Nei meravigliosi locali della Domus Pauperum (in corso Garibaldi, Perugia), con lโapprossimarsi dei mondiali di calcio, la mostra introduce alla figura di Carmelo Silva, il mitico disegnatore che dalle colonne del Calcio Illustrato sโinventava la pratica della moviola ancor prima che esistessero i dispositivi televisivi. Con la sua matita ricostruiva i passaggi piรน importanti e memorabili delle partite italiane e non solo.
Il materiale esposto proviene dalle collezioni assolutamente originali di Adriano Piazzoli. Il periodo raccontato va dagli anni โ30 agli anni โ80.
La cura della mostra รจ di Martina Barro e Cristiana Palma, con la collaborazione di Gabriele De Veris. La progettazione grafica รจ di Marta Petrelli.
La mostra comincia oggi e sarร visibile fino a venerdรฌ 9 dicembre. Gli orari sono la mattina dalle 10.30 alle 13.00 e il pomeriggio dalle 17.30 alle 20.00.
Capire unโopera dโarte significa chiedersi cosa, in quel momento, abbia spinto lโartista a crearla in quel modo e non in un altro. Dietro a ogni opera si nasconde un mondo di sentimenti e di informazioni da scoprire. Cosรฌ รจ successo quando ho visitato la Casa Dipinta a Todi.
La Casa Dipinta, Todi, 2015 โ photo Todiguide.com
Avevo ospiti due amici che giร conoscevano Todi, ma non avevamo mai visitato la Casa Dipinta. La casa antica รจ nel centro storico della cittร e si raggiungere dopo aver sceso e salito diverse scalette. Siamo entrati, abbiamo mostrato i greenpass e, in attesa della guida, ci siamo guardati attorno: pareti dipinte con disegni geometrici, colori chiari, righe,parole. “Carino” abbiamo pensato, nulla di piรน. ร solo dopo le avvincenti spiegazioni della signora Vilma Lucaroni, la guida, che abbiamo iniziato a capire il significato di ogni tratto: quelli che ci erano sembrati semplici disegni geometrici erano invece la rappresentazione grafica dellโalfabeto OGHAM, ricreato dallโartista irlandese-americano Brian OโDoherty.
Il linguaggio OGHAM (leggi oam) รจ lโalfabeto inventato dai celti dโIrlanda nella notte dei tempi come scrittura rituale, incisa sulla corteccia degli alberi o su pietra: un linguaggio fatto di righe e spazi e apprezzato da OโDoherty per il suo minimalismo unito alla ricchezza di significati. Lโartista ha quindi tradotto lโalfabeto latino nei 20 segni dallโalfabeto oghamico e ha dipinto su un architrave, ben visibile entrando nella casa, queste parole: ONE HERE NOW (uno, adesso, qui) nel doppio linguaggio. I segni sono dipinti con i colori acrilici delicati del verde, dellโazzurro, del bianco, dellโarancio e del giallo. Quando i segni prendono significato diventano intriganti e acquistano fascino.
Un’immersione di colori
La Casa Dipinta si compone di tre stanze su tre piani: entrando si รจ accolti dalla cucina-sala da pranzo, poi al piano superiore si trova il soggiorno e piรน su la camera da letto. Tutte le pareti sono dipinte con forme geometriche.
Si sale la prima scala ripida e si entra nel soggiorno, e si รจ subito attratti da un affresco particolare dipinto sopra il divano: la forma รจ quella di unโedicola votiva umbra del 1300, ma senza immagine sacra allโinterno. Davanti si intrecciano tanti cordini che servono a ricordare gli studi prospettici di quel periodo. Sulla parete di fronte allโedicola, OโDoherty si รจ divertito a dipingere Il canto delle vocali. Le vocali, per lโartista, sono alla base del linguaggio e dei sentimenti, e ha espresso la sua ammirazione disegnandole sempre in maniera geometrica, una volta in quadrato e una volta in tondo. Ha dipinto anche un grande quadrato formato da tanti quadratini 5×5, dipinti con colori diversi, che rappresenta tutte le vocali insieme.
