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Avigliano รจ un comune in provincia di Terni di circa 2400 abitanti. Antico centro abitato risalente al Neolitico, presumibilmente prende il nome dalla Gens Avilia, famiglia romana a cui venne affidato nel I sec a.C. il controllo sulla zona.

La posizione del paese, situato lungo la via Amerina, era infatti strategica per i commerci e il dominio di Avigliano รจ stato conteso per molti secoli. In seguito allโ€™invasione dei Longobardi in Italia il territorio rimase in mano ai Romano-Bizantini, andando a creare il cosiddetto Corridoio Bizantino, uno stretto tra il Ducato di Spoleto e il Ducato della Tuscia, unico collegamento tra Roma e Ravenna.
Durante il Medioevo venne conteso dai comuni adiacenti, rimanendo per molto tempo sotto il dominio di Todi.

Dellโ€™originale borgo medievale, distrutto e ricostruito piรน volte durante le numerose conquiste e rivolte, rimane ben poco: un torrione, alcuni tratti della cinta muraria e la Porta Vecchia, che ancora conserva uno stemma con lโ€™aquila, emblema del comune di Todi.

 

 

Da Porta Vecchia si entra nel centro storico, dove svetta una moderna torre merlata, costruita nel 1948 e abbellita con un orologio per ogni lato, che oggi serve come serbatoio idrico.
La chiesa parrocchiale del comune รจ la Chiesa della Santissima Trinitร . Costruita nel 1606 venne consacrata dal vescovo di Todi e decorata da importanti artisti della zona, come Bartolomeo Barbiani da Montepulciano e il todino Andrea Polinori. Lโ€™opera piรน pregiata รจ una tela del Polinori denominata Madonna col Rosario. Negli ultimi anni sono stati fatti dei lavori di restauro per riportare alla luce gli affreschi e le decorazioni della chiesa, coperti da alcuni interventi degli anni Quaranta.
Di fronte alla Chiesa della Santissima Trinitร  รจ stato edificato, nel 1928, il Teatro Comunale. Fortemente voluto dai cittadini aviglianesi, presenta una facciata in stile liberty tipico degli anni Venti. Oggi si presenta come il centro culturale di Avigliano, con unโ€™ampia programmazione di eventi, spettacoli, concerti e convegni.
Fuori dalle mura sorge una delle chiese piรน antiche della zona, intitolata al santo patrono del paese, la Chiesa di Santโ€™Egidio. Costruita nel XII secolo, presenta una facciata a due spioventi con un portale dโ€™ingresso in legno e pareti esterne realizzate in pietra calcarea. Lโ€™edificio รจ costituito da una sola navata e da unโ€™abside con affreschi raffiguranti Santโ€™Antonio Abate, Santโ€™Egidio e Santโ€™Anna con la Madonna fanciulla. Negli anni la chiesa ha subito numerosi interventi, tra cui la costruzione di una torre campanaria in stile moderno, realizzata con una struttura metallica.

Da non perdere la Foresta Fossile di Dunarobba. A circa un paio di chilometri dal centro di Avigliano, รจ un sito paleontologico patrimonio mondiale dellโ€™Unesco. Scoperta in una cava di argilla negli anni Ottanta, รจ composta da una cinquantina di tronchi di alberi pietrificati che, grazie a degli esami istologici e su foglie e pollini, sono stati ricondotti a una forma estinta di sequoia. I fossili, che si stima risalgano a piรน di tre milioni di anni fa, sono una scoperta di notevole importanza per la paleontologia.

 

Foresta fossile di Dunarobba Avigliano Umbro

Foresta Fossile di Dunarobba

 

Curiositร : il comune di Avigliano Umbro รจ il novantaduesimo comune umbro e lโ€™ultimo a essersi formato. Si รจ infatti venuto a creare nel 1975, in seguito al distaccamento dal comune di Montecastrilli.
Dal 2016 lโ€™associazione Avigliano Variopinto si occupa di chiamare artisti da tutta Italia per abbellire il centro storico del paese con colorati murales rappresentanti vecchi mestieri e antiche botteghe artigiane.

