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Ho fatto qualche domanda al mio amico Lorenzo Barbetti sul suo romanzo dโ€™esordio, Una balena bianca non volerร  mai (Giovane Holden Edizioni, 2021) perchรฉ incuriosita da una vicenda che ci vede un poโ€™ tutti protagonisti, che si svolge in luoghi in cui vivo e sono cresciuta: una storia che potrebbe essere quella di ognuno di noi.

 

Lorenzo Barbetti

Una balena bianca non volerร  mai: un titolo accattivante coadiuvato da una copertina che non passa inosservata. La storia perรฒ รจ ambientata a Perugia, capoluogo di una regione in cui non cโ€™รจ nemmeno il mare. Che significato ha il titolo, dunque?

Il titolo originale โ€“ Loser, che faceva riferimento tanto alla figura del perdente quanto alla canzone omonima di Beck che ritorna varie volte allโ€™interno del romanzo โ€“ non mi convinceva. Un mio amico, al quale ho fatto leggere il manoscritto, mi ha allora suggerito la figura della balena bianca, che appare al protagonista in un momento cruciale della storia come una sorta di visione e si porta dietro delle considerazioni che possono in un certo senso essere applicate allโ€™intero romanzo. In ogni vicenda che il protagonista vive, infatti, si ritrovano dei concetti, legati al suo sentire, suggeriti proprio da quella bianca balena. Questo mio amico โ€“ Leonardo Zaroli โ€“ ha ideato conseguentemente anche la copertina, che poi รจ stata disegnata con la collaborazione di Anna Scatolini e di Thea Corpora: giร  dopo un primo sguardo si riesce a entrare perfettamente nel mood del libro. Il fatto che lโ€™ideatore del titolo abbia realizzato anche la copertina dona al volume una continuitร  eccezionale.

Nel caso della narrativa, quasi mai un autore scrive una storia solo per il gusto di raccontarla. Spesso cโ€™รจ dietro unโ€™esigenza, un impulso viscerale, il bisogno di mettere le carte in tavola e di fare i conti con qualcosa o con qualcuno. รˆ davvero cosรฌ?

Il libro nasce da un racconto che scrissi nel 2017 per un concorso. Concorso che vinsi, ma la cosa piรน importante รจ che per la prima volta mi ero approcciato nella scrittura vera e propria. Fino a quel momento, infatti, avevo raccontato storie fini a sรฉ stesse e senza la logica universale che solitamente permette di accomunare lettori diversi. Quel racconto mi mise nella testa lโ€™idea che potevo scrivere qualcosa con una logica, con un senso, che potesse essere apprezzato anche da altre persone. Una balena bianca non volerร  mai nasce quindi non solo dallโ€™esigenza di raccontare delle storie, ma anche dal cambiamento che stavo avendo in quel periodo. Ho inserito eventi del mio vissuto, di quello dei miei amici, racconti che avevo ideato in precedenza e che volevo riutilizzare, cosรฌ come citazioni dal cinema e dalla musica (cโ€™รจ anche una playlist su Spotify ispirata al libro che vi consiglio di ascoltare, nda), in modo da creare un mix che potesse piacere anche a qualcuno allโ€™infuori di me. Un conto รจ scrivere per sรฉ stessi, un altro รจ farlo per qualcuno che non ti conosce e che non sa quali sono i tuoi gusti: naturalmente a me piace quello che scrivo โ€“ come penso succeda a chiunque si approcci alla scrittura โ€“ perรฒ la vera sfida รจ farlo con lโ€™idea che qualcuno con un retroterra diverso possa comunque leggere con piacere quello che hai prodotto.

Insomma, scrivere qualcosa che possa accomunare lettori diversi, magari perchรฉ emblematico di una generazione. Penso in particolare alla nostra, cioรจ quella dei nati negli anni Novantaโ€ฆ

Sรฌ, senza dubbio, anche perchรฉ i riferimenti fanno proprio capo alla cultura pop di quegli anni. Perรฒ devo dire โ€“ e lo affermo con estrema soddisfazione โ€“ che i primi riscontri che ho ricevuto sul romanzo sono venuti da persone che non sono di quella generazione, ma che, leggendo, hanno potuto rivivere certe vicende della propria vita. Si sono identificate con alcune scelte del protagonista, con i suoi pensieri, con alcuni eventi che egli si trova a gestire. E questo mi fa molto piacere perchรฉ significa che Una balena bianca non volerร  mai ha una portata piรน ampia, che nasce dagli stilemi di una generazione ma non si ferma solo a quella.

