“I dialetti sono eterni. Gesรน parlava in dialetto. Dante scriveva in dialetto. Il Padreterno, in cielo, parla in dialetto”. (Libero Bovio)
Il dialetto di Gualdo Tadino รจ il risultato di un miscuglio tra la cittร e la campagna, tra il centro storico e le frazioni. La cittร รจ stato il centro della contesa essendo terra di confine tra i ducati di Urbino, Perugia, Spoleto. Fin dal terzo secolo a.C. il territorio gualdese รจ stato attraversato da una delle principali vie di comunicazione tra il Tirreno e lโAdriatico: la strada consolare Flaminia, che collegava Roma a Rimini.
Mario Pasquarelli, detto Feroce
Per questo motivo Gualdo Tadino ha subito varie contaminazioni linguistiche, a questo si aggiunge il valico di Valsorda, che era il naturale collegamento con la Marchia Anconetana. Federico II di Svevia nelle sue cronache racconta che era solito ascoltare per le stradine gualdesi una terminologia di derivazione celtica.
Per capirci qualcosa, abbiamo parlato con Mario Pasquarelli, detto Feroce: ยซVoglio specificare che tutti mi chiamano cosรฌ a Gualdo, fin da bambino. Anche per mia mamma e a scuola ero il Feroce. Lโho ereditato dal mio babbo, ma soprattutto perchรฉ sono un tipo da sรฌ o no senza tanti fronzoli. A Gualdo tuttihanno un soprannome, raramente ci chiamiamo per nomeยป. Feroce con noi non lo รจ stato, anzi con disponibilitร ci ha guidato – in collaborazione con Mario Anderlini – alla scoperta del suo vernacoloโฆ ovviamente senza tanti giri di parole. Dopotutto รจ Feroce.
ยซIl nostro dialetto si sta perdendo. Il 90% dei gualdesi lo parla poco o utilizza solo qualche parola. I piรน giovani, ad esempio, faticano a capire i termini piรน antichi. Io cerco invece di promuoverlo e di tenerlo ancora in vita, รจ importante che venga studiato anche a scuola e non deve essere assolutamente un motivo di vergogna parlarlo, in molti invece pensano questo. Va detto che nel corso degli anni ha subito influenze da cittร vicine e cโรจ stato un mix tra il gualdese del centro e quello delle frazioni; basta pensare che spesso cambia da un rione allโaltro, per non parlare di quello usato in campagna; tutto si รจ mischiato anche se restano, in alcuni casi, delle peculiaritร tra un luogo e lโaltro. Ad esempio, a Gualdo cittร le parole finiscono in itte: spaghitte, canitte (piccoli cani), faggiolitte, maghitte; oppure il que, che indica cosa?, di chiara derivazione francese, (que vo eque diche, que fae)).
Mentre nella frazione di Morano si concludono in ene e ane: lassune, tuquine, tolane, dilane, diquine, stane (stare), a mene (a me) o me sร . A Boschetto (altra frazione) cโรจ invece la U finale: quistu, quillu, per dire questo e quelloยป spiega il Feroce.
Rocca Flea. Foto Enrico Mezzasoma
Parole incomprensibili
Ci sono termini che sono proprio incomprensibili per chi non รจ del luogo. Qualche esempio per farvi unโidea: anniscola (altalena), ammaiata (rete di recinzione), friscolata, (prima spremuta dโuva), uccรข (urlare sguaiatamente), pioiccica (inizio di pioggia), spicicchia chi sbatte le palpebre (spicicchia โiocchie) o tartaglia (nun spicicchia โna parola), papataro (bugiardo), paccone (fanatico), mojica (mollica), bambino piccolo (na cria) figlio e bambino vivace si dice (biribisse) o boccia (fanciullo); gabbajotto (inganno), gammero (gambero o furbo), baoso (noioso), babetto (moneta) aรฉ! (allora!), cegnera (cenere), a griccia (in aria). In ogni paese non manca mai il rugnicone, cioรจ una persona che parla alle spalle, che semina zizzania in modo silenzioso e rognica (rognicare significa brontolare in modo aggressivo); celebre lโespressione: sente commo rugnica… rugnica bruttamente. Ci sono poi il baccaione (brontolone) e lo sciapacchiotto (lo sprovveduto, il giullare inconsapevole) che viene tollerato per compassione: Laโฆ nun nโarfร lo sciapacchiotto, …sae โngran sciapacchiotto…e finischetela…!
Viene usato anche il neologismo scorpellare che significa scorticare in maniera non grave ma molto fastidiosa: si nun te la finische te scortico la schina (se non la smetti ti scortico la schiena). Vi segnaliamo anche mastricciare (impastare, cercare con delicatezza): Tu guarda commo sta a mastricciร di lรฌโฆ; smuginare (cercare con veemenza): aguarda commo smugina… ma que stae a cercร ?! e sgarufare (scavare, cercare nel terreno): รจ il cane da tartufi che sgarufa. Mentre struginao โntel cassetto vuol dire cercare nel cassetto.
Veduta di Gualdo Tadino. Foto di Enrico Mezzasoma
Giorni e famiglia
Una menzione va fatta per le parentele gualdesi che per praticitร uniscono sostantivo e aggettivo. E quindi troviamo: zieso (suo zio), zieto (tuo zio), fratemo (mio fratello), frateto (tuo fratello), mammeta (tua madre), babbeto (babbo tuo), fijo (figlio), fiastra (nuora), fiastro (genero). Degni di nota anche per i giorni della settimana: domennica o mennica (domenica), mercoldรฌ (mercoledรฌ), venardรฌ (venerdรฌ), sabbeto (sabato) e ogge (oggi).
A scuola di grammatica
Non sai quando usare il condizionale o il congiuntivo? A Gualdo hanno risolto il problema unendo i due modi verbali. E allora si dice giressimo, faressimo, magnaressimo, arcaparessimo, arcapezzaressimo, aesse (avessi), gessimo (andammo). Questโultimo da non confondere con aesso, che vuol dire adesso. Per praticitร la frase: Lo faremmo se potessimo si dice: el faressimo.
Cโรจ poi il verbo avere che si declina in: aia (aveva), aio (avevo), aiamo (avevamo), aieno (avevano), ete (avete) e il verbo essere (esse) che va da ene (รจ) a enno (sono). Passiamo poi agli avverbi di luogo: tolรข (lร ), tulรฌ (lรฌ), toqui (qui), diquรฌ, toquรฌ (qua) e agli aggettivi dimostrativi: sta, sti, sto, ste, tiste, quiste (questa, questi, questo, queste). Quala o qualo per dire quale, quanno per quando, quasi per quasi, quelle si traduce in niente e qnente.
A scuola di imprecazioni
Una caratteristica dei dialetti รจ la massiccia presenza di modi di dire e di imprecazioni rivolte a chi in quel momento (sfortunatamente) si trova nei paraggi.ย Posce murรฌ abbrugiato o possa piatte โna pulmunite abbirata, ma anche che te piasse no sbocco de sangue o possa fa un travaso de sangue, o un gummito de sangue,posce cresce โn chilo al giorno. Tanto per essere gentili. Tra i modi di dire piรน significativi, che ci ha suggerito anche Feroce, vi segnaliamo: esse piรน sfortunati dei cani in piazza. ยซI cani che stanno in piazza non hanno una famiglia, non li vuole nessuno, per questo sono sfortunati e tutti li cacciano, oppure lโae fatta su la latta per dire che uno se le va a cercare. Infine, se uno sente freddo, stae a fรขโ el cicoloยป.
ยซFin da ragazzo ho capito che la pallavolo poteva rappresentare qualcosa dโimportante, anche se non mi aspettavo questi risultati. Guardavo la โGenerazione dei fenomeniโ e volevo essere come loro.ยป
Quando intervisti lโallenatore italiano piรน vincente della pallavolo, fresco di Supercoppa con laImoco Volleydi Conegliano e del titolo europeo con la nazionale femminile turca, tutto ti aspetti meno che finire a parlare di calcio. Con Daniele Santarelli, nato a Foligno 42 anni fa e cresciuto sportivamente in diverse parti dโItalia, รจ andata cosรฌ. Ma prima del Milan (la squadra che entrambi tifiamo) abbiamo chiacchierato anche di molto altro: delle sue vittorie (tante), dellโUmbria (che porta sempre con sรฉ), delle donne che allena e persino di Carlo Ancelotti. ยซร il mio idolo, ho letto tre libri su di lui. Magari fossi come Ancelotti, mi manca perรฒ qualche Champions.ยป Daniele รจ ancora giovane e il tempo per vincerle ce lโha.
Santarelli, con la sua bacheca ricchissima di trofei, รจ lโallenatore piรน vincente della pallavolo italiana: un Mondiale con la nazionale femminile della Serbia, cinque scudetti, quattro Coppe Italia, due Mondiali per club, una Champions League e sei Supercoppe italiane, lโultima conquistata pochi giorni fa. Nello stesso anno (2022) ha vinto due medaglie dโoro: la prima sulla panchina della Serbia, la seconda pochi mesi dopo guidando la Imoco Volley. Con la Turchia nel 2023 ha portato a casa una medaglia dโoro alla Volleyball Nations League e un Campionato Europeo.
Daniele Santarelli con la coppa del Campionato Europeo 2023
Daniele, qual รจ il suo rapporto con lโUmbria?
LโUmbria รจ casa mia. Ogni volta che torno respiro unโaria familiare. ร il luogo in cui sono nato e cresciuto, dove abitano i miei parenti e i miei amici. Mi manca sempre.
Da quanto tempo vive fuori regione?
Da 15 anni.
Che ricordi ha dei suoi inizi a Foligno?
Ho dei ricordi meravigliosi. La pallavolo da professionista era solo un sogno; giocavamo alle Commerciali, eravamo quattro gatti. Il volley non era uno sport molto diffuso allโepoca, nรฉ a Foligno nรฉ in Umbria. Da subito perรฒ ho capito che poteva rappresentare qualcosa dโimportante, anche se non mi aspettavo questi risultati. Allโinizio era solo un gioco, una passione, un sogno: guardavo la famosa Generazione di fenomeni โ lโItalia di Julio Velasco che in quegli anni vinceva tutto โ e volevo essere come loro. Tutto ciรฒ che aveva a che fare con questo sport era qualcosa di magico.
ร proprio di queste ore la nomina di Velasco come nuovo ct della nazionale femminile di volley. Chissร se saprร ricreare una squadra allโaltezza di quella maschile degli anni โ90? ย ย ย
Me lo auguro, ma non รจ nemmeno confrontabile.
Torniamo a lei. La sua strada sportiva comโรจ proseguita?
Ho girato molto. Sono stato a giocare a Vicenza per due anni, per poi trasferirmi a Terracina. Da allenatore ho iniziato a Pesaro, poi sono andato a Urbino e a Casalmaggiore. Da 9 anni sono a Conegliano (Treviso).
