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Il Comune di Gualdo Cattaneo ha attorno a sรฉ un complesso difensivo di castelli e fortezze medievali che costituisce uno straordinario museo a cielo aperto. Con il marchio Castelli di Gusto, il Comune ha dato lโ€™avvio a una rete enogastronomica a difesa del territorio e della salute, mettendo in campo le nuove teorie venute da lontano.

Lโ€™idea รจ partita nelle terre dallโ€™altra parte del mondo ed รจ attecchita qui, nella verde Umbria. Dallโ€™Australia allโ€™Umbria, dallโ€™ecologia integrata alla filosofia, dallโ€™Universitร  allโ€™ambiente, dalla teoria alla pratica. Qui si parla di permacultura, tecnica teorizzata in Tanzania e in Australia dai professori Mollison e Holmgren e da loro esportata in tutto il mondo.

Che cos'รจ la permacultura?

La permacultura ha attraversato lโ€™Oceano Pacifico e lโ€™Oceano Indiano, si รจ diffusa a est e a ovest, รจ approdata in Asia, in America e in Europa negli anni Ottanta. I due ecologisti/agronomi hanno pensato a un sistema di gestione del territorio per cercare di contrastare lo sfruttamento e la crisi del pianeta Terra. Hanno ideato un sistema integrato, attento alle risorse del sito, al suo ecosistema, al biotopo e al biotipo della zona per un ottimale utilizzo del territorio.
Permacultura รจ un neologismo che mette assieme la parola permanente con agricoltura, e unisce la coltura delle piante con la cultura di chi segue lo sviluppo dei vegetali. Sole, vento, acqua, insetti, vicinanza delle piante tra di loro: tutto contribuisce a favorire o a distruggere la crescita dei vegetali.
Questa tecnica รจ ormai ampiamente diffusa nel mondo e io lโ€™ho vista messa in pratica nella cittร  di Aarus (Danimarca). In un quartiere avveniristico, in mezzo ai palazzi, cโ€™era una grande quantitร  di cassette di legno per la coltivazione di insalate e altri ortaggi. Era la permacultura, ma io non lo sapevo.

 

Permacoltura ad Aarus

La permacultura in Umbria

In Umbria, dei giovani imprenditori di Gualdo Cattaneo hanno dato lโ€™avvio a questa nuova pratica. Andrea, il filosofo, e sua sorella Irene, laureata in Scienze della Comunicazione, stanno sviluppando la policoltura degli orti, sfruttando le grandi cassette di legno adatte proprio alla permacultura. In queste cassette la terra respira ed รจ sminuzzata in modo che ossigeno e sostanze nutritive passino facilmente dal terreno alla radice della pianta.
Le cassette sono studiate anche per non sprecare nemmeno una goccia dโ€™acqua, consentendone il lento assorbimento da parte del terreno, e per mantenere il giusto livello di umiditร  a favore di un migliore sviluppo delle piante. Lo scopo รจ quello di ottenere dei prodotti genuini e saporiti, evitando lโ€™uso di sostanze glifosate e dei pesticidi. Questa tecnica si basa sul fatto che ci sono piante che vivono bene in prossimitร  e si sostengono vicendevolmente, sfruttando le condizioni di sole e ombra e difendendosi dagli insetti dannosi.
Cโ€™รจ da dire che la permacultura non si applica solo ai vegetali, ma anche agli animali e allโ€™ambiente in generale. Infatti, il marchio Castelli di Gusto riunisce varie tipologie di prodotti: uva, formaggio, pecore, ortaggi.
Questa iniziativa si รจ sviluppata allโ€™ombra della Rocca Borgia nella valle del Paglia. Diciotto giovani hanno stanno tentando di vivere e operare bene a casa loro, lavorando la terra e con gli animali. Cโ€™รจ chi ha lasciato il posto fisso e chi ha dato un diverso sviluppo alla propria laurea e ai titoli accademici conseguiti, chi ha valorizzato lโ€™azienda ereditata dai nonni mettendo in pratica il meglio che la scienza moderna offre oggi, chi รจ tornato a casa per non lasciare la rete di affetti che lo lega al territorio. Unโ€™umanitร  variegata, ma unita dalla voglia di tracciare una buona strada. I giovani imprenditori hanno riunito le loro aziende in una ATI (Associazione Temporanea di Imprese) per accedere al Piano Sviluppo Rurale o PRS, con il valido aiuto dellโ€™avv. Elisa Benvenuta, vicesindaco di Gualdo Cattaneo.

ยซFare il musicista รจ una carriera lunga. Per suonare il violino serve tanto amore e sacrificio, anche perchรฉ oggi cโ€™รจ grande competizioneยป

ยซHa fatto delle belle domandeยป. Con queste parole il violista perugino Patrizio Scarponi si congeda dallโ€™intervista. Lo prendo come un complimento, perchรฉ la nostra รจ stata una chiacchierata sulla sua carriera e sulla musica classica in Umbria. Non certo unโ€™intervista per mettere l’interlocutore alle strette. Quindi sรฌ, รจ un complimento e mi sento soddisfatta! Soprattutto perchรฉ arriva da Scarponi, un uomo di cultura e di spessore artistico.
Il violinista e docente al conservatorio di Perugia suona il violino da quasi 60 anni; vanta collaborazioni con le maggiori orchestre italiane – La Nuova Aidem di Firenze, lโ€™Orchestra Sinfonica Abruzzese, lโ€™Orchestra Sinfonica Umbra, iย Solisti della Filarmonica Romana e dellโ€™orchestra da camera I Filarmonici di Roma – e con i piรน grandi maestri, da Ennio Morricone a Uto Ughi. Insomma, unโ€™eccellenza umbra a tutti gli effetti.

 

Patrizio Scarponi durante un’esibizione

Qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

รˆ un legame molto profondo, non solo perchรฉ ci sono nato e cresciuto, ma perchรฉ sento una vera attrattiva per questa terra di santi, poeti e artistiโ€ฆ un luogo di bellezza assoluta. Sono molto contento di vivere in questa terra meravigliosa.

Ha mai pensato di andarsene, visto il lavoro che fa?

