Cittร della Pieve: successo e apprezzamenti per la presentazione del protocollo dโintesa tra istituzioni civili e religiose per i 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, anche direttamente dal conduttore Bruno Vespa.
Si รจ svolta a Cittร della Pieve la conferenza stampa per la presentazione del protocollo dโintesa tra il Gal Trasimeno-Orvietano, i Comuni di Cittร della Pieve, Cortona, Orvieto e Todi e le relative Diocesi che sancisce la collaborazione di questi Enti per le celebrazioni, nel 2023, della ricorrenza dalla morte di Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino e di Luca Signorelli. Lโappuntamento aperto dal Presidente del Gal Trasimeno- OrvietanoGionni Moscetti, che ha ringraziato i firmatari per aver individuato il Gal come Ente Capofila del Protocollo e salutato i presenti.
Lโiniziativa, con il prestigioso coordinamento del noto conduttore televisivo Bruno Vespa ha visto la presenza della Presidente della Regione dell’UmbriaDonatella Tesei, del Senatore Luca Briziarelli, della Prof. Laura Teza Universitร degli Studi di Perugia, dei Sindaci delle quattro cittร Firmatarie Fausto Risini, Luciano Meoni, Roberta Tardani e Antonino Ruggiano, di Riccardo Cotarella, Dominga Enrica e Marta Cotarella, Ruggero Parrotto della Fondazione, e del Presidente e del Direttore del Gal Trasimeno-Orvietano Gionni Moscetti e Francesca Caproni.
Apprezzamenti per lโiniziativa sono arrivati direttamente da Bruno Vespa che ha sottolineato come un evento di questo tipo รจ riuscito a mettere insieme una serie di istituzioni civili, religiose e due Regioni, nei tempi giusti, con due anni di anticipo, per costruire un progetto serio e credibile che valorizzi il territorio in modo integrato tra Arte, Enogastronomia e tante altre autenticitร che hanno queste bellissime Regioni del Centro Italia.
La conferenza รจ iniziata con una domanda del noto saggista, al Senatore Luca Briziarelli, colui che ha ideato questo progetto ed e messo insieme i soggetti pubblici e privati coinvolti. Alla domanda come le รจ venuta questa idea, il Senatore ha risposto che รจ stato innanzitutto ispirato dalla necessitร di passare dal concetto di territorio marginale a quello di area di confine tra Umbria e Toscana,ย lavorando in sinergia a sostegno dellโofferta turistico-culturale, mettendo insieme il doppio evento di due personaggi che hanno lasciato un importante segno della loro opera artistica nei nostri territori, cosรฌ da rappresentare una opportunitร sul piano economico per riscoprire quellโItalia di mezzo, troppo spesso schiacciata dal dibattito Nord/Sud, che non si puรฒ certo perdere.
Anche la Presidente Donatella Tesei, ha plaudito allโiniziativa e garantito il sostegno della Regione dellโUmbria a questo Protocollo, che parte nei tempi giusti e che si coordinerร anche con altri eventi ed iniziative che si realizzeranno nellโintero territorio Umbro. Ha assunto inoltre lโimpegno a mantenere e far crescere i rapporti istituzionali con tutte le regioni del centri Italia.
Condivisione e sostegno da tutti i Sindaci coinvolti e disponibilitร da parte dellโUniversitร degli Studi di Perugia, portate dalla Prof. Laura Tezi, a collaborare per la definizione del progetto che seguirร al protocollo di Intesa.
Riccardo e Dominga Cotarella hanno portato il contributo della partnership privata, sottolineando come la collaborazione tra istituzioni pubbliche e private attraverso lโimpegno comune puรฒ creare valore aggiunto ad ogni progetto. Dominga ha ricordato il programma dellโevento Orvieto Cittร del Gusto e dellโArte che si svolgerร ad Orvieto dal 27 settembre al 3 ottobre prossimi e, rappresenterร la prima occasione per presentare anche approfondimenti sul Protocollo dโintesa e sui progetti che ne seguiranno. I rappresentanti del Gal hanno inoltre assicurato impegno non solo nel coordinare lโaccordo, ma anche per coinvolgere gli altri Gal in modo da farne un progetto di cooperazione interregionale che potrebbe supportare una importante azione di marketing territoriale.
La serata si รจ conclusa invitando gli intervenuti allโevento di Orvieto, ma anche annunciando a una prossima data per presentare il progetto a Roma, e comunicarlo a livello nazionale.
ยซMolta parte dellโanima nostra รจ dialettoโฆยป. (Benedetto Croce)
Con la nuova puntata di dialettiamoci siamo arrivati a Terni.Guarda che a Terni famo lโacciaio, mica li cioccolatini: vengono subito messe le cose in chiaro, dopotutto il ternano รจ un dialetto verace, schietto e tosto come lโacciaio.
Eleonora
A Terni mandarsi colpi e accidenti โ in modo benevolo, anche come saluto – รจ una legge non scritta. Vengono inseriti in modo del tutto naturale, come un intercalare, nelle conversazioni quotidiane, da tutte le generazioni. Nessuno รจ immune. Che pozzi fa lโurdima! (potessi fare lโultima cosa o lโultimo respiro). Ecco, prima di fare lโultima, ho fatto una chiacchierata molto divertente con Eleonora e Carlo, appassionati di veracitร ternana, che per gioco hanno realizzato adesivi e magliette con scritte dialettali: ยซNzenzati (insensati) รจ il nostro nome e per gioco abbiamo stampato questi gadget che hanno avuto un discreto successo in cittร . I ternani infatti tengono molto al dialetto e a tutto il territorio che si trova dentro la conca della provincia: vorrebbero annettere Spoleto – che per parlata sentono molto vicino – e cedere Orvieto a Perugia (scherza!). Il ternano puro viene parlato in cittร e nella campagna circostante, ma basta spostarsi di pochi chilometri e cambia. Ad esempio, gli schiaffi da noi si chiamano sbarbazzoni, mentre in alcuni paesi limitrofi diventano le frappe. Per noi le frappe sono i dolci di Carnevaleยป.
Basilica di San Valentino
Tra un colpo e insulto
La vera peculiaritร di questo dialetto รจ insultarsi o mandarsi gli accidenti: ne esiste una gamma cosรฌ vasta che sarebbe difficile ricordarseli e scriverli tutti. Con Eleonora abbiamo provato a fare una carrellata dei piรน usati e piรน divertenti (ci scusiamo in anticipo perchรฉ qualcuno ci sarร sicuramente sfuggito!). ยซI colpi e gli insulti sono unโantica tradizione a Terni, vengono detti anche in modo benevolo. Le U molto presenti; la D al posto delle T, le R, la Z che sostituisce la S: tutto questo rende la pronuncia molto rude e aumenta lโaggressivitร dellโinsulto, risultando tutto piรน veraceยป spiega Eleonora.
Ed ecco quindi gli immancabili nel vocabolario del ternano D.O.C.: Che te pozzano guardร e piagne, Che pozzi fa lโurdima (Che potessi fare lโultima cosa o lโultimo respiro), Agguastate quantu si bruttu (Guarda quanto sei brutto), Che te pozza pijร ‘n gorbu a tracolla cuscรฌ non te lu perdi, ร arrivatu penzace (ร arrivato quello che capisce tutto), Quanno pozzo mโappallozzo, spessu pozzo (Quando posso mi rilasso, spesso posso), Cazzuvoli?, Ma che dormi da piedi? (Si dice quando una persona non รจ molto sveglia), Te svago li denti (Ti butto giรน i denti con un cazzotto), Che pozzi fa la fiamma e te smorzano co la naffetta, (Che tu possa prendere fuoco e che ti vengano a spegnere con la nafta), Pozzi arnasce millepiedi co tutte lโogne โncarnite, (Che tu possa rinascere millepiedi con tutte le unghie incarnite), Che te pozza pija ncorbu e โna sassataโฆ cuscรฌ se non te pija lu corbu, te pija la sassata (Che ti possa prendere un colpo e una sassata, cosรฌ se non ti arriva il colpo, ti arriva la sassata. Insomma, qualcosa ti succede sicuro) e Nโgorbu chetteggeli.