 

ยซIl (vero) paesaggio รจ esteso e armonioso, tranquillo, colorato, grande, variato e bello. รˆ un fenomeno principalmente estetico, piรน vicino allโ€™occhio che alla ragione, piรน apparentato al cuore, allโ€™anima, alla sensibilitร  e alle sue disposizioni che allo spirito e allโ€™intelletto, piรน vicino al principio femminile che a quello maschile. Il vero paesaggio รจ il risultato di un divenire, qualche cosa di organico e vivente. Ci รจ piรน familiare che estraneo, ma piรน distante che vicino, manifesta piรน nostalgia che presenza; ci eleva al di sopra del quotidiano e confina con la poesia. Ma anche se ci rimanda allโ€™illimitato, allโ€™infinito, il paesaggio materno offre sempre allโ€™uomo anche la patria, il calore e il riparo. รˆ un tesoro del passato, della storia, della cultura e della tradizione, della pace e della libertร , della felicitร  e dellโ€™amore, del riposo in campagna, della solitudine e della salute ritrovata in rapporto alla frenesia del quotidiano e ai rumori della cittร ; deve essere attraversato e vissuto a piedi, non rivelerร  il suo segreto al turista o allโ€™intelletto nudo.ยป (Gerhardt Hard)[1]

Associazione Nazionaleย Cittร  dellโ€™Olio

Foto di Bernardino Sperandio, Sindaco di Trevi

 

Considerato daย Simmelย come ยซunโ€™opera dโ€™arteย in statuย nascendiยป,[2] il paesaggio esiste sulla base di tre condizioniย sineย qua non:ย non puรฒ realizzarsiย senza unย soggetto, senza laย natura, e senza ilย contattoย tra i primi due. La relazione, in particolar modo, si esprime attraverso i segni, le costruzioni create dallโ€™uomo sul territorio e poi attraverso lโ€™agricoltura,[3] cartina tornasole della felicitร  di tale unione.ย Ma la relazione puรฒ essere anche quella data dalย visitatoreย che,ย con il suo sguardo curioso,ย caratterizza una zona,ย legandone i tratti significativi con il concetto di tipicitร .ย 

La pianta della civiltร 

Traย Spoletoย eย Assisi, doveย milioni diย oliviย si susseguono per circaย trentacinque chilometri,ย questa duplice tipologia di relazione trova la sua forma piรน alta.ย Nellaย Fascia Olivata, tesa a settecento metri dโ€™altitudine, la storia dellโ€™olivicoltura inizia infatti molto tempo fa. Lโ€™olivo รจ, perย Fernandย Braudel, laย ยซpianta della civiltร ยป, perchรฉ delimita lo spazio del Mediterraneo antico;ย lโ€™olio era utilizzato come condimento, per i riti religiosi, ma anche nella farmacopea e per lโ€™illuminazione. Nellโ€™Editto diย Rotariย (643 d.C.), invece, per chi avesse abbattuto un olivo spettava una pena di tre volte superiore rispetto a quella comminata a chi avesse abbattuto un qualsiasi altro albero da frutto. Infine, secondo Castor Durante daย Gualdoย Tadinoย (1586), qualche oliva a fine pasto favoriva la digestione.[4]
Ma senza spendere troppo tempo tra i libri, basta fare una visita aย Bovara, nei pressi di Trevi, e ammirare il retaggio di tale tradizione con i propri occhi. Il maestosoย Olivo di Santโ€™Emiliano, con i suoiย nove metri di circonferenza e cinque di altezza,ย รจ un esemplareย vecchio di benย diciassette secoli. Tralasciando per un attimo la storia della decapitazione di Santโ€™Emiliano,ย Vescovo di Treviย โ€“legato, almeno secondo un codice del IX secolo, alla pianta e poi decapitato โ€“ gli studi hanno infatti dimostrato che si tratta di unย genotipo particolare, molto resistente che, come tutti i suoi simili, dopo i primi ottocento anni di vita ha visto la parte interna del suo fusto marcire e le parti esterne dividersi, ruotando in senso antiorario.[5]

