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I perugini che videro nascere nel 1478 Giovan Battista Danti non immaginavano di certo che qualche anno piรน tardi quel ragazzo universitario pieno di talento li avrebbe fatti stare con il naso all’insรน per ammirare le sue evoluzioni aeree, per la prima volta in assoluto effettuate con un mezzo ad ala fissa (simile all’attuale deltaplano).

Questo Dedalo umbro– chiamato anche il perugino volante – dopo approfonditi studi e ricerche da precoce e illuminato ventenne, realizzรฒ una struttura alare con un telaio di legno e superfici in pelle. Siamo negli anni dove l’altro scienziato, il ben noto e stimato Leonardo da Vinci, era convinto che l’uomo potesse volare con macchine che imitassero il volo degli uccelli, per lo sbattere delle ali, oppure con una macchina a volo elicoidale, tipo l’elicottero odierno. Danti, dal canto suo era, invece convinto che l’uomo potesse volare grazie a una macchina ad ala fissa, sfruttando il vento e le correnti ascensionali.

I due si incontrarono nel 1502 a Castiglione del Lago, dove Leonardo stava ipotizzando opere di ingegneria idraulica per realizzare una rete di comunicazione tra la Chiana, il Trasimeno, l’Arno e il Tevere. Grazie a Giampaolo Baglioni, il signore di Perugia, si confrontarono sui loro studi, teorie e imprese riguardo il volo. Al termine dell’incontro ognuno rimase della propria idea, ma Leonardo, qualche anno piรน tardi, si ricredette sul volo ad ala fissa proposto da Danti.
Il perugino volante, al momento dell’incontro con Leonardo, aveva giร  volato con la sua macchina e quindi non solo teorizzato quello che riteneva il miglior metodo di volo umano. Infatti Danti si sperimentรฒ per la prima volta nel 1498, lanciandosi dalla sommitร  di Isola Maggiore con la sua macchina di legno, tessuto e pelli e, dopo un breve volo, planรฒ sulle acque del Trasimeno. Provรฒ piรน volte nel tempo, perfezionando il suo sistema, e ogni volta veniva recuperato, dalle acque del lago, da un suo fedele assistente.

Il volo su Perugia

L’occasione ufficiale per presentare la sua macchina volante fu nel 1498 (per alcuni il 1503), durante la celebrazione delle nozze tra Pantasilea Baglioni e Bartolomeo d’Alviano, capitano di ventura.
Durante la festa, quando la Piazza Grande perugina (oggi Piazza IV Novembre) era gremita di festante gente, Danti iniziรฒ a volare, lanciandosi da un tetto e volteggiando sulle teste della folla incredula e stupita, tra applausi, silenzi apprensivi e grida di stupore. A un tratto, un supporto del telaio ebbe un cedimento e il Dedalo perugino cadde violentemente su un tetto, rompendosi malamente una gamba e rimanendo offeso per sempre da una zoppia. Da allora non riuscรฌ piรน a volare, ma l’onore e la gloria lo accompagnarono a seguito dell’impresa. In seguito andรฒ a lavorare come ingegnere a Venezia, dove morรฌ a soli 39 anni, nel 1517.
Il Dedalo umbro, colui che effettuรฒ per la prima volta il volo umano con una macchina ad ala fissa sulle acque del Trasimeno, fu come precursore di altri fatti aereonautici che accaddero qualche secolo piรน tardi sempre sul vecchio Tarminass: l’istituzione della prima Scuola di Guerra per Piloti di Idrovolanti d’Italia a San Feliciano, inaugurata nel 1914 dal tenente Anselmo Cesaroni, l’inaugurazione del campo per aerei terrestri nel 1918, poi aeroporto, a Castiglione del Lago e l’avvento nel 1931 della Scuola Caccia e l’istituzione dell’azienda aeronautica SAI Ambrosini a Passignano sul Trasimeno nel 1934. Quella di Giovan Battista Danti รจ un primato di orgogliosa eccellenza per il Trasimeno, per Perugia e per l’Umbria. Se il perugino volante avesse potuto osservare le conseguenze di ciรฒ a cui aveva dato inizio…

ยซLa mia cucina parte dai colori, dai profumi e dai sapori della terra in cui vivo. Lโ€™Umbria รจ in tutti i miei piatti come espressione del mio legame con il territorio, con le sue tradizioni e con le materie. Proporre un menu significa per me far percorrere un viaggio multisensoriale tra i paesaggi e i sentori di questa regioneยป.

ยซSe mi assegnano la Stella Michelin faccio una festa che dura tre giorni. Devi venire anche tu!ยป (scherza). Paolo Trippini, classe 1979, topย  chef umbro di Civitella del Lago (Terni), deve attendere solo fino al 25 novembre per sapere se lui e il suo Ristorante Trippini saranno insigniti di questo ambito riconoscimento. ยซรˆ lโ€™Oscar della cucina?ยป chiedo. ยซEsatto, รจ inutile far finta che non interessi. A me interessa eccomeยป. Nel frattempo lo chef รจ stato nominato Ambasciatore Italiano del Gusto, primo e unico umbro entrato a far parte della prestigiosa associazione italiana che promuove, sostiene e valorizza, nel mondo, il patrimonio agroalimentare ed enogastronomico di eccellenza made in Italy e made in Umbria. Dal 2015 รจ membro dei Jeunes Restaurateurs dโ€™Europe, associazione che riunisce i migliori e i piรน giovani rappresentanti dellโ€™alta gastronomia; รจ, inoltre, docente della scuola del Gambero Rosso e partner della famiglia Eataly, per cui, nel food district Eataly di Roma, ha portato il suo Bosco Umbro.
Trippini, stagione dopo stagione, racconta il suo territorio attraverso il menu e regala aneddoti – tramandati di padre in figlio – come fosse un diario di bordo, per un viaggio alla scoperta di unโ€™intera regione, dei suoi usi e costumi, del suo tessuto sociale, economico e culturale.