Portamo a spasso li dolori
La parlata di Terni si contraddistingue anche per i modi di dire e per le parole che riassumono alla perfezione situazioni e caratteristiche. Non possiamo non ricordare: Non facessi lu muffo (Non fa lo gnorri), Guarda quillu che bajengo (Bajengo vuol dire cafone ed รจ riferito in genere ai reatini), Venemo facenno (lo faccio un poโ alla volta), Sโรจ jitu Preci? (sei andato a Preci, in riferimento al terremoto del 1300. Si dice quando va tutto male), Si fattu co lu ronciu (Sei fatto con la falce, non sei cortese, educato), Magnace lu pane (Facci la scarpetta si usa quando si incontra una coppia di amici in atteggiamenti amorosi).
Palazzo Spada
ยซNon posso non citare anche Stago stago poi te dago (Aspetto aspetto e alla fine ti do addosso, ti meno, ti sbatto al muro) โ che รจ tra i miei preferiti โ e Ce sendi cerqua? (Ci senti – Hai capito come?). Oppure parole che sono nel nostro vocabolario quotidiano: come birrocchiu (tamarro, coatto), fiarati (gasati),bardascio (ragazzo), lu svejamammocci (una cosa che ti sveglia di soprassalto o un evento inaspettato), Che frasca! (quando una persona ha bevuto troppo), a ventogne (a venti unghie, a carponi quando si รจ troppo ubriachi) poro cillittu (poverino) e lโimmancabile, scappamo? (usciamo?). Infine, un motto importantissimo per la provincia di Terni, un vero state of mindPortamo a spasso li dolori (un po’ cosรฌ…), tornato di moda anche grazie a noi.
Il dialetto ternano e tutte le sue numerose sfaccettature sono un bagaglio culturale importante per la nostra cittร e per la provincia di Terni: mantenere vive le tradizioni ci rende parte di una storia che hanno scritto i nostri nonni, di una storia che forgia il nostro futuro come si forgia lโacciaioยป conclude Eleonora.
Il lago Trasimeno ha bisogno di essere sostenuto tramite attenzioni, premure e iniziative al fine di sopperire alle costanti sollecitazioni che subisce il suo naturale metabolismo, che spesso viene accelerato oltre i propri limiti e non riesce a tenere il passo ai crescenti coinvolgimenti.
Il lago sta dando piรน di quello che anatomicamente e fisiologicamente potrebbe dare. Diciamolo con chiarezza, il Trasimeno non รจ strutturato per rispondere in modo completo ed esaustivo alla quantitร di richieste e aspettative antropoidi odierne. La consapevolezza di ciรฒ รจ fondamentale per chiunque proponga, osservi o elabori. Il generoso e saggio lago, per quello che viene continuamente chiamato a dare, ha bisogno che l’essere umano sopperisca, integri, compensi, manutenga, gestisca, regolamenti, controlli; a loro volta le persone devono essere messe in grado di farlo. Soprattutto c’รจ necessitร di istituire un unico interlocutore istituzionale a cui proporre e da cui essere autorizzati per innovare, costruire, realizzare, senza chiedere le varie autorizzazioni a una miriade di enti, come attualmente รจ previsto, con le conseguenti e infruttuose implicazioni dovute a un dilatamento esasperato dei tempi autorizzativi e quindi realizzativi. Infatti, lโeccessiva burocrazia e i tanti dovuti atti amministrativi, rallentano ogni processo innovativo.
Lago Trasimeno, foto di Roberta Costanzi
Un fronte comune
La rete di tutti quei soggetti pubblici e privati che ne hanno interesse dovrebbe cementarsi maggiormente senza fazioni o deterrenticampanilismi, sia per far fronte comune senza individuali posizioni autoreferenziali, sia nellโagire per il bene della res publica. Sarebbe conveniente tenere con costanza un atteggiamento consono e congruente, affinchรฉ il lago piรน antico d’Italia possa continuare a rappresentare un’intera comunitร e proseguire a vivere come territorio altamente attrattivo per i viaggiatori, grazie alla sua cultura, storia, tradizione, pesca, agricoltura, turismo, ambiente, natura, paesaggio, enogastronomia e ai suoi splendidi borghi. Tra i tanti punti basilari, citati e a seguire, ce ne sono alcuni a cui non ci si puรฒ sottrarre in argomento! Il Trasimeno ha convissuto da sempre con il problema del livello delle acque: fin dai tempi antichi, sono accaduti forti alluvionamenti ed estese deformazioni dei margini lacuali, in altalena con le improvvise regressioni delle acque stesse.
Infatti le linee spondali del Trasimeno sono state sempre molto elastiche e flessibili, tant’รจ vero che la gente ha sempre sentenziato: ยซIl lago dร e il lago prendeยป. Anche il nome Trasimeno, secondo una tesi tra le piรน accreditate, significa, nellโantica lingua degli Umbri, quello che si sta prosciugando.
Foto di Roberta Costanzi
ร evidente che giร nel periodo avanti Cristo ci fosse un problema sul livello delle acque, continuato poi nel periodo romano, medievale, papalino, monarchico, fino a oggi. Corsi e ricorsi storici sul livello idrometricoโฆ quando troppo elevato e quando troppo poco. Torrenti deviati e rideviati, dighe, paratie, canalizzazioni, emissari, immissari. Le fonti e i dati storici non sono opinione. E, ancora oggi, non รจ stata trovata o almeno non realizzata, una soluzione adeguata, cioรจ quella che permetta di dire in merito, nulla quaestio. Nel tempo ci sono state tante lodevoli iniziative con buone intenzioni, ma senza un sistema integrato risolutivo che abbia portato ai risultati sperati.
I risultati contano eccome e la credibilitร puรฒ essere solo misurata con la congruenza tra l’annunciato e il realizzato. Il livello di antropizzazione e le relative esigenze di un tempo, facevano sรฌ che il lago non subisse condizionamenti. Semmai il contrario: era il lago a condizionare, almeno fino al mutar dei tempi e delle sempre maggiori richieste delle sue risorse, che sono state intaccate progressivamente e sempre piรน profondamente, per arrivare a un precario equilibrio tradotto in una preoccupante e repentina discesa della sostenibilitร del suo ecosistema.
Trasimeno, foto di Roberta Costanzi
Il problema idrico
Da qualche buon decennio, uno dei grandi problemi lacustri รจ l’incertezza del raggiungimento dello zero idrometrico, che appare troppo spesso come una meta utopistica.
Il bisogno idrico del Trasimeno รจ in costante crescita e dobbiamo fare i conti anche con il clima attuale che ha portato verso l’innalzamento della temperatura, sia aerea sia dellโacqua, e soprattutto alla scarsa piovositร di questi anni. Consideriamo poi che gli adduttori d’acqua convogliati al lago sono, per diversi motivi, insufficienti all’istanze naturali del vecchio Tarsminass e ovviamente tutto ciรฒ porta grandi problematiche agli operatori dei vari settori economici lacustri, in primis al settore della pesca e del turismo e non di meno allโequilibrio ecologico del lago stesso con fenomeni di eutrofizzazione e moria di pesci.