Nel caso della narrativa, le vicende sono piuttosto plausibili. Non hai pensato che la gente potesse credere che tutto quello che leggeva fosse una biografia romanzata di Lorenzo Barbetti? Se sรฌ, questo ti ha in qualche modo frenato nel farlo leggere a conoscenti e amici? E, ancor prima, ha interferito nel processo di scrittura?

Sicuramente partire dalla propria esperienza รจ quasi fisiologico โ€“ non credo che esistano autori, nemmeno maestri della letteratura fantastica mondiale, che non inseriscano la propria esperienza in quello che scrivono – ma tutto viene comunque rielaborato. Nel caso di Una balena bianca non volerร  mai non mancano delle parti completamente inventate che perรฒ sono funzionali alla storia. Parafrasando una massima piuttosto famosa, non bisogna mai fidarsi di uno scrittore perchรฉ tutto quello che si dice potrร  essere riutilizzato: che sia una notizia di cronaca o un racconto altrui, va tutto a stimolare lโ€™immaginazione. Molti mi hanno chiesto se fossi io il protagonista della storia e se avessi trascritto pari pari la mia vita. Diciamo che il protagonista รจ quello che Henry Chinaski รจ per Charles Bukowski: la sua versione romanzata. Questo mi diverte, piรน che spaventare, perchรฉ รจ come un gioco per me come credo per chi mi conosce almeno un poโ€™. Dโ€™altro canto il protagonista non fa niente di scabroso o di illegale, ma solo esperienze che chiunque ha fatto almeno una volta nella vita. Ancora non ho motivo di essere preoccupato, ho in mente di scrivere cose ben peggiori! (ride, nda).

Cโ€™รจ stata qualche trasformazione dallโ€™inizio della stesura al momento in cui hai scritto la parola โ€œfineโ€? Non parlo solo dei personaggi, ma anche dellโ€™autoreโ€ฆ

Ho scritto il libro nel corso di un anno, facendo tre stesure diverse, limando e aggiustando, perciรฒ alcuni elementi sono cambiati per forza. Naturalmente ce ne sono stati alcuni tecnici โ€“ ispessimento di alcuni personaggi, descrizioni piรน ricche, nuove vicissitudini, aggiustamenti nella forma e nellโ€™agilitร  di alcuni passaggi. E poi sono cambiato io, tanto che, rileggendo, ho sentito di dover modificare alcune cose, specie quelle che mi era costato piรน mettere su carta. Perรฒ mi sono detto che quei passaggi cruciali li avevo scritti in un momento in cui nella mia testa cโ€™era unโ€™idea ben precisa e che quindi dovevo tenervi fede per evitare di snaturare il libro e la storia dal quale era scaturito. Quindi la struttura รจ stata sempre la stessa, dalla bozza alla terza stesura, anche perchรฉ lโ€™avevo studiata molto bene ed ero sicuro che funzionasse. Alla fine mi sono sentito quasi liberato: ero riuscito a finire il libro e, rileggendolo, alcune cose funzionavano. Stesso discorso per i personaggi: hanno compiuto un percorso, sia esso vincente o perdente non conta, lโ€™importante รจ che siano cambiati, che siamo cambiati insieme.

Nel libro cโ€™รจ un chiaro riferimento a Perugia e alla sua provincia, vista perรฒ in maniera completamente opposta rispetto a un filone molto noto della letteratura contemporanea dove essa รจ lโ€™emblema del non-luogo, dove tutte le ambizioni si perdono, dove tutto si appiattisce e dove la noia prende il sopravvento. รˆ stato difficile ambientarvi i personaggi e fare i conti con le peculiaritร  di luoghi in cui vivi la tua vita quotidiana?

Ho imparato, anche grazie alla fotografia, ad apprezzare quello che abbiamo in Umbria, non solo tracciando le rotte turistiche piรน canoniche, ma anche quelle piรน inaspettate. รˆ sempre possibile meravigliarsi della bellezza che si ha intorno. Quindi ambientare la storia a Perugia e, soprattutto, nella sua provincia, offre degli spunti inediti: se infatti per un giovane tra i 20 e 30 anni potrebbe apparire stretta, in realtร  la provincia offre la possibilitร  di essere cullati da una realtร  accessibile e familiare, piccola e molto accogliente. Io ne sono stato sempre affascinato, in particolare dalla sua non vivacitร , dal suo avere luoghi desueti e anche un poโ€™ desolati, dai suoi bar fermi agli anni Settanta. La trovo poetica. Per Una balena bianca non volerร  mai questo tipo di ambientazione era lโ€™ideale – il sottotitolo iniziale del libro era, appunto, Ovvero la mediocre storia di giovani di provincia – perchรฉ essa รจ un luogo in cui le cose piatte prendono vita, dove la noia diventa quotidianitร , dove o emergi per scappare o impari a nuotare.

