Grande successo dellโingresso trionfale del Bartoccio e della Rosa nel corteo carnevalesco con il carro agricolo, musica, canti, balli, tamburi, e le maschere del territorio.
Si รจ concluso con grande successo il fine settimana delle Giornate del Bartoccio 2024, con la Gara di Bartocciate e il corteo dellโIngresso trionfale del Bartoccio.
Venerdรฌ 2 febbraio, al Circolo di Ponte dโOddi, notevole colpo di scena con le votazioni della Gara di Bartocciate, che ogni anno mette in campo i poeti perugini per satireggiare il potere e il malcostume: infatti il pubblico, dopo aver ascoltato le bartocciate presentate dagli autori o lette dal Bartoccio, alias Graziano Vinti, ha espresso le sue preferenze, che hanno dato un risultato davvero sorprendente. Ecco il podio dei classificati:
Primo classificato: Luigi Cordidonne
Primo classificato: Luigi Cordidonne, con la bartocciata Lu Sindacu de Terni.
Seconda classificata: Nuvoletta Giugliarelli, con la bartocciata โL re a cavallo sta a guardร ;
Terzo classificato: Stefano Vicarelli, con Il Bartoccio tra guerra e pace;
Ebbene sรฌ, per la prima volta nella storia, un ternano vince la Gara delle bartocciate perugine! Si tratta davvero di un fatto storico, che amplia il raggio dโazione delle Bartocciate: โSiamo davvero lieti che il pubblico perugino abbia apprezzato e premiato una bartocciata in dialetto ternatoโ, ha dichiarato il Presidente della Societร del Bartoccio, Renzo Zuccherini: โรจ un fatto che mostra come la nostra cittร oggi non sia piรน il borgo chiuso in se stesso, ma รจ ormai formata da cittadini che provengono non solo da tutta la regione, ma da tante regioni italiane e da tanti paesi, con tante presenze culturali che arricchiscono la cittร e si contaminano nel segno dellโaperturaโ.
Dopo la Gara, il Circolo di Ponte dโOddi ha offerto uno stuzzichino, ossia un bocon de damagnร ย a tutti i presenti, e poi alle ore 21,00 รจ iniziato lo spassosissimo Corzo de Perugino tenuto dal docente Diego Mencaroni assistito dal lettore Leandro Corbucci.
Il momento culminante delle Giornate si รจ avuto nel pomeriggio di sabato 3 febbraio, quando musicanti, ballerini, figuranti, maschere varie hanno cominciato a radunarsi ai giardini Caselli Moretti, proprio sotto la chiesa di S. Ercolano, dietro al carro agricolo tirato da due bovini su cui, secondo lโantica tradizione, il Bartoccio e la Rosa fanno il loro ingresso trionfale in cittร . Sul carro, a suonare lโorganetto e a recitare bartocciate cโera Graziano Vinti come Bartoccio, accompagnato da Gigliola Giorgetti nei panni della Rosa.
Bartoccio e la Rosa
La bartocciata รจ stata distribuita in foglio volante, proprio come avveniva nei secoli passati. Ai bambini invece รจ stata distribuita la bandierina del Bartoccio, che hanno sventolato gioiosamente per tutto il corteo. Il corteo, tutto pedonale sia per rispettare la tradizione, ma anche per scelta ecologica verso il futuro, si รจ incamminato per viale Indipendenza, via Baglioni, piazza Matteotti, via Fani, per entrare infine in corso Vannucci fino a piazza ndella Repubblica. Qui il Bartoccio รจ salito sul palco, dove รจ stato proclamato non solo โre del carnevaleโ, come da tradizione, ma questa volta anche โsindaco di Perugiaโ, tanto per richiamare lโattuale fermento pre-elettorale.
A questo punto il Bartoccio ha chiamato a presentarsi le due maschere del territorio perugino che hanno partecipato al corteo, cioรจ Carnโvalino di Pretola e Toni di Magione, facendole conoscere al pubblico perugino. Un ringraziamento รจ stato rivolto anche ai volontari Auser, che hanno discretamente accompagnato tutto il corteo. Quindi il Bartoccio ha chiamato ad esibirsi davanti al palco la Filarmonica โG. Verdiโ di Spina, con le sue fantastiche Bartoccine (cioรจ le majorettes che aprivano il corteo); i figuranti contadini di Civitella dโArna, e poi via via le scuole di ballo Polvere di Stelle e Hakuna Matata, e il gruppo di percussionisti di Anarchia ritmica.
Cosรฌ la piazza si รจ riempita delle musiche della banda, degli organetti, delle fisarmoniche, dei balli, e dai ritmi frenetici delle percussioni, mentre il Bartoccio ha chiuso la manifestazione recitando la โBartocciata 2024โ e cantando la Canzona del Bartoccio, accompagnato dalle buffe movenze della Rosa.
Nel cuore della Valnerina, lungo la riva sinistra del fiume Nera, sorge Arrone, cittadella su un colle roccioso la cui storia millenaria รจ testimoniata da ritrovamenti quali una lastra marmorea con iscrizione, un cippo in travertino, dei bronzetti e un sigillo provenienti da un santuario sulla cima del monte Arrone, nonchรฉ una testa marmorea femminile risalente addirittura al II sec a.C.
Per le vie di Arrone
Il borgo sembra debba il suo nome alla famiglia degli Arroni, nobili romani scappati alle devastazioni di Saraceni e Ungari che, rifugiatisi in Valnerina, diedero vita al primo nucleo dellโodierno paese, costruendo nel IX secolo un castello dalla struttura difensiva medievale visibile ancora oggi; in seguito alla sottomissione degli Arroni al Ducato di Spoleto, avvenuta nel 1229, gli uomini di Arrone lo riscattarono, trasformandolo da Signoria a Comune nel 1347. Molto piรน tardi invece, nel 1860, Arrone entra far parte del Regno dโItalia e il capitano garibaldino Gaetano Turchetti passa alla storia come il primo sindaco del paese.
La sua struttura abitativa รจ composta da due nuclei antichi – La Terra e Santa Maria – e da uno periferico nella zona pianeggiante, di piรน recente insediamento. La Terra, nucleo primordiale e Castello di Arrone, racchiude tra le mura antiche la chiesa gotica di San Giovanni Battista – patrono del borgo – protagonista di un recente restauro che ha coinvolto lโabside poligonale, la torre campanaria e gli affreschi quattrocenteschi, che risentono dellโinfluenza di Filippo Lippi. Concorre al recupero del patrimonio di questo castello di poggio anche lโinstallazione di sensori Bluetooth per lโapp Visit Arrone.
Lโapp Visit Arrone
Collega i due antichi borghi lโarco dโispirazione gotica della Porta di San Giovanni; tra i vicoli stretti, fuori le mura del castello, si scorgono altre testimonianze del passato, come quelle in via del Vicinato: la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita nel XV secolo con portone risalente al 1493, il medievale campanile civico, con sei arcate e quattro campane e la torre degli olivi a base quadrata, costruita durante la dominazione longobarda e ornata da un ulivo cresciutovi spontaneamente.
Chiesa di San Valentino, Casteldilago
Casteldilago, il borgo di San Valentino
Nel borgo della frazione di Casteldilago, nei pressi di un lago scomparso, imperdibile รจ la chiesa di San Valentino, che, addossata sulla parete rocciosa su cui poggia il paese, corona uno sperone posto alla sommitร della cinta muraria; la chiesa parrocchiale, che onora il Santo martire ternano รจ stata edificata come pieve durante la stagione del Ducato longobardo di Spoleto tra il VII e VIII secolo. Allโinterno โ sulla parete sinistra โ รจ collocata la statua di San Valentino che tiene in mano un modellino di Casteldilago. Fuori dalle mura del borgo รจ la chiesa di San Nicola a catturare lโattenzione con i suoi affreschi cinquecenteschi realizzati dalla scuola di Giovanni Di Pietro, noto come Lo Spagna; oltre al Museo della Ceramica, nato in seguito al rinvenimento, allโinterno di unโantica cisterna, di numerosi oggetti di uso comune.
