fbpx
Home / Posts Tagged "Borghi piรน Belli d’Italia" (Page 7)

La quarta edizione di Castiglione Cinema 2021 โ€“ RdC incontra, che si รจ svolta dal 17 al 19 giugno tra Perugia e Castiglione del Lago, รจ stata densa di illustri ospiti che hanno reso, come di consueto, la rassegna molto attrattiva e interessante.

In particolare, nellโ€™incontro organizzato nella centralissima Piazza Mazzini di Castiglione del Lago intitolato รˆ il borgo, bellezza!, Davide Rampello, poliedrico uomo di cultura, regista televisivo e direttore artistico del padiglione Italia Expo Dubai, Fiorello Primi, Presidente de I Borghi piรน Belli dโ€™Italia, Romeo Pippi, Consigliere del GAL Trasimeno-Orvietano, Gianluca Arnone, Direttore artistico di Castiglione Cinema 2021 e Davide Vecchi, direttore del Corriere dellโ€™Umbria, hanno portato la loro testimonianza sul tema della bellezza e del rilancio economico e culturale dei borghi e su come il patrimonio storico e artistico deve confrontarsi con nuovi traguardi turistici e strizzare lโ€™occhio allโ€™innovazione, per incrementarne lโ€™attrattivitร .

 

Davide Rampello

Le dichiarazioni

Davide Rampello, ha dichiarato: ยซAbbiamo vissuto, non solo dal punto di vista turistico, momenti di passivitร  terribili ma dobbiamo ripartire da un concetto nuovo di ospitalitร , con una relazione capace di realizzare un nuovo concetto anche di bellezza. Il termine bellezza รจ stato concepito nel periodo greco ed รจ stato usato per la prima volta da Saffo. La bellezza, e non solo dal punto di vista estetico, unisce le personeยป.
Il Presidente de I Borghi piรน Belli dโ€™Italia, Fiorello Primi, ha detto: ยซLa nostra associazione รจ nata con unโ€™accezione turistica, per poi mettere in rilievo le persone che, con le loro tradizioni, usi e costumi vivono il borgo e si relazionano con i turisti e le persone in genere, raccontando e raccontandosiยป.
Mentre Romeo Pippi, consigliere del GAL Trasimeno-Orvietano, ha detto: ยซSiamo ben contenti di sostenere occasioni di questo genere che portano visibilitร  al nostro comprensorio. Occorre poi, tutti insieme, progettare azioni comuni e attivitร  concrete mettendo in connessione le istituzioni amministrative e di azione locale, con il fine di valorizzare e rivalutare il territorioยป.
Davide Vecchi, direttore del Corriere dellโ€™Umbria, ha puntualizzato: ยซIl giornalismo deve fare la sua parte per la valorizzazione dei borghi con la loro bellezza e il loro patrimonio, anche attraverso buone notizieยป.

 

Gianluca Arnone, Davide Vecchi, Romeo Pippi, Fiorello Primi, Davide Rampello

 

Il festival cinematografico รจ stato ideato e promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e il suo Presidente, Monsignor Davide Milani, ha precisato: ยซIl Festival รจ unโ€™occasione di incontro e di confronto su molti temi, a partire dai Borghi, parlando di cinema. Questa รจ unโ€™occasione per costruire comunitร  e che vuole gettare alleanze amichevoli, sia nel presente sia in proiezione futura. Da Castiglione e da Perugia parte un segnale di ravvio e di speranza per tutti e soprattutto per i giovani e gli studentiยป.
Il GAL Trasimeno-Orvietano, La Fondazione Ente dello Spettacolo, I Borghi piรน belli dโ€™Italia e il Comune di Castiglione del Lago insieme a quello di Perugia, sono tra i principali sostenitori dellโ€™iniziativa dove Davide Rampello, nellโ€™occasione dellโ€™incontro รˆ il borgo, bellezza! ha ricevuto il Premio Castiglione Cinema 2021 – RdC incontra, rappresentato da un piatto di ceramica creato da unโ€™artigiana castiglionese.

รˆ proprio vero! Infatti, ancora oggi, molte strade si dirigono verso la nostra Capitale seguendo i vecchi tracciati delle antiche consolari romane.

Alberto Stade, foto by viaromeagermanica

 

Ci sono anche strade e soprattutto percorsi che hanno preso vita da precise motivazioni delle persone che avevano la necessitร  di spostarsi da un luogo a un altro in modo piรน comodo, veloce e sicuro possibile.
รˆ il caso dell’Abate Alberto che nel 1236 partรฌ dalla cittadina tedesca di Stade, ubicata nel Nord della Germania vicino alla foce del fiume Elba, in direzione Roma per incontrare Papa Gregorio IX. All’andata fece la Via Francigena mentre al ritorno la Romea-Germanica. Al rientro dal viaggio, durato circa sei mesi e dopo aver percorso circa 3.500 chilometri, deluso per una serie di motivi personali e di contrasti con i suoi confratelli, si dimise da Abate ed entrรฒ in convento.
Qui si dedicรฒ alla stesura di alcune opere tra cui gli Annales, una cronaca in latino degli avvenimenti piรน importanti del tempo. All’interno degli Annales รจ contenuto un dialogo tra due monaci immaginari che conversano sulle migliori strade da intraprendere per un pellegrinaggio verso Roma.
Nel dialogo, Alberto di Stade, racconta minuziosamente il suo viaggio, descrivendo i luoghi, le distanze, le soste e altre notizie utili ma soprattutto indica la Romea-Germanica come la Melior Via per raggiungere Roma.

 

Via Romea-Germanica, foto by Facebook

Un'autentica e precisa guida di viaggio per il Pellegrino!