รˆ forse troppo facile farle questa domanda: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

รˆ un legame viscerale. Sono nato e cresciuto in Umbria e ho un amore spassionato per tutto quello che รจ umbro: dal cibo ai panorami fino alla cultura.

Ritroviamo i sapori dellโ€™Umbria anche nei suoi piatti e nella sua filosofia in cucinaโ€ฆ

Assolutamente. Negli ultimi anni abbiamo fatto un percorso per portare nel piatto tutti gli ingredienti tipici umbri, anche contaminati con altre cucine.

Diventare chef รจ stato quasi un passo obbligato – visto il ristorante di famiglia – oppure รจ quello che ha sempre sognato di fare fin da piccolo?

Ho sempre sognato di fare questo lavoro e non penso di essere capace di farne un altro. Non ho mai avuto dubbi a riguardo, per me รจ il lavoro piรน bello del mondo! Sono una persona fortunata, faccio ciรฒ che mi piace e non รจ un lusso che tutti possono avere.

 

Paolo Trippini, 41 anni

รˆ il primo e unico umbro nominato Ambasciatore Italiano del Gusto: cosa significa per lei questo riconoscimento?

Per me รจ un bellissimo riconoscimento di cui sono molto orgoglioso, ancora di piรน perchรฉ sono lโ€™unico umbro. Essere Ambasciatore del Gusto vuol dire far conoscere al mondo quali sono le proprie tradizioni e la propria cultura del cibo. รˆ una bella responsabilitร .

E cosa significa per la regione?

Avere un umbro che si puรฒ sedere al tavolo con i rappresentati delle altre regioni รจ molto importante. Cosรฌ comโ€™รจ importante confrontarsi con altri chef e presentare loro tutti i sapori dellโ€™Umbria: parlo di Antonino Cannavacciuolo, Carlo Cracco, di top chef o stellati.

A proposito di stellati, la stella Michelin รจ un obiettivo?

Le stelle le vedo tutte le sere! (scherza). รˆ ovviamente un obiettivo, ogni anno lavoriamo anche per questo e se arrivasse saremmo felicissimi, anche per lโ€™Umbria. Sono onesto, se la ottengo faccio una festa che dura tre giorni. รˆ il riconoscimento piรน importante per un cuoco, รจ inutile far finta che non interessi. I risultati di questโ€™anno escono il 25 novembre. Chissร ! Vedremo!

Allora, incrociamo le ditaโ€ฆ

Ve lo faremo sapere. Vi invito alla festa!

La ristorazione รจ uno dei tanti settori colpiti dal lockdown localizzato: come affronta questo periodo? Pensa che sia una giusta precauzione?

Finora abbiamo fatto tutto ciรฒ che cโ€™era da fare. Sicuramente non vorrei essere nei panni di chi ci governa in questo periodo, sai a livello nazionale sia regionale. Il problema cโ€™รจ ed รจ inutile nascondersi: il DPCM che ha ufficializzato la chiusura dei ristoranti ci ha lasciato un poโ€™ amareggiati; avevamo fatto tanto: distanziato i tavoli e istallato le varie protezioni per scaglionare la gente. Questa chiusura andava gestita in maniera diversa, magari con la prenotazione e unโ€™autocertificazione avremmo potuto continuare a lavorare come prima. I bar e i ristornati sono due realtร  distinte e si potevano gestire in modo diverso: nel ristorante gira meno gente, lโ€™apertura รจ ridotta โ€“ non piรน di tre ore โ€“ e tutto si controlla piรน facilmente.

Ci racconti la sua Umbria a tavolaโ€ฆ

รˆ una regione genuina. La sua cucina รจ molto radicata nel territorio e fonda tutto il suo gusto sui prodotti del bosco, sia a livello vegetale sia animale. Un giornalista una volta mi disse: ยซLโ€™autunno รจ la primavera umbraยป, in effetti questo periodo รจ il piรน bello, per lโ€™Umbria. Abbiamo funghi, tartufi, castagneโ€ฆ

Se lโ€™Umbria fosse un piatto, quale sarebbe?

Senza dubbio il Bosco umbro. รˆ una mia specialitร  vegetale che si rinnova con le stagioni, ma sempre inconfondibilmente legata al cuore dellโ€™Umbria. Oppure, se vogliamo pensare alla tradizione, il piatto che piรน ci rappresenta รจ il piccione, uno dei piรน ambiti nei ristoranti gourmet di tutto il mondo. Ho un aneddoto legato a questa cucina: ancora oggi non sono riuscito a cucinare un piccione in salmรฌ buono come quello che fa mio padre. Il piccione in salmรฌ rappresenta proprio lโ€™Umbria, in tutto e per tutto.

La nostra regione non รจ molto famosa per il cibo: come mai?

รˆ vero. In pochi sanno che in Umbria si mangia bene. Al di fuori non viene mani riconosciuta per questa peculiaritร ; ad esclusione dei romani, che vengono qui per mangiar bene. Inoltre, ci sono tanti chef famosi e stellati che comprano nelle aziende umbre che garantiscono prodotti eccellenti, ma anche questo รจ poco conosciuto. รˆ un vero peccato: a volte non abbiamo la consapevolezza del potenziale che cโ€™รจ qui, dobbiamo presentarci al di fuori con il vestito migliore. Questo รจ un mio obiettivo da ambasciatore.

Nella sua cucina non manca maiโ€ฆ

Come ingrediente, nella mia cucina, non manca mai la ricotta. Come status, non deve mancare mai il rispetto e la voglia di scoprire e conoscere.

Cโ€™รจ un piatto o un ingrediente che odia cucinare o mangiare?

Uno in particolare no, cerco di assaggiare tutto e mangio di tutto, ma direi che i cachi non mi danno nessun gusto quando li mangio. รˆ un frutto che non utilizzo nemmeno in cucina. Non mi dร  soddisfazione.

Facciamo un gioco: panpepato o pinoccate?

Panpepato.

Norcina o umbricelli al tartufo?

Norcina.

Rocciata o ciaramicola?

Rocciata.

Castagnole o torcolo di San Costanzo?

Castagnole.

Lenticchie o cicerchiata?

Cicerchiata.

