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Per la sua incantevole posizione geografica, sul vertice di un colle che si erge al centro delle valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, Montefalco โ€“ il cui nome รจ un omaggio a Federico II – รจ per definizione la Ringhiera dellโ€™Umbria.

Le sue mura, fatte di mattoni e di pietre dโ€™origine lacustre, custodiscono bellezza, storia e silenzio. Ma Montefalco รจ soprattutto Sagrantino.

Torre del Verziere. Foto by Enrico Mezzasoma

La sua presenza si percepisce ovunque, non solo nelle enoteche: la parte piรน antica, il quartiere di Porta Camiano, presenta infatti un affascinante itinerario per scoprire i vitigni storici; tra le mura di pietra, lungo i vicoli stretti che scendono dalla Piazza del Comune, vigne domestiche raccontano, con la loro presenza, il legame tra Montefalco e questo prodotto della terra che ne รจ simbolo e ricchezza. Allโ€™interno dellโ€™orto del Convento di Santa Chiara si trova lโ€™esemplare di vite piรน antico; in Largo della Castellina, via dei Vasari, da Largo Campo Vaccino fino a Porta Camiano si possono ammirare i filari secolari presenti sulle facciate dei palazzi.

La storia di Montefalco inizia giร  in etร  romana quando รจ sede di numerose ville patrizie, tra cui quella di Marco Curione che dร  origine, pare, al primo toponimo โ€“ Coccorone – poi soppiantato dalla passione per il falco di Federico II. Proprio questโ€™ultimo lo devasta nel 1249; in seguito il borgo viene occupato dalla Curia del Ducato di Spoleto. Nellโ€™epoca delle signorie finisce sotto i Trinci di Foligno, ma dal 1446 al 1860 ritorna sotto lโ€™autoritร  della Santa Sede, che ne riconosce un governo e le concede il titolo di cittร  nel 1848.
La visita del borgo inizia dalla chiesa-museo di San Francesco che racchiude storia, cultura e tradizione. Costruita tra il 1335 e il 1338 dai frati minori, diviene dal 1895 sede del Museo civico, che si articola in tre spazi espositivi: lโ€™ex chiesa, la pinacoteca e la cripta. Nellโ€™ex chiesa sono visibili affreschi di Benozzo Gozzoli raffiguranti le Storie della vita di San Francesco, una Nativitร  del Perugino e affreschi di Scuola umbra del 1400; anche la Pinacoteca accoglie opere della Scuola umbra dal 1300 al 1700, mentre nella cripta si trovano reperti archeologici e sculture di varie epoche. Da qui si arriva facilmente nella piazza, un tempo dei Cavalieri o Campo del Certame, dove si affacciano il Palazzo del Comune, lโ€™ex Chiesa di San Filippo Neri, oggi teatro, lโ€™Oratorio di Santa Maria e residenze signorili del XVI secolo. Il tour montefalchese puรฒ continuare con la visita alla Chiesa di Santโ€™Agostino e con la Chiesa di Santโ€™Illuminata (XVI sec.), impreziosita da affreschi di Francesco Melanzio.

 

Palazzo del Comune. Foto di Enrico Mezzasoma

 

Da non perdere la costruzione dedicata a Santa Chiara da Montefalco: nel Santuario si trovano le reliquie della santa e la Cappella di Santa Croce, decorata nel 1333 con opere di Scuola umbra di eccezionale valore.
Montefalco conserva quasi intatta la propria cinta muraria, documentata giร  dal 1216; particolarmente importanti sono le porte: Porta Camiano, Porta Sant’Agostino, Porta San Bartolomeo (oggi chiamata di Federico II), Porta della Rocca e Porta di San Leonardo.
Se volete assaporare il vero gusto del borgo, non perdetevi lโ€™Agosto Montefalchese e Fuga del Bove – tre settimane di spettacoli, degustazioni e lโ€™antica giostra con la corsa dei tori โ€“ la Settimana Enologica e la Festa della vendemmia (settembre). Oltre al Sagrantino e al Montefalco Rosso e Bianco, che fanno da accompagnamento a numerosi piatti, assaggiate lโ€™olio, il tipico risotto alla montefalchese e la selvaggina della zona. Non dimenticate i tessuti di Montefalco, ispirati ai disegni della tradizione.

