Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0.
Nel cuore verde dell’Italia, tra colline che si fondono con il cielo e borghi incantati che raccontano storie millenarie, sorge un’iniziativa che promette di far brillare ancora di piรน la luce dell’Umbria nel firmamento turistico nazionale e internazionale: nasce Umbriamoci.
L’Associazione di promozione socialeUmbriamoci si propone il compito di celebrare e diffondere l’enogastronomia umbra, gioiello culinario spesso sottovalutato al di lร dei confini regionali. Guidata da un gruppo di appassionati insegnanti e preside dell’Istituto Alberghiero di Assisi, l’associazione mira a coniugare la tradizione gastronomica umbra con l’innovazione e la sostenibilitร , promuovendo i cammini lenti che consentono di scoprire la bellezza e il gusto della regione in modo autentico e rispettoso dell’ambiente.
Il cuore pulsante dell’azione di Umbriamoci risiede nel suo impegno a favorire l’incontro e il dialogo tra tutti gli attori della ristorazione e dell’offerta turistica ricettiva. Questo ambizioso obiettivo mira a fare emergere l’identitร culinaria unica dell’Umbria, fin troppo dispersa tra tanti localismi che hanno impedito il diffondersi di una riconosciuta e riconoscibile identitร culinaria persino dentro gli stessi confini regionali. Lโobiettivo รจ riunire attorno ad un tavolo i principali protagonisti dellโofferta ristorativa umbra affinchรฉ dalla loro competenza, sensibilitร e cultura possano emergere i piatti identitari capaci di caratterizzare l’intera Regione e non solamente le sue microzone.
La scommessa รจ ardua. Cosa si mangia in Umbria? La risposta dovrร diventare finalmente univoca. Ciรฒ non vuol dire che le microzone cesseranno di caratterizzarsi con i loro piatti tipici, anzi, gli stessi verranno proposti come ulteriore ricchezza attrattiva e distinguente ma dentro la cornice di una Regione che finalmente ha elevato a piatti regionali quelli che fino a quel momento sono stati considerati prettamente territoriali.
Umbricelli
Grazie alla passione e alla competenza dei suoi fondatori, lโassociazione si pone come catalizzatore di idee e iniziative che possono trasformare l‘Umbria in una meta turistica di eccellenza, capace di offrire esperienze autentiche e indimenticabili. Con il suo impegno nel promuovere un turismo esperienziale e sostenibile, Umbriamoci candida la regione ad essere ancor piรน una perla nel panorama italiano e internazionale, dove il viaggiatore diventa parte integrante della cultura e del paesaggio che visita.
A partire dal 2025, nel mese di aprile di ogni anno, Umbriamoci si unisce con la Regione Umbria, il Comune di Assisi, Coldiretti, Federalberghi, Confcommercio, Associazione Borghi piรน Belli Umbria, Unpli e numerosi altri soggetti pubblici e privati per promuovere il Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0. Una vetrina meravigliosa in cui raccontare l’Umbria sotto tre aspetti:
1)ย ย ย ย ย ย ย i suoi piatti piรน significativi che, valorizzando l’identitร territoriale, possano esprimere la variegata, originale e unica ricchezza gastronomica;
2)ย ย ย ย ย ย ย i suoi borghi piรน belli capaci di offrire, accanto alle perle del turismo conosciute in tutto il mondo, una dimensione piรน intima ed emozionale;
3)ย ย ย ย ย ย ย i maestri artigiani le cui arti, dalla ceramica al legno, dal ferro alla tessitura e dal ricamo a mano all’oreficeria, affondano le origini in un lontano passato ma che ancora oggi rappresentano un giacimento di ricchezza anche lavorativa da valorizzare e rilanciare. L’idea che i nostri ragazzi terminati i percorsi scolastici possano andare a bottegaย ad apprendere arti e mestieri รจ particolarmente suggestiva.
Ceramica di Deruta
In un mondo sempre piรน globalizzato, lโAssociazione di promozione sociale Umbriamociย vuole rappresentare un faro di autenticitร e tradizione, un invito a rallentare e assaporare ogni istante, ogni piatto, ogni passo lungo i cammini che solcano l’Umbria, terra di storia, tradizioni, emozioni e sapori da scoprire.
Intervista con il giornalista esperto di olio e di enogastronomia e autore del libro โLโolio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ.
Maurizio Pescari, giornalista e scrittore, nativo di Cittร di Castello, ha unโesperienza trentennale nel settore dellโolio, dellโenogastronomia e dellโenoturismo ed รจ una firma autorevole dellโinformazione dedicata allโolivicoltura. Ma รจ soprattutto autore di Lโolio e gli altri ingredienti della nostra vita (edito da Rubettino), un libro dedicato allโolio, ma che non parla di olio. Pescari segue un filo conduttore ideale lungo il quale costruisce una storia completa e complessa, quasi romanzata, toccando gli argomenti piรน svariati: dal valore del tempo alla mezzadria, dalle tradizioni alle consuetudini, dalla spesa alla tavola quotidiana, dalla valutazione del passato alla costruzione del futuro. Il racconto รจ intervallato da storie di persone e di territori, che finiscono con una prima colazione, con lโolio protagonista e conseguente ricetta.
Durante la nostra chiacchierata รจ emersa tutta la passione nel parlare di questo prodotto, in particolar modo degli olivi: ยซNon bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโolio non si faยป.
Maurizio Pescari
Maurizio la prima domanda รจ di rito: qual รจ il suo rapporto con lโUmbria?
