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Lโ€™emergenza sanitaria ha determinato molti cambiamenti nel nostro modo di vivere. Potrebbe essere stata la scintilla che ha scatenato una forte presa di coscienza sulle nostre responsabilitร  nei confronti dellโ€™ambiente in cui viviamo, che dobbiamo rispettare e proteggere. Oggi diventa fondamentale cambiare il nostro modo di viaggiare, prediligendo le piccole realtร  alle destinazioni piรน gettonate ed evitando il turismo di massa.

Maggio 2021 verrร  ricordato come il mese della lenta ripartenza, dopo un lungo ed estenuante periodo in cui le nostre certezze sono saltate e dove tutti ci siamo sentiti vicini nellโ€™affrontare un problema piรน grande di noi. La pandemia ci ha costretti a dover rinunciare a tutte quelle abitudini che prima davamo per scontate e che oggi sembrano mancarci come lโ€™aria. Un cappuccino al bar, una cena tra amici, una gita fuori portaโ€ฆ
Ora ci viene data la possibilitร  di voltare pagina e provare a recuperare il tempo perduto. Con lโ€™estate alle porte, quale modo migliore di riaffacciarci alla vita se non con una vacanza? Per fare in modo che ciรฒ non si trasformi in un tana libera tutti come lโ€™anno scorso, dobbiamo cercare di rivedere un poโ€™ il nostro modo di viaggiare. Giร  prima dellโ€™emergenza sanitaria si parlava della necessitร  di un turismo lento, sicuro e sostenibile, oggi dobbiamo prenderlo come imperativo per cercare di non vanificare tutti gli sforzi fatti finora.
In che modo possiamo fare turismo sostenibile? Partendo per esempio in bassa stagione, scegliendo una destinazione meno conosciuta, evitando di viaggiare durante le feste comandate e rispettando lโ€™ambiente e la cultura del paese che ci ospita. In primis ne gioveremmo noi stessi, perchรฉ una settimana ad agosto a Gallipoli con mezzo metro di spiaggia su cui sdraiarsi, dopo aver speso cinquanta euro per un ombrellone, รจ piรน una penitenza che un piacere; e secondo poi ne gioverebbe lโ€™ambiente.

 

Assisi-santa chiara

Santa Chiara, Assisi, foto di Enrico Mezzasoma

 

รˆ cosรฌ che lโ€™Umbria si rivelerร  come la destinazione perfetta, che ci permetterร  di riscoprire borghi autentici piรน e meno noti e di essere a stretto contatto con la natura. Il viaggio che intraprenderemo attraverso le pagine di AboutUmbria non puรฒ che partire da Assisi, la cittร  in cui sono nata e dove vivo e lavoro tuttora. Assisi รจ una di quelle cittร  che in alcuni periodi dellโ€™anno viene letteralmente presa dโ€™assalto dai turisti di tutto il mondo come, ad esempio, nei mesi di aprile, luglio e agosto. Ci sono invece mesi in cui la cittร  offre il meglio di sรฉ, vediamo insieme quali sono:

Maggio

A maggio Assisi si risveglia dal torpore invernale, le verdi colline intorno offrono scenari di rara bellezza. Nei primi giorni del mese si svolge inoltre il Calendimaggio, una rievocazione storica molto sentita dagli assisani e che vede la cittร  divisa nella Nobilissima Parte de Sopra e nella Magnifica Parte de Sotto. Le due parti si sfidano in cortei, giochi, canti e scene di vita medievale, dando vita a uno spettacolo coinvolgente ed emozionante. Unโ€™esperienza da non perdere รจ quella di mangiare nelle caratteristiche taverne.

 

Calendimaggio 2019, foto via Facebook

Giugno

Giugno รจ il mese in cui gli abitanti di Assisi si preparano per partecipare al concorso Balconi Fioriti, che ogni anno premia la persona che รจ stata piรน capace nel valorizzare la facciata della propria abitazione con i decori floreali piรน belli. I vicoli si tingono delle tonalitร  piรน accese, grazie ai fiori e alle piante di ogni tipo che tappezzano le terrazze e le finestre delle case. Generalmente vengono organizzate molte iniziative e serate di musica dal vivo, tra cui lโ€™annuale appuntamento con il concerto Con il cuore, nel nome di Francesco, che si svolge nella piazza della Basilica Inferiore di San Francesco e viene trasmesso in diretta Rai.

 

Rocca Maggiore

Settembre

Questo รจ uno dei mesi che preferisco, perchรฉ la cittร  รจ piรน rilassata, il caldo infernale estivo lascia spazio a giornate piรน fresche ma ancora abbastanza lunghe per godere a pieno dellโ€™atmosfera di pace di Assisi.

Ottobre

Ottobre รจ un mese importante per la cittร . Il 3 e il 4 del mese si celebra la Festa di San Francesco, il momento in assoluto piรน sentito dai credenti che sono nati qui e che tengono moltissimo alla tradizione di partecipare alle celebrazioni in onore del patrono dโ€™Italia. Altro evento immancabile รจ sicuramente la fiera di San Francesco, che si svolge il 5 di ottobre. Oltre a curiosare tra le numerose bancarelle sparse per le vie del centro, รจ irrinunciabile una sosta presso i botteghini delle signore assisane che vendono le cartelle per partecipare allโ€™annuale tombola, che si svolge in serata.

 

Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, foto di Enrico Mezzasoma

Novembre

Novembre รจ il mese di UNTO, il tradizionale appuntamento dedicato allโ€™olio extravergine di oliva. Oltre agli stand in cui assaggiare la famosa bruschetta umbra con lโ€™olio nuovo, si puรฒ prendere parte ai molteplici eventi organizzati per lโ€™occasione, che coinvolgono grandi e piccini: visite guidate ai frantoi, musica dal vivo, trekking in collina e scuole di cucina.

Dicembre

A dicembre qualsiasi cittร  รจ suggestiva, merito delle luci e degli addobbi natalizi. Ad Assisi, il concorso Presepi indetto dal Comune, ci spinge ad andare alla ricerca del presepe piรน bello, tra quelli esposti lungo le vie del centro storico e di alcune frazioni. Sempre rimanendo in tema nativitร , celebri sono i presepi viventi che si svolgono nei castelli della zona, come quelli di San Gregorio, Petrignano e Armenzano.
Questi sono, a parer mio, i mesi migliori per visitare la cittร  serafica.

Nel prossimo articolo delineeremo un itinerario per visitare Assisi in tre giorni.

Studio Lumiรจre e Associazione dei Mestieri del Cinema Umbri portano le produzioni nella regione e forniscono maestranze specializzate: ยซUn passo molto importanteยป.

 

Lโ€™Umbria torna a essere lo scenario perfetto per un altro film. ย A Montoro โ€“ frazione di Narni โ€“ e presso il Relais Tenuta Gentili (Amelia) per tre settimane le forze malefiche sono state protagoniste con le riprese di Medium, un thriller-horror ambientato tra Roma e lโ€™Umbria. La pellicola, diretta da Massimo Paolucci e prodotta da Daniele Gramiccia per Emy Productions di Giovanni Franchini, sโ€™ispira โ€“ non prendendosi troppo sul serio – ai vecchi film anni Settanta e racconta la storia di una gang di romanacci, capitanata da Tony Sperandeo, che si ritrova in una villa dove si manifestano forze malefiche.
Quello che accadrร  sarร  opera dellโ€™uomo o di qualcosa di sovrannaturale? Questo ce lo racconta un ricco cast, che vede la presenza di Barbara Bacci, Hal Yamanouchi, Bruno Bilotta, Francesco Maria Dominedรฒ, Emilio Franchini, Martina Marotta, Pierfrancesco Ceccanei, Daphne Barbieri e Martina Angelucci.
Lo Studio Lumiรจre, societร  di produzione video cinematografica di Perugia, ha reso possibile ciรฒ, creando il contatto tra la produzione romana e lโ€™Umbria. ยซAbbiamo curato diversi aspetti per questa produzione: dagli alloggi alle regole per il virus, fino al backstage e, grazie alla sinergia con lโ€™Associazione dei Mestieri del Cinema Umbri, รจ stato possibile inserire diverse maestranze umbre allโ€™interno del film: nel settore del trucco e parrucco, in quello tecnico con Marco Benedetti, nella direzione della fotografia con Matteo De Angelis e nel backstage con Federico Locchiยป spiega la presidente Matilde Pennacchi.