Ha dichiarato: โConegliano รจ casa mia, e ormai lo รจ da tanto tempoโ: tornerร , magari a fine carriera, a vivere in Umbria?
Non ci voglio pensare alla fine della mia carriera, mi mette tristezza. (ride)
ร fresco della vittoria del Campionato Europeo con la Turchia: se lo aspettava questo risultato?
Cโera qualcosa che mi portava verso la Turchia. Sapevo di fare un cambiamento strano, quasi pazzo, perchรฉ lasciavo la Serbia, una squadra che aveva vinto gli ultimi due Mondiali, un bronzo olimpico e un argento europeo, perรฒ qualcosa mi diceva che questa nuova scommessa era per me una sfida da accettare. Ero convinto che avremmo fatto bene, nessuno perรฒ si aspettava unโestate come quella trascorsa: la vittoria della Volleyball Nations League, il Campionato Europeo e la qualificazione alla World Cup. Tutto questo mi inorgoglisce tantissimo e sono molto felice, anche se ora sono salite le aspettative.
Questo la spaventa?
No. Le pressioni fanno parte del mio lavoro, sin da quando ho iniziato. Sono io stesso, a volte, a mettermele addosso ma non mi preoccupo, perchรฉ in realtร ho ben chiaro quello che voglio.
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Parliamo della partita giocata allโEuropeo contro lโItalia: il suo cuore era diviso a metร ?
LโItalia รจ il mio Paese, รจ ovvio che cantare lโinno e conoscere tutti dallโaltra parte della rete fa un certo effetto, perรฒ รจ il mio lavoro e, a prescindere dalla nazionale o dal club che alleno, io voglio vincere. Ho sempre pensato questo, anche quando giocavo a bassi livelli: se gioco a carte con mia mamma faccio di tutto per vincere e sto malissimo se perdo! (scherza). Quando giocavo al campetto coi miei amici non accettavo la sconfitta: la competizione sportiva fa parte di me.
ร considerato lโallenatore piรน vincente nella storia della pallavolo italiana. Vista la sua risposta precedente: quanto ne รจ orgoglioso?
Molto, perรฒ non ci penso. Non voglio guardare quello che รจ stato, ma quello che sarร . Finora ho fatto un bel cammino, ma il mio viaggio รจ ancora lungo e me lo voglio godere appieno. Forse lo farรฒ – come diceva lei prima – quando tornerรฒ in Umbria e sarรฒ in pensione, ora non รจ il momento di fermarmi a pensare.
Il suo prossimo obiettivo?
Le Olimpiadi del 2024.
Santarelli con alcuni dei tanti trofei vinti
Leggendo il suo palmarรจs mi รจ venuto in mente Carlo Ancelotti, lโallenatore di calcio italiano tra i piรน vincenti. Si arrabbia se faccio questo parallelismo?
No, assolutamente. ร il mio idolo, ho letto tre libri su di lui. Magari fossi come Ancelotti, mi manca perรฒ qualche Champions (ride). Mi piace tanto per la personalitร , per il carisma, la simpatia, la pacatezza e il modo di fare. ร davvero un personaggio, forse il migliore. Antonio Conte e Josรฉ Mourinho per me sono degli esempi e mi affascinano, perรฒ mi avvicino molto piรน ad Ancelotti, anche per il rapporto che ha con i giocatori, con la stampa e per il suo modo di festeggiare.
Ha fumato anche lei il sigaro per festeggiare?
Qualche volta sรฌ. (ride)
Qual รจ il segreto per creare un gruppo vincente?
Senza il talento delle giocatrici non si va da nessuna parte. ร ovvio perรฒ che ci vuole qualcosa in piรน: lo spirito, le motivazioni, lโambiente, lโatmosfera e anche una buona dose di fortuna. Tutto si deve incastrare. Quando ho scelto di allenare la Turchia sapevo che era una nazionale con del potenziale; ho fatto subito capire alle giocatrici quali fossero le mie idee e le mie motivazioni e ho cercato di farle stare bene. Non รจ facile creare una squadra vincente: ci vuole tempo e si deve lavorare giorno dopo giorno, non รจ un interruttore che si accende e si spegne. Ma soprattutto si deve essere sinceri con chi si allena.
Ha qualche rito prima di una gara?
Non sono scaramantico per niente. Intorno ho persone scaramantiche che cercano di contagiarmi, ma non ci riescono.
Ha allenato sempre squadre femminili?
No. Ho iniziato allenando gli uomini partendo dalle categorie piรน basse poi si รจ aperta la possibilitร di lavorare con le donne, per le squadre femminili cโรจ maggiore richiesta.
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Cโรจ molta differenza?
Assolutamente sรฌ. La pallavolo femminile รจ molto piรน adatta a me. Sono predisposto a gestire la loro complessitร e la loro mente: le donne hanno bisogno di attenzioni, di essere ascoltate, capite e danno molto piรน degli uomini. Hanno degli apici incredibili, sia in positivo sia in negativo: quando lโapice รจ positivo arrivano ad altissimi livelli.
Una curiositร su Daniele che in pochi conosconoโฆ
Ora su due piedi non mi viene in mente. Posso dire che sono fissato con lโalimentazione e cerco di mantenermi in forma, non sgarro mai. Sono anche molto quadrato e precisino, a volte divento fastidioso. Non sopporto il disordine, la confusione e la disorganizzazione. Questo si manifesta sia nella vita lavorativa sia in quella privata.
Santarelli sulla panchina della Serbia
Segue altri sport?
Sono molto appassionato di calcio.
Per quale squadra tifa? Lโavverto che la sua risposta decreterร lโesito dallโintervista (scherzo).
Sono un milanista sfegatato. Lo seguo sempre e leggo tutto.
Ottima rispostaโฆ
Ah, รจ andata bene!
ร sposato con Monica De Gennaro, che gioca nella Imoco Volley e che lei allena: il pallone resta fuori o anche in casa si parla di volley?
Spesso resta fuori anche se, essendo il nostro lavoro, รจ normale che a volte se ne parli.
Per concludere, la prima cosa che le viene in mente pensando allโUmbria?
Sicuramente il palazzo grigio a Sportella Marini, il quartiere di Foligno dove sono cresciuto. Lรฌ vive ancora mia mamma e lรฌ ho passato la mia infanzia: ho dei ricordi sia belli sia brutti. I giochi, il terremoto del โ97, tutto รจ riconducibile a quel palazzo, per me รจ un qualcosa di incredibile.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
ร una terra magica, naturale e molto semplice: me ne sono accorto quando sono andato via, รจ solo a quel punto che ho capito dovโero cresciuto. ร anche un luogo fuori dal mondo – sia in positivo sia in negativo. Quando la criticano la difendo a spada tratta come se fosse la mia famiglia. LโItalia รจ bella, ma lโUmbria ha qualcosa di unico.
Lo storico Fabio Alberti (Bevagna 1719- 1803) nel suo libro “Notizie antiche e moderne riguardanti Bevagna cittร dellโUmbria”, cosรฌ scriveva nel 1786: ยซEd ecco quanto ho saputo porre insieme a memoria deโ posteri rapporto allโantica, e moderna Bevagna. Ne lascierรฒ la cura, ed il pensiero a quei veri, ed illuminati Cittadini, che verranno dopo di me; sperando, che sullโesempio altrui, si animeranno ad impiegare gloriosamente qualche parte dellโanno nel rintracciare, e pubblicare le memorie, ed i fasti della comune Patria.ยป
Nonna Iside di Bevagna ha raccolto lโinvito. Bevanate DOC – cosรฌ si definisce – nata nel 1939 nel paese del Mercato delle Gaite, casalinga appassionata di cucina (passione trasmessa da sua mamma Ida), dei piatti della tradizione, del suo orto e delle sue galline.
Nonna Iside con le sue preparazioni
Grazie a suo figlio Aristide (in realtร di nome Osiride, ma Bevagna รจ famosa anche per i suoi nomi che raccontano la storia) e a sua nipote Sara รจ diventata una star dei social con la sua pagina Facebook La cucina di nonna Iside, raggiungendo in pochissimi anni (tutto รจ iniziato il 1 aprile 2021, con la prima diretta) 49.000 follower;101.000 follower sono invece quelli di Instagram e Sara, con i suoi reel รจ arrivata a coinvolgere circa 15 milioni di persone di tutte le etร , giovani e meno giovani.
La sua storia รจ bellissima. Dopo la morte dell’amato marito Marzio, avvenuta nel 2020 in tempo di Covid, Aristide decise di non lasciare sua madre in preda alla depressione e iniziรฒ a riprenderla mentre preparava e cucinava i piatti tipici della tradizione culinaria bevanate. Nacque cosรฌ il primo video su Facebook, che mostrava nonna Iside, la figlia Luisa e la nipote Benedetta intente a preparare le tipiche pizze di Pasqua al formaggio fatte rigorosamente a mano e senza lโaiuto di tecnologie moderne. Il video fu un successo. Raggiunse ben 1.029.797 persone, con 619.183 visualizzazioni e 5051 commenti e condivisioni. A distanza di una settimana (il 7 aprile 2021), arrivรฒ la seconda video-ricetta di un altro piatto tipico, la pizza sotto la brace, ricetta bizzarra che solo nonna Iside sa realizzare: anche in questo caso i numeri furono altissimi, ben 1.847.466 persone raggiunte, con 953.615 visualizzazioni e 10.943 reazioni, condivisioni e commenti.
La nipote Sara, studentessa di Scienze della Comunicazione allโUniversitร di Perugia nel corso di Laurea in Comunicazione pubblica, digitale e dโimpresa, decide โ visto il successo – di prendere in mano la situazione e gestire i social della nonna. Si laurea anche con una tesi magistrale dal titolo: Analisi del fenomeno di Granfluencer: il caso โLa cucina di Nonna Isideโ, nellโanno accademico 2020/2021. Nel giro di pochi giorni arrivano richieste di collaborazione con i ristoranti e le botteghe del paese; con due giovani cuochi bevanati, Monir Eddardary e Francesco Paccoi, realizza un video che spiega come si fa la polenta. Il 13 aprile 2021 viene aperto il canale YouTubeLa Cucina di Nonna Iside dove sono inseriti alcuni dei video relativi alle dirette della pagina Facebook.
Nonna Iside con le nipoti
Dopo essere arrivata sulle reti nazionali (Rai2 e Rai3 Umbria), nel 2022 – nel giorno del Pasta Day – viene eletta come la nonna delle Tagliatelle fatte in casa (il reel realizza 15.000.000 di visualizzazioni). Oggi viene chiamata per cooking show in paesi vicini (come La Sagrantina) e nel cassetto cโรจ anche la richiesta di Antonella Clerici per la partecipazione al suo programma. Intanto viene raccontata nei quotidiani regionali e riceve telefonate da bambini e da tantissime persone. Il 23 novembre sarร a Firenze, alla Leopolda, tra i semifinalisti degli Italy Ambassador Awards, (premio italiano dedicato ai migliori influencer e content creator di tutto il mondo), in nomination nella categoria Food&Beverage, unica umbra.