Parco fluviale del Nera
Unโultima imperdibile tappa รจ il Santuario della Madonna dello Scoglio del XVI secolo: eretto su un costone a strapiombo intorno a unโimmagine della Madonna dipinta su roccia, รจ raggiungibile grazie a un percorso panoramico che offre una splendida vista sulla Valnerina. Tra gli eventi piรน sentiti, la Rassegna dโArte Contemporanea, Terra in Fiore, La Terra sotto le stelle, la Fiaccolata in canoasul Nera (6 gennaio), la Processione della Madonna dello Scoglio e la Sagra dellโAcquacotta, in onore della Festa di San Giovanni Battista (24 giugno).
Arrone รจ anche una meraviglia naturale, dove le acque che sgorgano ovunque dalla roccia sedimentaria danno vita a fiumi, a laghi e alla Cascata delle Marmore – la seconda piรน alta in Italia – inserita nel Parco fluviale del Nera, che offre anche numerose attivitร : escursioni in bicicletta, trekking, arrampicata su roccia, discesa del fiume in canoa e divertimento nel Parco Avventura. A conclusione di unโemozionante esperienza nel Parco, perchรฉ non provare i meravigliosi prodotti tipici della zona di Arrone? Lโolio extravergine dโoliva, il tartufo, il formaggio pecorino e la norcineria della Valnerina, ma anche frutti di bosco, miele e le specie ittiche di acqua dolce – come trote e gamberi – prodotti principi di piatti tipici quali il brodetto di gamberi, ciriole con filetti di trota e tartufo nero e tagliolini ai gamberi di fiume.
L’Umbria, oltre a essere una meta turistica, si rivela come un luogo cosmico e intriso di elementi fantastici.
Drago Rendering. Foto by Onirico
LโUmbria รจ un avventuroso godimento di esperienze. Tra miti e leggende che si dipanano nelle cittร e nelle cittadelle medioevali –ย arroccate ai bordi delle conche e altri centri noti delle due province – la regione รจ una continua scoperta in tal senso. Di connessione tra i luoghi, non solo turistica ma cosmica e anche un poโ fantasy. Estratto di Drago non รจ un’antica pozione di stregoneria ma in Umbria, tra Grifoni e Draghi degli stemmi di Perugia, Narni e Terni, pare di assistere a un medioevo fantastico, e al filosofare.
Quello mitologico, emblema di Terni, assume una nuova forma in acciaio con lโinnovativo Thyrusdi Marco Diamanti. La notizia fa correre letteralmente in cittร per saperne di piรน. Richiama non solo lโiconografia medievale del drago sconfitto, ma si collega a una vasta tradizione di creature leggendarie che suscitano un crescente interesse culturale. Lucrezia Ercoli, editorialista e direttrice artistica di Popsophia, in Amati mostri spiega il legame tra fantasy e meraviglia, sottolineando come questa connessione abbia radici antiche, da Platone ad Aristotele. ยซOggi, come in origineยป racconta ยซgli uomini hanno iniziato a filosofare dal meravigliarsi. E da Omero, che nel mettere Ulisse al cospetto di Polifemo narra unโesperienza duplice di spavento e attrazione, di fronte alla quale accade di guardare con occhi diversi momenti cruciali della vitaยป. Una reazione di inclusione ad ammettere e accettare lโaltro, come altro.
Calamita Cosmica. Foto by Daniela Zannetti
LโUmbria cosรฌ appare un luogo di meraviglie da svelare
Una regione che prima della storia di Roma e della Grande Umbria deve la sua natura alla fusione tra civiltร etrusca e cultura di Terni, trova riscontro nellโarte contemporanea che fornisce una interessante chiave di lettura. Nella Umbria mistica puรฒ risuonare nel silenzio DโIo, installazione sonora a corredo della colossale Calamita cosmica custodita a Foligno (ex Chiesa della SS. Trinitร ), realizzata dallโenigmatico artista anconetano Gino De Dominicis. ยซUn capolavoro che agisce come attrattore di energie dal cosmo, suscitando descrizioni di alta intensitร ยป come scrive Italo Tomassoni. Puรฒ echeggiare TโOdi, parafrasando la mostra antologica del tuderte artista Bruno Ceccobelli del 2018, nella storica cittร di frontiera del Tevere. Le Opere in Nero di Pietro Vannucci il perugino, dialogano con l’arte contemporanea di Alberto Burri nativo di Cittร di Castello, ed esaltano la luce umana, sovraumana e della materia. Mentre piรน a sud la luce si fa Lancia, con lโopera in acciaio di Arnaldo Pomodoro a Terni, e le opere di Giulio Turcato, Le libertร , creano suggestioni di metallo e colore sulle sponde del lago di Piediluco. Fantasy, dunque, perchรฉ legata al senso del meraviglioso, a ciรฒ che va oltre lโordinario, ciรฒ che รจ fuori dal comune. Infine legata alla storia e allโimmaginazione creativa.
Opere di Giulio Turcato
Il drago per Terni pare dire dove unโaltra vita sogna
Il Drago di Terni non รจ solo unโopera dโarte ma rappresenta un impegno per la creativitร locale. Un primo patto di collaborazione tra il Comune e lโAssociazione culturale Thyrus ha reso possibile lโavvio al progetto della monumentale opera di oltre 4 metri di altezza. Sarร un dono al museo diffuso d’arte contemporanea della cittร , grazie al contributo di numerosi attori pubblici e privati. Racconta il professor Marco Diamanti di ยซtenere in particolar modo a far crescere artisti e giovani artistiยป. Col suo spirito di educatore dโarte con i giovani studenti, e anche allenatore sportivo, la missione dโarte si riveste del sapore di squadra, del carattere associativo, e di cultura del territorio.
Per Jacopo Cardinali, designer e progettista 3D della scultura รจ ยซutile riconoscersi in unโidentitร determinata, attiva e propositivaยป. Co-founder di Materie Unite, รจ un esempio di nuova imprenditoria impegnata nel riciclo tecnologico di Carta e cartone e lโeconomia circolare. Caso non trascurabile con lโItalia al primo posto in Europa nel riciclo, e leader nella circolaritร a venticinque anni ormai, dallโentrata in vigore del Decreto Ronchi. Per un principio di sostenibilitร dellโarte, quello fornito per lโopera da Ast Arvedi รจ di acciaio riciclato, e le oltre 10 tonnellate di acciaio 441 Lis rappresentano, per le statistiche europee, la metร dell’acciaio riciclato equivalente a due Thyrus al secondo. I coils dโacciaio saranno lavorati con tecnica sliced, tagliati al laser, con una ottimizzazione controllata del disegno dal marchio Onirico di Luca Finistauri. Altro comparto creativo ternano che ha giร collaborato con noti artisti come Beverly Pepper e Bruno Ceccobelli.