Per finire, come descriverebbe lโ€™Umbria con tre prodotti locali?

Legumi, ricotta, piccione.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

Burbera.

ยซLa rivalitร  tra Terni e Perugia รจ divertente e fa parte del gioco, basta che non si esageri altrimenti diventa stupido. Il Perugia in C? Beh, sรฌ che ho goduto!ยป.

Francesco Lancia รจ uno che lavora dietro le quinte come autore di numerose trasmissioni televisive per Rai, La7, Sky, Mediaset, DeejayY Tv e Comedy Central. รˆ anche autore e voce di Radio Deejay, nel programma Chiamate Roma Triuno Triuno con il Trio Medusa e proprio questโ€™estate, durante la trasmissione radiofonica, ha fatto uno spot divertente e decisamente efficace, per incentivare il turismo in Umbria. Lui, umbro di Terni, รจ molto legato alla regione e alla sua cittร : qualche giorno fa, in dialetto ternano, ha lanciato un appello da influencer per incentivare lโ€™uso della mascherina. ยซAppena posso nei miei spettacoli e testi cerco sempre di inserire lโ€™Umbria. Ho citato persino Perugia!ยป (scherza). ยซVorrei vedere!ยป gli rispondo di getto. Nel corso della nostra chiacchierata via Skype, la rivalitร  tra Perugia e Terni รจ venuta fuori – non poteva essere altrimenti: un sano sfottรฒ, quello che ti fa fare una risata. Ma lโ€™obiettivo dellโ€™intervista รจ far conoscere Francesco, diventato famoso ai piรน per ยซVenite in Umbria, strโ€ฆยป.

Visto lโ€™appello che hai fatto questโ€™estate non posso che chiederti: qual รจ il tuo legame con lโ€™Umbria?

รˆ un legame molto forte: sono nato a Terni, ho vissuto a Terni fino a 18 anni poi sono andato a studiare a Roma e, a causa del mio lavoro, ora vivo qui, ma i miei genitori abitano ancora a Terni e appena posso vado a trovarli. Le feste comandate (come si dice) le passo sempre lรฌ. Inoltre, nei miei spettacoli cerco sempre di citare la cittร  o la regione proprio per evidenziare il mio attaccamento.

Informatico, autore televisivo, speaker radiofonico, attore, doppiatore: di preciso chi รจ Francesco?

Non lo so ancora! Posso dire che il mio mestiere principale รจ quello di autore radiotelevisivo, poi dallโ€™autoraggio radiofonico sono diventato anche una voce, ma la mia grande passione รจ quella dellโ€™improvvisazione teatrale. Ovviamente oggi รจ difficile vivere solo di teatro, ma รจ una bellissima passione che cerco di portare avanti. Sono uno a cui piace fare un sacco di cose e cambiare spesso, magari tornerรฒ a fare lโ€™informatico, mai dire mai!

Quindi lโ€™improvvisazione รจ la tua passione?

Sรฌ, sono disposto a fare chilometri e chilometri anche gratis. Gli altri sono anchโ€™essi divertenti, ma rimangono lavoro. Scrivere mi piace tantissimo, lavorare in radio anche, ma รจ dallโ€™improvvisazione che รจ nato tutto, sono partito da lรฌ.

 

Francesco Lancia, ph Elisa Pรฌzza

Sei anche uno dei fondatori della compagnia teatrale de I Bugiardini che fa proprio teatro dโ€™improvvisazioneโ€ฆย ย 

Esatto. Saliamo sul palco senza avere nulla di pronto e chiediamo al pubblico cosa vuole vedere. Riusciamo a realizzare uno spettacolo con una storia e delle canzoni, cosรฌ, creato dal nulla. รˆ molto divertente sia per il pubblico sia per noi attori. Non sai mai quello che succede. Devo dire che รจ utile anche per la vita di tutti i giorni: se arriva un imprevisto sai come affrontarlo e come reagire al meglio. Un corso dโ€™improvvisazione lo consiglierei a tutti.

Cโ€™รจ un programma che hai scritto di cui sei piรน orgoglioso?

Tanti. Ho sempre avuto la fortuna di lavorare in programmi che mi sono piaciuti, fin dal primo realizzato col Trio Medusa. Poi da autore ho scritto il programma per La7 la Gaia Scienza, se potessi lo rifarei domani, mi sono divertito moltissimo. Non posso non nominare anche Zero e lode andato in onda su RaiUno. Sono molti i programmi che ho voluto fare e pochi quelli che ho dovuto fare. Mi sento un privilegiato!

Partendo da Terni, come si arriva a fare tutto questo? Come hai cominciato?

Ho rinunciato a un contratto a tempo indeterminato per iniziare seriamente la carriera di autoreโ€ฆ immagina la reazione dei miei genitori! Passo dopo passo, per ora รจ andata beneโ€ฆ

La tua promozione dellโ€™Umbria su Radio Deejay questโ€™estate ha avuto un grande successoโ€ฆ

Sรฌ, me lo hanno detto in tanti e alcuni sostengono che sia anche un poโ€™ merito mio il turismo di questโ€™estate. Io non penso: lโ€™Umbria รจ meravigliosa ed รจ facile da raggiungere. Io posso aver messo il tarlo in testa a qualcuno, ma il grosso lo fa il territorio.

Com’รจ nato il pezzo?

Quel pezzo lโ€™ho scritto al volo, la mattina stessa e lโ€™ho fatto con molta leggerezza. Sono contentissimo che sia diventato virale! Quando posso, cerco sempre di valorizzare la regione: non si puรฒ restare attaccati al solo passato industriale – parlo di Terni – si deve puntare su altro come ad esempio lโ€™enogastronomia. ยซMa quando se magna bene in Umbria?!ยป Ma in pochi lo sanno. Inoltre, ti do una notizia in anteprima: per Comedy Central ho girato una puntata particolare (andrร  in onda tra diversi mesi) e tutto quello che serviva lo abbiamo trovato in Umbria. Siamo stati al Caos di Terni, allโ€™Abbazia di San Pietro in Valle e al museo delle mummie di Ferentillo. รˆ una regione tutta da scoprire.