 


Per saperne di piรน

Dopo circa quattro anni dallโ€™ultimo progetto espositivo Area Privata dal 23 dicembre al 08 gennaio 2023 torna a mostrare con le opere di Manuel Capaccioli, un artista che rientra nel ristretto numero dei giovani talenti della creativitร  italiana. Area Privata nata come spazio espositivo indipendente per iniziativa di Pietro Nicoletti vanta una storia durata piรน di un decennio nel panorama culturale della cittร  di Perugia, dove ha proposto negli anni importanti realtร  artistiche ed appuntamenti spot valorizzando la cultura a iniziativa privata del capoluogo umbro. Il progetto รจ curato da Massimo Magurano che tra un nuovo e folto calendario di appuntamenti culturali in occasione di questa prima ripartenza ha scelto questo giovane artista aretino ricevuto e premiato dalle cittร  di Milano, Venezia, Torino e Padova. Con poche selezionate opere il 23 dicembre alle ore 18:30 si mostrerร  al pubblico perugino in occasione della mostra Ad Occhi Chiusi. รˆ un percorso di opere realizzate tra il 2020 e il 2022 un biennio che ha mostrato a una generazione popolarmente definita millennial quello che i libri e testi didattici hanno spiegato da sempre ma solo in teoria, una condizione di costrizione. Nelle opere esposte per scelta curatoriale il protagonista รจ in un atteggiamento come fosse un fermo immagine di una scena complessa dove al pubblico viene lasciata ampia libertร  di stabilire e scriverne il finale, il messaggio suggerito diventa quindi una condizione che si evolve dinamicamente. Le mani, il volto e il movimento del corpo sono i protagonisti consapevoli nello sguardo di chi partecipa alla sua visione, vedere e non solo guardare รจ il suggerimento che si vuole dare al pubblico. Un linguaggio pittorico visivo esposto in una bidimensionalitร  che nella sua creazione รจ solo apparentemente cruda e senza possibilitร  di scelta ma che lascia spazio ad una interpretazione individuale che forse oppure spesso, appartiene al quotidiano di tutti. Area Privataย ora รจ studio dโ€™arte di Giulia Ciacci nel 2023 sarร  pienamente attiva.

Al Ristorante Dรจco di Ponte San Giovanni a Perugia – un luogo dove lโ€™arte รจ di casa poichรฉ ha sempre ospitato eventi artistici e vanta una interessante collezione dโ€™arte contemporanea – fino a gennaio 2024 Teresa Chiaraluce espone i suoi dipinti negli ambienti interni e Daniele Covarino ha portato le sue sculture in terracotta nel giardino che circonda i locali. Lโ€™esposizione รจ curata da Antonella Pesola, storica e critica dellโ€™arte.

Lโ€™artista Chiaraluce vive e lavora a Corciano (PG). Dopo aver conseguito la maturitร  artistica all’Istituto d’Arte Bernardino di Betto, nella sezione Disegnatori di Architettura e Arredamento, ha frequentato il corso di nudo del Maestro Franco Venanti, all’Accademia di Belle Arti, e il corso di Arte della Stampa all’Istituto d’Arte. Dal 2007 ha esposto i suoi lavori in innumerevoli mostre collettive in Umbria e allโ€™estero.

 

Opere di Teresa Chiaraluce

 

La pittura di Teresa Chiaraluce si ispira alla quotidianitร  e alla natura, in una visione fantastica e trasfiguratrice. Le opere dellโ€™artista parlano un linguaggio comune, ma in accostamenti di scene dellโ€™assurdo: non cโ€™รจ fuga dalla realtร  ma rappresentazioni di una concretezza piรน profonda indagata dalla categoria del contrasto. Daniele Covarino, artista nato a Roma, vive e lavora a Perugia. Diplomatosi allโ€™Istituto d’Arte di Deruta nel 1996, sezione ceramica, successivamente si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Perugia, sezione scultura, dove si diploma nel 2004. Lo scultore ha iniziato un percorso di ricerca legato allo studio delle forme primarie in relazione all’utilizzo dell‘argilla, specializzandosi nella scultura in ceramica. Le sue prime esposizioni si svolgono fra Perugia e Deruta, e in seguito, su invito e selezione, partecipa a numerose collettive. Le sculture dellโ€™artista sono lavorate con lโ€™argilla e ambientate in un luogo che le riconduce al loro elemento naturale, come la terra. Dalle caratteristiche forme organiche e biomorfe, esse evocano processi formativi biologici come fossili primitivi, forgiati dalle mani dellโ€™artista con lโ€™antica sapienza del ceramista.

 

Opere di Daniele Covarino

Intervista ad Antonella Pesola, curatrice della mostra

Una mostra รจ a tutti gli effetti un progetto e un sistema di rappresentazione in cui lo spazio espositivo diventa il luogo in cui convergono e dialogano tra loro opere dโ€™arte e lavori, che vengono ricollocati e riconfigurati. Ci puรฒ raccontare come รจ nata lโ€™idea della mostra di Teresa Chiaraluce e Daniele Covarino?

Apparentemente non esiste un filo conduttore che unisce le esperienze dei due artisti. Il mio intento era di proporre un linguaggio espressivo diversificato, dopo la mostra inaugurale della stagione svoltasi in estate dedicata a Danilo Fiorucci, che ha esposto bellissime opere astratte sia in pittura che in scultura. Lโ€™immediatezza dei dipinti di Teresa Chiaraluce mi รจ sembrata adatta per offrire un altro punto di vista. Lโ€™idea inoltre era sempre quella di affiancare opere di scultura accanto alla pittura e ho pensato alle opere di Covarino, che si possono apprezzare al meglio nellโ€™immediato spazio esterno del ristorante.