Sono nato a Cittร di Castello, a sinistra del Tevere. Con lโUmbria ho un rapporto che mi porta a rispettare le diversitร , non solo dialettali, ma anche di carattere. Gli umbri dal punto di vista caratteriale hanno tanto da imparare, la loro chiusura รจ una forma di autodifesa. Siamo stati sempre sottomessi e questo ci ha portato spesso a farci gli affari nostri. Da 50 anni vivo a Perugia e la cosa che mi manca di piรน รจ lโimprovvisata: a Perugia se si fanno le improvvisate si rischiano faide familiari e sparatorie (ride). A Perugia lโimprovvisata va anticipata di una settimanaโฆ poi forse, si puรฒ fare! Mentre a Cittร di Castello รจ molto piรน comune, รจ una forma culturale diversa. Detto questo, ritengo che non esista un posto piรน bello dove vivere.
ร considerato uno dei maggiori esperti di olivicoltura: come e quando รจ nata questa sua passione?
La mia passione รจ nata circa 27 anni fa quando con Marco Caprai abbiamo iniziato a organizzare eventi di valorizzazione e promozione dei prodotti umbri in giro per il mondo. Marco Caprai inventรฒ (cโero anche io con lui) Frantoi Aperti e siamo stati i primi a portare Cantine Aperte in Umbria nel 1995. Il mio interesse per questo mondo รจ legato anche allโincontro con una persona: Alfredo Mancianti (aveva un frantoio a San Feliciano sul Trasimeno, ma viveva sul lago Maggiore), con i suoi racconti che giravano intorno allโolio, ma che non parlavano mai di olio, mi ha appassionato alla cultura dellโolivo piรน che a quella dellโolio stesso. Poi il caso ha voluto che iniziassi a collaborare con il Corriere della Sera, dove curavo una rubrica su questo prodotto. Da qui tutto รจ iniziato.
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Quanto รจ importante lโeconomia dellโolio, in particolare in Umbria? Come puรฒ migliorarsi?ย ย
Il giro dโaffari nel modo dellโolio non lo fa la natura, ma la testa della gente. Occorre utilizzare il territorio e caratterizzarlo; serve fare comunicazione e creare un profilo identitario per rendere il prodotto unico. Lโolio รจ olio per tutti. Non bisogna limitarsi a vendere la bottiglia, ma si deve coinvolge lโacquirente raccontando la storia, รจ favorevole essere simpatici e ben disposti, e creare un brand: in questo modo il prodotto diventa unico e si puรฒ stabilire il prezzo. Poi รจ compito del produttore andare a cercare chi รจ disposto a pagare quel prezzo, non si puรฒ stare sulla porta del frantoio e aspettare che qualcuno passi. Gli olivicoltori devono capire che non possono essere solo agricoltori, devono diventare imprenditori, come รจ accaduto con il vino. I viticoltori si sono evoluti. Se non in rarissimi casi, nel mondo dellโolio parliamo soltanto di agricoltori: loro vogliono vendere il prodotto il prima possibile, mentre lโimprenditore lo incarta, lo cura, lo abbellisce e crea unโidentitร . Tutti compriamo un vino perchรฉ vogliamo quel vino (il Sagrantino di Caprai o il Sangiovese di Lungarotti) con lโolio questo spesso non avviene.
โLโolio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ(edito daRubettino) รจ il titolo del suo libro uscito nel 2021: quali sono gli ingredienti della sua vita?
La famiglia, il cane, il gatto e ovviamente lโolio.
ร un libro dedicato allโolio dove non si parla mai di olio: ci spieghi meglio.
ร un libro dedicato allโolio, ma non cโรจ scritto una varietร o un sistema di estrazione, non nomino un nome, nรฉ un profumo. Non bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโolio non si fa. In Umbria il 50% di questi alberi รจ abbandonato perchรฉ i proprietari non sanno dare redditivitร alla loro produzione, non sanno fare gli imprenditori e quindi, visto che la gestione costa cara, preferiscono comprare olio da altre parti per poi imbottigliarlo. In questo modo le piante muoiono e con loro muore anche il nostro paesaggio. LโUmbria รจ ricoperta da olivi, sono una bellezza che va oltre il prodotto alimentare e per questo รจ fondamentale preservarli e valorizzarli. Lo ripeto: quello che manca รจ il rispetto per lโolivo.
Questo perchรฉ accade?
Perchรฉ costa caro mantenere queste piante e spesso chi le possiede non รจ capace di fare lโimprenditore. Prima cosa dobbiamo dire che lโolivo non fa olio, perchรฉ se lo facesse, lโalbicocco farebbe la marmellata. Lโolivo ci mette a disposizione dei frutti, che se finiscono in mani capaci, danno un buon prodotto.
Pensa ancora che manchi una cultura dellโolio?
In Italia manca lโinsegnamento dellโolivicoltura e dellโelaiotecnica; anche nelle scuole superiori specializzate e nelle Universitร di Agraria questi corsi sono molto rari o del tutto assenti. Non cโรจ una cultura dellโolio nonostante questo sia un prodotto molto presente: in Umbria basta aprire una finestra per vedere un albero di olivo. Scommetto che anche lei ne vede uno da casa sua! Inoltre, lโolio, che viene prodotto a livello domestico, รจ spesso realizzato secondo le consuetudini della mezzadria, presente in Italia fino a 60 anni fa. I nostri padri e i nostri nonni raccoglievano le olive a novembre o dicembre perchรฉ puntavano ad alte rese, la prioritร era il profitto, questo purtroppo รจ rimasto ancora oggi. Allโepoca aveva senso, oggi no. Questo va a discapito della qualitร .
ร per questo che secondo lei lโolio buono occupa oggi solo il 3% del mercato in Italia?
Non รจ del tutto vero. In casa tutti abbiamo una bottiglia di olio, ma il 90% di noi compra quello che costa meno, solo il 10% va alla ricerca delle caratteristiche di fondo. Lโolio non รจ tutto uguale, ogni prezzo corrisponde a una qualitร . Il prodotto che si acquista al supermercato รจ meno caro, ma non vuol dire che sia cattivo: sfido chiunque a fare un olio migliore e farlo pagare a quel prezzo.
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Che voto dร alla produzione umbra?