Per il turismo natalizio cosa potremmo dire? Venite in Umbria a Nataleโ€ฆ

Intanto ci sono io, in Umbria a Natale, che mangio il panpepato โ€“ lo faccio anche a Roma con la mia ricettina e poi lo regalo. In Umbria non cโ€™รจ il mare, quindi quale migliore occasione se non dโ€™inverno, poi non nevica o nevica poco, ci sono un sacco di cose da vedere: lโ€™albero di Gubbio, la Stella di Miranda a Terniโ€ฆ una buona meta a basso costo per il Natale! Situazione Covid permettendo.

Hai fatto il liceo scientifico Galileo Galilei di Terniโ€ฆ io quello di Perugia! Da qui ti chiedo: lโ€™ha mai sentita la rivalitร  tra le due cittร ?

Avoja! Ci gioco spessissimo sulla rivalitร  tra le due cittร , ovviamente in modo goliardico, non farei mai nulla di male ai cugini biancorossi. Ho una carissima amica perugina e ce le diciamo di tutti i colori, perchรฉ รจ divertente. Come hai sentito, nello spot ho nominato anche Perugia e ci sono tante persone intelligenti perugine โ€“ (scherza) โ€“ che in radio mi scrivono per prendermi in giro per lโ€™accento ternano. Lo fanno simpaticamente. Fa parte del gioco. Da ragazzo poi, vivevo la rivalitร  anche a livello calcistico.

Quindi sei tifoso?

Della Ternana sarรฒ sempre tifoso. Da ragazzo andavo in curva, in trasfertaโ€ฆ ora seguo molto poco il calcio, perรฒ: ยซChe ha fatto la Ternana?ยป lo devo sapere ogni domenica. Finchรฉ il campanilismo รจ divertimento va bene, quando esagera diventa stupido.

Dรฌ la veritร : hai goduto della retrocessione in serie C del Perugia?

Beh, per forza! Un poโ€™ sรฌ (ride). In questo momento รจ una guerra tra poveri, ma fa godere lo stesso! Vediamo cosa succede questโ€™anno.

Sei un appassionato di giochi da tavolo: qual รจ il tuo preferito?

Ne ho piรน di 400. Non sono i classici giochi, sono i giochi da tavolo di ultima generazione, quando li ho scoperti mi si รจ aperto un mondo. รˆ complicato sceglierne uno.

Se lโ€™Umbria fosse un gioco da tavolo, quale sarebbe?

รˆ una bellissima domanda. Potrebbe essere Indovina chi? Tipo: ยซCโ€™รจ la metropolitana?ยป si butta giรน tutto e finisce, oppure ยซCi sono Santi famosi?ยป ยซSรฌยป allora si lasciano alzati Terni, Assisi, Cascia. Ci si potrebbe pensare.

Come descriveresti lโ€™Umbria in tre parole?

Natura, cibo, Natale.

La prima cosa che ti viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Il verde, la cascata delle Marmore.

L’Umbria, rappresentata da IdeattivaMente, alla scuola di Vรฒ con la Parete della Creativitร  Digitale.

IdeattivaMenteย รจ protagonista nella scuola di Vรฒ Euganeo, la localitร  padovana che รจ stata una delle prime zone rosse della pandemia Covid-19. All’interno dell’edificio scolastico infatti รจ stata installata la Parete della Creativitร  Digitale, realizzata dalla startup umbra e presentata alla presenza della Ministra dellโ€™Istruzione e della Ricerca, Lucia Azzolina, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico avvenuta proprio a Vรฒ Euganeo. Una cerimonia che ha visto partecipare le massime cariche dello Stato, un momento solenne presieduto dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella e dalla Ministra dellโ€™Istruzione.

 

Lo staff di IdeAttivaMente insieme alla Ministra Azzolina

La parete di IdeattivaMente

IdeattivaMente era stata contatta dal Dirigente Scolastico, Alfonso D’Ambrosio, per portare nella scuola di Vรฒ qualcosa di innovativo: una scuola allโ€™avanguardia ora arricchita da una parete interattiva, frutto del progetto e della realizzazione dello staff di IdeAttivaMente.
La Parete della Creativitร  Digitale copre una superficie di circa sette metri quadrati ed รจ stata collocata su uno dei corridoi della scuola a ribadire come anche semplici spazi, fino a ora utilizzati per altri scopi, possano diventare ambienti di apprendimento. La parete si ispira all’ambiente dei Colli Eugani con il Monte Lozzo a farla da padrone, e si focalizza sulle eccellenze locali, come l’agricoltura, il vino e l’olio. Ogni elemento รจ reso interattivo grazie all’utilizzo di schede elettroniche, sensori, sintetizzatori musicali e barre led programmabili: si tratta di un esempio di come la didattica possa trasformarsi, aprendosi a nuove esperienze e inglobando il digitale come strumento innovativo capace di coinvolgere alunni e docenti. Un laboratorio aperto, accessibile e infinito, che inizia dalla parete, passa tra i banchi delle aule e si evolve continuamente, per dare vita a nuove applicazioni alimentate dalla fantasia di tutta la comunitร  scolastica e di ogni suo singolo componente.

 

Installazione completata e funzionante

 

Questo pannello interattivo รจ stato progettato e realizzato dell’interno nei laboratori di IdeAttivaMente da un gruppo di lavoro composto da maker con diverse competenze: Roberto Raspa, Francesco Repola, Giacomo Piccioni, Luca Berichillo (Progetto OpenTech) solo per citare coloro che sono stati in prima linea. Un supporto importante รจ arrivato anche da altri amici e collaboratori che si sono occupati della redazione dei testi (Arcangela Andreoli), dell’impaginazione e dei bozzetti grafici (Riccardo Raspa), della progettazione grafica e stampa del disegno (a cura di Grafiche 2G di Lozzo Atestino).

 


IdeAttivaMente ha sede nel territorio di Assisi e Bastia Umbra mentre a Santa Maria degli Angeli si trova IdeAttivaMente PLAY SHOP diventato oramai punto di riferimento per il territorio in tema di giochi educativi e innovazione applicata alla didattica.

