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ยซSono appassionata di arte e in questo modo ho unito la mia passione con il mio lavoro di chimica, in piรน do un contribuendo alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e culturaยป.

Essere una salvatrice di opere d’arte, fermare – o quantomeno rallentare –ย  il loro invecchiamento, unire passione e lavoro, amalgamare alla perfezione chimica e arte รจ il lavoro della dottoressa Letizia Monico (35 anni), ricercatrice perugina che lavora al CNR e fa parte di un team che collabora col Dipartimento di Chimica di Perugia per salvare quadri in fase di deterioramento. I Girasoli di Van Gogh e lโ€™Urlo di Munch sono passati sotto la sua lente e, con studi curati e approfonditi, si รจ scoperto che i colori โ€“ in particolare il giallo โ€“ perdono la loro bellezza: la causa รจ lโ€™umiditร . Recuperare queste opere non si puรฒ, perรฒ si puรฒ prevenire. Vincitrice di diversi riconoscimenti e premi, Letizia vanta anche pubblicazioni in riviste internazionali come Analytical Chemistry.

Letizia, la prima domanda รจ dโ€™obbligo per tutti: qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Sono nata a Umbertide e cresciuta a Perugia, dove ho anche studiato. Mi considero una perugina D.O.C.

Come รจ avvenuta la scoperta del degrado dellโ€™Urlo di Edvard Munch?

Faccio parte di unโ€™รฉquipe di chimici che fa indagini sui materiali e collaboriamo con conservatori e storici dellโ€™arte. Proprio i conservatori si erano accorti del degrado in atto, per la precisione avevano notato degli sbiancamenti del colore giallo presente sul quadro e lo sfaldamento della pittura stessa.

Come si puรฒ intervenire per evitare il peggio?

Occorre capire quali sono le cause e cercare di prevenirle. Con i nostri studi abbiamo sia studiato lโ€™opera sia ricreato in laboratorio dei pigmenti quanto piรน simili a quelli utilizzati da Munch. In questo modo si รจ arrivati a scoprire quale potesse essere la situazione ambientale migliore affinchรฉ questi pigmenti non subissero modificazioni. Le opere sono a stretto contatto con lโ€™ambiente, in primis luce e umiditร  e abbiamo visto come i due fattori โ€“ separatamente โ€“ possono incidere sullโ€™opera. La scoperta รจ che non รจ tanto la luce che incide, quanto lโ€™umiditร .

 

Letizia Monico mentre cura i Girasoli

Quindi cosa si puรฒ fare?

Si puรฒ rallentare il degrado di questa tipologia di pigmenti e tenere lโ€™opera in condizioni di umiditร  controllata.

Questo studio puรฒ essere utilizzato anche per salvare altri quadri?

Ogni quadro ha una storia a sรฉ ed รจ realizzato con altrettanti materiali. La prima cosa da fare รจ capire la storia dellโ€™opera, come รจ stata conservata e quali sono i materiali che la compongono. In teoria lo studio puรฒ essere rivendibile per le opere che hanno il giallo di cadmio, sul quale abbiamo fatto lo studio.

In passato si era anche occupata dei Girasoli di Van Goghโ€ฆ

Sรฌ, ma in quel caso si trattava di un altro tipo di giallo, giallo di cromo, che tende a scurirsi avendo una chimica del pigmento diversa rispetto al giallo di cadmio. Il fenomeno a livello visivo รจ diverso. In entrambi i casi perรฒ, ora si puรฒ intervenire per rallentare o interrompere il peggioramento.

Per questo ha vinto il Premio Levi 2015, riconoscimento nazionale della Sezione Giovani della Societร  Chimica Italianaโ€ฆ

Sรฌ, lโ€™ho vinto con la pubblicazione legata proprio al lavoro sui Girasoli: questo studio nasce con la mia tesi di dottorato. Ma non รจ stato il primo: giร  nel 2013 avevo vinto altri premi – il Premio miglior tesi di dottorato e Eric Samuel Scholarship Award in America – sempre legati allo studio del giallo di cromo.

In questo momento si sta occupando di qualche altra opera dโ€™arte?

Di recente abbiamo lavorato su opere di Rubens e continuiamo su Munch e su unโ€™altra versione dei Girasoli di Van Gogh che si trova a Londra.

Ha mai lavorato su qualche dipinto umbro?

Ancora il lavoro รจ nelle fasi iniziali, ma mi sto occupando anche degli affreschi del Cimabue di Assisi, quelli danneggiati durante il terremoto del 1997.

Comโ€™รจ arrivata da chimica a studiare le opere dโ€™arte?

A Perugia cโ€™รจ un gruppo di ricerca nel dipartimento di Chimica che lavora proprio sui beni culturali. Io ho iniziato con loro perchรฉ sono appassionata di arte. In questo modo sono riuscita a unire il lavoro con la passione. Sono molto fortunata!

Quanto รจ difficile essere ricercatori oggi?

รˆ un lavoro molto difficile e faticoso, ci vuole pazienza. Ma se uno รจ attivo, pubblica e collabora a livello internazionale โ€“ che รจ fondamentale โ€“ si pongono le basi per un futuro, per fare concorsi e per riuscire a entrare nel mondo del lavoro. Certo, le posizioni sono poche. Ripeto, non รจ facile.

Qual รจ il bello di questo lavoro?

La possibilitร  – come detto – di unire due delle mie piรน grandi passioni: la chimica e lโ€™arte; la grande opportunitร  di stare a stretto contatto con oggetti di straordinaria bellezza e la consapevolezza che, nel mio piccolo, sto contribuendo un poโ€™ alla salvaguardia di opere che fanno parte della nostra storia e cultura.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Natura, arte e tartufo.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione?

Casa.

ยซLa Terra dallโ€™alto รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!ยป

ยซUno dei piรน grandi sogni dellโ€™uomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sognoยป. Il Caporal Maggiore Capo Marco Soro, di Passaggio di Bettona, realizza questo sogno ogni giorno. Da 15 anni veste la divisa della Brigata Paracadutisti Folgore dellโ€™Esercito Italiano e fa parte del gruppo di Paracadutismo Indoor dellโ€™Esercito. Allenamento, preparazione e tanta passione gli hanno fatto raggiungere con la sua squadra degli importanti traguardi nazionali e internazionali, come il podio mondiale ottenuto nel 2019, la medaglia dโ€™oro al Belgian Open o lโ€™argento ai Wind Games 2020 โ€“ tanto per citare i piรน recenti. In questa chiacchierata ci ha svelato tutti i segreti di questo sport e la bellezza del paracadutismo. ยซรˆ stato amore a prima vistaยป. Io mi sono fatta prendere la mano e l’ho tempestato di domande!