Drago Rendering. Foto by Onirico
Amato Drago, dallo scitale al Thyrus. Un nuovo capitolo sulla contemporaneitร
ยซNello stemma comunale di Terni, il Tiro non รจ piรน quellโanfibio rettile tozzo con coda lunga a doppio giro, lo scitale dei Bestiari medievali, come raffigurato in pietra nella scultura collocata a Palazzo Spadaยป. Il suo aspetto รจ cambiato nel corso dei secoli. Il Thyrus oTiro ha assunto le sembianze di un drago alato. Lo spiega la storica dโarte Eleonora Belli, giร ricercatrice al Bardini di Firenze. ยซAgli ultimi capitoli del mondo medievale del drago allโItaliana si sovrappongono il drago decorato di ali, dai draghi di Paolo Uccello a quelli del Codice Atlantico di Leonardo, cui si innestano le tradizioni del tardo Rinascimento del Nord Europa. Il drago รจ un sauro che sviluppa gli arti superiori, come e fino al romantico e fantasy drago dellโOttocento, sempre piรน umanoide. La poetica dellโarte figurativa e iperrealista nella scultura di Diamanti, rende tutta la tensione della muscolatura della fera nellโatto di caricare la gettata del fuoco del drago. Dal Tiro in pietra allโodierno Thyrus, lโiconografia รจ evoluta e attualeยป.
Thyrus scultura. Foto by Daniela Zannetti
Drakon, Derkomai, Drakos, Kyklops
Segno e marchio del mostro mitico che rivela lโattuale vitalitร degli antichi simboli, del Drago รจ interessante notare un contenuto sapienziale. La radice della parola Drakon, grande serpente, รจ associata a derkomai, osservare, e a Drakos, affilato e pungente: teoricamente il vedere come capacitร di percepire qualcosa in modo speciale. Kyklops, occhio circolare, per richiamare le suggestioni omeriche legate a Polifemo. Metaforicamente attrattore di energie, ripensando lโopera immobile di De Dominicis, la gigantesca creatura ossea a Foligno. In qualche modo guardiano di energie o luoghi sacri.
Una riscoperta dellโimmaginario, della fantasia, del fantasy. Di fatto, il vero habitat dei draghi nelle leggende e nelle mitologie di gran parte del mondo antico รจ lโacqua, non solo del mondo orientale. Per Terni cittร delle acque costantemente attraversata dallo spirito indomito del Nera, quello che Diamanti in principio ยซimmaginava di creare e installare nella rotonda Filipponi come il Toro di Wall Street, รจ un simbolo in cui tutti si riconoscono e incarna uno spirito di collaborazioneยป. ยซIl Drago per Terni – commenta ancora lโartista – รจ un importante racconto visivo sullโidentitร nel quale rispecchiarsiยป. Apre un nuovo capitolo sulla contemporaneitร . Di una cittร con i segni di una storia nata molti secoli prima dellโacciaio e con un forte desiderio di rinascita. ยซColma lโassenza, allโinterno della cittร , di sculture che raffigurino il simbolo di Terni, in modo innovativo, originale e contemporaneoยป.
Qualificare lโUmbria e Terni attraverso una visione dโinsieme, contemporanea, di tanti dettagli interconnessi.
Around The Nera รจ un conio del 2023 pensato per serie di articoli, interviste e ricerche sul Nera o la Nera, come porta dellโUmbria Sud, da Orte al salto del Velino, via gole del Nera e attorno a Terni. Un reportage sul Lungo Nera, teatro di interventi di rigenerazione urbana nellโarea ex Opificio Siri trasformato nel centro museale e contemporaneo Caos, che danno a questa parte di cittร il necessario ruolo di driver di sviluppo culturale. Sullโopera incompiuta Genesis di Beverly Pepper (around the incomplete work) che in quellโarea doveva sorgere, e un focus sul Drago, emblema della cittร . Tra questi, Estratto di Drago, dallo scitale al Thyrus in 3D, in cui si concentrano le fasi salienti. Cultura e contemporaneitร sono i denominatori, per qualificare Terni e lโUmbria attraverso una visione dโinsieme, di tanti dettagli interconnessi.
Genesis. di Beverly Pepper. Foto di Mauro Cinti
Case opera dโarte, collezionismo locale e arte pubblica
Nel contesto piรน ampio, Around The Nera ha esplorato le identitร sommerse di Terni il cui tessuto artistico si rivela attraverso le narrazioni del collezionismo locale, parallele allโarte pubblica. Iniziative culturali come Atelier liberi (Profili Babocci), CavourArt, e TowerA hanno fatto emergere questo aspetto con lโapertura di spazi temporanei dellโarte nelle dimore private e nei luoghi di culto simbolici e suggestivi, in un transito di artisti incessante. Il Duomo, ornato con le splendide porte di Bruno Ceccobelli, espone Kathartirio di Valentina Angeli,sotto le volte romaniche a crociera di San Francesco,Lauretta Barcaroli deposita Ogni possibile mondo.ย Narrazioni a tratti inattese che scorrono dalle Tre Piazze di Ridolfi del centro al Lungonera, e alla Terni medioevale. Tra gli innumerevoli palazzi dellโarchitettura urbanistica moderna della ricostruzione post bellica si scoprono Case opera dโarte per dirla alla Edmond de Goncourt, come Alberici Paparoni e il suo unico giardino rinascimentale. Case autobiografiche, in cui, per il tramite di oggetti e opere dโarte, si raccontano gli artisti attraverso le Collezioni di famiglia.
Durante un periodo di fervida immaginazione, Oberdan Di Anselmo, artista e collezionista, si proponeva lโambizioso obiettivo di trasformare Terni in un centro all’avanguardia dellโarte. La Galleria Poliantea, inaugurata da Di Anselmo, ospita mostre di rilievo come quella di Carla Accardi nel 1968. Lโartista Mario Schifano contribuisce con una vasta produzione, mentre le raccolte Tonelli e la presidenza di Giulio Carlo Argan nellโAssociazione degli artisti di Terni, fondata da Aurelio De Felice, hanno testimoniato lโimpegno e la vitalitร artistica della cittร .
Mosaico di Corrado Cagli
Museo diffuso: le sculture occupano spazi nelle piazze, ornano i cardini stradali delle rotatorie in un Museo a cielo aperto
Storia di Terni tra le sculture diffuse a cielo aperto, con lasciti importanti, opere di artisti, scultori e architetti di fama nazionale e internazionale che hanno indirizzato lโimmaginario collettivo, e celebrato lโidentitร della cittร . Ad iniziare daHyperion a rappresentare la conca ternana di Agapito Miniucchi, scultoreaccostato dal critico dโarte Sandro Parmiggiani a David Smith, a Ettore Colla e altri grandi protagonisti della scultura internazionale, come Mark Di Suvero e Bernar Venet. Il prezioso mosaico di Corrado Cagli della Fontana dello Zodiacoil cui bozzetto preparatorio del diametro di tre metri e mezzo viene esposto a New York al CIMA, Center for Italian Modern Art. Lโiconico ago d’acciaio della Fontana dello zodiaco simbolo dinamico della cittร , con il TRIPODE in acciaio della passerella di Terni, contribuisce a creare un’atmosfera artistica unica e suggestiva. Completata dal maglio per lโacciaio piรน grande del mondo, la monumentale Pressa della Davy Brothers Ltd e societร Terni, la Lancia di Luce di Arnaldo Pomodoro, Le libertร ย di Giulio Turcato, e altre sinergie scultoree compenetrate nel tessuto urbano. Per citarne alcune: Forme in evoluzione dello spazio n. 1ย di Umbro Battaglini, Sinergica dedicata al campione di motociclismo Libero Liberati, i Riccioliย di Eliseo Mattiacci, il totem di Umberto Mastroianni, Farfalle primitive intuizioni.LโAlbero, ed E-terni. ย Effigi della cittร dellโacciaio, in cui la Acciai Speciali assume un ruolo determinante nella cittร anche in termini artistici. Ancora scultori dellโacciaio legati a Terni come Andrea Forges Davanzati che porta lโacciaio ternano nella sistemazione di Piazza Gerusalemme, e nella Cupola di via Rossetti a Milano sotto forma di un ramรจage di nastro di acciaio inossidabile ispirata al globo del Palazzo della Secessione a Vienna.