Le arti e i mestieri al Trasimeno, con i loro saperi, si compenetrano, da tempo immemore, nelle varie attivitร  che dimorano intorno all’antico lago Tarsminass, lo specchio d’acqua cosรฌ chiamato dagli Etruschi.

La pesca, con i suoi antichi metodi e gli atti millenari dei suoi pescatori, ha rappresentato e rappresenta un volano per molte altre attivitร  artigiane, agricole e commerciali. Immaginiamo chi costruiva le barche, chi ne faceva la ferramenta, chi le corde, chi gli accessori, chi le reti da pesca, chi pescava, chi trasformava il pesce e, ancora, chi merlettava o ricamava, chi faceva i cesti, chi lavorava le cannine e chi…

Antiche arti

Un mondo di mani capaci ed esperte che dava forma, vita e attribuzione, con le loro specialitร  o specializzazioni, a ciascun manufatto richiesto o necessario. Il cordaio, il maestro d’ascia, il cestaio o intrecciatore, lo stuoiaio, il cantastorie, il bottaio, il boscaiolo, lo scalpellino, l’arrotino, lo stagnino o calderaio, il materassaio, il fabbro, il falegname, il carradore, il casaro, il frantoiano, il seggiolaio, il mugnaio, il carbonaio, il sellaio, il vasaio o cocciaio, il sensale, la sfilettatrice, lo scrivano, la lavandaia, il pastore, l’orologiaio, il calzolaio, il sarto, la tessitrice, l’arellaia, il banditore, lo stracciaio, il castrino, il ceraiolo, il tintore, il maniscalco, lo scopettaio, il legatore, il conciapelli, il contadino, il ghiacciaiolo, il norcino, il chiodaio, il minatore, il selcino, il pettinaio e il decoratore, …
Molte di queste attivitร  artigianali sono scomparse o sono in via di estinzione; alcune si sono confermate per passione e non certo per redditivitร , talune si sono trasformate e altre sopravvivono a fatica e solo con personale dedizione, amore e sacrificio.

 

Foto di Cooperativa dei Pescatori del Trasimeno

 

Come per i pescatori del Trasimeno, che sono ancora oggi i detentori del sapere della cattura del pesce, con metodi e strumenti rimasti ancora ancestrali, come il giacchio, il tufo e il martavello; le loro gesta sono tramandate oralmente e nella pratica dalle generazioni che perdono le proprie origini pescatorie nelle notti lontane.
Allo stesso modo il ricamo e il merletto delle donne, nell’utilizzazione della tecnica del Filet Modano di San Feliciano o dell’Ars Panicalensis di Panicale o del Pizzo d’Irlanda dell’Isola Maggiore o del Punto Umbro del Pischiello, hanno rappresentato la realizzazione di mirabili elaborati artistico-artigiani attraverso le trame e i filati avvolti nelle loro matassine, a integrazione economica familiare o nell’affrancata similitudine della lavorazione delle reti che gli uomini del lago usavano per la pesca.
Siamo di fronte a delle eccellenze umbre apprezzate a molte latitudini del globo, con delle tipiche unicitร  lacustri, tramandate gelosamente da molte generazioni, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove sono residuali le poche testimonianze che portano avanti antichi e differenti saperi.

Il Barchetto del Trasimeno

Poco tempo fa รจ stata completamente riprodotta una vecchia imbarcazione lacustre, andata distrutta in un incendio, chiamata Il Barchetto del Trasimeno.ย Una volta terminata, รจ stata esposta agli occhi affascinati dei visitatori nel piazzale antistante il Museo della Pesca e del lago Trasimeno a San Feliciano di Magione.
Talvolta la barca si puรฒ ammirare in acqua, per le occasioni e ricorrenze importanti, dove la copia gemella dell’antico legno รจ attesa da protagonista. Alla sua ricostruzione ha partecipato un’intera comunitร  lacustre, in un afflato comune, dove le sinergie tra pubblico e privato hanno fatto sรฌ che un’imbarcazione navigante sia stata riprodotta fedelmente sia nell’essenze lignee sia nelle forme, nelle dimensioni come negli antichi metodi costruttivi. Un vero capolavoro artigiano!

 

Barchetto del Trasimeno

 

Nell’occasione, gli artigiani hanno dato sfoggio ad antichi e ritrovati saperi, con la perizia e i suggerimenti di esperti e titolati artieri e storici che hanno donato un particolare, anche minimo, per la riproduzione fedele del Barchetto del Trasimeno.
La tipologia del modello Barchetto ha origine lontane, prima dell’anno mille, e veniva detto del Gorro: era usato per la pesca a strascico che si praticava sul lago piรน antico d’Italia. Nel secolo scorso, tale pesca รจ stata definitivamente vietata.
Il Barchetto del Trasimeno, nella sua omologazione, era stato costruito, nelle forme e dimensioni, come quello del Gorro, successivamente integrato da una cabina passeggeri e da un motore per divenire un piccolo traghetto privato che ha navigato sul Trasimeno fino a qualche decennio fa. Infatti con l’avvento di nuovi materiali, tecnologie e imbarcazioni di moderna concezione, il Barchetto fu accantonato e posizionato in bella mostra ma, purtroppo, dimenticato e disusato. Un recente incendio ha decretato la fine dell’imbarcazione originale ma ha dato l’abbrivio a un vento ispiratore che ha portato al suo rifacimento in un’identica e bella copia e, come l’araba fenice, รจ rinato a nuova vita. Alcuni fantastici e volenterosi artigiani, supportati dalla societร  civile locale, con passione, dedizione, collaborazione e pazienza, hanno fatto sรฌ che tutto ciรฒ accadesse e soprattutto che la manuale creativitร  artigiana trionfasse su quella seriale dei macchinari industriali.
Anche San Francesco si fermรฒ al Trasimeno e con un tipico barchino lacustre dei pescatori, certamente realizzato da un artigiano, fu trasportato sull’Isola Maggiore. Nell’occasione prendiamo in prestito una frase di Francesco, il Santo Patrono d’Italia, sintonica e celebrativa sul tema: Un uomo che lavora con le sue mani รจ un operaio; un uomo che lavora con le sue mani e il suo cervello รจ un artigiano; ma un uomo che lavora con le sue mani, il suo cervello e il suo cuore รจ un artista.