Anche perchรฉ, e dobbiamo ricordarlo, il Trasimeno รจ un bacino laminare di origine tettonica, con ridotta profonditร (attualmente al massimo di circa 6 metri allo zero idrometrico) ed รจ un ecosistema molto delicato e precario, dove lโinsieme composto da alte temperature climatiche, scarsa piovositร e vento, erode costantemente centimetri alla sua profonditร cosรฌ come inficiano la sua buona salute i dragaggi non piรน avvenuti per anni, la pulizia dei suoi fondali, la drastica riduzione e lโassente gestione del canneto, che da sempre รจ di fondamentale importanza per il suo ecosistema, lโinserimento umano irresponsabile di alcune specie animali e vegetali alloctone, lโefficienza dei depuratori, in modo particolare dโestate quando lโincremento turistico sposta notevolmente il numero delle presenze in avanti, lโeccessivo numero dei fastidiosi chironomidi e la scarsa manutenzione delle sue sponde. Tutto ciรฒ incrina e mette in dubbio la certezza e i buoni propositi di imprenditorialitร e di soggiorno turistico, corredato da una comunicazione promozionale dellโofferta talvolta vetusta, lacunosa, parcellizzata o insufficiente quando riferita agli attrattori turistici, che non sempre sono disponibili o restano chiusi alla visita del viaggiatore interessato ad ammirare le bellezze artistiche e culturali lacustri.
Cโรจ da sottolineare che, da qualche mese, si รจ ripreso a far rimuovere le attrezzature ferme in darsena da oltre un decennio, per una manutenzione del lago che rimane al momento ancora insufficiente. Siamo nella speranza e nel convincimento delle istituzioni che sia incrementata nel breve periodo, cosรฌ come che venga attuata la tanto sperata e imminente chiusura dellโincompleto anello ciclo-pedonale lacustre o la risoluzione della problematica legata allโadduzione idrica dalla diga del Montedoglio.
Desiderando poi che i desueti e vetusti battelli del trasporto pubblico, per dare un esempio responsabile e un modello da seguire e magari incentivando quelli da diporto privato, un giorno non lontano possano tutti convertirsi alla propulsione elettrica, per non caricare ulteriormente il nostro lago di fattori diametralmente opposti al decantato inno alla naturalitร e allโecologica sostenibilitร . La Provincia di Perugia ha annunciato che acquisterร a breve lโIppogrifo,unโimbarcazione elettrica per trasporto passeggeri, ottenuta grazie ai finanziamenti europei erogati dalla Regione Umbria e destinata al servizio di collegamento con lโIsola Polvese. LโIppogrifo potrร navigare dopo aver ricevuto le certificazioni autorizzative previste. Mirabile esempio di una lungimirante visione green e per un favorevole abbrivio al cambiamento per la tipologia di navigazione a favore dellโecosostenibilitร !
Isola Maggiore, foto di Roberta Costanzi
Interventi utili e imminenti
Il lago rappresenta una grande ricchezza per la sua unicitร e suggestiva bellezza. Andrebbe maggiormente valorizzato, tutelato e preservato, poichรฉ un simile gioiello naturale, che ancora oggi riesce in parte a mimetizzare le problematiche, possa essere lasciato almeno in buona salute alle generazioni future. Ma non rimane molto tempo per intervenire!
Avere rimpianti, rancori e rimorsi o ancor peggio additare qualcuno per la responsabilitร di non aver fatto o non aver fatto bene, significherebbe semplicemente direzionarsi verso un punto di non ritorno e sprecare le proprie risorse psico-fisiche per inconcludenti divagazioni non utili alla causa. Tutti, con le proprie responsabilitร e senza attendere che qualcun altro faccia, in un atteggiamento propositivo e fattivo, tra pubbliche istituzioni e attivitร private, turisti e residenti, ognuno per la propria parte, piccola o grande che sia, stimoli e sia dโesempio agli altri, partendo semplicemente da una cicca di sigaretta non gettata a terra o da una plastica correttamente accantonata, dalla pulizia e la gestione dei confini terracquei di propria pertinenza, allโattenzione di tradurre in fatti quello che si sentenzia al bar. Facciamo sรฌ che non sia troppo tardi per tracciare una nuova via che tenda a invertire una rotta giร compromessaโฆ
Bisogna sbrigarsi a trovare le risorse e le giuste soluzioni, prima di trovarci fuori tempo massimo, nel rimpianto di non aver agito velocemente e sufficientemente bene e nell’irreversibilitร dei fatti. Nel contempo rispettiamo il nostro beneamato lago e non sfruttiamolo oltre quello che puรฒ dare e soppesiamo lโarrogarsi di prendere o ricevere le sue risorse come se non avesse limiti. ร come andare a fare la spesa e prendere prodotti in grande quantitร , senza tener conto dei soldi che abbiamo in tasca: se la spesa supera la nostra disponibilitร economica, o restituiamo parte del preso o ci creiamo un debitoโฆ che prima o poi andrร pagato!
Foto di Roberta Costanzi
In tutto questo, nel 2021, la Cooperativa Pescatori del Trasimeno di San Feliciano ha chiuso la sua filiera: a Sant’Arcangelo รจ stata aperta al pubblico la loro locanda, con il motto di Pescato, Cotto e Mangiato. Esempio ammirevole e unico in Europa! Bravi Pescatori. Cosรฌ come alla grande professionalitร imprenditoriale dimostrata in questo difficile periodo dagli operatori della ristorazione e dellโaccoglienza turistica lacuale per aver continuato a mantenere unโofferta di altissima qualitร , vale un grande plauso e andrebbe meritatamente sostenuta.
Nel mentre, la Goletta Verde dei Laghi di Legambiente ha sentenziato che i 5 punti campionati sul lago Trasimeno con le analisi microbiologiche sono risultati tutti entro i limiti di legge e il meraviglioso vino Gamay del Trasimeno รจ stato premiato con 5 prestigiosi riconoscimenti al Concorso Internazionale Grenache du Monde, onorando quattro cantine lacustri sue produttrici.
Vogliamo bene al nostro beneamato lago Trasimeno, suggello di bellezza e testimone culturale di un patto di continuitร e solidarietร da trasferirsi alle generazioni successiveโฆ meditate gente, meditate! Ma non troppo a lungoโฆ il tempo stringe!
Una voce unica, graffiante e dal timbro inconfondibile. Dal Trasimeno e oltre i confini regionali e nazionali, ha ricevuto consensi ovunque. Fin da bambina, ha solcato parterre in modo confidenziale, senza paura e ha deliziato il pubblico con il suo canto trascendentale. Le seguitissime trasmissioni televisive di talent show, prima Saranno Famosi e poi X Factor, lโhanno fatta conoscere al grande pubblico come uno straordinario talento canoro e da allora ha continuato a ricevere consensi in modo crescente ed esponenziale, pur rimanendo una ragazza semplice e solare, senza mai montarsi la testa. Stiamo parlando della mirabile vocalist umbra, Annalisa Baldi.
Metti un giorno al lago Trasimenoโฆ
Annalisa รจ una ragazza che ogni genitore vorrebbe avere come figlia. Riesce fin da subito a mettere lโinterlocutore a proprio agio. Ha la faccia pulita e onesta e mentre parla ti guarda negli occhi, con il tipico atteggiamento delle persone intellettualmente oneste e leali. Non dice mai cose banali o di circostanza e il suo eloquio si arricchisce di concretezza e positivitร nel suo prosieguo. Ama parlare di tradizioni, della sua adorata Tuoro sul Trasimeno e dellโamata Umbria, della sua famiglia e dei suoi progetti. E lo fa con passione.
