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Cittร  della Pieve: successo e apprezzamenti per la presentazione del protocollo dโ€™intesa tra istituzioni civili e religiose per i 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, anche direttamente dal conduttore Bruno Vespa.

Si รจ svolta a Cittร  della Pieve la conferenza stampa per la presentazione del protocollo dโ€™intesa tra il Gal Trasimeno-Orvietano, i Comuni di Cittร  della Pieve, Cortona, Orvieto e Todi e le relative Diocesi che sancisce la collaborazione di questi Enti per le celebrazioni, nel 2023, della ricorrenza dalla morte di Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino e di Luca Signorelli. Lโ€™appuntamento aperto dal Presidente del Gal Trasimeno- Orvietano Gionni Moscetti, che ha ringraziato i firmatari per aver individuato il Gal come Ente Capofila del Protocollo e salutato i presenti.

 

 

Lโ€™iniziativa, con il prestigioso coordinamento del noto conduttore televisivo Bruno Vespa ha visto la presenza della Presidente della Regione dell’Umbria Donatella Tesei, del Senatore Luca Briziarelli, della Prof. Laura Teza Universitร  degli Studi di Perugia, dei Sindaci delle quattro cittร  Firmatarie Fausto Risini, Luciano Meoni, Roberta Tardani e Antonino Ruggiano, di Riccardo Cotarella, Dominga Enrica e Marta Cotarella, Ruggero Parrotto della Fondazione, e del Presidente e del Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano Gionni Moscetti e Francesca Caproni.

Apprezzamenti per lโ€™iniziativa sono arrivati direttamente da Bruno Vespa che ha sottolineato come un evento di questo tipo รจ riuscito a mettere insieme una serie di istituzioni civili, religiose e due Regioni, nei tempi giusti, con due anni di anticipo, per costruire un progetto serio e credibile che valorizzi il territorio in modo integrato tra Arte, Enogastronomia e tante altre autenticitร  che hanno queste bellissime Regioni del Centro Italia.

La conferenza รจ iniziata con una domanda del noto saggista, al Senatore Luca Briziarelli, colui che ha ideato questo progetto ed e messo insieme i soggetti pubblici e privati coinvolti. Alla domanda come le รจ venuta questa idea, il Senatore ha risposto che รจ stato innanzitutto ispirato dalla necessitร  di passare dal concetto di territorio marginale a quello di area di confine tra Umbria e Toscana,ย  lavorando in sinergia a sostegno dellโ€™offerta turistico-culturale, mettendo insieme il doppio evento di due personaggi che hanno lasciato un importante segno della loro opera artistica nei nostri territori, cosรฌ da rappresentare una opportunitร  sul piano economico per riscoprire quellโ€™Italia di mezzo, troppo spesso schiacciata dal dibattito Nord/Sud, che non si puรฒ certo perdere.

 

 

Anche la Presidente Donatella Tesei, ha plaudito allโ€™iniziativa e garantito il sostegno della Regione dellโ€™Umbria a questo Protocollo, che parte nei tempi giusti e che si coordinerร  anche con altri eventi ed iniziative che si realizzeranno nellโ€™intero territorio Umbro. Ha assunto inoltre lโ€™impegno a mantenere e far crescere i rapporti istituzionali con tutte le regioni del centri Italia.

Condivisione e sostegno da tutti i Sindaci coinvolti e disponibilitร  da parte dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia, portate dalla Prof. Laura Tezi, a collaborare per la definizione del progetto che seguirร  al protocollo di Intesa.

Riccardo e Dominga Cotarella hanno portato il contributo della partnership privata, sottolineando come la collaborazione tra istituzioni pubbliche e private attraverso lโ€™impegno comune puรฒ creare valore aggiunto ad ogni progetto. Dominga ha ricordato il programma dellโ€™evento Orvieto Cittร  del Gusto e dellโ€™Arte che si svolgerร  ad Orvieto dal 27 settembre al 3 ottobre prossimi e, rappresenterร  la prima occasione per presentare anche approfondimenti sul Protocollo dโ€™intesa e sui progetti che ne seguiranno. I rappresentanti del Gal hanno inoltre assicurato impegno non solo nel coordinare lโ€™accordo, ma anche per coinvolgere gli altri Gal in modo da farne un progetto di cooperazione interregionale che potrebbe supportare una importante azione di marketing territoriale.

La serata si รจ conclusa invitando gli intervenuti allโ€™evento di Orvieto, ma anche annunciando a una prossima data per presentare il progetto a Roma, e comunicarlo a livello nazionale.

ยซMolta parte dellโ€™anima nostra รจ dialettoโ€ฆยป. (Benedetto Croce)

Con la nuova puntata di dialettiamoci siamo arrivati a Terni. Guarda che a Terni famo lโ€™acciaio, mica li cioccolatini: vengono subito messe le cose in chiaro, dopotutto il ternano รจ un dialetto verace, schietto e tosto come lโ€™acciaio.

Eleonora

A Terni mandarsi colpi e accidenti โ€“ in modo benevolo, anche come saluto – รจ una legge non scritta. Vengono inseriti in modo del tutto naturale, come un intercalare, nelle conversazioni quotidiane, da tutte le generazioni. Nessuno รจ immune.
Che pozzi fa lโ€™urdima! (potessi fare lโ€™ultima cosa o lโ€™ultimo respiro). Ecco, prima di fare lโ€™ultima, ho fatto una chiacchierata molto divertente con Eleonora e Carlo, appassionati di veracitร  ternana, che per gioco hanno realizzato adesivi e magliette con scritte dialettali: ยซNzenzati (insensati) รจ il nostro nome e per gioco abbiamo stampato questi gadget che hanno avuto un discreto successo in cittร . I ternani infatti tengono molto al dialetto e a tutto il territorio che si trova dentro la conca della provincia: vorrebbero annettere Spoleto – che per parlata sentono molto vicino – e cedere Orvieto a Perugia (scherza!). Il ternano puro viene parlato in cittร  e nella campagna circostante, ma basta spostarsi di pochi chilometri e cambia. Ad esempio, gli schiaffi da noi si chiamano sbarbazzoni, mentre in alcuni paesi limitrofi diventano le frappe. Per noi le frappe sono i dolci di Carnevaleยป.

 

chiese di terni

Basilica di San Valentino

Tra un colpo e insulto

La vera peculiaritร  di questo dialetto รจ insultarsi o mandarsi gli accidenti: ne esiste una gamma cosรฌ vasta che sarebbe difficile ricordarseli e scriverli tutti. Con Eleonora abbiamo provato a fare una carrellata dei piรน usati e piรน divertenti (ci scusiamo in anticipo perchรฉ qualcuno ci sarร  sicuramente sfuggito!). ยซI colpi e gli insulti sono unโ€™antica tradizione a Terni, vengono detti anche in modo benevolo. Le U molto presenti; la D al posto delle T, le R, la Z che sostituisce la S: tutto questo rende la pronuncia molto rude e aumenta lโ€™aggressivitร  dellโ€™insulto, risultando tutto piรน veraceยป spiega Eleonora.
Ed ecco quindi gli immancabili nel vocabolario del ternano D.O.C.: Che te pozzano guardร  e piagne, Che pozzi fa lโ€™urdima (Che potessi fare lโ€™ultima cosa o lโ€™ultimo respiro), Agguastate quantu si bruttu (Guarda quanto sei brutto), Che te pozza pijร  ‘n gorbu a tracolla cuscรฌ non te lu perdi, รˆ arrivatu penzace (รˆ arrivato quello che capisce tutto), Quanno pozzo mโ€™appallozzo, spessu pozzo (Quando posso mi rilasso, spesso posso), Cazzuvoli?, Ma che dormi da piedi? (Si dice quando una persona non รจ molto sveglia), Te svago li denti (Ti butto giรน i denti con un cazzotto), Che pozzi fa la fiamma e te smorzano co la naffetta, (Che tu possa prendere fuoco e che ti vengano a spegnere con la nafta), Pozzi arnasce millepiedi co tutte lโ€™ogne โ€˜ncarnite, (Che tu possa rinascere millepiedi con tutte le unghie incarnite), Che te pozza pija ncorbu e โ€˜na sassataโ€ฆ cuscรฌ se non te pija lu corbu, te pija la sassata (Che ti possa prendere un colpo e una sassata, cosรฌ se non ti arriva il colpo, ti arriva la sassata. Insomma, qualcosa ti succede sicuro) e Nโ€™gorbu chetteggeli.