Sottolinea, con orgoglio, che lo scopo di tutto รจ quello di promuovere i piatti della tradizione locale (le ricette sono scritte sui fogli di un ricettario, naturalmente a mano) e della cucina anti-spreco; ma anche di raccontare e dimostrare come si possono ridurre i passaggi che vanno dalla terra alla tavola e di trasmettere alle nuove generazioni le antiche ricette.
Nelle sue dirette racconta e mostra, in dialetto bevanate come preparare i facioli con erba campagnola, i frascarelli con gli asparagi, le roccette di San Niccolรฒ, il pane casareccio o il pancaciato. Il tutto dalla cucina di casa, circondata dalla sua famiglia (tre figli: Aristide, Roberto, Maria Luisa; cinque nipoti: Daniele, Sara, Camilla, Benedetta, Edoardo) e accogliendo talvolta ospiti famosi e non, divulgando loro – senza prepotenza – il suo sapere e diffondendo positivitร e buonumore. Nel paese del Medioevo e del Mercato delle Gaite sorge spontanea la riflessione su quanto scritto in un suo libro da Massimo Montanari, professore di Storia Medievale e Storia dellโalimentazione allโUniversitร di Bologna e piรน volte presente a Bevagna: ยซIl cibo รจ cultura perchรฉ ha inventato e trasformato il mondo. ร cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. ร il frutto della nostra identitร e uno strumento per esprimerla e comunicarla.ยป
Nonna Iside che scrive nel suo ricettario
Nardi Cesira, poetessa dialettale beanata, le ha dedicato una poesia.
Evviva Nonna Iside!
Ha passato li confini der Fossatรฌllo
e… manco a dรฌllo,
รจ rinomata in tutt’er Mรณnno!
La cara, semprice e umile Nonna Iside
รจ ormai diventata la piรน famosa Beanata!
Ma va’!
Nonna Iside, se sveja la matina quannochรฉ canta er gallo,
lรฌa a tutto penza, como la Pruรฌdenza!
Stรฉte tranquilli che Iside ghjร ha preparato l’occorrente
pe’ fa’ dรน ova de tajatรจlle
e ‘n sughetto co ‘lle pummitorรฉlle.
Con arte e semprice fantasia,sforna ghjornalmente
pane, biscotti, pizze e roccette varie!
Ma… ha parlato con Sanniccolรฒ?
Poรจsse ‘nco’!
‘Stu Santo gh’javrร lasciato la farina e la ricetta de ‘lle famose pastarรจlle!
E ‘ntanto la TV c’jha piato spizzico a faje le Dirette!
La regista romana di origini umbre chiude la sua trilogia cinematografica con la Santa di Assisi, una donna che lotta per ottenere quello che vuole e rompe gli schemi dellโepoca.
La storia di una ragazza che ha rivoluzionato il mondo. La storia di una ragazza che รจ diventata santa. Susanna Nicchiarelli, romana di nascita ma umbra di origine,ย ha portato sullo schermo la vita della Santa dโAssisi con il film Chiara.
La pellicola โ la quinta della regista โ conclude una trilogia dedicata a tre donne ยซdisturbantiยป, come lei stessa le definisce; tre donne legate a degli uomini dai quali faticano a emanciparsi: Nico (vero nome di Christa Pรคffgen ex musa di Andy Warhol e cantante dei Velvet Underground), Eleanor Marx (figlia di Karl Marx), e appunto Chiara – lโeccellenza femminile piรน importante dellโUmbria โ legata a Francesco.
Non potendo intervistare Chiara (per ovvie ragioni), ho parlato di lei con Susanna, che nello scrivere la sceneggiatura lโha studiata e scoperta in ogni suo aspetto. Il film racconta la storia di una diciottenne ribelle che lascia la famiglia per unirsi al suo amico Francesco: da quel momento la sua vita cambia per sempre, non si piegherร alla violenza dei famigliari, e si opporrร persino al Papa: lotterร con tutto il suo carisma per sรฉ e per le donne che si uniranno a lei, per vedere realizzato il suo sogno di libertร .
Susanna Nicchiarelli. Foto di Matteo Vieille
Susanna, come prima domanda le chiedo: qual รจ il suo rapporto con lโUmbria?
Mio padre รจ originario di Tavernelle. Io torno spesso in Umbria, ho una casa e sono molto legata a questa terra. Ho un ottimo rapporto anche con tutta la rete dei cinema e dei festival umbri. Spesso li sento, quando sono nei paraggi passo a trovarli e presento i miei film; รจ una realtร molto bella, con persone che amano veramente il cinema.
In Umbria โ a Bevagna – ha girato anche alcune scene del suo ultimo film โChiaraโโฆ
Nella piazza di Bevagna รจ ambientata la scena in cui le donne vengono chiamate da Chiara. Il resto del film, per motivi scenici, รจ stato girato a Tuscania: lรฌ si รจ potuto ricreare il paesaggio medioevale e le chiese pre-francescane. Ad Assisi tutto questo non era possibile.
โChiaraโ fa parte di una trilogia di donne da lei raccontate โ insieme a โNico 1988โ e a โMiss Marxโ – che si scontrano con gli uomini che hanno nelle loro vite: ce la fanno veramente a staccarsi da loro?
Piรน che emanciparsi, rivendicano un posto in una societร di uomini. Tutti e tre i film raccontano il loro rapporto con loro: Nico con il figlio, Miss Marx con il padre e il marito e Chiara con Francesco e il Papa. Quello di Chiara รจ forse il rapporto piรน politico con un potere maschile.
“Chiara”. Foto by Emanuela Scarpa. Vivo film, Tarantula
ร una donna che ha saputo portare avanti le sue idee e ha sempre ragionato con la propria testa, non cosรฌ scontato nel 1200โฆ
Lei, come Francesco, vuole restare dentro la Chiesa, quindi modula la sua battaglia in modo da poter fare ciรฒ, ma allo stesso tempo cambiare le cose. Il centro della loro lotta รจ la povertร , e Chiara riesce nel suo obiettivo, creando un ordine di donne povere: una cosa senza precedenti. Quello che ottiene รจ molto importante dal punto di vista simbolico, perchรฉ fino ad allora gli ordini femminili erano protetti e dovevano avere possedimenti; i monasteri erano luoghi di ricchezza e gerarchizzati, lei invece fa nascere un ordine dove tutte sono uguali e ugualmente povere. Per arrivare a questo perรฒ รจ costretta ad accettare la clausura che lei non voleva.
Si รจ fatta unโidea del rapporto che cโera tra Chiara e Francesco?
Trovo che sia stato un rapporto molto femminile. Lui a un certo punto รจ costretto ad abbandonarla perchรฉ non puรฒ creare un ordine misto, ma poi torna a morire fra le sue braccia. Cโรจ stata sempre una forte dipendenza di Francesco nei confronti di Chiara, perchรฉ lei era solida. Una soliditร che si manifesta anche nella comunitร che costruisce, che รจ molto unita e compatta, a differenza di quella dei francescani che si falda. Vivono due sviluppi diversi di una stessa idea.
“Chiara”. Foto by Emanuela Scarpa. Vivo film, Tarantula
Che penserebbe dellโItalia del 2023?
Chiara sarebbe sicuramente orgogliosa della posizione che hanno conquistato le donne nella societร di oggi, anche se cโรจ ancora tanta strada da percorrere. Lei chiedeva semplicemente una paritร , di poter fare quello che era concesso a Francesco, indipendentemente dal suo essere donna. Era una richiesta molto semplice, a tal punto da essere spiazzante. Sicuramente perรฒ, lโabbondanza e il consumismo sarebbero le prime cose che criticherebbe, sia lei sia Francesco. Cosรฌ come il nostro rapporto con il denaro, con la ricchezza e con il superfluo: loro hanno dimostrato come si puรฒ andare allโessenziale e si puรฒ aiutare lโaltro, il diverso. Francesco รจ stato il primo a parlare di un rapporto inclusivo e di ascolto con le altre culture, di confrontarsi con lo straniero non per convertirlo, ma per un dialogo e uno scambio di idee. E anche Chiara era in quella linea. Cโรจ ancora tanta strada da fare per le battaglie che hanno iniziato a combattere loro.
Per certi versi sembra che dal 1200 non sia passato troppo tempo, anche per quanto riguarda lโimmagine della donnaโฆ
Ancora oggi nel cinema, nella televisione, nella pubblicitร e nella societร lโimmagine della donna che viene promossa รจ unโimmagine che non deve disturbare. Quando diventa disturbante, quando rompe gli schemi, viene accettata con fatica. Penso ad esempio alle donne che non vogliono figli. Chiara, come Eleanor Marx e Nico sono figure femminili disturbanti anche per il femminismo, perchรฉ hanno difficoltร a staccarsi dagli uomini e quindi ci costringono a uno sguardo critico anche sullo stesso processo di emancipazione. Posso dire che non sono certo film celebrativi, anzi sono molto problematici.
Ha in programma altre pellicole che raccontano figure femminili?
Essendo una donna รจ ovvio che quando scrivo le sceneggiature i miei occhi e il mio punto di vista sul mondo ci sono e ci saranno sempre, ora perรฒ mi voglio dedicare a qualcosa di diverso. Con loro credo di aver chiuso un discorso. Magari piรน avanti chissร .
“Miss Marx” by Emanuela Scarpa – Vivo film, Tarantula
In โChiaraโ si parla in dialetto, come mai questa scelta?
Ho voluto tantissimo il dialetto per rendere i personaggi piรน reali. Tante volte nei film ambientati nel passato, gli attori parlano un italiano molto forbito, che perรฒ non รจ veritiero. In Chiara si parla un codice molto simile a quello usato da Francesco nel Cantico delle Creature. Lโelemento linguistico fondamentale della rivoluzione francescana e per me era importante che fosse rispettato.
Con Marco Bellocchio ha scritto il film โRapitoโ: aveva giร scritto qualcosa con lui? Comโรจ andata?
Lo conoscevo, ma non avevo mai lavorato con lui. Mi sono molto divertita perchรฉ รจ stato un lavoro di ricerca ed รจ stato bellissimo poter entrare nella testa di Marco e scrivere il film che lui si immaginava. Ho imparato tantissimo.
Ha vinto un David di Donatello come sceneggiatrice per โNicoโ e un Nastro dโArgento sempre come sceneggiatrice per โRapidoโ: due premi molto importanti. Di quale รจ piรน orgogliosa?
Il David per Nico รจ stato un riconoscimento molto importante. ร una sceneggiatura poco tradizionale che ho scritto da sola, ci tengo particolarmente.
“Nico, 1988”. Foto by Dominique Houcmant
Quali sono i suoi progetti futuri?ย
Sto lavorando a una serie che andrร in onda su Rai Uno. Racconta la storia di alcuni bambini che aiutano i partigiani in montagna. Lโho girata questa estate in Val di Susa, e posso dire che la montagna non fa per me โ sono piรน tipo da campagna (ride). ร stata comunque una bellissima esperienza: girare in quei paesaggi รจ difficile ma molto affascinante, cosรฌ come lo รจ stato raccontare la Resistenza.