Da quel momento, tutti identificarono il percorso fatto da Alberto di Stade, attraverso la via Romea-Germanica o Via Romea Perigrinorum, come la strada piรน comoda e preferibile per raggiungere Roma dalla Germania.
La Romea-Germanica aveva molti incroci e diramazioni e collegava il Nord-Est europeo a Roma con una vera e propria rete stradale, di analoga importanza alla Via Francigena e al Cammino di Santiago di Compostela (all’epoca erano le tre strade europee piรน importanti e trafficate).
Alberto descrive, nel dialogo tra i due monaci, che partendo da Stade si attraversava una serie di cittร  tedesche e austriache, dopodichรฉ si valicava il Passo del Brennero e, a seguire, si transitava per Trento, Padova, Venezia, Ravenna, Forlรฌ, Alpe di Serra, Arezzo, Val di Chiana, Orvieto, Acquapendente (dove la Melior Via si univa alla Francigena), Viterbo e si arrivava a Roma.
La via Romea-Germanica attraversava varie localitร  del territorio del Trasimeno e della Chiana, e giungendo da Nord troveremo la Melior Via che dopo Arezzo toccherร  nello specifico e in successione: Castiglion Fiorentino, Cortona, Montalla, Ossaia, Petrignano del Lago, Giorgi, Pozzuolo Umbro, Casamaggiore, Gioiella, Vaiano, Villastrada, Cimbano, Vocabolo Tre Case, Caselle, Paciano, San Donato, Popoltaio Schiacciato, Casaltondo, Cittร  della Pieve, Fabro, Ficulle, Allerona, Orvieto, Acquapendente (qui si unisce alla Francigena), Viterbo e infine Roma.
In localitร  Ossaia esisteva una sua derivazione che transitava sulla costa Nord del Lago Trasimeno nei territori di Tuoro, Passignano e Magione, proseguendo poi in direzione Corciano, Perugia, Assisi, Spoleto, Rieti e quindi Roma.

 

Via Romea-Germanica, foto by Facebook

Una Via ancora da scoprire

La Romea-Germanica o Melior Via era chiamata anche dell’Alpe di Serra o via dei Pellegrini o Major o degli Eserciti; infatti รจ stata attraversata oltre che da pellegrini e viandanti anche da Re, Imperatori Sassoni, Sovrani Svevi, Papi, Santi ed Eserciti e nel periodo dal 1000 in poi รจ stata, per molti secoli, la via piรน transitata per giungere a Roma e da qui, con altre strade, si poteva proseguire per la Terra Santa.
La Melior Via ha rappresentato nel passato e per molte localitร , scambio di persone, influenza culturale e artistica e sviluppo economico; dal secolo scorso, con l’avvento di nuovi percorsi di comunicazione piรน rapidi e veloci, alcuni tratti sono stati abbandonati o relegati in strade di secondaria o marginale importanza.
Recentemente si รจ dato nuovo interesse al ritrovato percorso della Romea-Germanica, il quale tocca localitร  suggestive e interessanti da molti punti di vista e con una grossa portata storica.
Nel tratto del comprensorio del Trasimeno e non solo, l’antica Strada potrebbe rappresentare per un turismo sostenibile e responsabile, un’attrattiva artistica, culturale e naturista da valorizzare in favore della bellezza dei Borghi e dei luoghi visitabili attraverso essa; durante il suo tracciato si potrebbero incontrare numerose testimonianze culturali e ammirare un paesaggio mozzafiato che con i suoi colori delicati e pastello, mette tutto in armonia.
Gli operatori del settore, tramite l’organizzazione costante e calendarizzata di iniziative attraverso percorsi culturali indirizzati o passeggiate rilassanti o trekking o visite dedicate o altro, potrebbero trarre dalla Melior Via un vantaggio economico integrativo per la loro attivitร  imprenditoriale.

Il primo ottobre verrร  presentata a Perugia la prima Guida dei 27 Borghi piรน belli d’Italia in Umbria.

 

Si tratta di un’opera di rilievo che racconta la bellezza della regione, attraverso i suoi piccoli comuni di eccellenze certificata. Gli รจ stato dedicato un anno di lavoro, intensificato durante la quarantena e continuato fino all’estate, grazie al prezioso contributo di tutte le amministrazioni comunali coinvolte, coordinate dall’associazione I Borghi piรน belli d’Italiaย e con la realizzazione grafica di qualificate imprese umbre. รˆ un volume snello in formato tascabile, bilingue e gratuito, finanziato esclusivamente con i fondi associativi e messo a disposizione delle comunitร  e dei turisti.

Dopo un giugno caratterizzato da timide prove generali di ripartenza svoltesi nella paura, nellโ€™incertezza ma anche nella consapevolezza che da qualche parte bisognava ricominciare, ci attende unโ€™estate di sicuro estremamente complessa dal punto di vista economico ma al contempo cruciale nelle scelte (e non scelte) che sapremo fare. Le prove ormai sono finite e, seppure non sia difficile immaginare gravissime difficoltร  determinate da questo evento pandemico di cui non si intravede ancora un decorso certo e prevedibile, occorre agire a livello sistemico per scongiurare una crisi che si configura giร  come epocale.

In questo periodo di stop determinato dal Covid – abbiamo riscoperto laddove ce ne fosse stato bisogno – il ruolo cruciale dei territori, dei piccoli centri e dellโ€™istituzione Comune che ha dovuto fronteggiare in prima linea la crisi sanitaria e quella economica che la prima si รจ inevitabilmente portata dietro. Sindaci e Amministrazioni locali, chiamati a gestire una situazione mai riscontrata precedentemente in epoca moderna, sono stati protagonisti di scelte difficili portate avanti, nella stragrande maggioranza dei casi, con dedizione e caparbietร , come ci si aspetta da buoni padri di famiglia. I piccoli centri sono riusciti meglio delle grandi cittร  ad arginare la diffusione del virus, aiutati sicuramente da una minore concentrazione demografica, ma segno che il buon vivere che li caratterizza รจ riuscito a emergere anche, e soprattutto, in situazioni come questa.

 

by Claudia Ioan

Montone, foto by Claudia Ioan

Uno standard per la sicurezza dei borghi

Partendo da questo assunto e consapevole dellโ€™importante ruolo che i Borghi possono rivestire nel rilancio del turismo nazionale, lโ€™Associazione dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia ha coniato lo slogan La Bellezza in sicurezza e sta lavorando anche per redigere un protocollo standard proprio per la sicurezza del borgo. Fiorello Primi, presidente dellโ€™Associazione, sottolinea come il turismo di prossimitร  possa rappresentare la chiave e la spinta propulsiva per questa ripartenza di cui tanto si sta dibattendo. Per questo รจ necessario valorizzare le peculiaritร  del borgo โ€“ tranquillitร , rapporto con lโ€™ambiente, sostenibilitร  e, naturalmente, sicurezza โ€“ ma รจ altresรฌ fondamentale investire per il rilancio di questi piccoli centri, vittime di isolamento digitale, di carenza infrastrutturale, di grave impoverimento demografico. Serve quindi un grande programma nazionale per la salvaguardia e il rilancio di unโ€™entitร , il borgo, che puรฒ rappresentare, dicevamo, la vera chiave di volta per il rilancio dellโ€™economia del turismo. In questo contesto si colloca la recente lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dallโ€™Associazione dei Borghi Umbri piรน belli dโ€™Italia insieme a Legambiente, Uncem, Symbola, Unione delle Pro Loco Italiane, Anci, Touring Club Italiano e Borghi Autentici, attraverso la quale si sollecita il Governo a intervenire su cinque punti principali:

1) accelerare il Piano per la banda ultra larga;

2) sollecitare unโ€™immediata attuazione di tutti quei dispositivi normativi, dalla legge 158/2017 a favore dei Piccoli Comuni ((con particolare riguardo e urgenza per il Piano straordinario della Didattica);

3) ridurre lโ€™imposizione fiscale sugli interventi in campo ambientale e di natura idrogeologica;

4) avvio delle Zone Economiche Ambientali (ZEA);

5) sostenere la ripartenza del turismo dei borghi, dellโ€™agroturismo, del turismo lento e del cicloturismo.