 

Caporal Maggiore Capo Marco Soro

Caporal Maggiore, la prima domanda รจ di rito: qualย รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Circa quindici anni fa ho scelto la divisa dellโ€™Esercito e la mia vita professionale รจ in Toscana, ma lโ€™Umbria รจ la mia terra natia e di certo non la dimentico. Sono nato ad Assisi, abito a Passaggio di Bettona e la mia fidanzata รจ di Papiano. Direi proprio che il mio รจ un legame indissolubile.

Ci spieghi: cosโ€™รจ il Paracadutismo Indoor?

Il paracadutismo indoor รจ unโ€™attivitร  sportiva molto recente, che nasce grazie allโ€™invenzione dei simulatori di caduta libera, ovvero i tunnel del vento verticali. Permette a chiunque, anche a un non paracadutista, di realizzare quello che รจ sempre stato il sogno di ogni essere umano, ovvero il desiderio volare. Un forte flusso dโ€™aria proveniente dal basso fa si che il corpo umano riesca a sollevarsi da terra, simulando cosรฌ la caduta libera che si ha con il lancio da un aereo. La sensazione che si prova รจ identica. Con il passare degli anni รจ diventato uno sport a tutti gli effetti, con un proprio circuito ufficiale di competizioni nazionali e internazionali.

Quali sono i prerequisiti per praticare questa disciplina?

Il paracadutismo indoor prevede varie discipline. Per poter praticare la nostra –ย  che รจ di squadra ed esattamente si chiama VFS 4-way (Vertical Formation Skydiving a 4 elementi) – si deve prima raggiungere un avanzato livello di volo individuale. Sono fondamentali una buona preparazione fisica e un costante allenamento di volo presso un tunnel.

 

Esibizione di Paracadutismo Indoor

In pratica in cosa consiste?

Lโ€™obiettivo della nostra specialitร  consiste nel formare, durante la caduta libera, il piรน alto numero di figure possibili nel tempo massimo di 35 secondi. Per figura si intende una prestabilita e determinata posizione dellโ€™intera squadra che deve essere eseguita in assetto verticale, head-up (testa in su) e/oย head-down (testa in giรน). Questo tipo di posizione, che espone poco della figura del corpo umano allโ€™aria, comporta il raggiungimento di altissime velocitร  di caduta libera che sfiorano i 300 km/h. Ovviamente per provare semplicemente un simulatore di caduta libera non serve essere degli atleti, lo fanno normalmente anche i bambini, basta affidarsi a un preparato istruttore e il gioco รจ fatto!

Come si svolge una gara?

Una gara si svolge normalmente in tre giorni. I round di gara sono 10, della durata di 35 secondi ciascuno. Le figure da riproporre in ogni round vengono estratte a sorte dai giudici di gara. Per ogni figura eseguita correttamente si guadagna un punto. Alla fine del decimo round, la squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti, vince.

Quante ore vi allenate?

Quotidianamente e per almeno due ore pratichiamo delle attivitร  di allenamento a terra pensate appositamente per migliorare la resistenza e la forza fisica specifiche, in modo tale da incrementare le prestazioni individuali durante gli allenamenti di squadra. Per quanto riguarda lโ€™addestramento al tunnel, siamo impegnati mediamente due settimane al mese.

Avete delle gare prossimamente?

A fine ottobre, presso il tunnel di Charleroi in Belgio, la Squadra dellโ€™Esercito parteciperร  al Campionato Europeo e Coppa del Mondo di Indoor Skydiving 2020, attualmente una delle competizioni indoor piรน importanti al mondo.

 

La squadra: Alessandro Binello, Andrea Cardinali, Marco Soro e Stefano Falagiani

Ci puรฒ descrivere in poche parole cosa si prova a lanciarsi col paracadute?

Il paracadutismo รจ uno sport che, praticato nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, regala emozioni indescrivibili. Come giร  detto, uno dei piรน grandi sogni dellโ€™uomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute da un velivolo a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sogno.

Cโ€™รจ stato un momento, quando era ragazzino, in cui ha deciso dโ€™intraprendere la carriera militare? O รจ accaduto per caso?

Non ho un ricordo ben preciso di quando ho maturato questa decisione, ma sono cresciuto rinforzando di giorno in giorno il desiderio di arruolarmi nellโ€™Esercito e di entrare nella Brigata Paracadutistiย Folgore.

Il primo lancio non si scorda mai: ci racconti il suoโ€ฆ

รˆ proprio vero, รจ una sensazione assolutamente indimenticabile! Il mio primo lancio lโ€™ho fatto a Reggio Emilia nel 2005 e avevo poco piรน di 18 anni. Come tutti i diciottenni non vedevo lโ€™ora di mettermi alla prova. Ricordo benissimo di aver provato delle fortissime emozioni, completamente nuove, mai provate fino a quel momento. Uno strano mix adrenalinico fatto di paura ed entusiasmo. Con il paracadutismo fu amore a prima vista! Da lรฌ in poi non ho mai piรน smesso di praticare questo sport e ho sempre e solo cercato di migliorarmi.

Qualย รจ lโ€™ultima cosa che pensa prima di un salto?

Ora che il paracadutismo, oltre che passione e divertimento, รจ per me attivitร  agonistica, prima di ogni salto ripasso mentalmente gli esercizi da eseguire durante il lancio. Mi concentro su quanto discusso pochi minuti prima con i miei compagni di squadra in fase di briefing pre-lancio visto che i momenti precedenti allโ€™uscita dal velivolo sono fondamentali per la perfetta riuscita degli esercizi. Non ci si puรฒ permettere di distrarsi o di pensare ad altro. Bisogna essere concentrati sul lavoro da eseguire e naturalmente sulle procedure di sicurezza da rispettare.

Comโ€™รจ la Terra vista dallโ€™alto?

Puรฒ sembrare una risposta scontata, ma รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!

Fa dei gesti scaramanticiโ€ฆ anche prima di una gara?

Piรน che di gesti caramantici parlerei di routine. Prima di ogni lancio e prima di ogni round di gara io e i miei tre compagni di squadra ci mettiamo in cerchio e ci diamo la giusta carica effettuando il nostro saluto di squadra. Ogni squadra ha il suo modo per augurarsi buona fortuna!

 

I paracadutisti della Folgore sono, nellโ€™immaginario collettivo, i piรน audaci e fighi: ne siete consapevoli?