 

Lโ€™importanza del cinema in Umbria

ยซUn bel gruppo di soci dellโ€™Associazione Mestieri del Cinema โ€“ che ne conta oltre 100 – ha fatto parte di questo progetto e per noi รจ molto importante. Dopo aver partecipato a festival di primโ€™ordine, tra cui Venezia e Roma, il nostro passo successivo era quello di cercare occasioni concrete di lavoro e contatti con produzioni nazionali. Questo film ne รจ stato un esempio. Stiamo inoltre lavorando per una sinergia tra tutte le imprese dei singoli soci, cosรฌ da fornire un servizio completo alle produzioni che scelgono lโ€™Umbria come location per i loro film. Siamo orgogliosi di dire che la produzione di Medium รจ stata molto soddisfatta e si sono creati con loro i presupposti per altre collaborazioniยป prosegue Federico Menichelli, presidente Associazione dei Mestieri del Cinema Umbri.

 

 

Le riprese, durate tre settimane, sono state realizzate la maggior parte in notturna, creando anche qualche apprensione tra la comunitร : ยซUna sera, mentre si girata nel piccolo cimitero di Montoro, รจ arrivata la telefonata dellโ€™assessore di Narni, Lorenzo Lucarelli, che aveva ricevuto diverse chiamate allarmate, perchรฉ gli abitanti vedevano delle luci allโ€™interno del cimitero e non sapevano cosa fosseยป racconta Menichelli.
ยซIn Umbria, a oggi, ci sono tanti professionisti del mondo cinema costretti ad andare a lavorare in altre regioni, ma con la creazione a regime dellโ€™Umbria Film Commission si potrebbero unire le forze tra enti e associazioni, cosรฌ da creare progetti importanti allโ€™interno dellโ€™Umbriaยป conclude il presidente Associazione dei Mestieri del Cinema Umbri.

 

L’Umbria e la Cumbria sono due regioni europee che presentano un interessante aspetto in comune: sono fra i posti migliori dove andare a vivere e crescere una famiglia.

La Cumbria

รˆ la stessa Unione Europea che incorona l’Umbria e la Cumbria ai primi posti per la qualitร  della vita. La nostra risulta essere anche una tra le regioni piรน longeve. Oltre ad avere un nome molto simile, solo la consonante C le differenzia, sembra davvero che abbiano tutte le caratteristiche adatte a trasferirsi, metter su casa e crescere dei bambini. Perugia e Carlisle, i due rispettivi capoluoghi, distano 2.230 km. La distanza obiettivamente non si discute, ma alla fine รจ solo geografica. Potremmo dunque dire che la distanza c’รจ ma non la dimostra. La Cumbria si trova nel nord-ovest dell’Inghilterra, ha un’area di 6.768 km quadrati e una popolazione di circa 500.000 abitanti. Ha inoltre una mappa molto simile alla nostra.

Una poesia della Cumbria

Il connubio tra natura, ambiente e condizioni di vita sembra essere l’ideale da queste parti. I paesaggi di queste zone, come ad esempio il Lake District, hanno ispirato alcuni poeti romantici come Coleridge e Wordsworth, pittori come John Constable e scrittrici come Beatrix Potter.
Riporto un passaggio poetico di Wordsworth nativo e innamorato di questa terra: ยซI wandered lonely as a cloud that floats on high o’er vales and hills, When all at once I saw a crowd, a host, of golden daffodils; Beside the lake, beneath the trees, fluttering and dancing in the breezeยป. (Vagabondavo solo come una nuvola che alta fluttua su valli e colline, Quando a un tratto vidi una folla, una schiera di dorati narcisi lungo il lago e sotto gli alberi, svolazzanti e danzanti nella brezza). Il Lake District ha una bellezza spettacolare che lo fa risaltare tra le altri regioni della Gran Bretagna.

L’Umbria

I posti migliori in cui vivere

Perchรฉ allora queste due Regioni sono considerate fra le migliori per vivere? Perchรฉ ci sono buone scuole e Universitร , c’รจ bassa criminalitร  e le case hanno prezzi accessibili. Comprare una casa e avere dei figli sono due tappe fondamentali della vita e trovare un luogo che soddisfa queste due esigenze coniugate con un ambiente sicuro rappresenta il top. Se uno si trasferisce in una casa per sempre quindi ha una duplice scelta: L’Umbria o la Cumbria! Se uno apprezza l’aria pulita, la campagna e le viste spettacolari su laghi, montagne, le cascate e ancora se รจ importante uno stile di vita rilassante con comunitร  amichevoli, L’Umbria e la Cumbria daranno la qualitร  di vita che uno sta cercando.

Altre somiglianze

In queste due Regioni abbiamo ottimi collegamenti ferroviari, stradali e anche aerei che permettono un facile raggiungimento verso le altre regioni dei rispettivi Stati. L’Umbria e la Cumbria sono anche regioni di laghi dove il loro Windermere รจ lungo 17 km, mentre il nostro lago Trasimeno ha una lunghezza di 16,1 km. Da notare che spesso in Cumbria i laghi vengono chiamati meres (stagni), waters (acque) e tarns (laghetti). Se sei un appassionato camminatore l’Umbria e la Cumbria offrono infiniti percorsi da esplorare, se sei un appassionato ciclista hai di che toglierti la voglia. Se sei un appassionato di cultura, di eventi musicali ed eventi legati al cinema e alla letteratura queste due regioni ti offrono sempre il meglio. Le due regioni sono inoltre orgogliose per le loro prelibatezze locali in tema di salumi, formaggi, dessert, dolci e birre artigianali. Al loro sticky toffee pudding contrapponiamo la nostra rocciata. I loro villaggi e mete turistiche come Kendal, Keswick, Penrith, Bowness-on-Windermere, Sedbergh le possiamo tranquillamente affiancare alle nostre Spello, Trevi, Todi, Castiglione del Lago, Norcia. La cittadina di Ulverstone รจ famosa nel mondo per essere il paese natale dell’attore comico Stan Laurel. Il festival del Jazz รจ presente in entrambe le regioni con il Jazz Festival a Keswick e con Umbria Jazz a Perugia.
Al Lake District sito Unesco contrapponiamo l’Eremo delle carceri, la Chiesa di San Damiano, la Cittร  di Assisi, il Santuario di Rivotorto, il Tempietto del Clitunno, la Basilica di Santa Maria degli Angeli, la Basilica di San Salvatore, la Riserva Naturale del Monte Peglia. La piรน grande differenza fra queste due regioni? La guida a sinistra, ma questo รจ solamente un dettaglio!

 

I colori dell’Umbria

Possibile gemellaggio?

Considerate tutte queste somiglianze perchรฉ le due regioni non si gemellano? Un buon accordo di gemellaggio puรฒ rivelarsi un’operazione assai virtuosa e arrecare molti benefici alla comunitร  e all’amministrazione regionale. Integrazione, unione tra persone provenienti da due aree diverse, condivisione dei problemi, progetti, scambio di opinioni. Ne sono certo i vantaggi saranno tangibili. Ricordiamoci che un buon gemellaggio รจ seguire anche o soprattutto l’affinitร  di partenza. Le relazioni di gemellaggio, come sappiamo, portano indubbi vantaggi culturali ed economici attraverso la promozione e la valorizzazione delle proprie bellezze e delle proprie tipicitร .