 

foto by Uliana Piro

Panicale

I borghi umbri e la riabilitazione della cultura

E in un periodo come questo, in cui la pandemia ยซsta rimettendo in discussione lโ€™abitareยป come afferma Antonio Luna, presidente dei Borghi piรน belli dโ€™Italia in Umbria, รจ proprio dal borgo, espressione di bellezza e di cultura che potremmo imparare a ยซriabitare la cultura, perchรฉ torni a essere narrazione di identitร  mutanti, strumento di riequilibrio tra residenzialitร  e turismo, specchio nel rapporto con lโ€™ambiente e con sรฉ stessi, bussola verso nuove necessarie sicurezzeยป. I borghi umbri in questo periodo lo hanno dimostrato continuando a coltivare cultura: basti pensare al progetto Il libro animato di Lugnano in Teverina e di Montecchio, alla serie tv Sara e Marti su Rai Gulp e Disney Channel che mette in mostra la bellezza di Bevagna, al Festival del Cinema Cittร  di Spello e dei Borghi umbri previsto per agosto, alla creazione dei nuovi tour virtuali di Citerna, al progetto Come in Umbria di Montefalco o a quello Strade della ceramica di Deruta, alla realizzazione di un nuovo video promozionale a Monte Castello di Vibio. E questo solo per citare alcune delle tante iniziative che hanno animato i mesi del lockdown, insieme alla campagna di newsletter Facebook, La Bellezza in sicurezza dei Borghi Umbri piรน belli dโ€™Italia, portata avanti con la collaborazione di 15 comuni associati che ne hanno riprodotto lo slogan attraverso post inseriti in rapida sequenza: Spello, San Gemini, Lugnano In Teverina, Allerona, Paciano, Deruta, Bevagna, Bettona, Montecchio, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Monteleone di Spoleto, Montefalco, Montone, Panicale.

Iniziative portate avanti da realtร  che non si sono mai fermate, pronte oggi a ri-accogliere nei tanto attesi eventi in presenza, qualora lโ€™evolversi della pandemia lo consenta. Partiamo intanto il 27 giugno con La Notte Romantica nei Borghi piรน belli d’Italia che, nel rispetto delle precauzioni legate al Covid-19, darร  il via alla stagione turistica, festeggiando il solstizio d’estate.

La passione e l’attenzione dei poeti e degli scrittori stranieri per il nostro paese รจ immutabile nel tempo. Basti pensare a Cechov, Gogol, Keats che hanno condiviso i loro successiย  letterari con le maggiori cittร  italiane.

Augustus Hare

I romantici inglesi preferirono la Toscana: spesso venivano apostrofati come gli anglobeceri per quel loro buffo accento inglese nel parlare il fiorentino. Anche l’Umbria รจ stata meta e soggiorno di illustri personaggi forestieri. Nel 1786 J.W. Von Goethe arrivรฒ in Umbria da Firenze e ne rimase incantato. Lord Byron nel 1817 soggiornรฒ a Foligno e a Campello sul Clitunno, di cui rimane entusiasta come per il lago Trasimeno e le cascate delle Marmore.

Ma c’รจ da dire che anche quelli considerati minori hanno avuto un feeling particolare con il nostro Paese. L’irascibile poeta W.S. Landor visitรฒ Firenze e la Montagna pistoiese, il filologo tedesco Rudolf Borchardt, Lucca. Sua figlia Corona Borchardt coniugata Abbondanz,a tra l’altro รจ vissuta ed รจ morta a Perugia nel 1999.ย  Il filosofo francese Ernest Renan affermรฒ che ยซl’Umbria รจ troppo trascurata nei viaggi e nella storiaยป. Arriviamo cosรฌ al semisconosciuto Augustus John Cuthbert Hare (1834-1903), scrittore e narratore inglese, considerato l’ultimo vittoriano. Autore nella seconda metร  dell’Ottocento del libro Cities of Northern and Central Italy, fa una dettagliata descrizione di Spello che espongo in alcuni dei passi piรน significativi con traduzione non letterale.

Capitolo LXIV

ยซSpello may be made an excursion from Assisi or Perugia, or may be taken on the way to Folignoยป.
(Spello puรฒ essere un’escursione proveniendo da Assisi o Perugia, o come sosta sulla via per Foligno).

ยซThere are 4 trains daily in 20 minยป.
(Ci sono 4 treni giornalieri e in 20 minuti arrivi a Foligno).

ยซWe find this town in inscrptions bearing the titles of Colonia Julia Hispelli and Colonia Urbana Flaviaยป.
(In questa cittร  abbiamo trovato due scritte: Colonia Julia Hispelli e Colonia Urbana Flavia).

ยซThere are remains of a Roman Amphitheatre in the plain below the town and one of the Roman gatesยป.
(Ci sono resti di un Anfiteatro romano nella piana sottostante la cittร  e una porta romana).

Veduta di Spello

ยซThe chief interest of Spello arises from its connection with the history of art. In 1501 Pinturicchio was employed here on noble frescoes witch still remainยป.
(L’interesse principale di Spello รจ connesso con la storia dell’arte. Qui lavorรฒ Pinturicchio nel 1501 su affreschi tuttora presenti).

ยซThe collegiate Church of S. Maria Maggiore contains noblest work of the masterยป.
(La chiesa collegiale di Santa Maria Maggiore contiene tra i piรน nobili lavori del maestro).

ยซThe Franciscan Church of St. Andrea contains a noble picture of Pinturicchio 1508ยป.
(La chiesa francescana di Sant’Andrea ospita un nobile dipinto di Pinturicchio del 1508).