Portamo a spasso li dolori

La parlata di Terni si contraddistingue anche per i modi di dire e per le parole che riassumono alla perfezione situazioni e caratteristiche. Non possiamo non ricordare: Non facessi lu muffo (Non fa lo gnorri), Guarda quillu che bajengo (Bajengo vuol dire cafone ed รจ riferito in genere ai reatini), Venemo facenno (lo faccio un poโ€™ alla volta), Sโ€™รจ jitu Preci? (sei andato a Preci, in riferimento al terremoto del 1300. Si dice quando va tutto male), Si fattu co lu ronciu (Sei fatto con la falce, non sei cortese, educato), Magnace lu pane (Facci la scarpetta si usa quando si incontra una coppia di amici in atteggiamenti amorosi).

Palazzo Spada

ยซNon posso non citare anche Stago stago poi te dago (Aspetto aspetto e alla fine ti do addosso, ti meno, ti sbatto al muro) โ€“ che รจ tra i miei preferiti โ€“ e Ce sendi cerqua? (Ci senti – Hai capito come?). Oppure parole che sono nel nostro vocabolario quotidiano: come birrocchiu (tamarro, coatto), fiarati (gasati), bardascio (ragazzo), lu svejamammocci (una cosa che ti sveglia di soprassalto o un evento inaspettato), Che frasca! (quando una persona ha bevuto troppo), a ventogne (a venti unghie, a carponi quando si รจ troppo ubriachi) poro cillittu (poverino) e lโ€™immancabile, scappamo? (usciamo?). Infine, un motto importantissimo per la provincia di Terni, un vero state of mind Portamo a spasso li dolori (un po’ cosรฌ…), tornato di moda anche grazie a noi.
Il dialetto ternano e tutte le sue numerose sfaccettature sono un bagaglio culturale importante per la nostra cittร  e per la provincia di Terni: mantenere vive le tradizioni ci rende parte di una storia che hanno scritto i nostri nonni, di una storia che forgia il nostro futuro come si forgia lโ€™acciaioยป conclude Eleonora.

 


Le puntate precedenti

Perugino
Eugubino
Castellano
Folignate
Spoletino

Il lago Trasimeno ha bisogno di essere sostenuto tramite attenzioni, premure e iniziative al fine di sopperire alle costanti sollecitazioni che subisce il suo naturale metabolismo, che spesso viene accelerato oltre i propri limiti e non riesce a tenere il passo ai crescenti coinvolgimenti.

Il lago sta dando piรน di quello che anatomicamente e fisiologicamente potrebbe dare. Diciamolo con chiarezza, il Trasimeno non รจ strutturato per rispondere in modo completo ed esaustivo alla quantitร  di richieste e aspettative antropoidi odierne. La consapevolezza di ciรฒ รจ fondamentale per chiunque proponga, osservi o elabori. Il generoso e saggio lago, per quello che viene continuamente chiamato a dare, ha bisogno che l’essere umano sopperisca, integri, compensi, manutenga, gestisca, regolamenti, controlli; a loro volta le persone devono essere messe in grado di farlo. Soprattutto c’รจ necessitร  di istituire un unico interlocutore istituzionale a cui proporre e da cui essere autorizzati per innovare, costruire, realizzare, senza chiedere le varie autorizzazioni a una miriade di enti, come attualmente รจ previsto, con le conseguenti e infruttuose implicazioni dovute a un dilatamento esasperato dei tempi autorizzativi e quindi realizzativi. Infatti, lโ€™eccessiva burocrazia e i tanti dovuti atti amministrativi, rallentano ogni processo innovativo.

 

Lago Trasimeno, foto di Roberta Costanzi

Un fronte comune

La rete di tutti quei soggetti pubblici e privati che ne hanno interesse dovrebbe cementarsi maggiormente senza fazioni o deterrenti campanilismi, sia per far fronte comune senza individuali posizioni autoreferenziali, sia nellโ€™agire per il bene della res publica. Sarebbe conveniente tenere con costanza un atteggiamento consono e congruente, affinchรฉ il lago piรน antico d’Italia possa continuare a rappresentare un’intera comunitร  e proseguire a vivere come territorio altamente attrattivo per i viaggiatori, grazie alla sua cultura, storia, tradizione, pesca, agricoltura, turismo, ambiente, natura, paesaggio, enogastronomia e ai suoi splendidi borghi. Tra i tanti punti basilari, citati e a seguire, ce ne sono alcuni a cui non ci si puรฒ sottrarre in argomento! Il Trasimeno ha convissuto da sempre con il problema del livello delle acque: fin dai tempi antichi, sono accaduti forti alluvionamenti ed estese deformazioni dei margini lacuali, in altalena con le improvvise regressioni delle acque stesse.
Infatti le linee spondali del Trasimeno sono state sempre molto elastiche e flessibili, tant’รจ vero che la gente ha sempre sentenziato: ยซIl lago dร  e il lago prendeยป. Anche il nome Trasimeno, secondo una tesi tra le piรน accreditate, significa, nellโ€™antica lingua degli Umbri, quello che si sta prosciugando.

 

Foto di Roberta Costanzi

รˆ evidente che giร  nel periodo avanti Cristo ci fosse un problema sul livello delle acque, continuato poi nel periodo romano, medievale, papalino, monarchico, fino a oggi. Corsi e ricorsi storici sul livello idrometricoโ€ฆ quando troppo elevato e quando troppo poco. Torrenti deviati e rideviati, dighe, paratie, canalizzazioni, emissari, immissari. Le fonti e i dati storici non sono opinione. E, ancora oggi, non รจ stata trovata o almeno non realizzata, una soluzione adeguata, cioรจ quella che permetta di dire in merito, nulla quaestio. Nel tempo ci sono state tante lodevoli iniziative con buone intenzioni, ma senza un sistema integrato risolutivo che abbia portato ai risultati sperati.
I risultati contano eccome e la credibilitร  puรฒ essere solo misurata con la congruenza tra l’annunciato e il realizzato. Il livello di antropizzazione e le relative esigenze di un tempo, facevano sรฌ che il lago non subisse condizionamenti. Semmai il contrario: era il lago a condizionare, almeno fino al mutar dei tempi e delle sempre maggiori richieste delle sue risorse, che sono state intaccate progressivamente e sempre piรน profondamente, per arrivare a un precario equilibrio tradotto in una preoccupante e repentina discesa della sostenibilitร  del suo ecosistema.

 