Nel libro il protagonista racconta le vicende in prima persona con uno stile che potremmo definire, senza troppe remore, cinematografico: un modo di scrivere che, nella sua disarmante semplicitร , nasconde perรฒ regole ben precise e non lascia nulla allโ€™improvvisazione. Ce ne puoi parlare?ย 

Sono sempre stato affascinato dal mondo dietro al cinema, ovvero dalla sceneggiatura. In questo senso ho potuto fare varie esperienze non solo grazie al mio percorso di studi, ma anche a Penumbria Studio, il collettivo di videomaking di cui faccio parte. Quello cinematografico รจ uno stile in cui bisogna asciugare e asciugare, raccontando anche cose molto personali e complesse con pochissime parole. Per non parlare di tutto il corollario di gesti e movimenti che caratterizzano i vari personaggi e le interazioni tra di essi. Si tratta di uno stile che รจ molto visivo, senza orpelli; il protagonista stesso โ€“ che vorrebbe diventare uno sceneggiatore โ€“ pensa per immagini. E il lettore, ascoltando il racconto in prima persona del protagonista, non solo sperimenta esattamente le stesse cose, ma ha anche un punto di vista molto parziale, come con lโ€™occhio di una cinepresa. Al tempo stesso, รจ soggetto a una serie di espedienti narrativi che fanno capo al linguaggio cinematografico, come il montaggio serrato, il piano sequenza e cosรฌ via.

Forse รจ un poโ€™ presto per parlarne – visto che Una balena bianca non volerร  mai รจ uscito da soli pochi giorni – ma cโ€™รจ giร  qualche altro progetto allโ€™orizzonte?

Ho diverse idee che riguardano sia la scrittura, sia la seconda stagione di _lobba_, la storia a fumetti che pubblico a puntate su Instagram. Insomma, ho diversi progetti artistici allโ€™orizzonte, in cui ancora una volta cinema, scrittura, fotografia, disegno e musica si compenetrano. Ma non voglio svelare troppo!

 


Una balena bianca non volerร  mai

Lorenzo Barbetti

Giovane Holden Edizioni, Viareggio (LU), 2021

Pagine 163

Sulla stele a lui dedicata, posta nellโ€™atrio della Castellina a Norcia, รจ scritto: ยซAntonio Ferriโ€ฆ Pioniere degli studi sui fenomeni aerodinamici e termo-fluido-dinamici delle altissime velocitร . Geniale progettista, apriva nuovi campi della scienza, proiettando lโ€™uomo alla conquista dello spazioโ€ฆยป.

Il geniale Antonio Ferri, nato in Umbria nella bellissima Norcia nel 1912, fu un ingegnere aeronautico che diede vita agli studi sulle velocitร  ultrasonore e avviรฒ un eccezionale impulso al progresso aeronautico e spaziale. Fu il primo a sviluppare la ricerca sul volo supersonico e spaziale, aprendo la strada al mondo su nuovi orizzonti da scoprire.

Antonio Ferri

Tra gli anni Trenta e Settanta รจ stato il riferimento mondiale tra le autoritร  scientifiche in materia di volo supersonico, ipersonico e spaziale. A partire dal 1937, Antonio Ferri intraprese gli studi nel centro di ricerca di Guidonia, divenendo il riferimento scientifico mondiale per le alte velocitร  aeronautiche e realizzando, per le sue analisi, la prima galleria del vento supersonica.
Durante la Seconda Guerra Mondiale – dopo lโ€™8 settembre 1943 – rifiutรฒ di trasferirsi in Germania per continuare le sue ricerche ma scelse di far parte della resistenza partigiana nellโ€™Appennino umbro-marchigiano. Nel 1944 andรฒ a lavorare e fare ricerca in U.S.A., su invito personale del Presidente Roosevelt.

