltre l’emozione e la titubanza in alcuni Sindaci –ย e oltre alla preoccupazione e l’incertezza del poi in tutti – si notava che la responsabilitร di fare bene imperversava in ogni parola, in ogni frase preparata o meno. Gli stati d’animo trasparivano per dimostrare di essere il riferimento per quella comunitร . Semplicemente un turbinio di emozioni con l’umile voglia di dimostrare di essere utili e di valere.
ร stata una bellissima esperienza capire come i Sindaci sentono loro il proprio borgo, come lo vivono e come lo proteggono e come interpretano l’ideale di rendere esemplare il luogo affidato, tentando di superare le proprie resistenze e quelle paesane, non senza rimbrotti o critiche.
Talvolta fanno di ogni gesto virtรน, a volte esagerato o egocentrico, ma sempre verso il bene comune, che viene appagato da mille pensieri per una vita pubblica racchiusa in un periodo a scadenza. C’รจ chi รจ piรน giovane e chi รจ piรน esperto, ricordando che l’anagrafe non dispensa meriti per etร , ma valgono solo quelli della propria gente, con riconoscimenti e gratificazioni; i Sindaci sono felici di rappresentare le bellezze dei borghi, quelle artistiche, storiche, culturali ed enogastronomiche, con quel caratteristico vanto che li rende simili a genitori quando parlano della propria prole con amorevolezza e merito, accompagnati spesso da un brivido emozionale.
Nella fascia tricolore, che con fierezza indossano nelle occasioni ufficiali e negli eventi, sono custoditi sogni, speranze e desideri di chi vi ha riposto la fiducia.
Ogni intervista di una Sindaca o di un Sindaco ha contribuito inconsapevolmente alla stesura di queste righe, mentre ciascuno raccontava del proprio operato con grande passione ed emozione.
Nel ruolo che a volte viene dimenticato e a volte sottovalutato, i primi cittadini dei borghi, vanno considerati come dei piccoli eroi defilati che operano silenziosi lontano dal clamore e dal protagonismo.
Preci, foto by Enrico Mezzasoma
Nella molteplicitร ed eterogeneitร delle caratteristiche e dei compiti di ogni Sindaco di un piccolo comune, s’intravede la loro parte meno conosciuta e per certi versi piรน intima, mettendo in risalto la loro essenza umana abbinata alla capacitร di guida di una comunitร .
Fare il Sindaco di un piccolo borgo di provincia รจ un incarico molto delicato e puรฒ far generare sensazioni e sentimenti per chi lo fa, irripetibili e impareggiabili. Complimenti cari Sindaci dei piccoli borghi, per quello che state facendo per la res publica in questo momento di emergenza sanitaria e non solo e senza indugio, grazie.
A tal proposito, prendendo in prestito una frase dal film Imitation Game, si potrebbe dire: A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno puรฒ immaginare.
ยซIl mio sogno? Esibirmi davanti alla regina Elisabetta, ma non accadrร mai: morirรฒ prima di leiยป.
Andrea Paris, il prestigiattore โ come ama definirsi โ tra web e televisione รจ diventato molto popolare. Il programma Italiaโs Got Talent lo ha fatto conoscere al grande pubblico, ma lui giร vantava esibizioni davanti a numerose stelle di Hollywood e diversi premi e riconoscimenti anche come attore. Ora รจ molto seguito sui social e, tra una magia e una battuta, intrattiene il suo pubblico anche in questo periodo difficile. ยซSe Maometto non va alla montagnaโฆ Loro non possono venire a vedere i miei spettacoli, vado io da loroยป. Ma chi รจ veramente il mago di Foligno?
Andrea Paris
Andrea, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
LโUmbria รจ la mia terra, la casa, i profumi, la famiglia. LโUmbria รจ tutto.
Si sente piรน mago, attore, intrattenitore o mentalista?
Mi sento un prestigiattore. Uso la magia per intrattenere. Il mio punto di forza รจ rendere un numero, che per molti sembra difficile, il piรน facile possibile.
Ci racconti, comโรจ iniziata la sua carriera?
Verso i 17 anni ho iniziato a fare i primi spettacoli e poi piano piano รจ diventato un vero lavoro, anche se a volte quando dico quello che faccio mi rispondono: ยซSรฌ, ok, ma di lavoro che fai?!ยป.
Non pensano che il suo sia un vero lavoroโฆ
Qui la gente รจ pratica, nellโarte e nella cultura si investe poco.
Come si รจ avvicinato a questo mondo?
Un giorno venne allโoratorio il mago Sales, un frate salesiano: stavo passando un periodo difficile, perchรฉ avevo visto morire davanti ai miei occhi un mio amico e quando hai 12 anni e assisti a queste disgrazie pensi che tutti possano morire in quel modo. Quindi non volevo piรน uscire di casa. Per farmi distrarre mi hanno trascinato a questo spettacolo. Da quel momento mi sono appassionato alla magia e ho iniziato a studiare. ร stato un percorso lungo: ho imparato la magia, ho studiato teatro e poi ho miscelato le due arti per rendere completi i miei spettacoli.
Quanto tempo impiega per preparare un numero?
Allโinizio tante ore, dalle 8 alle 10 ore di allenamento tecnico e pratico. Oggi รจ molto piรน facile: mi viene unโidea e, avendo giร le basi, si tratta solo di realizzare la regia. Poi avviene la sperimentazione con il pubblico.
Ci spieghi meglioโฆ
La magia va provata sul campo per capire se un numero puรฒ funzionare o no, se รจ divertente e se stai ingannando chi ti guarda. In pratica ci impiego unโora per crearlo e otto mesi per terminarlo, con tutte le varie sperimentazioni.
Le prove le fa direttamente sul palco?
Sรฌ. Durante uno spettacolo, nel bis o nel mezzo butto dentro il numero nuovo e capisco se la gente lo apprezza o meno.
Quindi ogni spettacolo รจ un poโ sperimentale?
Esatto. ร cosรฌ per la magia, ma anche per gli spettacoli comici. In base alla reazione del pubblico capisco se funziona o meno.
Italiaโs Got Talent รจ stato il trampolino per farla conoscere al grande pubblicoโฆ
Sรฌ, era importante farmi conoscere anche dal pubblico di massa. Comunque, sono cinque anni che mi esibisco per lโAbf (Andrea Bocelli Foundation) e ho partecipato al Celebrity Fight Night Italy. Grazie a Bocelli ho avuto la possibilitร di far vedere i miei numeri a Morgan Freeman, Sharon Stone, Nicolas Cage e Antonio Banderas e tante altre celebrity del showbiz internazionale.
Glielo avranno giร fatto notare: nel suo modo di fare magia si รจ ispirato al mago Forest?
No. Il suo รจ un personaggio inventato con una voce caratteristica, io invece non interpreto nessuno, sono me stesso. Ho fatto di me il mio personaggio. Inoltre non faccio gagโฆ faccio battute, ma il numero di magia รจ reale.
Ci confessi, Andrea Paris nella vita di tutti i giorni รจ come appare negli show e nei video o รจ una persona seria e posata?
Io sono cosรฌ come appaio, anche nella vita di tutti i giorni. La mia compagna – che รจ proprio qui in questo momento – lo puรฒ confermare.
Cosa vuol dire per lei meravigliare? Quandโรจ che si rende conto di aver meravigliato il pubblico che la guarda?