ยซSteep and tortuose streets lead up to the hill top, whence there is a beautiful viewยป.
(Strade ripide e tortuose conducono in cima alla collina dove c’รจ una bellissima vista).

ยซSpello was the seat of a bishopric till the 6th century, when it was removed to Folignoยป.
(Spello รจ stata sede di vescovado fino al VI secolo).

 

A parte la descrizione delle strade ripide che conducono a una bellissima vista dove sembra che Augustus Hare si lasci andare a una sensazione di benessere, quello che emerge รจ una descrizione forse un po’ troppo fotografata del viaggiatore. La descrizione oggettiva del luogo non dร  sufficientemente spazio a quella soggettiva fatta di riflessioni, sentimenti e stati d’animo.
Maggiori emozioni le avrร  avute durante la visita di Assisi o nella successiva di Foligno che inizia a descrivere come The town is walled now… ma questa รจ un’altra storia.

Il colle sul quale sorge Vallo di Nera, dominante sulla fertile valle irrigata dal Nera e protetto da monti boscosi, fu abitato sin da tempi remoti.

Chiesa di Santa Maria Assunta, foto di Enrico Mezzasoma

 

Agli inizi del III secolo avanti Cristo, dopo la conquista romana del territorio, lโ€™ukar, lโ€™antica arce umbra, divenne un uicus fortificato a guardia dellโ€™importante via di comunicazione che segue il corso del fiume Nahar, lโ€™attuale Nera: ne รจ la riprova il toponimo vallum, termine che letteralmente indica il fossato difensivo tipico delle antiche fortificazioni. Agli inizi del Duecento lโ€™assetto urbanistico del borgo, chiuso nella cinta turrita, assunse la fisionomia che ancora oggi, in buon parte, conserva e che ha elevato Vallo di Nera al rango di borgo bandiera Arancione.
Tra le imponenti torri medioevali, nei silenzi arcani del colle Flenzano su cui sorge il castello, si cela uno dei santuari piรน suggestivi della Valnerina: la Chiesa di Santa Maria Assunta, di epoca imperiale. La facciata del tempio, sulla quale campeggia un rosone scandito da 12 colonnine, nasconde lโ€™interno articolato in unโ€™unica navata, originariamente coperto con volte a crociera. Sebbene il tempo e gli interventi succedutisi nel corso dei secoli ne abbiano, in parte, mutato la fisionomia, un recente restauro ha restituito agli affreschi il loro antico splendore. I committenti, i cui nomi accompagnano le pitture, sovrapponevano nuovi dipinti ai precedenti documentando lโ€™intensitร  e la persistenza dโ€™una devozione iniziata con le prime communitates cristiane insediatesi sul territorio. Preghiere plasmate in figure, invocazioni solidificate nelle terre delle tempere che chiedono a Dio, mediante i santi intercessori, la salute per il corpo โ€“ a fulgore et tempestate, a peste fame et bello, libera nos Domine โ€“ e implorano la salvezza per lโ€™anima โ€“ e salutare tuum da nobis.

 

dipinto_chiesa Valnerina

Martirio di Santa Lucia

Un tour all’interno

Lโ€™interno della chiesa, partendo dalla parete sinistra della navata, ospita il Martirio di Santa Lucia, attribuito aย Cola di Pietro daย Camerino: la vergine รจ avvinta a due pariglie di buoi per essere trascinata in un postribolo, ma le bestie non riescono a smuoverla. Due aguzzini la tengono ferma per le spalle mentre il carnefice le affonda nella gola una daga. Dietro il magistrato Paschasius, una gamba sullโ€™altra e in contrasto coi corrucciati personaggi che lo circondano, assiste divertito alla scena. A destra dallโ€™altare – risalente agli inizi del Seicento – nel registro inferiore, da un affresco cinquecentesco che raffigura una Madonna del Latte tra San Gregorio Magno e un porporato, sโ€™affacciano due Vergini col Bambino, una delle quali intenta ad allattare. A essa si rivolgevano le madri per implorare lโ€™abbondanza del prezioso nutrimento.

 

Dormitio della Vergine

 

Indugiando ancora sulla destra dellโ€™altare, campeggiano le figure di due martiri: Barbara, protettrice del fuoco celeste, e Caterina dโ€™Alessandria. In prossimitร  del grande arco, nel registro inferiore, una piccola Madonna di scuola riminese sorregge il Figlio teneramente proteso a baciarle il volto. Sullโ€™abside tuonano le figure austere dei Santi Antonio Abate e Cristoforo. Nellโ€™abside, sulla parete di sinistra, in alto, la Dormitio della Vergine, attorniata dai 12 apostoli. Cinque angeli ne cantano le lodi, mentre altri quattro lโ€™elevano al cielo circonfusa di luce. Particolare menzione merita la scena raffigurante la Fuga in Egitto: due angeli guidano Giuseppe che reca in spalla un bastone a cui sono appesi un otre e due pani, Maria cavalca unโ€™asinella e un garzone sprona la bestia. Sullo sfondo, la pianta carica di frutti che, nella leggenda apocrifa volgarizzata da Jacopo da Voragine, abbassรฒ i rami per rifocillare la Vergine.

 

Fuga in Egitto

 

Tornando alla navata, sulla parete di destra, sono affrescati undici santi, tra i quali San Giuliano in vesti militari e Santโ€™Antonio Abate: San Giuliano forte, liberaci da mala morte, da foco ardente e da acqua corrente, cosรฌ recitano ancora nelle campagne i piรน vecchi. Sotto, la lunga processione dei Bianchi, movimento di penitenti sorto nel 1399 allo scopo di proclamare la pace universale e ottenere il perdono dei peccati: qui Mastro Cola di Pietro, nel 1401, li ritrae durante il loro passaggio alla volta di Roma, con i lunghi sai rossocrociati, intenti a scambiarsi il bacio della Pace, a cantare le lodi della Vergine o a implorare misericordia davanti al Crocifisso. Poco distante Santโ€™Antonio, protettore degli animali, con la campana il cui suono scacciava il demonio, il bordone e il lungo mantello segnato dal tau protettore; Gregorio Magno, coronato col triregnum, mostra un dipinto con i Santi Pietro e Paolo. Proseguendo, unโ€™austera Madonna in trono, della metร  del Quattrocento, porta sulle ginocchia il Bambino con un passerotto, allusivo al racconto apocrifo che narra come il piccolo Gesรน si divertisse a plasmare con la creta uccellini e a vederli volar via dopo aver infuso in essi la vita.