Dalle sue origini trae l’amore per il lavoro, per le cose che si ottengono con il sacrificio, con la perseveranza e la dedizione, il tutto nel segno dellโeducazione, del rispetto e della sua innata eleganza. La musica รจ sempre stata nei suoi perchรฉ, nei suoi dove e nei suoi quando, e le note musicali lโhanno accompagnata continuamente, sia prima di addormentarsi sia al suo risveglio. Durante la sua giornata tipica adolescenziale, il pensiero era costantemente rivolto verso lโarmonia musicale e la realizzazione dei desiderata canori.
E ce lโha fatta! Annalisa Baldi, la cantante di successo che con la sua sana ambizione e voglia di lasciare al mondo un segno canoro importante, non si sente mai appagata e realizzata: รจ la strada giusta per continuare lโascesa artistica. Brava Annalisa!
Lโelegante vocalist umbra ha un pubblico eterogeneo che la segue. Piace proprio a tutti e seppur ancora molto giovane, vanta unโimportante carriera, corredata da molti premi e riconoscimenti. Scrive i testi delle sue canzoni, da cui si possono assaporare i messaggi che vuol donare ai suoi ascoltatori; i fan si emozionano nel cantare i suoi brani, che sono uno piรน bello dellโaltro.
Con la sua sintonica band ZeroInCondotta, composta da musicisti di consolidata bravura, regala sensazioni e note che danno carezze agli animi e portano piacevolezza e gioia. Annalisa ha dedicato molto tempo allo studio e alla ricerca, che le ha permesso di raggiungere una maturitร musicale straordinaria. Ha cantato in manifestazioni ed eventi importanti, in televisioni e radio nazionali ed รจ apparsa anche in veste di ospite e presentatrice. Sul palco dimostra la sua coinvolgente presenza scenica.
ร madrina di molte iniziative sociali, dove il suo animo generoso e altruista la fa da padrone, infatti fin dal suo debutto, a 14 anni, ha fatto capire che la musica รจ la migliore cura per lโumanitร . Annalisa non si ferma mai, tanto รจ vero che ha in serbo molti progetti musicali e un paio sullโintrattenimento televisivo, come autrice e conduttrice.
Tra le sue molte canzoni e cover, che lei canta emozionando chi ascolta, ricordiamo A Prescindere, Ballo da sola, Mentre tutto cambia, Sospetto, Mentre Dormi, Bye Bye, Alice e il Blu, Un Domani, Sento solo il presente, Una Finestra tra le Stelle, Dimenticherai, Il Mondo Prima di Te, Se Avessi un Cuore, Le Parole non Mentono, Noi Siamo unโIsola, Diamante Lei e Luce Luiโฆ e poi Minuetto, Rehab, Sally, Bohemian Rhapsody e tante altre.
La cantante umbra viene dal 2020 con il brano A Prescindere, che ha consacrato Annalisa in una nuova tappa del suo percorso musicale, dove i contatti, lโamore, lโamicizia nel periodo di lockdown e la bellezza della cittร di Perugia, sono i motivi conduttori che la fanno apprezzare. Ha continuato nel 2021 con Domani Verrร , il suo nuovo singolo che sta riscuotendo notevoli approvazioni e consensi e il video sta spopolando per la sua bellezza, dopo che Sky Tg24 lโha mandato in anteprima.
Domani Verrร รจ un brano rivolto allโimprevedibilitร della vita e a un nuovo personale Rinascimento. Il calamitante video รจ ambientato sul lago Trasimeno, sulla Piana di Castelluccio di Norcia e a Rasiglia, il borgo umbro circondato dalle acque. Tre luoghi che Annalisa adora.
ยซโฆ passo dopo passo mentre ascolto il cuore sentoโฆ sโalza il vento ho foglie nuove e nuova luce adessoโฆ e vedrai domani verrร โฆยป. Parole significative, note che conducono per mano nelle emozioni, fatte per chi vuole provare sensazioni belle e positive e chiudendo gli occhi, si รจ dentro a Domani Verrร ! Siamo convinti sostenitori e certi che Annalisa continuerร a donare emozioni con la sua bellissima voceโฆ nel mondo attuale occorrono messaggi affettivi come quelli contenuti nelle sue canzoni, che fanno bene ai cuori delle persone. Cโรจ poco da aggiungereโฆ Annalisa Baldi, spacca!
ยซQuando mi hanno detto del riconoscimento pensavo che si fossero sbagliati. Non cโho creduto finchรฉ non รจ arrivata la mail ufficialeยป.
Jacopo Costantini, Nastri d’Argento 2021
Jacopo Costantini รจ un giovane attore perugino che sta muovendo โ con successo โ i primi passi nel mondo del cinema. Da poco ha ricevuto unโimportate riconoscimento: รจ stato segnalato dai giornalisti cinematografici, tra i protagonisti di domani in occasione dei Nastri dโArgento 2021. In questa lista di giovani del futuro (sei in tutto) figura Jacopo, protagonista, assieme a Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) e Matteo Gatta, del film Est – Dittatura last minute di Antonio Pisu, presentato come film dโapertura della sezione non competitiva delle Giornate degli Autori della 77aMostra Internazionale dโArte Cinematografica di Venezia. Un road-movie ambientato alla vigilia della caduta del muro di Berlino, tratto da una storia vera. ยซDomani sera il film sarร proiettato al Frontone Cinema allโAperto a Perugia e io sarรฒ presente per parlarneยป ci spiega Costantini.
La nostra chiacchierata รจ stata molto piacevole: abbiamo parlato di cinema, di mestieri difficili da portare avanti e di Umbria. Alla fine non ho resisto e gli ho fatto notare che ha un accento piรน bolognese che perugino: ยซForse perchรฉ questi giorni sono stato con Lodo, ma basta qualche ora con i miei amici di Perugia e torna il mio accentoยป.
Jacopo, a noi puoi dirlo: hai sempre voluto fare lโattore?
Sรฌ, fin da quando ero bambino. Mi piaceva intrattenere e far ridere. Dopo una piccola recita mio fratello venne da me e mi disse: ยซSe ti piace tanto, perchรฉ non provi a farlo come mestiere?ยป Lui oggi sostiene di non averlo mai detto. Forse lโho sognato! Comunque la mia famiglia mi ha sempre incoraggiato. Finito il liceo sono partito per Bologna per frequentare la Scuola di teatro Alessandra Galante Garrone e in seguito sono andato a Roma allโAccademia Internazionale dโArte Drammatica del Teatro Quirino. Poi รจ arrivata la prima tournรฉe teatrale con Lello Arena, che considero il mio maestro, dal quale ho appreso tanto tra cui la passione per questo mestiere. Perchรฉ รจ un mestiere dove si deve studiare e applicarsi.
La passione non bastaโฆ
No, ci vuole tanta dedizione e pazienza. ร un mestiere che ti forma e ti abitua al rifiuto: di 10 provini, se ne azzecchi uno รจ giร tanto. Il mio obiettivo รจ campare con questo lavoro, quindi non mi arrendo.
Meglio cinema o teatro?
Il teatro ha una condizione piรน abbordabile rispetto alla televisione o al cinema, dove inserirsi รจ molto difficile se non sei figlio di qualcuno, se non hai alle spalle forti agenzie o se non hai fatto determinate scuole.
Una scena del film Est – Dittatura last minute
Sei protagonista, assieme a Lodo Guenzi e Matteo Gatta, del film Est – Dittatura last minute con la regia di Antonio Pisu. Si tratta del tuo terzo filmโฆ
Sรฌ. Avevo giร girato due film indipendenti: nel 2018 la commedia Te lo dico pianissimo e nel 2019 Prossimo Tuo, entrambi diretti del regista Pasquale Marrazzo.