Lโ€™immaginario collettivo talvolta rappresenta la realtร  in modo un poโ€™ approssimativo. Sicuramente la Brigata Paracadutisti Folgore รจ uno dei reparti piรน famosi dellโ€™Esercito Italiano ed รจ connotato da altissime capacitร , ma la professionalitร  di tutti i miei colleghi delle altre specialitร  non รจ sicuramente da meno. I reparti paracadutisti hanno una storia di sacrificio e di dedizione che, come ha detto lei, si racconta da sola e non ha bisogno di commenti. Sono assolutamente contento della mia scelta e se tornassi indietro non cambierei nulla di quello che ho fatto! Soprattutto la mia scelta di entrare nella Sezione di Paracadutismo Sportivo dellโ€™Esercito.

Cโ€™รจ un luogo o un panorama dellโ€™Umbria in cui le piacerebbe lanciarsi?

Certamente, sono i luoghi a cui sono piรน affezionato. Il mio paese, Passaggio di Bettona. Poi sicuramente anche Assisi dove sono nato e Castelluccio di Norcia, perchรฉ secondo me paesaggisticamente รจ una delle zone piรน belle di tutta lโ€™Umbria.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Bellezza,ย natura,ย tradizione.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione.

Quando penso allโ€™Umbria รจ inevitabile pensare alla parola Casa.

Nel periodo post pandemico la musica riparte e torna ad esplodere nei concerti, immersi nelle suggestive location della verde Umbria, con la quarta edizione delย Festival Internazionale Green Music, diretta ed ideata dalย Maestro Maurizio Mastrini.

Il Festival torna ad emozionare, in sicurezza, il pubblico di tutte le etร  e culture, accompagnandolo in una nuova esperienza musicale attraverso i luoghi dโ€™incanto del cuore verde dโ€™Italia, al fine di valorizzare e promuovere il territorio di questa regione.
La manifestazione apre con lโ€™anteprimaย in uno degli angoli piรน armonici, suggestivi e carichi dโ€™emozione della regione, ilย Bosco di San Francesco,ย bene del Fondo Ambiente Italiano,ย adย Assisi.ย Quiย sabato 25 luglio alle 20.30 รจ in programma il Concerto della buonanotte del duo composto dai noti concertisti di chitarra, Massimo Agostinelli e Andrea Zampini. I due musicisti spazieranno nel repertorio sudamericano che va da Astor Piazzolla a Anton Carlos Jobim.
L’evento รจ organizzato in collaborazione con ilย Fai, ente patrocinante ilย Festival Internazionale Green Music,ย cheย ha interamente recuperato l’area salvandola dal degrado e dall’incuria, ed รจ inserito nella rassegna Sere FAI dโ€™Estate .
La tappa diย Assisiย rappresenta una delle piรน emblematiche peril Festival, nato dall’intuizione di coniugare arte e natura posizionando i concerti fuori dai luoghi di ordinanza, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio paesaggistico e storico regionale attraverso il potere evocativo della musica, offrendo allo stesso tempo un’opportunitร  di esibizione ad artisti e giovani talenti della scena nazionale e internazionale.

Le suggestioni sonore della chitarra si fonderanno con la bellezza di un luogo inaspettato, al quale si accede da un portone nel muro di cinta del piazzale davanti alla Basilica Superiore di Assisi.
Da qui si imbocca uno stretto sentiero che porta a un ampio fondovalle, ai piedi del centro cittadino. Si estendono davanti agli occhi benย 64 ettari di natura, tra terreni boschivi e campi coltivati, radure e oliveti, pareti di pietra rosa. Si possono ammirare, inoltre, importanti testimonianze della presenza di monache benedettine, tra โ€˜200 e โ€˜300: un monastero, la chiesa romanica di Santa Croce, un mulino attivo fino ai primi del โ€˜900, i resti di un ospedale che assisteva malati e pellegrini e, poco piรน avanti, unโ€™antica torre trecentesca eretta a difesa di un opificio.
Salendo sulla sua cima si ha la possibilitร  di ammirare appieno l’opera di land art, il โ€œTerzo Paradisoโ€, del maestro Michelangelo Pistoletto: 121 ulivi disposti a doppio filare formano tre ampi elementi circolari tra loro tangenti, di cui il maggiore, posizionato tra gli altri due, ha al centro unโ€™asta alta 12 metri, che simboleggia lโ€™unione tra cielo e terra.
Proprio nella radura che ospita lโ€™opera di Pistoletto, risuoneranno le note del duo dei celebri chitarristi anconetani.
Raccomandazione degli organizzatori, quella di non dimenticarsi a casa plaid e cuscino per accomodarsi sul prato e godersi il concerto in pieno relax.
Il festival continuerร  ad entusiasmare i partecipanti durante le calde serate estive per un totale di circa 15 concerti,ย ai quali parteciperanno artisti di grande spessore e di lunga esperienza comeย Uto Ughi, uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana,ย Antonella Ruggiero, cantante italiana famosa per la sua estensione vocale e per essere stata uno dei membri fondatori della celebre band di fama internazionale iย Matia Bazar, eย Juan Lorenzo, chitarrista di flamenco italiano, considerato uno dei suoi massimi esponenti e, naturalmente, unโ€™esibizione del direttore artistico Maurizio Mastrini che, nella magica cornice dei Giardini pubblici di Orvieto, presenterร  in anteprima il suo ultimo lavoro pianistico, scritto nel periodo di quarantena, dal titolo Lockdown.

Da venticinque anni frequento lโ€™Umbria e molte persone che ho conosciuto e con cui ho a che fare sono straniere: americani, sudafricani, inglesi, olandesi e belgi, tutte persone che vivono stabilmente sul territorio, che hanno acquistato villette e che pagano anche le tasse. I tedeschi li conosco solo di vista e so che vengono saltuariamente.

Tra gli italiani ho trovato solo lombardi e veneti. Questo รจ dovuto ai 75 anni di pace europea e alle migliorate condizioni economiche del continente, che hanno favorito i grandi spostamenti interni. Molti hanno lasciato il loro Paese perchรฉ invogliati da un clima piรน mite, da una luce piรน intensa e, non per ultimo, da un grande seduttore: il cibo italiano. Spesso sono pensionati, altrimenti sono scrittori o giornalisti, comunque persone che potevano lavorare da casa anche prima del Covid-19.
Conosco una signora sudafricana che coltiva rose, un belga che scrive romanzi, alcuni tedeschi che si spostano tra Grecia, Italia e Germania e un olandese che insegna italiano. Persone benestanti che si sono inserite nellโ€™ambiente locale. Ci sono anche extracomunitari o persone provenienti dai paesi dellโ€™Est e questi li vedo lavorare ovunque, come nel resto dโ€™Italia. Naturalmente qualche umbro lโ€™ho conosciuto e dal profilo ho riconosciuto in maniera inequivocabile lโ€™origine etrusca.