 

Processione dei Bianchi

 

A fianco, le immagini di S. Chiara e S. Maria Egiziaca, coperta dai prolissi capelli: specchio di purezza, la prima; meretrice, poi eremita nel deserto, la seconda. Col capo nimbato da unโ€™aureola, identica a quella di Chiara, lโ€™ex prostituta testimonia la potenza catartica del pentimento e la vastitร  della misericordia divina. Nel registro piรน basso, la Trinitร  reca un libro su cui รจ scritto: Pater e Filius et Spiritus Sanctus et tres unum sunt. Due modi per enunciare il dogma trinitario dei quali il primo, dedicato a quelli che non sapevano leggere, nella sua rustica formulazione risulta non meno efficace.

 

Santa Chiara e Santa Maria Egiziaca

In un contesto assurdo, quasi metafisico, dove paura significa ignoranza, ossia non conoscenza del prossimo futuro, proviamo a elaborare qualche riflessione sul significato dietrologico di questo momento.

Assisi-santa chiara

Assisi, foto by Enrico Mezzasoma

 

Il tempo sembra essersi fermato, in bilico tra passato e futuro, in unโ€™immagine di un orologio spezzato che riporta la gerarchia delle lancette totalmente capovolta. E se รจ vero che ogni evento straordinario รจ unโ€™opportunitร , almeno per il fatto che indica nella sua straordinarietร  un cambiamento rispetto a tutto ciรฒ che รจ ordinario, ossia scontato, previsto e prevedibile, la certezza che tutto o almeno una parte non sarร  piรน come prima diventa quasi un motto, lโ€™idea di una via di uscita, lโ€™opportunitร  di utilizzare un evento come speranza di rivalsa ai tanti insuccessi che nel corso del passato abbiamo subito, nella speranza di un cambiamento. E in un contesto cosรฌ assurdo la parola turismo in Umbria potrebbe assumere un significa diverso.

Sicuramente anche il turismo avrร  regole ferree nella cosiddetta fase 2, attraverso sistemi di distanziamento sociale e dispositivi di protezione come guanti e mascherine, ma verosimilmente verrร  privilegiata la ricerca di luoghi solitari e riflessivi dove poter dar sfogo alla nostra necessitร  di collocare il corpo e lโ€™anima allโ€™interno di una palestra di piccole ma serene meditazioni.

Lโ€™Umbria si scoprirebbe cosรฌ a essere una vera oasi di quel benessere la cui necessitร  stiamo riscoprendo in questi giorni. Non quindi spiagge affollate o centri benessere specializzati nella cura esasperata del corpo – e quindi nella ricerca spasmodica dellโ€™apparire – ma piccole e pure sorgenti dโ€™acqua dove appagare la nostra sete di tranquillitร  e di ricchezza di spirito, nella ricerca slow di voler essere.

Lโ€™Umbria scoprirebbe che quelle sue peculiaritร  che fino a ieri appartenevano a un dio-turismo minore, potrebbero diventare come dโ€™incanto il pane azzimo di un nuovo stile di vita. Se ci pensate siamo giร  pronti: pochi interventi nelle nostre strutture ricettive e un nuovo e vincente messaggio di comunicazione. Giร , la comunicazione sarร  fondamentale e non dovrร  commettere gli errori del passato, dove disperatamente si รจ cercato di imitare gli altri.

 

fioritura_castelluccio

Piana di Castelluccio di Norcia, foto by Enrico Mezzasoma

 

E allora mi abbandono a un sogno dove vedo lโ€™Umbria come modello di turismo sostenibile, dove la terra del Perugino e di Dottori, che ha ispirato Raffaello, diventa meta di gente che ha capito il grande insegnamento epocale che stiamo vivendo. Dove la massima aspirazione di riposo e di tranquillitร  sarร  ammirare un tramonto sulle distese della Valnerina sorseggiando dellโ€™ottimo vino di Montefalco con la persona amata, oppure ritrovarsi a lanciare una canna da pesca nelle acque del Trasimeno ed essere tra quei pochi fortunati che riescono a intravedere la propria anima rispecchiarsi nel lago. In un tempo cosรฌ, dove la paura della crisi economica sta sorpassando quella sanitaria… sognare non ha prezzo.

Nella rubrica โ€œMessaggi in reteโ€, creata in occasione dell’emergenza Coronavirus, sono stati intervistati i sindaci di alcuni piccoli borghi umbri e non solo, che si sono dimostrati dei giganti per altruismo e dedizione.

Piazza con fontana di Deruta

Deruta, foto by Enrico Mezzasoma

 

Quanta passione e quanto attaccamento alla terra che rappresentano, quanto vigore, energia e affetto verso le persone di cui sono i portavoce; quanti sguardi trasognanti e pieni d’orgoglio, quando parlano di campanili e castelli. Quanto amore, quasi da brividi, per quello che fanno per quei tipici borghi. Quante intenzioni e voglia di fare, talvolta esagerata e talvolta piรน pacata. Quanti sacrifici e delusioni da dividere solo con pochi altri e talora con nessuno, quante grida di aiuto, di sovente inascoltate. Quanto ingegno e volontร  nel realizzare cose che sembravano impossibili. Quanta dedizione e spirito di servizio ripagate con un semplice sorriso o da una stretta di mano amica.

Vallo di Nera

 

La voce dei borghi

Durante le interviste realizzate nel periodo dell’emergenza COVID-19, oltre l’emozione e la titubanza in alcuni Sindaci –ย  e oltre alla preoccupazione e l’incertezza del poi in tutti – si notava che la responsabilitร  di fare bene imperversava in ogni parola, in ogni frase preparata o meno. Gli stati d’animo trasparivano per dimostrare di essere il riferimento per quella comunitร . Semplicemente un turbinio di emozioni con l’umile voglia di dimostrare di essere utili e di valere.
รˆ stata una bellissima esperienza capire come i Sindaci sentono loro il proprio borgo, come lo vivono e come lo proteggono e come interpretano l’ideale di rendere esemplare il luogo affidato, tentando di superare le proprie resistenze e quelle paesane, non senza rimbrotti o critiche.
Talvolta fanno di ogni gesto virtรน, a volte esagerato o egocentrico, ma sempre verso il bene comune, che viene appagato da mille pensieri per una vita pubblica racchiusa in un periodo a scadenza.
C’รจ chi รจ piรน giovane e chi รจ piรน esperto, ricordando che l’anagrafe non dispensa meriti per etร , ma valgono solo quelli della propria gente, con riconoscimenti e gratificazioni; i Sindaci sono felici di rappresentare le bellezze dei borghi, quelle artistiche, storiche, culturali ed enogastronomiche, con quel caratteristico vanto che li rende simili a genitori quando parlano della propria prole con amorevolezza e merito, accompagnati spesso da un brivido emozionale.
Nella fascia tricolore, che con fierezza indossano nelle occasioni ufficiali e negli eventi, sono custoditi sogni, speranze e desideri di chi vi ha riposto la fiducia.
Ogni intervista di una Sindaca o di un Sindaco ha contribuito inconsapevolmente alla stesura di queste righe, mentre ciascuno raccontava del proprio operato con grande passione ed emozione.
Nel ruolo che a volte viene dimenticato e a volte sottovalutato, i primi cittadini dei borghi, vanno considerati come dei piccoli eroi defilati che operano silenziosi lontano dal clamore e dal protagonismo.