Quella buona รจ buona.
Dia dei suggerimenti a noi comuni mortali per riconoscere un buon olio.
Lโodore. Un buon olio ha un buon odore. Va specificato perรฒ che ogni olio รจ diverso: in Italia ci sono 538 varietร di olive e ognuna dร vita a un prodotto differente. Non dico che si deve saper riconoscere qual รจ il piรน buono o il meno buono, ma si deve capire che sono diversi tra loro. Poi entra in gioco il gusto personale che ci orienta verso quello piรน adatto al nostro palato. Dico sempre: quando si va in giro per il mondo, invece di riportare a casa una calamita da attaccare al frigorifero, riportate una bottiglia dโolio.
Dopotutto รจ un compagno molto presente nella vita degli italiani…
Assolutamente. Non esiste una casa dove non cโรจ una bottiglia dโolio. Mi arrabbio quando sento dire in televisione: ยซUsate poco olioยป. Usate poco olio scadenteโฆ quello buono mettetelo.
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Per concludere la nostra chiacchierata: qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando allโUmbria? Non mi dica lโolivo…
Piazza di Sopra a Cittร di Castello, ma anche Assisi: tutti pensano che sia bella ammirata da sotto – ed รจ vero – ma avete mai guardato lโUmbria da Assisi? ร bellissima!
Il 29 gennaio Perugia celebra San Costanzo, uno dei suoi tre patroni (gli altri sono San Lorenzo e SantโErcolano).
In questo giorno non puรฒ mancare sulle tavole dei perugini il Torcolo di San Costanzo. Nato come dolce povero, preparato con ingredienti semplici e facilmente reperibili – per lโimpasto di base si usava anche la pasta del pane โ la tradizione vuole che doveva essere regalato, come buono auspicio, alle giovani donne in etร da marito.
Diverse sono le versioni per spiegare la sua forma a ciambella: si dice che il buco rappresenti il collo decapitato del Santo, oppure che rappresenti la collana del Santo ricca di pietre preziose (da qui il cedro candito), che si รจ sfilata al momento della decapitazione, o che sia stato creato con un buco semplicemente per poterlo infilare facilmente nei bastoni per trasportarlo alle fiere o ai mercati. Mentre i cinque tagli obliqui sulla superficie rappresentano le porte di accesso ai cinque rioni del centro storico di Perugia: Porta Sole, Porta San Pietro, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta SantโAngelo.
Ingredienti per 6 persone
600 gr di farina
330 gr di acqua
170 gr di zucchero
170 gr di cedro candito
85 gr di olio extravergine d’oliva
85 gr di burro
170 gr di uvetta sultanina
170 gr di pinoli
un uovo
25 gr di lievito di birra
semi di anice a piacere
Preparazione:
Porre la farina a fontana in unโinsalatiera, sgretolarvi il lievito e impastare tutto con acqua tiepida; lavorare la pasta (che dovrร risultare della consistenza della pasta del pane) per qualche minuto, porre lโinsalatiera in un luogo caldo e al riparo dalle correnti dโaria. Quando la pasta avrร raddoppiato il suo volume, rovesciarla sulla spianatoia, spianarla leggermente con il palmo della mano, unire alla pasta il cedro candito tagliato a dadini, lโuvetta, i pinoli, lโolio, il burro, lo zucchero e due cucchiai di semi d’anice. Lavorare la pasta per una decina di minuti, arrotolarla e porla a ciambella in una tortiera bene imburrata. Porre la tortiera in un luogo caldo al riparo dallโaria e per facilitare la lievitatura, dove si mette a lievitare il torcolo, aggiungere una pentola con lโacqua bollente. Dopo tre ore la pasta sarร ben lievitata. Indorare la superficie con il tuorlo dโuovo e con un coltello a punta incidere lievemente centinando la pasta. Passare la tortiera in forno caldo (180ยฐ) per tre quarti dโora.
Eccoci allโepoca attuale. La caccia รจ oggi uno sport di massa: le campagne italiane, soprattutto, il giorno fatidico allโapertura si trasformano in campi di battaglia nei quali la selvaggina sempre piรน scarsa, cerca terrorizzata di starsene ben rintanata.
Per mangiare della buona cacciagione, oggi, bisogna avere una riserva o essere tiratori infallibili. Alle lacune della fauna nostrana sopperisce perรฒ ampiamente il mercato. I Romani importavano animali pregiati per le loro mense. Non cโรจ ragione che non si debba fare anche noi e infatti, oggi le tecniche di allevamento e soprattutto quelle di conservazione per congelazione o surgelazione, consentono la presenza di determinati tipi di selvaggina per tutto lโanno.
ร vero – lo ammettiamo – che รจ di gran lunga preferibile il fagiano o la pernice fresca, presentata al giusto grado di frollatura e magari con qualche pallino di piombo che finisce ancora sotto i denti, ma รจ altrettanto vero che per garantire il regolare rifornimento del mercato, il nostro patrimonio venatorio non basta. Dobbiamo quindi rivolgerci allโestero, specialmente allโEst, a Paesi che non hanno i nostri problemi o che, piรน semplicemente, hanno saputo organizzare adeguati allevamenti. Entra quindi in campo lโorganizzazione commerciale della grande distribuzione: vi sono partite di fagiani, a migliaia, destinati per esempio alle mense natalizie, che sono giร pronti nei magazzini frigoriferi dei paesi esportatori con mesi di anticipo. E, dโaltra parte, come farebbero tanti ristoranti anche piuttosto noti ad avere regolarmente in lista cervo, capriolo o cinghiale? Al buongustaio non rimane – se vuol essere sicuro al cento per cento di quello che mangia – cacciare personalmente o far cacciare da amici la selvaggina, e prepararla. Oppure comperarla in quei pochi negozi di fiducia che acquistano realmente animali uccisi durante le battute. Bisogna, รจ logico, conoscere le varie specie, saperle trattare e cucinare.