Quali sono state le principali difficoltร , se ci sono state, nella realizzazione ed esposizione della mostra?

Trovare un giusto equilibrio nellโ€™esposizione dei dipinti: gli ambienti interni offrono spazi vissuti con molti elementi di arredo che possono renderne difficile lโ€™apprezzamento, tenendo conto che ci sono due inamovibiliย e impegnative opere di Domenico Bruschi di fine XIX secolo.

Comโ€™รจ articolata la mostra essendo esposta presso il Ristorante Dรฉco?

Teresa Chiaraluce espone dipinti della sua ultima produzione che sono raggruppati in temi, riguardanti la natura, gli animali e la musica. La natura รจ lโ€™elemento preponderante di opere come Giardino interiore, che invade stanze e case abbandonate, in un gioco di rimandi di geometrie visionarie alla Escher, un procedimento adottato anche per opere che trattano di animali e musica, o meglio strumenti musicali. In un divertito contrasto, gli strumenti musicali sono raffigurati in un paradosso, diventando abitazioni o stanze dove rifugiarsi, spesso dalle dimensioni giganti fanno da sfondo a paesaggi immaginari. Lโ€™animale piรน raffigurato รจ il gatto, presenza costante nei suoi dipinti, dalla vivida coscienza di essere parte di rappresentazioni. Ecco la caratteristica piรน spiccata della pittrice, la teatralitร , per raccontare infatti rappresenta in un chiaro intento scenografico. Covarino invece allestisce sculture in simbiosi con la natura, perfette nellโ€™ambiente naturale dove sono messe, quasi ad indicare la strada al visitatone nellโ€™avvicinarsi allโ€™ingresso. La semplicitร  delle forme evoca archetipi di immagini biomorfe, sono animali o rifugi, o bozzoli o larve o vasi veri propri, che armoniosamente si collocano naturalmente, associazioni offerte anche dalla tecnica del colombino adottata dallโ€™artista e lโ€™illuminazione notturna non fa che esaltarne le forme.

Una mostra si presenta agli occhi del visitatore come una visione dโ€™insieme, in cui collaborano piรน artisti, in questo caso Teresa Chiaraluce e Daniele Covarino. Il percorso fisico che lo spettatore compie รจ un percorso narrativo che il curatore pensa. Come si lavora a questo?

Sin dallโ€™esterno con le sculture di Covarino, lo spettatore scopre man mano un percorso che lo introduce gradualmente verso gli ambienti interni, quasi possa essere un bosco o giardino animato da strane, ma familiari presenze che nella loro semplicitร  ci riportano a immagini primordiali dellโ€™inconscio comune, infatti riuniscono esperienze della specie umana e della vita animale che la precedette, costituendo elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni. Gli spazi interni dellโ€™ingresso, le due sale principali e la parete di fondo della scalinata ospitano i dipinti di Chiaraluce che allestisce vere e proprie rappresentazioni che esprimono stati dโ€™animo, impressioni, o riflessioni in vere e proprie scene teatrali, sempre improntate ad una pittura di veritร . Accomuna questi artisti cosรฌ diversi, il desiderio di alludere alla soglia, allโ€™attraversamento, infatti cโ€™รจ sempre un pertugio, una ferita, uno spiraglio, una porta, una finestra che non fa che simboleggiare che cโ€™รจ un oltre che puรฒ essere in ognuno superamento della realtร .

Nel 2023, ormai alle porte, il doppio anniversario dei 500 anni dalla morte di Pietro Vannucci detto โ€œIl Peruginoโ€ e Luca Signorelli, rappresenta una occasione unica, in particolare per le Regioni del centro Italia, quale sostegno allโ€™Economia turistica del territorio.