 

Preci_panorama

Preci, foto by Enrico Mezzasoma

Nella molteplicitร  ed eterogeneitร  delle caratteristiche e dei compiti di ogni Sindaco di un piccolo comune, s’intravede la loro parte meno conosciuta e per certi versi piรน intima, mettendo in risalto la loro essenza umana abbinata alla capacitร  di guida di una comunitร .
Fare il Sindaco di un piccolo borgo di provincia รจ un incarico molto delicato e puรฒ far generare sensazioni e sentimenti per chi lo fa, irripetibili e impareggiabili.
Complimenti cari Sindaci dei piccoli borghi, per quello che state facendo per la res publica in questo momento di emergenza sanitaria e non solo e senza indugio, grazie.
A tal proposito, prendendo in prestito una frase dal film Imitation Game, si potrebbe dire: A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno puรฒ immaginare.

Unโ€™intervista, realizzata qualche mese fa dal vostro inviato lacustre, a uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno, l’imbarcazione storica andata completamente distrutta durante un incendio. La storia รจ lieto fine, tanto che il Barchetto รจ stato – e sarร  – il protagonista indiscusso di diverse iniziative.

Barchetto del Trasimeno

 

Si era da poco conclusa da poco la Festa del Giacchio, la sagra del borgo lacustre di San Feliciano organizzata dalla locale Pro Loco che vede ogni anno l’allegra e nutrita partecipazione di molti paesani e forestieri e ha come indiscusso protagonista il pesce di lago. Il nome della Festa prende origine dall’antica rete conica da pesca, appunto il giacchio, che ancora oggi i pescatori del Trasimeno lanciano in acqua con gesti liturgici che si ripetono incessantemente nella loro storia millenaria.
Durante lโ€™ultima serata della festa il vostro inviato lacustre, passeggiando tra i festaioli, รจ arrivato nei pressi del vicino Museo della Pesca e del Trasimeno che, sul suo piazzale, ospita una bella barca in legno di recentissima costruzione e dalle forme un po’ particolari, protetta da una tettoia tipica di cannine di lago.
Lรฌ ha incontrato casualmente una persona sconosciuta, con la quale รจ iniziata una piacevole conversazione che, dopo educati convenevoli, ha dato vita a un racconto molto interessante sulla barca esposta.
Il vostro inviato lacustre non ha resistito a fare qualche domanda per approfondire l’appassionata narrazione del gentile ignoto e cosรฌ ha preso avvio questa intervista, che riguarda una recente storia somigliante a una favola di altri tempi, dove i simbolici protagonisti sono rappresentati da un dragone e da quattro chiodi come cavalieri. Qualche riga piรน sotto scopriremo il perchรฉ.
Il misterioso interlocutore si รจ rivelato uno dei protagonisti dell’iniziativa Ricostruiamo il Barchetto del Trasimeno e ci ha descritto come questa sorta di fenice sia risorta dalle sue ceneri grazie all’unione di un’intera comunitร .

 

Il vecchio Barchetto prima dell’incendio

Da come mi ha detto, lei รจ uno dei promotori dell’iniziativa a favore del rifacimento del Barchetto del Trasimeno: mi dica, com’รจ andata?

Tutto parte con un’avventura intrapresa insieme all’amica Rosanna Milone: un’iniziativa sociale a favore della comunitร  di San Feliciano. Il 10 maggio 2017, Giacomo Chiodini, Sindaco di Magione, ci propose di indirizzare i nostri propositi verso un’iniziativa a favore del Barchetto, simbolo della gente del Trasimeno che era andata distrutta in un incendio qualche giorno prima. Con Rosanna ci siamo subito intesi e uscendo dal Comune abbiamo nell’immediato iniziato a progettare e pianificare. In realtร  fino al momento dell’incontro, la nostra proposta voleva essere direzionata verso l’acquisto di un defibrillatore cardiaco, ma ne siamo usciti con l’indicazione di una barca storica andata a fuoco da ricostruire.

Cosa avete fatto?

Nel corso di un mese abbiamo realizzato e presentato, il 10 giugno 2017, il Calendario dell’Estate, strumento che ci ha permesso di raccogliere una cifra netta disponibile, per la ricostruzione, di oltre 4.000 euro, ma soprattutto di sensibilizzare la comunitร  verso il rifacimento di un simbolo della vita lacustre: le persone ci hanno sempre dimostrato grande solidarietร  e affetto. Insieme a Rosanna abbiamo rappresentato una squadra di grande efficienza e questa iniziativa ci ha permesso di fare un’esperienza fantastica per la massiccia e trasversale partecipazione sia delle persone e delle famiglie sia per quella delle associazioni e delle aziende. All’importo raccolto con il calendario si รจ aggiunto il risarcimento assicurativo, e la somma ha permesso di coprire interamente il totale preventivato di spesa per il rifacimento del Barchetto.

Come sono stati impiegati i fondi raccolti?

Esattamente un anno dopo l’infausto incendio, il 5 maggio 2018, รจ partita la ricostruzione del Barchetto, con la presentazione del suo uscio, una specie di zattera che rappresenta la base intorno alla quale prende forma la barca. I lavori, intrapresi dal bravissimo Cristiano Vaselli con l’aiuto dell’esperto Verledo Dolciami, sono avvenuti presso il cantiere nautico Caporalini di San Feliciano e sono stati eseguiti con le tecniche costruttive di una volta, utilizzando le stesse essenze lignee dell’imbarcazione originale.