Gli innumerevoli studi

I profili alari per le alte velocitร  aeronautiche, i problemi di rientro nellโ€™atmosfera terrestre dei velivoli spaziali, la ricerca sulla combustione supersonica e sulla termo-fluidodinamica e molto altro, furono tra gli studi che Antonio Ferri compรฌ dando soluzioni ai problemi che, altrimenti, non avrebbero reso possibile molte imprese memorabili in campo spaziale e aeronautico.
Nel tempo lโ€™ingegnere fu consulente dei Presidenti statunitensi, Kennedy, Johnson e Nixon. Dobbiamo ricordare che il 15 dicembre 1964, con la missione San Marco, fu lanciato il primo satellite italiano nello spazio e lโ€™Italia รจ stata tra le prime Nazioni al mondo, dopo URSS, USA e Canada, a inviare un oggetto oltre lโ€™atmosfera terrestre. Il celeberrimo programma spaziale americano Shuttle ha goduto di importanti e fondamentali contributi del genio dellโ€™ingegnere nursino.

Antonio Ferri stringe la mano al presidente Kennedy

Ancora oggi i suoi studi sono di grande attualitร  scientifica e tecnologica, per la realizzazione e il miglioramento di velivoli aeronautici a lunga percorrenza e con velocitร  ipersoniche. Il folignate Arnaldo Ceccato, generale in congedo dellโ€™Aeronautica Militare, ha scritto una dettagliata e interessante opera, Il genio italiano di Antonio Ferri. Dal muro del suono allo spazio, dove racconta dellโ€™affascinante e movimentata vita dello studiatissimo e geniale scienziato umbro. Il generale Ceccato, durante un periodo del suo lavoro, trattava documenti e atti riservati, che gli permisero di venire a conoscenza delle pubblicazioni del Ferri. Lโ€™ingegnere umbro veniva considerato come il riferimento principale al mondo, per tutti gli studiosi di aerodinamica supersonica.

ยซIl dialetto non si salva solo con le poesie, le commedie e i festival. Si tramanda anche infilandolo nel discorso, come un cetriolino in un panino. รˆ un po’ snob, lo ammetto. Ma mica possiamo parlare tutti ingleseยป. Beppe Severgnini

Con la quarta puntata di #Di(a)lettiamoci – il tour che vi porta alla scoperta dei dialetti umbri – ci spostiamo a Foligno: cittร  in cui il patriottismo locale regna sovrano, dove non amano particolarmente Perugia โ€“ vorrebbero avere una provincia tutta loro – e dove l’attaccamento al territorio e il dialetto sono molto sentiti. Dopotutto sono sempre lu centru de lu munnu!
Giovanni Ruiu folignate D.O.C. che fa parte della redazione della rivista Stuzzicadenti ย – che racconta il territorio e le storie di Foligno – senza pensarci troppo, ha scritto lโ€™articolo e me lo ha inviato bell’e pronto: ยซPur di non farci mettere mano a una perugina, hai fatto tutto tu!ยป ho esclamato. ยซDovrei dire che non รจ cosรฌ, perรฒ un pochetto sรฌ, via!ยป. Quindi vi lascio condurre da Giovanni alla scoperta del dialetto folignate, delle sue parole e dellโ€™essenza di Foligno.

Facemo a capisse…

Giovanni Ruiu

Semo jente de Fulignu, semo fatti cuscรฌ: queste le parole cantate da Massimo Bagnato di cui ogni folignate un poโ€™ si risente, sia quelli che non je sta vene (non gli sta bene) – la j la mettemo dappertutto – sia a quelli che je sta vene (gli sta bene). Perchรฉ semo fatti realmente cuscรฌ, un poโ€™ incazzosi e un poโ€™ rompi scatole, ma tanto socievoli. Il patriottismo folignate ci contraddistingue, basta chiedere anche a un solo vecchietto che trovi in piazza da dove viene e lui ti risponderร  da Fulignu, al massimo forse dalla zona de appartenenza. Eh giร  perchรฉ, noi ce litigamo le zone, Prato Smeraldo e Sportella Marini se possono vedรฉ poco, Cave e Maceratola non so stati mai troppo amici, li Vurruni – un paesino che si chiama Borroni – e limitrofi non ne parliamo.
Comunque, in qualsiasi zona tu ti trovi, sentirai le parole finire sempre e solo con una lettera: la U, infatti, approposito de esse incazzusu, basta pocu pe piร  focu.