Lo storico Fabio Alberti (Bevagna 1719- 1803) nel suo libro “Notizie antiche e moderne riguardanti Bevagna cittร dellโUmbria”, cosรฌ scriveva nel 1786: ยซEd ecco quanto ho saputo porre insieme a memoria deโ posteri rapporto allโantica, e moderna Bevagna. Ne lascierรฒ la cura, ed il pensiero a quei veri, ed illuminati Cittadini, che verranno dopo di me; sperando, che sullโesempio altrui, si animeranno ad impiegare gloriosamente qualche parte dellโanno nel rintracciare, e pubblicare le memorie, ed i fasti della comune Patria.ยป
Nonna Iside di Bevagna ha raccolto lโinvito. Bevanate DOC – cosรฌ si definisce – nata nel 1939 nel paese del Mercato delle Gaite, casalinga appassionata di cucina (passione trasmessa da sua mamma Ida), dei piatti della tradizione, del suo orto e delle sue galline.
Nonna Iside con le sue preparazioni
Grazie a suo figlio Aristide (in realtร di nome Osiride, ma Bevagna รจ famosa anche per i suoi nomi che raccontano la storia) e a sua nipote Sara รจ diventata una star dei social con la sua pagina Facebook La cucina di nonna Iside, raggiungendo in pochissimi anni (tutto รจ iniziato il 1 aprile 2021, con la prima diretta) 49.000 follower;101.000 follower sono invece quelli di Instagram e Sara, con i suoi reel รจ arrivata a coinvolgere circa 15 milioni di persone di tutte le etร , giovani e meno giovani.
La sua storia รจ bellissima. Dopo la morte dell’amato marito Marzio, avvenuta nel 2020 in tempo di Covid, Aristide decise di non lasciare sua madre in preda alla depressione e iniziรฒ a riprenderla mentre preparava e cucinava i piatti tipici della tradizione culinaria bevanate. Nacque cosรฌ il primo video su Facebook, che mostrava nonna Iside, la figlia Luisa e la nipote Benedetta intente a preparare le tipiche pizze di Pasqua al formaggio fatte rigorosamente a mano e senza lโaiuto di tecnologie moderne. Il video fu un successo. Raggiunse ben 1.029.797 persone, con 619.183 visualizzazioni e 5051 commenti e condivisioni. A distanza di una settimana (il 7 aprile 2021), arrivรฒ la seconda video-ricetta di un altro piatto tipico, la pizza sotto la brace, ricetta bizzarra che solo nonna Iside sa realizzare: anche in questo caso i numeri furono altissimi, ben 1.847.466 persone raggiunte, con 953.615 visualizzazioni e 10.943 reazioni, condivisioni e commenti.
La nipote Sara, studentessa di Scienze della Comunicazione allโUniversitร di Perugia nel corso di Laurea in Comunicazione pubblica, digitale e dโimpresa, decide โ visto il successo – di prendere in mano la situazione e gestire i social della nonna. Si laurea anche con una tesi magistrale dal titolo: Analisi del fenomeno di Granfluencer: il caso โLa cucina di Nonna Isideโ, nellโanno accademico 2020/2021. Nel giro di pochi giorni arrivano richieste di collaborazione con i ristoranti e le botteghe del paese; con due giovani cuochi bevanati, Monir Eddardary e Francesco Paccoi, realizza un video che spiega come si fa la polenta. Il 13 aprile 2021 viene aperto il canale YouTubeLa Cucina di Nonna Iside dove sono inseriti alcuni dei video relativi alle dirette della pagina Facebook.
Nonna Iside con le nipoti
Dopo essere arrivata sulle reti nazionali (Rai2 e Rai3 Umbria), nel 2022 – nel giorno del Pasta Day – viene eletta come la nonna delle Tagliatelle fatte in casa (il reel realizza 15.000.000 di visualizzazioni). Oggi viene chiamata per cooking show in paesi vicini (come La Sagrantina) e nel cassetto cโรจ anche la richiesta di Antonella Clerici per la partecipazione al suo programma. Intanto viene raccontata nei quotidiani regionali e riceve telefonate da bambini e da tantissime persone. Il 23 novembre sarร a Firenze, alla Leopolda, tra i semifinalisti degli Italy Ambassador Awards, (premio italiano dedicato ai migliori influencer e content creator di tutto il mondo), in nomination nella categoria Food&Beverage, unica umbra.
Sottolinea, con orgoglio, che lo scopo di tutto รจ quello di promuovere i piatti della tradizione locale (le ricette sono scritte sui fogli di un ricettario, naturalmente a mano) e della cucina anti-spreco; ma anche di raccontare e dimostrare come si possono ridurre i passaggi che vanno dalla terra alla tavola e di trasmettere alle nuove generazioni le antiche ricette.
Nelle sue dirette racconta e mostra, in dialetto bevanate come preparare i facioli con erba campagnola, i frascarelli con gli asparagi, le roccette di San Niccolรฒ, il pane casareccio o il pancaciato. Il tutto dalla cucina di casa, circondata dalla sua famiglia (tre figli: Aristide, Roberto, Maria Luisa; cinque nipoti: Daniele, Sara, Camilla, Benedetta, Edoardo) e accogliendo talvolta ospiti famosi e non, divulgando loro – senza prepotenza – il suo sapere e diffondendo positivitร e buonumore. Nel paese del Medioevo e del Mercato delle Gaite sorge spontanea la riflessione su quanto scritto in un suo libro da Massimo Montanari, professore di Storia Medievale e Storia dellโalimentazione allโUniversitร di Bologna e piรน volte presente a Bevagna: ยซIl cibo รจ cultura perchรฉ ha inventato e trasformato il mondo. ร cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. ร il frutto della nostra identitร e uno strumento per esprimerla e comunicarla.ยป
Nonna Iside che scrive nel suo ricettario
Nardi Cesira, poetessa dialettale beanata, le ha dedicato una poesia.