Per concludere, come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Diviso in quattro atti che ricalcano le fasi della vita umana โ nascita, realizzazione, relazione e decadenza – Storie Ombra รจ lโopera prima di Elisa Manenti, autrice umbra che esordisce con una storia allegorica e visionaria per interpretare e raccontare nientemeno che la vita.
Elisa nasce nella periferia di Foligno sul volgere degli anni Ottanta e nei personaggi di Storie Ombra inocula le controverse emozioni – le tensioni, le insicurezze, le paure, le scelte, le gioie โ con cui non solo la sua generazione, ma anche lโuomo contemporaneo si trova a fare i conti, personificandole. In questo modo, ha potuto finalmente creare un dialogo con quei sentimenti che, pur facendo parte della condizione umana, spesso rimangono incomprensibili.
A ben vedere, รจ il titolo stesso dellโopera a sintetizzare lโoperazione. ยซPer spiegare Storie Ombra bisogna partire proprio dal titolo, anche perchรฉ รจ collegato a un aneddoto curioso.ยป spiega Elisa ยซQuando ero una ragazzina, a SantโEraclio, frazione di Foligno in cui sono nata e cresciuta, viveva un personaggio un poโ bizzarro. Uno di quelli che tutti i paesi hanno, in un modo o nellโaltro. Lui camminava trascinandosi dietro un carretto pieno di ferraglia e parlava con la sua ombra (con il maltempo parlava con le strisce pedonali, ma questa รจ unโaltra storia!). Ovviamente noi lo prendevamo in giro – la lapidaria crudeltร dei bambini nei confronti della diversitร รจ nota a tutti – ma mi รจ rimasta in testa questโimmagine: il confronto con la proiezione di sรฉ, proiezione che assume forme sempre diverse. Un poโ come i personaggi dei miei racconti, tutti differenti, alcuni piรน umani di altri nelle sembianze, ma tutti frutto di una luce creatrice, che ho identificato nel โsentireโ, ovvero il percepire inteso come approccio conoscitivo al mondo. Una modalitร sconosciuta allโIntelligenza Artificiale.ยป
ร proprio allโIA che, negli intenti, รจ provocatoriamente destinato Storie Ombra. Un piccolo manuale attraverso il quale lโIntelligenza Artificiale potrebbe riuscire a interpretarci come esseri umani, carpendo la nostra essenza piรน pura e scavalcando le sovrastrutture che noi stessi creiamo attraverso i milioni di domande che le poniamo. Proprio per questo, il libro si conclude con una conversione parziale del racconto in codice binario: un vero e proprio atto di cortesia nei confronti dellโIA, fatto utilizzando un linguaggio piรน conforme alle sue caratteristiche, per avvicinarci umanamente al nostro interlocutore.
Purtroppo perรฒ รจ la modalitร a restare, per lโIA, inintelligibile: ยซVisto che allโIA non interessa โconoscerciโ, perlomeno non in questi termini, Storie Ombra รจ in realtร destinato a tutti noi, che talvolta siamo reduci dalla nostra umanitร .ยป chiarisce Elisa. E aggiunge: ยซIo, come tante altre persone, trascorro in media un paio di ore al giorno a cercare nel web cosa voglio acquistare, cosa voglio cucinare, cosa voglio conoscere, e cosรฌ via; quotidianamente faccio ricerche che mi danno un risultato immediato, e non sento mai il bisogno di dire โgrazieโ. Questo processo, a lungo andare, potrebbe mutare il nostro modo di interagire, anche tra noi umani. Viviamo in un tempo veloce nel quale tutto diventa immediato, schematico, privo di convenevoli o abbellimenti lessicali, quali una battuta o una divagazione sul tempo che faยป. A rendere la nostra condizione unica รจ dunque lโempatia, che sembra essere cominciata a svanire giร da prima dellโavvento dellโIA. Dunque, nonostante al momento le potenzialitร dellโIA e i suoi usi siano molto dibattuti, prima di pensare a scenari apocalittici dobbiamo prendere coscienza di quale sia davvero la causa di questi tempi sempre piรน disumanizzati.
ยซNon sono unโesperta nel campo dellโIA e molto umilmente penso che quello che potremmo fare in qualitร di umani, รจ non sentire lโesigenza di metterci in competizione con essa. LโIA รจ un agente che, in un ambiente regolare, tramite un sistema di filtraggio di informazioni, puรฒ prevedere alcune cose.ยป aggiunge Elisa. ยซDa persona comune che fa quotidianamente ricerche nel web, al massimo posso cercare di capire questi meccanismi e avere delle accortezze – come per esempio il controllo delle fonti dโinformazione utilizzate dallโIA per elaborare la sua previsione o raccomandazione โ ma, piuttosto che avere la presunzione di voler arginare questo avanzamento tecnologico, quello che mi sta a cuore รจ che noi esseri umani, dotati di una spiccata capacitร di ricerca di ciรฒ che reputiamo โveroโ basata sulla conoscenzaesperienziale ed emotiva della realtร , rimaniamo tali.ยป
Viene da chiedersi se la contingenza – il fatto di non essere una nativa digitale, di essere figlia degli anni dโoro, di essere cresciuta in una regione come lโUmbria che ancora oggi conserva dei tratti piuttosto lontani dellโimmagine quasi futuristica evocata dallโIA โ abbia in qualche modo influenzato il modo in cui lโautrice di Storie Ombra abbia interpretato questa trasformazione senza precedenti della societร e delle relazioni umane.
ยซSicuramente la mia percezione della realtร รจ diversa da quella dei nativi digitali.ยป ammette Elisa. ยซAd oggi non saprei dire se รจ un bene o un male, ma posso assicurare che mi reputo molto fortunata di aver vissuto la maggior parte della mia vita a contatto con delle tradizioni che facevano da collante tra le persone senza il bisogno della fibra. Non sono una nostalgica – ci si evolve ed รจ giusto cosรฌ – e i giovani di oggi avranno una percezione diversa dalla mia ma, altrettanto valevole. Quello che conta รจ, a mio avviso, che la gentilezza sia il vero trait dโunion tra le relazioni, indipendentemente dallโetร che si ha e dalle modalitร con cui i rapporti si creano. Magari ho una visione un poโ troppo romantica, capisco che in una societร di massa come la nostra, il successo sembri essere lโunico modo per far vedere al mondo che si esiste, ma poi รจ il perseverare nella gentilezza ciรฒ che rende le relazioni realmente umane e libere. E per gentilezza non intendo il galateo o porgere lโaltra guancia, intendo basare un rapporto sul riconoscersi e il riconoscere.ยป
Storie Ombra, preordinabile su Bookabook, sarร consegnato ai lettori nel corso di giugno 2024.
ยซLa mia passione per la scultura รจ nata fin da quando ero bambino. ร sempre stata una parte fondamentale della mia vitaยป.
Matteo Peducci, umbro di nascita, si diploma al Liceo Classico Annibale Mariotti di Perugia e poi consegue la Laurea presso lโAccademia di Belle Arti di Carrara. ร impegnato in lavori internazionali; dal 2013 collabora con centri universitari per la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali.
Styrofoam Hermaphrodite
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Come รจ nata la sua passione per la scultura? E da dove arriva la sua ispirazione?
La mia passione per la scultura รจ nata fin da quando ero bambino. Giร a sei anni cominciavo a plasmare piccoli pupazzetti con la creta, dimostrando un interesse precoce per l’arte scultorea. La mia passione per la scultura รจ sempre stata una parte fondamentale della mia vita. Tuttavia, i miei genitori, non sapendo come affrontare questa mia malattia artistica, decisero di portarmi da un grande esperto nel campo, il Maestro Artemio Giovagnoni. Il Maestro riconobbe immediatamente la mia passione e il mio talento per la scultura. Mi incoraggiรฒ e mi disse: ยซCaro ragazzo, hai un grande talento e raggiungerai sicuramente grandi risultati nella scultura, ma ricorda che dovrai lottare duramente per tutta la vitaยป. Le sue parole sono state un’ispirazione costante per me, e da allora ho lavorato instancabilmente per coltivare la mia passione e per realizzare le mie opere artistiche. La mia ispirazione proviene da molte fonti diverse. Osservo la natura, le persone, le emozioni e le storie che mi circondano. Mi immergo nelle esperienze di vita e cerco di catturare la loro essenza attraverso le mie sculture. La mia ispirazione cambia costantemente, ma la mia passione per la scultura rimane invariata. ร un viaggio emozionante e gratificante che continuo a percorrere con dedizione e amore per l’arte.
La via del pane. Marmo Botticino. 2022
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Il marmo รจ una pietra naturale che richiede pazienza nella lavorazione, attenzione e tanta abilitร per essere lavorata. E come se lโartista entrasse in sintonia con la materia e con il suo ritmo. Perchรฉ come materiale, privilegia proprio il marmo?
Il marmo รจ una scelta di materiale molto significativa per me come artista. Questa pietra naturale richiede una profonda pazienza nella lavorazione, una grande attenzione ai dettagli e un’abilitร eccezionale per essere modellata con successo. ร come se, lavorando il marmo, l’artista entrasse in sintonia con la materia stessa e con il suo ritmo intrinseco. Tuttavia, c’รจ un significato piรน profondo. Quando scolpisco il marmo, mi confronto con il concetto di eternitร . La pietra, essendo uno dei materiali piรน duraturi, funge da fondamento senza tempo su cui l’umanitร ha inciso la sua storia per millenni, preservandola per le generazioni future. Questa connessione con il passato e il senso di perennitร che il marmo offre alle mie opere d’arte aggiunge un elemento di profonditร e significato al mio lavoro, rendendolo ancora piรน gratificante.
Growing Graces. Rame elettrolitico. 2021
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Dopo la sua laurea presso lโAccademia di Belle Arti a Carrara, come mai ha deciso di ritornare in Umbria?
La mia decisione di tornare nella mia terra di origine, in Umbria, dopo aver conseguito la laurea presso l’Accademia di Belle Arti a Carrara, รจ stata una sorta di coincidenza. Dopo aver completato i miei studi accademici e aver avuto esperienze lavorative in varie parti del mondo, ho iniziato a sviluppare il mio progetto/opera chiamato Affiliati. Questo progetto richiedeva uno spazio idoneo con caratteristiche non convenzionali. In modo fortuito, ho scoperto una cava di pietra rosa abbandonata ad Assisi, nella mia Umbria natale. La scelta di utilizzare questa cava per il mio progetto รจ stata immediata. ร da qui che รจ nata la bottega Affiliati. Quindi, la decisione di tornare in Umbria รจ stata guidata dalla scoperta di questa cava e dalla sua idoneitร per la realizzazione del mio progetto artistico, che si รจ rivelato essere un passo significativo nella mia carriera artistica.