Trasimeno, foto di Roberta Costanzi

Il problema idrico

Da qualche buon decennio, uno dei grandi problemi lacustri รจ l’incertezza del raggiungimento dello zero idrometrico, che appare troppo spesso come una meta utopistica.
Il bisogno idrico del Trasimeno รจ in costante crescita e dobbiamo fare i conti anche con il clima attuale che ha portato verso l’innalzamento della temperatura, sia aerea sia dellโ€™acqua, e soprattutto alla scarsa piovositร  di questi anni. Consideriamo poi che gli adduttori d’acqua convogliati al lago sono, per diversi motivi, insufficienti all’istanze naturali del vecchio Tarsminass e ovviamente tutto ciรฒ porta grandi problematiche agli operatori dei vari settori economici lacustri, in primis al settore della pesca e del turismo e non di meno allโ€™equilibrio ecologico del lago stesso con fenomeni di eutrofizzazione e moria di pesci.
Anche perchรฉ, e dobbiamo ricordarlo, il Trasimeno รจ un bacino laminare di origine tettonica, con ridotta profonditร  (attualmente al massimo di circa 6 metri allo zero idrometrico) ed รจ un ecosistema molto delicato e precario, dove lโ€™insieme composto da alte temperature climatiche, scarsa piovositร  e vento, erode costantemente centimetri alla sua profonditร  cosรฌ come inficiano la sua buona salute i dragaggi non piรน avvenuti per anni, la pulizia dei suoi fondali, la drastica riduzione e lโ€™assente gestione del canneto, che da sempre รจ di fondamentale importanza per il suo ecosistema, lโ€™inserimento umano irresponsabile di alcune specie animali e vegetali alloctone, lโ€™efficienza dei depuratori, in modo particolare dโ€™estate quando lโ€™incremento turistico sposta notevolmente il numero delle presenze in avanti, lโ€™eccessivo numero dei fastidiosi chironomidi e la scarsa manutenzione delle sue sponde. Tutto ciรฒ incrina e mette in dubbio la certezza e i buoni propositi di imprenditorialitร  e di soggiorno turistico, corredato da una comunicazione promozionale dellโ€™offerta talvolta vetusta, lacunosa, parcellizzata o insufficiente quando riferita agli attrattori turistici, che non sempre sono disponibili o restano chiusi alla visita del viaggiatore interessato ad ammirare le bellezze artistiche e culturali lacustri.
Cโ€™รจ da sottolineare che, da qualche mese, si รจ ripreso a far rimuovere le attrezzature ferme in darsena da oltre un decennio, per una manutenzione del lago che rimane al momento ancora insufficiente. Siamo nella speranza e nel convincimento delle istituzioni che sia incrementata nel breve periodo, cosรฌ come che venga attuata la tanto sperata e imminente chiusura dellโ€™incompleto anello ciclo-pedonale lacustre o la risoluzione della problematica legata allโ€™adduzione idrica dalla diga del Montedoglio.
Desiderando poi che i desueti e vetusti battelli del trasporto pubblico, per dare un esempio responsabile e un modello da seguire e magari incentivando quelli da diporto privato, un giorno non lontano possano tutti convertirsi alla propulsione elettrica, per non caricare ulteriormente il nostro lago di fattori diametralmente opposti al decantato inno alla naturalitร  e allโ€™ecologica sostenibilitร . La Provincia di Perugia ha annunciato che acquisterร  a breve lโ€™Ippogrifo, unโ€™imbarcazione elettrica per trasporto passeggeri, ottenuta grazie ai finanziamenti europei erogati dalla Regione Umbria e destinata al servizio di collegamento con lโ€™Isola Polvese. Lโ€™Ippogrifo potrร  navigare dopo aver ricevuto le certificazioni autorizzative previste. Mirabile esempio di una lungimirante visione green e per un favorevole abbrivio al cambiamento per la tipologia di navigazione a favore dellโ€™ecosostenibilitร !

 

Isola Maggiore, foto di Roberta Costanzi

Interventi utili e imminenti

Il lago rappresenta una grande ricchezza per la sua unicitร  e suggestiva bellezza. Andrebbe maggiormente valorizzato, tutelato e preservato, poichรฉ un simile gioiello naturale, che ancora oggi riesce in parte a mimetizzare le problematiche, possa essere lasciato almeno in buona salute alle generazioni future. Ma non rimane molto tempo per intervenire!
Avere rimpianti, rancori e rimorsi o ancor peggio additare qualcuno per la responsabilitร  di non aver fatto o non aver fatto bene, significherebbe semplicemente direzionarsi verso un punto di non ritorno e sprecare le proprie risorse psico-fisiche per inconcludenti divagazioni non utili alla causa. Tutti, con le proprie responsabilitร  e senza attendere che qualcun altro faccia, in un atteggiamento propositivo e fattivo, tra pubbliche istituzioni e attivitร  private, turisti e residenti, ognuno per la propria parte, piccola o grande che sia, stimoli e sia dโ€™esempio agli altri, partendo semplicemente da una cicca di sigaretta non gettata a terra o da una plastica correttamente accantonata, dalla pulizia e la gestione dei confini terracquei di propria pertinenza, allโ€™attenzione di tradurre in fatti quello che si sentenzia al bar. Facciamo sรฌ che non sia troppo tardi per tracciare una nuova via che tenda a invertire una rotta giร  compromessaโ€ฆ
Bisogna sbrigarsi a trovare le risorse e le giuste soluzioni, prima di trovarci fuori tempo massimo, nel rimpianto di non aver agito velocemente e sufficientemente bene e nell’irreversibilitร  dei fatti. Nel contempo rispettiamo il nostro beneamato lago e non sfruttiamolo oltre quello che puรฒ dare e soppesiamo lโ€™arrogarsi di prendere o ricevere le sue risorse come se non avesse limiti. รˆ come andare a fare la spesa e prendere prodotti in grande quantitร , senza tener conto dei soldi che abbiamo in tasca: se la spesa supera la nostra disponibilitร  economica, o restituiamo parte del preso o ci creiamo un debitoโ€ฆ che prima o poi andrร  pagato!

 

Foto di Roberta Costanzi

 

In tutto questo, nel 2021, la Cooperativa Pescatori del Trasimeno di San Feliciano ha chiuso la sua filiera: a Sant’Arcangelo รจ stata aperta al pubblico la loro locanda, con il motto di Pescato, Cotto e Mangiato. Esempio ammirevole e unico in Europa! Bravi Pescatori. Cosรฌ come alla grande professionalitร  imprenditoriale dimostrata in questo difficile periodo dagli operatori della ristorazione e dellโ€™accoglienza turistica lacuale per aver continuato a mantenere unโ€™offerta di altissima qualitร , vale un grande plauso e andrebbe meritatamente sostenuta.
Nel mentre, la Goletta Verde dei Laghi di Legambiente ha sentenziato che i 5 punti campionati sul lago Trasimeno con le analisi microbiologiche sono risultati tutti entro i limiti di legge e il meraviglioso vino Gamay del Trasimeno รจ stato premiato con 5 prestigiosi riconoscimenti al Concorso Internazionale Grenache du Monde, onorando quattro cantine lacustri sue produttrici.
Vogliamo bene al nostro beneamato lago Trasimeno, suggello di bellezza e testimone culturale di un patto di continuitร  e solidarietร  da trasferirsi alle generazioni successiveโ€ฆ meditate gente, meditate! Ma non troppo a lungoโ€ฆ il tempo stringe!

Una voce unica, graffiante e dal timbro inconfondibile. Dal Trasimeno e oltre i confini regionali e nazionali, ha ricevuto consensi ovunque. Fin da bambina, ha solcato parterre in modo confidenziale, senza paura e ha deliziato il pubblico con il suo canto trascendentale. Le seguitissime trasmissioni televisive di talent show, prima Saranno Famosi e poi X Factor, lโ€™hanno fatta conoscere al grande pubblico come uno straordinario talento canoro e da allora ha continuato a ricevere consensi in modo crescente ed esponenziale, pur rimanendo una ragazza semplice e solare, senza mai montarsi la testa. Stiamo parlando della mirabile vocalist umbra, Annalisa Baldi.

Metti un giorno al lago Trasimenoโ€ฆ

Annalisa รจ una ragazza che ogni genitore vorrebbe avere come figlia. Riesce fin da subito a mettere lโ€™interlocutore a proprio agio. Ha la faccia pulita e onesta e mentre parla ti guarda negli occhi, con il tipico atteggiamento delle persone intellettualmente oneste e leali. Non dice mai cose banali o di circostanza e il suo eloquio si arricchisce di concretezza e positivitร  nel suo prosieguo. Ama parlare di tradizioni, della sua adorata Tuoro sul Trasimeno e dellโ€™amata Umbria, della sua famiglia e dei suoi progetti. E lo fa con passione.

Dalle sue origini trae l’amore per il lavoro, per le cose che si ottengono con il sacrificio, con la perseveranza e la dedizione, il tutto nel segno dellโ€™educazione, del rispetto e della sua innata eleganza. La musica รจ sempre stata nei suoi perchรฉ, nei suoi dove e nei suoi quando, e le note musicali lโ€™hanno accompagnata continuamente, sia prima di addormentarsi sia al suo risveglio. Durante la sua giornata tipica adolescenziale, il pensiero era costantemente rivolto verso lโ€™armonia musicale e la realizzazione dei desiderata canori.