Evviva Nonna Iside!
Ha passato li confini der Fossatรฌllo
e… manco a dรฌllo,
รจ rinomata in tutt’er Mรณnno!
La cara, semprice e umile Nonna Iside
รจ ormai diventata la piรน famosa Beanata!
Ma va’!
Nonna Iside, se sveja la matina quannochรฉ canta er gallo,
lรฌa a tutto penza, como la Pruรฌdenza!
Stรฉte tranquilli che Iside ghjร ha preparato l’occorrente
pe’ fa’ dรน ova de tajatรจlle
e ‘n sughetto co ‘lle pummitorรฉlle.
Con arte e semprice fantasia,sforna ghjornalmente
pane, biscotti, pizze e roccette varie!
Ma… ha parlato con Sanniccolรฒ?
Poรจsse ‘nco’!
‘Stu Santo gh’javrร lasciato la farina e la ricetta de ‘lle famose pastarรจlle!
E ‘ntanto la TV c’jha piato spizzico a faje le Dirette!
Il brustengo รจ la tipica focaccia di Gubbio, ottima per accompagnare salumi e formaggi. In questa ricetta la proponiamo in abbinamento con il prosciutto crudo di Norcia e il pecorino.
Ingredienti per 4 persone
Acqua 200 ml
Farina 00 100 g
Sale fino q.b.
Olio extra vergine dโoliva
Prosciutto crudo di Norcia a piacere
Pecorino a piacere
Preparazione
Per prima cosa preparare la pastella: aggiungere alla farina un pizzico di sale e dell’acqua fredda a filo agitando energicamente con una frusta per evitare la formazione di grumi, fino a ottenere un composto fluido e omogeneo. Prendere poi una padella antiaderente e versare abbondante olio di oliva. Cuocere circa 10 minuti per lato.
Una volta cotto, scolarlo e adagiarlo su un foglio di carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Tagliare il brustengo a spicchi e disporlo su un piatto prima di guarnirlo con pecorino e prosciutto crudo di Norcia (IGP). Servire ben caldo.
Varianti: si possono anche utilizzare delle foglie di rosmarino tritate nellโimpasto.
Consigli: per ottenere un impasto piรน croccante si consiglia di utilizzare acqua frizzante fredda.
Dimenticate le carote intagliate e la foglia di prezzemolo sul risotto, le presentazioni nellโera gastronomica contemporanea devono rispondere a caratteri di leggerezza e semplicitร .
Una buona presentazione denota professionalitร , cura e rispetto per il cliente e le sue aspettative; รจ importante trasmettere questa impostazione giร a partire dallโeffetto visivo.
Vista e olfatto: un piatto inizia a parlare di sรฉ dalla presentazione
Il vero successo di un piatto inizia con la sua presentazione e, se questa รจ accurata, siamo giร a metร dellโopera. Prima ancora del gusto, sono due i sensi che vengono attivati allโarrivo della nostra pietanza: lโolfatto e la vista. Sono questi i primi giudici di un ristorante e un bravo cuoco non puรฒ tralasciare questo fattore al momento della preparazione di un piatto. Un piatto presentato accuratamente ha un forte impatto psicologico sul cliente, che si puรฒ porre positivamente o negativamente allโassaggio, a seconda che col piatto sia stato amore a prima vista o meno. Una buona presentazione denota professionalitร , cura e rispetto per il cliente e le sue aspettative.
Lo chef Alessio Berionni
Cosa sโintende per impiattamento moderno e quali vantaggi porta?
Gli impiattamenti moderni devono rispondere a caratteri di leggerezza e semplicitร . Con queste nuove tendenze stiamo entrando in una rivoluzione gastronomica: lโimpiattamento e la presentazione in genere sono utilizzati sempre di piรน per evidenziare non solo l’arte culinaria dello chef, ma lโunicitร dellโesperienza che viene consumata a tavola. Essi costituiscono oggi una delle chiavi multisensoriali che i cuochi e il personale dei ristoranti possono utilizzare sotto forma di performance art: la messa in scena dellโesperienza gastronomica. I ristoranti stellati investono unโimportante parte del loro tempo nellโaggiornamento delle tecniche di presentazione: alcuni, ad esempio, chiudono anche per ben sei mesi allโanno, durante questo periodo il team creativo del locale frequenta corsi di formazione, impara a usare nuovi ingredienti e utensili, viaggia in diversi continenti e coopera con altre aziende.
Quali sono gli ultimi trend?
Lโalimento principale deve essere il vero protagonista del piatto, senza esagerare con salse e decorazioni. Per ogni piatto non bisogna mai dimenticare equilibrio e proporzione tra gli ingredienti principali e secondari.
Giocare con i colori. Il modo migliore per dare un tono diverso al piatto รจ colorarlo e dargli volume. Altre proposte di colore sono date dal Gong, creato dagli schizzi generati da una salsa sbattuta nel piatto tramite cucchiaio, o dalle linee, sempre create al momento della predisposizione sul piatto dei singoli alimenti.
Riscoprire i germogli. I germogli sono piantine giovani e tenere, dai sapori e colori molto intensi. Inoltre, anche se micro, sono una fonte incredibile di antiossidanti e vitamine. Ecco perchรฉ trovano largo uso nellโimpiattamento moderno.
Alcune raccomandazioni per una presentazione efficace
Erroneamente pensiamo che lโimpiattamento sia riservato ai ristoranti gourmet e stellati, invece imparare a impiattare e a presentare nel migliore dei modi quello che abbiamo cucinato per i nostri clienti รจ fondamentale. Ricorda di utilizzare sempre il piatto giusto per ogni portata! Le zuppe e le creme si servono nella tazza da consommรฉ, il risotto nel piatto piano e gli spaghetti in quello fondo.