 

I colori della Cumbria

Cataract of Lodore

Concludo con un passo di Cataract of Lodore, poesia scritta nel 1820 dal poeta inglese Robert Southey che descrive le Lodore falls (Cascate di Lodore), altro elemento che lega la Cumbria all’Umbria. Come non ricordare infatti la definizione orribilmente bella che il poeta Byron diede alla Cascata delle Marmore nel quarto canto del poema Childe Harold’s Pilgrimage?

From its sources which well

In the tarn on the fell;
From its fountains
In the mountains,
Its rills and its gills;
Through moss and through brake,
It runs and it creeps
For a while, till it sleeps
In its own little lake.
And thence at departing,
Awakening and starting,
It runs through the reeds,
And away it proceeds,
Through meadow and glade,
In sun and in shade […]

In questo iniziale passaggio il poeta Southey descrive la nascita della cascata dalle sue fonti. Il primo ruscello che attraversa il muschio e poi e s’insinua e ancora si ferma; si risveglia e inizia a correre tra le canne procedendo verso prati e radure al sole e all’ombra.

ยซVillard de Honnecourt vi salutaโ€ฆยป. Nel nostro XXI secolo possiamo apprezzare un simile esordio: non รจ certo quello che troveremmo allโ€™inizio di un manuale di tecnologia applicata e neppure del resto in qualsiasi altro manuale.

Di colpo, con questo saluto, entriamo in un altro mondo, quello del XIII secolo con tutto il suo splendore. Un secolo prima, lโ€™umile monaco Teofilo apriva anchโ€™egli, con un saluto, il suo Trattato di arti diverse: ยซDio Onnipotente sa che non ho scritto le mie osservazioni nรฉ per amore di una lode umana, nรฉ per il desiderio di una ricompensa temporale, che non ho nascosto nulla di prezioso o di raro per malizia o gelosia, che non ho passato sotto silenzio nessuna cosa, riservandola per me solo, ma che per accrescere lโ€™onore e la gloria del suo nome ho voluto venire incontro alle necessitร  e aiutare il progresso di un gran numero di uominiยป.
Villard รจ piรน sobrio e piรน efficace al tempo stesso, ma lo spirito รจ il medesimo: ยซVillard de Honnecourt vi saluta, e prega tutti coloro che lavoreranno con gli strumenti che troveranno in questo libro, di pregare per la sua anima e di ricordarsi di lui, perchรฉ in questo libro si puรฒ trovare grande aiuto per la saldezza della muratura e per gli strumenti di carpenteria; vi troverete anche il modo per rappresentare le figure, i disegni, secondo quanto comanda e insegna lโ€™arte della geometriaยป.
ยซLe treiziรจme siรจcle est le temps oรน triomphe le nombre, oรน le quantitatif sโ€™impose. Ratio en latin cโ€™est raison mais aussi compte, calcul. Des trois grand domaines oรน le Moyen Age affirme sa crรฉativitรฉ le moulin et ses applications, le textile et sens instruments, le batiment et ses machines, cโ€™est dans ce dernier que se situent les dessins de Villard de Honnecourtยป. (Jacques Le Goff).
ยซLes moulins hydrauliques destinรฉs ร  different usages-moudre le grain, fouler le tissu, marteler le mรฉtal, etc.- existaient dรฉjร  du tems de Villard.ย  Ma les moulins actionnant des scies nโ€™avoir รฉtรฉ mis au point quโ€™au cours du XIII siรจcle e nโ€™ รจtre devenus opรจrationnels quโ€™au cours de la deuxiรจme moitiรฉ de ce siรจcle. Le scie hidraulique, dessinรจe par Villard de Honnecourt, qui peut รจtre datรจe de la premiรจre moitiรจ du XIII siรจcle, presente donc un interรฉt particulier parce que cela semble etre la premiรจre raprรฉsentazion dโ€™une telle machineยป. (Roland Bechmann).

Il disegno della sega idraulica di Villard de Honnecourt

Un’invenzione fondamentale

Lโ€™energia idraulica ha avuto nel Medioevo la stessa importanza del vapore nel XIX secolo e del petrolio nel XX. Veniva utilizzata al massimo per meccanizzare tutta una serie di operazioni: vi si macinava il grano, vi si setacciava la farina, vi si follava il panno, vi si conciavano le pelli e vi si forgiava il ferro grazie allโ€™albero a camme che Villard ha rappresentato nel suo disegno. La prima menzione medievale di una sega idraulica si trova in un documento normanno del 1204. Ma la prima raffigurazione รจ quella di Villard.
Sotto il suo disegno Villard scrive: ยซIn questo modo si costruisce una sega che sega da solaยป. La sega meccanica รจ la prima macchina automatica in due tempi: al movimento circolare delle ruote, che dร  luogo a un moto alternativo capace di segare, sโ€™aggiunge un avanzamento automatico del legno verso la sega. Lassus descrive cosรฌ il suo meccanismo: ยซUn ruscello, le cui onde sono indicate in alto a sinistra, fa muovere una ruota a pale oblique attorno ad un asse che porta una seconda ruota dentata e quattro camme. La ruota dentata fa avanzare il tronco da segare, tenuto in posizione da quattro guide che gli impediscono di deviare. Le camme poggiano su uno dei bracci articolati fissati alla parte inferiore della sega verticale, la cui parte superiore รจ fissata a sua volta allโ€™estremitร  di una pertica flessibile. Appoggiandosi sul braccio dellโ€™articolazione, la camma fa scendere la sega, che piega la pertica e comincia a risalire in virtรน della flessibilitร  di questโ€™ultima, dal momento in cui la camma ha esaurito la sua azioneยป.

Le corporazioni umbre

Nel 2001 la Gaita Santa Maria, nella ricostruzione delle antiche attivitร  produttive, ha riprodotto tutte le fasi lavorative dellโ€™Ars magistrorum lignaminis (Arte dei legnaioli). Sebbene lโ€™ordine gerarchico la ponesse negli ultimi posti delle Arti minori, lโ€™Arte dei legnaioli era tuttโ€™altro che di trascurabile importanza economica. I suoi iscritti, pur non essendo eccessivamente numerosi rispetto a quelli delle altre corporazioni, erano pur sempre molto importanti per la vita della cittร . Infatti, oltre a partecipare alla costruzione degli edifici, ne rendevano abitabili gli interni con mobili e masserizie. A Firenze, giร  dal XIII secolo, erano suddivisi in quattro membra, secondo il particolare lavoro eseguito e cioรจ, come affermava lo statuto (1342):

  • facienti e vendenti botti, tina e bigonce
  • facienti e vendenti cofani, forzieri e casse
  • altri maestri purchรฉ non siano segatori o bobulici (conduttori di carri trainati da buoi)
  • segatori

A Gubbio, nello Statutum Comunis et Populi, Civitatis, Comitatus et Districtus Eugubii la Rubrica 53 del 1ยฐ libro, elenca le Arti, tra cui lโ€™Arte dei Falegnami, ne conferma la legalitร  associativa, ne approva i loro Brevi o Matricole o Statuti (1334): cioรจ le raccolte di norme di etica professionale miste a disposizioni di carattere protezionistico per lโ€™associazione o a disposizioni preventive atte ad evitare la concorrenza fra soci. In essi si scrive che il legname ridotto in tavole dai segatori raggiungeva i vari specialisti dellโ€™Arte, tramite la collaborazione dei trasportatori e cioรจ:

  • i bottai che facevano le botti, i tini, le bigonce
  • i carpentieri che facevano i travetti, vergoli, impalcature
  • i bastari che facevano le selle, i basti
  • i carradori che facevano i carri, barrocci, ruote
  • i balestrari che facevano balestre
  • i tornitori che tornivano paletti per una infinitร  di usi civili, militari, religiosi.