Infatti dopo il primo protocollo dโ€™intesa siglato nel settembre 2021 tra i Comuni di Cortona, Cittร  della Pieve, Todi, Orvieto e il Gal Trasimeno-Orvietano che ha assunto il ruolo di capofila, arriva lโ€™accordo tra i Gal Umbri per un progetto di cooperazione regionale, che verrร  presentato oggi a Milano ad Artigiano in Fiera presso lo stand della Regione Umbria. Unโ€™opportunitร , per mostrare anche lโ€™importante patrimonio storico che questi due grandi artisti del Rinascimento Italiano hanno lasciato a cavallo tra Toscana e Umbria nel passaggio tra le importanti commesse di lavoro di Firenze e Roma, le due cittร  che detengono le testimonianze piรน importanti della loro opera artistica. Lโ€™obiettivo della cooperazione tra i Gal umbri prevede la realizzazione di un importante progetto di comunicazione di tutte le attivitร , tra mostre, itinerari, convegni ed eventi di qualsiasi natura, vengano organizzati nel territorio. Strumenti di comunicazione che saranno a disposizione di tutte le amministrazioni pubbliche e anche del mondo delle associazioni private che vogliano rendere omaggio a questa occasione di promozione del territorio tramite lโ€™organizzazione di eventi. Quindi lโ€™obiettivo principale dellโ€™accordo portato avanti da Assogal Umbria di cui il Gal Trasimeno-Orvietano sarร  il capofila, in nome del fatto che coordina anche il protocollo siglato con i Comuni, รจ quello di incrementare le attivitร  turistiche, non solo per questa occasione, ma anche in modo piรน strutturale per il futuro, presentando unโ€™Umbria che รจ arte ma anche bellezza in tutti i sensi, per esempio sotto lโ€™aspetto paesaggistico e naturalistico ed รจ anche bontร  attraverso le eccellenze enogastronomiche. Sarร  infatti compito di Assogal Umbria, anche portare avanti accordi con Enit, Fiavet e Associazione Industriali, per promuovere, nel mondo, pacchetti turistici dedicati allโ€™opera di Perugino e Signorelli proposti dalle varie agenzie di viaggio. โ€œCredo che il ruolo dei Gal a sostegno dellโ€™economia delle zone rurali passi principalmente per il settore turistico โ€“ Afferma il Presidente di Assogal Gionni Moscetti โ€“ e la scoperta delle bellezze artistiche anche nei piccoli Borghi non รจ certo di secondaria importanza โ€“ continua – abbiamo infatti pensato che, pur in collaborazione anche con i Grandi Eventi organizzati dalla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria piuttosto che dalle cittร  piรน importanti, le zone di confine dovessero avere pari dignitร โ€. โ€œLa promozione di un evento cosรฌ importante per il nostro territorio โ€“ aggiunge il Direttore del Gal Trasimeno Orvietano Francesca Caproni – deve avere una immagine coordinata e riconoscibile ed assolutamente rivolta principalmente alle piรน moderne tecnologie che sono oggi il core business di ogni campagna di promozione. รˆ questa lโ€™impronta che si intende garantire al progetto nel suo complesso che riteniamo sia una occasione unica al fine di qualificare lโ€™offerta turistica in Umbria, obiettivo che oltrechรฉ incrementare le presenze rende necessario anche poter allungare la presenza media, per avere un turismo non piรน mordi e fuggi, ma ben piรน strutturatoโ€.

 

 

Artigiano in Fiera, la piรน grande fiera italiana dedicata allโ€™artigianato tipico e di qualitร , che si terrร  dal 3 allโ€™11 dicembre alla fiera di Milano โ€“ Rho, rappresenta unโ€™occasione unica per far conoscere il progetto endoregionale, tanto al grande pubblico, quanto alla stampa di settore. In questa importante vetrina ย saranno protagonisti i territori coinvolti nel progetto e le splendide opere dโ€™arte del Perugino e del Signorelli. Per lโ€™occasione saranno presentati e offerti in degustazione i due vini celebrativi del Perugino, un bianco e un rosso, realizzati in edizione limitata e numerata dalla Pro Loco di Cerqueto in collaborazione con la cantina di Monte Vibiano Vecchio.

Dopo un lungo percorso durato quasi tre anni, il 28 ottobre รจ stata finalmente installata presso i Giardini Pubblici la scultura dedicata ai 50 anni di Avis Magione.

Lโ€™opera, pensata per la prima volta nel 2019, รจ stata progettata dal Maestro Giorgio Lupattelli, scegliendo tra numerose idee che avevano tutte lo stesso scopo di esortare alla rinascita dopo la pandemia. E sia il nome Teardrop, che la forma (a richiamare sia una goccia di sangue che una lacrima) sono pensati proprio in questo senso. Il tono simil-acciaio del rivestimento vuole rendere omaggio a capolavori contemporanei come il Cloud Gate di Kapoor e le opere di Koons; i colori della spaccatura del cono (giallo, rosso e blu) oltre che essere i colori primari, rimandano rispettivamente a quelli di plasma, sangue e al logo Avis. A livello geometrico, la scultura rappresenta la scomposizione tra una mezza sfera e un cono, il tutto aperto per evidenziare che a sua volta la sfera รจ originata dalla rotazione di un cerchio e il cono da quella di un triangolo rettangolo. In attesa di organizzare lโ€™inaugurazione ufficiale, un ringraziamento particolare va allโ€™Amministrazione Comunale che ha provveduto alla realizzazione del basamento, un doppio piedistallo a forma quadrata in pietra travertino, offrendo inoltre un indispensabile supporto organizzativo, burocratico e logistico. Il ritardo su realizzazione e installazione (inizialmente prevista nel 2021, in coincidenza del 50mo dalla fondazione della sezione) รจ stato inevitabile a causa dei rallentamenti legati a selezione del progetto, scelta di fornitore, collocazione ed aspetti autorizzativi. Un percorso lungo, ma che ha finalmente permesso di raggiungere un importante traguardo, riuscendo a regalare alla comunitร  un nuovo simbolo, inedito e prestigioso, per lo spazio culturale di tutto il paese.