Ho sempre avuto tante occasioni, ma il piacere di vivere qui mi ha fatto declinare ogni offerta.

Cosa lโ€™ha spinta a diventare un violinista, a scegliere questo strumento?

รˆ stata quasi unโ€™imposizione. Sono nato in una famiglia di musicisti e mi piaceva suonare la tromba: facevo finta di suonarla usando lโ€™imbuto che serve per imbottigliare il vino. Mio padre invece decise che dovevo suonare il violino. Oggi lo ringrazio, perchรฉ รจ uno strumento che amo molto.

A quanti anni ha iniziato a suonare?

A 6 anni.

Cosa vuol dire essere primo violino in unโ€™orchestra?

รˆ una grande responsabilitร , รจ il ruolo piรน difficile in cui un musicista puรฒ imbattersi. Hai sempre un pubblico doppio: lโ€™orchestra dove ci sono i tuoi colleghi e il pubblico che viene ad ascoltarti. รˆ un ruolo che potrei definire scomodo.

Perรฒ dร  grande soddisfazioneโ€ฆ

Assolutamente. Ogni ruolo nella musica รจ sempre gratificante.

Collabora stabilmente con lโ€™orchestra sinfonica creata e diretta dal maestro Ennio Morricone: ha mai partecipato alla realizzazione di qualche traccia per il cinema?

Ho realizzato per il cinema circa 40 colonne sonore: da Cโ€™era una volta in America a Baarรฌa, passando per La leggenda del pianista sullโ€™oceano, La Sconosciuta, Malena e tante altre. Ho lavorato con il Maestro per 25 anni: negli ultimi 12 con Morricone ho fatto circa 300 concerti in tutto il mondo.

Quando il Maestro ha vinto lโ€™Oscar, un pezzetto lo ha sentito anche suo?

Quando ha ricevuto lโ€™Oscar alla carriera eravamo ospiti a Hollywood e abbiamo suonato davanti a tutte le star. รˆ stata una bellissima esperienza. Io sono un semplice musicista, รจ lui il genio. Io e i miei colleghi abbiamo fatto sempre del nostro meglio per realizzare le sue creazioni.

Nel corso della sua carriera ha effettuato registrazioni per la RAI: di cosa si tratta?

Abbiamo fatto molte registrazioni con I Filarmonici di Roma e il maestro Uto Ughi, cosรฌ come diversi concerti negli studi RAI. Senza dimenticare la realizzazione di dischi.

Ascolta musica pop? C’รจ qualcosa che le piace?

La musica fatta bene รจ tutta bella. Ci sono stati in passato musicisti di grande valore, penso ai Queen, ai Led Zeppelin e ai Theย Rolling Stones. Ora seguo di meno, ma quando ero giovane ascoltavo questi gruppi che avevano musicisti di primโ€™ordine nel loro genere.

Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere la sua professione?

รˆ una carriera molto lunga, dura e piena di sacrifici. Deve piacere tantissimo perchรฉ, soprattutto per il violino, ci vuole una dedizione estrema, altrimenti non si arriva da nessuna parte. Oggi poi cโ€™รจ molta competizione, ci sono dei giovani che fanno davvero paura. Occorre tanto sacrificio e tanto amore.

Lei quante ore suona in un giorno?

Da giovane dalle 10 alle 8 ore. Oggi non piรน di 3 ore in un giorno.

La musica classica in Umbria crede che abbia il giusto spazio o si potrebbe fare di piรน?

Si potrebbe fare tantissimo, con cinquantamila s (scherza). Lโ€™Umbria รจ una terra bellissima e piena di arte, ma la musica non viene apprezzata. Qui ha piรน successo la sagra della porchetta. Cโ€™รจ lโ€™associazione Amici della Musica che funziona bene, ma spesso chiama a suonare musicisti stranieri, cโ€™รจ poi il Festival dei Due Mondi di Spoleto che โ€“ a mio parere โ€“ in questi anni ha avuto un notevole calo, non si realizzano piรน concerti di grande spessore artistico come accadeva un tempo.

Concretamente, cosa si potrebbe fare?

Prima cosa si dovrebbe dare piรน spazio alla musica, costruendo unโ€™orchestra stabile che in Umbria non cโ€™รจ. Sono stati fatti dei tentativi in passato, anche da me, ma รจ stato tutto inutile. Abbiamo insegnato al mondo la musica, la scultura, la pitturaโ€ฆ oggi siamo lโ€™ultimo paese in questi ambiti. Basti pensare che una cittร  come Dรผsseldorf ha quattro orchestre stabili: in Umbria non ce nโ€™รจ nemmeno mezza. Mi dispiace soprattutto per i giovani e i miei allievi perchรฉ, se vogliono diventare musicisti, se ne devono andare dallโ€™Italia. Siamo un popolo pieno di talento – quando senti suonare un italiano lo riconosci subito – ma manca la possibilitร  di realizzare i sogni.

Per concludere: come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Terra straordinaria, ma la gente รจ ancora contadina โ€“ lโ€™arte รจ lโ€™ultima cosa a cui pensano. Qualcuno non avrebbe nemmeno il diritto di viverci per quanta bellezza cโ€™รจ, ma che in pochi apprezzano. Quindi le tre parole potrebbero essere: arte, storia e gente gretta. Non lo vorrei dire, ma quello umbro รจ un popolo ignorante, e lo dico da umbro.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Il suo grande passato.

Interconnessione, accessibilitร , cultura, competenza e bellezza. Sono questi i cinque pilastri che sostengono il progetto Umbria Smart Land proposto dallโ€™Associazione dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia in Umbria, a firma del presidente Antonio Luna.

 

Il Decalogo per una rinascita del territorio regionale poggia su unโ€™attenta analisi della situazione regionale, che fotografa un territorio segnato da una forte disoccupazione, da una scarsa qualitร  del lavoro e da una modesta redditivitร , da una marcata disuguaglianza sociale, strutturalmente marginale e con grandi difficoltร  di connessione al resto dellโ€™Italia. Dalla parte analitica si passa a quella progettuale volta innanzitutto a spiegare i cinque capisaldi e come essi possano essere generatori di progettazione, di buon governo, di opportunitร  di vita e professionali, di benessere sociale e di creare una comunitร  coesa e consapevole. In una parola creare una smart land, ossia un percorso sistemico per valorizzare i territori, un modello di sviluppo territoriale basato su green economy e accelerazione digitale.

