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Accanto ai Colli martani sorge Bettona, unico insediamento etrusco sulla riva sinistra del Tevere, conosciuta anche come Vetumna o Paese degli antichi.

 

Caduta sotto il controllo romano, viene organizzata in municipium entrando a far parte della colonia Clustumina (14 d.C.); con lโ€™avvento del Cristianesimo viene presto evangelizzata da San Crispolto, che vi giunge dallโ€™Asia grazie la via Amerina – una delle piรน importanti vie di comunicazione verso il Nord. Dopo la distruzione dei barbari guidati da Totila, diviene dominio bizantino e in seguito passa in mano al Ducato longobardo di Spoleto. Nel 1018 i Benedettini vi fondano lโ€™abbazia di San Crispolto; piรน tardi, passa in mano alla Chiesa ed รจ costretta a sottomettersi ad Assisi (1223). Dopo il tentativo di divenire autonoma da Perugia, viene dalla stessa assediata, conquistata e bruciata, a eccezione delle chiese; grazie al cardinale Albornoz verrร  ricostruita allโ€™interno di una cinta muraria ristretta, ma meglio fortificata. In seguito Bettona si ribella al Papa che vuole concederla ai Baglioni di Perugia, ma viene sottomessa da Malatesta Baglioni, rimanendo cosรฌ sotto lo Stato Pontificio fino allโ€™Unitร  dโ€™Italia.
Questo piccolo borgo, adagiato a 365 metri dโ€™altezza, รจ noto soprattutto per il suggestivo panorama, che va da Perugia a Spello, visibile dalla terrazza fuori dalla Porta dโ€™accesso di Santa Caterina, collocata lungo la cinta muraria medievale e in parte poggiata su quella etrusca, ancora visibile negli enormi blocchi di roccia arenaria. Risalendo le strette vie, si giunge presto in Piazza Cavour, circondata da edifici e monumenti che hanno molto da raccontare, come la Chiesa di San Crispolto, costruita dai monaci benedettini (XIII secolo) per conservare la salma del primo vescovo e martire dellโ€™Umbria, oltre che santo patrono del borgo. La facciata dellโ€™edificio, a croce latina, รจ di Antonio Stefanucci, allievo del Vanvitelli; qui lโ€™unico pezzo romanico รจ il campanile cuspidato. Imperdibili sono anche lโ€™Oratorio di Santโ€™Andrea, col bel soffitto ligneo a cassettoni del XVI secolo e la Passione di Cristo (1394) di scuola giottesca, ma anche la collegiata di Santa Maria Maggiore, risalente ai primi anni del Cristianesimo, ingrandita, riconsacrata nel 1225 e restaurata in stile neoclassico nel 1816: allโ€™interno vi sono lโ€™abside affrescato dal futurista Gerardo Dottori, lโ€™altare maggiore con ciborio a forma di tempietto e le finestre con vetrate istoriate a fuoco.

 

Pinacoteca

 

Accanto agli edifici sacri spicca il Palazzetto del Podestร  (1371), sede della Pinacoteca comunale e del Museo della Cittร , che occupa anche alcuni ambienti dellโ€™ottocentesco Palazzo Biancalana; nella Pinacoteca sono custodite importanti opere dโ€™arte come il Sant’Antonio di Padova e la Madonna della Misericordia con i Santi Stefano, Girolamo e committenti del Perugino, o la tavola con lโ€™Adorazione dei pastori dellโ€™artista assisiate Dono Doni. Piรน avanti sโ€™incontra Palazzo Baglioni, luogo in cui morรฌ il condottiero Malatesta Baglioni la Vigilia di Natale del 1513. Fuori dalle mura cittadine, invece, degne di nota sono la Villa del Boccaglione (XVII sec) – dimora rurale dai soffitti affrescati disegnata dal Piermarini – e la chiesetta dโ€™impronta romanica di San Quirico. Tra gli eventi piรน importanti, la Festa del Patrono (11-12 maggio), Bettona sotto le Stelle, e la Sagra dellโ€™Oca, dove รจ possibile gustare prodotti come torta al testo e oca arrosto, oltre allโ€™eccellente olio dโ€™oliva; tipici del borgo sono anche gli zuccherini, dolci natalizi con lievito madre, pinoli, uvetta e anice.

 


Per saperne di piรน

Paese situato su di unโ€™altura tra Amelia e Orvieto, Alviano รจ un piccolo comune in provincia di Terni.