Salendo ancora le scale ripidissime si arriva al terzo piano dove i colori si fanno piรน intensi e dove cโรจ la camera da letto. Questa stanza รจ tutta un omaggio alla moglie. Qui OโDoherty ha dipinto delle finestre dalle quali si vedono le fasi della giornata: lโalba, il mezzogiorno, il tramonto e la notte; a dominare la stanza รจ perรฒ la finestra aperta sul mare, con accanto le silhouette sua e di sua moglie.
Il pensiero di Brian OโDoherty
Nella Casa Dipinta non si trova solo la pittura, ma anche il pensiero di Brian OโDoherty sullโarte. Nel 1976 scrisse Inside the white cube (Dentro il cubo bianco) per offrire una visione chiara di quello che รจ e che deve essere uno spazio espositivo. OโDoherty spiega che le pareti bianche, dove vengono esposte le opere dโarte, assumono la funzione di ยซCamera di Trasformazioneยป, di conseguenza qualunque cosa venga posizionata lรฌ, diventa opera dโarte. Per capire il significato di questa affermazione basta pensare al Ferro da stiro con i chiodi o allโOrinatoio di Duchamp. Gli stessi oggetti al di fuori dello spazio espositivo ritornano oggetti di uso comune.
Brian OโDoherty, critico dโarte, scrittore e artista di fama internazionale, ha fatto della casa nel centro di Todi il palinsesto del suo pensiero artistico e delle sue origini irlandesi. Questa vecchia casa oltre a essere un inno allโarte รจ testimone del profondo legame tra OโDoherty e la moglie, entrambi ultranovantenni e ancora insieme.
Per la prenotazione telefonare a Vilma Lucaroni – 347 8050817
ยซSe lโUmbria fosse un fumetto? Sarebbe divertente e pieno di coloriยป.
Antonio Vincenti, meglio conosciuto come Sualzo, si definisce un sassofonista mancato e un disegnatore autodidatta. Con la sua matita illustra e racconta storie: ยซPer me รจ fondamentale raccontare delle belle storie. Scelgo sempre argomenti che mi stanno a cuoreยป. Vincitore di diversi premi, i suoi lavori sono stati pubblicati non sono in Italia, ma anche in USA, Russia, Francia, Spagna, Polonia, Inghilterra, Corea del Sud e altri paesi: il 30 novembre sarร in Russia a rappresentare lโItalia alla Fiera Internazionale del libro di Mosca. Ma Sualzo resta legato a doppio filo con il suo territorio, con lโUmbria e soprattutto con il lago Trasimeno, che vede ogni giorno dalla finestra di casa. ยซLโUmbria รจ spesso rappresentata nei miei fumetti e il lago spunta sullo sfondo dei miei disegniยป.
Sualzo Antonio Vincenti all’opera
La prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo legame con lโUmbria?
Sono nato a Perugia, ma da vent’anni vivo a San Feliciano: sono un trapiantato orgoglioso. Mi sento molto legato alla fisicitร di questo posto, รจ un luogo che sento molto mio; qui ho conosciuto mia moglie, qui sono nati i miei figli.
Ci spieghi a grandi linee come nasce un suo fumetto. Come le viene lโidea, lโispirazioneโฆ
Io lavoro con due tipi di storie. Mi occorrono sei-sette anni per realizzare un libro con una storia completamente mia: il lavoro parte da unโidea che si affaccia nella mia mente tramite il mio vissuto; oppure lavoro su storie scritte da Silvia Vecchini, e a quel punto il processo creativo รจ piรน rapido. Silvia scrive la storia che ha in mente e poi inizia un processo di cambiamento, di elaborazione e raffinazione del racconto. Questโultima รจ la parte piรน importante e piรน creativa, dopodichรฉ parte il vero mestiere, dove si mettono in pratica le tecniche acquisite negli anni.
Nascono prima i testi o i disegni?
