fbpx
Home / Posts Tagged "Terra"

I primi geologi erano gente dura, spinta da una curiositร  cosรฌ forte che gli faceva affrontare dei disagi inimmaginabili oggi. Lโ€™adrenalina non era necessario cercarla, la vivevano ogni giorno, ma non era mai fine a sรฉ stessa, lo scopo era la conoscenza.

La geologia diventa materia di studio tra la fine il XVIII e lโ€™inizio del XIX secolo, ma รจ solo a partire dalla fine del 1800 che si guarda la Gola del Bottaccione a nord di Gubbio con occhi scientifici. La sua particolare conformazione con gli strati rocciosi cosรฌ ben a vista รจ stata una preziosa messe di informazioni. Mentre la conoscenza delle rocce si approfondiva, la storia della Terra cominciava a delinearsi e si assegnavano nomi alle sequenze delle ere geologiche. Uno dei primi a studiare la particolare conformazione della valle รจ stato il professore Guido Bonarelli, che veniva dallโ€™Universitร  Perugia, e che si รจ trovato davanti quello che รจ stato chiamato lโ€™archivio della terra, perchรฉ gli strati che si susseguono raccontano una storia lunga 100 milioni di anni, narrano di quando le terre erano sommerse dal mare, quando non si erano ancora formati gli Appennini e la Gola era sul fondo del mare.

percorsi naturalistici a gubbio umbria

Gola del Bottaccione

Le rocce della valle del Bottaccione evidenziano soprattutto quello che รจ avvenuto durante il periodo Cretacico. La spia รจ stato un piccolo strato argilloso situato tra la scaglia rocciosa del Campaniano e quella del Santoniano. Quellโ€™argilla contiene un rilevante quantitativo di iridio, considerato un metallo extraterrestre perchรฉ รจ rarissimo sul nostro pianeta, ma abbondante nei meteoriti e nella polvere cosmica.

Quello strato รจ stato scoperto solo negli anni ’30, ma che scoperta! Quel piccolo strato di argilla ricco di iridio ha confermato le ipotesi fantascientifiche che erano state piรน volte formulate, cioรจ che un meteorite gigante si fosse abbattuto sulla Terra distruggendo tutte le forme di vita animale superiori, tra cui i dinosauri. Lโ€™iridio fu scoperto nel 1803 a Londra da Smithson Tennant quando la chimica era in pieno boom e chimici e geologi analizzavano tutto, dallโ€™aria ai liquidi, dal suolo al sottosuolo, dalle piante agli animali e alle rocce e tutto veniva catalogato. Centโ€™anni dopo questo lโ€™iridio รจ stato trovato in vari luoghi della terra e sempre tra strati di rocce dello stesso periodo. Perciรฒ quelle che sembravano solo fantasie sfrenate erano diventate possibili: il meteorite gigante diventava vero. Una scoperta simile รจ stata degnamente evidenziata ed รจ di diritto entrata a far parte del sistema GSSPGlobal Statotype Section and Point cioรจ: Sezioni e Punti Stratigrafici globali che segna gli: โ€œaffioramenti rocciosi dove รจ fisicamente presente il limite tra due etร  geologicheโ€.

 

Geosito della Gola del Bottaccione, Foto di Cristiano Spilinga

 

Per questo la comunitร  scientifica internazionale ha premiato con il Chiodo dโ€™oro o Golden Spyke la gola del Bottaccione. รˆ lโ€™ottantesimo chiodo che viene piantato in varie parti del mondo. Il Chiodo dโ€™Oro รจ stato piantato proprio tra i due strati Campaniano e Santoniano con una cerimonia ufficiale, alla presenza di molti scienziati. Nella valle, presso lโ€™Osteria del Bottaccione si possono consultare i registri con la dedica e la firma dei geologi che sono venuti a studiare il sito nel corso di oltre un secolo.