E ce lโ€™ha fatta! Annalisa Baldi, la cantante di successo che con la sua sana ambizione e voglia di lasciare al mondo un segno canoro importante, non si sente mai appagata e realizzata: รจ la strada giusta per continuare lโ€™ascesa artistica. Brava Annalisa!

Lโ€™elegante vocalist umbra ha un pubblico eterogeneo che la segue. Piace proprio a tutti e seppur ancora molto giovane, vanta unโ€™importante carriera, corredata da molti premi e riconoscimenti. Scrive i testi delle sue canzoni, da cui si possono assaporare i messaggi che vuol donare ai suoi ascoltatori; i fan si emozionano nel cantare i suoi brani, che sono uno piรน bello dellโ€™altro.

Con la sua sintonica band ZeroInCondotta, composta da musicisti di consolidata bravura, regala sensazioni e note che danno carezze agli animi e portano piacevolezza e gioia. Annalisa ha dedicato molto tempo allo studio e alla ricerca, che le ha permesso di raggiungere una maturitร  musicale straordinaria. Ha cantato in manifestazioni ed eventi importanti, in televisioni e radio nazionali ed รจ apparsa anche in veste di ospite e presentatrice. Sul palco dimostra la sua coinvolgente presenza scenica.

รˆ madrina di molte iniziative sociali, dove il suo animo generoso e altruista la fa da padrone, infatti fin dal suo debutto, a 14 anni, ha fatto capire che la musica รจ la migliore cura per lโ€™umanitร . Annalisa non si ferma mai, tanto รจ vero che ha in serbo molti progetti musicali e un paio sullโ€™intrattenimento televisivo, come autrice e conduttrice.

Tra le sue molte canzoni e cover, che lei canta emozionando chi ascolta, ricordiamo A Prescindere, Ballo da sola, Mentre tutto cambia, Sospetto, Mentre Dormi, Bye Bye, Alice e il Blu, Un Domani, Sento solo il presente, Una Finestra tra le Stelle, Dimenticherai, Il Mondo Prima di Te, Se Avessi un Cuore, Le Parole non Mentono, Noi Siamo unโ€™Isola, Diamante Lei e Luce Luiโ€ฆ e poi Minuetto, Rehab, Sally, Bohemian Rhapsody e tante altre.

La cantante umbra viene dal 2020 con il brano A Prescindere, che ha consacrato Annalisa in una nuova tappa del suo percorso musicale, dove i contatti, lโ€™amore, lโ€™amicizia nel periodo di lockdown e la bellezza della cittร  di Perugia, sono i motivi conduttori che la fanno apprezzare. Ha continuato nel 2021 con Domani Verrร , il suo nuovo singolo che sta riscuotendo notevoli approvazioni e consensi e il video sta spopolando per la sua bellezza, dopo che Sky Tg24 lโ€™ha mandato in anteprima.

 

 

Domani Verrร  รจ un brano rivolto allโ€™imprevedibilitร  della vita e a un nuovo personale Rinascimento. Il calamitante video รจ ambientato sul lago Trasimeno, sulla Piana di Castelluccio di Norcia e a Rasiglia, il borgo umbro circondato dalle acque. Tre luoghi che Annalisa adora.

ยซโ€ฆ passo dopo passo mentre ascolto il cuore sentoโ€ฆ sโ€™alza il vento ho foglie nuove e nuova luce adessoโ€ฆ e vedrai domani verrร โ€ฆยป. Parole significative, note che conducono per mano nelle emozioni, fatte per chi vuole provare sensazioni belle e positive e chiudendo gli occhi, si รจ dentro a Domani Verrร ! Siamo convinti sostenitori e certi che Annalisa continuerร  a donare emozioni con la sua bellissima voceโ€ฆ nel mondo attuale occorrono messaggi affettivi come quelli contenuti nelle sue canzoni, che fanno bene ai cuori delle persone. Cโ€™รจ poco da aggiungereโ€ฆ Annalisa Baldi, spacca!

ยซQuando mi hanno detto del riconoscimento pensavo che si fossero sbagliati. Non cโ€™ho creduto finchรฉ non รจ arrivata la mail ufficialeยป.

Jacopo Costantini, Nastri d’Argento 2021

Jacopo Costantini รจ un giovane attore perugino che sta muovendo โ€“ con successo โ€“ i primi passi nel mondo del cinema. Da poco ha ricevuto unโ€™importate riconoscimento: รจ stato segnalato dai giornalisti cinematografici, tra i protagonisti di domani in occasione dei Nastri dโ€™Argento 2021. In questa lista di giovani del futuro (sei in tutto) figura Jacopo, protagonista, assieme a Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) e Matteo Gatta, del film Est – Dittatura last minute di Antonio Pisu, presentato come film dโ€™apertura della sezione non competitiva delle Giornate degli Autori della 77a Mostra Internazionale dโ€™Arte Cinematografica di Venezia. Un road-movie ambientato alla vigilia della caduta del muro di Berlino, tratto da una storia vera. ยซDomani sera il film sarร  proiettato al Frontone Cinema allโ€™Aperto a Perugia e io sarรฒ presente per parlarneยป ci spiega Costantini.
La nostra chiacchierata รจ stata molto piacevole: abbiamo parlato di cinema, di mestieri difficili da portare avanti e di Umbria. Alla fine non ho resisto e gli ho fatto notare che ha un accento piรน bolognese che perugino: ยซForse perchรฉ questi giorni sono stato con Lodo, ma basta qualche ora con i miei amici di Perugia e torna il mio accentoยป.

Jacopo, a noi puoi dirlo: hai sempre voluto fare lโ€™attore?

Sรฌ, fin da quando ero bambino. Mi piaceva intrattenere e far ridere. Dopo una piccola recita mio fratello venne da me e mi disse: ยซSe ti piace tanto, perchรฉ non provi a farlo come mestiere?ยป Lui oggi sostiene di non averlo mai detto. Forse lโ€™ho sognato! Comunque la mia famiglia mi ha sempre incoraggiato. Finito il liceo sono partito per Bologna per frequentare la Scuola di teatro Alessandra Galante Garrone e in seguito sono andato a Roma allโ€™Accademia Internazionale dโ€™Arte Drammatica del Teatro Quirino. Poi รจ arrivata la prima tournรฉe teatrale con Lello Arena, che considero il mio maestro, dal quale ho appreso tanto tra cui la passione per questo mestiere. Perchรฉ รจ un mestiere dove si deve studiare e applicarsi.

La passione non bastaโ€ฆ

No, ci vuole tanta dedizione e pazienza. รˆ un mestiere che ti forma e ti abitua al rifiuto: di 10 provini, se ne azzecchi uno รจ giร  tanto. Il mio obiettivo รจ campare con questo lavoro, quindi non mi arrendo.

Meglio cinema o teatro?

Il teatro ha una condizione piรน abbordabile rispetto alla televisione o al cinema, dove inserirsi รจ molto difficile se non sei figlio di qualcuno, se non hai alle spalle forti agenzie o se non hai fatto determinate scuole.

 

Una scena del film Est – Dittatura last minute

Sei protagonista, assieme a Lodo Guenzi e Matteo Gatta, del film Est – Dittatura last minute con la regia di Antonio Pisu. Si tratta del tuo terzo filmโ€ฆ

Sรฌ. Avevo giร  girato due film indipendenti: nel 2018 la commedia Te lo dico pianissimo e nel 2019 Prossimo Tuo, entrambi diretti del regista Pasquale Marrazzo.

Quanto รจ vicino a te il personaggio di Bibi che interpreti in Est-Dittatura last minute?

Per realizzarlo ho estremizzato delle parti del mio carattere, che spesso freno. Ho aperto i rubinetti della bontร , dellโ€™ingenuitร  e tutto รจ uscito naturalmente. Nel set non era un recitareโ€ฆ era uno stare. Noi tre siamo diventati veramente tre amici.

Il film ti รจ valso il riconoscimento Protagonisti di domani: qual รจ stata la prima cosa che hai pensato quando lโ€™hai saputo?ย 

Oddio! Prima ho pensato che si fossero sbagliati, sono stato 10 ore nel dubbio. Poi รจ arrivata la mail ufficiale e quindi tutto รจ diventato vero. In piรน lโ€™ho ricevuto insieme a Lodo (Guenzi) e Matteo (Gatta), quindi รจ stato ancora piรน piacevole e speciale.