Quanto รจ vicino a te il personaggio di Bibi che interpreti in Est-Dittatura last minute?
Per realizzarlo ho estremizzato delle parti del mio carattere, che spesso freno. Ho aperto i rubinetti della bontร , dellโingenuitร e tutto รจ uscito naturalmente. Nel set non era un recitareโฆ era uno stare. Noi tre siamo diventati veramente tre amici.
Il film ti รจ valso il riconoscimento Protagonisti di domani: qual รจ stata la prima cosa che hai pensato quando lโhai saputo?ย
Oddio! Prima ho pensato che si fossero sbagliati, sono stato 10 ore nel dubbio. Poi รจ arrivata la mail ufficiale e quindi tutto รจ diventato vero. In piรน lโho ricevuto insieme a Lodo (Guenzi) e Matteo (Gatta), quindi รจ stato ancora piรน piacevole e speciale.
Jacopo Costantini e Matteo Gatta ai Nastri d’Argento 2021
Sognando: da chi vorresti essere diretto?
Poter fare un provino per Paolo Sorrentino o Matteo Garrone sarebbe bellissimo.
Un attore a cui ti ispiriโฆ
Il dio per me, รจ Gian Maria Volontรฉ.
Dal 2019 vivi a New York: comโรจ stato il passaggio da Perugia alla Grande Mela?
A Perugia sto benissimo, ho la mia famiglia e gli amici che mi sostengono sempre. Il passaggio รจ stato naturale, รจ dove volevo andareโฆ รจ quello che volevo fare. C’ho passato tutta la pandemia. Ora, il mio obiettivo รจ concentrarmi piรน sullโItalia e sfruttare al meglio questo momento di visibilitร .
Sento che hai perso lโaccento perugino e hai preso quello bologneseโฆ
Forse perchรฉ questi giorni sono stato molto con Lodo, ma basta che frequento qualche ora i miei amici di Perugia e torna tutto come prima (ride!).
Un poโ d’informazioni su di te: chi รจ Jacopo?
Sono uno che crede che il miglior divertimento sia divertire gli altri.
Cosa leggi, che musica ascolti?
Di musica non ne ascolto moltissima, ma leggo tanto. Sono un appassionato di Marcel Proust, in questo periodo sto leggendo Alla ricerca del tempo perduto.
E per quanto riguarda i film?
Cerco di guardare tanto, soprattutto prodotti che non si trovano facilmente, un cinema piรน ricercato e di nicchia. Che poi รจ il cinema che vorrei fare io!
Quindi una mega produzione hollywoodiana la rifiuteresti?
No, assolutamente no (ride!). Non rifiuterei nulla, basta che non intacchi la mia dignitร .
Hai mai pensato di passare dallโaltra parte della macchina da presa?
Lungi da me farlo. Mi piace piรน scrivere, ho infatti dei progetti di scrittura in ballo.
Le ultime due domande di rito: qual รจ il tuo rapporto con lโUmbria?
Quando sono allโestero mi piace tanto dire che sono umbro e di Perugia e mi inorgoglisce molto quando scopro che le conoscono e che gli piacciono.
Il “Gamay del Trasimeno”, รจ un vino umbro di eccellenza che ha una storia un poโ particolare: infatti per molto tempo รจ stato frainteso e scambiato per un altro vitigno a cui deve il suo attuale nome. Un errore, a volte, puรฒ scatenare problemi o creare un capolavoro.
Immaginiamo per esempio il celebre dolce milanese che ha preso il nome dal garzone Toni, che si adoperรฒ per rimediare a un guaio culinario e da qui nacque il Pan de Toni, oggi Panettone. Lo stesso vale per la nascita del gorgonzola, dovuto a un errore di un casaro che per una dimenticanza diede vita al celebre e amatissimo formaggio. Cosรฌ come il ghiacciolo che nacque involontariamente dopo aver lasciato un bicchiere, contenente una bevanda con un bastoncino per girarla, per una notte allโinfluenza delle gelide temperature esterne.
Cosรฌ come per la scoperta di alcuni vaccini, nati quasi per caso o per il risultato casuale di alcune scoperte o sperimentazioni scientifiche che hanno, inavvertitamente, sovvertito certe tesi conclamate o ipotizzate: solo per fare alcuni esempi, le scoperte di Cristoforo Colombo, Sobrero, Nobel, Rontgen, Curie, Fleming per quanto riguarda nuove terre, la nitroglicerina, i raggi X, la penicillina, oppure i fiammiferi, la penna biroโฆ
Gamay del Trasimeno, foto via Facebook
La storia del nome
Ma torniamo al nostro straordinario vino Gamay del Trasimeno e alla sua storia del nome sbagliato. Fin dal suo arrivo sulle sponde lacuali nel XVI secolo, il vitigno veniva allevato con la tecnica ad alberello e chiamato Vitigno Francese e perciรฒ denominato erroneamente, fin dai suoi albori di piantumazione nelle terre circondanti il Trasimeno, Gamay, come il vitigno francese coltivato ad alberello e che da origine al vino Beaujolais. Nella dote che portรฒ la nobildonna spagnola Eleonora de Mendoza quando convolรฒ a nozze a Castiglione del Lago con il duca Fulvio della Corgna, cโerano alcune viti di provenienza spagnola portate in Umbria come buon auspicio per un felice matrimonio.
Da allora quelle viti sono state da sempre chiamate Gamay, ma in realtร appartengono alla famiglia della Grenache, vitigno che dร origine, tra gli altri vini, allโAlicante e al Cannonau.
Lโerrore persiste ancora oggi e nellโimmaginario collettivo, quel superbo vino, viene ancora chiamato Gamay a cui, per differenziarsi da quello che da origine al Beaujolais francese, qualcuno ha ben pensato di abbinare la parola Trasimeno. Quindi il Gamay del Trasimeno non รจ un Gamay ma una Grenache con il nome sbagliato.
Per le sue caratteristiche possiamo dire che รจ un vino che nasce da una bacca rossa, alla vista รจ di colore rosso rubino, dal profumo intenso con sentori di frutta secca e rossa e a volte di cacao.
Vini del Trasimeno, foto by Facebook
Come ci ha evidenziato Valentina Clemente, la Strada del Vino Colli del Trasimeno ha potuto segnalare con orgoglio che nel concorso internazionale Grenaches du Monde 2021, il Gamay del Trasimeno ha ricevuto 5 medaglie dโoro con 4 cantine lacustri: Madrevite, Coldibetto, Duca della Corgna e Casaioli. I viticoltori del Trasimeno hanno lavorato con dedizione e passione e il Gamay del Trasimeno conferma, con i premi ricevuti, il suo riconoscimento e apprezzamento a livello mondiale. Siamo certi che questa eccellenza enologica umbra continuerร a dare altre soddisfazioni ai suoi produttori e ai suoi crescenti estimatori. Assaggiare questo fantastico vino, magari ammirando il paesaggio lacustre e nel contempo degustando la tipica zuppa di pesce di lago, il tegamaccio, รจ certamente unโoccasione da non perdere anzi da provare e soprattuttoโฆ da ri-provare.
ยซCโรจ chi vuole preservare le pietre, chi le tradizioni, chi le ricette. Io vorrei conservare le persone e le loro vite, soprattutto se le persone in questione sono esempi incredibili di vite da romanzo, di esistenze uniche, indimenticabili: delle piccole opere dโarteยป.