Alviano

 

Borgo medievale con una strategica posizione, deve il suo nome alla famiglia degli Alviano, di cui divenne feudo durante il X secolo, e sotto il cui dominio divenne un importante centro economico e militare. Il paese raggiunse il massimo splendore con il condottiero Bartolomeo di Alviano, che decise di rimodernare lโ€™antica rocca di origini romane, trasformandola in una vera e propria fortezza militare, oggi chiamata Castello di Alviano o Doria Pamphili (venne acquistato nel 1654 dalla principessa Olimpia Pamphili). Il castello, dalla forma trapezoidale, si sviluppa su tre piani ed รจ circondato da una cinta muraria con quattro torri dโ€™angolo. Allโ€™interno รจ presente un cortile rinascimentale con un doppio loggiato su cui si affacciano degli ambienti signorili, come la Cappella di San Francesco, decorata con meravigliosi affreschi seicenteschi, tra i quali spicca il miracolo di San Francesco e le rondini, che la tradizione vuole sia avvenuto proprio ad Alviano nel 1212.
A oggi, il Castello di Alviano, oltre a essere una delle attrazioni maggiori per i turisti, รจ anche il punto di ritrovo della cittร . Nel piano signorile รจ situato il Municipio, al piano terra vi รจ il Centro di Documentazione audiovisiva sullโ€™Oasi di Alviano, mentre nei sotterranei รจ ubicato il Museo della Civiltร  Contadina. Inoltre, il chiostro รจ il luogo designato per festival ed eventi cittadini, come lโ€™iniziativa comunale Castello Narrante. Tra le chiese piรน importanti vi รจ senzโ€™altro la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, ornata da una tavola rinascimentale raffigurante la Santa circondata da angeli in gloria e realizzata dal pittore Nicolรฒ Alunno, e da un affresco ad opera dellโ€™artista Il Pordenone, commissionato dalla vedova di Bartolomeo di Alviano, che รจ ritratta assieme alla Madonna e alcuni Santi.

 

cosa vedere a guardea umbria

Oasi WWF di Alviano

 

Da non perdere lโ€™Oasi WWF di Alviano, unโ€™oasi di circa 900 ettari nelle vicinanze del paese e a ridosso dellโ€™omonimo lago. La riserva, situata allโ€™interno del Parco Fluviale del Tevere, con le oltre 250 specie censite di uccelli, รจ perfetta per gli amanti della fotografia e del birdwatching.
Curiositร : nei dintorni di Alviano, nella localitร  di Colle Villa, รจ possibile visitare delle abitazioni dei vecchi abitanti del paese. Queste dimore, chiamate Casette di Creta, realizzate con acqua, paglia e lโ€™argilla ricavata dai calanchi tipici del territorio, risalgono allโ€™Ottocento e sono una preziosa testimonianza della storia rurale della zona.

 


Per saperne di piรน su Alviano

Visitare Deruta vuol dire immergersi nella ceramica e scoprire una tradizione secolare che ancora oggi, grazie agli artigiani del luogo, resiste nel tempo e mantiene intatta la tecnica tramandata di generazione in generazione.

I resti delle antiche fornaci per la cottura – in epoca rinascimentale quelle attive erano 52 – raccontano di una grande organizzazione produttiva e di un forte stimolo verso lโ€™innovazione. Qui il detto casa e bottega รจ reale e tangibile nella vita dei derutesi che intraprendono questo lavoro: girando per la cittadina sโ€™incontrano infatti botteghe, laboratori e negozi, tutti dedicati a questโ€™arte. Lโ€™unione tra le mani esperte dei tornitori, la fantasia dei pittori e la magia del fuoco hanno permesso di realizzare, nel corso dei secoli, opere inconfondibili del made in Italy, esaltate dal lustro dorato, geniale invenzione dei vasai di Deruta, che evidenzia le figurazioni e fa riecheggiare gli ornati dโ€™oro.

 

Piazza con fontana di Deruta

Deruta, foto by Enrico Mezzasoma

Il nome del borgo deriva da Diruta, cioรจ rovinata, in riferimento alla fuga dei perugini dalla loro cittร , incendiata da Ottaviano nel 40 a.C.: gli abitanti si stabilirono sul colle dellโ€™odierna Deruta, che prese il nome di Perugia vecchia. Dominata a lungo dal capoluogo umbro, nel 1299 compare la prima testimonianza scritta sulle ceramiche. Nei secoli successivi resta sotto lo Stato Pontificio e si schiera al suo fianco durante la Guerra del sale (1540) contro Perugia: ciรฒ garantisce al borgo un periodo di pace, nel corso del quale la produzione di maioliche raggiunge il massimo sviluppo. Il resto dei secoli passa tra dominazione papale e brevi parentesi napoleoniche.
La Storia รจ ancora visibile nel centro storico circondato da mura medievali, al quale si accede tramite tre porte. Entrando da Porta Santโ€™Angelo sono visibili le strutture di alcune fornaci del Cinquecento. La fontana a pianta poligonale del 1848 caratterizza Piazza dei Consoli che, con la sua forma allungata, accoglie i principali edifici pubblici e religiosi: tra questi, il palazzo municipale, al cui interno si trova anche la Pinacoteca comunale โ€“ che ospita un affresco di Pietro Vannucci e le due opere di Niccolรฒ di Liberatore detto Lโ€™Alunno. Giร  Palazzo dei Consoli, si tratta di una sobria architettura trecentesca ammodernata nel XVIII secolo; lโ€™atrio conserva reperti archeologici romani e medievali. Attraversando la piazza, si arriva in Largo S. Francesco, dove si affaccia il complesso francescano fondato nel 1008 dai Benedettini e la chiesa di San Francesco, in stile gotico, restaurata e consacrata nel 1388. Proseguendo il percorso, sโ€™incontra piazza Benincasa, dove รจ possibile visitare la chiesa di Santโ€™Antonio Abate, da poco tornata al suo splendore.