 

 

Lโ€™obiettivo dellโ€™Associazione dei Borghi piรน belli dโ€™Italia รจ proprio quello di presentare una carta-manifesto destinata a politici, amministratori, categorie professionali, associazioni e cittadini volta a delineare un percorso di ripresa del territorio che si appoggi allโ€™antico con strumenti moderni, mirando a valorizzare le eccellenze. Dalla rete dei borghi potrร  dunque svilupparsi un modello di smart land, che a partire dallโ€™Umbria, potrร  poi essere esportato in altre realtร  regionali. Hanno parlato di tutto questo ieri a Palazzo della Provincia in unโ€™apposita conferenza stampa – coordinata da Laura Zazzerini, direttore editoriale di AboutUmbria Magazine – Fiorello Primi, presidente del Club I Borghi piรน belli dโ€™Italia, Antonio Luna, redattore del progetto e presidente dellโ€™Associazione I Borghi piรน belli dโ€™Italia in Umbria e Gabriele Lena, presidente dei Int.Geo.Mod e coordinatore del gruppo di lavoro Pro.Borg.Um.

Palazzo della Corgna, un tempo nobile dimora del Marchese Ascanio della Corgna, apre le sue stanze affrescate allโ€™arte contemporanea e ospita, fino al 1 settembre 2019, la mostra di Alessandro Scarabello, Uppercrust. A cura di Marcello Smarrelli.

Alessandro Scarabello, Uppercrust #5, 2011, acrilico e olio su tela, cm 187×154, photo by Giorgio Benni, courtesy the Gallery Apart, Roma

 

La mostra รจ promossa dal Comune di Castiglione del Lago ed รจ organizzata da Sistema Museo e Cooperativa Lagodarte, in collaborazione con Aurora Group e The Gallery Apart Roma.
Alessandro Scarabello (Roma, 1979) vive e lavora a Bruxelles. Ha esposto in numerose istituzioni pubbliche e private italiane, tra cui il Padiglione dโ€™Arte Contemporanea di Milano, Palazzo Collicola di Spoleto e Palazzo delle Esposizioni di Roma; ha partecipato, inoltre, a diverse Biennali dโ€™arte contemporanea. ยซOgni opera รจ per me una trasformazione, stati dโ€™animo che raccontano un percorso e diventano narrazioneยป ha annunciato Alessandro Scarabello.

 

Alessandro Scarabello, Uppercrust #8, 2011, acrilico e olio su tela cm187x154, photo by Giorgio Benni, courtesy the Gallery Apart, Roma

Un catalogo di personaggi

Upper crust รจ unโ€™espressione ampiamente utilizzata nella societร  anglosassone e designa una nuova aristocrazia, che utilizza la propria posizione dominante in termini economici, finanziari e di comunicazione. Lโ€™artista, partendo proprio da upper crust, ha creato un vero catalogo di tipi umani che potessero rappresentare questa รฉlite.
Raffigurazioni caricaturali, vizi ed espressioni tipiche dei contemporanei upper crust, sono effettuate volutamente per sottolineare il contrasto con la nobiltร  del Palazzo che si affaccia sul lago Trasimeno, ma soprattutto con le gesta eroiche e coraggiose di Ascanio della Corgna, che non fu solo un valente condottiero ma anche un profondo conoscitore delle arti e un abile amministratore; fu infatti lโ€™iniziatore di una riforma agraria fortemente innovativa. Lโ€™artista gioca molto su questa contrapposizione e invita lo spettatore a un confronto molto serrato.

 

Alessandro Scarabello, Uppercrust_heads #101, 2011, acrilico e olio su tela, cm 187×154, photo by Giorgio Benni, courtesy the Gallery Apart, Roma

 

Scarabello ha realizzato, proprio per celebrare il Marchese della Corgna, il capolavoro Opera Rubra, ideato per la Sala delle Gesta di Ascanio, dove gli antichi affreschi del Pomarancio dialogano con lโ€™arte contemporanea. Quest’opera รจ un trittico, in cui il linguaggio pittorico รจ al limite tra arte figurativa e informale e simboleggia proprio lโ€™ardore, il coraggio e la passione che contraddistinguevano la figura del valente comandante.
Nelle successive sale del palazzo, lโ€™artista espone per la prima volta la serie Uppercrust, composta da undici grandi ritratti a figura intera e a grandezza naturale, oltre al ciclo Heads, che comprende, di contro, piรน di cento dipinti di formato ridotto.
La mostra intende evocare, nellโ€™animo del visitatore, emozioni contrastanti e grandi suggestioni, grazie alla potenza del colore, allโ€™espressivitร  dei volti e alla grandezza dei ritratti; il tutto collocato in un nobile palazzo nel quale il tempo si รจ fermato.

 

Alessandro Scarabello, Uppercrust #2, 2011, acrilico e olio su tela cm 187×154, photo by Giorgio Benni, courtesy the Gallery Apart, Roma

 


Per informazioni: Palazzo della Corgna

ยซLa musica dovrebbe andare contro il sistema, oggi invece vale piรน il personaggio che le canzoni che canta. La musica non ha piรน valoreยป.

Lo abbiamo incontrato a Castiglione del Lago – a Palazzo Pantini Nicchiarelli – in un caldo pomeriggio dโ€™estate. Bernardo Lanzetti,ย la migliore voce rock degli anni Settanta, dal 2014 vive in Umbria sulle rive del lago Trasimeno: ยซMia moglie ha deciso di vivere quiยป ci confessa. Seduti su un divano facciamo una bella chiacchierata, ripercorrendo la sua carriera di cantante progressive rock – negli Acqua Fragile, nella Premiata Forneria Marconi e da solista โ€“ e bacchettando il mondo della musica di oggi. Tra una domanda e lโ€™altra cโ€™รจ spazio anche per degli intermezzi musicali: รจ un piacere ascoltare la sua voce ancora potente e gli acuti che nella stanza risuonano alla perfezione. ยซHo ancora la miglior voce in circolazione. Non lo dico io, ma i tecnici delle sale di registrazioneยป commenta orgoglioso.