Mosaico di Corrado Cagli. Foto di Daniela Zanetti
Storie invisibili: le opere hanno celebrato lโidentitร della cittร fondata sul rapporto acqua e acciaio ma anche la sua vocazione all’energia, materiale e immateriale
Tutto sembrava indicare che Terni, col suo museo diffuso, potesse divenire uno dei siti di Umbria Contemporanea, un parco regionale dellโarte ideato dalla Fondazione Pepper in cui inserire Genesisdella scultrice americana Beverly Pepper molto legata allโUmbria e a Terni. Nonostante gli sforzi ventennali, variazioni di progetto e misteri mai svelati dalla Fondazione Pepper, lโopera si perde dal fondo culturale, resta solo la vasca vuota della fontana che avrebbe incarnato un sentimento ristorativo ideale. Il valore simbolico del fiume Nera e la Cascata da installare a coronamento di quell’area riqualificata del Museo della cittร , poco distante dai giardini che ospitano il Tiro in pietra di Terni. In quel tratto del Nera se ne puรฒ solo immaginare la presenza โ nessunโaltra opera dellโartista รจ a Terni –ย con alcuni bozzetti dellโepoca di progettazione.ย Tra questi, un originale disegno di Genesis che fa vivere ancora quellโidea, rimesso allโarchitetto dellโUrbanistica di Terni Mauro Cinti per la custodia intellettuale dellโopera.
Cascata delle Marmore
Slices di Drago. Una leggenda che diventa realtร , un mito che diventa simbolo
Cโรจ la storia di Terni del Comune libero, nelle grandi dispute del medioevo di scomunicanti e scomunicati, di aquile rosse e aquile nere, dei castellari di difesa, dei Magnati, e dei Banderari. Negli emblemi il dragoghibellino combatte contro i leoni, รจ artigliato dallโaquila rossa dei Guelfi. Alle trame storiche si mescolano i racconti delle leggende. Nellโimmaginario medievale, lโaria malsana delle paludi circostanti, dal Velino al Nera, che mieteva vittime per la malaria, viene identificata con un mostro dโacqua, un drago. La cui soluzione era uccidere la fera. Con opportune opere di bonifica, il drago sconfitto, come narra la leggenda da un giovane della casata Cittadini (poi Cittadini Cesi), divenne il simbolo della forza della cittร . Il Drago e il fiume che dettero le insegne a Terni. Razionalmente, la storia dellโascesa di questa potente famiglia che spronรฒ i ternani per il dominio sulla conca, contro i reatini che si erano insignoriti del Castello sulla Cascata delle Marmore. Restii allโassestamento del selvatico scenario idrogeologico della piana, che il Cavo Curiano dei romani aveva avviato con il taglio della costa rocciosa sovrastante lโantico nucleo di Terni, per liberarla dai ristagni.
Drago Rendering. Foto by Onirico
Se pare strana la presenza di un Drago in cittร pensiamo a Lubiana con il drago nello stemma comunale, e il noto Ponte dei draghi. Se ci si domanda quanto le sculture dislocate in cittร siano state effettivamente poste a rappresentarne l’identitร , nel concetto di arte diffusa, e nel tentativo di dialogo con lโultra mondo dellโarte si inserisce appieno la nuova opera monumentale Thyrus. Il Drago รจ un simbolo fortemente comunitario. Lโintuizione dello scultore e Docente in Discipline Plastiche Marco Diamanti di realizzarne una scultura, รจ lโinterpretazione contemporanea dei meccanismi tra lโuomo, i miti e i luoghi. Un oggetto culturale che รจ totem emblematico e genius loci di Terni. ยซUnโopera non calata dallโalto.Realizzata con tecniche moderne – spiega lโartista. Lโingegneria 3D applicata a una forma, lโanima tecnologica nascosta nella materia. Soprattutto una leggenda che diventa realtร . Fosse anche realizzata con lo stilema di un fantasy – conclude –ย avvicina i giovani alla propria storia, e allโarte. Una ricerca che va al di lร dell’opera e investe in altro modo il territorio. Di fatto Thyrus sembra essere una di quelle sculture fatte per intersecarsi con altre coseยป.
Rammenta stilisticamente Lโuomo e la donna in acciaio di Batumi, simbolo della conciliazione delle diversitร . In anticipo sulla scultura, la dima di acciaio per delineare gli spazi sul basamento nella rotonda Filipponi che ospiterร il Drago per Terni incisa col motto Ars longa vita brevis, mentre sono in corso le prime attivitร di produzione al laser per trasformare i fogli di acciaio nelle slices di drago.
ยซLa mia formazione artistica รจ stata da autodidatta, studio intenso e approfondimenti sui maestri contemporanei e del passato, lavoro serrato sulle tecniche e soprattutto lโinnamoramento per alcuni pittori storici ha inevitabilmente influenzato il mio modo di dipingereยป.
In questo appuntamento abbiamo chiacchierato con Lauretta Barcaroli, artista che vive e opera a Terni. Autodidatta nella sua formazione ma con una grande passione, negli ultimi anni รจ passata gradualmente da una pittura di impronta figurativa a composizioni di gusto astratto e con connotazioni fortemente materiche, in cui anche la luce concorre a essere elemento indispensabile per la fruizione dellโopera. Alcune sue opere sono state pubblicate nel 2019 nel nostro magazine WHITE | AboutUmbria Collection (N. 4), un numero dedicato alle eccellenze umbre viste attraverso il colore bianco.
Lauretta Barcaroli
Lauretta, la passione per lโarte e in particolare per la pittura รจ sempre stata viva e presente in lei. Ci racconta come รจ nata?
Posso quasi dire che la passione per lโarte รจ nata insieme a me. Avevo sรฌ e no dieci anni quando presi in mano la prima tela per dipingervi un mazzo di fiori. La mia vicina di casa, insegnante di scuola elementare, di pomeriggio si dilettava a dipingere dalla finestra del suo studio il paesaggio che le si mostrava davanti e io ero lรฌ a passare ore, incantata dagli effetti di luce e sfumature che il pennello riusciva a produrre con i colori a olio. Finchรฉ un giorno mi disse che invece di stare a guardare forse mi sarei piรน divertita a dipingere. E cosรฌ cominciรฒ la mia avventura artistica. In seguito, alle scuole medie, i professori delle materie tecniche mi avviarono allโuso della creta e dei materiali. Apprezzavano molto i miei lavori tantโรจ che me ne commissionarono un bel numero per lโesposizione di fine anno! Piccoli episodi ma di grande stimolo per mettere in luce il talento! Ma i miei dicevano che con lโarte non si mangia, quindi la vita ha fatto il suo corso e mi sono ritrovata diplomata e, giovanissima, impiegata in un ente pubblico. Lโarte sembrava ormai chiusa in un cassetto ma sarebbe stato soltanto per pocoโฆ
La sua arte รจ una pittura di impronta figurativa, con un gusto fortemente astratto, dove la materia รจ fondamentale, in cui anche la luce รจ un elemento indispensabile. Oggetti come stoffe, legni e parti di ferro creano opere di forte impatto emotivo. Come nascono le sue composizioni?