 

Allora sono andata a spulciare tra le statistiche dellโ€™ISTAT e ho scoperto che lโ€™Umbria ha una popolazione di 882.015 abitanti e di questi 97.541 sono stranieri e residenti (dati ISTAT del 2019). Un numero di tutto rispetto che corrisponde a Foligno e Cittร  di Castello messe insieme. Poi mi sono accorta che molti maschi umbri tra i 50 e 60 anni hanno per compagne delle donne dellโ€™Est. Perciรฒ gli umbri stanno mescolando il loro DNA con quello di tutto il mondo.

Un bel frullato di geni

Ma per tornare agli umbri, siamo sicuri che esistano davvero? Prima, quasi tremila anni fa, cโ€™erano le popolazioni autoctone, poi, quando sono arrivati i Romani, lโ€™Umbria รจ diventata unโ€™importante via di passaggio per eserciti e merci. Si sa, ed รจ ovvio, dove ci sono i passaggi le popolazioni si mescolano e i geni fanno festa. In seguito sono arrivati i Longobardi che si sono trattenuti per oltre 200 anni e di tracce ne hanno lasciate tante. Ad esempio nei cognomi Bernardini, Nardi,ย Leonardi, Baldoni, Federici,ย Baldelli. Poi cโ€™รจ traccia nei nomi dei paesi: Gualdo o Fara. Hanno lasciato una traccia anche nei dolci, ne รจ un esempio la famosa Rocciata di Assisi: un dolce arrotolato come lo strudel, lasciato in ereditร  dai nordici longobardi, fatto con la stessa pasta dello strudel di mele che faceva mia nonna austriaca con la ricetta di famiglia. Sono passati 13 secoli e la ricetta non รจ variata o, se lo รจ, รจ stato pochissimo.
Le ricette non variano, si modifica perรฒ il DNA e lโ€™Umbria ha continuato a essere attraversata da eserciti e da pellegrini che scendevano a Roma sulla tomba di Pietro. Viaggiare per noi ha un significato diverso da quello di un secolo fa. Noi ci muoviamo con macchine, treni, aerei e navi, mentre prima andavano soprattutto a piedi, e a piedi ci si stanca molto ed รจ opportuno fermarsi per riprendere le forze. Petrarca fa partire per Roma il ยซvecchierel canuto e stancoยป, ma questa รจ poesia, mentre la realtร  รจ prosaica e vuole che chi si muoveva per viaggi cosรฌ lunghi e pericolosi fosse giovane e robusto, proprio come i ragazzi che oggi vediamo sbarcare dai barconi.

 

 

Con tutto questo andare e fermarsi, con tutti questi giovani che passavano e vedevano ragazze coetanee, bisogna mettere in conto anche la biologia, che pretende che i giovani facciano sesso per riprodursi. Si tratta di un bisogno primordiale a cui difficilmente si sfugge e ragazzi e ragazze si saranno piaciuti e avranno fatto sesso e magari molti di loro si saranno fermati qui per sempre, mettendo su famiglia e facendo figli. Perciรฒ accanto alle migrazioni cโ€™รจ anche la biologia ad aver fatto la sua parte. Allora io adesso mi chiedo se i miei amici umbri siano davvero umbri oppure, facendo un esame del DNA, scopriamo che umbri e stranieri sono molto piรน simili di quanto noi si possa credere. Lo diceva Luca Cavalli Sforza, genetista, tanti anni fa.

La cittร  di Assisi รจ attraversata da un senso quasi tangibile di universalitร  e di apertura al mondo esterno. La storia di Assisi รจ una storia antichissima: lโ€™Asisium nellโ€™antica e potente Roma era la cittร  dei ricchi mercanti, delle ville lussuose e delle terme.

Rosone della Basilica di San Francesco

Visitare Assisi significa immergersi contemporaneamente nella storia di epoca romana e medievale, ma anche entrare nel cuore della spiritualitร  e nei luoghi dove due giovani cambiarono la storia del cristianesimo e quella dellโ€™arte.
Le antiche e monumentali chiese guidano i fedeli e i pellegrini lungo i loro viaggi e i rosoni, gli elementi piรน suggestivi delle facciate, ammaliano i visitatori grazie a semplici giochi di luci. La Basilica di San Francesco, vera e propria meraviglia architettonica della storia italiana, rappresenta lโ€™ereditร  fisica del Santo. Fu costruita nel 1228, proprio in suo onore, a soli due anni dalla morte e canonizzazione, su iniziativa di Papa Gregorio IX e dal frate Elia di Bombarone.
La basilica sorge sul Colle dellโ€™Inferno, antico nome del luogo, poichรฉ nel periodo medievale era teatro di esecuzioni capitali. Da quando San Francesco venne canonizzato, questo luogo cambiรฒ nome in Colle del Paradiso: tutto intorno infatti regna la pace e la gioia che si percepisce ha una dimensione quasi sovrannaturale.
Il grande rosone della basilica guida i visitatori non solo allโ€™interno della chiesa, con le sue altissime volte a crociera e con il famosissimo ciclo di Giotto sulla vita di San Francesco, ma รจ anche alla cripta e alla tomba del Santo.
Il rosone infatti, con i suoi 7.5 metri di diametro e 15 metri di altezza, รจ il piรน grande del centro Italia. Dalla ruota un caldo fascio di luce penetra allโ€™interno della basilica illuminando la navata. Inoltre รจ contornato dallโ€™immagine dei quattro elementi cosmici e funzionava anche come orologio solare.[1]

 

Santa Chiara

 

Un secondo eccelso rosone รจ quello presente nella facciata della Basilica di Santa Chiara, simbolo della potenza e dellโ€™immensitร  di Dio. Rispetto a San Francesco, il rosone di Santa Chiara presenta una maggiore simmetria radiale, formato com’รจ da due perfetti cerchi che si allargano verso il bordo esterno. ยซOh, donna, non temere, perchรฉ felicemente partorirai una chiara luce che illuminerร  il mondoยป.
La madre della Santa, recatasi a pregare nella cattedrale di San Rufino alla vigilia del parto, udรฌ queste parole. La bambina fu infatti chiamata Chiara e battezzata in quella stessa chiesa. Il grande rosone, quasi a protezione di tutta la basilica, sembra richiamare il nome della Santa, creando giochi di profonditร  e colorati fasci di luce. Lโ€™esterno della facciata รจ caratterizzato da tre grandi contrafforti poligonali a forma di ampi archi rampanti, che rinforzano il fianco sinistro; la facciata invece, รจ realizzata a filari di pietra locale bianca e rosa.