 

Jacopo Costantini e Matteo Gatta ai Nastri d’Argento 2021

Sognando: da chi vorresti essere diretto?

Poter fare un provino per Paolo Sorrentino o Matteo Garrone sarebbe bellissimo.

Un attore a cui ti ispiriโ€ฆ

Il dio per me, รจ Gian Maria Volontรฉ.

Dal 2019 vivi a New York: comโ€™รจ stato il passaggio da Perugia alla Grande Mela?

A Perugia sto benissimo, ho la mia famiglia e gli amici che mi sostengono sempre. Il passaggio รจ stato naturale, รจ dove volevo andareโ€ฆ รจ quello che volevo fare. C’ho passato tutta la pandemia. Ora, il mio obiettivo รจ concentrarmi piรน sullโ€™Italia e sfruttare al meglio questo momento di visibilitร .

Sento che hai perso lโ€™accento perugino e hai preso quello bologneseโ€ฆ

Forse perchรฉ questi giorni sono stato molto con Lodo, ma basta che frequento qualche ora i miei amici di Perugia e torna tutto come prima (ride!).

Un poโ€™ d’informazioni su di te: chi รจ Jacopo?

Sono uno che crede che il miglior divertimento sia divertire gli altri.

Cosa leggi, che musica ascolti?

Di musica non ne ascolto moltissima, ma leggo tanto. Sono un appassionato di Marcel Proust, in questo periodo sto leggendo Alla ricerca del tempo perduto.

E per quanto riguarda i film?

Cerco di guardare tanto, soprattutto prodotti che non si trovano facilmente, un cinema piรน ricercato e di nicchia. Che poi รจ il cinema che vorrei fare io!

Quindi una mega produzione hollywoodiana la rifiuteresti?

No, assolutamente no (ride!). Non rifiuterei nulla, basta che non intacchi la mia dignitร .

Hai mai pensato di passare dallโ€™altra parte della macchina da presa?

Lungi da me farlo. Mi piace piรน scrivere, ho infatti dei progetti di scrittura in ballo.

Le ultime due domande di rito: qual รจ il tuo rapporto con lโ€™Umbria?

Quando sono allโ€™estero mi piace tanto dire che sono umbro e di Perugia e mi inorgoglisce molto quando scopro che le conoscono e che gli piacciono.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Ruvida, selvaggia, accogliente.

Il “Gamay del Trasimeno”, รจ un vino umbro di eccellenza che ha una storia un poโ€™ particolare: infatti per molto tempo รจ stato frainteso e scambiato per un altro vitigno a cui deve il suo attuale nome. Un errore, a volte, puรฒ scatenare problemi o creare un capolavoro.

Immaginiamo per esempio il celebre dolce milanese che ha preso il nome dal garzone Toni, che si adoperรฒ per rimediare a un guaio culinario e da qui nacque il Pan de Toni, oggi Panettone. Lo stesso vale per la nascita del gorgonzola, dovuto a un errore di un casaro che per una dimenticanza diede vita al celebre e amatissimo formaggio. Cosรฌ come il ghiacciolo che nacque involontariamente dopo aver lasciato un bicchiere, contenente una bevanda con un bastoncino per girarla, per una notte allโ€™influenza delle gelide temperature esterne.
Cosรฌ come per la scoperta di alcuni vaccini, nati quasi per caso o per il risultato casuale di alcune scoperte o sperimentazioni scientifiche che hanno, inavvertitamente, sovvertito certe tesi conclamate o ipotizzate: solo per fare alcuni esempi, le scoperte di Cristoforo Colombo, Sobrero, Nobel, Rontgen, Curie, Fleming per quanto riguarda nuove terre, la nitroglicerina, i raggi X, la penicillina, oppure i fiammiferi, la penna biroโ€ฆ

 

Gamay del Trasimeno, foto via Facebook

La storia del nome

Ma torniamo al nostro straordinario vino Gamay del Trasimeno e alla sua storia del nome sbagliato. Fin dal suo arrivo sulle sponde lacuali nel XVI secolo, il vitigno veniva allevato con la tecnica ad alberello e chiamato Vitigno Francese e perciรฒ denominato erroneamente, fin dai suoi albori di piantumazione nelle terre circondanti il Trasimeno, Gamay, come il vitigno francese coltivato ad alberello e che da origine al vino Beaujolais. Nella dote che portรฒ la nobildonna spagnola Eleonora de Mendoza quando convolรฒ a nozze a Castiglione del Lago con il duca Fulvio della Corgna, cโ€™erano alcune viti di provenienza spagnola portate in Umbria come buon auspicio per un felice matrimonio.
Da allora quelle viti sono state da sempre chiamate Gamay, ma in realtร  appartengono alla famiglia della Grenache, vitigno che dร  origine, tra gli altri vini, allโ€™Alicante e al Cannonau.
Lโ€™errore persiste ancora oggi e nellโ€™immaginario collettivo, quel superbo vino, viene ancora chiamato Gamay a cui, per differenziarsi da quello che da origine al Beaujolais francese, qualcuno ha ben pensato di abbinare la parola Trasimeno. Quindi il Gamay del Trasimeno non รจ un Gamay ma una Grenache con il nome sbagliato.
Per le sue caratteristiche possiamo dire che รจ un vino che nasce da una bacca rossa, alla vista รจ di colore rosso rubino, dal profumo intenso con sentori di frutta secca e rossa e a volte di cacao.

 

Vini del Trasimeno, foto by Facebook

 

Come ci ha evidenziato Valentina Clemente, la Strada del Vino Colli del Trasimeno ha potuto segnalare con orgoglio che nel concorso internazionale Grenaches du Monde 2021, il Gamay del Trasimeno ha ricevuto 5 medaglie dโ€™oro con 4 cantine lacustri: Madrevite, Coldibetto, Duca della Corgna e Casaioli. I viticoltori del Trasimeno hanno lavorato con dedizione e passione e il Gamay del Trasimeno conferma, con i premi ricevuti, il suo riconoscimento e apprezzamento a livello mondiale. Siamo certi che questa eccellenza enologica umbra continuerร  a dare altre soddisfazioni ai suoi produttori e ai suoi crescenti estimatori. Assaggiare questo fantastico vino, magari ammirando il paesaggio lacustre e nel contempo degustando la tipica zuppa di pesce di lago, il tegamaccio, รจ certamente unโ€™occasione da non perdere anzi da provare e soprattuttoโ€ฆ da ri-provare.

ยซCโ€™รจ chi vuole preservare le pietre, chi le tradizioni, chi le ricette. Io vorrei conservare le persone e le loro vite, soprattutto se le persone in questione sono esempi incredibili di vite da romanzo, di esistenze uniche, indimenticabili: delle piccole opere dโ€™arteยป.

Simone Zaccagni con Gigino Menichetti

Quaranta biografie romanzate. Quaranta eugubini normalmente eccezionali. Quaranta personaggi le cui gesta sono passate alla storia e i loro aneddoti raccontati a distanza di anni. Una vera squadra di top player raccolti nel libro Eugubini Fantastici scritto da Simone Zaccagni (edito da Alter Erebus press & label) che verrร  presentato a Gubbio nel chiostro di San Pietro nelle serate di sabato 26 giugno (18.30) e domenica 27 giugno (21.00).
Abbiamo incontrato Simone in anteprima per farci svelare i segreti di questโ€™opera, che non vuol essere solo goliardica ma anche – a suo modo – storica:ย ยซHo voluto rendere immortali persone che, con la sola tradizione orale, rischiavano di scomparire. Gubbio ha un Pantheon di questi personaggi, ha una pletora di campioni, un poโ€™ come la serie A degli anni Ottanta e io, come Roberto Mancini, ho selezionato i migliori. Stiamo parlando di personaggi degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta; ancora vivi ce ne sono soltanto 5-6. Proprio per questo ho voluto omaggiarli e conservarli per evitare che si perdessero tra i ricordi: cโ€™รจ lโ€™imprenditore di successo e il disoccupato, lโ€™artigiano e lโ€™avvocato, il maestro e la casalinga, quelli che hanno letto un milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Personalitร  semplici e personalitร  piรน complesse, tutti diversi ma uguali nellโ€™essere ricordati da una cittร  interaยป spiega Zaccagni.