Anche ogni alimento ha il giusto metodo di impiattamento!ย Il risotto deve essere distribuito uniformemente nel piatto.ย Basta battere questโultimo su una superficie piana o con il palmo della mano. Gli spaghetti invece si servono a nidoย arrotolandoli in un mestolo prima di posarli sul piatto.
Lโingrediente principale deve essere posto nella parte centrale del piatto
Le guarniture si possono aggiungere solo se sono commestibili.
Servi una pietanza calda? Ricordati di scaldare prima il piatto!
Gioca con texture e consistenze diverse (per esempio morbido/croccante).
Come ogni anno FoodโnโLove festival รจ un evento a ingresso gratuito che porterร a Terni 15 Chef da tutta Italia con le loro cucine su ruota. Cucine regionali ma anche specialitร internazionali!
Il Foodโnโlove Festival di Terni che si terrร a Largo Frankl dal 1 al 4 giugno 2023 arriva alla quintaย edizione. Patrizio Grimaldi il curatore (nonchรฉ inventore) del Festival ci dice: ยซSiamo arrivati alla quinta edizione di questo Festival che ha sempre avuto un enorme successo. La qualitร che portiamo ogni anno aumenta sempre di piรน e questโanno abbiamo deciso di puntare tutto sul gusto e lo spettacolo naturalmente sempre a ingresso gratuito e si… non chiamateci street food, siamo veri cuochi!ยป.
Saranno presenti specialitaฬ trentine con Luciano Gioseffi e la sua specialitร , il Tortรจl di patate condito con formaggio fuso di malga. Dal Centro Italia, Abruzzo on the Road che ha fatto del suo nome un marchio di qualitaฬ con arrosticini e olive allโascolana fatte artigianalmente. Food Shack una esplosione di gusto con i suoi burger amercian style tutti lavorati a mano e cotti al momento! Noatri un Food Truck emergente con la sua rivisitazione del panino gourmet! Davide Taglieria un grande esperto di insaccati (e inventore della mortadella verde!) che porterร la Puglia con bomebette di Martinafranca e cacio cavallo appeso! Ma ancora le Ribs cotte al barbecue nella miglior tradizione del Texas, le pizze fritte dello chef Massimo Benvenuto e tutto il sapore della Sicilia tra cannoli e arancine di Pietro e Simone direttamente dallโisola piรน mangereccia dโItalia. Il Bomber Truck Toscanaccio che porta il la sua carne di cinghiale, ancora La Marianna con le sue prestigiose Piadine Romagnole conditissime e impastate artigianalmenteโฆ insomma tutti i palati anche i piรน sopraffini saranno soddisfatti! Tante le emozioni anche in musica con una rassegna di artisti e musicisti buskers coordinata dall’Associazione Ephebia Festival.
Non solo cibo, ma anche musica
Inoltre, in stretta collaborazione con artisti del territorio, lo staff di Foodโnโlove, darร vita a una rassegna artistica di musicisti e dj umbri che racchiuderanno, nelle loro esibizioni, piรน generi musicali adatti a ogni tipo di pubblico e che accompagneranno le 4 serate in un percorso musicale a 360 gradi. Nei giorni di sabato e domenica a partire dalle ore 17,30 รจ prevista anche unโarea dedicata allโanimazione per bambini a cura de I fiori della Meraviglia.
La direzione artistica dellโiniziativa รจ curata da Eleonora Castellani e Thomas El Honasli, storici membri dellโAssociazione Ephebia e dellโAssociazione Attenti al kane, che spiegano: ยซUn evento come lo steet food di Largo Frankl rappresenta per Terni unโoccasione di aggregazione e divertimento fondamentale per la crescita del territorio. Il nostro scopo, in questa occasione, รจ quello di creare momenti musicali che siano in linea con la vocazione dellโevento stesso, volti alla spensieratezza e alla voglia di fare gruppo attraverso il canale comunicativo che meglio ci rappresenta e cioรจ la musica. Lโalternarsi di band, cantautori e cantautrici e dj set ci permette di creare una proposta varia e adatta a una buona fetta di pubblico, il tutto, naturalmente, a ingresso gratuitoยป.
Programma:
Giovedรฌ 1 giugno si esibirร la Clyto Band, formazione tutta locale che propone un repertorio italiano vario e divertente, dallo swing degli anni 40 alla musica pop.
Venerdรฌ 2 giungo la serata inizierร con un live set di ROSEWOOD dalle ore 20.00 e terminerร poi con un mega dj set a cura di DJ Blonde, vera icona made in Terni.
Sabato 3 giungo on stage troveremo gli โSlalomโ, trio pop e soul che attraversa le decadi musicali dagli anni 70 ad oggi, a seguire dj set a cura di Unison Apollo che ci accompagnerร in un caldo sabato notte.
Domenica 4 giungo lo stage vedrร come prima ospite Marta La Noce, cantautrice della scuderia Lunatika, a seguire i โFriz in wonerlandโ, vero Family trio acustico pop e rock. La serata terminerร con il dj set di Dj Pagey a suon di surf, rockabilly, beat & soul music.
Grande successo di pubblico per la seconda edizione de La Spesa nellโOrto, unico evento in Umbria dedicato allโorto e allโagricoltura sostenibile che, gli scorsi 6 e 7 maggio, ha riunito conferenze per esperti e curiosi, laboratori per adulti e bambini e amanti dei prodotti naturali e ecosostenibili.