ยซSono appassionata di arte e in questo modo ho unito la mia passione con il mio lavoro di chimica, in piรน do un contribuendo alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e culturaยป.

Essere una salvatrice di opere d’arte, fermare – o quantomeno rallentare –ย  il loro invecchiamento, unire passione e lavoro, amalgamare alla perfezione chimica e arte รจ il lavoro della dottoressa Letizia Monico (35 anni), ricercatrice perugina che lavora al CNR e fa parte di un team che collabora col Dipartimento di Chimica di Perugia per salvare quadri in fase di deterioramento. I Girasoli di Van Gogh e lโ€™Urlo di Munch sono passati sotto la sua lente e, con studi curati e approfonditi, si รจ scoperto che i colori โ€“ in particolare il giallo โ€“ perdono la loro bellezza: la causa รจ lโ€™umiditร . Recuperare queste opere non si puรฒ, perรฒ si puรฒ prevenire. Vincitrice di diversi riconoscimenti e premi, Letizia vanta anche pubblicazioni in riviste internazionali come Analytical Chemistry.

Letizia, la prima domanda รจ dโ€™obbligo per tutti: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono nata a Umbertide e cresciuta a Perugia, dove ho anche studiato. Mi considero una perugina D.O.C.

Come รจ avvenuta la scoperta del degrado dellโ€™Urlo di Edvard Munch?

Faccio parte di unโ€™รฉquipe di chimici che fa indagini sui materiali e collaboriamo con conservatori e storici dellโ€™arte. Proprio i conservatori si erano accorti del degrado in atto, per la precisione avevano notato degli sbiancamenti del colore giallo presente sul quadro e lo sfaldamento della pittura stessa.

Come si puรฒ intervenire per evitare il peggio?

Occorre capire quali sono le cause e cercare di prevenirle. Con i nostri studi abbiamo sia studiato lโ€™opera sia ricreato in laboratorio dei pigmenti quanto piรน simili a quelli utilizzati da Munch. In questo modo si รจ arrivati a scoprire quale potesse essere la situazione ambientale migliore affinchรฉ questi pigmenti non subissero modificazioni. Le opere sono a stretto contatto con lโ€™ambiente, in primis luce e umiditร  e abbiamo visto come i due fattori โ€“ separatamente โ€“ possono incidere sullโ€™opera. La scoperta รจ che non รจ tanto la luce che incide, quanto lโ€™umiditร .

 

Letizia Monico mentre cura i Girasoli

Quindi cosa si puรฒ fare?

Si puรฒ rallentare il degrado di questa tipologia di pigmenti e tenere lโ€™opera in condizioni di umiditร  controllata.

Questo studio puรฒ essere utilizzato anche per salvare altri quadri?

Ogni quadro ha una storia a sรฉ ed รจ realizzato con altrettanti materiali. La prima cosa da fare รจ capire la storia dellโ€™opera, come รจ stata conservata e quali sono i materiali che la compongono. In teoria lo studio puรฒ essere rivendibile per le opere che hanno il giallo di cadmio, sul quale abbiamo fatto lo studio.

In passato si era anche occupata dei Girasoli di Van Goghโ€ฆ

Sรฌ, ma in quel caso si trattava di un altro tipo di giallo, giallo di cromo, che tende a scurirsi avendo una chimica del pigmento diversa rispetto al giallo di cadmio. Il fenomeno a livello visivo รจ diverso. In entrambi i casi perรฒ, ora si puรฒ intervenire per rallentare o interrompere il peggioramento.

Per questo ha vinto il Premio Levi 2015, riconoscimento nazionale della Sezione Giovani della Societร  Chimica Italianaโ€ฆ

Sรฌ, lโ€™ho vinto con la pubblicazione legata proprio al lavoro sui Girasoli: questo studio nasce con la mia tesi di dottorato. Ma non รจ stato il primo: giร  nel 2013 avevo vinto altri premi – il Premio miglior tesi di dottorato e Eric Samuel Scholarship Award in America – sempre legati allo studio del giallo di cromo.

In questo momento si sta occupando di qualche altra opera dโ€™arte?

Di recente abbiamo lavorato su opere di Rubens e continuiamo su Munch e su unโ€™altra versione dei Girasoli di Van Gogh che si trova a Londra.

Ha mai lavorato su qualche dipinto umbro?

Ancora il lavoro รจ nelle fasi iniziali, ma mi sto occupando anche degli affreschi del Cimabue di Assisi, quelli danneggiati durante il terremoto del 1997.

Comโ€™รจ arrivata da chimica a studiare le opere dโ€™arte?

A Perugia cโ€™รจ un gruppo di ricerca nel dipartimento di Chimica che lavora proprio sui beni culturali. Io ho iniziato con loro perchรฉ sono appassionata di arte. In questo modo sono riuscita a unire il lavoro con la passione. Sono molto fortunata!

Quanto รจ difficile essere ricercatori oggi?

รˆ un lavoro molto difficile e faticoso, ci vuole pazienza. Ma se uno รจ attivo, pubblica e collabora a livello internazionale โ€“ che รจ fondamentale โ€“ si pongono le basi per un futuro, per fare concorsi e per riuscire a entrare nel mondo del lavoro. Certo, le posizioni sono poche. Ripeto, non รจ facile.

Qual รจ il bello di questo lavoro?

La possibilitร  – come detto – di unire due delle mie piรน grandi passioni: la chimica e lโ€™arte; la grande opportunitร  di stare a stretto contatto con oggetti di straordinaria bellezza e la consapevolezza che, nel mio piccolo, sto contribuendo un poโ€™ alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e cultura.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Natura, arte e tartufo.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

Casa.