In Italia, oltre alla gola del Bottaccione ci sono altri due luoghi importanti, annoverati tra i 100 siti geologici – al mondo – rilevanti per lo sviluppo delle scienze della terra: il Vajont e i Campi Flegrei. Cโ€™รจ voluta la strage compiuta dallโ€™acqua a Longarone e Erto e Casso, quando il monte Toc รจ precipitato nellโ€™invaso del Vajont: la frana ha lasciato scoperti strati di roccia di 165 milioni di anni fa, che dal 1963 sono sempre stati sotto osservazione.ย I Campi Flegrei, con i continui movimenti tellurici, i bradisismi, le fumarole e quantโ€™altro costituiscono un unicum sulla Terra: studiati da Plinio il Vecchio, continuano a esercitare un grande interesse.

ยซPedalare come un criceto attorno a casa non fa per me, cosรฌ a giugno del 2019 ho iniziato ad allenarmi per partire a gennaio del 2020ยป.

Lorenzo Barone a Pokrovsk

Abbiamo scoperto le imprese di Lorenzo Barone, ventitreenne di San Gemini, tramite i suoi canali social โ€“ Facebook e Instagram โ€“ e lo abbiamo contattato. Non credevo che avrebbe risposto, dopotutto รจ a Pokrovsk, nella Russia nord-orientale, non proprio dietro lโ€™angolo. E invece, dopo uno scambio di messaggi, ho avuto la possibilitร  di fargli qualche domanda. Conoscere la sua impresa mi stuzzicava parecchio!
Lorenzo รจ un biker estremo – cosรฌ potremmo definirlo – che in sella alla sua bici non si ferma davanti a nulla. Ha visitato 37 paesi nel mondo, percorrendo 57.000 chilometri: Corea, Giappone, Marocco, India, Lapponia, Kirghizistan e Tagikistan, per citarne alcuni. Ora si trova immerso nel ghiaccio e nel freddo piรน estremo della Siberia, a pochi chilometri da Yakutsk, la cittร  piรน fredda del mondo, dove in inverno si raggiungono i -50ยฐC.
รˆ partito proprio un anno fa da Magadan e, con il suo inseparabile mezzo di trasporto bello carico (65 kg di peso), ha percorso 5.000 km in tre mesi, dormendo in tenda e cucinando con un fornello da campo. L’obiettivo eraย  quello di percorrere la Siberia in bicicletta, poi perรฒ la pandemia lo ha bloccato lรฌ.
ยซDopo quasi un anno qui il mio punto di vista riguardo al freddo รจ cambiato radicalmente. Nelle ultime settimane la temperatura media a Pokrovsk, nel villaggio dove vivo, รจ stata di -50ยฐ C e la temperatura minima di -57.5ยฐ C; quando รจ salita a -39ยฐ C mi รจ sembrato relativamente caldoยป. Questa avventura gli ha regalato anche lโ€™amore, e venerdรฌ scorso si รจ sposato con Aygul, una ragazza siberiana. ยซHo pedalato per il mondo in lungo e in largo con la mia bici e mai avrei pensato di incontrare lโ€™amore proprio qui, in uno dei luoghi piรน freddi del mondoยป.

Lorenzo, in questo momento di preciso dove sei?
Mi trovo a Pokrovsk โ€“ nella Russia nord-orientale – un villaggio/cittadina di circa 10.000 abitanti sulla costa del fiume Lena, a 70 km dalla cittร  piรน fredda del mondo, Yakutsk.

Quanti gradi?
Al momento ci sono -45ยฐ C ed รจ una giornata calda, dato che da piรน di un mese la temperatura non saliva sopra i -40ยฐ C ed รจ stata spesso sotto i -50ยฐC, con una minima di -59ยฐ C tre giorni fa (di notte ha sicuramente raggiunto i -60ยฐ C). Sembra essere lโ€™inverno piรน freddo degli ultimi 10 anni.

Nel 2019 hai attraversato il deserto del Sahara ora sei immerso nel ghiaccio: รจ una notevole escursione termicaโ€ฆ
Avevo da un poโ€™ l’idea di voler superare i 100ยฐ C di escursione termica viaggiando in bici e cosรฌ ho conosciuto i due estremi, dai -56ยฐ C dello scorso inverno dormendo in tenda ai +50ยฐ C, trasportando 24 litri di acqua nello zaino e cercando di arrivare in tempo ai pozzi perchรฉ bevevo 12 litri al giorno.