Un paesaggio unico

Gli olivicoltori sanno che queste zone dellโ€™Umbria, infatti, richiedono una cultivar piuttosto resistente, capace di aggrapparsi a terreni asciutti, poco adatti a mantenere lโ€™umiditร .ย Ilย Muraioloย รจ stato dunque designato come la pianta ideale perย scongiurare ilย rischio idrogeologicoย della zona e, al tempo stesso, per donare quellโ€™olioย tipicoย dal saporeย piccante e amaro, ingentilito da note diย erbe aromatiche.[6]
La sua coltivazione ha altresรฌ modificato il territorio, rimodellandolo, formando una fascia continua verso lโ€™alto a spese del bosco. Lโ€™ha caratterizzatoย conย ciglioni, lunette e terrazzamenti, rendendoloย riconoscibile al punto da permetterne lโ€™iscrizione nel catalogo deiย Paesaggi Rurali Storici, insieme agli Altopianiย plestini, i campi di Farro diย Monteleoneย di Spoleto, le colline diย Montefalco, la rupe di Orvieto, il Poggio di Baschi e i Piani diย Castelluccioย di Norcia.[7]
Obiettivo che segue lโ€™iscrizione allโ€™Associazione Nazionaleย Cittร  dellโ€™Olioย โ€“ cheย riunisce tutti iย Comuni, le Province, le Camere di Commercio e i GAL che producono seguendo dei valori ambientali, storici, culturali o incentrati sulle DOP โ€“ e prelude al riconoscimento della zona comeย Paesaggio Alimentare FAOย (sarebbe il primo in Europa) e poi comeย sito UNESCO.ย ย 
Il pericolo maggiore in cui il paesaggio puรฒ incorrere โ€“ non venireย iscritto nella memoria collettivaย edย nonย essere quindi riconosciuto come caratteristico di una determinata zona del Pianeta โ€“ รจย dunque scongiurato: non cโ€™รจ persona, sia essa nata in quel luogo o proveniente da lontano,ย che possa prescindere ora la Fascia Olivata dalle cittร  di Assisi, Spello, Foligno, Trevi,ย Campelloย sulย Clitunnoย e Spoleto.ย ย 

 

arte

Foto di Bernardino Sperandio, Sindaco di Trevi

Garanzie

Lโ€™obiettivo non รจย tuttaviaย quello di ridurre il territorio a museo, ma di metterlo in relazione con il suo retaggio culturale e comunitario,ย ancheย perย preservarloย dai cambiamenti che potrebbero distruggerlo. Non sono infatti cosรฌ lontani gli anni della Prima Guerra Mondiale, quando gli olivi venivano tagliati per supplire allaย mancanza del carboneย nelle fabbriche del Nord; o le terribiliย gelateย del 1929 o del 1956, che portarono ad una significativa contrazione della produzione. Non sono lontani nemmeno gli anni Sessanta, quando la moda vessava lโ€™olio dโ€™oliva in favore di quello di semi, come pure non sono scomparse le difficoltร  aย reperire manodoperaย per ogni raccolta autunnale. Tanto piรน che i dettami stabiliti dallaย Cooperativa di Olivicoltori di Trevi, nata nel 1968 per superare la dimensione familiare, sono molto severi: tutte le olive devono provenire dal territorio in questione, devono essere raccolte a meno e consegnate al frantoio dopo poche ore dalla raccolta, per essere poi molite nel giro di dodici ore per mantenere i giusti livelli di aciditร  e ossidazione.ย ย 
Non cโ€™รจ spazio per lโ€™industrializzazione e la produzione di massa: questa Fascia si mantiene aderente allaย genuinitร ย delle cose antiche nello stesso modo in cui avvolge i versanti collinari, anche quelli piรน aspri. In questo modo anche il visitatore potrร  goderne, magari passeggiando lungo ilย Sentiero degli Oliviย tra Assisi e Spello, o lungoย quelloย di Francesco di cui lโ€™olivo stesso รจ simbolo. Potrร  ricollegareย senza indugio le argentee chiomeย al sapore piccante della bruschetta con lโ€™olio nuovo โ€“lโ€™Oro di Spello[7]ย – che gli si riverserร  in bocca, donandogli la stessa consapevolezzaย e saggezzaย di quegli antichi popoli del Mediterraneo che preservarono la civiltร  donando alla terraย alberi di oliva.

 


[1]G. Hard, Die ยซLandschaftยป der Sprache und die ยซLandschaftยป der Geographen. Semantische und forschunglogische Studien, Bonn Ferd-Dรผmmlers Verlag, 1970, in M. Jakob, Il Paesaggio, Il Mulino, Bologna 2009.โ‡‘
[2]G. Simmel, Philosophie der Lanschaft, in M. Jakob, Il Paesaggio, Il Mulino, Bologna 2009.โ‡‘
[3] M. Jakob, Il Paesaggio, Il Mulino, Bologna 2009.โ‡‘
[4] Ulivo e olio nella storia alimentare dellโ€™Umbria, in www.studiumbri.it โ‡‘
[5] TreviAmbiente > paesaggi da gustare, 2015โ‡‘
[6] Umbria: protezione di unโ€™origine, a cura di D.O.P. Umbria, Consorzio di tutela dellโ€™olio extra vergine di oliva, 2014.โ‡‘
[7]Da www.reterurale.itโ‡‘
[8] Lโ€™Oro di Spello รจ una manifestazione annuale che riunisce la Festa dellโ€™Olivo e la Sagra della Bruschetta.โ‡‘

 


 

L’articolo รจ stato promosso da Sviluppumbria, la Societร  regionale per lo Sviluppo economico dell’Umbria

 


 

 

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