 

Gli immortali

Se Alรฌ Babร  aveva i 40 ladroni,ย Zaccagni ha i suoi 40 personaggi che hanno fatto, a loro modo, la storia di Gubbio e che tenta di preservare come dei veri monumenti storici. ยซAlcuni di loro รจ dโ€™obbligo menzionarli perchรฉ, come gli artisti del Rinascimento, occorre solo il nome o il soprannome per indentificarli. A Gubbio tutti li conoscono. Penso a Luigi Allegrucci (Guerciolo) e Antonio Farneti (Cioceri) – entrambi hanno fatto anche incursioni nei programmi tivรน nazionali – al commendator Pietro Barbetti, a cui hanno intitolato lo stadio, a Giorgio Gini (Lโ€™avvocato) che รจ stato il primo umbro a scalare il Monte Bianco e il primo eugubino a donare il sangue โ€“ a Gubbio ancora non si poteva e quindi si recรฒ a Perugia. Tra le donne non potevo non ricordare La Penella (Penelope Banano) che negli anni dopo la Guerra inventรฒ una sala da ballo dentro il salotto di casa sua. Tutti i sabati sera e le domeniche pomeriggio la vallata andava a ballare lรฌ; poi – visto che lโ€™idea funzionava – spostรฒ la sala sopra la stalla, da vera innovatrice della green economy, cosรฌ da farla scaldare dal calore del bestiame che passava attraverso le assi del pavimento, certo non passava solo il calore! Sono tutte persone che nella loro semplicitร  sono state innovative per lโ€™epoca che hanno vissuto. Allโ€™interno del libro spesso sโ€™incontrano e interagiscono fra di loro, entrando lโ€™uno nella storia dellโ€™altro: una specie di crossing-over letterarioยป prosegue lโ€™autore.

I 40 personaggi

Una ricerca lunga 20 anni

Per scrivere Eugubini Fantastici โ€“ un chiaro omaggio al film Animali fantastici e dove trovarli – lโ€™autore ha fatto un lungo e meticoloso lavoro di ricerca, parlando con parenti, amici o semplici conoscenti di questi personaggi, ma lโ€™idea ha iniziato a prendere corpo una ventina di anni fa, quando con il fratello Francesco, in un sito, ha scritto e riunito le storie di 20 eugubini. ยซEra stata fatta anche una raccolta uscita in allegato con il giornale Gubbio Oggi: a questi ne ho aggiunti altri 20 ed ecco il libro: un volume prettamente dedicato agli umbri, ma non รจ detto! Al suo interno ci sono anche delle illustrazioni di Eugenio Rotondi realizzate a carboncino. Posso dire che si aggiunge al Dizionario Eugubino – Italiano che ho scritto nel 2016. Lรฌ cercavo di salvare il dialetto, qui salvo i personaggi che hanno fatto una vita normale, ma che per vari motivi รจ diventata eccezionale e piena di aneddoti da raccontare e conservareยป conclude Simone Zaccagni.

 


Ecco lโ€™elenco completo dei 40 personaggi:

  1. Luigi Allegrucci (Guerciolo)
  2. Lanfranco Amedei (Panรฌco)
  3. Armando Baldelli (Anghiga)
  4. Michelangelo Bellini (Baleani)
  5. Penelope Banano (La Penella)
  6. Pietro Barbetti (Il Commendatore)
  7. Ermete Bedini (Il Dottore)
  8. Giancarlo Bellucci (Carlinga)
  9. Mario Bianconi (Balenella)
  10. Franco Brandelli (Mago Sanguinetti)
  11. Filippo Braccini (Sciรนpete)
  12. Bruno Capannelli (Baratieri)
  13. Alessandro Casagrande (Sandro Del Forno)
  14. Aurelio Casagrande (Checco)
  15. Franco Casagrande Fioretti (Paquito)
  16. Adalgisa Cerbella (La Gisa)
  17. Giuseppe Cerri (Peppe โ€˜L Capelaro)
  18. Corrado Codignoni
  19. Antonio Farneti (Ciรฒceri)
  20. Pietrangelo Farneti (Pacio)
  21. Umbro Filippetti
  22. Enzo Gambini
  23. Mario Gillosi (Marietto Dei Vecchi)
  24. Giorgio Gini (Lโ€™avvocato)
  25. Mario Marcheggiani (Marullo)
  26. Giambattista Mazzacrelli (Tito)
  27. Mauro Mengoni (Mauro De Baldone)
  28. Luigi Menichetti (Gigino)
  29. Cecilia Morotti (La Cรฌa)
  30. Enrico Nicchi (Pittino)
  31. Aurelio Passeri (Elio)
  32. Natale Stefano Pauselli (Baffino)
  33. Walter Piccotti (Strizze)
  34. Claudio Pierini (Classe)
  35. Iole Poggi (La Iole)
  36. Luca Signoretti
  37. Astorre Spogli (Bacelone)
  38. Onelio Tosti (Lolly)
  39. Filippo Uccellani
  40. Piero Vispi (Pierino โ€˜L Ciclista)

Immaginiamo, qualche secolo fa, un pastore con le sue pecore e i suoi cani che porta i propri ovini a brucare in qualche pascolo lontano dalla propria casa: รจ il fenomeno della transumanza, le cui radici affondano nel III secolo a.C.

In Italia, la transumanza รจ stata sempre effettuata con regolaritร , anche se in tempi recenti non รจ poi ancora cosรฌ diffusa, per motivi legati a tecnologie e modalitร  di allevamento animale innovative: in alcuni casi viene fatta con camion e autotreni su cui vengono trasportati gli animali. La transumanza mediterranea – differente รจ quella alpina legata allโ€™alpeggio in estate e alla custodia in stalle in inverno – รจ il trasferimento delle mandrie e delle greggi, in estate, verso i pascoli in quota e in inverno verso quelli a valle e in pianura, con spostamenti tra territori anche molto distanti tra di loro.

 

 

Lo spostamento degli animali, attraverso i tratturi – le vie della transumanza – รจ una ricorrenza antica utile ad avere condizioni climatiche favorevoli e sempre buoni pascoli; i pastori vi portavano le loro greggi, venendo accompagnati dai loro fedeli e operosi cani, che rappresentavano un imprescindibile aiuto per la gestione e la difesa delle pecore. Talvolta gli spostamenti stagionali riguardavano anche i cavalli, come per quelli bradi di Castelluccio di Norcia.
Questa usanza รจ stata praticata, fin dai tempi antichi, nelle regioni dellโ€™appennino centro-meridionale, soprattutto nella parte meridionale di Umbria e Marche, nella maremma tosco-laziale, nellโ€™alto Lazio, in Puglia, Lucania, Campania, Abruzzo e Molise. Tale tecnica pastorale ha innescato importanti e indissolubili conseguenze con scambi sociali, culturali e gastronomici.
Da questo punto di vista i pastori, nei loro percorsi di transumanza, transitavano perlopiรน distanti dai luoghi antropizzati e dovevano cibarsi dove si trovavano e con quello che avevano a disposizione. Infatti si portavano dietro alimenti che rimanessero inalterati nonostante il clima e i lunghi tragitti, al fine di conservare le loro caratteristiche alimentari. Carni secche, formaggi, fiaschetta di vino e gallette venivano portati al seguito mentre scambiavano, con i contadini che incontravano, formaggi freschi e ricotta con uova, pane, farina, vino oppure con sale, pepe, tabacco e fiammiferi. Lo scambio di culture, di prodotti, di usi e costumi, fin da allora nasceva spontaneo tra popolazioni diverse.
Una fonte dโ€™acqua era una sosta obbligata per far bere le greggi e qui i pastori sโ€™incontravano tra di loro o con le genti locali che commerciavano o che esercitavano il baratto. In questi luoghi, costantemente frequentati, potevano nascere, sasso dopo sasso, o un ricovero o un luogo di culto e in seguito un agglomerato abitato.