Il primo ottobre verrร  presentata a Perugia la prima Guida dei 27 Borghi piรน belli d’Italia in Umbria.

 

Si tratta di un’opera di rilievo che racconta la bellezza della regione, attraverso i suoi piccoli comuni di eccellenze certificata. Gli รจ stato dedicato un anno di lavoro, intensificato durante la quarantena e continuato fino all’estate, grazie al prezioso contributo di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, coordinate dall’associazione I Borghi piรน belli d’Italiaย e con la realizzazione grafica di qualificate imprese umbre. รˆ un volume snello in formato tascabile, bilingue e gratuito, finanziato esclusivamente con i fondi associativi e messo a disposizione delle comunitร  e dei turisti.

Arriva lโ€™autunno: stagione ideale per chi ama camminare, non fa troppo caldo e si cammina bene. Dedicato agli appassionati di trekking รจ Il cammino dei borghi silenti: un nuovo percorso di 86 km, aperto da poco.

Il Cammino si snoda nella zona poco conosciuta dei monti Amerini (cioรจ di Amelia) nellโ€™Umbria meridionale e segue il profilo dei monti Croce di Serra e Melezzole. Siamo in un angolo remoto della regione, coperto di boschi di lecci e soprattutto di castagni, con resti di monasteri sulle parti piรน alte dei suoi rilievi e circondato da una vera corona di borghi poco abitati, da cui il nome silenti.
Il cammino dura 4 giorni e i camminatori hanno a disposizione B&B, agriturismi o strutture comunali tipo ostello per riposare dalle fatiche del percorso. A Santa Restituta รจ stata aperta il 25 agosto la nuova struttura comunale con letti, docce e cucina attrezzata.
Il punto di partenza e di arrivo del circuito รจ il borgo di Tenaglie, panoramico e bello: venne scelto dai Romani, quelli dellโ€™impero, per costruirvi una villa, di cui restano tracce di mosaici. Comunque chi seguirร  il percorso dei monti amerini godrร  di panorami inattesi che abbracciano buona parte dellโ€™Italia Centrale, si muoverร  sui fianchi della montagna in mezzo a boschi di castagni che danno ottimi marroni e si immergerร  nella civiltร  del castagno.

 

Il percorso

 

ยซDel maiale non si butta nienteยป รจ un vecchio modo di dire che vale per l’animale, ma anche per lโ€™albero del castagno. Se cโ€™รจ un albero versatile quello รจ proprio questo. Le foglie secche servivano per riempire i materassi – meglio un materasso con le foglie secche che fanno rumore quando ti giri, piuttosto che dormire sulla nuda terra. E le traversine dei treni? Erano fatte di castagno perchรฉ resiste bene alle intemperie e allโ€™usura. Poi si deve aggiungere la fame: intere popolazioni si sono salvate mangiando castagne e pane di farina di castagne, con aggiunta di farina di ghiande. Per non parlare dellโ€™uso di quel bel legno per fare porte, finestre, tavoli e manici di attrezzi agricoli. I poveri devono la vita al castagno e… ai benedettini. I benedettini erano un mix tra i volontari di oggi e i missionari; ovunque andassero costruivano il loro monastero, ben isolato, e la loro legge era ora et labora, prega e lavora. Il lavoro li ha sempre portati fuori dal monastero a contatto con le popolazioni locali.

 

Il castagno

 

Nella zona di Avigliano Umbro, Santa Restituta, Melezzole, Toscolano e Morre, borghi attraversati dal Cammino dei Borghi Silenti, quei santi uomini venuti per costruire eremi e monasteri trovarono popolazioni che sopravvivevano a mala pena e che non sfruttavano adeguatamente i terreni. Loro, i monaci, vivevano sulla cima dei monti Amerini, mentre il popolo viveva nei borghi sottostanti. Tra i monasteri e i borghi cโ€™erano, e ancora ci sono, interi fianchi di colline coperti di castagni. I benedettini si resero subito conto che quei terreni erano propizi alla crescita dei castagni cosรฌ, rimboccandosi le maniche, si misero a insegnare ai villici lโ€™arte di coltivare il castagno ma soprattutto lโ€™arte di innestarlo. Unโ€™arte sopraffina e delicata perchรฉ trasforma una pianta selvatica in unโ€™ottima pianta da marroni. Purtroppo questa รจ unโ€™attivitร  che ormai sta sparendo: lโ€™uso che si faceva del legno di castagno รจ stato soppiantato da altri materiali. Le traversine della ferrovia sono di cemento, gli infissi sono in alluminio o in PVC, i tavoli li produce lโ€™IKEA con mescole diverse, gli attrezzi agricoli non si fanno piรน in casa.
Per i comuni della zona del circuito la Sagra della castagna รจ comunque un importante appuntamento annuale, una tradizione alla quale purtroppo questโ€™anno si dovrร  rinunciare a causa del Coronavirus. Tuttavia, percorrendo quel circuito in autunno puรฒ capitare di trovare sul terreno dei marroni e si possono certamente gustare piatti a base di castagne nei vari ristoranti e locande sparse un poโ€™ovunque.

Nella Tabula Cortonensis, manufatto in bronzo del II secolo a.C., per la prima volta in assoluto appaiono il nome etrusco del lago Trasimeno – chiamato Tarsminass – e il riferimento ad alcuni possedimenti terrieri, in particolare a un vigneto.

La tabula รจ stata ritrovata spezzata in 8 parti, di cui solo una รจ dispersa. รˆ ospitata presso il MAEC, il celebre Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona ed รจ la terza scrittura etrusca conosciuta piรน lunga per i suoi contenuti. Si tratta di un ยซatto giuridico di 40 righe in lingua etrusca, che riporta lโ€™arbitrato relativo ad una ereditร  contestata di un importante patrimonio fondiario dislocato tra il Lago Trasimeno e Cortonaยป (Massimo Pittau).