Vi erano poi altre categorie di lavoratori che esercitavano la parte piรน nobile dellโ€™Arte. Erano coloro che esercitavano Lโ€™Arte della scultura lignea, dellโ€™intaglio, dellโ€™intarsio, della pittura del legno, dei mobili.
A Todi, giร  dal 1282, viene ricondotto il primo elenco delle sedici corporazioni o Universitร  con i nomi di ognuna di esse e dei consoli loro rappresentanti e tra esse i magistri lignaminis (maestri del legno e carpentieri): a essa vi facevano parte non solo il semplice artigiano, ma anche il disegnatore e il realizzatore di mobili e attrezzeria, lโ€™intagliatore e lโ€™intarsiatore, il carpentiere. In questa specifica attivitร  gli si richiedevano conoscenze particolari di ingegneria e matematica, nozioni sulla distribuzione dei pesi e dei carichi indispensabili per innalzare le ardite impalcature necessarie a costruire gli edifici pubblici e religiosi della fine del Duecento.
A Foligno, tra le ventisette corporazioni medievali, era presente anche quella del Legname. Lo statuto dellโ€™Arte (1404) riguardava tutti i lavoratori del legno, tutti coloro che, nelle diverse specializzazioni, usavano questa materia prima per produrre manufatti di qualsiasi genere. รˆ il tempo di carpentieri, tornitori, begonzari, zoccholari, carratari, bastari, fabbricatori di molini e di archiโ€ฆ artigiani che immettono sul mercato oggetti da destinare ora agli uomini, ora agli animali.
A Perugia fin dal 1291 รจ documentata la presenza dellโ€™Ars magistri lignaminis et lapidum. Lโ€™Arte, i cui statuti risalgono al 1385 comprendeva scalpellini, falegnami e carpentieri, categorie che intervenivano congiuntamente nel campo dellโ€™edilizia religiosa e civile della cittร . La ricchezza della corporazione รจ testimoniata dallโ€™entitร  delle contribuzioni imposte dal Comune; la frequente presenza dei suoi iscritti nel Consiglio priorale riflette il ruolo importante da essa rivestito nel contesto cittadino.
A Bevagna, nei Libri Statutorum Antique Terre Mevanee sono menzionati i magistri lignaminis et lapidum. La loro importanza nella Bevagna medievale era indubbiamente notevole in quanto si prevedeva lโ€™intervento del podestร  qualora il loro lavoro non fosse adeguatamente retribuito e che la difesa dei loro interessi, in eventuali cause, fosse assunta dallo stesso Comune. (CXXXII. De mercede magistrorum lignaminis et lapidum cum irent ad aliquam executionem faciendum).
ยซSi aliquo tempore magistri lapidum vel vignorum ad executionem aliquam faciendam contra aliqua malefactorem, potestas faciat eis satisfieri pro eorum labore de bonis illius malefactoris vel de bonis comunis, dum tamen illa solutio fiat per camerarium comunis et quod dicti magistri pro predictis in qualibet curia defendantur per comune Mevaneeยป.

 

La sega idraulica

La sega idraulica di Villard nel Mercato delle Gaite

Sulla base di tali conoscenze storiche, nel ricostruire lโ€™Arte dei legnaioli e lโ€™Arte dei maestri del legname e della pietra, la Gaita decise di ricostruire la sega idraulica disegnata da Villard di Honnecourt nel suo taccuino. Il taccuino scritto da Villard e risalente al XIII secolo รจ il primo esempio di trattato di ingegneria e il disegno della sega ad azionamento idraulico per ricavare tavole dai tronchi dโ€™albero รจ uno dei disegni piรน interessanti. La progettazione e la sua realizzazione hanno richiesto tempo e fatica, ma il risultato ottenuto ripaga delle difficoltร  incontrate. La macchina viene mossa da una ruota ad acqua come quella dei mulini (in alto a sinistra nel disegno); lโ€™asse che parte dal centro della ruota aziona sia lโ€™avanzamento del tronco sia il movimento della lama. Il tronco da tagliare viene tenuto a contatto della lama da una ruota raffigurata con sei denti (al centro del disegno); i quattro bastoni (camme) allโ€™estremitร  dellโ€™asse servono invece per trascinare verso il basso la lama che una pertica (un grosso ramo in diagonale da destra a sinistra), flessibile come una molla, riporta verso lโ€™alto. La lama, quindi, a ogni giro dellโ€™asse, la lama รจ trainata quattro volte verso il basso.
La bottega dei segatori ricostruita risponde a tre criteri: collocazione in prossimitร  del fiume per la disponibilitร  di energia spazio per lโ€™accumulo e la preparazione dei tronchi, area per la preparazione ed essicazione delle tavole. Una volta abbattuti e sfrondati, con corteccia integra, i tronchi vengono trasportati su zattere; arrivati in prossimitร  della segheria, una gru manuale a carrucole multiple, solleva i tronchi e li accumula sul piazzale; prima del taglio vengono scortecciati e viene scelta la posizione che il tronco deve avere sulla sega, in modo da tagliare subito il lato piรน nodoso; il tronco viene posizionato sulla sega, durante il taglio il tronco non deve poter ruotare nรฉ andare fuori asse, lo spessore delle tavole va da 5 cm in su, ogni tavola tagliata viene tolta e poste nel posto di essiccazione. Grazie a Flavio, Gianluigi, Alfredo, Marco, Gianpaolo, Paolo e Gianni la Gaita รจ riuscita a dar vita a questa macchina e con essa, di nuovo, alle idee di Villard.
Che non ci resti, ora, che pregare per lui?

 


Riferimenti bibliografici:

Bechmann R.ย  Villard de Honnecourt. La pensรจe tecnique au XIII siecle et sa communication, Picard 1993

Monteluco รจ il bosco sacro del monte sopra Spoleto, coperto di faggi, lecci e carpini.

Lo hanno considerato sacro i Romani e poi i benedettini, lo hanno considerato sacro i francescani e anche molte signore; ma di questo ne parleremo piรน avanti. Il monte รจ stato amato dagli eremiti, che mille anni fa arrivavano a piedi fin lassรน ed erano in stretto contatto con la natura e con il cielo.

 

Eremo di San Francesco

 

San Francesco non poteva tralasciare un luogo simile tanto che con i confratelli ha costruito un convento; poi vi passarono Michelangelo, Pirandello, il Gabibbo, la Sora Lella, Fiorenzo Fiorentini ed anche il tenore Beniamino Gigli. Non รจ necessario essere famosi per farsi prendere dal fascino del luogo.
Nel convento cโ€™รจ ancora la stanzetta dove ha dormito il poverello dโ€™Assisi, ma ci anche sono le celle dei frati che risalgono al 1218. Sono ambienti minuscoli e nudi, costruiti con una tecnica molto spartana; le pareti sono state costruite con i materiali che offriva il posto: due strati di vimini intrecciati, dentro i quali, come in un cesto, sono state versate le pietre, e sopra hanno dato una mano dโ€™intonaco. Il letto, quando cโ€™รจ, รจ un tavolaccio e il cuscino รจ un semplice pezzo di legnoโ€ฆ del resto allโ€™epoca di San Francesco si usava dormire sul duro, soprattutto quando cโ€™erano non cโ€™era altra scelta.