ร facile capirlo. Ci sono due campanelli: il primo รจ quando senti il respiro della gente che si blocca e non scatta lโapplauso; il secondo รจ quando cโรจ il sorriso di meraviglia, che รจ diverso da quello di divertimento. ร un sorriso piรน sospeso. In pratica cโรจ meraviglia quando tutto rimane sospeso nellโaria.
Andrea Paris
Ha un sogno non ancora realizzato?
Esibirmi davanti alla regina Elisabettaโฆ ma non avverrร , perchรฉ morirรฒ prima io. (ride)
Quali sono i suoi progetti futuri?
Ora come ora non vedo un gran futuro. Di idee ne ho tante, ho contatti con la televisione e in programma spettacoli teatrali, anche nello stile One Man Show. In questo momento perรฒ mi concentro piรน sui social, ti portano tanta visibilitร e ti fanno conoscere molto velocemente. Se Maometto non va alla montagnaโฆ Il pubblico non puรฒ venire a vedere i miei spettacoli, cosรฌ vado io da lui.
Se potesse fare una magia, cosa cambierebbe dellโUmbria?
Per me lโUmbria รจ giร bella cosรฌ, la lascerei comโรจ! Forse lโunica cosa che manca โ ma potrebbe essere anche un vantaggio โ sono le vie di comunicazione e i collegamenti stradali. Ma ripeto, potrebbe essere un vantaggio: chi viene รจ perchรฉ ci vuole realmente venire, รจ un turismo col contagocce, ma piรน vero. Lโunica magia che farei รจ quella di far apparire un bel teatro a Foligno. Sembra incredibile, ma Foligno non ha un teatro. Si investe poco nella cultura, si รจ troppo praticiโฆ lโarte ha ancora poca importanza.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Isola, dโaria, verde.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Profumo e aria. Io quando torno in Umbria sento il suo odore. LโUmbria per me ha un profumo ben preciso, non so descriverlo, ma lo annuso e lo percepisco sempre.
ยซEro unโanima in pena e non sapevo che fare della mia vita, poi รจ arrivato Dio e mi ha aperto il mondo social, come un vero miracoloยป.
Nei giorni scorsi ho avuto una (video)chiamata da Dio. Non รจ una cosa da tutti i giorni, ma ero pronta, mi ero persino truccata. Era piรน di un mese che non lo facevo! Dio, alias Alessandro Paolocci da Foligno, ha oltre un milione di follower tra Facebook, Twitter e Instagram e chi frequenta i social non puรฒ non conoscerlo. Creare questo profilo gli ha cambiato la vita ed รจ stata come una vera chiamata, un segno che gli ha aperto orizzonti e possibilitร . La nostra chiacchierata โ al limite tra il serio e lโironico, tra il sacro e il profano โ inizia con una mia incertezza che prontamente chiarisco: ยซCome la devo chiamare: Dio, Altissimo, Divino o Alessandro?ยป, ยซDio va benissimoยป. Avvertenza per il lettore: a volte risponderร Alessandro, a volte Dio. La differenza รจ molto sottile.
Alessandro Paolucci
Lei piรน che il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe รจ il Dio di Facebook, Twitter e Instagram: come si fa a diventare cosรฌ popolari sui social?
Dopo aver ho creato il profilo social di Dio, ho visto che ci hanno provato anche altri โ con altre figure religiose – ma non hanno avuto lo stesso ritorno di pubblico. Forse, a differenza di me hanno una vita e ci passano meno tempo, oppure hanno sbagliato il momento. Ho aperto il profilo Twitter nel 2011, Facebook 2013 e Instagram un anno dopo: erano gli anni del boom dei social e gli algoritmi erano piรน generosi, oggi non sarebbe cosรฌ facile. Inoltre รจ stata una vera novitร , ancora non esistevano profili simili.
Mi perdoni il gioco di parole: comโรจ nata lโidea di creare Dio?
Era il 2011 ed ero disoccupato. La realtร non andava benissimo, mentre sui social tutto era perfetto. Avevo visto che cโera il profilo Twitter del Papa, ovviamente era finto โ ancora il Papa vero non aveva aperto il suo. Ho pensato, spariamola grossa e creiamo il profilo di Dio. A quel punto dovevo farmi seguire e farmi leggere, cosรฌ mi sono messo a ricercare tutti i tweet che parlavano di Dio e sono andato a rispondere a tutti. Questa cosa, apparentemente scema, ha dato il via e nel giro di poche ore ho ricevuto tanti messaggi di gente esaltata perchรฉ gli aveva risposto Dio. (ride!) Allโepoca non avevo capito il potenziale, ma era un gioco divertente e ho continuato a farlo.
Siamo oramai a Pasquaโฆ come affronta questi giorni, anche in virtรน della situazione che si sta vivendo?
La mia vita รจ cambiata poco, anche prima stavo sempre al computer e al telefono. Abbiamo superato un mese e la situazione comincia un poโ a pesare.
Vuol dire qualcosa a tutti i suoi fedeli?
La Pasqua questโanno si fa in casa, non andate a trovare i nonni, compratevi lโuovo di Pasqua da soli e la benedizione va benissimo anche in streaming. Il Papa e le chiese si sono organizzati per trasmettere le messe, non serve riaprire le chiese: sono oltre 2.000 anni che la preghiera viene fatta a distanza e ha sempre funzionato bene.
Nel mondo social le fake news sono il male di questo periodoโฆ
ร un periodo meraviglioso, ogni giorno ce nโรจ una. Non gli si sta dietro. In questi giorni va di moda quella sul 5G e non sono gli italiani quelli che piรน ci stanno cascando, ma gli inglesi che hanno iniziato a bruciare le antenne 5G. I complottisti inglesi sono piรน avanti di quelli italiani, non รจ da sottovalutare.
Io che ascolto la parola di Dio!
Alessandro Paolucci รจ la mano materiale di Dio in qualche modo: chi ha scelto chi?
Alessandro รจ lโincarnazione. Le religioni sono cosรฌ, ogni tanto le divinitร si reincarnano in un corpo. Certo potevano scegliere meglio. Comunque, รจ stato lui a scegliere me, io nella vita volevo fare lโinsegnante e invece sono diventato Dio. Capita! (ride!)
ร laureato in Filosofia, forse la scelta non รจ stata poi cosรฌ casuale?
Dopo aver studiato per anni i pensieri su come nei secoli veniva immaginato Dio, in effetti si รจ piรน preparati. Dopotutto Dio, nella scelta delle risorse umane รจ sempre stato bravo.
Alessandro รจ umbro: anche la scelta dellโUmbria non รจ casuale?
LโUmbria รจ una regione santa. Prendere uno di Roma sarebbe stato banale, quindi Dio ha pensato: Prendiamo uno di Foligno, che non cโentra nullaโฆ nemmeno di Assisi (anche in questo caso sarebbe stato banale), ma di Foligno. Prevedo poi un boom turistico ad Assisi, in quel caso Foligno verrร spianata e ne diventerร il parcheggio.
Cosa farebbe Dio se potesse fare un miracolo per lโUmbria?
Ci porterei il mare.
Dalle Marche o dalla Toscana?
Dalle Marche, che verranno completamente sommerse. A qualcosa, purtroppo, bisogna rinunciare. Rinunciamo alle Marche.
Da poco รจ uscito il suo libro Cercasi Dio, punta a raggiungere le copie che ha venduto col primo, quello che tutti noi โ piรน o meno โ conosciamo?