Come ami ha deciso di vivere in Umbria?

Non lโ€™ho scelto io, ma mia moglie. Frequentavamo Castiglione del Lago giร  nel 2010, era la nostra base quando partecipavamo a eventi di progressive rock nel Centro Italia. Poi siamo tornati diverse volte e nellโ€™aprile del 2014 abbiamo deciso di trasferirci.

Ci racconti brevemente โ€“ soprattutto per i piรน giovani โ€“ la sua carriera.

Cercherรฒ di essere breve, ma sarร  difficile! Ho iniziato a cantare da bambino nel coro della chiesa, spesso mi capitava di cantare da solo, inventandomi le parole. Poi sono andato in America con una borsa di studio e lรฌ ho respirato musica ovunque; nella famiglia che mi ospitava cโ€™era un ragazzo che faceva โ€“ e fa tuttora โ€“ il musicista, quindi per me รจ stato abbastanza facile avvicinarmi a questo mondo. Tornato in Italia ho proseguito su questa strada e a 17 anni mi รจ cambiata la voce in meglio: la mia prima band รจ stata gli Acqua Fragile โ€“ da alcuni anni ci siamo riuniti โ€“ poi sono passato alla Premiata Forneria Marconi, con i quali ho debuttato a Tokyo e in tante cittร  del mondo. Lasciata la PFM ho intrapreso una carriera da solista, durante la quale ho inciso quattro album; poi mi sono dedicato al teatro, allโ€™elettronica e a diverse sperimentazioni musicali. Ho scritto pezzi per Loredana Bertรจ e Ornella Vanoni.

Meglio fare il cantante in un gruppo o รจ meglio fare il solista?

Io sono nato con lโ€™idea e la voglia di cantare in un gruppo. I gruppi oggi funzionano poco perchรฉ sono troppo costosi: portare in giro 5 persone รจ decisamente dispendioso, รจ piรน conveniente una persona sola con musica registrata. Non a caso i gruppi ancora attivi sono nati 30, 40, 50 anni fa.

 

Bernardo Lanzetti

Quali sono stati i cantanti o i gruppi che hanno influenzato la sua carriera?

Ce ne sono tantissimi. Ray Charles รจ uno di loro, รจ stato forse il mio primo maestro. Ho sempre amato i cantanti dei gruppi: dai Beatles ai The Rolling Stones, fino agli Eagles e gli U2. Nei gruppi il cantante non รจ impegnato solo nel cantare una canzone, ma nel cantare una parte della composizione. Devo dire che ho avuto solo modelli stranieri, non ho nessuna ispirazione italiana. Quando ero bambino ascoltavo Tony Dallara (ride!), ma non ha certo ispirato il mio percorso artistico.

Dal 1975 al 1979 รจ stata la voce della PFM: ci racconti un aneddoto legato a quel periodo.

Ce ne sono tantissimi. Forse il piรน divertente รจ quello del mio arruolamento. Quando mi hanno chiesto di andare a cantare con loro ho preso del tempo per pensarci e loro si sono offesi, mi hanno tolto il saluto e hanno contattato Ivan Graziani, che perรฒ ancora non era il cantautore che oggi tutti conosciamo. Mi hanno richiamano dopo sei mesi e sono entrato a far parte del gruppo a tre giorni dallโ€™incisione del disco: le mie tonalitร  erano altissime โ€“ lo sono ancora oggiย โ€“ cosรฌ ho fatto il provino cantando con un cuscino davanti alla bocca per paura di infastidire i vicini di casa.

A tal proposito รจ stata definita la ยซmigliore voce rock degli anni Settantaยป: questa definizione la rispecchia?

Io penso di esserlo tuttora! (scherza) Non lo dico io, ma i tecnici in sala di registrazione. Io dopo una, due, tre prove sono pronto per cantare, non mi occorre tanto tempo per prepararmi. Sono cosciente del mio valore e conosco a memoria tutti i pezzi del mio repertorio.

Ho letto che i Genesis, dopo aver perduto Peter Gabriel, avevano preso in considerazione lโ€™ipotesi di invitarla a far parte della band: รจ vero? Lโ€™hanno mai contattata?

Lโ€™ho saputo anni dopo. Allโ€™epoca non mi fu detto nulla. Steve Hackett, chitarrista dei Genesis e mio amico, in anni recenti ha dichiarato in unโ€™intervista che mi avevano preso in considerazione per entrare nella band. Ecco, รจ cosรฌ che lโ€™ho scoperto.

Avrebbe accettato?

Sarei stato sicuramente onorato.

Oggi che musica ascolta?

Ascolto musica solo per lavoro, non la uso mai come sottofondo. Fare musica รจ un mestiere impegnativo, che non ammette interruzioni, รจ un processo che assorbe molto.

Pensa di avere degli eredi artistici?

Vorrei, ma non ne vedo. Oggi cโ€™รจ solo la celebrazione della celebritร . Quando cantavamo noi lo facevamo sempre nel rispetto dei maestri del passato; negli ultimi anni i cantanti pensano invece di essere innovativi, i piรน bravi da subito e non si rendono conto che se fanno cose belle รจ perchรฉ le copiano dal passato. Inoltre, nei testi di oggi manca spessore, nessuno racconta la propria vita o la propria realtร ; non cโ€™รจ poesia, viene tutto subito dichiarato. A questo punto basta fare un manifesto e comunicare quello che si vuol dire, non occorre piรน scrivere canzoni. Oggi non conta la produzione ma solo la promozione; insomma, la musica non conta piรน nulla.

Ha qualche progetto di cui ci vuol parlare?

Abbandonare la musica (scherza). No, ora mi dedico a progetti nuovi come cantare con unโ€™orchestra; ho inoltre finito un album realizzato con musicisti stranieri e poi mi focalizzo sulla ricerca del canto particolare e su quella di una lingua usata in modo poetico. Anche la nostra lingua รจ in crisi perchรฉ adoperiamo non piรน di 40 parole al giorno, non si riconosce il valore dei poeti del passato e non ci si accorge di quanto si copi. La musica รจ stata molto importante per la societร  negli ultimi 100 anni, ora invece non lo รจ piรน: non esprime piรน la realtร  di oggi, non รจ piรน collegata alla societร .