Prima nascono i testi, anche se a volte un testo puรฒ essere generato da unโimmagine: crei un personaggio non sapendo che poi sarร lui stesso far nascere una suggestione e una storia. Comunque, in genere, prima di tutto cโรจ la scrittura. La scrittura รจ – per me – la parte piรน importante.
Sualzo Antonio Vincenti e Silvia Vecchini
Da cosa sono ispirati i suoi personaggi?
Nelle storie che scrivo, riverso sempre una parte di me. I personaggi non sono al 100% autobiografici, perรฒ mi somigliano molto, sono una sorta di auto-fiction. ร molto importante nei miei libri parlare di cose che ho vissuto realmente e soprattutto di argomenti che mi stanno a cuore; se non fosse cosรฌ, sarebbe impossibile riuscire a scrivere 100-200 pagine. Stesso discorso vale per i libri per bambini: la scelta degli argomenti รจ sempre orientata nel comunicare un qualcosa di importate; la motivazione deve essere forte.
Fa piรน fumetti o graphic novel?
In questo momento – vista la richiesta di mercato – lavoro piรน a graphic novel, anche per ragazzi.
Quale tra i due preferisce?
Per mia estrazione sono sempre stato affascinato dallโidea di una narrazione non seriale, piรน vicina al romanzo. Una narrazione che non deve necessariamente far nascere un personaggio, ma una storia senza presupposti e conseguenze. A me non interessa raccontare un personaggio, ma solo delle storie.
Questโanno con La zona rossa ha vinto il premio Attilio Micheluzzi come miglior libro a fumetti per ragazzi: ci puรฒ parlare di questo lavoro?
La zona rossa รจ un fumetto che racconta ai ragazzi il terremoto. Prima di realizzarlo abbiamo temporeggiato molto: la casa editrice Il Castoro ci aveva commissionato un libro su questo argomento prima della scossa del 30 ottobre, ma, come dicevo prima, a Silvia e a me serve sempre una motivazione reale e, purtroppo, il 30 ottobre รจ arrivata. In piรน, gli sfollati di Norcia erano ospiti in alcune strutture di San Feliciano e per diverso tempo hanno vissuto con noi in paese, si sono mescolati a noi, a quel punto – anche se solo da spettatori – siamo entrati nella storia e lโabbiamo raccontata piรน da vicino. Inoltre, una parte del ricavato del libro ha finanziato una scuola di teatro nelle zone terremotate: รจ importante ricostruire, ma non soltanto le cose. Il prossimo anno La zona rossa uscirร negli Stati Unici e in Corea: una storia locale puรฒ avere anche un respiro internazionale.
Cโรจ un fil rouge tra tutti i suoi lavori?
Quello che ritorna sempre nel mio lavoro รจ lโesigenza di voler comunicare un concetto e un pensiero di base. Anche nel fumetto per bambini Gaetano e Zolletta – che racconta la storia di due asini padre e figlio – cโรจ una comunicazione importate: il ruolo della paternitร . Io e Silvia abbiamo voluto affrontare questo aspetto, che nei libri per i piรน piccoli รจ poco rappresentato o cโรจ solo in maniera marginale. Voglio specificare: non devono essere libri pedagogici, ma libri che raccontano una storia solida e bella. ร una nostra esigenza.
Perรฒ non scrive libri solo per i bambini.
Le storie che scrivo con Silvia sono per bambini e ragazzi, quelle che scrivo da solo sono per un pubblico adulto.
Se lโUmbria fosse un fumetto, come la disegnerebbe? Quali sono le parti che metterebbe in evidenza?
Sicuramente sarebbe un fumetto umoristico: gli umbri hanno un umorismo di pancia, non sono musoni come sembrano. Sanno essere divertenti. Comunque, sarebbe un fumetto a colori: lโUmbria รจ piena di colori. Pure nei miei lavori i paesaggi della regione sono molto presenti: il lago spesso affiora e fa capolino nelle mie storie – dopotutto lo vedo ogni giorno dalla mia finestra.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Crocevia, camminata, mistica.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