 

chiesa di San Francesco, foto di Enrico Mezzasoma

 

Da non perdere, appena fuori dal borgo, il santuario della Madonna dei Bagni, eretto dopo il miracoloso ritrovamento, nel 1657, di unโ€™immagine della Madonna su un frammento di ceramica, tuttora custodito nellโ€™altare maggiore. Piรน di 700 targhe votive in maiolica rivestono le pareti della chiesa.
Una menzione a parte va fatta al Museo Regionale della Ceramica, il piรน antico museo italiano di questo tipo che conserva oltre 6000 opere e piรน di 1500 volumi sullโ€™argomento. Un viaggio nellโ€™evoluzione della maiolica, dalla produzione arcaica al Novecento. Collegata al museo attraverso un tunnel sotterraneo, vi รจ lโ€™area archeologica delle fornaci di San Salvatore: gli scavi hanno messo in luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento.

 

Piatto da pompa con David con la testa di Golia. Deruta 1560

 

Ovviamente non si puรฒ lasciare Deruta senza un ricordo in ceramica o una bottiglia dโ€™olio extravergine, apprezzato persino da Gabriele Dโ€™Annunzio. I cibi della tradizione umbra, a tavola, la fanno da padroni: tipici della zona sono i birbanti e il cannibale, una particolare preparazione a base di carne. Sagre e feste movimentano il borgo nel corso dellโ€™anno, come la Festa del Grano, Magia di unโ€™Arte (giugno-luglio) e Antiquariato in piazza (1 maggio).

Cortona, cittadina aretina, si erge su una collina da cui si puรฒ godere di un suggestivo belvedere sulla Chiana Umbra e Toscana e sullโ€™antico lago Trasimeno. Ha, come tanti altri meravigliosi borghi italiani, origini leggendarie che traggono spunto dalla storia.

Cortona รจ stata una delle dodici lucumonie etrusche, molto florida e potente e con territori molto ampi, come si puรฒ evincere dalla Tabula Cortonensis: essi giungevano fino alla costa nord-occidentale del lago Trasimeno. La Tabula, conservata presso il Museo dellโ€™Accademia Etrusca di Cortona, รจ stata realizzata in bronzo nel II secolo a.C., dove, tra le altre cose, si cita di un vigneto che si trovava nei pressi del Trasimeno. Oltre alla testimonianza che viene riportata nel testo e alla sua lunghezza, che ha aiutato gli studiosi nella miglior comprensione di questa lingua, contiene un paio di rimandi che vogliamo mettere in evidenza: รจ il piรน antico documento ritrovato dove si fa riferimento al mondo del vino (un vigneto appunto) e a Tarsminass, il nome etrusco del lago umbro piรน antico dโ€™Italia, il Trasimeno.

 

Cortona

La leggenda di Dardano

Cortona, lโ€™aretina cittร  che si erge vicino al confine tra Umbria e Toscana, sembra debbe le sue origini a Dardano, figlio di Giove ed Elettra. Virgilio, nella sua Eneide, fa riferimento a Dardano e a Cortona. Seguendo il racconto leggendario, Dardano stava combattendo in un luogo collinare dominante la Val di Chiana e durante il combattimento una lancia tirata da un avversario gli portรฒ via lโ€™elmo. Questo non fu piรน ritrovato, ma gli aveva salvato la vita. Un indovino raccontรฒ che la Madre Terra se lโ€™era preso a sรฉ, poichรฉ voleva che in quel punto fosse costruita una cittร  inespugnabile e forte, come lโ€™elmo dellโ€™eroe. Allora Dardano costruรฌ le robuste mura, proprio dove aveva perduto il suo elmo, e alla cittร  fu dato il nome di Curtun, poi Corito, dal greco corys, elmo appunto. Da qui Cortona. Quindi il cortonese Dardano si sarebbe recato in Asia, presso lo stretto dei Dardanelli, che da lui prende il nome e, non lontano da lรฌ la sua stirpe avrebbe fondato la mitica Troia. Virgilio, come รจ noto, racconta nella sua Eneide, che dopo la vittoria greca, il troiano Enea fuggรฌ per mare e dopo un lungo peregrinare approdรฒ nel Lazio dove diede inizio, tramite i suoi successori Romolo e Remo, alla fondazione e alla fantastica storia dellโ€™antica Roma. Per questa incantevole leggenda e grazie al suo epico eroe Dardano, si dice che Cortona รจ mamma di Troia e nonna di Roma.

Nel Parco del Monte Subasio, a metร  strada tra Armenzano e Collepino, esiste un borgo incantevole, sconosciuto a molti: San Giovanni di Collepino, โ€œil paradiso di pietra rosaโ€.

Si tratta di un castello le cui mura, che cingevano il centro abitato, oggi non esistono piรน. Pare che qui San Francesco abbia compiuto uno dei suoi miracoli donando la vista a Beatrice, la sorella del custode del castello, la quale, in seguito, si fece suora presso il Monastero di Vallegloria.