Secondo lei, tutto ciรฒ quando รจ avvenuto?

รˆ avvenuto quando lโ€™industria musicale ha capito che la massa รจ ignorante e quindi era inutile dar valore alla musica; quando ha piรน valore vendere il personaggio, la musica diventa solo un pretesto. Mi spiego: quando i Beatles sono venuti a Milano hanno fatto 3.500 persone, Vasco Rossi ne raduna 180.000 in tre giorni: Vasco vale di piรน dei Beatles? A questa domanda non rispondo.

Possiamo dire che รจ solo questione di gusti?

La musica non deve piacere, puรฒ anche giocare un ruolo decisivo per mettere in crisi il sistema, non assecondarlo. Oggi ciรฒ non avviene piรน. Lโ€™opera lirica a suo tempo mise in crisi la musica strumentale e Giuseppe Verdi era un artista popolare cosรฌ come lo รจ oggi Jovanotti: ma il valore di Verdi รจ innegabile rispetto alla musica leggera che si ascolta oggi. Inoltre, nella maggior parte dei casi si finge di suonareโ€ฆ nessuno suona piรน veramente, รจ tutto registrato. รˆ come andare in fabbrica e fingere di lavorare.

Per finire, come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Dovevo prepararmi a casaโ€ฆ Posso perรฒ prendere le parole di Nick Clabburn che ha scritto un testo in cui รจ citato il lago Trasimeno: ยซQua sulle rive del mio lago, il tuo nome รจ scritto nel silenzio. Che si accenda il cielo, voglio luci nel cielo vuoto questa notteยป.

Lโ€™altopiano di Chiavano, situato fra lโ€™Umbria e il Lazio, ha segnato fino al 1860 il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Un tipico castello medioevale, che dร  il nome allโ€™area, sorge sulla testata della valle, in cima a un colle arrotondato a 1128 metri di quota.

Ai suoi piedi, verso sud, si apre il piatto fondovalle delimitato da ripidi versanti distanziati fino a un chilometro e mezzo. Lungo le fasce di raccordo tra la pianura e i rilievi, sorgono Villa San Silvestro e Buda da un lato, Coronella e Trognano dallโ€™altro. Il fascino del Piano di Chiavano non รจ perรฒ quello di un paesaggio residuale del passato, e la prima sensazione che il visitatore avverte รจ quella di un luogo bello perchรฉ funzionale, per la natura e per lโ€™uomo che non lo ha mai abbandonato. Il paesaggio agrario del luogo รจ uno dei piรน imponenti e significativi dellโ€™Appennino Centrale, un angolo di Italia in cui ancora coesistono lโ€™antico impianto della centuriazione romana e il nuovo assetto dato al territorio da unโ€™agricoltura incentrata sullโ€™allevamento che rendono questo luogo vivo, dinamico e proiettato verso il futuro. Tanto per movimentare e articolare ancora di piรน il paesaggio, lโ€™ambiente, la natura e la storia del Piano di Chiavano, ecco che a Villa San Silvestro, proprio accanto al borgo, dove inizia a distendersi la lunga pianura, i resti di un tempio romano del III secolo avanti Cristo parlano, imponenti, dellโ€™antichissima importanza del luogo. Gli interstizi tra le grandi pietre del basamento e i resti delle colonne sono abitati, nemmeno a dirlo, dalle lucertole muraiole, mentre il Codirosso spazzacamino si posa sul campanile della chiesa sorta sopra le vestigia del tempio.

 

Il sito di Villa San Silvestro di Cascia rappresenta lโ€™unico esempio finora noto di un forum repubblicano

Un tesoro nascosto

Tra il 1920 e il 1930 gli scavi condotti al di sotto della Chiesa di Villa San Silvestro fecero riemergere il podio e alcuni elementi architettonici del monumentale tempio romano di cui abbiamo parlato nelle righe precedenti. Nonostante la sua importanza storica per la comprensione del territorio, questo luogo fu per lungo tempo dimenticato, finchรฉ negli anni Ottanta le ricerche condotte sul posto dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici per lโ€™Umbria portarono alla luce alcune colonne in laterizio di un portico alle spalle del tempio. Gli scavi sono poi ricominciati nel 2003, sotto la direzione scientifica del professor Filippo Coarelli dellโ€™Universitร  di Perugia. Il progetto รจ ripartito dallo studio del tempio stesso, che trova confronti solo in altri due casi (Sora e Isernia), molto meno conservati. La campagna di ricerche ha visto integrarsi saggi di scavo mirati a comprendere i particolari delle tecniche edilizie e le caratteristiche costruttive del III secolo avanti Cristo.

 

Unโ€™iscrizione del II secolo a.C. attesta la presenza del culto del dio Terminus, divinitร  prettamente romana che difende i confini, nellโ€™area di Villa San Silvestro

 

I risultati sono stati sorprendenti. Da un lato lo scavo e i rilievi mettevano in evidenza che il tempio aveva avuto due fasi edilizie: la prima, con la costruzione agli inizi del III secolo a.C., la seconda legata al restauro ispirato ai modelli architettonici che caratterizzarono la Roma del I secolo. Partendo da questi elementi, la campagna dellโ€™agosto 2007 ha portato alla luce un settore del foro che circondava il tempio. Le strutture emerse, ancora in fase di studio, rivelano che il foro, come il tempio, ebbe diverse fasi edilizie: appare dunque naturale collegare la costruzione del foro con lโ€™imporsi della dominazione di Roma che, per assicurarsi il controllo sul territorio, impianta un forum in unโ€™area in cui una popolazione prevalentemente agricola viveva sparsa sul territorio. La scelta del sito non รจ casuale: si tratta, infatti, di unโ€™area che coincide con la piรน vasta pianura della zona. Il foro sorge nel punto in cui scaturivano le uniche sorgenti del territorio e, soprattutto, dove il diverticolo della via Salaria incontrava i percorsi di transumanza e quello di valico che, attraverso Monteleone di Spoleto, permetteva di giungere fino alla Flaminia.