รˆ piรน difficile sopportare il caldo estremo o il freddo estremo?
Il freddo estremo (dai -40ยฐ C in giรน) รจ pericoloso perchรฉ anestetizza la carne in poco tempo e, se non si sta attenti, si rischia di venire amputati. Perรฒ io, con il giusto equipaggiamento, lo preferisco al caldo, anche se รจ molto molto piรน difficile, soprattutto accamparsi, montare la tenda cucinare e tutto il resto. Tutto diventa rigido come il cemento, dal cibo ai materiali.

 

Lorenzo a Yakutsk

Come ci si prepara fisicamente e psicologicamente a una sfida del genere?
Bisogna sicuramente avere esperienze con le basse temperature: io prima di venire qui avevo giร  passato cinque mesi al freddo, nei quali avevo percorso 7.000 km tra Lapponia ed est Europa, piรน Kirghizistan e Tagikistan, pedalando sul Pamir in inverno.

Dove ti sei allenato?
Pedalare come un criceto attorno a casa non fa per me, cosรฌ a giugno del 2019 ho iniziato ad allenarmi per partire a gennaio del 2020. Il tutto dopo essermi ripreso da un tuffo in cui mi ero rotto una vertebra cervicale, che mi aveva tenuto fermo per 8 mesi.
Ho pedalato prima 2.700 km in Marocco, poi mi รจ stato offerto un biglietto per la Corea quattro giorni dopo il mio ritorno in nave dal Marocco: lรฌ ho fatto 3.100 km tra Corea e Giappone, poi a fine agosto sono volato in India risparmiando i soldi per tornare in Italia – dato che era alta stagione – e mi sono fatto 4.000 km in India e Himalaya, tornando poi a casa a fine ottobre con un volo molto piรน economico.

Parlaci del progetto che hai per l’inizio di febbraio.
Voglio tentare la strada piรน a nord del mondo. Partendo da qui sono 2.770 km da Pokrovsk fino a Yuryung Khaya: รจ un percorso solo invernale, dato che in parte viene usato un fiume ghiacciato come strada.

Qual รจ stato il momento piรน difficile di questa impresa?
Lo scorso inverno il momento piรน difficile รจ stato quando iniziava a congelarmisi il naso, diventando bianco e perdendo sensibilitร . Era la mia paura piรน grande: ma questo inverno ho risolto costruendomi da solo, con la macchina da cucire, delle maschere, giร  testate a -51ยฐC.

 

E in altri viaggi cโ€™รจ stata una situazione veramente difficile?
Ogni avventura ha situazioni impegnative. Per esempio, quando pedalavo in Himalaya oltre i 5.000 metri, allโ€™inizio ero uno straccio, vomitavo e avevo un mal di testa fortissimo con sangue dal naso. Ma continuavo a pedalare per raggiungere un villaggio, perchรฉ altrimenti avrei finito il cibo… Ho avuto senza dubbio altre situazioni impegnative anche negli altri viaggi.

Come riesci a curare i tuoi canali social e, al tempo stesso, continuare lโ€™avventura?
Prima di questo viaggio usavo davvero poco i social e viaggiavo soltanto; ora mi ci sto dedicando e, quando viaggio, un mio amico ha le credenziali per accedere al mio account e pubblica le foto e i video che gli mando in anticipo.

 

Lorenzo e Aygul

Ora รจ arrivato anche lโ€™amore e la scorsa settimana ti sei sposato: quandโ€™รจ che la porterai in Umbria?
Spero di tornare in Umbria prima dellโ€™estate, ma bisogna vedere la situazione alle frontiere come sarร .

La prima cosa che le farai fare qui in Umbria?
La prima cosa credo sarร  andare a trovare i miei amici che non vedo da oltre un anno; poi magari andremo a fare una bella passeggiata sul Terminillo o sul Gran Sasso ma, chissร , magari anche qualche bel giro in kayak a al lago di Piediluco o in qualche fiume.