ร presto per dirlo, รจ uscito da pochi mesi.
Di cosa parla?
ร un romanzo, un poโ autobiografico, un poโ inventato. La vita vera รจ poco avventurosa, quindi lโho farcita con la fantasia. ร una storia dedicata ai giovani nati negli anni Ottanta, quelli che sono stati cresciuti con lโidea che sarebbe andato tutto bene e invece no, รจ andata diversamente. Non รจ che abbiamo avuto una vita difficile, ma ci avevano talmente illuso che la disillusione รจ stata pesante e siamo ancora provati. Io stesso devo dire che, in un periodo difficile della mia vita, Dio mi ha salvato. Aprire questo profilo mi ha aperto una strada che mai avrei immaginato. Tutto questo viene raccontato nel libro. Cโรจ anche mia mamma, che รจ una coprotagonista involontaria.
Quindi possiamo dire che il tocco divino cโรจ stato davveroโฆ
Sรฌ. ร stata unโesperienza mistica, tipo San Paolo. Ero unโanima in pena e non sapevo che fare della mia vita, poi รจ arrivato Dio e mi ha aperto il mondo social, come un vero miracolo.
In concreto cosa รจ successo?
Ad esempio, mi contattano aziende per tenere corsi sui social network, perchรฉ vedono che la mia pagina cresce, ha successo e quindi vogliono sapere i tutti segreti. Mi pagano per questo. Ho lavorato a Milano in aziende dove non sono entrato per il mio curriculum, ma perchรฉ ero Dio. Volevano Dio in azienda. Una cosa incredibile!
Alessandro รจ credente?
Credo in me stesso.
Per finire faccia un augurio ai suoi fedeliโฆ e anche a chi non รจ proprio un suo fan.
Piรน che un augurio ci vuole un incoraggiamento. Gli economisti dicono che ci sarร la ripresa dopo il grande crollo. ร sempre stato cosรฌ e cosรฌ sarร . Bisogna perรฒ fare dei cambiamenti, basta essere solo piรน igienici e piรน responsabili dei nostri germi. Non รจ difficile, sono cose che la mamma ci insegna a 5 anniโฆ ce la possiamo fare!
ยซLโispirazione per scrivere una canzone arriva da unโidea, ma poi cโรจ tanto lavoro in studio di registrazione per fare in modo che lโidea prenda formaยป.
In questi giorni d’isolamento abbiamo fatto con Giorgia Bazzanti, cantautrice marscianese, una bella chiacchierata โ ovviamente telefonica โ in cui si รจ parlato di musica, di determinazione nel raggiungere i propri obiettivi e ovviamente di Umbria.
Giorgia, classe 1987, รจ entrata nel mondo della musica da piccola: la sua prima esibizione in pubblico avviene allโetร di 6 anni a La Banda dello Zecchino dโOro, dove non canta, ma suona il pianoforte. Nel 2014 vince Palco Aperto Roma e viene scelta da Eugenio Finardi per aprire alcuni suoi concerti: duetta con lui durante il tour; nel 2017 รจ finalista ad Area Sanremo e rientra nei Top 20 di Area Sanremo Tour Videoclip. Solo lo scorso anno รจ stata semifinalista nazionale al Premio Pierangelo Bertoli, ha aperto un concerto dei New Trolls,ย ha vinto il Premio Terza Classificata e il Premio della Critica al Pop Rock Music Fest eย il Premio Seconda Classificata al Premio Valentina Giovagnini ed รจ stata finalista nazionale al Premio Mimรฌ Sarร .
Fondamentale lโincontro e la collaborazione con Guido Guglielminetti (n.d.r. compositore, produttore e bassista di Francesco De Gregori) che ha prodotto il suo primo album, Non eri prevista.
Giorgia Bazzanti
Giorgia, la prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Sono unโumbra e una marscianese D.O.C. e sono molto legata a questo territorio. Per questo, durante la promozione del mio disco ho scelto luoghi e borghi insoliti della regione, cosรฌ da riscoprirli e rivalutarli. Voglio portare la musica nei posti dove in genere non entra.
Quando ha deciso di voler fare la cantante?
Il primo passo nel mondo della musica l’ho fatto suonando il pianoforte, poi ho capito che la mia strada era piรน legata alla voce. A 9-10 anni ho iniziato a cantare e mi sono perfezionata studiando canto in diverse accademie. Nel 2016, grazie alla collaborazione con Giudo Guglielminetti, รจ partita una nuova fase di maturitร artistica e professionale.
Il suo primo disco, uscito nellโautunno del 2019, si chiama Non eri prevista: qual รจ la sua essenza piรน profonda?
Nelle dieci tracce cโรจ una femminilitร che si esprime in varie forme, con coraggio e libertร , nel rispetto delle identitร e che ci svincola da ogni pregiudizio e luogo comune.
ร anche un poโ femminista?
Forse sรฌ, ma non ha bisogno di unโetichetta specifica. Racchiude in sรฉ un senso di libertร che va oltre i confini prestabiliti.
Canta anche dellโUmbria allโinterno del suo disco?
Non cโรจ un riferimento diretto, ma la canzone Famme giocร โ che รจ arrivata in semifinale al Premio Pierangelo Bertoli – รจ in dialetto umbro, mentre il brano Le finestre non dormono mai โ finalista di Area Sanremo 2017 – รจ stato scritto proprio davanti a una finestra che si affaccia sul panorama e sulle colline umbre. In qualche modo cโรจ un pezzetto dโUmbria.
Guido Guglielminetti, Ivano Fossati, Gianmaria Testa e tanti altriโฆ quanto sono importanti queste collaborazioni? Cosa le hanno insegnato?
Sono importantissime perchรฉ, a livello professionale e umano, mi hanno arricchito tanto e regalato momenti conviviali e chiacchierate uniche e indimenticabili. Guido per me รจ veramente una guida!
Lei scrive anche le sue canzoni: come nasce lโispirazione per un pezzo?
Giro sempre con carta e penna o mi appunto pensieri sul cellulare. Ci sono idee che nascono da unโispirazione o dalla mia fantasia; perรฒ credo che lโispirazione vada disciplinata e che dietro ci sia un lavoro di concentrazione e di esercizio, che in studio di registrazione prende forma.
Quali sono i cantanti che hanno segnato la sua crescita?
Amo ascoltare generi diversi, ma la musica dโautore italiana mi ha segnato molto e la sento vicina come sensibilitร , mondo e scrittura. Tra i tanti potrei dire: Lucio Dalla, Ivano Fossati, Gianmaria Testa, Luigi Tenco e Fabrizio De Andrรฉ.
E le canzoni?
Ne dico solo una: A muso duro di Pierangelo Bertoli.
Ha mai pensato di partecipare a un talent musicale?
No, ma non voglio demonizzare i talent. Credo che abbiano una funzione, ma chi partecipa deve avere un background fatto di studi, gavetta ed esperienza, non puรฒ essere solo una scorciatoia per bruciare le tappe. Se ci sono questi requisiti, perchรฉ no! Devo dire che non sono mai stati la mia prioritร : ho fatto AreaSanremo, che si avvicina un poโ a questo mondo, e sono arrivata in finale. Per me ora รจ importante aver inciso questo album e crearmi una mia identitร .
Se proprio dovesse partecipare, a quale andrebbe?
Forse X-Factor.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Sono molto concentrata sul presente e sui progetti attuali.
Se potesse sognare in grande, cosa vorrebbe?