 

San Giovanni di Collepino. Foto di Marta Alunni

 

San Giovanni รจ un luogo di pace e silenzio, il rifugio perfetto per staccare la spina dal traffico e dal caos delle grandi cittร . Non ha nulla di turistico: non ci sono negozi, generi alimentari, bar, ristoranti, nessun servizio. Ma si respira lโ€™aria buona e si fanno quattro chiacchiere con le poche anime che ci vivono. In realtร  gli abitanti di San Giovanni trascorrono qui solo una parte dellโ€™anno, trattandosi per lo piรน di seconde case. Una signora che gestisce un b&b mi ha raccontato che molte persone anche dallโ€™estero scelgono di passare qualche giorno nel borgo, proprio per rigenerarsi, consapevoli del fatto che รจ impossibile trovare una rete wi-fi a cui connettersi. Anzi, chi viene qui, cerca proprio questo: un poโ€™ di tempo per disintossicarsi da tutto. Mi ha poi raccontato che sotto Natale, per festeggiare San Giovanni il 27 dicembre, il castello รจ avvolto da unโ€™atmosfera ancor piรน affascinante, perchรฉ ogni sua viuzza รจ illuminata da candele e luci di ogni sorta. Tuttavia, la festa vera e propria si svolge a fine giugno, in occasione di San Giovanni Battista.
Lโ€™aspetto del borgo, come lo vediamo oggi, รจ dovuto ai lavori di restauro avvenuti dopo il terremoto del 1997. Le case in pietra, la piccola chiesa, i gatti che si riposano allโ€™ombra delle siepi, i fiori sui davanzali, il cinguettio degli uccelli fanno di San Giovanni un gioiello di cui prendersi cura, che mi auguro rimanga cosรฌ, autentico e solitario.

Come raggiungere San Giovanni di Collepino…

Da Assisi, si esce da Porta Perlici, percorrendo la SS. 444 e poi si svolta a destra in direzione Costa di Trex. A piedi รจ possibile percorrere invece uno dei numerosi sentieri del Monte Subasio, il numero 353 chiamato anche sentiero dei fossi che, dagli Stazzi, passa per Costa di Trex, Armenzano e infine giunge a San Giovanni.

Lโ€™emergenza sanitaria ha determinato molti cambiamenti nel nostro modo di vivere. Potrebbe essere stata la scintilla che ha scatenato una forte presa di coscienza sulle nostre responsabilitร  nei confronti dellโ€™ambiente in cui viviamo, che dobbiamo rispettare e proteggere. Oggi diventa fondamentale cambiare il nostro modo di viaggiare, prediligendo le piccole realtร  alle destinazioni piรน gettonate ed evitando il turismo di massa.

Maggio 2021 verrร  ricordato come il mese della lenta ripartenza, dopo un lungo ed estenuante periodo in cui le nostre certezze sono saltate e dove tutti ci siamo sentiti vicini nellโ€™affrontare un problema piรน grande di noi. La pandemia ci ha costretti a dover rinunciare a tutte quelle abitudini che prima davamo per scontate e che oggi sembrano mancarci come lโ€™aria. Un cappuccino al bar, una cena tra amici, una gita fuori portaโ€ฆ
Ora ci viene data la possibilitร  di voltare pagina e provare a recuperare il tempo perduto. Con lโ€™estate alle porte, quale modo migliore di riaffacciarci alla vita se non con una vacanza? Per fare in modo che ciรฒ non si trasformi in un tana libera tutti come lโ€™anno scorso, dobbiamo cercare di rivedere un poโ€™ il nostro modo di viaggiare. Giร  prima dellโ€™emergenza sanitaria si parlava della necessitร  di un turismo lento, sicuro e sostenibile, oggi dobbiamo prenderlo come imperativo per cercare di non vanificare tutti gli sforzi fatti finora.
In che modo possiamo fare turismo sostenibile? Partendo per esempio in bassa stagione, scegliendo una destinazione meno conosciuta, evitando di viaggiare durante le feste comandate e rispettando lโ€™ambiente e la cultura del paese che ci ospita. In primis ne gioveremmo noi stessi, perchรฉ una settimana ad agosto a Gallipoli con mezzo metro di spiaggia su cui sdraiarsi, dopo aver speso cinquanta euro per un ombrellone, รจ piรน una penitenza che un piacere; e secondo poi ne gioverebbe lโ€™ambiente.

 

Assisi-santa chiara

Santa Chiara, Assisi, foto di Enrico Mezzasoma

 

รˆ cosรฌ che lโ€™Umbria si rivelerร  come la destinazione perfetta, che ci permetterร  di riscoprire borghi autentici piรน e meno noti e di essere a stretto contatto con la natura. Il viaggio che intraprenderemo attraverso le pagine di AboutUmbria non puรฒ che partire da Assisi, la cittร  in cui sono nata e dove vivo e lavoro tuttora. Assisi รจ una di quelle cittร  che in alcuni periodi dellโ€™anno viene letteralmente presa dโ€™assalto dai turisti di tutto il mondo come, ad esempio, nei mesi di aprile, luglio e agosto. Ci sono invece mesi in cui la cittร  offre il meglio di sรฉ, vediamo insieme quali sono:

Maggio

A maggio Assisi si risveglia dal torpore invernale, le verdi colline intorno offrono scenari di rara bellezza. Nei primi giorni del mese si svolge inoltre il Calendimaggio, una rievocazione storica molto sentita dagli assisani e che vede la cittร  divisa nella Nobilissima Parte de Sopra e nella Magnifica Parte de Sotto. Le due parti si sfidano in cortei, giochi, canti e scene di vita medievale, dando vita a uno spettacolo coinvolgente ed emozionante. Unโ€™esperienza da non perdere รจ quella di mangiare nelle caratteristiche taverne.