 

La ricostruzione del Barchetto del Trasimeno

Chi ha fornito le linee guida del progetto?

La strada da prendere รจ stata decisa dal gruppo di lavoro coordinato dal Comune di Magione, con il suo Assessore alla Cultura Vanni Ruggeri, costituito dalla Lega Navale sezione Trasimeno, dalla Cooperativa Pescatori del Trasimeno, dal Circolo Rematori di San Feliciano, da Sistema Museo, dalla locale Pro Loco, dall’A.R.B.I.T. (Associazione Recupero Barche Interne Tradizionali), dall’Universitร  di Perugia con il progetto A.L.L.I. (Atlante Linguistico dei Laghi Italiani), da me e Rosanna, come progetto Trasimeno in Dialogo.

Quando e come si รจ concluso il progetto?

Dopo qualche mese di certosino lavoro, il 15 dicembre 2018, il Barchetto del Trasimeno – presentato in tutta la sua bellezza – รจ stato posizionato nello stesso luogo di quello andato distrutto e consegnato alle comunitร  di San Feliciano e del Trasimeno, durante una cerimonia ufficiale avvenuta sul piazzale antistante il Museo della Pesca e del Lago Trasimeno a San Feliciano di Magione. Da qui il rammarico e il profondo dispiacere di non essere stato presente alla cerimonia per un motivo, imprevisto e lontano dalla mia volontร , di carattere puramente personale. Vorrei ricordare che LACEP e Della Ciana Legnami hanno realizzato a proprie spese la copertura di protezione (fino ad allora inesistente) del nuovo Barchetto.

Da lei abbiamo sentito parlare di quattro chiodi e di un dragone. Cosa intende dire?

Il dragone non รจ quello che ci immaginiamo tutti, che vola e sputa fuoco ma, รจ l’asse che unisce le tavole di riempimento del fondo della barca davanti e dietro all’uscio. Nelle vicinanze si trovano i peducci, staffe di legno a forma di L che collegano il fondo della barca con il suo fianco. Nella barca ci sono peducci sia a destra sia a sinistra e, come i dragoni, sono fondamentali per la tenuta e la robustezza dell’imbarcazione. I quattro chiodi sono quelli che avevo raccolto tra le ceneri del precedente barchetto e ho chiesto a Cristiano Vaselli di batterli a forza nella struttura lignea della nuova barca. Quindi nel ricostruito Barchetto del Trasimeno i quattro cavalieri sono stati inseriti nel peduccio centrale della fiancata di sinistra (il lato dove si trova anche la guida del timone e piรน precisamente in basso e sulla sinistra dell’area della cabina), in corrispondenza della sua parte mediana e nell’adiacente dragone.

I quattro chiodi hanno un valore simbolico o un messaggio che ci vuole spiegare?

I quattro chiodi rappresentano altrettanti pensieri che mi hanno costantemente accompagnato in questo progetto: l’incertezza, il sogno/desiderio, la concretezza, l’integrazione. Lโ€™incertezza in quanto, fin dall’inizio, per una serie di motivi, non c’era sicurezza del risultato finale e nulla era scontato. Sogno e desiderio, corrispondono alla volontร  di veder navigare nelle acque lacustri il nuovo Barchetto e che lo stesso potesse rappresentare un’attrazione per un turismo responsabile e sostenibile. Concretezza, perchรฉ essa รจ la forza di tradurre intenzioni e idee in fatti e sostanza. Integrazione, infine, perchรฉ essa trova la sua valenza nell’atteggiamento e nel comportamento della popolazione come sostegno e spinta alla realizzazione del progetto, cosรฌ come la positiva e riuscita complementarietร  tra pubblico e privato.

Cosa ha voluto dire questa iniziativa per le comunitร  di San Feliciano e del Trasimeno?

Questa iniziativa rappresenta una condivisone d’intenti delle comunitร , dove un gioco di squadra ha messo in pratica una delega suggerita da un vento ispiratore presente tra i tanti occhi speranzosi e fieri della gente. Allo stesso modo, porta un messaggio per tutti i giovani volenterosi: Con la convinzione e la forza delle idee e della concretezza, si puรฒ tendere a realizzare i sogni della propria vita… anche senza chiodi e dragoni.

Adesso che il Barchetto del Trasimeno รจ terminato, cosa succede?

Ovviamente dopo il 15 dicembre 2018, con la consegna del nuovo barchetto alle comunitร , posso dire con orgoglio e secondo i patti: ยซIo mi fermo qui!ยป Il Comune di Magione, il Museo di San Feliciano, la Pro Loco, la Cooperativa Pescatori, la Lega Navale sez. Trasimeno e il Circolo Rematori di San Feliciano si occuperanno della custodia, cura, gestione, manutenzione e promozione turistica del nuovo Barchetto del Trasimeno, localmente detto anche Barchino. Sono in progetto e in atto delle iniziative per le quali il Barchetto del Trasimeno sarร  presente ad alcuni eventi come simbolo e protagonista di attivitร  promozionali e turistiche del territorio lacustre.

 

Barchetto del Trasimeno terminato

Vuole aggiungere qualcosa?

Vorrei ringraziare di cuore tutti quelli che hanno spinto con fare positivo verso la realizzazione di tutto ciรฒ. Un grazie speciale va alla mia socia d’avventura, l’amica Rosanna Milone, persona fantastica e straordinaria.

C’รจ una frase con cui vorrebbe chiudere questa intervista?

Il Trasimeno, una volta conosciuto, lo amerai per sempre.

Mi scusi, ma qual รจ il suo nome?

Io mi chiamo Tarsminass (n.d.r. sorride), come l’antico nome etrusco del lago Trasimeno. In quel momento improvvisamente presero vita dei meravigliosi fuochi d’artificio che, riflessi e proiettati sulle placide acque del Lago, indicavano la chiusura della Festa del Giacchio di San Feliciano. Lo sguardo fu rapito dalla loro bellezza e quando terminarono mi voltai, ma il mio misterioso interlocutore era scomparso…

Pietro Vannucci detto Il Perugino, รจ considerato uno dei massimi esponenti dell’umanesimo e il piรน grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo.

Il pittore si muove in un contesto storico che รจ quello del tardo umanesimo. ยซNella cittร  di Perugia nacque ad una povera persona da Castello della Pieve, detta Cristofano, un figliuolo che al battesimo fu chiamato Pietro (โ€ฆ) Studiรฒ sotto la disciplina dโ€™Andrea Verrocchioยป. (Le vite deโ€™ piรน eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino aโ€™ tempi nostri. Parte seconda.ย Giorgio Vasari).