Manda un saluto alla tua Umbriaโ€ฆ
Un saluto allโ€™Umbria! Spero di vedervi tutti presto!

 


Qui trovate i suoi canali social per seguirlo e sostenerlo: Facebook, Instagram

Lo sapevi che in Umbria ci sono prove di come si sono estinti i dinosauri?

Conosciamo tutti lโ€™armonica bellezza della cittadina medievale di Gubbio, accoccolata sulle pendici del Monte Ingino e proiettata sulla valle del Tevere, dove natura e storia si mescolano in un equilibrio perfetto. Non รจ un caso che proprio Gubbio rappresenti una delle mete piรน attrattive dellโ€™Umbria. I motivi per visitare Gubbio e la sua montagna sono molteplici, molti alla luce del sole, altri celati dal tempo, in alcuni casi molto tempo, addirittura milioni di anniโ€ฆ
Uscendo dal centro storico di Gubbio si risale la Gola del Bottaccione, una profonda valle fluviale scavata dal torrente Camignano tra il monte Ingino e il monte Foce (o Calvo), attraverso la strada che collega Gubbio con Scheggia.
La gola รจ ricca di importanti testimonianze storico-artistiche e il suo nome deriva dal termine bottaccio, il bacino di raccolta delle acque che serviva ad alimentare i numerosi mulini presenti nella valle, dove ancora oggi รจ possibile osservare lโ€™antico acquedotto risalente al Medioevo eugubino.
Ma la Gola del Bottaccione รจ anche un luogo di particolare interesse scientifico, in quanto, negli anni Settanta del secolo scorso, il geologo Walter Alvarez e il padre Luis Alvarez, premio Nobel per la fisica, fecero unโ€™importante scoperta connessa con lโ€™estinzione dei dinosauri.

 

Geosito della Gola del Bottaccione, foto di Cristiano Spilinga

Vi chiederete: e cosa cโ€™entra la Gola del Bottaccione con i dinosauri?

Walter Alvarez era a Gubbio per studiare le rocce appenniniche che, lungo la gola, presentano una successione di ben 400 metri in cui รจ possibile ricostruire 50 milioni di anni di storia geologica.
Studiando le rocce, il geologo scoprรฌ che tra gli strati ve ne era uno di circa 1 cm di spessore particolarmente ricco in argilla e completamente privo di fossili; non immaginatevi grandi fossili, stiamo parlando dei gusci di piccoli organismi marini denominati Foraminiferi che, in quello strato, erano stranamente assenti.
La cosa ancora piรน strana รจ che i Foraminiferi presenti nello strato piรน antico, sotto quello argilloso, erano completamente diversi da quelli presenti nello strato superiore. Ma allora, che significato aveva quello straterello di argilla noto come limite K/T?
La denominazione limite K/T, oggi per maggiore correttezza definito limite K/Pg (Cretaceo-Paleogene), deriva dal fatto che quel sottile strato argilloso separa la roccia del Cretaceo (K) da quella del Terziario (T) o meglio del Paleogene, appunto.
Nello stesso periodo in cui fu scoperto a Gubbio, tale limite geologico fu rilevato anche nel sudest della Spagna dal geologo olandeseย Jan Smit. Ulteriori studi su quelle rocce consentirono ai ricercatori di rilevare allโ€™interno dello strato anomalo una concentrazione particolarmente alta di iridio, un metallo molto raro sulla Terra ma presente in altri corpi celesti.
Nel 1979, dopo varie ipotesi, gli Alvarez azzardarono che lโ€™anomala presenza di iridio potesse essere messa in relazione con lโ€™impatto che un enorme meteorite avrebbe avuto con la terra circa 66 milioni di anni fa. Tale impatto avrebbe alterato completamente la composizione atmosferica portando a una repentina variazione climatica culminata con lโ€™estinzione di molte forme di vita, tra cui i dinosauri.
Luis Alvarez morรฌ nel 1988 ma gli studi proseguirono e, nei primi anni Novanta, lโ€™analisi del limite K/Pg nei sedimenti di un fiume texano che sfocia nel Golfo del Messico, evidenziรฒ le tracce di un gigantesco tsunami databile a 66 milioni di anni fa.
Si continuรฒ a indagare fino a che non fu identificata unโ€™enorme struttura subcircolare tra 180 e 300 km di diametro nella penisola dello Yucatan. Andando ad analizzare le rocce in quellโ€™area, si scoprรฌ che molte risultavano fuse da un evento datato circa 66 milioni di anni fa e contenevano al loro interno grandi quantitร  di iridio.
A quel punto tutte le evidenze andavano nella stessa direzione: 66 milioni di anni fa un gigantesco meteorite impattรฒ con il nostro pianeta sconvolgendo completamente il clima, determinando cosรฌ quella che viene definita la quinta estinzione di massa.
Quel centimetro di argilla si era depositato nei 10000 anni successivi allโ€™impatto in un mondo completamente nuovo, in cui i grandi rettili avrebbero lasciato spazio ai piccoli mammiferi. Questa non รจ lโ€™unica teoria sullโ€™estinzione dei dinosauri, ma certamente una delle piรน affascinantiโ€ฆ e pensare che tutto รจ nato dallo studio di quel sottile strato di argilla della Gola del Bottaccione.