ย
Vorrei concludere chiedendo di lasciarci con una parola su cui meditare, che rappresenti il connubio tra la sua arte e l‘Umbria.
Certamente, vorrei concludere lasciandovi con la parola Armonia. Per me, l’arte e l’Umbria sono in armonia perfetta. Vivere e lavorare nella mia terra di origine รจ un grande privilegio, e questo territorio conserva ancora le caratteristiche selvatiche e naturali che contribuiscono a creare un’armonia ideale per la scultura in marmo. ร un connubio che nutre la mia creativitร e mi ispira costantemente.
Lโinfluencer perugina รจ ambasciatrice di Compassion, oltre a essere una donna super attiva, sia nella vita reale sia nei social. ร promotrice anche dellโevento che si terrร il 14 ottobre a Perugia: la proiezione del docufilm โImperdonabileโ in cui si racconta il genocidio in Ruanda del 1994.
Oggigiorno siamo circondati da influencer piรน o meno popolari, piรน o meno interessanti, tutti intenti a illuminarci la strada della vita. Riuscire perรฒ ad andare oltre la semplice apparenza glamour e modaiola, per comunicare e promuovere progetti sociali, o semplicemente per affrontare temi che possono far riflettere chi sta dietro lo schermo dello smartphone, non riesce a tutti, anzi veramente a pochi.
A Ilaria Di Vaio questo riesce, e pure bene. Nei suoi spazi social (blog e profilo Instagram, in cui ha 158.000 follower) va oltre, parla di tutto con chiarezza ed empatia: dal suo ruolo di mamma di tre bambine (Matilde, Adelaide e Dorotea) al rapporto profondo con la fede, da ciรฒ che vive nella quotidianitร al suo essere testimonial di Compassion Italia (una onlus internazionale che opera da 70 anni per sostenere i bambini piรน poveri) fino al promuovere iniziative in cui crede profondamente, come lโevento che si terrร il 14 ottobre (ore 18) alla Sala dei Notari a Perugia. Verrร trasmesso il docufilm Imperdonabile, che racconta il genocidio avvenuto in Ruanda nel 1994. ยซLโho sentito subito mio e invito tutti a vederlo per darsi lโoccasione di mettersi in discussione nella propria intimitร e analizzare le cose da un punto di vista diverso. La proiezione รจ gratuita, previa prenotazioneยป. Lโetichetta di semplice influencer le va stretta e sfrutta la sua popolaritร per parlare di progetti meritevoli e valori in cui crede. Dopotuttoโฆ si puรฒ influenzare in diversi modi e su diversi argomenti.
Ilaria Di Vaio
Ilaria, la prima domanda รจ di rito: qual รจ il suo rapporto con lโUmbria?
Che bella domanda! LโUmbria non รจ solo il cuore verde dโItalia, ma รจ il mio cuore. Mio padre ha origini campane, mio nonno sarde e mio marito pugliesi, per questo mi considero italiana nel senso piรน esteso del termine, perรฒ lโUmbria mi ha dato i natali. Sono nata ad Assisi, non a caso: mia mamma ci teneva che venissi al mondo nella cittร piรน conosciuta della regione. Ho sempre vissuto a Perugia e sono cresciuta con influenze di altre regioni, ma allo stesso tempo con un profondo amore per le mie origini umbre. Ho un rapporto molto intenso e particolare con mia nonna materna che รจ di Casalalta (una frazione del Comune di Collazzone): mi ha sempre stimolata a vivere la vita contadina e ad avere un rapporto viscerale con la terra. Il mio amore per questa regione si evidenzia anche dal fatto che sono rimasta a vivere qui, sebbene, per il lavoro che faccio, altri luoghi mi avrebbero avvantaggiato.
Perchรฉ ha scelto di restare?
Per la pace, i ritmi tranquilli e gli spazi percorribili con facilitร , oltre ovviamente per i paesaggi. Io vivo immersa nella campagna, circondata da ulivi e colline, e quando apro gli occhi la mattina vedo la vera Umbria.
Oltre a essere una influencer molto conosciuta รจ anche ambasciatrice di Compassion Italia: quando รจ iniziato questo incarico?
Conosco Compassion da quando sono piccola, perchรฉ con la mia famiglia abbiamo sempre sostenuto dei bambini a distanza. Lโincarico di ambasciatrice รจ nato due anni fa quando mi sono resa conto di avere qualcosa dโimportante in mano e che potevo sfruttare la mia popolaritร nel mondo social in modo concreto e significativo. Ho sempre sentito questa responsabilitร , anche perchรฉ nella vita ho ricevuto molto. Inoltre, non cโรจ nulla di piรน bello che essere utili per qualcun altro. Compassion per me รจ lโoccasione per poter donare ed essere utile, sfruttando quello che ho grazie al mio lavoro. ร veramente una missione.
Ilaria con le figlie Matilde e Adelaide nella Repubblica Dominicana
Questa estate รจ stata con la sua famiglia nella Repubblica Dominicana come testimonial di Compassion per sensibilizzare lโopinione pubblica sulla povertร e il disagio sociale dei minori che vivono lรฌ: ci racconta questโesperienza?
ร la prima volta che ne parlo in unโintervista. ร stato un viaggio incredibile che mi ha cambiato la vita. Sembra una frase retorica, ma รจ reale. Sono partita con la consapevolezza che non sarei piรน tornata uguale a prima; รจ stato un percorso molto formativo, sia dal punto di vista spirituale sia emotivo e allo stesso tempo anche impegnativo. Siamo stati lรฌ un mese: ho portato con me le mie tre figlie e mia mamma, lo rifarei altre mille volte.
Come mai questa scelta?
Rendo le mie figlie sempre molto partecipi nel mio lavoro, loro sanno quello che faccio e sanno i miei impegni. Devo dire che sono per me delle grandi motivatrici. Inoltre, รจ giusto che conoscano delle diverse realtร anche distanti e incredibili.
Cosa ha fatto di concreto in quel mese?
La Repubblica Dominicana รจ tra i primi Paesi nel mondo per il turismo sessuale minorile, oltre alla grande presenza di droga: รจ un contesto molto pesante. Ci sono perรฒ delle piccole isole felici realizzate da Compassion che operano nel territorio: รจ importante che le persone conoscano queste realtร e si rendano conto che il loro aiuto economico si concretizza portando dei risultati. Nella prima parte del viaggio ho conosciuto altre associazioni e organizzazioni internazionali presenti lรฌ; mentre nella seconda parte, come ambasciatrice, ho girato e utilizzato la mia popolaritร per accendere una luce su tutto questo.
Ha in previsione altri viaggi?
Certo, sono solo allโinizio. Fra qualche settimana andrรฒ a Madrid. Il mio compito in Occidente รจ quello di raccogliere fondi, investitori e far conoscere Compassion e le sue attivitร .
Possiamo dire che รจ una influencer social, ma anche molto socialeโฆ
Quella della influencer รจ solo unโetichetta che banalizza tutto. Ognuno utilizza la propria popolaritร in base alle sue peculiaritร e ai suoi interessi. Nel mio profilo Instagram e nel mio blog (Crumbs of Life) racconto chi sono in tutte le mie sfaccettature. Quando nel 2018 Il Sole 24ore mi ha nominato tra le mamme piรน influenti dโItalia, in qualche modo mi ha attaccato unโetichetta, anche se, ovviamente, mi ha aperto tantissime porte a livello lavorativo. I brand con cui collaboro, ad esempio, sanno bene chi sono e come vivo i social, per questo mi capita spesso anche di rifiutare dei lavori, se non sono in linea con quello in cui credo e con il messaggio che voglio trasmettere.
Per lei le parole sono importanti tanto quanto le azioni e, per questo, come diceva, โusaโ la sua popolaritร e le sua parole per sensibilizzare e far conoscere temi importantiโฆ
Sรฌ. Non mi tiro mai indietro quando cโรจ lโoccasione di portare valore. Nel mio canale Instagram ho anche una rubrica in cui intervisto persone per me rilevanti e affronto tematiche importanti, proprio per arricchirmi e arricchire gli altri. Il mio profilo รจ uno spazio comune, un salotto in cui entrare e trovare spazio. Credo che come personaggi popolari abbiamo una responsabilitร nei confronti delle persone che ci seguono, รจ importante proporre qualcosa e spronare a riflettere.
ร con questo spirito che promuove la proiezione del docufilm โImperdonabileโ, che si terrร il 14 ottobre alla Sala dei Notari di Perugia (ore 18). So che tiene molto a questo eventoโฆ
Assolutamente sรฌ, lo sento proprio mio. Sono stati i responsabili di Compassion a parlarmi di questo docufilm, che racconta il genocidio avvenuto in Ruanda nel 1994. Sarร trasmesso per la prima volta a Perugia, il 14 ottobre. ร stato girato da un giovane regista, Giosuรจ Petrone: lโho voluto conoscere perchรฉ il film mi ha colpito nel profondo e volevo capire da che testa e da che persona fosse partito, questo notevole prodotto. Trae origine da un articolo giornalistico che racconta la storia del percorso di riconciliazione tra due famiglie, di etnia diversa, rispettivamente vittime e carnefici durante il genocidio ruandese. ร un invito alla riflessione su alcuni temi di grande attualitร e contiene un messaggio potente, rivoluzionario e di grande impatto. Imperdonabile ci aiuta a considerare quanto male si annida perfino nelle parole, oltre che negli atti crudeli e violenti. Ecco perchรฉ oltre che denunciare bisogna anche imparare a perdonare e questo documentario evidenzia quanto sia notevole il potere delle parole. Lo sento proprio mio e invito tutti a vederlo per darsi lโoccasione di mettersi in discussione nella propria intimitร e analizzare le cose da un punto di vista diverso.
ร mamma di tre bambine, su Instagram e sul blog Crumbs of Life parla di loro e racconta la โvita da mammaโ: cโรจ un consiglio che vuol dare alle neo o future mamme?ย
Nessuno nasce preparato per questo ruolo. Quello che posso consigliare รจ – se abbiamo la grazia di ricevere questo dono – di affrontarlo con tranquillitร , giorno per giorno. Non ha senso riempirsi di paure. ร sicuramente un viaggio complesso che puรฒ provarti e toglierti le forze – ciรฒ รจ indiscutibile – ma dopotutto le cose piรน belle della vita prevedono sacrificio. Nel mio libro Ho bisogno di amare scrivo proprio che: ยซsacrificare significa rendere sacroยป. Noi abbiamo unโaccezione negativa di questo termine, in realtร vuol dire prendere qualcosa di sรฉ e renderla sacra. Essere mamma รจ un lavoro costante anche su sรฉ stessi ed รจ unโoccasione per migliorarsi; tutto questo impegno perรฒ viene ripagato con un amore sconfinato, probabilmente molte volte anche immeritato. ร unโavventura bellissima che va vissuta serenamente con la consapevolezza che non รจ scontata, e per questo va apprezzata nonostante la fatica. Noi mamme ne usciamo sicuramente migliori.
