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Lugnano in Teverina appartiene al Club de
I Borghi Piรน Belli d’Italia

 


Sulle colline attorno a Lugnano in Teverina, sito a pochi chilometri dal confine tra Umbria e Lazio, sorge un luogo dal nome sinistro quanto evocativo: la Necropoli dei Bambini.ย 

Il macabro ritrovamento


I ben quarantasette infanti morti, ritrovati allโ€™interno di cinque stanze dellโ€™antica villa romana lasciata alla decadenza fin dal III secolo, furono sepolti tutti in un breve lasso di tempo: assunto suggerito dalla loro collocazione, stratificata – tanto da rialzare di ben tre metri il pavimento della villa- ma appartenente al medesimo sito archeologico. I corpicini dei piรน grandi furono incistati allโ€™interno di anfore riconvertite a tale scopo, mentre i neonati e i feti spesso furono adagiati gli uni sugli altri senza particolari accorgimenti o semplicemente sotto frammenti provenienti dalla villa in rovina.ย ย 

 

reperti archeologici umbria

Uno dei bambini incistati ritrovati nella villa romana di Poggio Gramignano e conservato all’Antiquarium comunale di Lugnano, foto via

Prima di considerare i popoli del tardo impero come dei barbari infanticidi, sappiate che lโ€™ecatombe fu dovuta ad una violenta epidemia. Nel 2016, con la ripresa degli scavi โ€“ iniziati negli anni Ottanta โ€“ gli archeologi hanno scoperto che in quelle contrade si abbattรฉ la forma piรน letale di malaria, del ceppo Plasmodium falciparum, facendo del Poggio Gramignano di Lugnano la piรน antica testimonianza di penetrazione della malattia in Europa e nel Mediterraneo.ย ย 

Il sito

La villa, che appariva come la villa perfecta teorizzata da Varrone, fu riconvertita a necropoli fin dal V secolo. Sebbene non abbia ancora restituito i corpi degli adulti, offre lo stesso reperti di particolare interesse. Oltre a ossa isolate di individui adulti consumati, fin da vivi, dalla malnutrizione e dalla porosi (necrosi del tessuto nervoso), sono stati trovati anche artigli di corvo, parte dello scheletro di un rospo e diversi pezzi scheletrici di cuccioli di cane. Questi ultimi, privi delle tracce degli eventi atmosferici e sparsi lungo tutti i tre metri di profonditร  dellโ€™accumulo tombale โ€“ fatto di corpi, vasellame, terra e cenere โ€“ furono senza dubbio smembrati a scopo rituale. Il sacrificio dei cuccioli di cane (di cinque o sei mesi dโ€™etร ) era infatti collegato al culto di Ecate, divinitร  sotterranea che aveva il compito di accompagnare i morti nellโ€™Oltretomba, senza contare che lo stesso tipo di sacrificio serviva per purificare le donne abortenti (si ricordino i ben ventidue feti sepolti nella villa). Di tali usanze parla anche Plinio il Vecchio, che collega il soggetto scelto per il sacrificio a Sirio, la costellazione del Cane, astro che sorge in estate, periodo in cui รจ assodata โ€“ almeno in Italia โ€“ la recrudescenza delle febbri malariche.ย ย 

Incursioni pagane

Che questa ecatombe fosse avvenuta in estate lo testimoniano anche alcuni resti carbonizzati di caprifoglio, un arbusto della macchia mediterranea che fiorisce proprio in quel periodo. รˆ curioso che, in una zona ufficialmente considerata cristianizzata, si siano manifestati tali riti dal sapore nettamente pagano.

macchia mediterranea umbra

Caprifoglio, pianta spontanea della macchia mediterranea che fiorisce in estate, foto via

Dโ€™altronde non sappiamo di che etnia o di quale religione fossero gli abitanti di questo insediamento, e neppure se facessero parte di una comunitร  piuttosto isolata e di basso profilo tanto da riuscire a mantenere la propria indipendenza culturale di fronte alla mano uniformante del nuovo culto cristiano. Non รจ neanche da escludere che, di fronte a una pestilenza cosรฌ violenta, quelle povere anime si fossero appellate a culti pressochรฉ ancestrali pur di sopravvivere al morbo che li stava decimando.