ร cambiato un poโ il mio punto di vista e giร diverse soddisfazione le ho avute. Per me รจ gratificante quello che faccio, il fatto di portare la musica in luoghi nella quale non sarebbe mai entrata e in posti non scontati รจ un bel traguardo. Sono sempre andata avanti con tenacia e sacrificio, fondamentale รจ stato anche lโaiuto di Guido Guglielminetti e dei miei compagni di viaggio e collaboratori, senza i quali non sarei arrivata a questo punto.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Suggestiva, da scoprire, verde brillante.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Il paesaggio.
Se volete ascoltare la musica di Giorgia ecco il link
ยซLโUmbria รจ uno scrigno che contiene un gran tesoro, ma bisogna farlo conoscere anche fuori questo tesoro altrimenti rimane chiuso nello scrigno per sempreยป.
Io e Alessandro Zaccaro ci siamo conosciuti durante un pranzo, decisamente informale, allโinterno di un garage. Tra una mangiata e lโaltra abbiamo deciso di fare questโintervista: Alessandro รจ un giovane creativo – un ยซcontent-creatorยป come ama definirsi – ha un blog di successo, ha partecipato a un programma tivรน su LA7, ma ha deciso di restare a vivere in Umbria, dโinvestire nel suo futuro qui e di puntare sulla sua regione. Viaggi e cibo sono la sua grande passione e li racconta in Fancy Factory, tra foto, ricette e consigli: โHa tutti piace viaggiare e mangiar bene!โ. La sua storia mi ha incuriosito, per questo ho voluto fare quattro chiacchiere con luiโฆ magari รจ la volta buona che mi appassiono alla cucina!
Alessandro Zaccaro
Alessandro, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Amo lโUmbria, credo che sia una tra le regioni dโItalia in cui si viva meglio! Reduce da diverse esperienze in giro per il mondo – sono stato diversi mesi a Londra per studio, alcuni mesi in America per lavoro e alcuni anni a Roma sempre per lavoro – ho deciso di tornare per vivere e lavorare nella mia regione. Non ho mai concepito uno stile di vita nelle grandi cittร dove per fare il tragitto casa-lavoro si impiega fino a due ore per colpa del traffico. Ho quindi preferito tornare ai ritmi di vita lenti ma sani! Le mie origini sono perรฒ meridionali, entrambi i miei genitori infatti sono nati e cresciuti in Calabria. Hanno poi deciso di costruirsi una vita in Umbria, provando a dare un futuro migliore a me e ai miei fratelli.
Quando รจ nato il blog Fancy Factory?
Ho da sempre avuto un forte legame con il cibo, con lo stare insieme a tavola e la condivisione. Nel 2012, spinto dagli amici, un poโ per gioco, ho decido di aprire il mio blog il cui punto focale era proprio il cibo. Ho quindi iniziato a riempire questo contenitore-digitale di ricette della mia famiglia, ricette rielaborate e con un taglio quasi esclusivamente dolce.
Da dove deriva il nome?
Il nome Fancy Factory vuole raccontare quello che sarebbe poi diventato il mio lavoro e cioรจ una fabbrica della fantasia, dellโimmaginazione, si perchรฉ oltre a essere blogger ho acquisito con il tempo diverse competenze creative, tecniche fotografiche e di post-produzione. Oggi amo definirmi un content-creator, cioรจ un creatore di contenuti che vanno dal copy, allo studio di scatti fotografici basati sulle esigenze dei miei clienti in linea con il mio stile e con il imo mood.
Come ha iniziato a fare questo lavoro?
Questa mia passione si รจ trasformata in lavoro dopo diversi anni di sacrifici, dedizione, studio e sperimentazioni. Non si apre un blog per fare soldi, lo si apre perchรฉ si ha qualcosa da raccontare, perchรฉ si ha la voglia di condividere le proprie passioni, nel mio caso legate proprio al cibo e al viaggiare! Le prime collaborazioni con aziende e agenzie di comunicazione sono arrivate nel 2016, da lรฌ a poco ho deciso di intraprendere questo percorso, dedicandomi quasi a tempo pieno esclusivamente a questo lavoro.
Fare questo lavoro oggi sembra facile ma non lo รจ: i suoi genitori come lโhanno presa?
I miei genitori mi hanno sempre supportato nel mio percorso formativo aiutandomi anche economicamente a seguire dei corsi di formazione fotografica specifici del settore food (foodphotography) e glie ne sarรฒ sempre grato: dopotutto sono lโunico figlio a non aver intrapreso la strada universitaria e che si รจ voluto subito formare per fare quello che da sempre gli riusciva meglio, il creativo nel senso piรน ampio del termine.
Si definisce un semplice amante del cibo e dei viaggi: quanto sono importanti per lei queste due cose?
Ho costruito praticamente su queste due tematiche il mio lavoro. Quando le tue passioni si trasformano nel tuo lavoro devi stare perรฒ molto attento a non perdere lโentusiasmo iniziale e soprattutto a non perdere il tuo stile, che ti contraddistinguerร poi in maniera inequivocabile tra tanti altri tuoi competitor. Ho deciso di puntare su questi due settori perchรฉ, oltre a essere di interesse comune (a chi non piace viaggiare o mangiar bene?) sono strettamente collegate. Qual รจ infatti la prima cosa che facciamo una volta scesi dallโaereo durante i nostri viaggi? Sicuramente andare in hotel e cercare qualcosa da mangiare! ร impressionante poi come dalla cucina locale si riesca a scoprire davvero la cultura e la tradizione di un luogo. Questo รจ quello che mi affascina di piรน.
Sostiene che il cibo โnon รจ solo sostanza nutritiva ma uno stile di vitaโ: come convincerebbe del contrario qualcuno – tipo me – che โmangia solo per nutrirsiโ nella maggior parte dei casiโฆ
Oggi giorno siamo davvero presi da mille situazioni, pensieri, lavori e ci scordiamo facilmente di quanto invece sia fondamentale un pasto sano ed equilibrato. Mangiare in maniera sregolata tutti i giorni, a lungo andare puรฒ effettivamente crearci problematiche piรน o meno seri. Il che non vuol dire doversi mettere ai fornelli tutti i giorni, due volte al giorno anzi, vuol dire potersi organizzare anche dal punto di vista nutrizionale per cui riuscire a programmarsi magari due giorni alla settimana da dedicare alla preparazione dei nostri pasti da consumare durante le pause pranzo in ufficio ad esempio. La frase: ยซNon ho tempo di cucinareยป รจ davvero entrata nei nostri vocabolari troppo frequentemente, dobbiamo invece imparare a riscoprire quelle che sono le nostre tradizioni, la nostra cultura culinaria. Dopotutto, ricordiamoci che siamo sempre la culla della Dieta Mediterranea studiata per anni da Ancel Keys e ancora oggi tema attuale tra i nutrizionisti di tutto il mondo.
Qual รจ il piatto umbro che proferisce?
Abbiamo la fortuna di trovarci su un territorio ricchissimo di cereali e legumi. Dalle lenticchie di Castelluccio alla fagiolina del lago Trasimeno, dalla quasi dimenticata Roveja di Cascia al fagiolo secondo del Piano di Orvieto: una miriade di varietร autoctone che vengono oggi riscoperte anche dagli chef piรน famosi! Oltre a essere una fonte proteica vegetale, di fibre, vitamine e sali minerali i legumi hanno davvero molte proprietร benefiche per il nostro organismo. I miei piatti preferiti sono sicuramente le zuppe della cultura contadina fatte con ingredienti semplici e umili.