Simone Zaccagni con Gigino Menichetti
Quaranta biografie romanzate. Quaranta eugubini normalmente eccezionali. Quaranta personaggi le cui gesta sono passate alla storia e i loro aneddoti raccontati a distanza di anni. Una vera squadra di top player raccolti nel libro Eugubini Fantastici scritto da SimoneZaccagni (edito da Alter Erebus press & label) che verrร presentato a Gubbio nel chiostro di San Pietro nelle serate di sabato 26 giugno (18.30) e domenica 27 giugno (21.00).
Abbiamo incontrato Simone in anteprima per farci svelare i segreti di questโopera, che non vuol essere solo goliardica ma anche – a suo modo – storica:ย ยซHo voluto rendere immortali persone che, con la sola tradizione orale, rischiavano di scomparire. Gubbio ha un Pantheondi questi personaggi, ha una pletora di campioni, un poโ come la serie A degli anni Ottanta e io, come Roberto Mancini, ho selezionato i migliori. Stiamo parlando di personaggi degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta; ancora vivi ce ne sono soltanto 5-6. Proprio per questo ho voluto omaggiarli e conservarli per evitare che si perdessero tra i ricordi: cโรจ lโimprenditore di successo e il disoccupato, lโartigiano e lโavvocato, il maestro e la casalinga, quelli che hanno letto un milione di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Personalitร semplici e personalitร piรน complesse, tutti diversi ma uguali nellโessere ricordati da una cittร interaยป spiega Zaccagni.
Gli immortali
Se Alรฌ Babร aveva i 40 ladroni,ย Zaccagni ha i suoi 40 personaggi che hanno fatto, a loro modo, la storia di Gubbio e che tenta di preservare come dei veri monumenti storici. ยซAlcuni di loro รจ dโobbligo menzionarli perchรฉ, come gli artisti del Rinascimento, occorre solo il nome o il soprannome per indentificarli. A Gubbio tutti li conoscono. Penso a Luigi Allegrucci (Guerciolo) e Antonio Farneti (Cioceri) – entrambi hanno fatto anche incursioni nei programmi tivรน nazionali – al commendator Pietro Barbetti, a cui hanno intitolato lo stadio, a Giorgio Gini (Lโavvocato) che รจ stato il primo umbro a scalare il Monte Bianco e il primo eugubino a donare il sangue โ a Gubbio ancora non si poteva e quindi si recรฒ a Perugia. Tra le donne non potevo non ricordare La Penella (Penelope Banano) che negli anni dopo la Guerra inventรฒ una sala da ballo dentro il salotto di casa sua. Tutti i sabati sera e le domeniche pomeriggio la vallata andava a ballare lรฌ; poi – visto che lโidea funzionava – spostรฒ la sala sopra la stalla, da vera innovatrice della green economy, cosรฌ da farla scaldare dal calore del bestiame che passava attraverso le assi del pavimento, certo non passava solo il calore! Sono tutte persone che nella loro semplicitร sono state innovative per lโepoca che hanno vissuto. Allโinterno del libro spesso sโincontrano e interagiscono fra di loro, entrando lโuno nella storia dellโaltro: una specie di crossing-over letterarioยป prosegue lโautore.
I 40 personaggi
Una ricerca lunga 20 anni
Per scrivere Eugubini Fantastici โ un chiaro omaggio al film Animali fantastici e dove trovarli – lโautore ha fatto un lungo e meticolosolavoro di ricerca, parlando con parenti, amici o semplici conoscenti di questi personaggi, ma lโidea ha iniziato a prendere corpo una ventina di anni fa, quando con il fratello Francesco, in un sito, ha scritto e riunito le storie di 20 eugubini. ยซEra stata fatta anche una raccolta uscita in allegato con il giornale Gubbio Oggi: a questi ne ho aggiunti altri 20 ed ecco il libro: un volume prettamente dedicato agli umbri, ma non รจ detto! Al suo interno ci sono anche delle illustrazioni di Eugenio Rotondi realizzate a carboncino. Posso dire che si aggiunge al Dizionario Eugubino – Italiano che ho scritto nel 2016. Lรฌ cercavo di salvare il dialetto, qui salvo i personaggi che hanno fatto una vita normale, ma che per vari motivi รจ diventata eccezionale e piena di aneddoti da raccontare e conservareยป conclude Simone Zaccagni.
Immaginiamo, qualche secolo fa, un pastore con le sue pecore e i suoi cani che porta i propri ovini a brucare in qualche pascolo lontano dalla propria casa: รจ il fenomeno della transumanza, le cui radici affondano nel III secolo a.C.
In Italia, la transumanza รจ stata sempre effettuata con regolaritร , anche se in tempi recenti non รจ poi ancora cosรฌ diffusa, per motivi legati a tecnologie e modalitร di allevamento animale innovative: in alcuni casi viene fatta con camion e autotreni su cui vengono trasportati gli animali. La transumanza mediterranea – differente รจ quella alpina legata allโalpeggio in estate e alla custodia in stalle in inverno – รจ il trasferimento delle mandrie e delle greggi, in estate, verso i pascoli in quota e in inverno verso quelli a valle e in pianura, con spostamenti tra territori anche molto distanti tra di loro.
Lo spostamento degli animali, attraverso i tratturi – le vie della transumanza – รจ una ricorrenza antica utile ad avere condizioni climatiche favorevoli e sempre buoni pascoli; i pastori vi portavano le loro greggi, venendo accompagnati dai loro fedeli e operosi cani, che rappresentavano un imprescindibile aiuto per la gestione e la difesa delle pecore. Talvolta gli spostamenti stagionali riguardavano anche i cavalli, come per quelli bradi di Castelluccio di Norcia.
Questa usanza รจ stata praticata, fin dai tempi antichi, nelle regioni dellโappennino centro-meridionale, soprattutto nella parte meridionale di Umbria e Marche, nella maremma tosco-laziale, nellโalto Lazio, in Puglia, Lucania, Campania, Abruzzo e Molise. Tale tecnica pastorale ha innescato importanti e indissolubili conseguenze con scambi sociali, culturali e gastronomici.
Da questo punto di vista i pastori, nei loro percorsi di transumanza, transitavano perlopiรน distanti dai luoghi antropizzati e dovevano cibarsi dove si trovavano e con quello che avevano a disposizione. Infatti si portavano dietro alimenti che rimanessero inalterati nonostante il clima e i lunghi tragitti, al fine di conservare le loro caratteristiche alimentari. Carni secche, formaggi, fiaschetta di vino e gallette venivano portati al seguito mentre scambiavano, con i contadini che incontravano, formaggi freschi e ricotta con uova, pane, farina, vino oppure con sale, pepe, tabacco e fiammiferi. Lo scambio di culture, di prodotti, di usi e costumi, fin da allora nasceva spontaneo tra popolazioni diverse.
Una fonte dโacqua era una sosta obbligata per far bere le greggi e qui i pastori sโincontravano tra di loro o con le genti locali che commerciavano o che esercitavano il baratto. In questi luoghi, costantemente frequentati, potevano nascere, sasso dopo sasso, o un ricovero o un luogo di culto e in seguito un agglomerato abitato.
I piatti della tradizione
Tra gli alimenti che un pastore transumante dellโappennino dellโareale prossimo al confine umbro-laziale-marchigiano-abruzzese e destinato con le sue greggi ai pascoli attorno a Roma poteva portare con sรฉ, come scorta personale di derrate alimentari, erano farina o pasta essiccata, pecorino, guanciale, uova e dopo la scoperta dellโAmerica, il pomodoro.