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Capitoli da riscrivere

Anche il temibile Attila, il famigerato Flagellum Dei che minacciava di saccheggiare Roma nel 452, sembra che avesse desistito di fronte alla prospettiva di spirare sotto le febbri malariche di quelle zone. Stando a quanto scritto nelle Leges novellae divi Valentiniani (V secolo), tra i motivi che lo portarono a rinunciare ci fu anche una non meglio precisata pestilenza, che ora perรฒ potrebbe aver trovato un nome e una collocazione.ย ย 
Lโ€™aria mefitica di quelle zone colpirร  anche Sidonio Apollinare, pochi anni piรน tardi (467 d.C.):ย 

ยซPoi attraversai le altre cittร  della via Flaminia – una dopo l’altra – lasciando i Piceni sulla sinistra e gli Umbri alla destra; e qui il mio corpo esausto soccombรฉ allo scirocco calabro o all’aria insalubre delle terre toscane dense di miasmi venefici, con accessi ora di sudore ora di freddo. Sete e febbre devastarono il mio animo fino al midollo; invano assicurai alla loro aviditร  sorsi da piacevoli fontane, da nascoste sorgenti e da ogni corso d’acqua che incontravo, fossero le trasparenze vitree del Velino, le acque gelide del Clitumno, quelle cerulee dell’Aniene, le sulfuree del Nera, le limpide acque del Farfa o quelle flave del Tevere.ยปย (Epistulae, I.5, 8-9)ย 

pestilenza impero romano d'occidente

Una moneta raffigurante Attila, foto via

Non รจ quindi cosรฌ strano che Attila, accampato presso lโ€™Ager Ambulejus (lโ€™odierna Governolo, Mantova) avesse deciso di risparmiare Roma โ€“ e ciรฒ che restava delle sue stesse truppe. Senza dubbio รจ unโ€™ipotesi piรน plausibile rispetto al crocifisso benedetto di Leone I che, secondo la leggenda, spinse il re degli Unni lontano da Roma.
รˆ certo che, in questa storia, superstizione e scienza si intrecciano in maniera piuttosto intrigante, a dimostrazione di quanti e quali demoni una pestilenza possa far sorgere nella mente degli uomini. A onor del vero, cโ€™รจ da dire che diverse storie dal sapore esoterico sono circolate anche sul conto di Attila. Seppur spregiudicato e impietoso in battaglia, sembra infatti che fosse un uomo semplice e superstizioso โ€“almeno secondo lo storico Prisco di Panion: sembra che, convintosi che la morte di Alarico, re dei Visigoti, fosse strettamente collegata al saccheggio compiuto a Roma nel 410, avesse deciso di girare al largo dalla cittร  per paura di fare la stessa fine.ย ย 

 

 

Per saperne di piรน su Lugnano in Teverina

Sitografia:ย ย 

Con Roberto Montagnetti, alla scoperta della Necropoli di Poggio Gramignano, da www.orvietonews.itย 

http://lugnanomuseocivico.blogspot.it/ย 

Villa Rustica di Poggio Gramignano a Lugnano in Teverina, in www.paesionline.itย 

Antiquarium comunale di Lugnano in Teverina, da www.beniculturali.itย 

Lugnano: la villa romana di Poggio Gramignano tornerร  a rivelare i suoi segreti, da www.umbriaecultura.itย 

Lugnano in Teverina: il borgo con lโ€™archeologia nel DNA, da www.umbriaecultura.itย 

Chi fermรฒ Attila? Forse la malaria, da www.popsci.itย 

http://www.turismolugnanointeverina.itย 

Lugnano in Teverina, sorprendenti scoperti nella necropoli di Villa Gramignano, da www.umbriaindiretta.itย 

Sorprendenti scoperte nella Necropoli di Lugnano in Teverina, da www.terniinrete.itย 

http://www.comune.lugnanointeverina.tr.itย 

La primavera sta arrivando: giร  si sente nellโ€™aria un accenno di nuovi profumi e si vedono i primi fiori, tutto torna alla vita uscendo dal proprio letargo. Compresi noi, che abbiamo passato lโ€™inverno a spostarci da una casa ad unโ€™altra, a un locale o un cinema, finalmente usciamo. E perchรฉ non andare a vedere uno spettacolo che ricomincia allโ€™aperto?
Nel cuore della Valnerina ci aspetta la Cascata delle Marmore.