I piatti della tradizione

Tra gli alimenti che un pastore transumante dellโ€™appennino dellโ€™areale prossimo al confine umbro-laziale-marchigiano-abruzzese e destinato con le sue greggi ai pascoli attorno a Roma poteva portare con sรฉ, come scorta personale di derrate alimentari, erano farina o pasta essiccata, pecorino, guanciale, uova e dopo la scoperta dellโ€™America, il pomodoro.
Da questi pochi elementi nascono dei piatti definiti storici e di culto che hanno origine dalla cucina tipica antica, conosciuti a tutte le latitudini del globo terrestre e che la cittร  di Roma ha fatto si che siano divenuti tra i protagonisti della propria tipicitร : Roma li ha fatti conoscere ai viaggiatori di tutto il mondo associandoli, come รจ corretto, a un binomio indissolubile costituito dalla bellezza della Cittร  Eterna e dalla bontร  degli antichi piatti.
Quindi la pasta cacio e pepe, la gricia, la carbonara e lโ€™amatriciana sono piatti considerati tra i piรน autorevoli e apprezzati ambasciatori di romanitร  che ovunque non vengono tradotti nella lingua locale ma sono, a prescindere, riconosciuti e desiderati, riuscendo cosรฌ ad abbattere qualsiasi tipo di barriera e mettere dโ€™accordo tutti quelli che li hanno potuti apprezzare o solamente agognare di assaggiarli. Ma in tutto questo, i pastori transumanti dellโ€™appennino e delle campagne dellโ€™Italia centrale, sono stati i veri e inconsapevoli protagonisti per aver ispirato tali ricette nate da ingredienti, per loro necessari e che hanno donato unโ€™unicitร  culinaria e tipicitร  che Roma ha avuto il pregio e la forza di diffondere ai palati di tutto il mondo.

 

Carbonara

 

Possiamo dire che la pasta alla gricia รจ la capostipite storica dei condimenti delle altre paste; schematicamente, mettendo in risalto gli ingredienti che compongono il piatto, potremmo cosรฌ riassumere:

  • pasta, guanciale, pecorino e pepe = Pasta alla Gricia;
  • meno guanciale = Pasta Cacio e Pepe;
  • piรน uovo = Pasta alla Carbonara;
  • piรน pomodoro = Pasta allโ€™Amatriciana.

Tutti e quattro i piatti sono composti da ingredienti molto semplici, ma la loro preparazione รจ talmente delicata e meticolosa nei vari passaggi culinari che richiede molta attenzione.
Ciascuno di questi quattro piatti ci aiuterร  a fare un viaggio del gusto a ritroso nel tempo e con la mente potremmo immaginare di diventare un poโ€™ pastori come quelli che preparavano e assaporavano la loro pasta in unโ€™antica ricetta mentre, con le loro greggi, erano destinati ad arrivare a Roma e a portare le loro preziose testimonianze culinarie che sarebbero state destinate a divenire immortali come e insieme alla beltร  della Cittร  Eterna.
Non solo Roma ma visitare lโ€™appennino umbro e laziale, n0ursino e amatriciano potrebbe essere unโ€™occasione per scoprire nuove mete e territori e conoscere le comunitร  locali con le loro tradizioni secolari. Sicuramente, durante le nostre passeggiate sui sentieri tra un borgo e lโ€™altro, incontreremo qualcuno che ci intratterrร  piacevolmente con racconti e aneddoti sulla transumanza e magari essere accompagnati nella conversazione da un gustoso piatto di pasta preparato con una ricetta antica e un bicchiere di buon vino.
Rimanete sintonizzati su queste pagine, prossimamente vi racconteremo la preparazione originale delle quattro antiche ricette e allora si che ne scopriremo delle belleโ€ฆ vi avviso che saranno banditi aglio, olio, peperoncino, cipolla e ovviamente la panna, altrimenti non parleremo delle antiche e originali ricette ma delle loro, seppur apprezzate, fantasiose e irriverenti varianti. Evviva i pastori! Evviva la tradizione pastorale appenninica e italiana!

ยซMille cause hanno concorso a fare dellโ€™Italia una specie di museo generale, un deposito completo di tutti gli oggetti che servono allo studio delle arti. (โ€ฆ) Si compone di statue, di colossi, di templi, di stucchi, di affreschi (โ€ฆ) ma si compone altresรฌ di luoghi, di paesaggi, di montagne, di strade, di vie antiche (โ€ฆ) di reciproche relazioni tra tutti i reperti, di memorie, di tradizioni locali, di usanze ancora in vita, di paragoni e di raffronti che non possono farsi che sul postoยป.
Quatrรจmere de Quincy, Lettres ร  Miranda, 1796

In seguito alle prime spoliazioni napoleoniche perpetrate da Bonaparte in Umbria, ne seguirono altre, altrettanto sistematiche, che lacerarono il patrimonio regionale. Il 1815 non รจ solo lโ€™anno della sconfitta di Napoleone a Waterloo e del congresso di Vienna, ma anche lโ€™epoca in cui il famoso scultore Antonio Canova venne convocato da papa Pio VII con una missione: recuperare le opere dโ€™arte requisite a Roma e negli altri centri culturali dalle truppe napoleoniche.
Fondamentali in questo clima furono le Lettere a Miranda del critico dโ€™arte francese Antoine Chrysostome Quatremรจre de Quincy, pubblicate in piena Rivoluzione francese. Le lettere non solo rappresentano un atto politico di resistenza alle spoliazioni delle opere dโ€™arte, ma esprimono concetti fondamentali quali la tutela dei beni culturali e la teoria di contestualitร  delle opere con il proprio ambiente. Grazie al Canova quasi tutte le opere tornarono in Italia: alcune confluirono nella Pinacoteca Vaticana incrementandone la collezione, altre invece tornarono ai loro legittimi proprietari.
Eccelsa opera requisita dai francesi fu il Polittico Guidalotti, capolavoro del Beato Angelico conservato presso la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria.[1]

Beato Angelico, Polittico Guidalotti, Galleria Nazionale dell’Umbria

 

Il polittico fu commissionato allโ€™artista da Elisabetta Guidalotti per la cappella di famiglia, dedicata a san Nicola, presso la chiesa di S. Domenico a Perugia. Lโ€™impresa rispondeva alla necessitร  dei Guidalotti, famiglia perugina tra le piรน importanti ma caduta in disgrazia alla fine del Trecento, di riguadagnare prestigio in campo sociale e culturale.
La monumentale pala dโ€™altare รจ composta da ben venti tavole dipinte. Sebbene la divisione a trittico dellโ€™opera sia ancora di gusto tardogotico, la composizione risulta comunque unificata grazie allโ€™impiego di espedienti spaziali di grande efficacia e modernitร : la luce cristallina e puntuale bagna le figure e, impigliandosi nei tessuti e negli oggetti, conferisce veritร  materica. Eccelsi sono i riflessi delle superfici nei vasi ai piedi del trono o la morbidezza tattile del piviale di san Nicola e della veste azzurra della Madonna, definita da ampie pieghe capaci di far trapelare le forme del corpo sottostante. Al centro รจ dipinta la Madonna con il Bambino in trono circondata da quattro angeli, due dei quali tengono tra le mani canestri pieni di fiori. Affiancano la Vergine san Domenico, san Nicola da Bari, san Giovanni Battista e santa Caterina dโ€™Alessandria.
Ad attirare lโ€™attenzione dei francesi sullโ€™opera furono, in particolare, le tavolette della predella: le prime due vennero spedite a Parigi nel 1812, ed oggi sono conservate nella Pinacoteca Vaticana, mentre la terza fu portata a Roma lโ€™anno successivo da Agostino Tofanelli, conservatore del Museo Capitolino; questโ€™ultima riuscรฌ a rientrare a Perugia nel 1817.
Altra eccelsa opera requisita dalle truppe napoleoniche fu la Deposizione Baglioni, di cui Orsini parla come ยซoperette di singolar bellezza, uscite dal pennello del divin Raffaelloยป. Lโ€™opera realizzata da Raffaello รจ datata e firmata 1507. La pala dโ€™altare, stando alle notizie riportate da Vasari, venne commissionata da Atalanta Baglioni, appartenente alla celebre famiglia perugina. Il soggetto della pala centrale, la Deposizione di Cristo, venne probabilmente dettato dalla volontร  di omaggiare il figlio della donna, Grifonetto, assassinato proprio in Corso Vannucci, nel corso di alcuni fatti di sangue interni alla stessa famiglia per il dominio di Perugia nel 1500. Fu proprio la madre Atalanta a pronunciare solennemente: ยซChe questo sia l’ultimo sangue che scorre su Perugiaยป.