Da questi pochi elementi nascono dei piatti definiti storici e di culto che hanno origine dalla cucina tipica antica, conosciuti a tutte le latitudini del globo terrestre e che la cittร di Roma ha fatto si che siano divenuti tra i protagonisti della propria tipicitร : Roma li ha fatti conoscere ai viaggiatori di tutto il mondo associandoli, come รจ corretto, a un binomio indissolubile costituito dalla bellezza della Cittร Eterna e dalla bontร degli antichi piatti.
Quindi la pasta cacio e pepe, la gricia, la carbonara e lโamatriciana sono piatti considerati tra i piรน autorevoli e apprezzati ambasciatori di romanitร che ovunque non vengono tradotti nella lingua locale ma sono, a prescindere, riconosciuti e desiderati, riuscendo cosรฌ ad abbattere qualsiasi tipo di barriera e mettere dโaccordo tutti quelli che li hanno potuti apprezzare o solamente agognare di assaggiarli. Ma in tutto questo, i pastori transumanti dellโappennino e delle campagne dellโItalia centrale, sono stati i veri e inconsapevoli protagonisti per aver ispirato tali ricette nate da ingredienti, per loro necessari e che hanno donato unโunicitร culinaria e tipicitร che Roma ha avuto il pregio e la forza di diffondere ai palati di tutto il mondo.
Carbonara
Possiamo dire che la pasta alla gricia รจ la capostipite storica dei condimenti delle altre paste; schematicamente, mettendo in risalto gli ingredienti che compongono il piatto, potremmo cosรฌ riassumere:
pasta, guanciale, pecorino e pepe = Pasta alla Gricia;
meno guanciale = Pasta Cacio e Pepe;
piรน uovo = Pasta alla Carbonara;
piรน pomodoro = Pasta allโAmatriciana.
Tutti e quattro i piatti sono composti da ingredienti molto semplici, ma la loro preparazione รจ talmente delicata e meticolosa nei vari passaggi culinari che richiede molta attenzione.
Ciascuno di questi quattro piatti ci aiuterร a fare un viaggio del gusto a ritroso nel tempo e con la mente potremmo immaginare di diventare un poโ pastori come quelli che preparavano e assaporavano la loro pasta in unโantica ricetta mentre, con le loro greggi, erano destinati ad arrivare a Roma e a portare le loro preziose testimonianze culinarie che sarebbero state destinate a divenire immortali come e insieme alla beltร della Cittร Eterna.
Non solo Roma ma visitare lโappennino umbro e laziale, n0ursino e amatriciano potrebbe essere unโoccasione per scoprire nuove mete e territori e conoscere le comunitร locali con le loro tradizioni secolari. Sicuramente, durante le nostre passeggiate sui sentieri tra un borgo e lโaltro, incontreremo qualcuno che ci intratterrร piacevolmente con racconti e aneddoti sulla transumanza e magari essere accompagnati nella conversazione da un gustoso piatto di pasta preparato con una ricetta antica e un bicchiere di buon vino.
Rimanete sintonizzati su queste pagine, prossimamente vi racconteremo la preparazione originale delle quattro antiche ricette e allora si che ne scopriremo delle belleโฆ vi avviso che saranno banditi aglio, olio, peperoncino, cipolla e ovviamente la panna, altrimenti non parleremo delle antiche e originali ricette ma delle loro, seppur apprezzate, fantasiose e irriverenti varianti. Evviva i pastori! Evviva la tradizione pastorale appenninica e italiana!
ยซMille cause hanno concorso a fare dellโItalia una specie di museo generale, un deposito completo di tutti gli oggetti che servono allo studio delle arti. (โฆ) Si compone di statue, di colossi, di templi, di stucchi, di affreschi (โฆ) ma si compone altresรฌ di luoghi, di paesaggi, di montagne, di strade, di vie antiche (โฆ) di reciproche relazioni tra tutti i reperti, di memorie, di tradizioni locali, di usanze ancora in vita, di paragoni e di raffronti che non possono farsi che sul postoยป.
Quatrรจmere de Quincy, Lettres ร Miranda, 1796
In seguito alle prime spoliazioni napoleoniche perpetrate da Bonaparte in Umbria, ne seguirono altre, altrettanto sistematiche, che lacerarono il patrimonio regionale. Il 1815 non รจ solo lโanno della sconfitta di Napoleone a Waterloo e del congresso di Vienna, ma anche lโepoca in cui il famoso scultore Antonio Canova venne convocato da papa Pio VII con una missione: recuperare le opere dโarte requisite a Roma e negli altri centri culturali dalle truppe napoleoniche.
Fondamentali in questo clima furono le Lettere a Miranda del critico dโarte francese Antoine Chrysostome Quatremรจre de Quincy, pubblicate in piena Rivoluzione francese. Le lettere non solo rappresentano un atto politico di resistenza alle spoliazioni delle opere dโarte, ma esprimono concetti fondamentali quali la tutela dei beni culturali e la teoria di contestualitร delle opere con il proprio ambiente. Grazie al Canova quasi tutte le opere tornarono in Italia: alcune confluirono nella Pinacoteca Vaticana incrementandone la collezione, altre invece tornarono ai loro legittimi proprietari.
Eccelsa opera requisita dai francesi fu il Polittico Guidalotti, capolavoro del Beato Angelico conservato presso la Galleria Nazionale dellโUmbria.[1]
Beato Angelico, Polittico Guidalotti, Galleria Nazionale dell’Umbria
Il polittico fu commissionato allโartista da Elisabetta Guidalotti per la cappella di famiglia, dedicata a san Nicola, presso la chiesa di S. Domenico a Perugia. Lโimpresa rispondeva alla necessitร dei Guidalotti, famiglia perugina tra le piรน importanti ma caduta in disgrazia alla fine del Trecento, di riguadagnare prestigio in campo sociale e culturale.
La monumentale pala dโaltare รจ composta da ben venti tavole dipinte. Sebbene la divisione a trittico dellโopera sia ancora di gusto tardogotico, la composizione risulta comunque unificata grazie allโimpiego di espedienti spaziali di grande efficacia e modernitร : la luce cristallina e puntuale bagna le figure e, impigliandosi nei tessuti e negli oggetti, conferisce veritร materica. Eccelsi sono i riflessi delle superfici nei vasi ai piedi del trono o la morbidezza tattile del piviale di san Nicola e della veste azzurra della Madonna, definita da ampie pieghe capaci di far trapelare le forme del corpo sottostante. Al centro รจ dipinta la Madonna con il Bambino in trono circondata da quattro angeli, due dei quali tengono tra le mani canestri pieni di fiori. Affiancano la Vergine san Domenico, san Nicola da Bari, san Giovanni Battista e santa Caterina dโAlessandria.
Ad attirare lโattenzione dei francesi sullโopera furono, in particolare, le tavolette della predella: le prime due vennero spedite a Parigi nel 1812, ed oggi sono conservate nella Pinacoteca Vaticana, mentre la terza fu portata a Roma lโanno successivo da Agostino Tofanelli, conservatore del Museo Capitolino; questโultima riuscรฌ a rientrare a Perugia nel 1817.
Altra eccelsa opera requisita dalle truppe napoleoniche fu la Deposizione Baglioni, di cui Orsini parla come ยซoperette di singolar bellezza, uscite dal pennello del divin Raffaelloยป. Lโopera realizzata da Raffaello รจ datata e firmata 1507. La pala dโaltare, stando alle notizie riportate da Vasari, venne commissionata da Atalanta Baglioni, appartenente alla celebre famiglia perugina. Il soggetto della pala centrale, la Deposizione di Cristo, venne probabilmente dettato dalla volontร di omaggiare il figlio della donna, Grifonetto, assassinato proprio in Corso Vannucci, nel corso di alcuni fatti di sangue interni alla stessa famiglia per il dominio di Perugia nel 1500. Fu proprio la madre Atalanta a pronunciare solennemente: ยซChe questo sia l’ultimo sangue che scorre su Perugiaยป.