Non crede che oggi siamo un poโ invasi da โmamme socialโ?
Non posso dire se sono troppe o poche, ognuno cerca la sua strada o ne crea un lavoro. Oramai i social sono a disposizione di tutti, ed รจ giusto cosรฌ. La differenza perรฒ la fa il motivo per il quale si realizza una determinata cosa e qual รจ il messaggio che si vuol trasmettere. Se tutto รจ solo legato alla pubblicitร e ai brand, non resisti, e col tempo sparisci. La differenza – che cerco di fare io – non รจ tanto nellโessere mamma, ma nel messaggio che trasmetto.
Spesso si discute dellโesposizione dei figli nei social media: per lei รจ non certo un problemaโฆ
Le mie figlie sono consapevoli di quello che faccio e le coinvolgo quotidianamente in ciรฒ di cui mi occupo. Sanno che ho un lavoro che mi dร visibilitร , che mi fa riconoscere per strada. Inoltre, mio marito รจ un avvocato esperto di proprietร intellettuale, per questo siamo ancora piรน tutelate. Forse un giorno mi rimprovereranno di questo, ma come di tante altre scelte che ora faccio per loro. La cosa fondamentale – ribadisco – รจ di come si utilizzano i social.
Ilaria con le figlie Adelaide, Dorotea e Matilde
ร decisamente multitasking: quante ore hanno le sue giornate?
Per sfruttare la giornata al meglio mi sveglio molto presto, verso le 5.45-6. In questo modo riesco a ritagliarmi del tempo per me stessa: leggo, faccio gli esercizi di logopedia e inizio la giornata. Ho anche ridotto al minimo il tempo che passo al telefono e mi organizzo per incastrare tutto. Cerco di ritagliarmi del tempo anche per me e andare in palestra, รจ un modo per scaricarmi.
Cโรจ qualcosa di Ilaria che in pochi conoscono?
Il rapporto che ho con mia mamma. Vado sempre da lei quando ho bisogno di avere dei consigli, la sua opinione conta molto. Poi cโรจ la mia fede, che รจ qualcosa di profondamente intimo, ma di cui parlo tranquillamente anche nei miei canali.
Di cosa non potrebbe mai fare a meno?
Come dice mia nonna: ยซUscire di casa senza rossetto รจ come uscire senza mutande!ยป (ride)
Lei รจ la sorella maggiore di Mariano Di Vaio, un influencer molto popolare: questo lโha aiutata nel suo lavoro o in qualche modo lโha ostacolata?ย ย
So chi รจ mio fratello e quanto si รจ impegnato per arrivare dovโรจ. Siamo stati cresciuti come dei soldatini, ligi alle regole e allโimpegno. Ovviamente il cognome ha un richiamo che non mi ha certo ostacolato, ma nemmeno aiutato come si potrebbe pensare. Sono molto orgogliosa di lui e degli obiettivi che ha raggiunto e per me รจ solo motivo di vanto essere accostata a Mariano.
Cโรจ stato mai un momento in cui ha pensato di abbandonare i social?
Lo scorso anno mi hanno hackerato il profilo Instagram per la terza volta e con mio marito ci siamo detti: ยซForse deve andare cosรฌ! Farรฒ altroยป.
Per concludere, come descriverebbe lโUmbria in tre parole?ย ย ย ย ย ย ย ย
Hirohiko Shoda, in arte Chef Hiro, dal Giappone รจ arrivato in Italia nel 2006 e da qualche mese si รจ traferito in Umbria, a Casteltodino. Con lui ha portato nella nostra regione la cultura della sua terra.
Hirohiko Shoda, conosciuto come Chef Hiro, ha lasciato il Giappone nel 2006 โ dove perรฒ torna spesso a trovare la sua famiglia โ per trasferirsi in Italia, dove da qualche mese vive con la moglie a Casteltodino (in provincia di Terni). ยซFinalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativiยป. Oramai lโUmbria รจ un luogo che gli appartiene e che vive quotidianamente, essendosi integrato alla perfezione con la nostra terra. Con grande disponibilitร , ha risposto alle nostre domande dove Giappone e Umbria โ anche se apparentemente lontane – si uniscono in un intreccio di cultura e sapori.
Lo abbiamo giร visto nella trasmissione Ciao, sono Hiro su Gambero Rosso Chanel, al programma La Prova del Cuoco e su Radio Deejay รจ spesso ospite del Trio Medusa. Il suo talento si esprime anche in diversi libri di cucina, tra cui Washoku, lโarte della Cucina Giapponese e Hiro Cartoon Food.
Chef Hiro
Il poeta uruguaiano Mario Benedetti scriveva che รจ ยซgrazie ai sentimenti che diventiamo consapevoli di essere noi stessiยป. Nel suo libro, Hiro Cartoon Food, lei racconta sรฉ stesso e la cucina giapponese attraverso emozioni e sentimenti. Ci puรฒ spiegare il perchรฉ di questa scelta?
Dopo tanti anni nellโalta ristorazione stellata, sia in Giappone sia in Italia, dopo alcuni anni di lavoro come docente in varie accademie e soprattutto dopo lโuscita del mio libro Washoku, lโarte della Cucina Giapponese (edito da Giunti, manuale completo sulla cucina e la cultura giapponese tradizionale), ho sentito il bisogno di evadere un poโ dal mio ruolo istituzionale di Ambasciatore Ufficiale della cucina giapponese in Italia e ritrovare i ricordi della mia infanzia, recuperare e rivivere alcune emozioni lasciate in disparte da alcuni anni. Riconoscendo quelle emozioni del passato si puรฒ dare completezza alla propria vita di adulto e soprattutto si puรฒ apprezzare lโaffetto e la condivisione da parte di tante persone con lo stesso vissuto, al di lร della nazionalitร di origine.
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Tra le ricette del suo cuore ce nโรจ una in particolare alla quale รจ piรน legato? Perchรฉ?
Io cito sempre i dorayaki, i famosi pancake giapponesi, che gustavo sempre da bambino dopo la scuola, a merenda, con gli amici o insieme a mio fratello e a mia sorella. Questo dolcino, semplicemente buono, รจ molto popolare in Giappone e compare in tantissimi anime, manga e film, come il gattone spaziale Doraemon o la dolce signora del film Le ricette della signora Toku. Non รจ solo un dolce, ma un simbolo di famiglia e di affetto.
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Nel libro la presentazione dei piatti รจ ispirata alle piรน popolari serie manga e anime giapponesi: quali sono i suoi manga e anime preferiti e in particolar modo quale tra i film di animazione dello Studio Ghibli genera in lei piรนใใญใใญ.
Eh sรฌ, ใใญใใญ in giapponese si pronuncia doki doki, รจ unโespressione onomatopeica che si puรฒ tradurre con bum bum, come il battito del cuore delle prime emozioni, della trepidazione giovanile, che io ho voluto associare alla consistenza tenera e soffice dei dolci giapponesi. Ogni capitolo del mio libro Hiro Cartoon Food (edito Mondadori) รจ legato a una di queste onomatopee che in realtร rappresentano uno stato dโanimo, una sensazione, un sentimento, spesso suscitati anche dai suoni del cibo, oltre che dellโanima. Tutte le opere dello Studio Ghibli, in particolare quelle del grande maestro Hayao Miyazaki, si fondano su tematiche universali che accomunano tutti gli uomini e vanno oltre, nella fantasia, nel mondo onirico ed epico, fino allโaldilร . E anche il tema del cibo รจ ricorrente e molto potente, simbolo di un quotidiano che trascende in qualcosa di piรน intimo e recondito. In Giappone fin da piccoli, a scuola, si trasmettono le opere dello Studio Ghibli, che sono molto piรน di un film dโanimazione, ma strumenti didattici e culturali che insegnano valori e principi sempre attuali e sempre validi, in ogni epoca storica e in ogni Paese del mondo.
Hiro Cartoon Food e Washoku
Il suo viaggio in Italia รจ iniziato nel lontano 2006, in Veneto; che cosa lโha portato in Umbria? Per Hirohiko Shoda cosa rappresenta questa regione? E per Chef Hiro?
Sono arrivato in Italia nel lontano 2006, ormai sono oltre 17 anni, tanto tempo! Il primo accesso รจ stato per motivi di lavoro, per collaborare con lo chef de Le Calandre di Padova, ristorante tre stelle Michelin. Dopo circa 7 anni, ho conosciuto la mia compagna Letizia che mi ha fatto capire che il lavoro รจ fondamentale e va rispettato e tutelato, ma che cโรจ anche altro da preservare, la salute innanzitutto e gli affetti piรน cari che nel tempo, presi da una vita impegnata h24, si trascurano, si perdono. E la stessa scelta di vita lโabbiamo percorsa insieme qualche mese, trasferendoci da Roma in Umbria, dove finalmente possiamo immergerci in una dimensione piรน semplice, pulita, goderci la natura e il buon cibo, fonti di ispirazione continua per il nostro lavoro di creativi. Oggi posso dire che Chef Hiro e Hirohiko Shoda sono la stessa persona, il mio lavoro รจ perfettamente integrato nella mia vita, e la mia vita รจ stimolo e carburante per la mia professione.
In questa ricerca gastronomica, le รจ capitato di testare dei sapori umbri che in qualche modo le hanno ricordato la sua terra dโorigine?
Ovviamente sto testando tutto, piano piano voglio scoprire nel dettaglio le varie produzioni e toccarle da vicino, i prodotti umbri hanno storia e radice profonda, come la vecchia quercia che protegge la mia casa, e questa bellezza di tramandare sapori e cultura รจ unโusanza molto tipica anche in Giappone. In particolare, io sono nato nella Prefettura di Nara, lโunica regione del Giappone che non รจ toccata dal mare, proprio come la Regione Umbria, il cuore verde dโItalia.
Ci sono delle affinitร tra Giappone e Italia nel rapporto col cibo?
Sรฌ, molte, soprattutto nellโaspetto di condivisione del cibo con le persone care, e lโoffrire il cibo come gesto dโamore e di cura.
Se dovesse descrivere sรฉ stesso con un piatto quale sceglierebbe?
Ormai รจ molto difficile rispondere a questa domanda perchรฉ ho vissuto metร della mia vita in Giappone e lโaltra metร in Italia, continuo a viaggiare molto e a scoprire le bellezze gastronomiche che ogni Paese del mondo offre, quindi non saprei piรน fare una scelta. Lโimportante per me รจ che un piatto contenga un messaggio, anche piccolo o invisibile, ma che abbia sempre qualcosa da dire, da raccontare, da tramandare.
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Grazie alle diverse trasmissioni che ha fatto a partire da Ciao, sono Hiro, abbiamo avuto modo di constatare la sua passione per la natura, la musica e lโarte in generale, fondamentali nel processo creativo dal quale nascono i suoi piatti. In che modo lโUmbria riesce ad ispirarla nelle sue creazioni?