 

Autoritratto Perugino

Il Perugino nasce nel 1450 a Cittร  della Pieve e le sue prime esperienze artistiche umbre si appoggiarono probabilmente a botteghe locali come quelle di Bartolomeo Caporali e Fiorenzo di Lorenzo.

Fin da giovanissimo si trasferisce a Firenze, dove inizia a frequentare una delle piรน importanti botteghe: quella di Andrea del Verrocchio. La cittร  dei Medici fu fondamentale per la sua formazione; infatti i contemporanei lo considerarono di fatto, un maestro fiorentino dโ€™adozione.

Nei suoi capolavori si cela unโ€™intimitร  religiosa: le dolci colline tipicamente umbre, il paesaggio boschivo realizzato con piรน tonalitร  di verdi, il tenue modellato dei personaggi e gli svolazzanti nastri degli angeli sono i suoi stilemi decorativi che poi trasmise anche al suo allievo: Raffaello.

Le opere in Umbria e non solo

Una delle sue prime opere documentate รจ L’adorazione dei Magi e il Gonfalone con la Pietร , entrambe nelle sale espositive della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria.

Nel 1473 il Perugino ricevette la prima commissione significativa della sua carriera: i francescani di Perugia, gli chiesero di decorare la nicchia di San Bernardino. Otto tavolette che insieme componevano due ante che chiudevano una nicchia con un gonfalone con lโ€™effigie del santo.

Piรน tardo (1477-1478) รจ lโ€™affresco staccato, oggi nella Pinacoteca Comunale di Deruta, con il Padre Eterno con i santi Rocco e Romano, con una rara veduta di Deruta nel registro inferiore; probabilmente commissionata per invocare la protezione dei Santi Romano e Rocco, poichรฉ unโ€™epidemia di peste imperversava nel territorio di Perugia.

Nel 1478 continuรฒ a lavorare in Umbria, dipingendo gli affreschi della cappella della Maddalena nella chiesa parrocchiale di Cerqueto, nei pressi di Perugia.

Raggiunta la fama venne chiamato nel 1479 a Roma, dove realizzรฒ uno dei piรน grandi e prestigiosi lavori: la decorazione della Cappella Sistina, lavoro al quale partecipano anche Cosimo Rosselli, il Botticelli e il Ghirlandaio. รˆ qui che realizza uno dei suoi tanti capolavori: La consegna delle Chiavi a San Pietro, il Battesimo di Cristo e il Viaggio di Mosรจ in Egitto.

Nei dieci anni successivi Perugino continuรฒ a spostarsi tra Roma, Firenze e Perugia. Tra il 1495 e il 1496, plasmรฒ un altro capolavoro: la Pala dei Decemviri, chiamata cosรฌ perchรฉ realizzata su commissione dai Decemviri di Perugia per la cappella nel Palazzo dei Priori. Dipinse poi il Polittico di San Pietro, con la raffigurazione dellโ€™Ascensione di Cristo, la Vergine, gli Apostoli, nella cimasa Dio in gloria, nella predella lโ€™Adorazione dei Magi, il Battesimo di Cristo, la Resurrezione e due pannelli con i santi protettori di Perugia.

Nello stesso periodo lavorรฒ alla decorazione della Sala dellโ€™Udienza nel Collegio del Cambio a Perugia, ciclo terminato nel 1500. Il 1501-1504 รจ lโ€™anno in cui realizzรฒ lo Sposalizio della Vergine, dipinto per la Cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia, iconografia ripresa da Raffaello per la chiesa di San Francesco a Cittร  di Castello.

 

Sposalizio della Vergine

 

Il Perugino continuรฒ a ricevere commissioni; infatti realizzรฒ la Madonna della Consolazione, il Gonfalone della Giustizia e la Pala Tezi, conservate nelle sale espositive della Galleria Nazionale dellโ€™Umbria e la Resurrezione per San Francesco al Prato, commissionata per lโ€™omonima chiesa perugina.

Eccelse opere del pittore sono conservate anche a Cittร  della Pieve, non lontano dal confine con la vicina Toscana. Presso Santa Maria dei Bianchi e la Cattedrale dei SS Gervasio e Protasio, si trovano alcune delle sue opere piรน significative come lโ€™Adorazione dei Magi.[1]

Seguendo i passi del Perugino, tappa obbligata รจ poi Panicale, pittoresco paese che fa parte dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia. Nella Chiesa di San Sebastiano si trova lโ€™opera il Martirio di San Sebastiano, unโ€™intera parete affrescata dallโ€™artista. Unโ€™altra tappa importante per scoprire tutta lโ€™arte del Divin Pittore รจ Fontignano, dove nel 1511 il Perugino stabilรฌ la sua bottega per sfuggire alla peste.

 

San Sebastiano. Cerqueto

 

Proprio di peste il pittore morรฌ nel 1523-1524, mentre lavorava a un affresco raffigurante Lโ€™adorazione dei pastori commissionatogli per la piccola Chiesa dellโ€™Annunziata, lโ€™affresco lasciato incompiuto dal Perugino, ma finito dai suoi allievi, e infine una Madonna con bambino, lโ€™ultima opera da lui completata nel 1522.
Perugino fu lโ€™iniziatore di un nuovo modo di dipingere; lโ€™artista va alla costante ricerca di paesaggi di piรน vasto respiro, ammirando lโ€™esempio dei precedenti fiorentini come Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Beato Angelico, ben noti in terra umbra. Il Perugino procede verso una lenta e graduale conquista del naturale. Lโ€™armonia insita nel paesaggio peruginesco fu creata da un approccio mistico con la natura e da unโ€™arte che, piuttosto che fondarsi sullโ€™intelletto e sullโ€™addestramento dellโ€™occhio, come avveniva a Firenze, scaturiva dal cuore e dalla forza dei sentimenti.[2]
Il Perugino segnรฒ cosรฌ il gusto di unโ€™epoca.

 


[1] Emma Bianchi, โ€œPetro penctoreโ€: lโ€™Adorazione dei magi e la confraternita di Santa Maria dei Bianchi di Cittร  della Pieve, in Perugino e il paesaggio, Silvana Editoriale, 2004, pp. 119-128.โ‡‘

[2] Silvia Blasio, Il paesaggio nella pittura di Pietro Perugino, in Perugino e il paesaggio, Silvana Editoriale, 2004, pp. 15-41.โ‡‘

  • 7