La mia formazione artistica รจ stata da autodidatta, studio intenso e approfondimenti sui maestri contemporanei e del passato, lavoro serrato sulle tecniche di pittura e soprattutto allโinizio lโinnamoramento per alcuni pittori storici ha inevitabilmente influenzato il mio modo di dipingere. Per circa venti anni ho prodotto opere a olio con impronta figurativa. Non amavo rappresentare il paesaggio, ma un mondo fatto di oggetti quotidiani che richiamassero lโatmosfera del passato e della tradizione, volti di donne con gli occhi disegnati dalle ombre, il colore piรน che la forma era il protagonista delle mie tele, era il mezzo per evocare sentimenti e stati dโanimo. Queste opere ebbero un grande apprezzamento in Francia, con le innumerevoli mostre che dal 1999 al 2006 mi portarono in molte localitร della Costa Azzurra. A tutti gli effetti la Francia รจ stata per me una sorta di madrina spirituale. Poi il blocco, e per circa un anno ho smesso di dipingere perchรฉ la mia vena sembrava ormai esaurita. Lโaver poi frequentato a Roma un corso di pittura alla RUFA – Rome University of Fine Arts mi รจ stato di grande stimolo per approfondire le tematiche dellโarte informale e materica e di nuovo ripartire nella mia ricerca. Gli oggetti a cui si riferisce, stoffe, legni e parti di ferro appartengono a un periodo per me particolarmente emozionante e fertile, in cui ho potuto mettere a frutto gli stimoli e gli apprendimenti accademici acquisiti e dare vita ad alcuni lavori della serie Derive (2008/2010) sensibili della tradizione informale italiana che proprio in Umbria pone le sue fondamenta. Nei miei lavori tutto comincia da una forte emozione che pressa. Nel caso di Derive bastava un oggetto trovato magari nella sabbia o eroso e sepolto nella terra, a divenire punto di partenza. Tutto il lavoro a seguire sarebbe orbitato intorno ad esso. La luce concorre a essere elemento indispensabile per la fruizione dellโopera, le stratificazioni sulla tela diventano soggette al modo in cui la luce colpisce la materia.
Ogni possibile mondo 2022
Alcune sue opere sono state esposte – fino a qualche giorno fa – ad Assisi nellโevento โSpatium Lucis-Artisti contemporaneiโ a cura dellโAssociazione La Casa degli Artisti: ci puรฒ raccontare i suoi lavori?
Esporre le proprie opere al pubblico รจ un poโ come mettersi a nudo e chi guarda spesso aiuta lโartista a fare chiarezza sul proprio mondo interiore. Questa รจ lโalchimia e il vero senso del fare arte. Ho partecipato a questa mostra con una scultura e con alcune opere pittoriche. La scultura, una lampada verticale dal titolo Lama di luce, รจ stata realizzata nel 2019 e fa parte della serie Work in progress. Le altre opere pittoriche dal titolo Ogni possibile mondo sono state invece elaborate durante la pandemia. Dopo un iniziale spaesamento, mi sono attrezzata per vivere in arte il mio isolamento, benedicendo lโopportunitร di vivere in campagna. Sono stati due anni di intenso lavoro che hanno prodotto tra le altre anche 11 formelle su tela (cm 30×30) che sono andate a comporre unโopera la Croce del Cristo risorto, esposta a Terni nella Chiesa di San Francesco in occasione del Cavourart Festival. Di dimensioni piรน importanti sono le singole opere che ho esposto ad Assisi, ma lo stile e la tematica sono le stesse. Anche qui la materia continua a essere lโoggetto della mia ricerca, in un rapporto dialettico il cui intento รจ quello di dare forma a espressioni universali e senza tempo. La superficie delle tele รจ scabra, segnata da impronte lasciate da oggetti o da stoffe che rimandano a sudari, a umili resti di vita quotidiana, da tagli, incisioni, segni di umane vicende. Un Pathos, in cui il dramma comune si fa timida luce di speranza e compassione.
Ogni possibile mondo 2023
Le nostre interviste si chiudono sempre con una domanda. Vorrei chiederle una parola che per lei rappresenti il connubio tra la sua arte e lโUmbria.
LโUmbria รจ terra di grandi artisti e di santi. La parola รจ spiritualitร .
Solamente una sua opera รจ stata inclusa nel 1997 nell’antologia Le scrittrici dell’Ottocento. Di chi sto parlando? Di Anna Guendalina Lipparini, nata nel 1862 a Terni e morta a Pisa nel 1914.
Anna Guendalina Lipparini, di benestante famiglia borghese, sposรฒ nel 1881 il diplomatico fiorentino Alberto Roti. Alcuni la conoscevano anche come Anna Roti, avendo acquisito il cognome del marito, altri come Guendalina Roti e lei per fare le cose semplici e mettere tutti d’accordo scelse per sรฉ uno pseudonimo, Regina di Luanto, anagramma di Guendalina Roti.
Anna Guendalina Lipparini
Il matrimonio non fu felice e presto fu seguito dalla separazione. Il marito le rimproverava spesso i suoi atteggiamenti ribelli nei rapporti sociali e la sua indole a scandalizzare i benpensanti di turno. In realtร lei aveva bisogno solo di piรน libertร . Successivamente, stabilitasi a Pisa, conobbe il gioielliere Alberto Gatti con cui, dopo molti anni di convivenza, si sposรฒ nel 1911. Regina di Luanto morรฌ a Pisa nel 1914.
ร ricordata come una donna bella, con grandi occhi dolci, viso ovale e un’espressione maliziosa che accresceva il suo fascino. Non era molto alta, aveva movenze aggraziate miste a pose e atteggiamenti scaltri e furbi. Si dice che studiasse molto trascorrendo il tempo tra i libri, la musica e la cura dei suoi cani.
Dimenticata e incompresa
Regina di Luanto รจ senza dubbio una delle scrittrici attive a cavallo tra Otto e Novecento piรน dimenticate. Una scrittrice fondamentalmente scomparsa dai libri di critica letteraria e della quale abbiamo poche notizie. Una scrittrice incompresa, forse perchรฉ le sue opere sono state estremamente innovative e provocatrici e per questo poco apprezzate dalle riviste culturali del tempo. Le sue opere sono piene di spunti di modernitร e per questo osteggiate dai perbenisti borghesi del periodo che le definivano (come ad esempio nelle riviste Civiltร cattolica e La tavola rotonda): ยซsbagliate da cima a fondo e scuole di mal costumeยป, invitando perfino il libraio a ritirarle dalle vetrine come merce appestata. Giร il suo esordio letterario nel 1890, con Acque forti, suscitรฒ un certo rumore e cosรฌ sarร per tutta la sua vita e la sua produzione letteraria.
Una scrittrice moderna
La realtร รจ che il tempo รจ stato benigno per lei, seppur colpevolmente tardi. ร cosรฌ divenuta famosa per i temi affrontati usando un linguaggio crudo ed esplicito nel descrivere una collettivitร mondana sessista e corrotta, ambigua e ipocrita. Pubblica i suoi libri in un arco di tempo che va dal 1890 al 1912, tutte opere cariche di idee moderne. I temi trattati, principalmente la donna, la sua condizione e il matrimonio, sono incredibilmente attuali e descritti con personaggi e descrizioni ambientali meravigliose.