In Umbria posso finalmente godermi il silenzio della natura, che in realtร รจ un silenzio solo apparente, ricco invece di suoni, rumori, urla, sibili, canti, crepitii, fruscii, molti dei quali ricordano proprio i rumori e i suoni della cucina, ad esempio mentre si frigge o si cuoce alla brace. DellโUmbria amo proprio il fuoco, la brace, le lunghe cotture, tutti metodi antichi molto vivi e presenti anche nella cucina giapponese autentica, spesso erroneamente collegata soltanto alla cruditร degli ingredienti.
Da quella trasmissione a oggi, comโรจ cambiato il suo rapporto con i social?
Nel 2014, quando ho debuttato in tv, i social non erano cosรฌ presenti nella nostra quotidianitร , erano principalmente mezzi di evasione, di distrazione, di svago. Oggi si sono trasformati, per molti sono anche un mezzo importante di comunicazione e di lavoro, ma, come in tutte le sfere della vita e del lavoro, occorre sapere trovare il giusto metro di utilizzo, tenere la distanza necessaria senza farsi sopraffare. Io personalmente condivido e amo molto comunicare sui social, mostro me stesso senza grandi filtri, ma alcune cose in particolare, come eventi personali o dolori, preferisco lasciarli nella mia sfera privata. Lโaspetto negativo dei social รจ non essere regolamentato e disciplinato. Non รจ possibile dire e fare tutto perchรฉ siamo in una sfera virtuale. Il virtuale oggi esiste, ed รจ molto piรน materiale di quello che sembra. Io credo che il rispetto e lโeducazione, la civiltร e la discrezione (aspetti fondamentali della mia cultura dโorigine) vadano sempre garantiti, tutelati e preservati. Lโessere un personaggio pubblico non equivale ad essere un pungiball, tutti si possono esprimere liberamente, ma sarebbe preferibile intervenire se si ha veramente qualcosa da dire, altrimenti a volte รจ meglio tacere e investire il tempo ad osservare, studiare e magari migliorarsi.
Chef Hiro al corteo storico di Casteltodino
ย
Di traguardi nella vita ne ha raggiunti tanti, come la nomina del MAFF Japan nel 2019 di Ambasciatore della Cucina Giapponese in Italia. Ci sono ancora dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare?
Sono giร molto contento e realizzato, il vero sogno รจ non perdere mai lโentusiasmo e la voglia di imparare e di conoscere.
Cosa le manca di Nara, antica capitale del Giappone e patrimonio UNESCO, nonchรฉ sua cittร dโorigine?
La mia famiglia, ma fortunatamente torno spesso in Giappone e riesco a non sentire troppo la distanza.
Cโรจ qualche appuntamento in programma per i nostri lettori che avrebbero piacere di incontrarla?
Sto scrivendo il nuovo libro insieme a Letizia, e siamo entrambi felici di aver aspettato di completarlo proprio in Umbria, nella nostra nuova casa, ricca di ispirazioni e buone vibrazioni. Speriamo che lโUmbria ci porti fortuna e tanta serenitร .
La giovane รจ partita dallโUmbria Dance School di Marsciano e, per tre anni, studierร in Germania le diverse discipline della danza.
ร trascorso un mese da quando Irene Lanzanรฒ (22 anni), ha lasciato Marsciano per trasferirsi ad Amburgo nella prestigiosa CDSH โ Contemporary Dance School.
Irene Lanzanรฒ, 22 anni
Qui, per tre anni, studierร danza e diverse discipline che la porteranno a raggiungere una formazione completa per inseguire il suo sogno di ballerina: ยซMi piacerebbe continuare questo lavoro in qualche compagnia di danza e se dovessi puntare al massimo, penso alla Nederlands Dans Theater. Tutto sta andando bene, le lezioni sono interessanti: sto provando nuove tecniche di danza contemporanea, sto approfondendo il floorwork (n.d.r. si tratta di movimenti eseguiti sul pavimento) e tante altre discipline cosรฌ da avere una formazione il piรน completa possibileยป racconta la giovane ballerina.
Irene ha iniziato a prendere lezioni di danza classica quando aveva solo 3 anni, dopo aver assistito ai saggi della sorella maggiore; poi, a 11 รจ approdata allโUmbria Dance Schooldi Marsciano. ยซVolevo approcciarmi a nuovi stili: se la danza classica ha sempre fatto parte della mia vita, la danza contemporanea e lโhip hop mi hanno conquistata piano piano col tempo. A queste si รจ aggiunta anche la danza modern jazzยป prosegue Irene.
Umbria Dance School รจ nata nel 2011 a Marsciano (da questโanno una sede รจ stata aperta anche a Perugia) dallโidea di Barbara Formica, per creare un luogo di crescita per bambini e giovani ragazzi con lโobiettivo di educarli allโarte della danza, in un percorso che premia la qualitร e la professionalitร . Un luogo a 360 gradi per la preparazione artistica, fin dai primi passi.
Irene Lanzanรฒ
Proprio la direttrice Barbara, due anni fa, ha incoraggiato Irene a sostenere unโaudizione per un corso di alta formazione a Reggio Emilia: ยซSono stata presa e da lรฌ ho capito che era la strada che volevo proseguire per diventare una ballerina. Lo scorso anno sono entrata allโA.E.D.Associazione Europea Danza di Livorno, dove ho avuto la possibilitร di fare il provino per lโAccademia di Amburgo. Per preparare lโesibizione di presentazione ho lavorato per un mese intero: il provino avviene tramite un video da inviare, per questo tutto deve essere perfetto, perchรฉ, se in un’esibizione dal vivo le imprecisioni possono sfuggire, un video puรฒ essere rivisto piรน volte, quindi non ci devono essere sbavature. A metร di luglio poi mi รจ arrivata lโemail con la mia ammissione. E ora eccomi qui, entusiasta di questa nuova esperienza, ma con un poโ di nostalgia per la vita tranquilla di Marsciano. In accademia รจ tutto piรน frenetico.ยป conclude la giovane. Irene non รจ la sola ballerina che dalla scuola umbra รจ partita per studiare in accademie prestigiose. Due anni fa Gianmaria Angeloni รจ stato preso allโOpera di Roma, dove tuttora studia.
ยซLโostetricia per un uomo รจ un dono, รจ lโunico modo che ha per avvicinarsi il piรน possibile al concetto di maternitร ยป. Abbiamo fatto una chiacchierata con il dottor Arena, direttore del reparto di Ginecologia e Ostetricia dellโAzienda Ospedaliera di Perugia, che nei mesi scorsi ha effettuato diversi interventi di rilievo.
ร inutile dirlo, ai dottori nelle interviste si pongono sempre domande mediche, nessuno va mai oltre il camice. Noi abbiamo voluto fare qualcosa di diverso: scoprire la persona, le sue scelte, come affronta gli interventi (ansie, paure e gesti scaramantici) e qualche piccola curiositร . Lo abbiamo fatto col dottor Saverio Arena, ginecologo e Direttore f.f. della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dellโAzienda Ospedaliera di Perugia, che da poco ha effettuato interventi complessi come lโasportazione di un utero da 1.600 grammi e la rimozione di una gravidanza extrauterina rara.
In unโintervista fiume โ oltre unโora di registrazione โ ci ha raccontato molto di lui e del suo lavoro, ma soprattutto ciรฒ che lo mette piรน in difficoltร con le pazienti: ยซLa stragrande maggioranza delle domande che mi mandano in crisi sono quelle legate allโestetistaยป. Ma andiamo con ordine.
La prima domanda รจ dโobbligo: qual รจ il suo rapporto con lโUmbria?
Per me l’Umbria รจ una vera e propria seconda casa.
dottor Saverio Arena
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
LโUmbria non si puรฒ descrivere in tre parole. Per me ha un grande potenziale, che potrebbe essere maggiormente valorizzato diventando veramente il centro dellโItalia, sia a livello turistico e ambientale sia medico e scientifico.
Lei รจ di origini calabresi: perchรฉ ha scelto di venire a Perugia e frequentarne l’universitร ?ย ย
Per due motivi. Perchรฉ cโรจ lโOnaosi e perchรฉ iniziava la facoltร di medicina anche mio cugino al quale sono molto legato. Abbiamo fatto tutto il percorso universitario insieme.
Molti se lo chiedono: perchรฉ un uomo decide di fare il ginecologo?
ร una bellissima domanda. Me lโhanno fatta tante volte e me la sono posta anche io. Molti pensano che io abbia scelto questa professione perchรฉ mio padre era un ginecologo. Assolutamente no. La mia รจ stata una scelta emotiva, non avrei potuto fare altro. Era la specializzazione che volevo e sono felice perchรฉ faccio con passione ciรฒ che amo; credo e spero che questo sia evidente nel quotidiano. Sono convinto che nellโessere donna ci sia un universo che vada affrontato con estrema delicatezza e rispetto: รจ un mondo incredibile. La nostra branca poi, รจ divisa in due settori: la ginecologia e lโostetricia. Lโostetricia per un uomo รจ un dono, รจ lโunico modo che ha per avvicinarsi il piรน possibile al concetto di maternitร .
Paradossalmente sono molti i ginecologi uominiโฆ
Sรฌ รจ vero, ma oggi sono in aumento le dottoresse che decidono di fare questa specializzazione: io ad esempio lavoro con un solo uomo, il resto della squadra รจ formata da colleghe donne. La ginecologia del futuro รจ donna, come un poโ tutta la medicina. Credo che chiunque scelga questa professione lo faccia perchรฉ la ama, indipendentemente da tutto: รจ un lavoro difficile che richiede molta attenzione e tanto sacrificio. Dico sempre, a chi inizia, che se lo fa per i soldi ci sono lavori molto piรน redditizi e meno impegnativi: il rischio medico-legale รจ altissimo, la possibilitร di passare notti insonni รจ elevata, cosรฌ come quella di non avere weekend liberi, per cui o ti piace veramente o devi scegliere altro. Comunque farei la stessa domanda al contrario. Perchรฉ una donna sceglie un ginecologo uomo? Provi a chiedere e vediamo che rispondonoโฆ Si ponga lei la domanda!
Ma io ho una ginecologa donnaโฆ
E perchรฉ lโha scelta? Io ad esempio, mi sono sempre chiesto โ visto che penso alla figura del ginecologo come a un amico e a una persona di fiducia a cui posso raccontare le mie problematiche โ se da donna avrei preferito essere seguita da un uomo oppure no.
E che risposta si รจ dato?
La mia idea รจ che molto dipenda dalla capacitร di ascolto. E quella o ce lโhai o non ce lโhai a prescindere dal fatto che tu sia uomo o donna.
ร per questo che รจ molto apprezzato dalle sue pazienti? Ha quasi un fan clubโฆ
Addirittura?! Provo a essere disponibile anche solo con una parola, una chiacchierata o un sorriso. Spesso sono fondamentali per chi in quel momento ha bisogno. ร molto importante anche saper mettere le distanze e non far interferite nel lavoro i problemi personali e la vita privata.