 

Calendimaggio 2019, foto via Facebook

Giugno

Giugno รจ il mese in cui gli abitanti di Assisi si preparano per partecipare al concorso Balconi Fioriti, che ogni anno premia la persona che รจ stata piรน capace nel valorizzare la facciata della propria abitazione con i decori floreali piรน belli. I vicoli si tingono delle tonalitร  piรน accese, grazie ai fiori e alle piante di ogni tipo che tappezzano le terrazze e le finestre delle case. Generalmente vengono organizzate molte iniziative e serate di musica dal vivo, tra cui lโ€™annuale appuntamento con il concerto Con il cuore, nel nome di Francesco, che si svolge nella piazza della Basilica Inferiore di San Francesco e viene trasmesso in diretta Rai.

 

Rocca Maggiore

Settembre

Questo รจ uno dei mesi che preferisco, perchรฉ la cittร  รจ piรน rilassata, il caldo infernale estivo lascia spazio a giornate piรน fresche ma ancora abbastanza lunghe per godere a pieno dellโ€™atmosfera di pace di Assisi.

Ottobre

Ottobre รจ un mese importante per la cittร . Il 3 e il 4 del mese si celebra la Festa di San Francesco, il momento in assoluto piรน sentito dai credenti che sono nati qui e che tengono moltissimo alla tradizione di partecipare alle celebrazioni in onore del patrono dโ€™Italia. Altro evento immancabile รจ sicuramente la fiera di San Francesco, che si svolge il 5 di ottobre. Oltre a curiosare tra le numerose bancarelle sparse per le vie del centro, รจ irrinunciabile una sosta presso i botteghini delle signore assisane che vendono le cartelle per partecipare allโ€™annuale tombola, che si svolge in serata.

 

Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, foto di Enrico Mezzasoma

Novembre

Novembre รจ il mese di UNTO, il tradizionale appuntamento dedicato allโ€™olio extravergine di oliva. Oltre agli stand in cui assaggiare la famosa bruschetta umbra con lโ€™olio nuovo, si puรฒ prendere parte ai molteplici eventi organizzati per lโ€™occasione, che coinvolgono grandi e piccini: visite guidate ai frantoi, musica dal vivo, trekking in collina e scuole di cucina.

Dicembre

A dicembre qualsiasi cittร  รจ suggestiva, merito delle luci e degli addobbi natalizi. Ad Assisi, il concorso Presepi indetto dal Comune, ci spinge ad andare alla ricerca del presepe piรน bello, tra quelli esposti lungo le vie del centro storico e di alcune frazioni. Sempre rimanendo in tema nativitร , celebri sono i presepi viventi che si svolgono nei castelli della zona, come quelli di San Gregorio, Petrignano e Armenzano.
Questi sono, a parer mio, i mesi migliori per visitare la cittร  serafica.

Nel prossimo articolo delineeremo un itinerario per visitare Assisi in tre giorni.

La convivenza con lโ€™emergenza sanitaria porta a fare considerazioni importanti sui propri spazi abitativi e su nuove esigenze.

Il settore micro-ricettivo รจ stato individuato come meta privilegiata dei prossimi viaggiatori. Lโ€™Umbria possiede un tale giacimento di strutture che ci fa ben sperare per guardare al futuro con ottimismo.

 

pergolato circondato da boschi

Foto di Muriel Plombin

 

Ognuno puรฒ diventare ambasciatore dellโ€™identitร  della propria Terra e protagonista della sua ri-partenza. Pensiamo una strategia, traendo, da questo periodo talmente inedito, unโ€™opportunitร  per farsi trovare pronti e per essere scelti al momento giusto.

 

Foto di Muriel Plombin

 

Il viaggiatore non si accontenterร  piรน. Potrebbe non bastare adeguare le strutture ricettive ai nuovi standard in merito a sanificazione e pulizie, poichรฉ da questo punto di vista si potrebbe fare esattamente quello che tutti saranno obbligati a fare per legge. Come differenziarsi, rispondere alle nuove esigenze e allo stesso tempo potenziare le ricchezze, la bellezza e lโ€™accoglienza della nostra Umbria?

 

Camera da letto con fiori

Foto di Muriel Plombin

 

Il contesto nel quale si inseriscono le nostre strutture ricettive รจ criterio di scelta. Chi meglio di noi umbri, puรฒraccontare lโ€™esperienza di questo legame tra paesaggio, patrimonio e il nostro modo di vivere?
Prendiamci il tempo, magari in un periodo di non-prenotazione, per scattare il racconto emozionale di vivere questi spazi di transizione.