 


BIBLIOGRAFIA

  • Walter Alvarez, Le Montagne di San Francesco. Perchรฉ nel cuore dell’Italia si nascondono i segreti della Terra Fazi Editore, 2010.

ยซรˆ una terra profumata cheย evoca i colori del giallo, del verde e dellโ€™arancioneยป.

Lโ€™intervista a Emanuela Aureli inizia subito con una battuta: ยซVi occupate di eccellenze, perchรฉ intervistate me?!ยป. Intervistiamo lei perchรฉ รจ unโ€™eccellenza umbra nel suo lavoro. Nata a Terni, lโ€™attrice e imitatrice รจ simpatica e cordiale, mentre parliamo al telefono saluta i vicini e mi confessa che sta sistemando casa: ยซSe ho il fiatone รจ perchรฉ sto facendo le pulizieยป. La chiacchierata รจ divertente, come se ci conoscessimo da tempo e con naturalezza iniziamo a parlare della nostra regione.

attrice-imitatrice

Emanuela Aureli

Qual รจ il suo legame con lโ€™Umbria?

Ho un legame molto forte: รจ la mia terra di cui vado molto fiera. In Umbria ho la mia famiglia, ho ricordi legati a tanti momenti della mia vita e da nomade faccio la spola tra Roma e Terni, vivendo un poโ€™ qua e un poโ€™ lร . Mio figlio รจ nato a Perugia: si deve andare al di lร  della rivalitร  sportiva tra le due cittร . Da non tifosa di calcio non riesco proprio a capirla.

Come si fa ad arrivare in televisione e avere popolaritร , partendo da una frazione di Terni?

Fin da piccola sapevo e sentivo che avrei fatto questo lavoro. A cinque anni ho avuto una premonizione, un destino giร  scritto. Me lo sentivo dentro e sono riuscita a realizzare il mio sogno. Tutto รจ iniziato nel 1992 quando mia mamma – a mia insaputa – mi inscrisse alla Corrida. Facevo giร  delle imitazioni, ma avevo anche paura, infatti inizialmente mi arrabbiai. Lei mi spronรฒ dicendomi: ยซVai, provaci!ยป. Quindi partecipai imitando Al Bano e Romina, Patty Pravo e Mietta. Vinsi la puntata e da quel momento tutto รจ iniziato. In un certo senso รจ stata mia mamma a farmi entrare in questo mondo.

Attrice, imitatrice e personaggio tivรน: qual รจ la professione che sente piรน vicina?

Tutte e tre. In televisione devi essere preparato su tutto e studiare. A breve ho un provino per una fiction, spero vada bene. Bisogna essere sempre pronti.