Nรฉ capoluogo nรฉ marchigiani

E quello che non sopportiamo piรน di tutto รจ quando i nostri meriti li associano agli altri: perchรฉ non ci nascondiamo dietro a un dito, a noi il capoluogo non ci piace, non ce la facemo a sentรฌ parlร  co ‘n gatto nta la vocca – la B e la V per noi sono uguali – i folignati pensano che i perugini parlano con un gatto in bocca, il famoso donca.
E quando ci dicono di essere simili ai marchiciani (marchigiani) io vorrei far notare questo: la storia insegna che il popolo degli Umbri insediรฒ i territori dallโ€™attuale Lazio, arrivando a Foligno e dirigendosi verso il mare, quindi diciamo la veritร , non semo noi quelli fori luogo, ecco. E se questa puรฒ sembrare una magra consolazione, pacenza (pazienza) a noi ce basta, e come se dice da noi, chi spizzica non digiuna (meglio poco che niente, lโ€™importante รจ accontentarsi).

 

La cattedrale di San Feliciano. Foto di Enrico Mezzasoma

Velli e impossibili

E non posso non dedicare due parole ai paesetti de montagna, perchรฉ so il nostro collegamento al mare, il nostro motore agricolo, lโ€™origine delle parole piรน strane, e poi perchรฉ me sentirei rinfacciร  la frase chi fiji chi fijiastri? (Alcuni sรฌ e alcuni no?). Quindi o tutti o nessuno. Foligno รจ questo e molto di piรน: ma dโ€™altronde non basterebbe un articolo per spiegare quanto semo velli (siamo belli) ma anche quanto semo intoccabili, praticamente come una bella donna che perรฒ รจ accompagnata; ma dโ€™altronde, come direbbe un mio caro amico de Cifo: ยซLi rigori se tirano da lu portiere, mica a porta votaยป (non รจ sempre facile fare delle coseโ€ฆ). Per concludere: forza Foligno sempre!

 


Le puntate precedenti

Perugino

Eugubino

Castellano

Nellโ€™ambito della misura 19 del PSR Regione Umbria 2014-2020, Il Gal Trasimeno Orvietano insieme ad altri tre Gal dellโ€™Umbria, le associazioni di categoria del commercio regionali, รจ impegnato in un progetto di cooperazione interterritoriale denominato โ€œOsterie del Gustoโ€.

Lโ€™obiettivo principale del progetto รจ la promozione di un circuito innovativo che riguarda il settore della ristorazione e che valorizzi la grande tradizione culinaria e agroalimentare della nostra regione. Nella prima fase del progetto sono stati individuati il nome del circuito – Gustum – con il relativo logo e la redazione del disciplinare dedicato alle aziende interessate ad entrare e fare parte del circuito. Vista lโ€™importanza che il settore della ristorazione riveste nei nostri territori, i 4 Gal hanno deciso di contribuire in maniera sinergica allo sviluppo di questo settore, che rimane strategico per lo sviluppo del territorio con lโ€™avvio della seconda fase dove verranno selezionate le imprese che entreranno a fare parte del circuito. Lโ€™adesione al circuito diventa pertanto una possibilitร  importante che porterร  dei vantaggi alle imprese, primo fra tutti la possibilitร  di fare parte di un circuito itinerario gastronomico che sarร  successivamente promosso a livello nazionale e permetterร  di instaurare rapporti commerciali con aziende del comparto agroalimentare di prodotti tipici umbri. Saranno selezionate 72 aziende della ristorazione a livello regionale di cui 18 nellโ€™area Trasimeno โ€“ Orvietano che abbaino appartenenza e legame con le tradizioni culinarie e i prodotti del nostro territorio, che garantiscano il rispetto scrupoloso delle norme igieniche e di sicurezza alimentare oltrechรจ qualitร  eticitร  e sostenibilitร . Il progetto verrร  realizzato nel triennio 2021-2023.

Lโ€™avviso pubblico รจ pubblicato sul sito del Gal Trasimeno Orvietano allโ€™indirizzo www.galto.info dal 4 maggio e resterร  aperto per 30 giorni per ulteriori informazioni, si rimanda al disciplinare che si trova online oppure si puรฒ richiedere contattando gli uffici del Gal.

Lโ€™evento Giallo Trasimeno, in programma il 23, 24 e 25 luglio 2021 a Tuoro sul Trasimeno (PG) e sulla sua Isola Maggiore, รจ un festival dedicato al poliziesco e al crime in genere. Ci sarร  spazio per autori e editori e per momenti dedicati allโ€™intrattenimento, allโ€™arte e ai prodotti tipici del lago Trasimeno.