Prenderร  il via oggi alle 17.30, e durerร  fino a domenica 27 presso la Sala Cannoniera della Rocca Paolina (Perugia) lโ€™evento “Donna al femminile”, la manifestazione che propone una serie di appuntamenti riguardanti lโ€™arte, la cultura, la pittura, presentazioni di libri, fotografie, poesie, moda, cucina e tanto altro, dove la donna รจ assoluta protagonista.

Il programma รจ nutrito e imperniato sulla centralitร  della figura femminile nella quotidianitร  e vuole renderle omaggio come assoluta interprete di primo piano della vita e come musa ispiratrice in molti ambiti. Presenti allโ€™inaugurazione, che avverrร  alle 17,30 di venerdรฌ 18 novembre presso la Sala Cannoniera della Rocca Paolina, lโ€™Assessore per la Cultura del Comune di Perugia, Leonardo Varasano, il consigliere regionale, Eugenio Rondini e il direttore del GAL Trasimeno Orvietano, Francesca Caproni.

Ci saranno le due mostre fotografiche, Donne nel Sociale e Un amore, dal Grigio al Colore, altresรฌ saranno esposte le sculture di Fernando Fabbroni, le opere pittoriche del maestro Fabrizio Fabbroni e delle artiste Marisa Mari Mantovani e Chiara Musio e un incontro con Marine Arena e i suoi gioielli/spezia.

 

Inoltre, si potranno ammirare alcuni modelli di abiti della sezione Design della Moda del Liceo Artistico di Perugia Bernardino di Betto, quelli del corteo storico di Spina, curati da Asia Treggiari, ed alcuni abiti storici del Magnifico Rione di Porta Eburnea di Perugia. Un incontro denominato Narrativa e Poesia organizzato da Bertoni Editore, la presentazione del progetto e del catalogo di Vivo a Colori, del libro Voci e ricette del lago Trasimeno. Sapori e arte tra gusto e amore di Marco Pareti, Caterina Betti e Diana Capodicasa, edito da Morlacchi e del volume Asellaco di Michele Chierico, Era Nuova lโ€™editore.

โ€œLa manifestazione Donna al femminile – hanno dichiarato gli organizzatori โ€“ รจ piena di significati e di valori che attraverso lโ€™arte e la cultura mettono in risalto il mondo femminile nelle sue varie declinazioni. Lโ€™evento eฬ€ nato sotto lโ€™egida della gioia, del rispetto e della voglia di apprezzare le cose belle della vita, con la forza di riuscire a farcela nelle continue sfide che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare e che, ovviamente, supereremo con il sorrisoโ€. La manifestazione รจ stata organizzata da Marco Pareti, Claudia Maggiurana e Paola Musio, con il Patrocinio del Comune di Perugia, del GAL Trasimeno-Orvietano e in collaborazione con Bertoni Editore, Vivo a Colori, Galleria A+A, Cucinare Catering Eventi, RTN Radio, AboutUmbria Magazine, lโ€™Istituto Omnicomprensivo Bernardino di Betto di Perugia, del Corteo Storico di Spina e del Magnifico Rione di Porta Eburnea e il Progetto Donna nel Sociale.

Quattro giorni allโ€™insegna dellโ€™arte, con oltreย 15.000ย opere in mostra suย 28.000ย mq di superficie, la partecipazione diย oltre 300 espositoriย e unaย media di 26.000 visitatoriย per anno, in uno dei distretti fieristici piรน produttivi dโ€™Europa dalla forte risonanza nazionale e internazionale.

 

 

ArtePadovaย non รจ solo un importante palcoscenico per artisti affermati o che si stanno affermando, ma anche per talenti emergenti che saranno presenti nella sezioneย Contemporary Art Talent Show, riservata a gallerie, associazioni, artisti indipendenti e collettivi che presentino opere dโ€™arte dal costo inferiore ai 5000 euro, arricchita i due premi dedicati alle migliori opere dโ€™arte accessibile: ilย Premio C.A.T.ย  e ilย Premio Banca Mediolanum, che confermano ancora una volta il primato diย ArtePadova nella promozione del domani dellโ€™arte. Glia artisti umbri presenti sono: Giuliana Baldoni, Silvana Bompadre, Massimo Capezzali, Donatella Chiocchi, Filomena Reale, Luciano Vetturini. Voluti con forte interesse alla mostra mercato Internazionale Arte Padova scelti dal critico e storico dell’arte professoressa Mattea Micello.

 


Per maggiori informazioni

Foligno (PG) e Gibellina (TP) apparentemente non hanno niente da condividere, ma in realtร  un cubo e una sfera unisce queste due localitร .