Cโ€™รจ un personaggio che vorrebbe imitare, ma ancora non ha fatto?

Molti. Il primo che mi viene in mente รจ Adriano Celentano. รˆ un personaggio molto sfruttato ed รจ molto difficile rendere al meglio la sua voce.

Per non cadere nellโ€™imitazione che tutti fanno?

Preferisco che resti unโ€™icona.

Se dovesse imitarla, come rappresenterebbe lโ€™Umbria?

Metterei in mostra la gente genuina con la sua grande umanitร . Poi i colori delle vallate e il profumo dellโ€™erba e della terra. Spesso ci accusano di essere chiusi, io non lo credo affatto. Anzi, siamo molto ospitali, abbiamo sempre accolto. Non mi riconosco in questa chiusura e non la sento nemmeno. Chi viene a visitare lโ€™Umbria si accorge della nostra ospitalitร : in molti me lo hanno detto.

So che realizza dei quadri: ha mai rappresentato la sua terra?

Invece di andare in palestra, dipingo. Mi piace molto e mi rilassa. Spesso ho dipinto lโ€™Umbria, le sue vallate, i suoi colori e la sua luce. รˆ una terra luminosa: gialla, arancione e verde. Adoro i nostri paesaggi e da poco ho messo su tela Collesecco. Mi piacerebbe fare una mostra, portare i miei quadri anche allโ€™estero.

Come descriverebbe lโ€™Umbria in tre parole?

Familiare, accogliente, calda.

La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโ€ฆ

Il profumo dellโ€™aria di casa.

ยซI monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosiยป scriveva Goethe. Maestri inflessibili che evocano nellโ€™animo di chi li ascolta i misteri e i tormenti del silenzio. Luoghi ancestrali in cui si realizza lโ€™unione di terra e cielo, in cui la verticalitร  si fonde con la massa, con la pesantezza della terra. Cattedrali di pietra e di ricordi dove la caducitร  del terreno si eleva a contatto con il celeste.

Pian di Chiavano

Lโ€™Altopiano di Chiavano non รจ altro che il ponte di roccia che conserva ancora saldo il rapporto tra terra e cielo, palcoscenico di un antico anfiteatro le cui platee si perdono tra mosaici di nubi. รˆ come se il pennello di un pittore avesse indugiato su questa parte della Valnerina disegnando la skyline di paesi e campagne in cui lโ€™essere umano si รจ prontamente insinuato. Ma mai la natura si รจ prestata docile allโ€™intervento dellโ€™uomo: piccoli fondi ricavati dalla montagna, pascoli improvvisati e tratturi acerbi che, perdendosi nel cuore dellโ€™altopiano, sembrano ricordare a chi li osserva che qui la Natura sempre si manifesta secondo lโ€™ideale leopardiano: madre e matrigna, doppia faccia della stessa medaglia. Modellata dalle fatiche umane fino ad assumere un profilo quasi umano, la campagna appare composta, quasi assopita, in un vortice di colori pastello e giochi dโ€™ombra, in un incedere cromatico molto piรน simile ai paesaggi dellโ€™antica Scozia che al tipico ambiente collinare umbro.