 

Nasce Giallo Trasimeno, il Festival Letterario Nazionale riservato al seguitissimo mondo dei libri gialli, da una collaborazione del Comune di Tuoro sul Trasimeno, del GAL Trasimeno-Orvietano, delle ProLoco di Tuoro s/T e di Isola Maggiore, della Bertoni Editore e di Marco Pareti. Lโ€™evento avrร  luogo dal 23 al 25 luglio 2021, dove sarร  accolto nella splendida cornice del lago Trasimeno e si terrร  nelle suggestive location di Isola Maggiore, di Campo del Sole a Punta Navaccia e nel centro storico di Tuoro s/T.

 

 

Tre giorni dedicati al giallo, nei suoi generi poliziesco, fantascienza, storico, spionaggio, noir o thriller e ce ne saranno per tutti i gusti e tutte le etร , per adulti e per ragazzi. Gli appassionati del genere e non solo, che interverranno allโ€™evento, potranno apprezzare la presenza di illustri ospiti che, con la loro partecipazione, impreziosiranno la kermesse lacustre. Alla manifestazione Giallo Trasimeno, hanno aderito un gran numero di autori provenienti da tutta Italia e molti Editori di primo piano.
Il programma รจ denso di appuntamenti molto interessanti che, oltre alle presentazioni autoriali ed editoriali, prevedono una serie di eventi dentro lโ€™evento che renderanno particolare e dinamica questa Prima Edizione di Giallo Trasimeno.
Appuntamenti dedicati ovviamente al mondo dei libri gialli e allโ€™intrattenimento connesso al tema poliziesco e alla qualitร  dei prodotti tipici del territorio. Gli ideatori di Giallo Trasimeno hanno previsto, in seno allโ€™evento, un concorso letterario a premi dedicato ai gialli e composto da tre sezioni: la prima di racconti gialli inediti ambientati sul lago Trasimeno, la seconda di romanzi gialli inediti e la terza di romanzi gialli editi.
Per rimanere aggiornati sullโ€™evento Giallo Trasimeno, conoscere il programma dettagliato della manifestazione e il regolamento del concorso letterario, รจ disponibile la Pagina Facebook di Giallo Trasimeno.

Nellโ€™immaginario collettivo, allโ€™idea di Rivoluzione francese si associa la terribile immagine della ghigliottina, cosรฌ come a Napoleone Bonaparte (Ajaccio, 15 agosto 1769 – 5 maggio 1821, Longwood House, Longwood, Sant’Elena) corrisponde il ricordo delle incessanti campagne di guerra, che sconvolsero lโ€™Europa per oltre un ventennio, travolgendo nazioni e regimi e causando cinque milioni di morti.

A questo periodo dovrebbe essere associata anche unโ€™altra immagine: le sistematiche spoliazioni delle nazioni vinte che venivano umiliate nel loro patrimonio storico-artistico. I quadri e le sculture passarono in mano alla nazione francese, non per furto o per saccheggio, ma in seguito ad accordi internazionali. I drammatici eventi che portarono alle requisizioni segnarono indubbiamente il patrimonio regionale. Le spoliazioni vennero costantemente perpetrate nellโ€™arco di venti anni, dal 1797 fino al Congresso di Vienna del 1815.
Secondo lo storico Paul Wescher, le spoliazioni napoleoniche rappresentarono ยซil piรน grande spostamento di opere d’arte della storiaยป, inoltre lo storico sottolinea che Napoleone, pur non avendo una profonda cultura artistica, comprese subito ยซquale valore, in termini di prestigio e di propaganda, potevano avere le arti e le scienze per un regime politicoยป.