Il rifiuto del perbenismo borghese
Questa autrice abbandona il perbenismo borghese tipico di quegli anni e rovescia la mentalitร secondo cui una donna doveva essere soprattutto pudica e devota, costretta a vivere in casa e sopportare le leggi che la societร imponeva loro. Crea, nei suoi romanzi, figure femminili disinvolte, disinibite, anticonformiste e senza pregiudizi, dando cosรฌ voce a nuove abitudini e a nuove esigenze. Tratta di tematiche relative alla condizione femminile denunciando una societร sessista e maschilista, rompe i rigidi schemi del periodo e racconta senza farsi prendere dalla paura di essere troppo schietta e troppo forte. La sua non รจ una ribellione, sarebbe stato forse piรน semplice, ma una presa di posizione e soprattutto di coscienza.
I suoi romanzi
Nei suoi romanzi viene rovesciata l’idea di amore romantico al femminile, s’impone una nuova mentalitร , un nuovo sguardo sulla condizione femminile, le donne non sono piรน raccontate come innamorate ingenue, sognatrici e devote a mariti e famiglia.
Nella sua attivitร di scrittrice, Regina di Luanto sembra non dare peso alla forma in termine di stile e linguaggio, ma solamente alla sostanza e quindi al messaggio che vuol dare. Le protagoniste dei suoi racconti, presentate con linguaggio esplicito e diretto, sono spesso vittime di vicende drammatiche che non giungevano mai a un lieto fine.
Nei suoi romanzi compare il desiderio e la sessualitร , insomma tutto quello che fino ad allora era stato oscurato dal perbenismo e dal maschilismo. Nel primo romanzo, Salamandra del 1892, la nobile protagonista Eva e il marito banchiere rappresentano il matrimonio di convenienza fallito. Lui la tradisce sistematicamente e lei ricambia cercando l’amore fisico e spirituale in altri uomini.
In Martirio del 1894, la protagonista รจ una giovane sposa che racconta la sua delusione del matrimonio: il suo uomo, egoista e noncurante, verrร da lei stessa ucciso per difendersi. In questo lavoro evidente รจ la forte condanna del matrimonio, visto essenzialmente come un legame dannoso per il sentimento sincero di due persone. La scuola di Linda del 1894 punta l’attenzione sul mondo degli artisti considerato come intellettuale e libero in contrapposizione alla negativitร dell’aristocrazia.
Nel romanzo Gli Agonizzanti del 1900 la protagonista รจ Isabella rimasta incinta di Giulio, un uomo irresponsabile dedito solamente a una vita superficiale. Isabella decide cosรฌ di farsi una vita propria e indipendente per mantenere se stessa e il figlio. Il messaggio รจ chiaro: il diritto della donna di essere libera e autonoma!
Apprezzamento
Concludo nel dire che a fronte di molte critiche venne anche fortemente apprezzata per l’audacia nel pubblicare temi controcorrente. Cosรฌ riporta una rivista dei primi del ‘900: “I romanzi di Regina di Luanto sono sempre un avvenimento letterario. L’audacia di questa scrittrice, che affronta impavidamente i problemi piรน ardui della societร contemporanea e sa rivestirli di una forma d’arte veramente affascinante, รจ ormai nota a tutti i lettori”. Nel suo necrologio dell’8 settembre 1914, pubblicato su Il Nuovo Giornale, viene cosรฌ definita: ยซla scrittrice piรน audace, piรน avanzata, piรน arrischiata che abbia avuto l’Italia negli ultimi venti anniยป.
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Torna, dallโ8 al 12 novembre, lโappuntamento con il Terni Falls Festival, manifestazione ideata nel 2018 dallโassociazione culturale โPorto di Narni, approdo dโEuropaโ con lo scopo di promuovere il territorio Terni-Narni-Valnerina puntando sugli illustri viaggiatori che hanno visitato la Cascata delle Marmore al tempo del Grand Tour.
Dopo aver ripercorso negli anni scorsi le esperienze di viaggio dei vari Mary e Percy Shelley, William Turner, Thomas Moore, Bertel Thorvaldsen, Antonio Canova, Giacomo Leopardi, stavolta lโassociazione ha voluto puntare su un noto scrittore francese, che fece della Cascata delle Marmore lo scenario di una struggente pagina dโamore. Stiamo parlando di Franรงois Renรฉ de Chateaubriand, padre del Romanticismo transalpino, che nellโottobre 1803 giunse a Terni insieme alla contessa Pauline de Beaumont, donna intellettuale e sua amante, deceduta a Roma qualche giorno dopo. Seriamente malata, Pauline aveva infatti espresso il desiderio di visitare la Cascata delle Marmore prima di morire. A rinforzare il legame tra Terni e la cultura francese avrebbe poi contribuito lo scrittore Andrรฉ Maurel, fervente studioso di Chateaubriand, che un secolo piรน tardi venne a visitare a sua volta la Cascata delle Marmore, ripercorrendo le tracce dei due amanti. Terni era nel frattempo divenuta una cittร industriale ed era in quei giorni interessata da un grande sciopero.
“Muovendo da queste due storie, lโassociazione รจ in procinto di annunciare un programma che vedrร arrivare a Terni e Narni esperti docenti e studiosi, giornalisti di settore, giovani scrittori di successo e rappresentanti delle istituzioni culturali francesi” ha dichiarato Anna Pettorossi, vice presidente dellโassociazione Porto di Narni.
Tra gli ospiti, figurano la prof.ssa Marika Piva dellโUniversitร di Padova, lโautrice francese Anne Christine Faitrop-Porta, la giornalista torinese Ada Corneri, la scrittrice pugliese Angela Liso, lโinsegnante italo-francese Anita Cocciante. Alla manifestazione รจ prevista anche la presenza di unโalta carica della prestigiosa Ecole Franรงaise di Roma.
Il Terni Falls Festival vuole peraltro questโanno anche essere lโoccasione per esplorare lโaspetto piรน dolce e romantico delle storie sul Grand Tour che ogni anno si vanno a raccontare. Da qui lโidea di accogliere nel progetto anche lโassociazione โIpogeo San Valentino โ Borgo Garibaldiโ, che il pomeriggio di giovedรฌ 9 novembre ospiterร un interessante dibattito dove non mancheranno spunti e idee di riflessione connessi al santo patrono della cittร . Una simile iniziativa sarร sviluppata lo stesso giorno pure allโinterno della scuola (Auditorium Istituto Cesi-Casagrande).
Le sedi dove si svolgeranno gli incontri pomeridiani sono lโArchivio di Stato di Terni (8 novembre), lโaula 1 dellโuniversitร presso lโex convento di San Valentino (9 novembre), lโaula magna dellโuniversitร al Palazzo Sacripanti di Narni (10 novembre), il Caffรจ Letterario della Biblioteca Comunale di Terni (11 novembre).
Prevista la partecipazione attiva degli studenti dellโIstituto Casagrande-Cesi di Terni, del Liceo Angeloni di Terni e del Liceo Gandhi di Narni Scalo. In questโultimo complesso scolastico, si terrร un incontro la mattina di venerdรฌ 10 novembre. Decisiva ย รจ stata la collaborazione con gli insegnanti Alessio Zenone, Donatella Calamita e Tessa Agostini, che si sono adoperati per condividere il progetto con i colleghi allโinterno degli istituti nei quali svolgono la loro professione. Nello specifico, gli studenti di francese del Liceo Angeloni stanno lavorando proprio sulla traduzione del brano in cui Andrรฉ Maurel descrisse la sua esperienza ternana.
Come da consuetudine, oltre alle conferenze piรน squisitamente letterarie, ci saranno momenti legati alla gastronomia e allโarte, nonchรฉ al teatro e alla musica. La mattina di mercoledรฌ 8 novembre, lโattore Stefano de Majo aprirร la manifestazione a Terni con uno spettacolo itinerante, che partirร dalla stazione e arriverร a Piazza della Repubblica. Lo stesso de Majo replicherร ย domenica 12 novembre, la mattina con una performance alla Cascata delle Marmore, il pomeriggio con unโesibizione a Narni volta a far scoprire e apprezzare il percorso โTurner Tour – Narni comโeraโ, inaugurato nei mesi scorsi da unโidea del compianto ing. Giuseppe Fortunati.