Foligno e Gibellina sono due comuni italiani che distano fra loro 1.246 km. La distanza รจ notevole, non solo da un punto di vista geografico, ma anche storico, culturale, di dialetto e di cucina. Eppure, Lu centru de lu munnu e la Valle del Belice sono molto piรน vicine di quello che si puรฒ pensare. Infatti un evento naturale e due opere architettoniche, pur con tempi e forme diverse, hanno unito e uniscono questi due luoghi. L’obiettivo di rinascita spesso passa anche attraverso l’arte e i valori simbolici che essa esprime.
Tutto ha inizio nel gennaio del 1968 quando un forte terremoto colpรฌ la Valle del Belice distruggendo Gibellina, paesino dell’entroterra trapanese. Poi nel settembre del 1997 un sisma di intensitร  leggermente inferiore a quello siciliano fece piombare nel dramma le popolazioni a cavallo tra Umbria e Marche. Nonostante le perdite umane e le pesanti ripercussioni su un territorio disastrato, la voglia di rinascita e di riscatto sociale si fece strada anche con i contributi dell’architetti Massimiliano Fuksas e Ludovico Quaroni.

Gibellina e l’architetto Ludovico Quaroni

Per la ricostruzione edilizia si pensรฒ a una Nuova Gibellina distante una quindicina di km dal vecchio borgo. Per la rinascita delle coscienze e per la memoria storica si fece strada, da parte dell’amministrazione del Comune, l’idea di una ricostruzione culturale, dove l’arte e l’architettura avrebbero garantito un futuro a questa zona.

Chiesa di Gibellina

Nel 1970 l’architetto romano Ludovico Quaroni ricevette l’incarico per la progettazione della Chiesa parrocchiale nel punto piรน alto del paese. Il progetto fu completato nel 1972 ma i lavori iniziarono clamorosamente tardi e non furono completati fin quando nel 2002 ripresero i passaggi ultimativi, terminati poi nel 2010. Nel mese di marzo di quell’anno la chiesa fu inaugurata e consegnata ai fedeli.
La chiesa presenta una peculiaritร  che ritroviamo nelle architetture metafisiche, nel Cenotafio di Newton di Boullรจe, nei connotati utopici di altri progetti contemporanei e che in sostanza si materializza nella forma perfettamente sferica dell’abside.
La Chiesa Madre, questo il suo nome, ha una geometria inusuale per una costruzione ecclesiastica: ha una pianta a base quadrata di 50 metri per lato, un anfiteatro scoperto dominato da una sfera centrale.

Foligno e l’architetto Massimiliano Fuksas

La Chiesa di San Paolo Apostolo a Foligno รจ una chiesa parrocchiale progettata dall’architetto Massimiliano Fuksas e inaugurata nel 2009. Simbolo della rinascita dopo il terremoto del 1997 sorge su un’area che aveva ospitato un campo container per gli sfollati. L’edificio รจ costruito prevalentemente in cemento armato ed รจ come una scatola nella scatola, essendo frutto della composizione di due parallelipipedi, uno interno e uno esterno dove sono presenti finestre di forma irregolare.

Chiesa di San Paolo Apostolo a Foligno

Non รจ, come qualcuno sofferma, una monolitica gettata di cemento, ma molto di piรน per l’importante rapporto che si crea fra l’edificio e il cielo e che rimanda al trascendente. La lunghezza, la larghezza e l’altezza sono uguali e perciรฒ di tratta esattamente di un cubo. Interessante รจ la leggerezza del cubo sospeso all’interno che si contrappone all’architettura massiva del volume esterno. Alla Chiesa si accede attraverso un vasto sagrato in salita dove si innalza una stele alta 13 metri in cemento e marmo di Carrara.
Accanto alla chiesa sorge un altro parallelepipedo, piรน basso e allungato dove trovano spazio la Sagrestia, il Ministero Pastorale e la Casa Canonica. Infine, un piccolo volume vetrato accoglie la cappella feriale. La facciata dell’ingresso, posta a sud, รจ attraversata in tutta la sua lunghezza da una bassa vetrata e numerose sono le fonti di luce che illuminano scenograficamente gli elementi di maggiore importanza.

Aspetti geometrici e rappresentativi

La Chiesa Madre di Gibellina rappresenta un luogo chiaramente simbolico, il centro gravitazionale degli spazi per la liturgia intorno a essa disposti. La sfera รจ una superficie liscia e candida che incarna la ricerca di purezza. รˆ memoria della chiesa originaria riletta in chiave moderna e sintetizza il trascendente con la razionalitร  umana, รจ un’opera unica e un osservatorio privilegiato. Ludovico Quaroni ha sperimentato a Gibellina una sintesi fra arte, architettura e urbanistica tralasciando in parte gli aspetti liturgici.
Massimiliano Fuksas definisce cosรฌ il senso del suo progetto per il Complesso Parrocchiale San Paolo a Foligno: ยซVedere attraverso il cemento il cielo, dall’interno, dall’esterno, all’esternoยป. L’elemento luce in questo progetto รจ fondamentale per creare un ambiente favorevole alla spiritualitร . La geometria minimalista dell’ingresso, al quale si arriva attraversando il sagrato, รจ in perfetta sintonia con tutta l’opera. Il cubo di Fuksas si rifร  a un’estetica di essenzialitร  indicando ai fedeli la via della spiritualitร . Il progetto, ispirato da un’idea di modernitร , รจ di interesse, per il suo spirito d’innovazione, internazionale. La valenza simbolica รจ molto forte: opporsi alla distruzione ricostruendo un edificio forte e stabile.