Sassoferrato, Deposizione, Basilica di San Pietro. Foto Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia
La predella fu recuperata da Canova il 21 ottobre 1815 ma rimase a Roma nella Pinacoteca Vaticana. Il soggetto dellโopera perรฒ lo possiamo ammirare grazie a due copie: la prima realizzata da Giovanni Battista Salvi detto Sassoferrato nel 1639 ed oggi conservata nella Basilica di San Pietro a Perugia ed una seconda copia di Giuseppe Cesari detto il Cavalier dโArpino, che eseguรฌ lโopera nel 1608 per volontร di Paolo V, dopo che lโoriginale era stata trafugata; questโultima opera รจ oggi conservata presso la Galleria Nazionale dellโUmbria.
I commissari napoleonici, in particolare, lโesperto dโarte Tinet e Denon denominato lโocchio di Napoleone, setacciarono per reperire capolavori non solo Perugia, ma anche molte altre cittร umbre, tra le quali Cittร di Castello. Presso la chiesa di San Francesco nella cittร tifernate, Filippo Albizzini commissionรฒ a Raffaello lo Sposalizio della Vergine,ย opera firmata Raphael Urbinas e datata MDIIII, รจ una delle opere piรน celebri dell’artista, che chiude il periodo giovanile e segna l’inizio della fase della maturitร artistica.[2]
Per questโopera lโUrbinate si ispirรฒ a unโanaloga tavola che proprio in quegli anni Perugino stava dipingendo per il Duomo di Perugia, vedendola in tutta probabilitร in una fase ancora intermedia.[3] Lo sposalizio di Maria e Giuseppe avviene in primo piano, con al centro un sacerdote che, tenendo le mani di entrambi, officia la funzione. Dal lato della Vergine รจ posto un gruppo di donne, da quello di Giuseppe sono presenti alcuni uomini, tra cui uno che spezza con la gamba il bastone che, non avendo fiorito, ha determinato la selezione dei pretendenti. Maria infatti, secondo i vangeli apocrifi, era cresciuta nel Tempio di Gerusalemme e quando giunse in etร da matrimonio venne dato ad ognuno dei pretendenti un ramo secco, in attesa di un segno divino: l’unico che fiorรฌ, fu quello di Giuseppe.
Le figure sono legate da una vaga e poetica malinconia in cui nessuna espressione รจ piรน caricata di altre, nemmeno quella del pretendente che spezza il ramo in segno di rancore, in alcun modo corrucciato o teso. La magnifica opera fu requisita e non ha fatto piรน ritorno nel suo luogo di origine, oggi รจ conservata presso la Pinacoteca di Brera. Nella chiesa tifernate รจ perรฒ possibile ammirare un perfetto clone della tavola: grazie a 4250 scatti fotografici รจ stata realizzata una copia cosรฌ fedele da replicare anche le pennellate e le imperfezioni che il tempo ha lasciato sulla superficie dellโoriginale.
Le eccellenze artistiche tornate in Umbria, ricontestualizzate nel territorio o nel tessuto urbano che le ha generate, sono la testimonianza di come le opere dโarte acquisiscano valore di civiltร solo dalla profonda relazione con il paesaggio che lโha suggerite, la cultura che le ha generate e i luoghi che lโhanno custodite.
[1] John Pope-Hennessy, Beato Angelico, Scala, Firenze 1981. [2] Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008. [3] Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell’arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999.
Unโidea poi uno schizzo: ecco come nascono i vestiti. Poi lo schizzo viene razionalizzato, sviluppato e ingrandito sino a prendere vita sotto forma di cartamodello.
Il cartamodello รจ la base per scegliere il tessuto piรน idoneo a valorizzare quello che era solo un abbozzo su carta. Come vuole la prassi, pronto il cartamodello, si puรฒ procedere a tagliare la stoffa e a cucire il vestito; la prassi perรฒ non รจ un dogma anche se non sembra essere cosรฌ facile da ribaltare.
Se a creare vestiti, invece di un sarto, mettiamo unโartista architetto e per di piรน donna, le cose cambiano e la prassi va in malora. Parte integrante della mentalitร dellโarchitetta รจ la geometria, ed รจ proprio la geometria che lei applica anche per realizzare vestiti. Emanuela Romiti รจ unโarchitetta che progetta costumi dโepoca partendo da due diversi punti che convergono, ovviamente, nel vestito elaborato e pronto da indossare. I due punti sono il tessuto e la storia rivisitata. Chi viene prima? Dipende. Lei, Emanuela Romiti, รจ una ricercatrice impulsiva e unโaccumulatrice seriale di tessuti e oggetti dโabbigliamento che acquista e accantona dicendo: si vedrร . Finora lโaccumulo ha trovato sempre un utilizzo. Come Sherlock Holmes guarda il tessuto e cerca lโindizio giusto che le farร scattare lโidea.
Lโindizio puรฒ nascondersi dentro il tessuto. Se, ad esempio, il tessuto ha un ricamo a disegno sinuoso, sarร la geometria che si impadronirร del disegno per valorizzarlo.
Ho visto un abito molto bello, morbido e ricco fatto con rettangoli di stoffa: un rettangolo piรน un rettangolo, piรน un rettangolo hanno creato una meraviglia che perรฒ non ha niente di rettangolare. Magico. Alla fine ha prevalso la fantasia sulla geometria, ma รจ stata la geometria a guidarla.
Il cartamodello che per tutti i sarti รจ la base indispensabile per tagliare la stoffa lei non lo usa. Allโarchitetta bastano tessuto, manichino e forbici.
Altro suo punto di forza รจ la lettura della storia. Emanuela Romiti crea costumi in base a quello che il personaggio le ispira, senza badare a quello che la storia con la S maiuscola imporrebbe sia nel tessuto sia nel colore.
Eppure, alla fine, quando lโabito รจ cucito ed รจ in mostra sul manichino non ci sono dubbi che sia il vestito di quel personaggio e di quellโepoca. I suoi costumi fanno concorrenza agli atelier specializzati in costumi teatrali. Ad agosto 2020 i suoi costumi furono esposti nelle sale del teatro comunale di Todi portando i visitatori ad attraversare i secoli con la fantasia e con le mani.
Alcune creazioni si potevano pure toccare; si partiva da Desdemona per arrivare a Josefine Baker. Immagine e fantasia sono il connubio magico di quei vestiti che invogliano a indossarli. La professoressa che per anni ha insegnato Scienza della moda e progettazione stilistica ha un bagaglio di conoscenze multiplo. Per lei guardare un vestito vuol dire entrare nellโepoca da un punto di vista stilistico, economico per la conoscenza del tessuto e tecnico perchรฉ, per deformazione professionale, guarda il tessuto in divenire, esattamente come guarderebbe un terreno che diventerร un palazzo.
Emanuela Romiti, artista dalle molte sfaccettature, non ha un atelier ma un vero e proprio laboratorio nella campagna di Todi. Le colline che vede dalle finestre del laboratorio lโhanno invogliata a riportare su carta lโemozione che le ispirano quei panorami e creare delle acqueforti.
La prossima estate, Covid permettendo, ABC eventi aprirร uno spazio espositivo nel centro di Todi, dove saranno in mostra per essere ammirati vestiti e costumi o forse saranno solo vestiti da sposa di ogni epoca. Vestiti dโartista. Forse si potranno pure provare e magari anche acquistare. Si vedrร .