 

Rosone della Chiesa di San Rufino

 

I tre grandi rosoni della chiesa di San Pietro dominano la piazza antistante, dove sorgeva unโ€™antica necropoli romana. La chiesa, costruita dai benedettini nel X secolo, รจ stata rimaneggiata piรน volte fino alla ricostruzione definitiva del XIII secolo. La facciata, realizzata in pietra rossa del monte Subasio, ha una forma rettangolare; allโ€™origine culminava con un timpano che fu abbattuto dopo il terremoto del 1832.
Nel registro inferiore tre grandi portali d’ingresso accolgono i fedeli, a cui corrispondono, nella seconda fascia, i tre rosoni. Le due fasce della facciata sono tra loro divise da un cornicione ad archetti pensili. Lโ€™interno della chiesa รจ diviso in tre navate: quella centrale รจ molto alta e senza finestre proprie, ma interamente illuminata dai fasci di luce che penetrano dal rosone centrale.
Elaborati e antichi rosoni sono presenti in una chiesa che rappresenta uno dei massimi capolavori dellโ€™architettura romanica in Italia centrale: la chiesa di San Rufino. Essa infatti si affaccia in una splendida piazza, punto nevralgico e luogo di incontro del popolo e della societร  feudale del tempo. Le lesene dividono la facciata in tre parti, sottolineando che anche nello spazio interno, vi sono tre navate. La facciata รจ quindi suddivisa in tre ordini, scanditi da un finto loggiato e da cornici con archetti ciechi e pensili.
Tutto nellโ€™architettura rimanda al numero tre: tre sono infatti i portali e le lunette sovrastanti, tre i rosoni e tre i telamoni, le possenti figure maschili che sostengono, sulle loro spalle, tutto il peso del rosone.

 

Chiesa di San Pietro

 

Il bellissimo rosone, tanto grande da rappresentare tutto il popolo di Assisi, mostra delle caratteristiche decisamente particolari: composto da tre giri di ruota รจ circondato da una ghiera di fogliame. Il primo giro, composto da archetti a tutto sesto e da colonnine, รจ abbastanza comune, il secondo invece รจ assolutamente straordinario: un motivo floreale continuo ed estremamente dinamico, con calici stilizzati e con un andamento serpeggiante dei petali. A completare lโ€™elaborato rosone รจ un terzo giro di ruota ad archetti di derivazione islamica.[2] Ai lati sono presenti i quattro Evangelisti con elementi naturali del cosmo, enfatizzazione del concetto di Cristo luce e centro del mondo.


[1] L. Lametti, V. Mazzasette, N. Nardelli, Il rosone della basilica di San Francesco in Assisi. Funzione luminosa e allusioni simboliche, Gangemi Editore, 2012.โ‡‘
[2] F. Santucci, La cattedrale di San Rufino in Assisi, Editore Silvana, 1999.โ‡‘

E se il poverello di Assisi fosse stato un estimatore del buon cibo? E se, tra le tante pietanze, fosse stato goloso dei dolci? Lโ€™ipotesi non รจ cosรฌ remota, come ci dimostrano diverse fonti documentarie. Ma ciรฒ che dovremmo davvero chiederci รจ: possiamo biasimarlo?

affresco di San Francesco

San Francesco

Se รจ vero che molti dettagli del passato continuano a sfuggirci, รจ pur giusto riconoscere lโ€™impegno di molti autori nel cercare di ricostruire alcuni aspetti che possano approfondire la Storia ufficiale, come gli studi sul clima o sulle abitudini alimentari dei nostri predecessori. Apparentemente di secondaria importanza, questo tipo di scoperte stanno gettando luce sui molti punti dโ€™ombra che sospendono la linea del tempo, permettendo di guardare alle piรน grandi personalitร  del passato in maniera meno distaccata e con meno soggezione, accettando le loro idiosincrasie e debolezze di esseri umani.
Secondo le fonti agiografiche, nemmeno San Francesco, il santissimo poverello di Assisi, puรฒ esimersi da questo discorso. Sembra infatti che fosse un estimatore โ€“ pacato e moderato, certo โ€“ del buon cibo, in particolare dei dolci.

Un certo pasto, fatto di mandorle, zucchero, miele e altri ingredienti

Lโ€™aura di santitร , coadiuvata dai principi della Regola francescana, rende piuttosto difficile credere che San Francesco sia stato anche solo umano, figuriamoci immaginarlo mentre si gusta dei manicaretti alle mandorle, zucchero e miele.
Tra le diverse lettere attribuite al Santo, perรฒ, ne spicca una rivolta a una certa madonna Jacopa (o Giacomina, o Giacoma) detta dei Sette Sogli (Jacoba de septem Soliis). Come ci riporta il Trattato dei Miracoli di Tommaso da Celano (portato a termine nel 1252-1253, anche se poi scomparso fino al 1899) la donna ยซera ammirata per lโ€™illustre casato, per la nobiltร  della famiglia, per le ampie ricchezze, per la meravigliosa perfezione delle sue virtรน e per la castitร  vedovileยป[1]: insomma, non era strano che Francesco, a cui era legata anche da una profonda amicizia, chiedesse di lei prima del sopraggiungere della fine.
Ma la richiesta che il frate assisano dettรฒ nella missiva rivolta a Jacopa, vi sorprenderร  – come dโ€™altronde sorprese i fratelli che lo stavano vegliando presso Santa Maria degli Angeli. La donna avrebbe dovuto arrecare un panno di colore cinerino per coprire il corpo morente del frate, una sindone per il volto, un cuscino per il capo e un certo piatto che molte volte gli aveva offerto durante i soggiorni a Roma: il mortariolum, un trito di mandorle, zucchero, miele e altri gustosi ingredienti[2].
La storia vuole che Jacopa sia giunta dal moribondo Francesco con tutto quello che questi aveva richiesto senza perรฒ aver mai ricevuto la lettera: รจ qui che sta il prodigio ed รจ qui che tutte le fonti che ne parlano concordano โ€“ non solo il sopracitato Trattato dei Miracoli, ma anche le Considerazioni sulle Stimmate[3], cioรจ la raccolta dei Fioretti del Santo, e Specchio di Perfezione[4], una compilazione della vita di Francesco datata 1318. Grazie a questโ€™ultima, sappiamo che Francesco, ormai privo di forze, di questo mortariolum riuscรฌ a mangiarne ben poco.

Ma che cosโ€™era questo dolce per il quale Francesco stravedeva?

Franco Cardini, ne Lโ€™appetito dellโ€™imperatore[5], cerca di ricostruirne lโ€™etimo, sebbene tale percorso a ritroso sia piuttosto incerto: mortariolum, esattamente come in mortadella o nel francese mortier, indicherebbe un cibo i cui ingredienti vengono a lungo pestati e amalgamati col mortaio. Nei documenti sopracitati, mortariolum diventa mostacciolo, un biscotto secco presente in diverse regioni dโ€™Italia ma che, in Umbria, accompagna tradizionalmente le celebrazioni dedicate ai morti.