Il suo cavallo di battaglia in cucina?
Sicuramente le zuppe di legumi e cereali. Amo le lente cotture perchรฉ riescono a tirar fuori tutti i sapori da ogni singolo ingrediente!
Lei รจ uno di quelli che pensa che la cucina italiana รจ la migliore del mondo?
Io sono uno di quelli che pensa che si possa mangiar bene davvero ovunque, sono quello che appena atterra in un paese straniero pensa subito a sperimentare e provare la cucina locale, possibilmente anche street-food, dove si nasconde la vera anima di una cittร !
In autunno ha realizzato un programma per LA7D: di cosa si trattava?
Ho avuto il piacere di partecipare insieme ad altri food-blogger provenienti da tutta Italia a un reality girato in montagna, nei pressi di Belluno. Il format Vado a Vivere in Montagna prevedeva una serie di prove da superare per poter accedere alle puntate successive. Le prove si dividevano in singole o a squadra dove bisognava davvero tirar fuori i denti e rimboccarsi le maniche. Per citarne alcune: ranghinare manualmente il fieno, zappare la vigna, spalare letame, costruire pollaiโฆ
Il suo prossimo viaggio dove sarร ?
Mentre mi preparo per un viaggio di famiglia a Malta, sto pianificando proprio uno dei viaggi che sogno da troppo tempo: La Giordania! Sto cercando di includere varie tappe da Amman fino alla scoperta del sito archeologico di Petra per scoprire il territorio nella maniera piรน local possibile.
Qual รจ il suo sogno nel cassetto?
Poter lavorare sempre di piรน per il mio territorio e per la mia regione che, purtroppo, non mi sembra ancora molto aperta a nuove attivitร o figure professionali lanciate verso il futuro. Come sono solito dire, lโUmbria รจ uno scrigno che contiene un gran tesoro, ma bisogna farlo conoscere anche fuori questo tesoro altrimenti rimane chiudo in quello scrigno per sempre.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Tradizioni, cultura, natura.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
Le dolci colline verdi che ospitano incantevoli borghi medievali, questa รจ lโimmagine che ho sempre nella mente quando penso alla mia casa e soprattutto quando cerco di spiegare la mia regione alle persone che incontro nei miei viaggi e che provengono da diverse parti del mondo.
Unโintervista, realizzata qualche mese fa dal vostro inviato lacustre, a uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno, l’imbarcazione storica andata completamente distrutta durante un incendio. La storia รจ lieto fine, tanto che il Barchetto รจ stato – e sarร – il protagonista indiscusso di diverse iniziative.
Barchetto del Trasimeno
Si era da poco conclusa da poco la Festa del Giacchio, la sagra del borgo lacustre di San Feliciano organizzata dalla locale Pro Loco che vede ogni anno l’allegra e nutrita partecipazione di molti paesani e forestieri e ha come indiscusso protagonista il pesce di lago. Il nome della Festa prende origine dall’antica rete conica da pesca, appunto il giacchio, che ancora oggi i pescatori del Trasimeno lanciano in acqua con gesti liturgici che si ripetono incessantemente nella loro storia millenaria.
Durante lโultima serata della festa il vostro inviato lacustre, passeggiando tra i festaioli, รจ arrivato nei pressi del vicino Museo della Pescae del Trasimeno che, sul suo piazzale, ospita una bella barca in legno di recentissima costruzione e dalle forme un po’ particolari, protetta da una tettoia tipica di cannine di lago.
Lรฌ ha incontrato casualmente una persona sconosciuta, con la quale รจ iniziata una piacevole conversazione che, dopo educati convenevoli, ha dato vita a un racconto molto interessante sulla barca esposta.
Il vostro inviato lacustre non ha resistito a fare qualche domanda per approfondire l’appassionata narrazione del gentile ignoto e cosรฌ ha preso avvio questa intervista, che riguarda una recente storia somigliante a una favola di altri tempi, dove i simbolici protagonisti sono rappresentati da un dragone e da quattro chiodi come cavalieri. Qualche riga piรน sotto scopriremo il perchรฉ.
Il misterioso interlocutore si รจ rivelato uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno e ci ha descritto come questa sorta di fenice sia risorta dalle sue ceneri grazie all’unione di un’intera comunitร .
Il vecchio Barchetto prima dell’incendio
Da come mi ha detto, lei รจ uno dei promotori dell’iniziativa a favore del rifacimento del Barchetto del Trasimeno: mi dica, com’รจ andata?
Tutto parte con un’avventura intrapresa insieme all’amica Rosanna Milone: un’iniziativa sociale a favore della comunitร di San Feliciano. Il 10 maggio 2017, Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione, ci propose di indirizzare i nostri propositi verso un’iniziativa a favore del Barchetto, simbolo della gente del Trasimeno che era andata distrutta in un incendio qualche giorno prima. Con Rosanna ci siamo subito intesi e uscendo dal Comune abbiamo nell’immediato iniziato a progettare e pianificare. In realtร fino al momento dell’incontro, la nostra proposta voleva essere direzionata verso l’acquisto di un defibrillatore cardiaco, ma ne siamo usciti con l’indicazione di una barca storica andata a fuoco da ricostruire.
Cosa avete fatto?
Nel corso di un mese abbiamo realizzato e presentato, il 10 giugno 2017, il Calendario dell’Estate, strumento che ci ha permesso di raccogliere una cifra netta disponibile, per la ricostruzione, di oltre 4.000 euro, ma soprattutto di sensibilizzare la comunitร verso il rifacimento di un simbolo della vita lacustre: le persone ci hanno sempre dimostrato grande solidarietร e affetto. Insieme a Rosanna abbiamo rappresentato una squadra di grande efficienza e questa iniziativa ci ha permesso di fare un’esperienza fantastica per la massiccia e trasversale partecipazione sia delle persone e delle famiglie sia per quella delle associazioni e delle aziende. All’importo raccolto con il calendario si รจ aggiunto il risarcimento assicurativo, e la somma ha permesso di coprire interamente il totale preventivato di spesa per il rifacimento del Barchetto.
Come sono stati impiegati i fondi raccolti?
Esattamente un anno dopo l’infausto incendio, il 5 maggio 2018, รจ partita la ricostruzione del Barchetto, con la presentazione del suo uscio, una specie di zattera che rappresenta la base intorno alla quale prende forma la barca. I lavori, intrapresi dal bravissimo Cristiano Vaselli con l’aiuto dell’esperto Verledo Dolciami, sono avvenuti presso il cantiere nautico Caporalini di San Feliciano e sono stati eseguiti con le tecniche costruttive di una volta, utilizzando le stesse essenze lignee dell’imbarcazione originale.
La ricostruzione del Barchetto del Trasimeno
Chi ha fornito le linee guida del progetto?
La strada da prendere รจ stata decisa dal gruppo di lavoro coordinato dal Comune di Magione, con il suo Assessore alla Cultura Vanni Ruggeri, costituito dalla Lega Navale sezione Trasimeno, dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno, dal Circolo Rematori di San Feliciano, da Sistema Museo, dalla locale Pro Loco, dall’A.R.B.I.T. (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali), dall’Universitร di Perugia con il progetto A.L.L.I. (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani), da me e Rosanna, come progetto Trasimeno in Dialogo.