ยซC’รจ stato un notevole salto qualitativo e quantitativo rispetto allo scorso anno.ยป afferma Filippo Fagioli, creatore del canale YouTube che ha dato il nome allโevento e organizzatore delle due giornate insieme a Visualcam APS, PhilmseCorebook. ยซQuesti due giorni ci hanno dato la possibilitร di metterci alla prova come squadra e i molti complimenti ricevuti sono da stimolo per fare sempre meglio.ยป
Dopo il discorso inaugurale del vicepresidente di Slow Food Italia, Federico Varazi, Villa Pieve di Corciano, con il suo grande parco ottocentesco, ha visto infatti ingenti capannelli di persone riunirsi attorno a laboratori sul tutoraggio dei pomodori, sulla creazione e coltivazione dellโorto in un metro, sulla realizzazione di una compostiera domestica basata sulla tecnica del bokashi, sulla ricerca delle erbe spontanee, sul certosino intreccio di un cesto di vimini e sulla strutturazione di un particolarissimo keyhole garden. NellโArea Meet, nel frattempo, una serie di esperti si alternavano per istruire la platea sulle possibilitร di sviluppo dellโagricoltura, familiare e non, sulla rigenerazione del suolo, sulla riforestazione, sui costi da sostenere per avere un orto e sulle nuove frontiere di unโagricoltura sempre produttiva ma piรน attenta allโambiente e alla biodiversitร .
Gli organizzatori hanno espresso allโunanimitร grande soddisfazione per la partecipazione ai laboratori e per la caratura dei meeting proposti. Allo stesso modo, sono orgogliosi di aver offerto anche unโarea a uso e consumo dei bambini, che ha permesso anche alle famiglie, nella loro totalitร , di avvicinarsi allโevento.
Gli avventori hanno anche potuto gustare birra umbra, gelato e preparazioni a base di pesce di lago e olio dโoliva del lago Trasimeno, nonchรฉ acquistare prodotti locali e biologici, tra cui cosmetici, miele, conserve, olio, zafferano, farine, legumi, gioielli con spezie ed erbe aromatiche, ortaggi, piantine, creazioni in legno e preparati per migliorare la fertilitร del suolo, tutti rigorosamente rispettosi dellโambiente. Anche se lโevento si รจ appena concluso, cโรจ giร qualche idea per le prossime edizioni. ยซHo giร ricevuto richieste di collaborazione per i prossimi appuntamenti. Sarร sempre piรน un lavoro di squadraยป conclude Filippo Fagioli. La Spesa nellโOrto รจ stato รจ realizzato con il patrocinio del Comune di Perugia, del Comune di Corciano e di Slow Food Italia.
Alcune ricette tipiche sono parte integrante, a mio avviso, nel processo di โbevagnizzazioneโ e, soprattutto chi รจ abituato a sapori decisi, di fronte a certi piatti non sa proprio dir di no!
Bevanate da poco tempo
Avevo giร raccontato, nell’articolo Son pistoiese, ma grazie a Dante diverrรฒ umbro, le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere l’Umbria dove vivere ed essere felice. Sono toscano, per metร pistoiese e per metร fiorentino, un po’ guelfo e un po’ ghibellino. Ho convinto anche mia moglie, per metร livornese e per metร pisana a lasciar Pistoia come degna tana. L’indecisione su dove mettere residenza era circoscritta ai paesi di Spello, Trevi e Montefalco, ma poi ho scoperto Bevagna ed รจ stato amore a prima vista. Sono ormai passati piรน di due anni, e mai scelta fu piรน azzeccata! Siamo due tasselli di un puzzle mozzafiato, siamo due pedine nel costante processo di bevagnizzazione, neologismo che sta a indicare un modello di vita elegante e al tempo stesso genuino, armonioso e sereno proprio di questo borgo.
Chiesa di San Silvestro, foto di Enrico Mezzasoma
Bevagna in poche parole
Descrivere Bevagna in poche parole รจ impresa ardua, il rischio รจ quello di non riconoscere appieno la bellezza e la storia che si respira in ogni vicolo e in ogni piazza. Mi limiterรฒ a suggerirvi di visitare la Cinta muraria (XIII e XIV secolo) con le sue porte e le sue torri, il Palazzo dei Consoli la cui costruzione risale al 1270, la Chiesa di San Michele del 1070, a mio avviso straordinaria, la Chiesa di San Silvestro, notevole esempio di architettura romanica, la Pinacoteca Comunale, tappa imperdibile per gli appassionati di arte religiosa, l’Accolta o lavatoio pubblico, realizzato in un invaso in cui confluiscono le acque del fiume Clitunno che fuoriescono formando una cascata. Piazza Garibaldi, appena entrati da porta San Giovanni, in questo periodo in fase di restauro, รจ destinata a diventare una delle piazze piรน belle dell’Umbria. E poi c’รจ il Mercato delle Gaite, incredibile festa di stampo medievale dove tutta la cittร viene coinvolta nella rivisitazione della vita a Bevagna tra il 1250 e il 1350.
Abituati ai sapori forti
Da buoni toscani non abbiamo peli sulla lingua, talvolta parliamo con una schiettezza che rasenta la brutalitร . Il parlare con la C aspirata, con il nostro tipico intercalare e con la nostra schiettezza non sempre ci porta a essere simpatici, ma i toscani sono fatti cosรฌ, o si amano o si odiano. I peli non li abbiamo sulla lingua, ma nemmeno sullo stomaco, infatti spesso siamo privi di scrupoli, specialmente in cucina dove non ci preoccupiamo delle conseguenze di fronte a un piatto ignorante.
Siamo abituati fin da piccoli ai sapori forti, a piatti da delinquenti come il carcerato di Pistoia, tipica zuppa a base di interiora, pane raffermo e pepe. Siamo cresciuti a suon di ribollita (zuppa di pane e verdure), lampredotto (abomaso di vitello, quarto stomaco di vitello), buzzini di baccalร (la trippa del baccalร ) e il cibreo tipica ricetta fiorentina fatta con rigaglie di pollo.
A Livorno e Pisa i ragazzi crescono a padellate di Cacciucco (irriverente zuppa di pesce) e a fette generose di torta co’bischeri (dolce con abbondante cacao). Detto ciรฒ, quando ci siamo trasferiti in Umbria siamo andati alla ricerca di piatti forti e tipici regionali e ce ne sono tre, tutti bevanati, a cui non so dir di no!