Madonna Jacopa

Bisogna perรฒ considerare due dettagli importanti: il primo รจ che la preparazione nostrana trae il proprio nome non tanto dal mortaio, quanto dal mosto di vino bianco che ne bagna lโ€™impasto di farina e semi di anice. Il secondo riguarda invece madonna Jacopa, la donna a cui Francesco fa lโ€™insolita richiesta, che appartiene a una nobile famiglia romana: รจ piรน probabile, quindi, che quelli richiesti da Francesco siano gli antenati di quei biscotti a base di farina, frutta secca, pepe, cannella, miele e albumi che tuttora si preparano nella Capitale.

Nella sua ricostruzione romanzata, Cardini immagina invece che i dolcetti tanto agognati da Francesco siano simili ai ricciarelli senesi, frutto di un impasto in cui spicca un trito di mandorle, zucchero semolato e altri ingredienti.
Se il lettore ci accordasse una licenza, ci piacerebbe perรฒ pensare โ€“ prendendo anche spunto dal titolo dellโ€™episodio narrato da Cardini, Profumo dโ€™aranci โ€“ che il Santo assisano, al giungere di Jacopa, si sia inebriato dellโ€™odore di quella buccia dโ€™arancia tagliata a dadini che arricchisce โ€“ assieme a uvetta, olio dโ€™oliva e lievito – unโ€™altra versione della ricetta dei mostaccioli, quei biscotti che tanto deliziano le tavole umbre nel periodo invernale.

 


[1] Cfr. http://www.santuariodelibera.it/FontiFrancescane/framemiracoli.htmโ‡‘
[2] ยซDe illa commestione, quam pluries fecit michi, cum fui apud Urbemโ€ฆ Illa autem comestionem vocant Romani mortariolum, que fit de amigdalis et zucaro vel mellea et aliis rebusยป. Compilatio Assisiensis vol. 8, a cura di E. Menestรฒ, in Fontes Franciscani, Assisi, 1995.โ‡‘
[3] Cfr. http://www.sanpiodapietrelcina.org/stimmatesanfrancesco.htmโ‡‘
[4] http://www.ofs-monza.it/files/specchiodiperfezione.pdfโ‡‘
[5] Lโ€™appetito dellโ€™imperatore, F. Cardini, Mondadori, Milano, 2014. Il libro si inquadra nella fiction storica in quanto, partendo da fatti storici, lโ€™autore aggiunge elementi verosimili e storicamente plausibili che perรฒ non hanno evidenze documentarie. Nel caso di Profumo dโ€™aranci, il racconto dedicato a San Francesco, Cardini parte dallโ€™incontro โ€“ plausibile, ma non attestato dalle fonti โ€“ tra il Cardinale Ugolino dโ€™Ostia ed Elia da Cortona, scossi dalla morte del frate assisano come della richiesta che questโ€™ultimo aveva fatto in punto di morte.โ‡‘

Nel 1999 nasce ad Assisi Nati per Leggere, il programma italiano di promozione della lettura in etร  precoce. A 20 anni di distanza si celebra l’anniversario con una serie di eventi nazionali e locali.

In occasione del ventennale dalla fondazione di Nati per Leggere, siamo andati nella sezione di Tuoro sul Trasimeno, che si trova allโ€™interno della Biblioteca Comunale. Qui abbiamo conosciuto alcune volontarie dellโ€™evento, di cui nove hanno seguito recentemente un corso abilitativo e ogni martedรฌ pomeriggio accolgono con un sorriso genitori e bambini, per dedicarsi tutti insieme alla lettura.

 

 

Una volontaria ci racconta: ยซLeggere a un bambino vuol dire stimolare la sua fantasia, sviluppare precocemente la sua capacitร  concettuale, la proprietร  di linguaggio e favorire il suo apprendimento. Qui non solo i bambini hanno trovato un nido ma anche le mamme, che hanno uno spazio di confronto e dove fanno rete insieme ai propri figliยป.

Per i ventโ€™anni di Nati per leggere si รจ voluto modificare lโ€™area della biblioteca destinata ai piรน piccoli, creando due spazi distinti per fascia di etร ; ai bambini sotto ai due anni รจ stato dedicato un angolo nido. Nellโ€™area ci sono dei tappeti previsti per le comuni sedute di grandi e piccini e una poltrona speciale, dedicata alle mamme in attesa o che allattano. Lโ€™invito alla raccolta differenziata e a non entrare con le scarpe per lโ€™igiene, completano il messaggio ambientale. Le immagini dellโ€™artista Leo Lionni, arricchiscono gli interni per la sensibilizzazione allโ€™arte.

 

 

Lโ€™assessore alla Cultura, Thomas Fabilli, ci ha spiegato: ยซLโ€™entusiasmo che condivido con le volontarie รจ grande e siamo certi che la lettura per i piccoli puรฒ portare ottimi frutti. Abbiamo deciso insieme alle volontarie di spedire a ogni bambino nato negli ultimi 3 anni, una lettera di invito per lโ€™incontro del martedรฌ pomeriggio, ottenendo un ottimo riscontro. Ringrazio con infinito affetto e stima tutte le protagoniste di NpL, in particolare la pediatra Elena Cappellani, le volontarie Claudia Banella, Orietta Mazzoni e Annalisa Maestrucci che hanno sempre dimostrato un amore materno e un grande impegno per questo progettoยป.

Il Summer night open-air forum di Assisiย รจ stato organizzato da U.M.B.R.E. e Universo Assisi per favorire il dialogo e confrontarsi sulle possibilitร  collaborative e sui pensabili progetti futuri in comune circa il turismo, l’enogastronomia e l’innovazione digitale sotto il tema dell’internazionalizzazione.

Johann Wolfgang von Goethe, durante il suo Viaggio in Italia nel 1786, rimase incantato dal Tempio di Minerva di Assisi cosรฌ come tutti quelli che hanno assistito, nell’ambito del 50ยฐ anniversario del gemellaggio tra Assisi e San Francisco, alla tavola rotonda che si รจ tenuta durante ilย Summer night open-air forum, organizzato da Universo Assisi e U.M.B.R.E.
La manifestazione ha avuto come scenario la bellissima piazza del Comune e come sfondo l’imponenza delle sei colonne con capitelli Corinzi dellโ€™antico Tempio romano.

 

 

Le donne U.M.B.R.E.