 

A est del foro รจ emersa una vastissima area delimitata da una tripla serie di portici, scanditi da colonne in laterizio e semipilastri

Qualche goccia di pioggia non รจ riuscita a guastare lโ€™incontro tra eccellenze culturali, riunitesi ieri al Palazzo Pantini Nicchiarelli di Castiglione del Lago per illustrare agli astanti le loro peculiaritร .

Ad aprire le danze รจ stato il padrone di casa, Fabio Nicchiarelli, che dopo aver ringraziato i presenti, ha lodato lโ€™eleganza della rivista AboutUmbria, invitando il pubblico alla lettura.
Allo stesso modo, Matteo Burico, neosindaco di Castiglione del Lago, ha ricordato il suo passato da piccolo editore e ha encomiato il coraggio di chi, come lโ€™Associazione AboutUmbria, decide di tornare al cartaceo, con tutte le difficoltร  che questa decisione comporta. Ha poi sottolineato come la vecchia rivalitร  tra i sindaci dei comuni lacustri sia ormai scomparsa, invitando alla collaborazione al fine di valorizzare il territorio e agevolare il turismo.
Sul medesimo intento รจ stato posto lโ€™accento anche dal sindaco di Passignano Sandro Pasquali – intervenuto in un piacevole fuori programma – che, ricoprendo anche la carica di vicepresidente alla Provincia con deleghe al lago Trasimeno, al patrimonio e allโ€™ambiente, ha insistito proprio sul bisogno di diffondere la conoscenza del lago non solo verso lโ€™esterno, ma anche verso lโ€™interno, verso gli stessi umbri.

 

Laura Zazzerini, Matteo Burico, Sandro Pasquali e Fabio Nicchiarelli

 

Ha poi preso la parola la direttrice editoriale di AboutUmbria Laura Zazzerini, estendendo la suddetta necessitร  di promozione e valorizzazione a tutta la regione, che spesso viene scambiata per la vicina Toscana o รจ identificata, per sineddoche, solo con Assisi. Tornando poi allo splendido lago che, dallโ€™orizzonte, sembrava inghiottire una parte del cielo, ha ricordato come lโ€™articolo a esso dedicato, contenuto in AboutUmbria Collection Yellow, non sia che lโ€™ultimo tassello di una narrazione cominciata ben due anni fa, con il numero zero della rivista. Se in Blu, infatti, erano apparse le vedute aeree di Gerardo Dottori e avevamo osservato con curiositร  un drone muoversi a pelo dellโ€™acqua, in Red i tramonti, accompagnati dalle parole di scrittori e poeti, ne avevano incendiato le pagine. In Black, avevano trovato spazio i vecchi mestieri del Trasimeno ritratti con la fotografia al collodio umido e lo spettacolo immersivo della Congiura della Magione.
La direttrice ha poi introdotto Eleonora Cesaretti, caporedattrice di AboutUmbria e autrice di La perfezione di un uovo di pavoncella, contenuto in Yellow. La caporedattrice ha parlato del lavoro di ricerca che precede la stesura dellโ€™articolo, che ha permesso di scoprire un microcosmo in cui ogni elemento si prende cura degli altri e, cosรฌ facendo, si reinventa e si adatta ai cambiamenti del tempo. Una ricerca che ha permesso di scoprire la persistenza di alcune attivitร  estremamente caratteristiche e identitarie del lago Trasimeno, come la fabbricazione delle reti e lโ€™uso di tecniche di pesca tradizionali.

 

Eleonora Cesaretti

 

Ha in seguito preso la parola il geologo Gabriele Lena, assicurando al pubblico come il lavoro del geologo – sebbene etimologicamente legato alla terra – sia in realtร  strettamente unito anche allโ€™acqua, vero e proprio ponte tra le diverse ere geologiche. E, poichรฉ secondo illustri studiosi in Umbria di fonti dโ€™acqua ce ne sono almeno tre – il Tevere, il Nera e, appunto, il Trasimeno – ha parlato della sua esperienza con Hydrometra, un drone marino capace di spostarsi sullโ€™acqua e di analizzare, al contempo, il fondale. Proprio al largo di Castiglione del Lago, Hydrometra ha scoperto un fondale ricco di vita, fornendo informazioni preziose per la conoscenza e la cura di questo delicatissimo bacino.
Una fragilitร  che รจ stata ribadita anche dallโ€™amministratore delegato della Cooperativa Pescatori del Trasimeno Valter Sembolini, che ha invitato a investire sulla sostenibilitร  e su tutti quegli attori che permettono la prosecuzione della vita attorno al lago. Giusto qualche giorno fa, la Cooperativa ha modificato il proprio statuto proprio in funzione di questa rinnovata attenzione verso lโ€™ambiente, ma lasciando intatti i principi: valori che le hanno permesso, nei suoi 91 anni dโ€™etร , di sbocciare paradossalmente nel periodo della crisi, dando lavoro a moltissimi giovani, volenterosi di riprendere in mano il mestiere dei loro avi.

 

Uno scatto della presentazione, foto by Giorgio Brusconi

 

Ultimo a parlare – sebbene interrotto da qualche goccia di pioggia – รจ stato Marco Pareti, che ha rievocato lโ€™ispirazione che sempre gli fornisce la vista del lago. Uno stimolo che gli ha consentito di dare il via a progetti legati alla comunitร  e ai mestieri tradizionali del lago – come quello che, attraverso la vendita dei calendari, ha permesso la ricostruzione del Barchetto, imbarcazione tipica andata a fuoco nella primavera nel 2017, oppure di raccogliere le testimonianze delle persone ritratte con la fotografia al collodio umido (raccontata in Black), creando cosรฌ un archivio etnografico di grande valore. Unโ€™ispirazione che ha consentito a Pareti di scrivere anche due libri: Avventure a Borgo Gioioso e La ragazza del canneto, di recente pubblicazione.
Al termine della presentazione, la Cantina del Trasimeno Duca della Corgna, la Cooperativa Aurora e la Cooperativa Pescatori del Trasimeno hanno gentilmente offerto un aperitivo a tutti i presenti.