In piรน momenti durante la manifestazione, lโartista Massimo Zavoli presenterร invece la sua ultima opera calcografica ispirata proprio alla visita di F. R. de Chateaubriand e Pauline de Beaumont alla Cascata delle Marmore.
Tra gli studiosi locali che porteranno un loro contributo conoscitivo, figurano Christian Armadori (presidente associazione โPorto di Narniโ), Angelo Bitti, Andrea Tortoreto, Giulio Cesare Proietti, Antonio Fresa. Tra i musicisti coinvolti, ci sono invece Gustavo Gasperini, Margherita Tomassetti, Manuela Boccacani.
Hirohiko Shoda, in arte Chef Hiro, dal Giappone รจ arrivato in Italia nel 2006 e da qualche mese si รจ traferito in Umbria, a Casteltodino. Con lui ha portato nella nostra regione la cultura della sua terra.
Hirohiko Shoda, conosciuto come Chef Hiro, ha lasciato il Giappone nel 2006 โ dove perรฒ torna spesso a trovare la sua famiglia โ per trasferirsi in Italia, dove da qualche mese vive con la moglie a Casteltodino (in provincia di Terni). ยซFinalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativiยป. Oramai lโUmbria รจ un luogo che gli appartiene e che vive quotidianamente, essendosi integrato alla perfezione con la nostra terra. Con grande disponibilitร , ha risposto alle nostre domande dove Giappone e Umbria โ anche se apparentemente lontane – si uniscono in un intreccio di cultura e sapori.
Lo abbiamo giร visto nella trasmissione Ciao, sono Hiro su Gambero Rosso Chanel, al programma La Prova del Cuoco e su Radio Deejay รจ spesso ospite del Trio Medusa. Il suo talento si esprime anche in diversi libri di cucina, tra cui Washoku, lโarte della Cucina Giapponese e Hiro Cartoon Food.
Chef Hiro
Il poeta uruguaiano Mario Benedetti scriveva che รจ ยซgrazie ai sentimenti che diventiamo consapevoli di essere noi stessiยป. Nel suo libro, Hiro Cartoon Food, lei racconta sรฉ stesso e la cucina giapponese attraverso emozioni e sentimenti. Ci puรฒ spiegare il perchรฉ di questa scelta?
Dopo tanti anni nellโalta ristorazione stellata, sia in Giappone sia in Italia, dopo alcuni anni di lavoro come docente in varie accademie e soprattutto dopo lโuscita del mio libro Washoku, lโarte della Cucina Giapponese (edito da Giunti, manuale completo sulla cucina e la cultura giapponese tradizionale), ho sentito il bisogno di evadere un poโ dal mio ruolo istituzionale di Ambasciatore Ufficiale della cucina giapponese in Italia e ritrovare i ricordi della mia infanzia, recuperare e rivivere alcune emozioni lasciate in disparte da alcuni anni. Riconoscendo quelle emozioni del passato si puรฒ dare completezza alla propria vita di adulto e soprattutto si puรฒ apprezzare lโaffetto e la condivisione da parte di tante persone con lo stesso vissuto, al di lร della nazionalitร di origine.
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Tra le ricette del suo cuore ce nโรจ una in particolare alla quale รจ piรน legato? Perchรฉ?
Io cito sempre i dorayaki, i famosi pancake giapponesi, che gustavo sempre da bambino dopo la scuola, a merenda, con gli amici o insieme a mio fratello e a mia sorella. Questo dolcino, semplicemente buono, รจ molto popolare in Giappone e compare in tantissimi anime, manga e film, come il gattone spaziale Doraemon o la dolce signora del film Le ricette della signora Toku. Non รจ solo un dolce, ma un simbolo di famiglia e di affetto.
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Nel libro la presentazione dei piatti รจ ispirata alle piรน popolari serie manga e anime giapponesi: quali sono i suoi manga e anime preferiti e in particolar modo quale tra i film di animazione dello Studio Ghibli genera in lei piรนใใญใใญ.
Eh sรฌ, ใใญใใญ in giapponese si pronuncia doki doki, รจ unโespressione onomatopeica che si puรฒ tradurre con bum bum, come il battito del cuore delle prime emozioni, della trepidazione giovanile, che io ho voluto associare alla consistenza tenera e soffice dei dolci giapponesi. Ogni capitolo del mio libro Hiro Cartoon Food (edito Mondadori) รจ legato a una di queste onomatopee che in realtร rappresentano uno stato dโanimo, una sensazione, un sentimento, spesso suscitati anche dai suoni del cibo, oltre che dellโanima. Tutte le opere dello Studio Ghibli, in particolare quelle del grande maestro Hayao Miyazaki, si fondano su tematiche universali che accomunano tutti gli uomini e vanno oltre, nella fantasia, nel mondo onirico ed epico, fino allโaldilร . E anche il tema del cibo รจ ricorrente e molto potente, simbolo di un quotidiano che trascende in qualcosa di piรน intimo e recondito. In Giappone fin da piccoli, a scuola, si trasmettono le opere dello Studio Ghibli, che sono molto piรน di un film dโanimazione, ma strumenti didattici e culturali che insegnano valori e principi sempre attuali e sempre validi, in ogni epoca storica e in ogni Paese del mondo.
Hiro Cartoon Food e Washoku
Il suo viaggio in Italia รจ iniziato nel lontano 2006, in Veneto; che cosa lโha portato in Umbria? Per Hirohiko Shoda cosa rappresenta questa regione? E per Chef Hiro?
Sono arrivato in Italia nel lontano 2006, ormai sono oltre 17 anni, tanto tempo! Il primo accesso รจ stato per motivi di lavoro, per collaborare con lo chef de Le Calandre di Padova, ristorante tre stelle Michelin. Dopo circa 7 anni, ho conosciuto la mia compagna Letizia che mi ha fatto capire che il lavoro รจ fondamentale e va rispettato e tutelato, ma che cโรจ anche altro da preservare, la salute innanzitutto e gli affetti piรน cari che nel tempo, presi da una vita impegnata h24, si trascurano, si perdono. E la stessa scelta di vita lโabbiamo percorsa insieme qualche mese, trasferendoci da Roma in Umbria, dove finalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativi. Oggi posso dire che Chef Hiro e Hirohiko Shoda sono la stessa persona, il mio lavoro รจ perfettamente integrato nella mia vita, e la mia vita รจ stimolo e carburante per la mia professione.
In questa ricerca gastronomica, le รจ capitato di testare dei sapori umbri che in qualche modo le hanno ricordato la sua terra dโorigine?
Ovviamente sto testando tutto, piano piano voglio scoprire nel dettaglio le varie produzioni e toccarle da vicino, i prodotti umbri hanno storia e radice profonda, come la vecchia quercia che protegge la mia casa, e questa bellezza di tramandare sapori e cultura รจ unโusanza molto tipica anche in Giappone. In particolare, io sono nato nella Prefettura di Nara, lโunica regione del Giappone che non รจ toccata dal mare, proprio come la Regione Umbria, il cuore verde dโItalia.
Ci sono delle affinitร tra Giappone e Italia nel rapporto col cibo?
Sรฌ, molte, soprattutto nellโaspetto di condivisione del cibo con le persone care, e lโoffrire il cibo come gesto dโamore e di cura.