U.M.B.R.E. (United Marketing for Business and Regional Experience) รจ un network umbro al femminile dedicato al settore turistico anche internazionale, guidato da cinque imprenditrici di successo di seconda generazione e provenienti da vari settori industriali: Ilaria Baccarelli, Federica Angelantoni, Cristina Colaiacovo, Ilaria Caporali e Michela Sciurpa. Oltre a queste cinque donne affermate, hanno partecipato al forum importanti personalitร  del mondo dell’impresa, del settore turistico, dell’informazione e della tecnologia.
Da Assisi, Stefania Berardi, Stefano Tulli, Matteo Montanari e l’italoamericana Angela Alioto, avvocato e politico e convinta fautrice delle relazioni Umbre-Californiane mentre, collegati in streaming dalla lontana San Francisco, Simone Brunozzi e la giornalista Serena Perfetto e dal Salento, la chef Viola Buitoni. Nellโ€™occasione si รจ voluto favorire un dibattito e un confronto per cui l’Umbria e la California potrebbero dare l’abbrivio a nuove e future sinergie progettuali nell’ambito turistico, enogastronomico e dell’innovazione digitale.

Puntare sulle eccellenze

Impresa, formazione e turismo sono stati tra gli argomenti approfonditi durante la tavola rotonda e messe in risalto le eccellenze dell’Umbria come testimonianza, veicolo promozionale e valorizzazione del territorio, nonchรฉ le differenze e le affinitร  tra lโ€™Umbria e la California. L’enologia, l’olivicoltura, la gastronomia, il paesaggio, la natura, l’arte e la cultura in genere sono tra le eccellenze sui cui l’Umbria puรฒ puntare per attrarre maggiore mercato, ma questo potrebbe non bastare.
I valori della tradizione e del passato debbono necessariamente essere riconosciuti, esaltati, affiancati a moderne tecnologie, ad avanzate strategie di business e sostenuti dalle istituzioni a partire da quelle locali, come viene fatto in alcuni casi virtuosi. Assisi ne รจ un esempio concreto.
Comunicare, incuriosire e soddisfare le aspettative degli ospiti sono stati gli altri argomenti con i quali i relatori hanno intrattenuto i presenti, mettendo a fuoco l’importanza di nuovi sistemi tecnici e delle innovative modalitร  comunicative, per tendere a una maggiore efficacia promozionale e imprenditoriale.
Durante la serata si รจ ribadito che il turismo รจ un settore di comune interesse tra l’Umbria e la California, dove si possono incrementare nuove o rinnovate collaborazioni, simbiotiche e complementari. Nella circostanza, le parole chiave sono state impresa, turismo, innovazione digitale e internazionalizzazione.

 

Tempio di Minerva di Assisi

 

L’iniziativa รจ stata sostenuta e ben recepita dal Consolato Italiano di San Francisco, come testimoniato dal console Lorenzo Ortona in un video-messaggio trasmesso durante la serata.ย Michela Sciurpa, presidente di U.M.B.R.E., ha detto che nelle loro strutture ricettive รจ prevista una formazione sperimentale costante riguardante alcune eccellenze tipiche quali l’enogastronomia e la moda e temi chiave come la gestione e l’innovazione.
รˆ stato rimarcato il concetto sull’apprezzamento delle preminenze regionali che dovrebbe avvenire tramite visite culturali ed enogastronomiche, in azienda o attraverso incontri, seminari e convegni. Nell’occasione si รจ auspicato che l’esperienza vissuta dai turisti che vengono in Umbria, dovrebbe calarsi maggiormente in un territorio ammantato da natura e storia e in sintonia con il suggestivo paesaggio che la regione offre, entrando cosรฌ in contatto con le arti e i mestieri locali e i suoi artigiani.ย Cristina Colaiacovo, ha aggiunto che la valorizzazione dell’Umbria, deve passare anche per un turismo sostenibile ed evoluto, alimentato da nuove tecnologie e sospinto da efficaci e mirate modalitร  comunicative, immerse all’interno della vastitร  di internet, che rappresenta costanti e dinamiche potenzialitร  di business.
Ha chiuso la serata il Sindaco, l’attivissima Stefania Proietti, ricordando con orgoglio il 50ยฐ anniversario del gemellaggio tra Assisi e San Francisco e la sintonia nel preparare insieme alle U.M.B.R.E. e a Universo Assisi, l’evento della serata.
Anche le parole di Goethe, rispetto all’evento assisano, non sarebbero mai state piรน centrate: ยซNon mi sarei mai saziato d’osservare la facciata e la geniale coerenza dell’artista ch’essa dimostra (…)ยป.

Tutto pronto per sabato 26 ottobre al Palaeventi di Assisi: protagoniste indiscusse di Be The Change saranno le piccole e medie imprese del territorio associate ad APMI Umbria.

รˆ nella splendida cornice di Assisi che si terrร  Be The Change (www.bethechangeumbria.ue), lโ€™evento in cui oltre cinquanta aziende avranno la possibilitร  di presentare, attraverso uno stand, la propria attivitร , i propri prodotti e servizi. Unโ€™occasione unica per farsi conoscere e creare nuove sinergie, non solo con potenziali clienti, ma anche con fornitori e partner. Durante la giornata si susseguiranno seminari, convegni e speech ispirati al tema del cambiamento e atti a raccontare il mondo del lavoro. Alcuni di questi saranno accreditati dagli ordini professionali.

 

 

Nato da unโ€™idea del Gruppo Giovani Imprenditori di APMI Umbria, si colloca al centro di un importante progetto a medio-lungo termine che ha due obiettivi principali: festeggiare i 50 anni dalla fondazione dellโ€™Associazione delle Piccole e Medie Imprese dellโ€™Umbria e fornire un supporto agli imprenditori nel costituire una rete che li agevoli sia nel dialogo con le Istituzioni, sia negli scambi di collaborazioni e di business.
Lโ€™evento, a ingresso libero e aperto a tutti, รจ volto a condividere progetti e a rendere gli astanti consapevoli dellโ€™importante ruolo svolto dalle piccole e medie imprese nella valorizzazione del nostro territorio, sia dal punto di vista sociale sia sotto il profilo economico.
Venerdรฌ 25 ottobre, il giorno prima dellโ€™evento, si svolgerร  ad Assisi lโ€™approvazione del Bilancio di Confimi Industria Nazionale, con la presenza del Presidente Paolo Agnelli, di tutti i maggiori imprenditori e aziende aderenti. รˆ stata cosรฌ organizzata una serata di gala presso il Cantico di San Francesco di Assisi, cosicchรฉ gli imprenditori di APMI Umbria e di Confimi Industria Nazionale possano incontrarsi, conoscersi e scambiarsi idee da approfondire il giorno dopo, durante lโ€™evento. Be the Change rappresenta una grande occasione per lโ€™intera regione e un importante momento di condivisione.

ยซรˆ un vero piacere essere intervistati da un magazine umbro elegante come il vostro. Mi chiedevo poco tempo fa: “Chissร  quando farรฒ unโ€™intervista in Umbria!” Ed eccoci quaยป.