Quando e come si รจ concluso il progetto?
Dopo qualche mese di certosino lavoro, il 15 dicembre 2018, il Barchetto del Trasimeno – presentato in tutta la sua bellezza – รจ stato posizionato nello stesso luogo di quello andato distrutto e consegnato alle comunitร di San Feliciano e del Trasimeno, durante una cerimonia ufficiale avvenuta sul piazzale antistante il Museo della Pesca e del Lago Trasimeno a San Feliciano di Magione. Da qui il rammarico e il profondo dispiacere di non essere stato presente alla cerimonia per un motivo, imprevisto e lontano dalla mia volontร , di carattere puramente personale. Vorrei ricordare che LACEP e Della Ciana Legnami hanno realizzato a proprie spese la copertura di protezione (fino ad allora inesistente) del nuovo Barchetto.
Da lei abbiamo sentito parlare di quattro chiodi e di un dragone. Cosa intende dire?
Il dragone non รจ quello che ci immaginiamo tutti, che vola e sputa fuoco ma, รจ l’asse che unisce le tavole di riempimento del fondo della barca davanti e dietro all’uscio. Nelle vicinanze si trovano i peducci, staffe di legno a forma di L che collegano il fondo della barca con il suo fianco. Nella barca ci sono peducci sia a destra sia a sinistra e, come i dragoni, sono fondamentali per la tenuta e la robustezza dell’imbarcazione. I quattro chiodi sono quelli che avevo raccolto tra le ceneri del precedente barchetto e ho chiesto a Cristiano Vaselli di batterli a forza nella struttura lignea della nuova barca. Quindi nel ricostruito Barchetto del Trasimeno i quattro cavalieri sono stati inseriti nel peduccio centrale della fiancata di sinistra (il lato dove si trova anche la guida del timone e piรน precisamente in basso e sulla sinistra dell’area della cabina), in corrispondenza della sua parte mediana e nell’adiacente dragone.
I quattro chiodi hanno un valore simbolico o un messaggio che ci vuole spiegare?
I quattro chiodi rappresentano altrettanti pensieri che mi hanno costantemente accompagnato in questo progetto: l’incertezza, il sogno/desiderio, la concretezza, l’integrazione. Lโincertezza in quanto, fin dall’inizio, per una serie di motivi, non c’era sicurezza del risultato finale e nulla era scontato. Sogno e desiderio, corrispondono alla volontร di veder navigare nelle acque lacustri il nuovo Barchetto e che lo stesso potesse rappresentare un’attrazione per un turismo responsabile e sostenibile. Concretezza, perchรฉ essa รจ la forza di tradurre intenzioni e idee in fatti e sostanza. Integrazione, infine, perchรฉ essa trova la sua valenza nell’atteggiamento e nel comportamento della popolazione come sostegno e spinta alla realizzazione del progetto, cosรฌ come la positiva e riuscita complementarietร tra pubblico e privato.
Cosa ha voluto dire questa iniziativa per le comunitร di San Feliciano e del Trasimeno?
Questa iniziativa rappresenta una condivisone d’intenti delle comunitร , dove un gioco di squadra ha messo in pratica una delega suggerita da un vento ispiratore presente tra i tanti occhi speranzosi e fieri della gente. Allo stesso modo, porta un messaggio per tutti i giovani volenterosi: Con la convinzione e la forza delle idee e della concretezza, si puรฒ tendere a realizzare i sogni della propria vita… anche senza chiodi e dragoni.
Adesso che il Barchetto del Trasimeno รจ terminato, cosa succede?
Ovviamente dopo il 15 dicembre 2018, con la consegna del nuovo barchetto alle comunitร , posso dire con orgoglio e secondo i patti: ยซIo mi fermo qui!ยป Il Comune di Magione, il Museo di San Feliciano, la Pro Loco, la Cooperativa Pescatori, la Lega Navale sez. Trasimeno e il Circolo Rematori di San Feliciano si occuperanno della custodia, cura, gestione, manutenzione e promozione turistica del nuovo Barchetto del Trasimeno, localmente detto anche Barchino. Sono in progetto e in atto delle iniziative per le quali il Barchetto del Trasimeno sarร presente ad alcuni eventi come simbolo e protagonista di attivitร promozionali e turistiche del territorio lacustre.
Barchetto del Trasimeno terminato
Vuole aggiungere qualcosa?
Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che hanno spinto con fare positivo verso la realizzazione di tutto ciรฒ. Un grazie speciale va alla mia socia d’avventura, l’amica Rosanna Milone, persona fantastica e straordinaria.
C’รจ una frase con cui vorrebbe chiudere questa intervista?
Il Trasimeno, una volta conosciuto, lo amerai per sempre.
Mi scusi, ma qual รจ il suo nome?
Io mi chiamo Tarsminass (n.d.r. sorride), come l’antico nome etrusco del lago Trasimeno. In quel momento improvvisamente presero vita dei meravigliosi fuochi d’artificio che, riflessi e proiettati sulle placide acque del Lago, indicavano la chiusura della Festa del Giacchio di San Feliciano. Lo sguardo fu rapito dalla loro bellezza e quando terminarono mi voltai, ma il mio misterioso interlocutore era scomparso…
ยซQuando si suona uno strumento si cerca sempre di comunicare al pubblico le proprie sensazioni musicali, arrivando ad avere una vera simbiosi con chi ascoltaยป.
Il maestro Guido Arbonelli suona il clarinetto da quando ha 14 anni e per lui รจ un compagno di vita. Con lui ha ottenuto premi prestigiosi, ha suonato nelle piรน grandi orchestre del mondo – orchestre della Rai di Torino e Napoli, Metro ChamberOrchestra a Brooklyn (USA) Orchestra di Sanremo, NIS Simphony Orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dellโUmbria, I Solisti di Perugia, Arturo ToscaniniOrchestra e Queenโs College orchestra (USA), Orchestra Sinfonica di Constanta (Romania) e Orchestra Teatro di Bologna โ e ha avuto collaborazioni con compositori contemporanei di livello internazionale. Solista e performer perugino, oggi insegna al Conservatorio di Perugia, dove la sua carriere รจ iniziata.
Domani (24 gennaio alle ore 16.00) lo potrete ascoltare in concerto con la clarinettista Natalia Benedetti nella cappella dellโOspedale di Perugia, in occasione del progetto Donatori di musica, associazione nazionale che organizza concerti nei reparti ospedalieri per il pubblico e i pazienti. ยซFarร parte del concerto anche un mio studente cileno che si chiama Luis Insulza Diaz. Eseguirร un brano dedicato alla musica modernaยป.
Guido Arbonelli
Maestro, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
ร un legame molto profondo. Sono un umbro di Perugia โ di Pila, per la precisione โ e ho avuto la fortuna di studiare con il maestro Ciro Scarponi, una vera eccellenza della nostra regione e del panorama musicale italiano ed europeo. Mi ha introdotto in questo mondo e con lui ho fatto le prime esperienze concertistiche.
Quando ha deciso di iniziare a suonare il clarinetto?
Ho cominciato per colpa del calcio. Ora vi spiego meglio. I ragazzi che studiavano musica e che suonavano nella banda di Pila, finita la lezione andavano tutti a giocare a pallone: io ero lโunico escluso perchรฉ non facevo parte di questo gruppo. Allโepoca la musica non mi interessava, ma volevo giocare a pallone, cosรฌ sono entrato nella banda per poter poi entrare anche nella squadra di calcio. Mi sono messo a studiare musica e sono progredito abbastanza facilmente in questo campo, anche in quello sportivo devo dire: mi chiamavano il bomber (ride). Poi mi sono iscritto al Conservatorio di Perugia e da quel momento tutto รจ iniziato.