Tariffario delle camere

Durante la Grande Guerra

In seguito, durante la Prima Guerra Mondiale, toccรฒ ai prigionieri austriaci di costruire la strada, e da allora lโ€™eremo non รจ piรน stato tale. Nel 1921 รจ stato costruito uno chalet con camere sicuramente piรน confortevoli delle celle dei frati: talmente confortevoli da venire affittate a ore, a mezze ore e a quarti dโ€™ora; la targa allโ€™interno dellโ€™Hotel Ferretti รจ lรฌ a dimostrarlo. Era un luogo riservato in mezzo al bosco sacro, lontano da occhi indiscreti. Pochi anni dopo lo chalet divenne Hotel Ferretti e cambiรฒ la destinazione dโ€™uso. I proprietari dellโ€™hotel collezionano moto dโ€™epoca, alcune ancora funzionanti, e tra i memorabilia fa bella figura la locandina dellโ€™Estate Spoletina del 1933. Ventโ€™anni prima di Giancarlo Menotti, Spoleto aveva giร  una propensione per il festival.

Il bosco sacro

Il bosco di lecci รจ particolarmente bello e molto ben tenuto, ma descriverlo non รจ facile sapendo che Pirandello ha soggiornato lรฌ nel 1924: il confronto รจ impari. Il bosco sacro รจ gestito con molta attenzione, senza confliggere con lโ€™ecosistema.
Non cโ€™รจ sottobosco, cosรฌ le piante morte rimangono in sito per nutrire insetti, larve e quantโ€™altro: cosa che รจ determinante per il corretto mantenimento del bosco.
La gestione del bosco, cosรฌ come quella dei boschi attorno a Spoleto, รจ stata oggetto di grande cura anche in epoca romana: i Romani per istinto regolamentavano tutto, anche i boschi. Al centro del bosco sacro non puรฒ sfuggire un blocco di pietra calcarea, dove รจ incisa la inflessibile
Lex Spoletina: gli alberi potevano essere asportati, abbattuti e rimossi solo nei giorni del sacrificio a Giove, mentre per i trasgressori era prevista una multa consistente e si faceva anche obbligo di offrire un bue in sacrificio a Giove. Nel III secolo a.C. i Romani si preoccupavano di preservare il bosco.

 

Lex Spoletina all’interno del Bosco Sacro di Monteluco

S’innalza verso il cielo e si staglia come se fosse sul monte degli Dei, a guardia austera del confine umbro-toscano e delle colline dove รจ poggiato, incutendo rispetto e curiositร .

Quando si arriva nei suoi pressi, si rimane ancor piรน stupiti: si ha la sensazione di essere in cima al mondo e lo sguardo vaga cosรฌ lontano da perdersi tra colline, monti, laghi, pianure e borghi… si ha una vasta visione d’insieme e da qui si puรฒ capire che tipo di emozione il perugino Danti – che, a cavallo del Cinquecento, volรฒ sul Trasimeno con il primo rudimentale deltaplano della storia –ย  abbia provato.
Questo luogo suggestivo e d’incanto si trova in Umbria, nel comune di Tuoro sul Trasimeno: รจ il castello o, per meglio dire il fortilizio, di Montegualandro, รจ adagiato nell’omonima localitร .

 

Fortilizio di Montegualandro, foto de I luoghi del silenzio

 

Da qui si possono ammirare l’estensione della Chiana romana e di quella toscana, la bellezza del lago Trasimeno, delle sue isole e dei borghi prospicienti le sue placide e antiche acque, cosรฌ come la corona delle colline che lo cingono su tre lati. Alzando lo sguardo, si vedono le colline aretine, i rilievi senesi, il Monte Amiata, il Cetona e, piรน distante, il laziale Soratte, il Monte Arale e il Peglia. Continuando, si scorgono i monti Martani, il lontano Terminillo, i Sibillini e l’assisano Monte Subasio. Accolti tra le pieghe di questi monti e declivi vi sono le cittadine e i borghi che sembrano incastonati come degli unici gioielli preziosi e pare siano messi lรฌ per arricchire la vista di un paesaggio che, per magia e senso storico dei luoghi, amplifica ed esalta le emozioni che nascono dal profondo di ogni animo.

Una finestra sulla storia

Questo รจ il regalo di Montegualandro con il suo fortilizio: un paesaggio unico e vasto come se fosse una finestra aperta sulla storia che ha visto l’Etruria, nella sua massima estensione, terra di cultura storia e leggenda. Semplicemente mozzafiato!
La storia del maniero e della sua evoluzione parte, secondo notizie, dal X secolo, anche se giรน una stele etrusca ne ricorda il luogo. Nel XVI secolo il letterato locale Matteo dall’Isola affermรฒ che il suo nome derivasse dal greco gala (latte) per l’abbondanza di greggi che qui pascolavano. Ma รจ dal longobardo wald e land, bosco e terra, che trae origine l’ipotesi piรน accreditata sull’etimologia del toponimo.
Per la sua posizione dominante – sulla strada che collegava Perugia ad Arezzo e quindi a Firenze – fu sempre oggetto di mire e di conquiste. Qui, anche Federico Barbarossa mise la sua firma e, tra perugini e cittร  toscane, se non anche con lo Stato della Chiesa, passรฒ spesso di mano, cosรฌ come tra le famiglie Casali, Montemelini e Ranieri.

 

Fortilizio di Montegualandro, foto by I luoghi del silenzio

Ancor prima Annibale, nel giugno del 217 a.C., qui stabilรฌ il suo campo nella battaglia e Carlo Magno, qualche secolo piรน tardi, ne divenne il proprietario. Il Castello di Montegualandro fu visitato, al tempo del GranTour, da Goethe e Byron e il Carducci ne scrisse.
Il fortilizio รจ stato ristrutturato in tutta la sua bellezza: la cinta muraria, le torri, la chiesa e il corpo centrale hanno ripreso e rinnovato gli antichi e suggestivi fasti. รˆ di proprietร  privata e normalmente non visitabile internamente, ma vale bene il tempo di una bella passeggiata per ammirare esternamente la sua magica e affascinante composizione. In particolare da lassรน, si potrร  toccare il cielo con un dito, sentire il respiro della natura ed estasiarsi guardando il pittoresco paesaggio che si rispecchia nell’antico lago che gli Etruschi appellavano Tarsminass.

Un itinerario turistico fuori dagli schemi, tra suggestivi borghi medievali: si parte dal territorio perugino e si attraversa un lungo tratto della Valle Umbra per arrivare in terra marchigiana.

Ho scritto questo lungo articolo non nascondendo il mio amore per l’Umbria. Ho percorso questo itinerario in estate e ne ho tratto un giro turistico-leggendario che forse potrร  piacere anche ad altri. Il resoconto, con notizie anche note – ma non sempre e non a tutti – mette insiemeย  un vero e proprio viaggio di oltre 130 chilometri da Casa del Diavolo (PG) ad Acquasanta Terme (AP). Il testo รจ molto lungo e cosรฌ potete decidere di leggerlo a pezzi, scegliendo le localitร  che piรน vi interessano, o per intero, compiendo intanto questo viaggio virtuale per poi, perchรฉ no, programmarne uno reale, che difficilmente vi deluderร . E quindi chi lo ha detto che non si puรฒ unire il Diavolo con l’Acquasanta?

In viaggio

Per chi vuol fare un giro turistico attraverso borghi e localitร  conosciute e non e piene d’incanto, per chi ha un budget ristretto e poco tempo a disposizione propongo questo itinerario che certamente vi sorprenderร  dal punto di vista paesaggistico, storico ma soprattutto leggendario.