Raimondo Rossi, in arte Ray Morrison, รจ un fotografo e direttore artistico perugino che vive fra Perugia, Roma e Los Angeles. Dopo aver maturato diverse esperienze in numerose sfilate e backstage, oggi si dedica a lavori di styling, direzioni creative o fotogiornalismo.
ยซIn questo periodo seguo due progetti che sono volti a rompere alcuni stereotipi di bellezza. Purtroppo nella moda molte riviste propongono sempre la stessa zuppaยป. Per la sua eleganza รจ stato inserito fra le 10 icone di stile su NZZ Magazine.
Per questo e per molto altro, non poteva non finire tra le nostre eccellenze umbre!

 

Raimondo Rossi, foto by Alessandro Amico

Raimondo qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Il mio legame con lโ€™Umbria รจ molto forte, รจ quel luogo dove sono a casa anche in una strada che non conosco o in un bosco in piena notte. รˆ un legame che ricorda la forza degli arbusti o degli alberi della nostra regione: anche dopo un taglio, tornano con piรน energia di prima. Di certo non svanirร  mai.

Comโ€™รจ passato dalla laurea in matematica allโ€™Universitร  di Perugia al mondo della moda?

รˆ stato casuale. Mi รจ stato chiesto di indossare dei capi di uno stilista per degli eventi a Firenze e dopo quella settimana mi รจ stato detto da una giornalista: ยซRay ti vedo bene nel mondo della moda, sei semplice e interessante. Perchรฉ non inizi a far qualche foto e a prendere i pass per i backstage?ยป. Da lรฌ son partito, prima con un semplice blog e poi con collaborazioni per Asbo e FabUK, due riviste londinesi. Poi รจ stato un poโ€™ un crescendo, anche a livello interiore e di conoscenza delle mie attitudini e capacitร .

Vive tra Perugia, Roma e Los Angeles: dovโ€™รจ che si sente a casa?

A Los Angeles vado due volte lโ€™anno, ma mi fermo sempre un poโ€™ e mi sento molto a casa. Ormai sono sei anni che vado. Perugia รจ Perugiaโ€ฆ quindi, fra le tre, forse Roma รจ quella che ancora non sento mia.

Blogger, fotografo di reportage, modello e styling: quale di questi lavori preferisce? Cosa vorrร  fare “da grande”?ย ย 

Modello lo sono stato solo allโ€™inizio o per qualche collaborazione e non รจ una cosa che mi piace. Ora sto facendo lavori che si possono restringere a tre: fotogiornalismo, styling e direzione artistica (mi viene affidato un team che guido nella realizzazione del progetto fotografico o video, o per un evento). In questo periodo seguo due progetti che sono volti a rompere alcuni stereotipi di bellezza. Purtroppo nella moda molte riviste propongono sempre la stessa zuppa, cโ€™รจ bisogno di cose nuove ma valide.

Ha cambiato nome in Ray Morrison per essere piรน appetibile allโ€™estero? Ho letto che lโ€™Italia le va un poโ€™ strettaโ€ฆ

Ho cambiato nome allโ€™inizio semplicemente per un omaggio a Jim Morrison, anima travagliata ma complessa, e perchรฉ sono abbastanza affascinato dalla musicalitร  di alcuni nomi e cognomi anglofoni. Nellโ€™ultimo anno sono tornato anche a usare il nome vero. Ma capita a tutti, no? Abbiamo parti di noi che a volte non riusciamo a collegare, poi tutto si unisce e prende forma. Chissร  quante parti di me ancora devo capire e poi far lavorare con le altre. (ride)

Cโ€™รจ qualche personaggio a cui rifarebbe volentieri il look?

Tantissimi! (ride) Mi scoccia fare nomi, ma ce ne sono. Posso dire questo: qualunque persona famosa o no che vedo vestire sempre allo stesso modo, pur bello, non ha la mia stima. Credo che lo stile nel vestire sia un poโ€™ come per la bravura di un attore: un certo trasformismo che porti ogni volta a creare nuove armonie, siano esse hip hop style o un classico dandy style.

Quando era ragazzino e andava a scuola a Perugia era giร  un tipo attento alle mode? ย ย 

Assolutamente no. Zero. Non mi interessavano. Tuttโ€™ora non sono la mia principale passione, รจ un poโ€™ un gioco, che รจ soprattutto volto a dare un messaggio: tutti voi – tutti noi – possiamo creare dei modi di vestire interessanti, non importa lโ€™etร , il peso o lโ€™altezza. Ricordiamoci che anche nella moda a volte non sanno che inventarsi e fanno cavolate inguardabili.

Ci dia qualche consiglio: cosโ€™รจ che un uomo non dovrebbe mai indossare? E invece cosa รจ indispensabile nel suo guardaroba?

Non esistono regole, ogni guardaroba dovrebbe cambiare a seconda del peso, altezza ed etร , come ho detto prima. Un completo di Dior puรฒ essere disastroso per un red carpet, se su un corpo sbagliato o su un modo di camminare non giusto, o puรฒ essere il top. Comunque, a livello personale, nel mio guardaroba non mancano mai vari tipi di cappelli, anche sportivi, e occhiali. Riguardo a cosa un uomo non dovrebbe mai indossare, forse direi i collant (ma ci puรฒ essere qualche eccezione). Anche cose tradizionalmente poco usate, quali le gonne lunghe, posso dire che, in tipi alla Tiziano Terzani, sono okay. Una cosa che a me non piace sono anche le bretelle, ma a certi tipi possono star bene.

 

Raimondo Rossi, foto by Alessandro Amico

Da fotografo, se dovesse scattare una foto dellโ€™Umbria o di Perugia come la rappresenterebbe?ย 

Assisi, in una foto con una composizione importante. Via Maestร  delle Volte, in centro a Perugia, a ritrarre piรน elementi curvilinei possibili. E una composizione di volti di varie etnie, che peraltro ho fatto, a Umbria Jazz, per un magazine inglese. Perugia e la sua immagine devono rimanere piรน internazionali possibile.

Nel futuro di Raimondo cosa cโ€™รจ?

Nessun programma preciso, sicuramente un poโ€™ piรน di Los Angeles per lavorare in quellโ€™area che sta a metร  fra moda e costume. Mi piace la moda che rompe i volumi e nel cinema succede spesso. Voglio comunque rimanere indipendente e fare pochi lavori ma giusti. Non classici e che siano molto miei.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Quiete, natura e buon cibo. Ma non vorrei descriverla solo cosรฌ, come in parte appare nel Sensational Umbria di Steve McCurry. Metterei ancora piรน in evidenza lโ€™internazionalitร .

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

San Francesco e Assisi. Tutto il mondo, California compresa, deve qualcosa a lui. E questo รจ bellissimo.

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