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Lโ€™altopiano di Chiavano, situato fra lโ€™Umbria e il Lazio, ha segnato fino al 1860 il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Un tipico castello medioevale, che dร  il nome allโ€™area, sorge sulla testata della valle, in cima a un colle arrotondato a 1128 metri di quota.

Ai suoi piedi, verso sud, si apre il piatto fondovalle delimitato da ripidi versanti distanziati fino a un chilometro e mezzo. Lungo le fasce di raccordo tra la pianura e i rilievi, sorgono Villa San Silvestro e Buda da un lato, Coronella e Trognano dallโ€™altro. Il fascino del Piano di Chiavano non รจ perรฒ quello di un paesaggio residuale del passato, e la prima sensazione che il visitatore avverte รจ quella di un luogo bello perchรฉ funzionale, per la natura e per lโ€™uomo che non lo ha mai abbandonato. Il paesaggio agrario del luogo รจ uno dei piรน imponenti e significativi dellโ€™Appennino Centrale, un angolo di Italia in cui ancora coesistono lโ€™antico impianto della centuriazione romana e il nuovo assetto dato al territorio da unโ€™agricoltura incentrata sullโ€™allevamento che rendono questo luogo vivo, dinamico e proiettato verso il futuro. Tanto per movimentare e articolare ancora di piรน il paesaggio, lโ€™ambiente, la natura e la storia del Piano di Chiavano, ecco che a Villa San Silvestro, proprio accanto al borgo, dove inizia a distendersi la lunga pianura, i resti di un tempio romano del III secolo avanti Cristo parlano, imponenti, dellโ€™antichissima importanza del luogo. Gli interstizi tra le grandi pietre del basamento e i resti delle colonne sono abitati, nemmeno a dirlo, dalle lucertole muraiole, mentre il Codirosso spazzacamino si posa sul campanile della chiesa sorta sopra le vestigia del tempio.

 

Il sito di Villa San Silvestro di Cascia rappresenta lโ€™unico esempio finora noto di un forum repubblicano

Un tesoro nascosto

Tra il 1920 e il 1930 gli scavi condotti al di sotto della Chiesa di Villa San Silvestro fecero riemergere il podio e alcuni elementi architettonici del monumentale tempio romano di cui abbiamo parlato nelle righe precedenti. Nonostante la sua importanza storica per la comprensione del territorio, questo luogo fu per lungo tempo dimenticato, finchรฉ negli anni Ottanta le ricerche condotte sul posto dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici per lโ€™Umbria portarono alla luce alcune colonne in laterizio di un portico alle spalle del tempio. Gli scavi sono poi ricominciati nel 2003, sotto la direzione scientifica del professor Filippo Coarelli dellโ€™Universitร  di Perugia. Il progetto รจ ripartito dallo studio del tempio stesso, che trova confronti solo in altri due casi (Sora e Isernia), molto meno conservati. La campagna di ricerche ha visto integrarsi saggi di scavo mirati a comprendere i particolari delle tecniche edilizie e le caratteristiche costruttive del III secolo avanti Cristo.

 

Unโ€™iscrizione del II secolo a.C. attesta la presenza del culto del dio Terminus, divinitร  prettamente romana che difende i confini, nellโ€™area di Villa San Silvestro

 

I risultati sono stati sorprendenti. Da un lato lo scavo e i rilievi mettevano in evidenza che il tempio aveva avuto due fasi edilizie: la prima, con la costruzione agli inizi del III secolo a.C., la seconda legata al restauro ispirato ai modelli architettonici che caratterizzarono la Roma del I secolo. Partendo da questi elementi, la campagna dellโ€™agosto 2007 ha portato alla luce un settore del foro che circondava il tempio. Le strutture emerse, ancora in fase di studio, rivelano che il foro, come il tempio, ebbe diverse fasi edilizie: appare dunque naturale collegare la costruzione del foro con lโ€™imporsi della dominazione di Roma che, per assicurarsi il controllo sul territorio, impianta un forum in unโ€™area in cui una popolazione prevalentemente agricola viveva sparsa sul territorio. La scelta del sito non รจ casuale: si tratta, infatti, di unโ€™area che coincide con la piรน vasta pianura della zona. Il foro sorge nel punto in cui scaturivano le uniche sorgenti del territorio e, soprattutto, dove il diverticolo della via Salaria incontrava i percorsi di transumanza e quello di valico che, attraverso Monteleone di Spoleto, permetteva di giungere fino alla Flaminia.

 

A est del foro รจ emersa una vastissima area delimitata da una tripla serie di portici, scanditi da colonne in laterizio e semipilastri