 

Foto di Muriel Plombin

 

รˆ arrivato il momento di comunicare al meglio la cura che dedichiamo alla valorizzazione degli spazi esclusivi all’aperto, che siano destinati a zone pranzo, spazi giochi o angoli relax. Inoltre, con lโ€™esplosione dello smart working, assistiamo alla nascita di un turismo misto, non piรน esclusivamente legato al piacere. Adattare la propria struttura, attrezzare un angolo o uno spazio dedicato allo smart working diventa una necessitร  per offrire un soggiorno confortevole a chi deve lavorare con serenitร  anche in vacanza.

 

Giardino con sdraio

Foto di Muriel Plombin

 

Chi cerca casa – che sia per una notte, una vacanza o, perchรฉ no, per tutta la vita – potrebbe essere sensibile a questi aspetti fondamentali nati dallโ€™emergenza. Con questa nuova rubrica, Home Staging – Umbria da Valorizzare, cercheremo proprio di capire come rendere appetibile questo enorme patrimonio che ci circonda.

Dopo un giugno caratterizzato da timide prove generali di ripartenza svoltesi nella paura, nellโ€™incertezza ma anche nella consapevolezza che da qualche parte bisognava ricominciare, ci attende unโ€™estate di sicuro estremamente complessa dal punto di vista economico ma al contempo cruciale nelle scelte (e non scelte) che sapremo fare. Le prove ormai sono finite e, seppure non sia difficile immaginare gravissime difficoltร  determinate da questo evento pandemico di cui non si intravede ancora un decorso certo e prevedibile, occorre agire a livello sistemico per scongiurare una crisi che si configura giร  come epocale.

In questo periodo di stop determinato dal Covid – abbiamo riscoperto laddove ce ne fosse stato bisogno – il ruolo cruciale dei territori, dei piccoli centri e dellโ€™istituzione Comune che ha dovuto fronteggiare in prima linea la crisi sanitaria e quella economica che la prima si รจ inevitabilmente portata dietro. Sindaci e Amministrazioni locali, chiamati a gestire una situazione mai riscontrata precedentemente in epoca moderna, sono stati protagonisti di scelte difficili portate avanti, nella stragrande maggioranza dei casi, con dedizione e caparbietร , come ci si aspetta da buoni padri di famiglia. I piccoli centri sono riusciti meglio delle grandi cittร  ad arginare la diffusione del virus, aiutati sicuramente da una minore concentrazione demografica, ma segno che il buon vivere che li caratterizza รจ riuscito a emergere anche, e soprattutto, in situazioni come questa.

 

by Claudia Ioan

Montone, foto by Claudia Ioan

Uno standard per la sicurezza dei borghi

Partendo da questo assunto e consapevole dellโ€™importante ruolo che i Borghi possono rivestire nel rilancio del turismo nazionale, lโ€™Associazione dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia ha coniato lo slogan La Bellezza in sicurezza e sta lavorando anche per redigere un protocollo standard proprio per la sicurezza del borgo. Fiorello Primi, presidente dellโ€™Associazione, sottolinea come il turismo di prossimitร  possa rappresentare la chiave e la spinta propulsiva per questa ripartenza di cui tanto si sta dibattendo. Per questo รจ necessario valorizzare le peculiaritร  del borgo โ€“ tranquillitร , rapporto con lโ€™ambiente, sostenibilitร  e, naturalmente, sicurezza โ€“ ma รจ altresรฌ fondamentale investire per il rilancio di questi piccoli centri, vittime di isolamento digitale, di carenza infrastrutturale, di grave impoverimento demografico. Serve quindi un grande programma nazionale per la salvaguardia e il rilancio di unโ€™entitร , il borgo, che puรฒ rappresentare, dicevamo, la vera chiave di volta per il rilancio dellโ€™economia del turismo. In questo contesto si colloca la recente lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dallโ€™Associazione dei Borghi Umbri piรน belli dโ€™Italia insieme a Legambiente, Uncem, Symbola, Unione delle Pro Loco Italiane, Anci, Touring Club Italiano e Borghi Autentici, attraverso la quale si sollecita il Governo a intervenire su cinque punti principali:

1) accelerare il Piano per la banda ultra larga;

2) sollecitare unโ€™immediata attuazione di tutti quei dispositivi normativi, dalla legge 158/2017 a favore dei Piccoli Comuni ((con particolare riguardo e urgenza per il Piano straordinario della Didattica);

3) ridurre lโ€™imposizione fiscale sugli interventi in campo ambientale e di natura idrogeologica;

4) avvio delle Zone Economiche Ambientali (ZEA);

5) sostenere la ripartenza del turismo dei borghi, dellโ€™agroturismo, del turismo lento e del cicloturismo.