Casa del Diavolo

Si parte da Casa del Diavolo, che รจ una frazione del comune di Perugia a 237 metri sul livello del mare. Il suo nome รจ intriso di mistero e di segreto tale da farne il luogo piรน inquietante di tutta la regione e tale da stuzzicare la curiositร  del viaggiatore e del turista. รˆ proprio il caso di dire: ยซPerchรฉ diavolo si chiama cosรฌ questo posto?ยป. Le origini del nome non sono certe e per questo si sono moltiplicate le leggende. Secondo alcuni storici l’origine รจ legata al passaggio di Annibale (216 a.C.) che causรฒ cosรฌ tanta distruzione e tanta morte che portรฒ il luogo a essere considerato come la dimora del male e quindi del Diavolo.
Un’altra tesi, basata anche su reperti archeologici, fa risalire questo nome all’etร  medievale, quando molti bambini nascevano morti o morivano prematuramente. Non essendo stati battezzati in tempo, i bambini non potevano cosรฌ accedere al Paradiso e il loro destino era l’Inferno. Secondo un’altra leggenda, d’ispirazione medievale, questo luogo era sede di una locanda dove solitamente vi soggiornavano banditi, assassini e briganti delle zone vicine. Queste frequentazioni attirarono l’attenzione del Diavolo stesso, che non esitรฒ ad intrattenersi e a stringere patti con questi loschi figuri, per poi aprire una profondissima buca e tornare all’Inferno.
Uscendo da Casa del Diavolo si percorre la E45 e poi la strada provinciale 174 e dopo circa 19 km si arriva a Perugia.

 

cosa vedere a perugia umbria

Perugia

Perugia

Nota per le mura difensive, il Palazzo dei Priori e la Fontana Maggiore, Perugia รจ il capoluogo di Regione. La leggenda che caratterizza maggiormente questa cittร  รจ quella che vede coinvolta anche Narni. Si narra infatti che, in epoca medievale, un Grifo, creatura dal corpo di leone e testa di aquila, tormentava gli abitanti e faceva razzia di animali dei due centri cittadini e delle campagne circostanti. Perugini e narnesi allora unirono le forze, mettendo da parte la loro rivalitร , per eliminare questa bestia che alla fine, dopo dure battaglie, fu catturata. Come trofeo Perugia prese la pelle e Narni il corpo scuoiato. Da qui l’origine degli stemmi: Perugia, Grifo bianco (la pelle) in campo rosso e, Narni, Grifo rosso (il corpo scuoiato) in campo bianco.
La tappa successiva, dopo circa 20 minuti di auto, รจ Assisi.

Assisi

รˆ qui che, nel 1180, nacque Francesco divenuto Santo e fondatore dell’Ordine dei Francescani. Intorno a San Francesco si mescola storia e leggenda, cosรฌ agli oltre 40 miracoli riconosciuti dalla Chiesa, si aggiungono altrettante leggende che lo vedono protagonista. Vediamone una tra le piรน rappresentative: quella del pesce.
Si narra che un pescatore, vedendo passare Francesco, lo avesse fermato e gli avesse regalato una tinca appena pescata. Francesco accettรฒ il regalo, ma rigettรฒ la tinca in acqua ed iniziรฒ a cantare le lodi di Dio. La leggenda racconta che il pesce rimase vicino al Santo a giocare e ad ascoltare le lodi e che, appena gli fu dato il permesso, tornรฒ libero tra gli altri pesci. Ad Assisi non ho resistito a comprare i Baci, morbidi pasticcini con pasta di mandorle e granella di pistacchio e il Bocconcello, focaccia biscottata arricchita da formaggio. Continuando sempre in direzione sud, dopo circa 15 minuti arriviamo a Spello.

 

Spello

Spello

Spello รจ un borgo ricchissimo di storia e di arte, carico di tradizioni ma anche di leggende. La piรน famosa รจ quella legata alla figura del paladino Orlando, il celebre compagno dell’Imperatore Carlo Magno. La leggenda vuole che Orlando passasse per Spello e, nonostante la sua fama fosse grandissima, non fosse riconosciuto dagli abitanti del luogo e cosรฌ rinchiuso dalle guardie in una specie di prigione. Una volta accortisi chi veramente era, gli spellani lo liberarono e lo nominarono protettore della cittร .
Un segno del leggendario passaggio di Orlando a Spello lo troviamo nelle mura, dove c’รจ unโ€™epigrafe che allude all’eroe. A Spello ho fatto acquisti in una salumeria; palle del nonno e ciauscolo. Le avrei provate in serata, terminato il viaggio, anche se dall’aspetto mi era venuta voglia di provarle subito.
Neanche 10 minuti di auto e giungiamo a Foligno.

Foligno

Terra mistica l’Umbria, dove molti racconti, tramandati anche per via orale, hanno origini che si perdono nella memoria. Foligno per la sua posizione รจ considerata, fin dai tempi antichi, lu centru de lu munnu e i suoi abitanti, oltre a chiamarsi folignati si chiamano pure Cuccugnau, cioรจ civetta. Ci sono tre leggende che spiegano questo appellativo. La prima fa riferimento alle monete d’oro fabbricate nella zecca di Foligno e chiamate occhi di civetta. La seconda narra di una colomba di cartapesta fatta calare dal campanile della cattedrale durante la festa di Pentecoste, ma piรน che una colomba assomigliava a una civetta. La terza leggenda ci parla invece di come i folignati fossero degli esperti nella caccia alla civetta.
Dopo appena 12 km arriviamo a Trevi.

Trevi

Continua cosรฌ il nostro viaggio attraverso le meraviglie e le leggende dell’Umbria. Nel Comune di Trevi, ma non semplicissima da trovare e tra l’altro completamente immersa nella vegetazione, si trova un luogo di culto affascinante ma anche dimenticato: l’Abbazia di Santo Stefano in Manciano. Quasi totalmente divelta, di essa oggi rimangono parte delle mura, una parte della cripta e dell’abside. Attorno a questa chiesa aleggia una leggenda che la vorrebbe come sede di un tesoro nascosto. Si narra che i monaci ivi residenti fossero talmente ricchi e pieni d’argento da poter ferrare con questo metallo i propri cavalli. La leggenda continua a narrare che i lupi, mentre attaccavano i cavalli, spaventati per la luminositร  dell’argento, scapparono via senza colpo ferire. Si dice che questo tesoro รจ ancora sepolto sotto l’Abbazia.
Passeggiando tra gli oliveti รจ obbligo visitare anche il Santuario della Madonna delle Lacrime e, a proposito di oliveti, non puรฒ mancare l’acquisto di una bottiglia d’olio extravergine, il piรน rinomato dei prodotti tipici trevani. Con una bottiglia di Trebbiano e con del sedano nero ho terminato i miei acquisti enogastronomici.
Dieci minuti di macchina e siamo a Campello sul Clitunno.

 

Trevi

Campello sul Clitunno

Principale caratteristica del luogo sono le Fonti del Clitunno, parco naturale con un laghetto di acque limpide e calme, polle sorgive e salici piangenti. Si racconta che le acque del Clitunno fossero una fonte di purificazione dell’anima: chiunque s’immergeva nel fiume ne usciva migliorato. La leggenda sul Clitunno ci dice che i buoi che si fermavano ad abbeverarsi al fiume ne uscivano con un manto piรน pulito. Siamo in orario sulla tabella di marcia e lo stomaco comincia a dare segni inequivocabili; abbiamo fame. รˆ ora di trovare un’osteria o locanda e assaggiare i piatti tipici di questa zona. Da queste parti non riesco a rinunciare alla strapazzata con il tartufo, agli strangozzi e alle lumache. Per finire un’ottima porzione di rocciata, dolce che assomiglia un po’ allo strudel. Da bere? Un calice di Sagrantino e uno di Montefalco.