Baccalร
I piatti a cui non si dice mai di no!
Il primo รจ il baccalร con le pacche secche. Ricetta agrodolce da preparare per la vigilia di Pasqua, ma va bene per tutto l’anno.
Ingredienti per 6 persone: 700 gr di filetto di baccalร , sedano, carota, cipolla, un barattolo di polpa di pomodoro, 100 g di uva passa, 200 g di prugne, pinoli e abbondanti spicchi di mela essiccata. Per la mela consiglio di utilizzare la meletta roscia ‘nco, frutto autoctono che si puรฒ reperire, da ottobre in poi, presso il laboratorio vivaio lungo le mura di Bevagna.
Procedimento: dopo aver tenuto il baccalร per 2 giorni in ammollo, cambiando frequentemente l’acqua, lo si taglia a strisce lunghe 5 centimetri. Far soffriggere in olio extra vergine di oliva cipolla, carota e sedano tritati. Una volta appassiti, aggiungere il baccalร , prugne, uva passa, spicchi di meletta roscia ‘nco essiccati e pinoli. Dopo qualche minuto versare la polpa di pomodoro e continuare la cottura per una quindicina di minuti. Personalmente lo preferisco in bianco, senza l’aggiunta di pomodoro e per rendere la ricetta un po’ piรน teppista lascio 2 o 3 filetti di baccalร in padella a fuoco vivacissimo fintanto che non si forma una crosticina bronzata. L’accompagno volentieri con un rosato IGP di Montefalco.
Il secondo piatto sono le lumache al tegame. Gli antichi Romani apprezzavano molto le lumache, pensavano che avessero proprietร medicinali e afrodisiache.
Ingredienti per 6 persone: 1 kg di lumache, un ciuffetto di mentuccia, prezzemolo, 5 spicchi d’aglio, 5 alici, 250 g di polpa di pomodoro (di quella buona mi raccomando), ยฝ bicchiere di vino bianco.
Procedimento: le lumache vanno fatte spurgare per parecchi giorni e poi lavate accuratamente in acqua corrente. Messe a lessare, con il loro guscio, con la mentuccia, sale e 2 spicchi d’aglio, vanno fatte cuocere una mezz’ora dopo il punto di bollitura. Preparare a parte un pesto di aglio, prezzemolo e alici e versarlo in una casseruola insieme alle lumache lessate e scolate, con generoso olio extra vergine di oliva. Quando si sono ben insaporite aggiungere la polpa di pomodoro, cuocere ancora un po’ prima di aggiungere il vino bianco. Evaporato il vino ancora 2 minuti e il piatto รจ pronto. Le lumache vanno mangiate belle calde. Ci sono delle simpatiche forchettine per lumache ma noi le preferiamo acciuffarle con il classico stuzzicadenti di legno. A mio parere qui ci vuole un doppio calice per un doppio abbinamento di vino. Se alle lumache si abbina anche una bella fetta di pane abbruschettato e agliato ci vedo bene un rosso di Montefalco, se mangiate in semplicitร un grechetto ci sta piรน che bene.
Roveja
Il terzo piatto รจ la zuppa di roveja con salsiccia. Cos’รจ la roveja? ร un legume di antichissima tradizione e si dice uno degli alimenti portanti della dieta preistorica. Conosciuto anche come pisello di campo si presenta sotto forma di piccole sfere dal colore marrone. Solo pochissime aziende, soprattutto a Castelluccio di Norcia e a Colfiorito, hanno rimesso in coltura questo legume dopo anni di disuso. ร un piatto tipico di Bevagna anche perchรฉ facilitati nell’acquistarlo nel tipico negozio specializzato in legumi nei pressi di Porta Cannara (o Porta San Giovanni). La roveja ha bisogno di almeno 24/36 ore di ammollo.
Ingredienti per 6 persone: 500 g di roveja, carota, sedano e cipolla, olio, aglio, timo, alloro, polpa di pomodoro e 4 salsicce (preferibilmente quelle di Norcia).
Il procedimento รจ molto semplice: in una casseruola bella capiente far soffriggere un battuto di carota, sedano e cipolla in olio extra vergine di oliva. Aggiungere la salsiccia a pezzetti e sfumare con vino bianco, quindi mettere uno spicchio di aglio, il timo e l’alloro. Contate fino a venti e versate la polpa di pomodoro e la roveja reidratata dalle ore di ammollo. Salare e pepare quanto basta e continuare la cottura, aggiungendo dell’acqua, fintanto che questo incredibile legume non sarร abbastanza tenero. Si consiglia di passare un po’ di questo legume nel passaverdure per rendere la zuppa piรน gustosa. Per questa zuppa vedo ben abbinata una birra artigianale decisamente strutturata e aromatizzata, in Umbria c’รจ l’imbarazzo della scelta, di birrifici artigianali ce ne sono a volontร .
Per finire un vinum dulcis
Sto parlando dell’ippocrasso, quel vino dolce e speziato attribuito al padre della medicina moderna Ippocrate di Kos. Io di fronte all’ippocrasso mi comporto esattamente come un tedesco o un inglese quando ordina un cappuccino dopo gli spaghetti alle vongole o alla pizza capperi e acciughe. Lo berrei sempre, in qualsiasi situazione e il fatto che viene consigliato come aperitivo particolare o come digestivo a fine pasto mi consola un po’!
Ingredienti: 1 litro di vino rosso, 100 gr di miele, 3 bastoncini di cannella, 1 cucchiaio di zucchero, 3 chiodi di garofano e un pizzico di noce moscata.
Il procedimento prevede tre passaggi: 1) Pestare le spezie in un mortaio, 2) Versare il vino, il miele e le spezie in un recipiente a chiusura ermetica e lasciate riposare per 24 ore, 3) Filtrare con una garza per ottenere un prodotto limpido.