 

foto by Uliana Piro

Panicale

I borghi umbri e la riabilitazione della cultura

E in un periodo come questo, in cui la pandemia ยซsta rimettendo in discussione lโ€™abitareยป come afferma Antonio Luna, presidente dei Borghi piรน belli dโ€™Italia in Umbria, รจ proprio dal borgo, espressione di bellezza e di cultura che potremmo imparare a ยซriabitare la cultura, perchรฉ torni a essere narrazione di identitร  mutanti, strumento di riequilibrio tra residenzialitร  e turismo, specchio nel rapporto con lโ€™ambiente e con sรฉ stessi, bussola verso nuove necessarie sicurezzeยป. I borghi umbri in questo periodo lo hanno dimostrato continuando a coltivare cultura: basti pensare al progetto Il libro animato di Lugnano in Teverina e di Montecchio, alla serie tv Sara e Marti su Rai Gulp e Disney Channel che mette in mostra la bellezza di Bevagna, al Festival del Cinema Cittร  di Spello e dei Borghi umbri previsto per agosto, alla creazione dei nuovi tour virtuali di Citerna, al progetto Come in Umbria di Montefalco o a quello Strade della ceramica di Deruta, alla realizzazione di un nuovo video promozionale a Monte Castello di Vibio. E questo solo per citare alcune delle tante iniziative che hanno animato i mesi del lockdown, insieme alla campagna di newsletter Facebook, La Bellezza in sicurezza dei Borghi Umbri piรน belli dโ€™Italia, portata avanti con la collaborazione di 15 comuni associati che ne hanno riprodotto lo slogan attraverso post inseriti in rapida sequenza: Spello, San Gemini, Lugnano In Teverina, Allerona, Paciano, Deruta, Bevagna, Bettona, Montecchio, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Monteleone di Spoleto, Montefalco, Montone, Panicale.

Iniziative portate avanti da realtร  che non si sono mai fermate, pronte oggi a ri-accogliere nei tanto attesi eventi in presenza, qualora lโ€™evolversi della pandemia lo consenta. Partiamo intanto il 27 giugno con La Notte Romantica nei Borghi piรน belli d’Italia che, nel rispetto delle precauzioni legate al Covid-19, darร  il via alla stagione turistica, festeggiando il solstizio d’estate.

Prima del Coronavirus venne la peste. Veniva da est, era arrivata seguendo la via della Seta e giunse in tempo per essere raccontata da Boccaccio nel 1348. Poi si ripresentรฒ nel 1630 per dare a Manzoni lโ€™occasione di scrivere molte belle pagine.

Tra le due pesti letterarie ce ne fu unโ€™altra nel 1527 che non ebbe cantori, ma che fece strage egualmente. Questa arrivรฒ da nord, da quella zona che sarebbe diventata la Germania. Attraversรฒ le Alpi con i lanzichenecchi, mercenari al seguito dellโ€™imperatore Carlo V, che li aveva arruolati ma non sempre li pagava. Erano luterani, erano violenti e carichi dโ€™odio verso i cattolici papisti e soprattutto verso Roma, dove cโ€™era il Papa e, con il Papa, la corruzione della Chiesa. Poi – per inciso – era piena di ricchezze e di opere dโ€™arte di valore. Entrati in cittร  si abbandonarono a violenze e stupri, devastarono case e palazzi, rubarono tutto quello che riuscirono a rubare. Fu una strage.
Alla fiine se ne andarono. Erano entrati il 6 maggio 1527 quando Roma contava circa 100.000 abitanti. Se ne andarono a febbraio 1528 lasciando 30.00 morti. Non era finita lรฌ.

 

strade romane

La via Amerina

L’epidemia passa per l’Umbria

Se ne andarono, ma a Roma lasciarono la peste, che si portรฒ via altre 20.000 persone. Se ne andarono per tornare in Germania seguendo il percorso della via Amerina, che li avrebbe portati fino in Umbria. Loro risalivano e la peste li seguiva. Le persone morivano a migliaia e anche i lanzichenecchi si ammalavano e morivano, ma non abbastanza. Quelli rimasti hanno continuato a infierire e devastare. Le soldataglie germaniche sul loro percorso incontrarono Nepi ed entrarono da Porta Nica marciando sul basolato romano della via Amerina. Ai Nepesini fu riservato lo stesso trattamento che giร  aveva sperimentato Roma, peste inclusa.
Poi continuarono a risalire, attraversarono il Tevere; alcuni deviarono verso Narni e ne fecero scempio. Altri andarono verso Viterbo, ma poi tutti ripresero il percorso della via Amerina. La strada collegava Amelia, Todi e Perugia e sul suo percorso si affacciavano borghi e castelli di proprietร  di due famiglie rivali: gli Atti guelfi, filoimperiali, e i Chiaravalle, ghibellini e sostenitori del papato. Collicello fu il primo. Le mura rimasero in piedi e ancora sfoggiano otto torri. Poi continuarono per Avigliano, che godeva di una posizione strategica a metร  strada tra Todi e Amelia. Dopo toccรฒ a Montecastrilli, che era sotto la diretta protezione del Papa. Ultima fu Casalina, di proprietร  del monastero di San Pietro a Perugia.