Spoleto

Soddisfatti del pranzo arriviamo a Spoleto, famosa soprattutto per il Festival dei Due Mondi. La leggenda di Spoleto รจ legata al Ponte Sanguinario. Il Ponte Sanguinario รจ situato nel sottosuolo, a pochi metri dalla Basilica di San Gregorio Maggiore, l’ingresso รจ possibile grazie ad una breve scala che si interra sotto il piano stradale.
La leggenda narra che, intorno al II secolo d.C., viveva a Spoleto un giovane nobile di nome Ponziano che iniziรฒ a predicare la religione dei cristiani. Le politiche anticristiane dell’epoca erano implacabili e anche Ponziano non fu risparmiato dalle persecuzioni. Condotto sul ponte che al tempo conduceva allla via Flaminia oltre il fiume Tessini, venne decapitato. La testa mozzata raggiunse il luogo dove poi รจ sorta la chiesa e prese a zampillare una fonte di acqua purissima.
Percorrendo la strada statale 685 in 50 minuti arriviamo a Norcia.

 

Norcia

Norcia

Norcia รจ posta a 600 metri s.l.m. ed รจ inserita nel comprensorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Sappiamo quanto รจ stata colpita dal terremoto del 2016 ma il carattere tenace dei suoi abitanti la riporterร  a nuovi splendori. Norcia รจ soprattutto famosa per le sue norcinerie piene di prosciutti, salsicce e ogni ben di Dio. Famosa altrettanto per il tartufo, le lenticchie, la pasta alla norcina, la birra dei monaci benedettini e i coglioni di mulo, il salume irriverente. La birra me la sono comprata direttamente dai monaci presso il Monastero. La Guida alle birre d’Italia l’ha definita imperdibile!
La leggenda che avvolge il Parco Naturale รจ la leggenda della Sibilla. Secondo la comune credenza, lungo le pareti dei monti si troverebbe la grotta, luogo ora incantato ora stregato in cui una fata o una megera riceveva la visita dei piรน coraggiosi che volevano conoscere il proprio futuro. Dopo secoli di favole tramandate della grotta non resta che un cumulo di macerie e un’infinitร  di teorie si sono sviluppate intorno a questa favola magica. Da notare che la leggenda si รจ diffusa in tutta Europa grazie al romanzo cavalleresco Il Guerin Meschino.
Uscendo da Norcia s’imbocca la strada provinciale 477 e dopo 18 km si arriva a Forca Canapine.

Forca Canapine

Innanzitutto c’รจ da specificare bene che Forca Canapine non ha niente da condividere con la Foce di Canapino. I nomi sono simili ma i luoghi sono distanti. La Foce di Canapino non รจ altro che un impegnativo fuoripista dell’appennino tosco-emiliano, sconosciuto a molti. Forca Canapine invece รจ un valico stradale dell’appennino umbro-marchigiano situato sui monti Sibillini, ad un’altezza di 1541 metri s.l.m.; siamo quindi sul confine tra Umbria e Marche. Il toponimo deriva da due termini: Forca che vuol dire valico, mentre Canapine fa riferimento alla coltivazione e alla raccolta della canapa. Interessante notare che la localitร  fa parte dell’itinerario del Sentiero E1 che congiunge Capo Nord a Capo Passero, in provincia di Siracusa.
Con un passo siamo nelle Marche.

 

Forca Canapine

Arquata del Tronto

Percorrendo la strada provinciale 64, poi la strada statale 685 e ancora le strade provinciali 230 e 129, in circa 25 minuti arriviamo ad Arquata del Tronto, provincia di Ascoli Piceno.
รˆ un piccolo Comune di poco piรน di mille abitanti ed anche questo รจ stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2016. Anche Arquata ha la sua leggenda. Si narra infatti che il locale castello sia infestata da fantasmi, o meglio, da un fantasma femminile. La leggenda racconta che il re Giacome di Borbone rinchiuse la moglie e regina Giovanna II d’Angiรฒ nella torre piรน alta del maniero dopo averla dichiarata pazza perchรฉ piรน volte macchiatasi del peccato di lussuria. Si dice che, in base alla qualitร  della prestazione, la regina aveva il potere di dare in pasto ai lupi i pastori che non raggiungevano la sufficienza sotto le lenzuola. Povero Giacomo di Borbone! Giovanna II D’Angiรฒ abiterebbe ancora dentro quelle mura sotto forma di fantasma; qualcuno dice ancora di sentire dei rumori sinistri riecheggiare dalla rocca.
Dopo circa 12 km, percorrendo la provinciale 129 e la statale 4, arriviamo alla nostra ultima tappa: Acquasanta Terme.

 

Acquasanta Terme

Acquasanta Terme

Acquasanta Terme รจ un comune di 2600 abitanti in provincia di Ascoli Piceno e si trova nel comprensorio del Parco Nazionale del Gran Sasso. Giร  il nome della localitร  รจ un programma: dal sottosuolo infatti sgorga un’acqua termale sulfurea alla temperatura di 38 gradi. Il territorio poi รจ ricco di tesori artistici e di principale interesse sono il Castel di Luco e il monastero di San Benedetto in Valledacqua. La piccola leggenda di questo paese vuole che le sue terme abbiano dato sollievo, nel 712, a un console romano, tanto che da quel momento vennero segnate sulla mappa per curare i feriti dopo le battaglie.

Con questo itinerario, che consiglio veramente a tutti ma specialmente ai forestieri, sono riuscito a unire il Diavolo (Casa del Diavolo) con l’Acquasanta (Acquasanta Terme). Buon Viaggio!

รˆ proprio vero! Infatti, ancora oggi, molte strade si dirigono verso la nostra Capitale seguendo i vecchi tracciati delle antiche consolari romane.

Alberto Stade, foto by viaromeagermanica

 

Ci sono anche strade e soprattutto percorsi che hanno preso vita da precise motivazioni delle persone che avevano la necessitร  di spostarsi da un luogo a un altro in modo piรน comodo, veloce e sicuro possibile.
รˆ il caso dell’Abate Alberto che nel 1236 partรฌ dalla cittadina tedesca di Stade, ubicata nel Nord della Germania vicino alla foce del fiume Elba, in direzione Roma per incontrare Papa Gregorio IX. All’andata fece la Via Francigena mentre al ritorno la Romea-Germanica. Al rientro dal viaggio, durato circa sei mesi e dopo aver percorso circa 3.500 chilometri, deluso per una serie di motivi personali e di contrasti con i suoi confratelli, si dimise da Abate ed entrรฒ in convento.
Qui si dedicรฒ alla stesura di alcune opere tra cui gli Annales, una cronaca in latino degli avvenimenti piรน importanti del tempo. All’interno degli Annales รจ contenuto un dialogo tra due monaci immaginari che conversano sulle migliori strade da intraprendere per un pellegrinaggio verso Roma.
Nel dialogo, Alberto di Stade, racconta minuziosamente il suo viaggio, descrivendo i luoghi, le distanze, le soste e altre notizie utili ma soprattutto indica la Romea-Germanica come la Melior Via per raggiungere Roma.

 

Via Romea-Germanica, foto by Facebook

Un'autentica e precisa guida di viaggio per il Pellegrino!

Da quel momento, tutti identificarono il percorso fatto da Alberto di Stade, attraverso la via Romea-Germanica o Via Romea Perigrinorum, come la strada piรน comoda e preferibile per raggiungere Roma dalla Germania.
La Romea-Germanica aveva molti incroci e diramazioni e collegava il Nord-Est europeo a Roma con una vera e propria rete stradale, di analoga importanza alla Via Francigena e al Cammino di Santiago di Compostela (all’epoca erano le tre strade europee piรน importanti e trafficate).
Alberto descrive, nel dialogo tra i due monaci, che partendo da Stade si attraversava una serie di cittร  tedesche e austriache, dopodichรฉ si valicava il Passo del Brennero e, a seguire, si transitava per Trento, Padova, Venezia, Ravenna, Forlรฌ, Alpe di Serra, Arezzo, Val di Chiana, Orvieto, Acquapendente (dove la Melior Via si univa alla Francigena), Viterbo e si arrivava a Roma.
La via Romea-Germanica attraversava varie localitร  del territorio del Trasimeno e della Chiana, e giungendo da Nord troveremo la Melior Via che dopo Arezzo toccherร  nello specifico e in successione: Castiglion Fiorentino, Cortona, Montalla, Ossaia, Petrignano del Lago, Giorgi, Pozzuolo Umbro, Casamaggiore, Gioiella, Vaiano, Villastrada, Cimbano, Vocabolo Tre Case, Caselle, Paciano, San Donato, Popoltaio Schiacciato, Casaltondo, Cittร  della Pieve, Fabro, Ficulle, Allerona, Orvieto, Acquapendente (qui si unisce alla Francigena), Viterbo e infine Roma.
In localitร  Ossaia esisteva una sua derivazione che transitava sulla costa Nord del Lago Trasimeno nei territori di Tuoro, Passignano e Magione, proseguendo poi in direzione Corciano, Perugia, Assisi, Spoleto, Rieti e quindi Roma.