A quanti anni ha scoperto che la musica avrebbe fatto parte della sua vita?
Avevo circa 14 anni. Ho avuto un percorso piรน maturo, che รจ evoluto e cresciuto giorno dopo giorno.
ร tornato mai a suonare nella banda di Pila?
Sรฌ, dopo 30 anni sono tornato a suonare dove sono nato artisticamente. Dopotutto, il clarinetto รจ uno strumento che nasce proprio dalla banda e quindi suonarlo lรฌ รจ sempre emozionante. Gli altri componenti mi vedono come un musicista famoso, ma ci scambiamo comunque consigli proprio come facevamo da ragazzi.
E con il calcio invece comโรจ andata a finire?
Ho giocato sempre in modo amatoriale, ma devo dire che me la sono sempre cavata. Nelle partite al Conservatorio docenti contro alunni, un paio di gol li facevo sempre.
Quando suona cosa le passa per la testa, quali sono le sensazioni che prova?
ร una domanda interessante. Posso dire che, quasi tutti i miei gruppi, si chiamano namastรฉ come il saluto indiano che indica lโunione tra due persone: quando si suona uno strumento si cerca sempre di comunicare al pubblico le proprie sensazioni musicali, arrivando ad avere una vera simbiosi con chi ascolta. Io faccio uscir fuori ciรฒ che ho dentro per poterlo comunicare a chi ho davanti.
Nel 1995 ha vinto Gaudeamus International Interpreters Award che lo ha annoverato tra i piรน abili esecutori a livello internazionale. Cosa vuol dire vincere questo premio?
ร stata unโesperienza veramente unica, perchรฉ รจ uno dei premi piรน importanti che esistono in questo campo: una sorpresa che non mi aspettavo assolutamente. Inoltre, sono venuto in contatto con grandi musicisti dotati di una vera e sana umiltร , tutti con la voglia di capire e scoprire nuovi linguaggi musicali. Devo dire che รจ stato un ottimo biglietto da visita per la mia carriera.
Siete solo due italiani ad averlo portato a casaโฆ
Sรฌ, รจ vero. Oltre a me, รจ stato vinto solo dal contrabbassista Fernando Grillo.
Vanta anche delle esperienze allโestero: รจ diverso rispetto allโItalia?
Il clarinettista in Italia suona quasi sempre in unโorchestra, non esegue pezzi solisti: questo non รจ negativo, ma i ragazzi non sono piรน stimolati alla ricerca di nuovi repertori. Il clarinetto รจ relegato sempre alle stesse composizioni classiche, quando ce ne sarebbero tantissime da suonare e scoprire.
Cโรจ una sua composizione di cui รจ piรน orgoglioso?
Immagini da Auschwitz. ร una composizione per quartetto di clarinetto. Io non sono un compositore, ma questโopera mi รจ venuta spontanea dopo un periodo di letture dedicate alla Shoah. Ci tengo molto perchรฉ รจ una composizione in memoria di persone che hanno sofferto molto.
Secondo lei, la musica classica in Umbria ha il giusto spazio?
Si puรฒ sempre fare di piรน. Non cโรจ ad esempio unโorchestra sinfonica e questo รจ un peccato, perchรฉ lโUmbria se la meriterebbe. Le associazioni di settore ci sono e di soldi ne girano molti, ma se poi guardiamo chi viene a suonare qui, ci rendiamo conto che sono per lo piรน musicisti stranieri che tolgono spazio ai talenti umbri e italiani. Sarebbe bello che una parte del budget venisse riservata ai giovani musicisti italiani, anche solo per incoraggiarli.
Facciamo un gioco: se lโUmbria fosse una musica, quale sarebbe?
Una moto Honda agile – come la mia – che sale per le colline e per le montagne fino a legare la regione alle altre, con molta dolcezza collinare ma anche con aggressivitร . Un Beethoven.
Il Decamerone di Boccaccio รจ stato letto da Tullio Solenghi al Teatro dell’Accademia di Tuoro. L’artista รจ stato calorosamente accolto e acclamato da un pubblico rapito dalla sua interpretazione. In una breve intervista, Solenghi si racconta e racconta il suo legame con l’Umbria.
Tullio Solenghi, foto by Fabio Magara
Le luci sul palco sono ancora spente quando ci avviamo verso il camerino di Tullio Solenghi, accompagnato da Fabrizio Magara, il presidente della ProLoco, entusiasta di aver contribuito a far arrivare a Tuoro lo spettacolo dell’artista, inserito nel programma del Teatro Stabile dell’Umbria e per la competenza di Gianfranco Zampetti. Il Comune e il suo assessore alla Cultura, Thomas Fabilli, hanno fatto la loro parte nell’accogliere l’attore nella cittadina lacustre e, insieme alla sua gente, nell’averlo discretamente coccolato, durante la sua permanenza.
Solenghi รจ vegano e lo chef Emanuele De Biase, nell’home restaurant vegano che gestisce insieme alla moglie Francesca Ricci a Tuoro, ha risposto alle esigenze dell’artista con grande soddisfazione. Da lรฌ a poco, Solenghi avrebbe letto e interpretato sei note novelle del Decamerone di Boccaccio:ย Chichibio e La Gru, Peronella, Federigo Degli Alberighi, Masetto Di Lamporecchio, Madonna Filippa, Alibech, con la regia di Sergio Maifredi.
Tullio ci รจ venuto incontro con uno sfolgorante sorriso e degli occhi luminosi che ti lasciano immaginare il profondo del suo animo e nella tranquillitร del suo camerino รจ iniziata la nostra conversazione.
Tullio Solenghi, ci racconti del suo spettacolo e comโรจ nato.
ร da quattro anni che porto in giro la lettura di sei novelle del Decamerone del Boccaccio che mi piace fare, perchรฉ spesso i grandi capolavori, come il Manzoni che ho giร fatto, hanno un ricordo scolastico nefasto in quanto eravamo costretti a studiarli e non capivamo la loro bellezza. Quando mi hanno proposto di fare questa lettura, dopo un iniziale scoramento, me ne sono innamorato e quindi riproporre questi capolavori in forma libera e riscoprirne insieme al pubblico la grande valenza, รจ una grande soddisfazione che sera per sera mi porto a casa, al di lร dell’afflato della gente che viene allo spettacolo.
Le sei storie che lei interpreta, per i loro contenuti, si rispecchiano nei tempi attuali?
Il punto di contatto รจ la vita. Boccaccio, infatti, รจ definito popolare: racconta la furbizia e l’arguzia popolare e diciamo che la vita รจ sempre quella, cambiano le figure, ma le tematiche – tipo il marito tradito o quello che vuole incastrare qualcun altro – fanno parte anche dell’oggi e sono sempre molto attuali.
Lei รจ attore, regista, scrittore, imitatore e molto altro e viene considerato, per le sue caratteristiche artistiche e umoristiche, uno dei piรน importanti personaggi della storia dello spettacolo italiano. Qual รจ il suo segreto, come fa a essere cosรฌ polivalente?