 

Tabula Cortonensis

 

L’influenza dell’etrusca cittร  di Cortona arrivava, con il suo territorio, fino al tratto spondale lacustre che va da Tuoro a Borghetto. Nelle 7 parti della tabula a noi giunte, al di lร  della loro importanza linguistica, scientifica e storica, ci preme sottolineare l’importanza del Tarminass per gli Etruschi; un lago, unitamente alla Val di Chiana, ricco e generoso dal punto di vista alimentare (pesce, olio, vino e grani).
Infatti nella sacralitร  della civiltร  etrusca il mangiare era considerato un fatto religioso e il vecchio lago Trasimeno era ritenuto un luogo sacro: era considerato la rappresentazione terrena della volta celeste.
Secondo l’etruscologo Giovanni Colonna l’immagine del lago Trasimeno รจ stata trasposta nel fegato di Piacenza o fegato etrusco; รจ un modello bronzeo di fegato di pecora con iscrizioni, suddiviso in settori riservati alle diverse divinitร . Era usato dai sacerdoti etruschi, gli aruspici, per leggere le viscere degli animali sacrificati per ricavarne auspici.
Gli Etruschi consideravano il Trasimeno il luogo d’unione tra le dodecapoli di Cortona, Chiusi e Perugia dove fiorivano gli scambi commerciali, l’artigianato, la pesca e l’agricoltura. A proposito di coltivazioni, nella tabula cortonensis si fa riferimento a un vigneto: รจ il piรน antico atto notarile della storia del vino. รˆ stato questo documento che, nel 2015, ha aperto la mostra Arte e Vino che si รจ svolta a Verona, un evento importantissimo collegato all’Expo. Ricordiamo che gli Etruschi consumavano grandi quantitร  di vino in varie occasioni; avevano l’usanza di miscelarlo, anche per coprirne i difetti, con acqua e con miele, insieme a spezie, fiori o formaggio.
Della magnificenza del Tarminass se ne accorse, come raccontato nel XVI secolo da Matteo dall’Isola nella sua Trasimenide, anche Trasimeno, il principe etrusco figlio del Re Tirreno, che si innamorรฒ della ninfa lacustre Agilla. I due giovani vissero una bellissima e struggente storia d’amore sulle rive lacustri che finรฌ tragicamente con la scomparsa, tra le acque del lago, del giovane principe.
Si racconta che, ancora oggi, la triste ninfa stia cercando il suo amato: quando un’onda fa muovere repentinamente una barca non รจ altro che Agilla che sta cercando tra le acque il suo Trasimeno e quando le foglie al vento si muovono provocando un suono simile a un lamento, pare che sia la dolce ninfa che piange il suo amato… ascoltare per credere.

Nella straordinaria scenografia naturale del vecchio molo alla Darsena di Passignano sul Trasimeno domenica 13 settembre Coralium, il Coro Lirico dellโ€™Umbria, ha realizzato open air un evento mai proposto neppure dai grandi teatri: ha allestito e portato in scena al calar del sole di una giornata di grecale nientemeno che Il Tabarro, una delle tre opere del Trittico Pucciniano del 1918.

Tra il respiro impetuoso del vento che agitava la superficie delle acque e lo sfilare silenzioso dei battelli illuminati che rientravano in darsena, รจ andata in scena una delle opere piรน passionali del grande Maestro.

Grazie alla sensibilitร  del Comune di Passignano e al solido sostegno del Club Velico locale, il Trasimeno รจ stato sacro testimone e proscenio di una grande suggestione. La piรน completa delle arti, lโ€™Opera Lirica, con la musica e il canto ha compiuto ancora una volta il prodigio di rendere vera per un pubblico attento e partecipe una vicenda dโ€™amore di sangue e di poesia.

 

 

Michele, impersonato dal famoso baritono Andrea Sari, Giorgetta dalla preziosa voce del soprano Paola Stafficci, Luigi dalla voce drammatica e potenteย del tenore Claudio Rocchi, la Frugola con la forte caratterizzazione di Rosalba Petranizzi: sono stati protagonisti di una vicenda complessa e lacerante piena di sentimenti forti e situazioni psicologicamente intriganti. Unโ€™ambientazione sociale ricca di spunti di modernitร , che riguarda personaggi riconoscibili tra le file della gente comune, giร  in qualche modo definibile come sottoproletariato urbano, in unโ€™atmosfera tra il noir e lโ€™intrigo.

Grandi le emozioni assicurate dalla regia di Stefano Rinaldi Miliani, che giocava sulla liason dellโ€™elemento acqua tra il Trasimeno e la Senna, dove si svolge la vicenda, qui riportata ai nostri anni โ€™50, dove le midinettes, le allegre sartine della Parigi inizio โ€˜900, diventano le merlettaie del lago, appassionate di intrecci e di canzoni dโ€™amore.

Il Coro Lirico era diretto dal deciso gesto di Sergio Briziarelli e lโ€™intensitร  musicale della partitura era affidata al raffinato tocco del pianista Ettore Chiurulla.ย  Il Coro Lirico dellโ€™Umbria con questo nuovo appuntamento dร  seguito e senso al Progetto Opera Trasimeno iniziato giร  dal 2016, che vorrebbe eleggere il Trasimeno a lago pucciniano: legittimamente, dal momento che il grande compositore amava assai frequentare le sue sponde in compagnia del suo ospite Riccardo Schnabl.

Un progetto ambizioso e avvincente che tutti gli artisti del coro contribuiscono a far crescere anche con le rispettive competenze, come quella di sarta teatrale del soprano Noemi Marroni creatrice del paradigmatico Tabarro, il grande mantello a ruota di Michele da cui lโ€™opera prende il nome. Il successo decretato dalla presenza di un folto pubblico โ€“ sia pur disciplinato e distanziato – entusiasta della novitร  dellโ€™evento ma soprattutto felice di assistere in un simile luogo a questa opera poco rappresentata, ha rafforzato i propositi del sindaco Sandro Pasquali, dellโ€™assessore Christian Gatti e di tutta lโ€™amministrazione comunale, di continuare insieme a Coralium con il Progetto Opera Trasimeno per dare appuntamento a cittadini e turisti nella bella stagione a unโ€™altra opera nei meravigliosi scenari del nostro lago.

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