Se dovesse descrivere sรฉ stesso con un piatto quale sceglierebbe?
Ormai รจ molto difficile rispondere a questa domanda perchรฉ ho vissuto metร della mia vita in Giappone e lโaltra metร in Italia, continuo a viaggiare molto e a scoprire le bellezze gastronomiche che ogni Paese del mondo offre, quindi non saprei piรน fare una scelta. Lโimportante per me รจ che un piatto contenga un messaggio, anche piccolo o invisibile, ma che abbia sempre qualcosa da dire, da raccontare, da tramandare.
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Grazie alle diverse trasmissioni che ha fatto a partire da Ciao, sono Hiro, abbiamo avuto modo di constatare la sua passione per la natura, la musica e lโarte in generale, fondamentali nel processo creativo dal quale nascono i suoi piatti. In che modo lโUmbria riesce ad ispirarla nelle sue creazioni?
In Umbria posso finalmente godermi il silenzio della natura, che in realtร รจ un silenzio solo apparente, ricco invece di suoni, rumori, urla, sibili, canti, crepitii, fruscii, molti dei quali ricordano proprio i rumori e i suoni della cucina, ad esempio mentre si frigge o si cuoce alla brace. DellโUmbria amo proprio il fuoco, la brace, le lunghe cotture, tutti metodi antichi molto vivi e presenti anche nella cucina giapponese autentica, spesso erroneamente collegata soltanto alla cruditร degli ingredienti.
Da quella trasmissione a oggi, comโรจ cambiato il suo rapporto con i social?
Nel 2014, quando ho debuttato in tv, i social non erano cosรฌ presenti nella nostra quotidianitร , erano principalmente mezzi di evasione, di distrazione, di svago. Oggi si sono trasformati, per molti sono anche un mezzo importante di comunicazione e di lavoro, ma, come in tutte le sfere della vita e del lavoro, occorre sapere trovare il giusto metro di utilizzo, tenere la distanza necessaria senza farsi sopraffare. Io personalmente condivido e amo molto comunicare sui social, mostro me stesso senza grandi filtri, ma alcune cose in particolare, come eventi personali o dolori, preferisco lasciarli nella mia sfera privata. Lโaspetto negativo dei social รจ non essere regolamentato e disciplinato. Non รจ possibile dire e fare tutto perchรฉ siamo in una sfera virtuale. Il virtuale oggi esiste, ed รจ molto piรน materiale di quello che sembra. Io credo che il rispetto e lโeducazione, la civiltร e la discrezione (aspetti fondamentali della mia cultura dโorigine) vadano sempre garantiti, tutelati e preservati. Lโessere un personaggio pubblico non equivale ad essere un pungiball, tutti si possono esprimere liberamente, ma sarebbe preferibile intervenire se si ha veramente qualcosa da dire, altrimenti a volte รจ meglio tacere e investire il tempo ad osservare, studiare e magari migliorarsi.
Chef Hiro al corteo storico di Casteltodino
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Di traguardi nella vita ne ha raggiunti tanti, come la nomina del MAFF Japan nel 2019 di Ambasciatore della Cucina Giapponese in Italia. Ci sono ancora dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare?
Sono giร molto contento e realizzato, il vero sogno รจ non perdere mai lโentusiasmo e la voglia di imparare e di conoscere.
Cosa le manca di Nara, antica capitale del Giappone e patrimonio UNESCO, nonchรฉ sua cittร dโorigine?
La mia famiglia, ma fortunatamente torno spesso in Giappone e riesco a non sentire troppo la distanza.
Cโรจ qualche appuntamento in programma per i nostri lettori che avrebbero piacere di incontrarla?
Sto scrivendo il nuovo libro insieme a Letizia, e siamo entrambi felici di aver aspettato di completarlo proprio in Umbria, nella nostra nuova casa, ricca di ispirazioni e buone vibrazioni. Speriamo che lโUmbria ci porti fortuna e tanta serenitร .
Lโaggiornamento dellโarchivio multimediale e la presentazione, in anteprima, del progetto legato alla realizzazione del nuovo museo dei Plenaristi presso lโex villa Morandi al Belvedere superiore della Cascata delle Marmore.
Saranno questi i momenti salienti dellโevento del 30 settembre quando, a cura dellโAsp Beata Lucia, si svolgerร a Narni, presso il complesso monumentale di piazza Galeotto Marzio, la Giornata dei Plenaristi – Paesaggi e Viaggi dโArte. Unโoccasione unica non solo per fare il punto sullo stato dellโarte del progetto iniziato nove anni fa grazie alla passione e alla costanza di Franco Passalacqua, ma anche per guardare con gli occhi degli artisti del passato il territorio di Narni e non solo.
LโArchivio e il Nuovo Museo La Villa Sulla Cascata, trekking e pittura
La giornata inizierร alle 10: partenza dal Beata Lucia per un Trekking sui luoghi del Grand Tour del territorio di Narni a cura di 165m_Servizi Turistici (prenotazione al numero 345 6983825); contestualmente, a partire dalle 10,30, la Terrazza dei Plenaristi ospiterร unโattivitร di pittura en plein air in conclusione delle attivitร estive promosse da Asp Beata Lucia, Comune di Narni e coop Edit.
A partire dalle 15 si svolgerร la conferenza che vedrร la presentazione dellโaggiornamento dellโarchivio-database dei dipinti, disegni e acquerelli realizzati dai pittori del plein air nella valle ternana fra โ700 e โ800. Lโarchivio, consultabile sul sito www.plenaristi.it, classifica ben 410 opere di 105 autori noti e 12 autori anonimi, dipinti che si trovano in collezioni private e in 90 musei del mondo dal Giappone agli Stati Uniti. Dopo i saluti istituzionali, interverranno il dott. Franco Passalacqua, ideatore e curatore del progetto I Plenaristi nella valle del Nera e la dott.ssa Marcella Culatti dellโUniversitร di Bologna e della Fondazione Zeri.
Seguirร la presentazione in anteprima del nuovo Museo dei Plenaristi, in corso di realizzazione alla Villa sulla Cascata, un luogo unico che si trova a ridosso della caduta della Cascata delle Marmore e circondata da un parco che offre visuali inedite sul primo salto e sulla Valnerina.
La villa, di proprietร della famiglia Noceta Dillon, รจ in corso di ristrutturazione ed ospiterร una magnifica collezione di dipinti realizzati da artisti provenienti da tutta Europa tra โ700 e โ800. Periodo che ha visto la nascita in Italia della pittura dal vero. Per lโoccasione verranno mostrate in anteprima, nella sala espositiva del Beata Lucia, sei opere della collezione che saranno commentate dalla storica dellโarte Marcella Culatti.
Il progetto I Plenaristi nella valle del Nera
Era il 2014 quando, presso il Caos di Terni, si รจ svolta la presentazione del progetto I Plenaristi nella valle del Nera a cura del dottor Franco Passalacqua. Di fatto tutti gli obiettivi proposti nellโambito del progetto sono stati realizzati e tuttora fruibili: il sito web www.plenaristi.it; i documentari โLa valle incantataโ e โCorot nella valle incantataโ; lโArchivio/database digitale Il Museo Diffuso dei Plenaristi; Il Percorso Corot Papigno; la Terrazza dei Plenaristi e la sala immersiva multimediale al Beata Lucia di Narni; lโAllestimento multimediale alla biglietteria della Cascata delle Marmore e i numerosi corsi di pittura dal vero per bambini e adulti.
La realizzazione di questo progetto รจ stata possibile grazie allโimpegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni (CARIT) e alla partecipazione dei Comuni di Terni e Narni e allโopera di volontariato.