 

Il momento dell’aperitivo, foto by Stefano Fasi

In questo momento la lavanda รจ in fiore. Immense distese di filari viola riempiono lโ€™aria di profumo.

Vi piacerebbe andare in Provenza, nel Luberon, oppure rimanendo in Italia, non siete mai stati sul Col di Nava, tra Liguria e Piemonte? Non potete o non avete tempo, allora il prossimo weekend (6/7 luglio) potreste spingervi fino ad Assisi in una localitร  che si chiamaย Il Lavandeto di Assisi. ย รˆ una piccola zona in pianura vicino a Santa Maria degli Angeli. Il luogo non รจ molto grande, ma lo รจ abbastanza per appagare tutti cinque i sensi.

 

Vista

Lasciato lโ€™asfalto avete circa un chilometro di strada sterrata per raggiungerete la Fiera della Lavanda. Vedrete solo il parcheggio, una strada bianca e alcuni gazebo bianchi. Un piccolo filare viola vi darร  il benvenuto. Non demoralizzatevi, quello รจ solo un assaggio, voi seguite il cartello Fiera della Lavanda e abbiate fiducia. Dietro i gazebi della Fiera finalmente si scoprono i filari di lavanda magnificamente colorati. Perchรฉ la lavanda ha molti colori che vanno dal blu scuro al viola dal bianco al rosa. Non solo si presenta in cosรฌ variegata, ma le lavande sono anche cespugli di diversa intensitร  di profumazione e di diversa altezza.
Potete anche coraggiosamente affrontare il labirinto di lavanda, ma attenzione, le siepi sono basse. Se avete piรน di tre anni non riuscirete a perdervi. Perรฒ รจ divertente ugualmente.

Olfatto

Il profumo รจ ovunque. Nei campi, nei banchetti dove si intrecciano fiori per farne dei bouquet, nellโ€™angolo della vendita al pubblico. Sfiorate i fiori o le foglie e nella mano vi resterร  un leggero aroma di lavanda.

Tatto

Anche il tatto ha i suoi diritti. Saponi, creme, oli da massaggio, vi aspettano. Una piccola curiositร : lโ€™olio essenziale di lavanda รจ ottimo sulle ustioni da medusa e dopo la puntura da zanzara. Portatelo con voi se andate al mare, per togliere il bruciore causato dalle piccole e insidiose pesti del mare. Lโ€™olio detto essenziale non macchia, potete fare la prova sulla carta da cucina e vedrete che non lascia traccia nรฉ alone. Come lโ€™acqua.

 

Il Lavandeto di Assisi

Gusto

Lโ€™olio essenziale di lavanda si presta a tutto, buono per marmellate e gelatine e sciroppi. Ne hanno fatto anche un gelato dal colore caratteristico e dal sapore delicato. Comunque, tranquilli, alla Fiera della Lavanda potete anche farvi fare un panino col salame al sapore di salame e basta.

Udito

Le lavande non fanno rumore, sono molto silenziose. I suoni provengono dalle voci dei visitatori e da quelle delle guide che illustrano le caratteristiche e le proprietร  delle protagoniste.
Per fare le foto dovrete pazientare perchรฉ ci sono sempre visitatori in mezzo ai filari. Aspettate, magari allโ€™ombra, davanti al laghetto delle ninfee, perchรฉ i filari viola con Assisi sul fondo, adagiata sulla collina e dominata dalla fortezza, non li trovate nรฉ nel Luberon e nemmeno sul Col di Nava.

Un po' di storia non guasta

La Lavandula Spica, questi sono nome e cognome botanici della pianta, assieme alle sue 7000 sorelle, รจ stata molto amata nellโ€™antichitร  anche dai pellegrini che attraversavano lโ€™Umbria per andare in Terra Santa. Si lavavano con lโ€™acqua profumata, oppure, in mancanza di acqua, si sfregavano energicamente i fiori sul corpo per nascondere lโ€™afrore che emanavano. La santitร  della loro missione non era sufficiente a tenerli puliti.

ยซSiamo nati con le macerie della Grande Guerra, abbiamo resistito alla Seconda Guerra Mondiale, siamo passati indenni dalla Prima alla Seconda Repubblica e abbiamo dato lavoro a tanti giovani, dopo la crisi economica degli anni 2000. Questa รจ la Cooperativa Pescatori del Trasimenoยป.

Ogni mattina, dโ€™estate e in inverno, con la tramontana o con la nebbia, con il buono o il cattivo tempo, i pescatori partono con le loro barche e le loro reti – veri e propri simboli della loro passione – alla conquista del pesce del lago Trasimeno. Uno specchio dโ€™acqua che, benchรฉ poco profondo, ha una fauna ittica molto ricca. Pesci pregiati o di poco valore, di mercato o predatori, riempiono ogni giorno le maglie delle reti della Cooperativa Pescatori del Trasimeno, fondata a San Feliciano nel 1928 che a oggi conta 30 soci pescatori e 13 persone a terra.

 

Foto by Cooperativa Pescatori del Trasimeno

 

ยซLโ€™obiettivo della Cooperativa โ€“ che lo scorso anno ha festeggiato 90 anni di storia – รจ quello di dare lavoro ai giovani: molti, infatti, a causa della crisi economica degli ultimi anni si sono riavvicinati a questo lavoro. C’รจ perรฒ anche lo scopo di valorizzare con la sostenibilitร  il Trasimeno, raccontandone la storia e il suo ambiente che รจ, giorno dopo giorno, sempre piรน a rischio. Il lago sta collassando, le sue acque poco profonde lo rendono molto precario e delicato; qualsiasi evento lo puรฒ danneggiare, anche una semplice siccitร . Inoltre, sta perdendo la sua biodiversitร  e manca sempre piรน spesso il pesce pregiato mangiato dai cosidetti pesci predatori. Per questo stiamo cercando con tutti gli attori coinvolti – Regione Umbria, Arpa, Legambiente, Ispra โ€“ di monitorarlo, ma servirebbe un aiuto concreto da parte della Comunitร  Europea. Facciamo fatica a sopravvivere e la mancanza di risorse di certo non aiuta: lo smantellamento delle Province, ad esempio, ha avuto un forte impatto su di noi. Loro si occupavano a 360 gradi del Trasimeno; oggi invece cโ€™รจ unโ€™assenza totale di un soggetto che si occupi del lago e di tutto quello che lo circondaยป spiega Valter Sembolini, amministratore delegato della Cooperativa Pescatori del Trasimeno.