La critica e la paura verso il nuovo

ย La prima critica nei confronti della Chiesa Madre di Gibellina, a nome degli anziani del posto, รจ che รจ ยซtroppo lontana, raggiungerla a piedi รจ impossibileยป, trovandosi nella parte piรน alta del paese. Inoltre, per i gibellinesi รจ moderna e con una forma bizzarra tanto che รจ stata soprannominata la chiesa palla.

Chiesa di Gibellina

Gli abitanti del posto erano abituati a cose ordinarie e capire questa nuova chiesa non รจ stato semplice. La Chiesa Madre di Quaroni per la gente รจ semplicemente un monumento da far vedere ai turisti e i fedeli vanno nella Chiesa Madre perchรฉ poi in fondo non hanno altre alternative, ma l’idea di appartenenza a una piccola comunitร  religiosa รจ ormai perduta.
Sintetizzando possiamo affermare che l’obiettivo di rinascita non ha funzionato del tutto e che la chiesa palla รจ troppo lontana e troppo moderna per essere accettata. Per quanto riguarda Foligno, sebbene la Conferenza Episcopale Italiana abbia scelto il progetto di Fuksas per il suo forte carattere d’innovazione, vi รจ stato chi ha mosso dure critiche al risultato finale. I detrattori sostengono che l’edificio risulta troppo d’impatto con il contesto circostante richiamando l’idea di un magazzino o semplicemente l’idea di un cubo gigantesco. Un volume troppo imponente che non si integra con il paesaggio umbro e la sacralitร  del luogo. รˆ cosรฌ che l’estetica contemporanea come tema di rinascita si รจ trasformata pure in tema di polemica. Come la chiesa palla non รจ entrata nel cuore dei gibellinesi, anche la chiesa cubo non fa impazzire i folignati. Probabilmente queste due opere architettoniche moderne hanno fatto emergere, in parte della popolazione, la neofobia intesa come il timore per tutto ciรฒ con cui non abbiamo familiaritร . Spesso non si ha paura del nuovo come tale, ma delle sue conseguenze. La paura della modernitร  e del cambiamento รจ uno stato d’animo che esiste da sempre, perfino Socrate era diffidente di quell’astruseria moderna che era la scrittura.

 

Chiesa di San Paolo Apostolo a Foligno

Uno sguardo oltre

Molti sono gli esempi a livello internazionale di centri parrocchiali progettati in chiave moderna nell’ambito dell’architettura sacra. La chiesa del centro parrocchiale di Iesu a San Sebastian in Spagna, progettata da L.R. Moneo Valles, si contraddistingue per lo spazio astratto e cubico e per lo slancio verticale. La chiesa del complesso parrocchiale di Ka Don in Vietnam, si caratterizza per la semplicitร  e il rigore. Si tratta di un’opera poetica capace di rispondere a uno spazio di preghiera dimensionalmente grande. La chiesa invece progettata dagli architetti Ansgar e Benedikt Shulz a Lipsia in Germania ha un significativo spazio liturgico capace di trasmettere una trascendente esperienza spaziale intensificata dall’alto lucernario.

Un cenno al simbolismo geometrico

Concludo facendo un breve cenno al simbolismo geometrico e se questo puรฒ essere utile ad aiutare gli scettici a scoprire la bellezza delle chiese di Foligno e Gibellina. La sfera รจ la forma primordiale perchรฉ รจ simile a se stessa in tutte le direzioni ed รจ la forma piรน universale essendo il simbolo della perfezione. L’assenza di angoli simboleggia l’armonia e rinvia a una immagine di totalitร .
Il cubo รจ la forma piรน immobile di tutte, รจ il solido per eccellenza e simboleggia la stabilitร  la forza e l’integritร . Con le dovute modifiche, certamente Quaroni e Fuksas hanno applicato ai loro progetti il valore del simbolismo e mentre il primo asseriva che: ยซsenza possibilitร  di sperimentare non รจ possibile fare nienteยป, l’altro ha affermato: ยซIo inizio a disegnare, intuisco una cosa, che poi non รจ mai quella vera o quella che mi era richiestaยป.

ยซCome sempre sto lavorando alla pittura ma anche a dei progetti paralleli, forse รจ piรน esatto dire intrecciati, in cui le riflessioni sullo spazio, sul tempo, sulla natura della visione vengono assunte anche attraverso le istallazioni, la scultura, la scritturaยป.