Non riscontro una particolare difficoltร perchรฉ ogni settore per me corrisponde a un’avventura a sรฉ. La lettura dei capolavori come l’Iliade o l’Odissea o il teatro che faccio insieme a Massimo Lopez sono compartimenti stagni che non mi creano nessuna difficoltร nel passare dall’uno all’altro. Le grandi compagnie comiche dei primi del Novecento avevano spesso un repertorio di sei o sette titoli e quando arrivavano in una cittร , ogni sera era uno spettacolo diverso. Per me รจ la stessa cosa.
Ci dica dell’incontro con la straordinaria e compianta attrice umbra Anna Marchesini, cosรฌ come un suo ricordo.
L’ho conosciuta a Torino e dopo il primo impatto mi sono detto: ยซMa dove l’hanno tenuta tutto questo tempo?ยป. Anche se giovane, era di un talento straordinario. Dopo tutta la nostra avventura artistica, la porto dentro di me e ne fa parte. Dopo 12 anni trascorsi intensamente al Trio (Lopez, Marchesini e Solenghi) e dopo il modo in cui noi tre abbiamo vissuto questo tempo, le esperienze inevitabilmente hanno scavato e portato qualcosa di ognuno di noi negli altri due.
Tullio Solenghi, foto by Fabio Magara
Il suo rapporto con l’Umbria e il Trasimeno?
Io sono molto legato all’Umbria e non solo per Anna, ma perchรฉ sono affascinato, a livello storico, da tutto il periodo che riguarda la formazione dei primi comuni, il Medioevo, San Francesco. ร quel tipo di epoca che sempre mi affascina e ogni paese dell’Umbria, del Trasimeno e in particolare Tuoro, ha un pezzetto di storia che mi riporta a quell’epoca che per me รจ meravigliosa.
Quali sono i suoi programmi e prossimi appuntamenti?
I miei programmi sono quelli di proseguire uno spettacolo dal titolo Tullio Solenghi e Massimo Lopez Show e poi sto preparando un progetto con altri due attori che si intitolerร Volevo essere Woody Allen, in omaggio al famoso attore d’oltreoceano.
Solenghi, il sindaco Maria Elena Minciaroni, l’assessore alla Cultura Thomas Fabilli e il presidente della ProLoco Fabrizio Magara
Le luci sul palco si stanno per accendere, Tullio Solenghi si dirige verso il suo pubblico a cui leggerร le sei novelle e al termine, coinvolto dal grande affetto dei toreggiani, ha donato un’applauditissima interpretazione della Quercia del Tasso di Achille Campanile e l’esilarante racconto della Bomba al Sistina, esperienza vissuta al tempo del Trio. Al termine della serata, ogni spettatore รจ tornato a casa con un sorriso in piรน, pensando alla straordinaria interpretazione regalata da Messer Tullio Solenghi da Genova.
Andrea Loreni รจ il funambolo che, con i suoi passi strisciati, a piedi nudi o con leggere e apposite scarpe di cuoio, accarezza i 16 millimetri di diametro del cavo che lo conducono da un punto all’altro della traversata.
Guardarlo nella sua passeggiata aerea รจ una grande emozione e il pubblico, dal basso, accompagna ogni suo passo con lunghi sospiri simultanei e liberatori. Abbiamo incontrato Andrea Loreni per un’intervista e una foto al collodio umido, nello studio fotografico di Stefano Fasi e nel mezzo delle storiche procedure fotografiche abbiamo chiacchierato con lui e Andrea Mammolenti, l’amico torinese nonchรฉ tecnico della traversata che si occupa dei sopralluoghi pre-evento, degli ancoraggi, della tensione della fune in acciaio o fibra sintetica di derivazione nautica, del sistema di sicurezza e di molti altri aspetti tecnici. Mammolenti si รจ occupato, naturalmente, anche dell’allestimento della traversata in salita che si รจ svolta recentemente nel quartiere di Ponte San Giovanni a Perugia.
ยซNella traversata ponteggiana lunga oltre 100 metri, il cavo รจ stato ancorato con un andamento inclinato dal campanile della chiesa, alto 36 metri, a un camion di 12 tonnellate che rappresenta il contrappeso e il punto iniziale della traversata. Noi collaboriamo sempre con un ingegnere che fa una serie di calcoli teorici per lavorare in estrema sicurezza, ma per me ogni volta che Andrea va sulla fune รจ una nuova sensazione che viene amplificata dall’amicizia che lega anche le nostre famiglieยป dice Mammolenti.
Andrea Loreni, foto by Stefano Fasi
Andrea Loreni รจ il funambolo piemontese dagli occhi belli e racconta che ha iniziato a fare nel 1998 spettacoli di strada di giocoleria per poi passare al cavo, prima basso e poi alto. ยซLa ricerca di me stesso รจ stata il fattore che mi ha fatto evolvere. Inizialmente, il modo di vestire e il taglio dei capelli, poi la laurea in filosofia, passando attraverso il dubbio e lo scetticismo, sono state alcune tappe che mi hanno portato fin qua. Da giovane vedevo gli altri che facevano lavori normali, insoddisfatti. Questo non mi convinceva e sentivo che dovevo cercare oltre, fin quando vidi uno spettacolo di strada che fece scattare in me qualcosaยป spiega il funambolo.
Andrea racconta che i genitori non lo hanno contrastato e in particolare la madre lo ha sempre sostenuto, anche se i suoi primi spettacoli di giocoleria di strada non sono stati esattamente un successo.
Clave, palline, torce infuocate, la scala d’equilibrio, il diablo e far fare il cerchio al pubblico diventarono parte fondamentale della sua vita e degli spettacoli che Andrea portava nelle piazze come arte di strada. Un’esperienza che l’avrebbe aiutato nelle sue scelte future.
Il passaggio dalla giocoleria al funambolismo รจ avvenuto nel 2004, quando un organizzatore gli propose di fare grandi traversate su cavo.
Andrea Loreni, foto by Stefano Fasi
ยซDopo un paio di anni di allenamento, la mia prima traversata รจ stata di 120 metri sul fiume Po a San Sebastiano da Po vicino a Torino e da quel momento ho deciso di fare il funamboloยป ci confida Andrea.
La meditazione di tipo buddhista, la consapevolezza del corpo, il respiro, lo zen, dove funambolismo e zen si sono intrigati e legati in lui, fanno parte del suo stile di vita che riporta anche sul cavo. ยซQuesta รจ la via con cui mi sto realizzando e sul cavo prendo quello che c’รจ e null’altro. Il messaggio รจ accettarsi cosรฌ come siamo, prendersi qualche rischio, far capire che c’รจ un’altra via per tutti e ognuno di noi ha il suo valore. L’accoglienza che mi riserva Perugia ogni volta รจ particolare e fantastica e stiamo lavorando per dare continuitร a questo eventoยป prosegue il funambolo.
Andrea Loreni, foto by Stefano Fasi
Ci racconta che tra i progetti futuri ci sarร a Galway, in Irlanda, ad agosto 2020, l’attraversamento di diversi cavi da parte di 400 funamboli europei da formare e lui si occuperร , prevalentemente a Torino, degli italiani. Questo progetto nasce dal Centro funambulismo di Bruxelles e dalla Scuola di Circo di Galway. ยซHo poi un sogno, quello di camminare sui cavi del ponte sospeso piรน lungo al mondo che si trova in Giappone. E con questo sogno mando un saluto, dicendo che il funambolismo puรฒ essere una tecnica di crescita personale e utile per tuttiยป conclude Andrea.