 

Foto storica della Cooperativa Pescatori del Trasimeno

 

Si tratta di una vera e propria azienda che trasforma e commercializza il pesce catturato dai suoi pescatori: innovazione, consapevolezza, conoscenza, educazione e sostenibilitร  sono la missione della Cooperativa, che mette in moto ogni giorno unโ€™economia circolare a tutti gli effetti. ยซTra noi pescatori e lโ€™indotto che coinvolgiamo (ristoratori e altri soggetti) diamo lavoro a circa 200 persone, il settore ittico รจ un anello fondamentale del turismo del Trasimeno. Ovviamente oggi non ci occupiamo solo di pesca: trasformiamo, vendiamo a km zero, facciamo innovazione e puntiamo sul turismo con il trasposto pubblico. Purtroppo solo di pesca non si riesce piรน a vivereยป aggiunge Sembolini.
Il bottino dei pescatori puรฒ essere acquistato direttamente in Cooperativa oppure degustato nei migliori ristoranti del Trasimeno, che vengono quotidianamente riforniti.

Per vivere il Trasimeno come dei veri pescatori

La Cooperativa Pescatori del Trasimeno vive anche di attivitร  extra. Organizza battute di pesca per essere pescatori per un giorno, per vivere unโ€™avventura a stretto contatto con la natura del lago: provare lโ€™emozione dellโ€™uscita allโ€™alba sulle tipiche imbarcazioni dei pescatori, posizionare le reti, raccoglierle e tornare a casa con il pescato.
Per chi ama il buon cibo – in particolare il pesce – vengono organizzati corsi di cucina in collaborazione con Slow Food per far conoscere le ricette tradizionali dellโ€™area. Il piatto forte รจ sicuramente il pesce dโ€™acqua dolce (carpa, persico reale, tinca, anguilla, gamberone…) che in molti considerano meno buono del cugino di mare e piรน difficile da cucinare.
ยซQuando, tra un anno, avremo realizzato la nostra Locanda del Pescatore si potrร  consumare il pescato direttamente con noi e inizierร  la vera attivitร  di cucinaยป conclude lโ€™amministratore delegato.
รˆ possibile anche immergersi nella natura con escursioni nei luoghi piรน affascinanti, per osservare e fotografare le varie specie faunistiche presenti o – perchรฉ no – per un tuffo in acqua; oppure organizzare weekend e serate in spiaggia con musica e grigliate di pesce.

 

Foto by Cooperativa Pescatori del Trasimeno

Ambienti ampi ed eleganti, arredi dโ€™epoca e un balcone verde affacciato sul Trasimeno: Palazzo Pantini Nicchiarelli รจ ciรฒ che si dice un vero e proprio angolo di paradiso incastonato nel centro storico di Castiglione del Lago.

Palazzo Pantini Nicchiarelli, foto di Paola Butera

 

Sorto sulle vestigia di un edificio medievale, Palazzo Pantini Nicchiarelli fu eretto, per volere di un membro della rinomata famiglia Pompilj, durante lโ€™epoca napoleonica. Giovanni Pompilj era inoltre un tale estimatore del lavoro dellโ€™amico Giuseppe Piermarini, architetto folignate progettista del Teatro alla Scala di Milano, che volle replicarne lo stile in questa sua villa adagiata sullo sperone occidentale del Lago Trasimeno.
E cosรฌ che proprio dal teatro meneghino prese spunto per la realizzazione non solo dellโ€™ingresso con la scala semicircolare e la cupola, ma anche per la facciata austera e per gli originali affreschi a trompe lโ€™ล“il. Proprio gli affreschi sono al momento centro di unโ€™attenta opera di restauro. Tra quelli del piano nobile – neoclassici, con soggetti mitologici e dellโ€™antica Roma – ne รจ stato recentemente individuato uno nuovo, risalente ad almeno due secoli prima degli altri: ciรฒ dimostrerebbe come la villa sia stata eretta sulla base di un edificio ancora anteriore.

 

Foto di Paola Butera

 

La bellezza senza tempo di Palazzo Pantini Nicchiarelli ha perรฒ rischiato di essere intaccata: durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fu sede degli Stati generali, subรฌ infatti delle modifiche interne che ne deturparono definitivamente alcune pareti, prima completamente affrescate. Resta perรฒ una residenza dโ€™epoca di grande pregio, con i suoi saloni, gli arredi, i soffitti finemente affrescati, cosรฌ come lo spazioso giardino panoramico affacciato sulle mura federiciane dellโ€™acropoli, attrezzato con una tensostruttura di ultima generazione. Secondo lo studio di alcuni disegni antichi, una parte di questo meraviglioso balcone verde era un tempo parte del vicino Palazzo della Corgna.

 

Una vista mozzafiato, foto di Paola Butera

Sembrano le coordinate giuste per un matrimonio da sogno: Palazzo Pantini Nicchiarelli รจ infatti la location ideale per ricevimenti ricercati ed esclusivi, capaci di offrire agli invitati unโ€™atmosfera intima e una vista impareggiabile sul Lago Trasimeno. Non solo, il Palazzo mette a disposizione una selezione di fornitori capaci di soddisfare ogni esigenza: ristoratori, cuochi, staff di cucina e camerieri, ma anche fotografi, video-makers, parrucchieri e arredatori pronti a realizzare allestimenti esclusivi anche per meetings, eventi ed esposizioni.
Le sale, illuminate in maniera naturale grazie alle ampie vetrate, consentono infatti di mettere in mostra nuove linee aziendali o di esporre opere dโ€™arte in una cornice pressochรฉ inimitabile.

 

 


Palazzo Pantini Nicchiarelli

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