 

Via Romea-Germanica, foto by Facebook

Una Via ancora da scoprire

La Romea-Germanica o Melior Via era chiamata anche dell’Alpe di Serra o via dei Pellegrini o Major o degli Eserciti; infatti รจ stata attraversata oltre che da pellegrini e viandanti anche da Re, Imperatori Sassoni, Sovrani Svevi, Papi, Santi ed Eserciti e nel periodo dal 1000 in poi รจ stata, per molti secoli, la via piรน transitata per giungere a Roma e da qui, con altre strade, si poteva proseguire per la Terra Santa.
La Melior Via ha rappresentato nel passato e per molte localitร , scambio di persone, influenza culturale e artistica e sviluppo economico; dal secolo scorso, con l’avvento di nuovi percorsi di comunicazione piรน rapidi e veloci, alcuni tratti sono stati abbandonati o relegati in strade di secondaria o marginale importanza.
Recentemente si รจ dato nuovo interesse al ritrovato percorso della Romea-Germanica, il quale tocca localitร  suggestive e interessanti da molti punti di vista e con una grossa portata storica.
Nel tratto del comprensorio del Trasimeno e non solo, l’antica Strada potrebbe rappresentare per un turismo sostenibile e responsabile, un’attrattiva artistica, culturale e naturista da valorizzare in favore della bellezza dei Borghi e dei luoghi visitabili attraverso essa; durante il suo tracciato si potrebbero incontrare numerose testimonianze culturali e ammirare un paesaggio mozzafiato che con i suoi colori delicati e pastello, mette tutto in armonia.
Gli operatori del settore, tramite l’organizzazione costante e calendarizzata di iniziative attraverso percorsi culturali indirizzati o passeggiate rilassanti o trekking o visite dedicate o altro, potrebbero trarre dalla Melior Via un vantaggio economico integrativo per la loro attivitร  imprenditoriale.

Il primo ottobre verrร  presentata a Perugia la prima Guida dei 27 Borghi piรน belli d’Italia in Umbria.

 

Si tratta di un’opera di rilievo che racconta la bellezza della regione, attraverso i suoi piccoli comuni di eccellenze certificata. Gli รจ stato dedicato un anno di lavoro, intensificato durante la quarantena e continuato fino all’estate, grazie al prezioso contributo di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, coordinate dall’associazione I Borghi piรน belli d’Italiaย e con la realizzazione grafica di qualificate imprese umbre. รˆ un volume snello in formato tascabile, bilingue e gratuito, finanziato esclusivamente con i fondi associativi e messo a disposizione delle comunitร  e dei turisti.

Arriva lโ€™autunno: stagione ideale per chi ama camminare, non fa troppo caldo e si cammina bene. Dedicato agli appassionati di trekking รจ Il cammino dei borghi silenti: un nuovo percorso di 86 km, aperto da poco.

Il Cammino si snoda nella zona poco conosciuta dei monti Amerini (cioรจ di Amelia) nellโ€™Umbria meridionale e segue il profilo dei monti Croce di Serra e Melezzole. Siamo in un angolo remoto della regione, coperto di boschi di lecci e soprattutto di castagni, con resti di monasteri sulle parti piรน alte dei suoi rilievi e circondato da una vera corona di borghi poco abitati, da cui il nome silenti.
Il cammino dura 4 giorni e i camminatori hanno a disposizione B&B, agriturismi o strutture comunali tipo ostello per riposare dalle fatiche del percorso. A Santa Restituta รจ stata aperta il 25 agosto la nuova struttura comunale con letti, docce e cucina attrezzata.
Il punto di partenza e di arrivo del circuito รจ il borgo di Tenaglie, panoramico e bello: venne scelto dai Romani, quelli dellโ€™impero, per costruirvi una villa, di cui restano tracce di mosaici. Comunque chi seguirร  il percorso dei monti amerini godrร  di panorami inattesi che abbracciano buona parte dellโ€™Italia Centrale, si muoverร  sui fianchi della montagna in mezzo a boschi di castagni che danno ottimi marroni e si immergerร  nella civiltร  del castagno.

 

Il percorso

 

ยซDel maiale non si butta nienteยป รจ un vecchio modo di dire che vale per l’animale, ma anche per lโ€™albero del castagno. Se cโ€™รจ un albero versatile quello รจ proprio questo. Le foglie secche servivano per riempire i materassi – meglio un materasso con le foglie secche che fanno rumore quando ti giri, piuttosto che dormire sulla nuda terra. E le traversine dei treni? Erano fatte di castagno perchรฉ resiste bene alle intemperie e allโ€™usura. Poi si deve aggiungere la fame: intere popolazioni si sono salvate mangiando castagne e pane di farina di castagne, con aggiunta di farina di ghiande. Per non parlare dellโ€™uso di quel bel legno per fare porte, finestre, tavoli e manici di attrezzi agricoli. I poveri devono la vita al castagno e… ai benedettini. I benedettini erano un mix tra i volontari di oggi e i missionari; ovunque andassero costruivano il loro monastero, ben isolato, e la loro legge era ora et labora, prega e lavora. Il lavoro li ha sempre portati fuori dal monastero a contatto con le popolazioni locali.

 

Il castagno

 

Nella zona di Avigliano Umbro, Santa Restituta, Melezzole, Toscolano e Morre, borghi attraversati dal Cammino dei Borghi Silenti, quei santi uomini venuti per costruire eremi e monasteri trovarono popolazioni che sopravvivevano a mala pena e che non sfruttavano adeguatamente i terreni. Loro, i monaci, vivevano sulla cima dei monti Amerini, mentre il popolo viveva nei borghi sottostanti. Tra i monasteri e i borghi cโ€™erano, e ancora ci sono, interi fianchi di colline coperti di castagni. I benedettini si resero subito conto che quei terreni erano propizi alla crescita dei castagni cosรฌ, rimboccandosi le maniche, si misero a insegnare ai villici lโ€™arte di coltivare il castagno ma soprattutto lโ€™arte di innestarlo. Unโ€™arte sopraffina e delicata perchรฉ trasforma una pianta selvatica in unโ€™ottima pianta da marroni. Purtroppo questa รจ unโ€™attivitร  che ormai sta sparendo: lโ€™uso che si faceva del legno di castagno รจ stato soppiantato da altri materiali. Le traversine della ferrovia sono di cemento, gli infissi sono in alluminio o in PVC, i tavoli li produce lโ€™IKEA con mescole diverse, gli attrezzi agricoli non si fanno piรน in casa.
Per i comuni della zona del circuito la Sagra della castagna รจ comunque un importante appuntamento annuale, una tradizione alla quale purtroppo questโ€™anno si dovrร  rinunciare a causa del Coronavirus. Tuttavia, percorrendo quel circuito in autunno puรฒ capitare di trovare sul terreno dei marroni e si possono certamente gustare piatti a base di castagne nei vari ristoranti e locande sparse un poโ€™ovunque.

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