L’Incoronazione della Vergine, commissionata a Raffaello e terminata dalla sua bottega, sarà visibile fino al 7 gennaio 2026 a Perugia, all’interno di Isola San Lorenzo – Museo del Capitolo della Cattedrale, in una mostra dal titolo:” L’ATTESO RITORNO. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani“.
La Chiesa di Santa Maria Assunta è da sempre un punto di riferimento religioso per il quartiere di Monteluce a Perugia. Quando vi si entra quello che salta subito all’occhio è il dipinto sopra l’altare maggiore che, con la sua imponente cornice dorata, domina la navata. Durante le funzioni non si può non ammirarlo. È lì, maestoso che ti guarda e si fa guardare. Si tratta della riproduzione dell’Incoronazione della Vergine realizzata nel 1831 dal pittore romano Giovanni Silvagni.

L’originale, esposto nella Pinacoteca Vaticana a Roma, dopo due secoli – lasciò infatti la chiesa di Monteluce nel 1797 a seguito del Trattato di Tolentino e venne portato a Parigi – è tornato a Perugia e può essere ammirato fino al 7 gennaio 2026, nella mostra L’ATTESO RITORNO. Raffaello per Monteluce dai Musei Vaticani all’interno di Isola San Lorenzo– Museo del Capitolo della Cattedrale. Ciò è stato possibile grazie a un lavoro lungo e condiviso tra l’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e i Musei Vaticani.
«Dialogando con l’Arcivescovo Ivan Maffeis è maturata l’idea di regalare alla città una proposta culturale legata al Giubileo della Speranza. La scelta è ricaduta su l’Incoronazione della Vergine che racconta la Speranza attraverso il sepolcro fiorito dove è stata sepolta Maria. Per me questo ritorno ha un valore doppio: non solo come Direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, ma soprattutto come monteluciano DOC e frequentatore e fedele della parrocchia di Monteluce. Un carburante molto forte per lavorare a un progetto importante, coraggioso e ambizioso. Per chi frequenta la chiesa, quell’opera – o meglio, la sua riproduzione – è da sempre il punto focale di ogni celebrazione. L’ho avuta davanti agli occhi fin da bambino e poter partecipare al suo ritorno (anche se temporaneo) mi rende molto orgoglioso e felice. A tal proposito vorrei anche ricordare Don Luciano Tinarelli – scomparso qualche anno fa – che nei suoi tanti anni come guida della comunità religiosa ha organizzato gite ai Musei Vaticani per portare i fedeli ad ammirare l’originale, per lui molto significativo. Oggi sarebbe felicissimo di questo ritorno» racconta Alessandro Polidori, direttore del museo.

Una lunga storia
La storia di questo quadro inizia nel 1505 (proprio 500 anni fa) quando le Clarisse di Santa Maria di Monteluce commissionarono a Raffaello Sanzio la sua realizzazione, portata poi a compimento nel 1525 dagli allievi Giulio Romano e Giovan Francesco Penni.
L’Incoronazione della Vergine – «la tavola più considerabile che sia in Perugia», come scrisse l’erudito locale Baldassarre Orsini nel 1784 – lasciò la chiesa di Santa Maria Assunta nel 1797 a seguito del Trattato di Tolentino per essere portata a Parigi; dopo il Congresso di Vienna, Antonio Canova fu incaricato da Papa Pio VII di recuperare il patrimonio che era stato trafugato dallo Stato Pontificio e riuscì a riportare a Roma la tavola, che entrò a far parte della Pinacoteca Vaticana. Nel 1830 le monache chiesero la restituzione «del nobil quadro a loro appartenente», ma a causa della precaria situazione economica in cui versava il monastero, non riuscirono nell’impresa, quindi l’opera rimase in Vaticano. Per questo il suo ritorno a Perugia è un evento atteso da due secoli.

L’imponente tavola – divisa in due parti – non veniva rimossa dalla parete in cui si trovava dal 1984, quando fu restaurata: «Gli attuali restauratori del Museo non sapevano bene nemmeno com’era composta sul retro: è stata un’occasione per ristudiarla e per poter mettere in pratica alcuni interventi di consolidamento del supporto ligneo. Stiamo parlando di un progetto molto coraggioso e ambizioso, supportato dal direttore dei Museo Vaticani, Barbara Jatta, e della sua squadra: movimentare un’opera così complessa non era affatto semplice e scontato» prosegue il direttore.

Il percorso espositivo
Se la copia domina la chiesa, l’originale s’impone all’interno della sala espositiva di Isola di San Lorenzo-Museo del Capitolo. Appena si entra lo sguardo non può non essere catturato dalla sua imponenza e dalla luce che sprigionano i suoi colori vivi.
Ma non è sola. Condivide la stanza con altre due opere per la prima volta riunite insieme: la predella con Storie della Vita della Vergine Maria, eseguita dal pittore perugino Berto di Giovanni (concessa in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria), e il quattrocentesco Crocifisso di Giovanni Teutonico, conservato ancora oggi nel Monastero delle Clarisse di Santa Maria di Monteluce in Sant’Erminio – dove vivono attualmente le monache dopo aver lasciato il convento ubicato accanto alla chiesa. L’ex monastero poi ospitò per anni l’ospedale di Perugia, oggi è sede di uffici comunali.

La predella – inizialmente commissionata a Raffaello, ma poi realizzata da Berto Di Giovanni – è divisa in quattro scene e racconta quattro passaggi cardine della vita di Maria: nascita, presentazione al tempio, sposalizio e transito (morte). Predella e pala, dopo 200 anni si sono rincontrare. Infatti, fino alla loro divisione formavano un unico apparato decorativo che si trovava sopra l’altare maggiore della chiesa di Monteluce; erano incorniciate da una grande cornice dorata, parte della quale ancora visibile oggi. La predella, al contrario della tela, non venne mai riprodotta, esiste solo l’originale conservata nella Galleria Nazionale dell’Umbria.

La mostra, organizzata in occasione dell’Anno Giubilare dedicato alla Speranza, è articolata in tre passaggi e si configura in un percorso metaforico che l’uomo può compiere fino a giungere davanti alla grande tavola. Il visitatore è condotto alla scoperta di un’opera di confine: tra il genio di Raffaello e la forza della bottega, tra la clausura e la città , tra la storia dell’arte e la spiritualità . Nell’Incoronazione della Vergine Assunzione e Incoronazione si fondono in un unico momento pervaso di gloria, stupore e speranza; l’iconografia è narrata dalla forza della tavolozza cromatica: la luce dorata del cielo corona i blu plumbei degli scorci nuvolosi del paesaggio sullo sfondo e la varietà dei colori delle vesti degli apostoli accorsi a contemplare il miracolo sulla terra. L’esposizione desidera anche approfondire parte del contesto storico, artistico e spirituale del monastero delle Clarisse di Monteluce come testimone di una fede mai interrotta e caratterizzata da un’inesauribile speranza nelle pur complesse vicende del convento.
Per visitare la mostra:
Tutti i giorni: 10:30 – 13:30 / 14:30-19:00
Visite guidate in calendario:
giovedì ore 21:00
venerdì ore 17:00
sabato e domenica ore 11:00 e 17:00
Ticket: https://isolasanlorenzo.it/latteso-ritorno/
Per programmare la visita
Per info e visite guidate: info@isolasanlorenzo.it
Per attività educative rivolte a scuole, famiglie, parrocchie: edu@genesiagency.it
Agnese Priorelli
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