 

Lanzichenecchi, mercenari al seguito dellโ€™imperatore Carlo V

 

I lanzichenecchi infierirono sulla popolazione e portarono via tutto quello che li poteva sfamare e tutto quello che era di valore. Se ne andarono e fu la fame per i sopravvissuti. Poi cominciรฒ la peste, che non si diffuse in maniera drammatica come a Roma. Il merito era dovuto allโ€™involontario distanziamento sociale. Quei piccoli borghi erano lontani lโ€™uno dallโ€™altro, arroccati su colline e dossi che si guardavano a vista, per sicurezza e soprattutto per le rivalitร  politiche tra le due grandi famiglie. Gli abitanti erano pochi e, dopo il passaggio dei soldati, ne rimasero ancora meno. La peste ne portรฒ via pochi: si puรฒ dire che fu piรน benevola dei lanzichenecchi.
Per i piccoli borghi non era ancora finita. Dopo i lanzichenecchi, dopo la fame e dopo la peste, li attendeva unโ€™altra una terribile prova: la carestia. Se le pietre potessero parlare, quei borghi avrebbero storie terribili da raccontare. Adesso sono ancora lรฌ con i loro castelli e le loro mura, immersi nel silenzio della vecchia via Amerina. Immersi nel verde dellโ€™Umbria.

Nella rubrica โ€œMessaggi in reteโ€, creata in occasione dell’emergenza Coronavirus, sono stati intervistati i sindaci di alcuni piccoli borghi umbri e non solo, che si sono dimostrati dei giganti per altruismo e dedizione.

Piazza con fontana di Deruta

Deruta, foto by Enrico Mezzasoma

 

Quanta passione e quanto attaccamento alla terra che rappresentano, quanto vigore, energia e affetto verso le persone di cui sono i portavoce; quanti sguardi trasognanti e pieni d’orgoglio, quando parlano di campanili e castelli. Quanto amore, quasi da brividi, per quello che fanno per quei tipici borghi. Quante intenzioni e voglia di fare, talvolta esagerata e talvolta piรน pacata. Quanti sacrifici e delusioni da dividere solo con pochi altri e talora con nessuno, quante grida di aiuto, di sovente inascoltate. Quanto ingegno e volontร  nel realizzare cose che sembravano impossibili. Quanta dedizione e spirito di servizio ripagate con un semplice sorriso o da una stretta di mano amica.

Vallo di Nera

 

La voce dei borghi

Durante le interviste realizzate nel periodo dell’emergenza COVID-19, oltre l’emozione e la titubanza in alcuni Sindaci –ย  e oltre alla preoccupazione e l’incertezza del poi in tutti – si notava che la responsabilitร  di fare bene imperversava in ogni parola, in ogni frase preparata o meno. Gli stati d’animo trasparivano per dimostrare di essere il riferimento per quella comunitร . Semplicemente un turbinio di emozioni con l’umile voglia di dimostrare di essere utili e di valere.
รˆ stata una bellissima esperienza capire come i Sindaci sentono loro il proprio borgo, come lo vivono e come lo proteggono e come interpretano l’ideale di rendere esemplare il luogo affidato, tentando di superare le proprie resistenze e quelle paesane, non senza rimbrotti o critiche.
Talvolta fanno di ogni gesto virtรน, a volte esagerato o egocentrico, ma sempre verso il bene comune, che viene appagato da mille pensieri per una vita pubblica racchiusa in un periodo a scadenza.
C’รจ chi รจ piรน giovane e chi รจ piรน esperto, ricordando che l’anagrafe non dispensa meriti per etร , ma valgono solo quelli della propria gente, con riconoscimenti e gratificazioni; i Sindaci sono felici di rappresentare le bellezze dei borghi, quelle artistiche, storiche, culturali ed enogastronomiche, con quel caratteristico vanto che li rende simili a genitori quando parlano della propria prole con amorevolezza e merito, accompagnati spesso da un brivido emozionale.
Nella fascia tricolore, che con fierezza indossano nelle occasioni ufficiali e negli eventi, sono custoditi sogni, speranze e desideri di chi vi ha riposto la fiducia.
Ogni intervista di una Sindaca o di un Sindaco ha contribuito inconsapevolmente alla stesura di queste righe, mentre ciascuno raccontava del proprio operato con grande passione ed emozione.
Nel ruolo che a volte viene dimenticato e a volte sottovalutato, i primi cittadini dei borghi, vanno considerati come dei piccoli eroi defilati che operano silenziosi lontano dal clamore e dal protagonismo.

 

Preci_panorama

Preci, foto by Enrico Mezzasoma

Nella molteplicitร  ed eterogeneitร  delle caratteristiche e dei compiti di ogni Sindaco di un piccolo comune, s’intravede la loro parte meno conosciuta e per certi versi piรน intima, mettendo in risalto la loro essenza umana abbinata alla capacitร  di guida di una comunitร .
Fare il Sindaco di un piccolo borgo di provincia รจ un incarico molto delicato e puรฒ far generare sensazioni e sentimenti per chi lo fa, irripetibili e impareggiabili.
Complimenti cari Sindaci dei piccoli borghi, per quello che state facendo per la res publica in questo momento di emergenza sanitaria e non solo e senza indugio, grazie.
A tal proposito, prendendo in prestito una frase dal film Imitation Game, si potrebbe dire: A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno puรฒ immaginare.

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