Il patrimonio umbro

In Umbria venne data grande importanza storica a Cimabue e Giotto e soprattutto al genio di Raffaello: ad aumentare la fama dellโ€™urbinate fu lโ€™uscita nel 1784 a Perugia di una guida della cittร , scritta dallโ€™architetto e teorico Baldassarre Orsini, intitolata Guida al forestiere per lโ€™Augusta cittร  di Perugia, moderna e agile descrizione finalizzata alla divulgazione degli straordinari tesori della cittร . Questo testo divenne ben presto un agile strumento nelle mani dei commissari napoleonici. Al suo interno la scelta delle opere piรน significative era facilitata da un comodo sistema di asterischi: gli asterischi andavano da uno fino a tre, ad esempio i capolavori di Raffaello e Barocci erano evidenziati da tre. Tinet, esperto dโ€™arte, scelto da Bonaparte per requisire le opere, fu a Perugia almeno in tre occasioni: durante questi soggiorni si dotรฒ della guida dellโ€™Orsini.
Alcuni capolavori non furono giudicati allโ€™altezza delle collezioni del Louvre e furono destinati ai musei dipartimentali in via di costruzione. Tinet scrisse al magistrato di Perugia per informarlo di essere stato incaricato, dietro ordine di Bonaparte, di ยซfare la scelta nelle chiese ed altri luoghi pubblici di questa cittร  di quadri, libri, manoscritti, e generalmente di tutti gli oggetti di Scienze e di Arti, che degne saranno di essere raccolte per poi trasportarsi in Francia nel museo della Repubblicaยป. Furono veramente poche le chiese e i complessi monastici e conventuali che furono risparmiati dalla visita del commissario francese. I quadri che furono individuati a Perugia calzavano alla perfezione con gli ideali estetici della cultura francese. Vennero requisite moltissime opere dโ€™arte: nel palazzo dei Priori la Pala dei Decemviri del Perugino, nella chiesa di Santa Maria di Monteluce lโ€™Incoronazione della Vergine, di Giulio Romano e Giovan Francesco Penni su disegno di Raffaello, e la Pala Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato.

 

Pietร , Pietro Vannucci detto il Perugino

Il ritorno a casa

Gli oggetti dโ€™arte requisiti giunsero a Parigi nel mese di luglio del 1798. Vennero organizzate una serie di celebrazioni per festeggiare l’entrata dei convogli in cittร , realizzando un vero e proprio corteo delle meraviglie. I commissari napoleonici requisirono tantissime opere, alcune delle quali tornarono in Italia, alcune anche in Umbria, grazie ad Antonio Canova, Ispettore Generale delle Belle Arti. Tra le opere che tornarono nel loro luogo di origine, e che oggi possiamo ammirare per la loro bellezza, spiccano sicuramente le opere del Perugino: il Polittico di San Pietro e la Pietร .
Il primo รจ databile al 1496-1500 e comprendeva vari pannelli da inserire in una grandiosa macchina d’altare. Ci fu una solenne inaugurazione dellโ€™altare il 13 gennaio 1500, dove Vasari lodรฒ il polittico e lo descrisse come la migliore opera esistente dell’artista a Perugia.[1]
Con le requisizioni napoleoniche del 1797 lโ€™opera venne trafugata, finendo divisa tra piรน musei francesi; ma grazie al recupero del Canova alcune parti del polittico oggi sono conservate presso la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria.
La seconda opera requisita รจ la Pietร  che giunse al Louvre, ma anche essa fu recuperata il 29 ottobre del 1815 e oggi conservata nella Basilica di San Pietro a Perugia. Si tratta di uno dei pannelli piรน elogiati da Orsini: ยซPietro in questa tavola ha voluto piuttosto seguitare il piacere dellโ€™occhio che soddisfare alla devozioneยป.[2]
Anche la Deposizione della croce di Federico Barocci, opera di inestimabile valore, venne trafugata dalla cittร  di Perugia. Il dipinto commissionato dal Collegio della Mercanzia, fu messo in opera, sullโ€™altare della cappella di San Bernardino, nel dicembre del 1569. La pala venne requisita il 24 febbraio 1797 e fu esposta al Louvre nel novembre 1798 e nel 1802 nella chiesa parigina di Nรดtre-Dame.
La pala bellissima e coinvolgente con i suoi splendidi, accesi e brillanti colori, porta lo spettatore a vivere un grande momento di pathos nello svenimento della Madonna, verso la quale accorrono le pie donne spaventate. รˆ presente un giovanissimo san Giovanni che abbraccia i piedi di Cristo ed inoltre รจ visibile il vento che muove le vesti degli uomini che stanno togliendo Gesรน dalla croce.[3]

 

Deposizione dalla croce, Federico Barocci.