 

Sassoferrato, Deposizione, Basilica di San Pietro. Foto Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia

 

La predella fu recuperata da Canova il 21 ottobre 1815 ma rimase a Roma nella Pinacoteca Vaticana. Il soggetto dellโ€™opera perรฒ lo possiamo ammirare grazie a due copie: la prima realizzata da Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato nel 1639 ed oggi conservata nella Basilica di San Pietro a Perugia ed una seconda copia di Giuseppe Cesari detto il Cavalier dโ€™Arpino, che eseguรฌ lโ€™opera nel 1608 per volontร  di Paolo V, dopo che lโ€™originale era stata trafugata; questโ€™ultima opera รจ oggi conservata presso la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria.
I commissari napoleonici, in particolare, lโ€™esperto dโ€™arte Tinet e Denon denominato lโ€™occhio di Napoleone, setacciarono per reperire capolavori non solo Perugia, ma anche molte altre cittร  umbre, tra le quali Cittร  di Castello. Presso la chiesa di San Francesco nella cittร  tifernate, Filippo Albizzini commissionรฒ a Raffaello lo Sposalizio della Vergine,ย  opera firmata Raphael Urbinas e datata MDIIII, รจ una delle opere piรน celebri dell’artista, che chiude il periodo giovanile e segna l’inizio della fase della maturitร  artistica.[2]
Per questโ€™opera lโ€™Urbinate si ispirรฒ a unโ€™analoga tavola che proprio in quegli anni Perugino stava dipingendo per il Duomo di Perugia, vedendola in tutta probabilitร  in una fase ancora intermedia.[3]
Lo sposalizio di Maria e Giuseppe avviene in primo piano, con al centro un sacerdote che, tenendo le mani di entrambi, officia la funzione. Dal lato della Vergine รจ posto un gruppo di donne, da quello di Giuseppe sono presenti alcuni uomini, tra cui uno che spezza con la gamba il bastone che, non avendo fiorito, ha determinato la selezione dei pretendenti. Maria infatti, secondo i vangeli apocrifi, era cresciuta nel Tempio di Gerusalemme e quando giunse in etร  da matrimonio venne dato ad ognuno dei pretendenti un ramo secco, in attesa di un segno divino: l’unico che fiorรฌ, fu quello di Giuseppe.
Le figure sono legate da una vaga e poetica malinconia in cui nessuna espressione รจ piรน caricata di altre, nemmeno quella del pretendente che spezza il ramo in segno di rancore, in alcun modo corrucciato o teso. La magnifica opera fu requisita e non ha fatto piรน ritorno nel suo luogo di origine, oggi รจ conservata presso la Pinacoteca di Brera. Nella chiesa tifernate รจ perรฒ possibile ammirare un perfetto clone della tavola: grazie a 4250 scatti fotografici รจ stata realizzata una copia cosรฌ fedele da replicare anche le pennellate e le imperfezioni che il tempo ha lasciato sulla superficie dellโ€™originale.
Le eccellenze artistiche tornate in Umbria, ricontestualizzate nel territorio o nel tessuto urbano che le ha generate, sono la testimonianza di come le opere dโ€™arte acquisiscano valore di civiltร  solo dalla profonda relazione con il paesaggio che lโ€™ha suggerite, la cultura che le ha generate e i luoghi che lโ€™hanno custodite.

 


Prima parte


[1] John Pope-Hennessy, Beato Angelico, Scala, Firenze 1981.
[2] Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008.
[3] Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell’arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.

Unโ€™idea poi uno schizzo: ecco come nascono i vestiti. Poi lo schizzo viene razionalizzato, sviluppato e ingrandito sino a prendere vita sotto forma di cartamodello.

Il cartamodello รจ la base per scegliere il tessuto piรน idoneo a valorizzare quello che era solo un abbozzo su carta. Come vuole la prassi, pronto il cartamodello, si puรฒ procedere a tagliare la stoffa e a cucire il vestito; la prassi perรฒ non รจ un dogma anche se non sembra essere cosรฌ facile da ribaltare.

Se a creare vestiti, invece di un sarto, mettiamo unโ€™artista architetto e per di piรน donna, le cose cambiano e la prassi va in malora. Parte integrante della mentalitร  dellโ€™architetta รจ la geometria, ed รจ proprio la geometria che lei applica anche per realizzare vestiti. Emanuela Romiti รจ unโ€™architetta che progetta costumi dโ€™epoca partendo da due diversi punti che convergono, ovviamente, nel vestito elaborato e pronto da indossare. I due punti sono il tessuto e la storia rivisitata. Chi viene prima? Dipende. Lei, Emanuela Romiti, รจ una ricercatrice impulsiva e unโ€™accumulatrice seriale di tessuti e oggetti dโ€™abbigliamento che acquista e accantona dicendo: si vedrร . Finora lโ€™accumulo ha trovato sempre un utilizzo. Come Sherlock Holmes guarda il tessuto e cerca lโ€™indizio giusto che le farร  scattare lโ€™idea.
Lโ€™indizio puรฒ nascondersi dentro il tessuto. Se, ad esempio, il tessuto ha un ricamo a disegno sinuoso, sarร  la geometria che si impadronirร  del disegno per valorizzarlo.
Ho visto un abito molto bello, morbido e ricco fatto con rettangoli di stoffa: un rettangolo piรน un rettangolo, piรน un rettangolo hanno creato una meraviglia che perรฒ non ha niente di rettangolare. Magico. Alla fine ha prevalso la fantasia sulla geometria, ma รจ stata la geometria a guidarla.
Il cartamodello che per tutti i sarti รจ la base indispensabile per tagliare la stoffa lei non lo usa. Allโ€™architetta bastano tessuto, manichino e forbici.

 

 

Altro suo punto di forza รจ la lettura della storia. Emanuela Romiti crea costumi in base a quello che il personaggio le ispira, senza badare a quello che la storia con la S maiuscola imporrebbe sia nel tessuto sia nel colore.
Eppure, alla fine, quando lโ€™abito รจ cucito ed รจ in mostra sul manichino non ci sono dubbi che sia il vestito di quel personaggio e di quellโ€™epoca. I suoi costumi fanno concorrenza agli atelier specializzati in costumi teatrali. Ad agosto 2020 i suoi costumi furono esposti nelle sale del teatro comunale di Todi portando i visitatori ad attraversare i secoli con la fantasia e con le mani.

Alcune creazioni si potevano pure toccare; si partiva da Desdemona per arrivare a Josefine Baker. Immagine e fantasia sono il connubio magico di quei vestiti che invogliano a indossarli. La professoressa che per anni ha insegnato Scienza della moda e progettazione stilistica ha un bagaglio di conoscenze multiplo. Per lei guardare un vestito vuol dire entrare nellโ€™epoca da un punto di vista stilistico, economico per la conoscenza del tessuto e tecnico perchรฉ, per deformazione professionale, guarda il tessuto in divenire, esattamente come guarderebbe un terreno che diventerร  un palazzo.

Emanuela Romiti, artista dalle molte sfaccettature, non ha un atelier ma un vero e proprio laboratorio nella campagna di Todi. Le colline che vede dalle finestre del laboratorio lโ€™hanno invogliata a riportare su carta lโ€™emozione che le ispirano quei panorami e creare delle acqueforti.

La prossima estate, Covid permettendo, ABC eventi aprirร  uno spazio espositivo nel centro di Todi, dove saranno in mostra per essere ammirati vestiti e costumi o forse saranno solo vestiti da sposa di ogni epoca. Vestiti dโ€™artista. Forse si potranno pure provare e magari anche acquistare. Si vedrร .

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