Scenografie naturali

In tempi di rovinosa perdita dellโ€™identitร  culturale, lโ€™Altopiano di Chiavano conserva gelosamente reminiscenze polverose di una tradizione popolare ancora viva, che resiste stoicamente alla scomparsa dei suoi piรน antichi tesorieri. Una tradizione popolare considerabile come il riassunto di molte vite, capace di compenetrare in modo misterioso il senso delle cose, anche di quelle apparentemente piรน comuni. In prossimitร  del punto di snodo dellโ€™antico sistema viario romano sorge Coronella, localitร  che deve il suo nome alla colonna di marmo utilizzata dai romani come riferimento nella realizzazione di un qualunque sistema viario[1]. Un paese fantasma, che appare e scompare dietro alberi cresciuti in orti abbandonati; un paese che vive solamente il 15 di agosto, giorno in cui si riaprono gli scuri della chiesa, in una festivitร  tanto semplice quanto sentita. Il mistero della fede che rivive in processioni improvvisate, in edicole sacre che indicano la strada da seguire al pastore e al gregge per la via di montagna, in quelle scalate che sono soprattutto esperienze di vita.
Sulla quinta scenografica di queste vette si proiettano composte e ordinate le ombre degli abitati vuoti e silenziosi, inermi di fronte al trascorrere inesorabile del tempo. Ma รจ proprio questo silenzio che lascia spazio allโ€™introspezione, un silenzio vuoto di parole, ma non di emozioni. Eppure di silenzi ce ne sono unโ€™infinitร  e coglierne le differenze non รจ cosa semplice. Alcuni sono atroci: silenzi di morte e di agghiacciante solitudine, mentre altri sono desiderati, lungamente attesi o sorprendentemente inaspettati. Silenzi eloquenti in cui anche il principio di non-contraddizione viene meno. Silenzi in cui convergono paura e coraggio, lacrime e sorrisi, domande e risposte, coincidentia oppositorum.

 

valnerina

Altipiano di Chiavano da Coronella

Il rapporto dell'uomo con la terra

Cime tempestose, ma per ciรฒ che evocano nellโ€™animo di chi le scruta. E allora, lโ€™atteggiamento migliore da mettere in atto รจ quello dellโ€™attenzione, quello di fermarsi a contemplare. Perchรฉ non sempre si รจ in grado di comprendere con immediatezza il messaggio nascosto dietro il silenzio della natura. Figure antiche, quasi sinistre, abitano questo silenzioso altopiano. Mani nodose e volti scavati dal sudore, un sudore amaro che trova il suo perchรฉ nei generosi frutti della terra. Gente abituata alla faticosa vita di montagna, che rifiuta i facili idoli del cosiddetto progresso. Ed รจ proprio in quelle mani nodose che va ricercato il significato piรน intimo di questo morboso attaccamento alla terra, di questa forte devozione alla fatica e al lavoro, che sรฌ nobilita, ma che rende lโ€™uomo simile alle bestie. Eppure sembra quasi che tra i contadini e la natura intercorra un rapporto quasi mistico, capace di infrangere il legame con il sacro e di mescolarsi con il profano fino a confluire come un unico corso dโ€™acqua nel vasto oceano della tradizione popolare. Un territorio complesso che neanche il suo piรน antico abitante conosce nel profondo, un calderone di tradizioni, cultura e di storie le cui origini sembrano perdersi nella notte dei tempi.
Una terra che trasuda saggezza popolare, in cui si sovrappongono i fantasmi e memorie di un passato lontano, ma mai dimenticato. Un passato glorioso, che affonda le sue radici nei fasti dellโ€™antica Roma e nelle campagne circostanti il piccolo borgo di Villa San Silvestro, paese di appena venti anime divenuto celebre per la presenza di un tempio romano probabilmente dedicato a Ercole. La genesi dellโ€™eroe a cui il tempio รจ dedicato, risultato dellโ€™unione carnale tra la terrestre Alcmena e Giove, sembra rafforzare ulteriormente il rapporto che intercorre tra questa terra e il cielo, tra la materia e il celeste, tra ciรฒ che รจ umano e il divino. Proprio sul podio del tempio romano sorge la chiesa del paese, nel punto in cui, in un passato neanche troppo lontano, si innalzavano cori votivi rivolti alle divinitร  del pantheon romano, in un luogo in cui dimora un profondo timore del divino.
Ed รจ proprio da Chiavano che inizia il nostro viaggio, dalla terrazza che domina questa terra selvaggia i cui figli, sia nelle grandi gesta che in quelle quotidiane, sono riusciti a esprimere un valore e un ardore in alcuni casi quasi eroici, che solo chi abita a un passo dal cielo riesce a sfoggiare nelle battaglie piรน dure, in quei sovraumani silenzi che fanno rumore.

 

 


[1] Si tratta della cosiddetta pietra miliare vedi http://www.treccani.it/vocabolario/miliare1/.โ‡‘