 

Nellโ€™opera si intravede lโ€™evoluzione creativa del pittore che punta su una novitร  di tipo cromatico-strutturale; si รจ infatti avanzata lโ€™ipotesi che il Barocci fosse a conoscenza delle teorie sul colore di Leonardo da Vinci descritte nel suo Trattato della pittura.
Eccelso capolavoro di Raffaello, prelevato dalle truppe napoleoniche il 20 febbraio 1797 ed esposto al Louvre nel 1798, fu lโ€™Assunzione della Vergine, realizzata tra la fine del 1502 e gli inizi del 1503, per la cappella di Alessandra Baglioni, figlia di Braccio, magnifico signore di Perugia. Nella tavola centrale รจ visibile il tema dellโ€™Assunzione, mentre nella predella sono dipinte lโ€™Annunciazione, lโ€™Adorazione dei Magi e la Presentazione al tempio.
Lo scomparto centrale e la predella furono recuperati da Canova il 2 e il 21 ottobre 1815, ma furono trattenuti a Roma nella Pinacoteca Vaticana: la famiglia Oddi tentรฒ di recuperare il dipinto, inoltrando numerose richieste al segretario di Stato, cardinal Consalvi, ma il dipinto rimase nelle sale della Pinacoteca Vaticana.
Lโ€™opera, che era destinata ad una committenza di particolare prestigio, ripropone i modelli perugineschi, soprattutto nella parte inferiore dello scomparto centrale e nella predella.
Questo meraviglioso soggetto รจ possibile ammirarlo a Civitella Benazzone, frazione del comune di Perugia, dove nella chiesa parrocchiale รจ presente una copia datata 1518 e attribuita a Domenico Alfani. Dopo le spoliazioni napoleoniche molte opere di inestimabile valore storico-artistico lasciarono la nostra regione per non farvi piรน ritorno, altre confluirono nella collezione della Pinacoteca Vaticana, altre ancora invece tornarono in Umbria: cosicchรฉ ancora oggi possiamo ammirare il loro eccelso splendore.

 


[1] Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Firenze 2004

[2] Baldassarre Orsini, Vita elogio e memorie dellโ€™egregio pittore Pietro Perugino e degli scolari di esso, Perugia 1804.

[3] Francesca Abbozzo e Maria Teresa Castellano, Federico Barocci: il deposto di croce alla cappella di san Bernardino nella Cattedrale di Perugia: il restauro, studio e conservazione, Ancona, 2010

โ€œPapigno. 8 agosto 1826โ€ฆ dal profondo di un bosco e con il rumore delle cascate delle Marmore come sottofondo affermo di avere un solo scopo nella vita che intendo perseguire con costanza: fare paesaggiโ€.

Nella lettera al suo amico Abel Osmond, Jean Baptiste Camille Corot, uno dei piรน grandi artisti di tutti i tempi, afferma cosรฌ la sua volontร  di dedicarsi a questo genere di pittura. Corot, ospite nella villa dei conti Graziani a Papigno, svolse la sua attivitร  di pittura en plein air nella valle di Terni e Narni tra il luglio e il settembre del 1826, durante il suo primo viaggio in Italia. Da Papigno Corot si recรฒ nelle localitร  circostanti dipingendo la Cascata delle Marmore (TERNI), il Lago di Piediluco, i fiumi Nera e Velino, le rovine del Ponte di Augusto a Narni. Proprio su Papigno il grande artista realizzรฒ ben otto dipinti dal vero e tre disegni.

Opere conservate in musei di tutto il mondo e in collezioni dโ€™arte internazionali. Per far conoscere questo straordinario patrimonio storico ed artistico, lโ€™Associazione il Castello di Papigno ha realizzato il Percorso Corot Papigno.

โ€œLo scopo – spiega il presidente, Luigi Ascani – รจ anche quello di rigenerare un borgo e un territorio meravigliosi, che hanno subito in piรน di 70 anni del 1900 un forte inquinamento ad opera di una fabbrica di calciocianammide e poi successivamente uno stato di abbandonoโ€.

Il percorso sarร  inaugurato sabato 8 maggio, alle 11, nella piazza di Papigno, da dove partirร  il giro lungo le strade del paese per illustrare i pannelli con la riproduzione dei dipinti appartenenti a Corot e ad altri noti maestri della pittura in plein air.

Lโ€™iniziativa รจ stata possibile grazie al finanziamento della Fondazione Carit, alla collaborazione del Garden Club Terni che ha realizzato il progetto paesaggistico, con il contributo e il patrocinio del Comune di Terni, il patrocinio del Consolato Onorario di Francia e con lo straordinario lavoro volontario dei #cittadini di Papigno. La consulenza storico artistica e la curatela sono di Marcella Culatti e Franco Passalacqua. Il Percorso Corot Papigno si inserisce nel progetto I Plenaristi nella Valle Incantata e contribuisce ad ampliare il museo diffuso dei Plenaristi. Due percorsi ad anello da percorrere a piedi. Uno piรน breve allโ€™interno del paese lโ€™altro piรน esteso nel territorio circostante il borgo.

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