 

Cascata delle Marmore | foto di Giovanni Bicerna

Un'antica opera di ingegneria

Forse non tutti sanno che essa รจ frutto di un disegno ingegneristico risalente al 290 a.C., quando il console Manio Curio Dentato ordinรฒ lo scavo di un canale che facesse defluire le acque del fiume Velino nella valle reatina, convogliandole fino alla rupe di Marmore, da dove le fece precipitare ed unire al corso del fiume Nera, con un salto di 165 metri. Questo lavoro fu fatto proprio per bonificare il Velino, che allโ€™epoca formava una palude stagnante e perciรฒ possibilmente pericolosa per la popolazione per via della malaria.

La Cascata oggi

La Cascata viene oggi utilizzata per la produzione di energia elettrica da parte della centrale di Galleto ed รจ per questo che il rilascio dellโ€™acqua viene controllato; ci sono precisi giorni e momenti dellโ€™anno in cui si puรฒ ammirare nella sua piena bellezza, che vanno soprattutto da marzo a ottobre, insieme a giorni di festivitร  negli altri mesi. Interessante scoprire che il luogo ospita uno dei Centri di Educazione Ambientale che sono dislocati da qui alla valle del Nera e di Piediluco, territori che rientrano nella Rete Ecologica Europea Natura 2000 del Progetto Bioitaly, il cui obiettivo รจ lavorare per diffonde un turismo ecosostenibile, attraverso la conoscenza, la tutela e la promozione del territorio per favorirne al meglio lo sviluppo.

Una curiositร : il nome Marmore deriva dai sali di carbonato di calcio che si vanno a sedimentare sulle rocce della montagna che protegge le acque e il cui riflesso alla luce del sole li fa assomigliare a cristalli di marmo. Ad aggiungere magia, oltre al paesaggio incantevole, cโ€™รจ il folletto della Cascata, Gnefro, che racconta la leggenda di Marmore ai bambini che intraprenderanno con lui la Fantapasseggiata.

I Percorsi

Ma da passeggiare, nel parco, ce nโ€™รจ anche per i grandi, che possono scegliere tra sei percorsi diversi per nome, per ambiente e per intensitร . Lโ€™Antico Passaggio รจ il primo percorso che รจ stato fatto, che collega le due vie di accesso alla Cascata, il Belvedere Inferiore con il Belvedere superiore e non รจ molto facile da percorrere, ma รจ da qui che si accede al Balcone degli Innamorati, quindi mettersi buone scarpe da trekking e gambe in spalla!

 

Cascata delle Marmore | Foto di Enrico Mezzasoma

 

Lโ€™anello della Ninfa รจ il percorso piรน semplice, permette di avvicinarsi il piรน possibile alla cascata grazie alle scalette e ai ponticelli di legno da cui รจ composto e in piรน si puรฒ ammirare una delle 300 grotte naturali che sono dislocate nellโ€™area.

Lโ€™Incontro delle Acque รจ il sentiero che viaggia a ridosso dei canyon che il Nera ha scavato nella roccia fino all’incontro con il Velino, ed รจ il percorso usato per la Fantapasseggiata. In piรน, รจ la zona migliore per vedere gli appassionati di canoa e rafting che sfidano le acque.

La Maestositร  รจ lโ€™unica via che permette di ammirare per intero i tre salti di cui la Cascata รจ composta, per questo รจ definito come percorso turistico per eccellenza. Cโ€™รจ una visione completa dello spettacolo.

La Rupe e lโ€™Uomo รจ tra tutti il percorso piรน lungo, che parte dal belvedere superiore e si sviluppa lungo ciglio della rupe di Marmore, mostrando vari panorami tra cui la Conca ternana, fino alle gole di Ferentillo. Con le guide, da qui si possono visitare alcune delle grotte naturali piรน suggestive.

Infine I Lecci Sapienti, pensato per esperti perchรฉ va dal basso in alto e viceversa attraverso parti molto ripide e sconnesse ed รจ lโ€™unico percorso in cui non si vede la cascata, ma le condotte delle vecchie centrali idroelettriche.

Un consiglio su quando andarci? Dโ€™estate, nei periodi piรน caldi. Rimarrete sbalorditi dal microclima che lโ€™unione tra fitta natura ed acqua ha creato. Crederete veramente alla magia…e anche a Gnefro!

 

Per saperne di piรน su Terni