Fog olio e bitume su tela

Danilo Fiorucci รจ nato a Perugia dove vive e lavora. Si รจ diplomato allโ€™Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia con i docenti Nuvolo, Antonio Gatto, Bruno Corร  e Aldo Iori. Nel 1989 ha fondato lโ€™Associazione Arti Visive Trebisonda insieme a Moreno Barboni, Lucilla Ragni e Robert Lang. Intraprende poi unโ€™intensa attivitร  espositiva e organizzativa con mostre in Italia, Germania, Stati Uniti e Israele tra cui ricordiamo: Premio del Golfo 2006 Biennale Europea Arti Visive Camec La Spezia; XV Quadriennale di Roma Palazzo delle Esposizioni; Stemperando Biennale di pittura su carta Biblioteca Nazionale di Roma e Padiglione Italia Biennale di Venezia, Sala Nervi, Torino. Oggi collabora alla realizzazione di numerose esposizioni curate dallโ€™Associazione Trebisonda presso lโ€™omonimo centro per lโ€™arte contemporanea.

I suoi dipinti sono evanescenti ed eterei, dalle pennellate fluide e veloci. Qual รจ stata la spinta che lโ€™ha avvicinata al mondo dellโ€™arte?

รˆ difficile rintracciare un momento preciso. Non c’รจ dubbio che la mia infanzia – e credo valga per tutti – era pervasa da questa capacitร  di costruire mondi, attribuire alle cose una propria vita, una inesauribile spinta generatrice; poi c’รจ stato lโ€™incontro con il colore, il segno, la forma. Da questa condizione iniziale รจ scaturita una curiositร  inesauribile nei confronti dellโ€™arte, un assorbimento continuo dโ€™immagini, di storia, di pensiero; successivamente la formazione e lโ€™incontro con compagni sodali con cui scambiare e confrontarsi.

Nelle sue opere รจ spesso presente il colore nero, il bitume corposo degli sfondi che guida costantemente lo sguardo nella profonditร , in cui la luce รจ la forza generatrice. Ci racconta come nascono le sue opere?

La mia pratica nella pittura, fiume sotterraneo e continuo, si muove da un’originaria necessitร  di evidenziare la profonditร  dello sguardo. I primi lavori apparentemente monocromi erano ottenuti da un susseguirsi di velature per produrre addensamenti e punti di luce; una visione in immersione, ho cercato di essere dentro la pittura e non di fronte superando il modello prospettico. Questa modalitร  รจ andata avanti per anni, lo scarto รจ avvenuto ribaltando il processo, partendo quindi da una oscuritร  abissale (progetto cosmico) per rintracciare la luce originaria. Tecnicamente il lavoro procede sempre per velature e sovrapposizioni che producono non solo spazio ma temporalitร .

 

Lo spazio assente

Se posso chiederlo, a cosa sta lavorando in questo periodo?

Come sempre sto lavorando alla pittura ma anche a dei progetti paralleli, forse รจ piรน esatto dire intrecciati, in cui le riflessioni sullo spazio, sul tempo, sulla natura della visione vengono assunte anche attraverso le istallazioni, la scultura, la scrittura. Sto sviluppando per esempio un progetto, Lo Spazio assente, che ragiona sul vuoto, sulla centralitร  di questa tematica nellโ€™arte contemporanea. Credo di aver aperto il vaso di Pandora tali e tante sono le direzioni percorribiliโ€ฆ

Vorrei concludere chiedendole di lasciarci con una parola su cui meditare, che per lei rappresenti il connubio tra la sua arte e lโ€™Umbria.

Se tra queste colline intermedie tra Toscana, Umbria e Marche รจ nato il Rinascimento credo che la parola giusta sia armonia.

L’inaugurazione si terrร  venerdรฌ 23 settembre alle ore 18.00 e la rassegna sarร  visibile fino al 12 ottobre 2022.

Lโ€™associazione arti visive Trebisonda, con il patrocinio del comune di Perugia, per lโ€™anno in corso organizza una rassegna di cinque mostre sotto il titolo generale di Drawing as concept. Il tema analizzato fa riferimento alle modalitร  di intuizione, elaborazione e stesura iniziale dellโ€™idea delineando i percorsi attraverso i quali lโ€™intuizione si manifesta. Le mostre saranno accompagnate di volta in volta da un testo a carattere generale sulla tematica, per questo numero il catalogo sarร  corredato dai contributi di Maila Buglioni e Aldo Iori.

Artisti: Paolo Assenza,ย  Peter Bartlett, Franca Bernardi, Arianna Bonamore, Anja Capocci, Lea Contestabile, Elfrida Gubbini, Clara Luiselli, Serenella Lupparelli, Giulia Manfredi,ย  Saverio Mercati, Laura Palmieri, Diego Randazzo, Nicola Rotiroti, Dafne Tafuri, ScAle architects.

 


Centro per l’Arte Contemporanea Trebisonda, via Bramante 26, 06122, Perugia.

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