Qual รจ la domanda piรน โcomplicataโ che una paziente le ha fatto?
Quelle sulla depilazione! (ride) Posso garantire che la stragrande maggioranza delle domande che mi mandano in crisi sono quelle legate allโestetista. Una di quelle piรน strane che ho ricevuto รจ stata: ยซPosso fare la luce pulsata?ยป Sono andato a cercare cosa fosse: non lo sapevo! (ride). Mi hanno chiesto anche se in gravidanza si possono fare le meches o se la ceretta puรฒ causare un aborto. Poi cโรจ il problema della tinta per capelli e di alcuni tipi di massaggi; alcuni dentisti richiedono il parere del ginecologo per fare lโanestesia in gravidanza. Il problema, secondo me, non sono tanto i luoghi comuni, ma chi fornisce questi servizi che potrebbe serenamente dare le risposte piรน corrette senza pensare che la gravidanza possa essere una condizione di rischio estremo che mette in pericolo la donna.
Ora la metto io in difficoltร : una volta per tutteโฆ la depilazione totale puรฒ avere controindicazioni mediche?ย
No, non รจ assolutamente dannosa. Non cโรจ nessun motivo di pericolo, รจ solo una scelta estetica e personale.
Cโรจ un caso che a distanza di anni ancora ricorda?
Sicuramente lโevento piรน emozionante in assoluto, che non dimenticherรฒ mai, รจ stato far nascere il mio secondo figlio: mi ritengo fortunato perchรฉ ho avuto la possibilitร – non capita a tutti โ di vivere questโesperienza. Se la nascita del mio primogenito lโho vissuta con lโemozione del padre, in quella del secondo avevo un doppio ruolo (medico e padre) che mi ha permesso di vivere il momento con piรน coinvolgimento. Poi mi viene in mente la bella storia di una bambina, che oggi ha 9 anni. La sua nascita รจ stata un miracolo: ero in sala parto con la madre in travaglio, andava tutto bene, lei spingeva e la bambina stava per nascere. A un certo punto ci siamo accorti che il battito cardiaco della piccola era diminuito notevolmente, cambiando in corsa e quindi l’abbiamo fatta nascere in pochissimo tempo, altrimenti sarebbe morta. Lโevento รจ accaduto in una data a me cara e per una serie di coincidenze ho sempre pensato che non fosse un caso. Era cosรฌ che doveva andare.
Cosa si prova a far nascere un bambino?
ร unโemozione enorme e incredibile. A mio parere unica, perchรฉ la nascita รจ un momento bellissimo e non ha eguali. Se perรฒ allโevento nascita si associa lโevento morte โ che รจ la cosa piรน drammatica con cui ci si possa confrontare – da professionisti dobbiamo essere umanamente e professionalmente preparati per dare, in quel momento, il massimo supporto alle mamme e ai papร .
Questi sono i momenti piรน brutti del suo lavoroโฆย
Sicuramente. La morte di un bambino รจ un evento estremamente tragico, di grande sofferenza. Noi siamo il reparto della gioia, purtroppo perรฒ a volte puรฒ trasformarsi in quello del dolore. ร proprio in questi momenti che vedo ancora di piรน la grande umanitร delle persone con cui lavoro: tutte le figure coinvolte – piรน di ogni altra le ostetriche – si calano nel ruolo di madri e padri per cercare di stare il piรน possibile vicino alla coppia. ร giusto e anche necessario sostenere i genitori nellโaccompagnare il loro piccolo in un percorso molto diverso da quello previsto, in cui al posto della piรน grande delle felicitร si รจ costretti ad affrontare il piรน terribile dei dolori. ร una situazione profondamente drammatica. Ognuno di noi davanti a un dolore cosรฌ forte vorrebbe solo scappare; chiudere gli occhi e svegliarsi quando tutto รจ finito. Invece si รจ genitori sempre, anche nella tragedia, e noi professionisti dobbiamo supportarli nel vivere momenti dolorosi, ma importanti come tenere in braccio il piccolo e vestirlo.
Si verificano spesso queste tragedie?
I numeri della mortalitร prenatale non sono altissimi, in Italia 1,7 nati morti ogni 1000 nati, ma comunque ci sono; nellโarco di un anno capita. Ora che ci penso, mi viene in mente anche la storia di una coppia che il 22 o 23 dicembre di qualche anno fa (non ricordo di preciso) perse il loro primo figlio; morรฌ prima del parto. Poco dopo la mamma rimase nuovamente incinta, io le fissai la data del cesareo nello stesso giorno della morte del primo bambino: giuro che non ricordavo assolutamente la data dellโevento precedente. ร stata solo una casualitร , alla quale se nโรจ aggiunta unโaltra: le culle per i neonati sono preparate con dei lenzuolini decorati con disegni di animali. Alla bambina capitรฒ – in modo del tutto casuale – quello con stampato Simba; lo stesso leoncino era disegnato nella cameretta destinata al fratellino morto: i genitori non lo avevano mai cancellato. Questo particolare non lo sapeva nessuno, nessuno poteva immaginare una cosa simile. I genitori ce lo hanno raccontato quando sono venuti a reparto per il controllo dopo un mese dalla nascita. ร innegabile che un evento di questo tipo sia stato per tutti noi, ma soprattutto per loro, un segno incredibile. Spesso ci confrontiamo con qualcosa che vola sopra di noi, ed รจ impossibile non restarne meravigliati ed esserne felici.
Il dottor Arena durante un intervento
Cosa fa la sera prima di un intervento impegnativo e rischioso? Penso ad esempio a quello che ha svolto qualche mese fa, nel quale – con la sua equipe – ha estratto in laparoscopia un utero di un 1.600 grammi o la delicata asportazione di una rara gravidanza extrauterina.
I giorni in cui opero li conosco e, a prescindere dal tipo dโintervento โ che sia banale o impegnativo โ la sera prima non vado a letto tardi, non faccio cene particolari e tengo sempre un comportamento che il giorno dopo mi permetta di essere nelle migliori condizioni. A dire il vero รจ cosรฌ praticamente sempre perchรฉ, la preoccupazione del giorno dopo o di essere chiamato nella notte me la porto sempre dietro. In alcuni casi riguardo qualche video e qualche passaggio. La chirurgia รจ una regola e devi cercare sempre di ripetere gli stessi procedimenti, piรน li fai e piรน ti muovi in sicurezza: รจ bene avere una routine. Allo stesso tempo essere ripetitivi consente di avere unโadeguata conoscenza dellโanatomia da poter avere anche la mente libera per variare le manovre se la situazione lo richiedesse. Un utero che arriva a pesare un 1.600 grammi (in condizioni normali ne pesa appena 60) รจ molto ingombrante, ma gli spazi interni in cui ci si muove restano comunque molto stretti, per cui occorre modificare i passaggi per agevolare il lavoro. In questa operazione, ad esempio, per posizionare al meglio il manipolatore โ lo strumento che permette di togliere lโutero passando dalla vagina – ho modificato le azioni consuete e cosรฌ ho portato a termine lโintervento solo con gli accessi minimi della laparoscopia.
Cosa pensa in quei momenti?
Quando sono in sala sto attento a tutto ciรฒ che mi circonda e che riguarda il paziente, ma allo stesso tempo sono isolato e molto concentrato su me stesso e su quello che faccio.
E la mattina stessa che fa?
Faccio sempre le stesse cose, quasi come se fosse un rituale. La sveglia sempre alla stessa ora, la doccia, faccio colazione e accompagno i figli a scuola.
Cโรจ anche qualcosa di scaramantico in questoโฆ
Ci sono una serie di azioni che tanti applicano e che definirei quasi scaramantiche. Alcune tra le mie fisse sono che la paziente entri in sala operatoria sempre dai piedi e mai dalla testa. Il viola in sala meglio di no, i bracciali che porto me li tolgo da solo, le cuffie sono sempre le stesse e per lavarmi uso solo il rubinetto centrale. Sono azioni che ovviamente non hanno nessuna influenza sulla riuscita del mio lavoroโฆ perรฒ le faccio.
Ha un poโ dโansia o dopo anni diventa normale amministrazione?
Lโansia proprio no, ma ho sempre un poโ di paura e tutte le volte – soprattutto quando faccio interventi importanti โ ripeto: ยซQuesta volta non ce la faccio a farlo in laparoscopia, ovvero senza aprire lโaddome ma solo con quattro minimi accessiยป. Oppure alla fine dico ai miei colleghi: ยซEro sicuro che non ci saremmo riuscitiยป. Un pizzico di paura lo devi avere perchรฉ lโestrema sicurezza puรฒ farti sbagliare. Durante interventi particolarmente delicati il rischio di commettere errori banali, che si ripercuotono su passaggi importanti, รจ molto alto. ร bene avere timore ed essere sempre scrupolosi e attenti. Anche dopo anni di esperienza, come io certamente ho, mi ritengo sempre umile.
In questo periodo vanno molto di moda i medici che danno consigli su Instagram e TikTok, dei veri influencer molto seguiti. I ginecologi sono una buona fetta: ha mai pensato di approdare sui social?
Onestamente non mi piace, non dovremmo venderci come se fossimo un prodotto da banco. Mi piacerebbe molto invece creare un canale tematico dove pubblicare e condividere gli interventi: non tanto per i pazienti, ma per chi si deve formare. Ma non lo si fa certo su Tik Tok. I social sono solo un modo per farsi pubblicitร , ma la migliore pubblicitร รจ quella delle persone che vengono a curarsi da te e si trovano bene. Questo vale per tutti i medici.
A proposito di influencer: รจ un poโ il ginecologo delle mogli dei vip. Ha fatto nascere i figli dellโinfluencer Mariano Di Vaio, del calciatore Andrea Ranocchia e di tanti altriโฆ
Dicono questa cosa, ma non รจ vero! Eleonora, la moglie di Mariano, e sua sorella Ilaria (Di Vaio) sono le prime che saltano allโocchio. Cosรฌ come le gravidanze di Giulia, la moglie di Andrea Ranocchia. Alla base di tutto cโรจ che siamo molto amici. Mi vengono in mente alcuni figli dei giocatori della Sir e del Perugia calcio. Penso perรฒ che famosi o meno, sia importante la fiducia delle persone e la stima che ripongono in te. ร bello vederli crescere dalle loro foto che arrivano nel tempo, trovarsi tra gli scaffali dei supermercati o a cena e vedere gli occhi dei genitori brillare quando ti presentano i loro figli. Credo che lโemozione piรน bella sia il ricordo nelle menti delle persone.
Ce lโha un piccolo aneddoto?
Quando seguivo Eleonora, la moglie di Di Vaio, le altre pazienti mi chiedevano quando venivano in visita cosรฌ da poter incontrare Mariano!
ร tifoso del Cosenza… preferirebbe il Cosenza in serie A o un riconoscimento per il suo lavoro?
Piรน che un premio personale, mi piacerebbe un riconoscimento per tutta la squadra che lavora con me, non potrei riuscire nel mio lavoro senza il loro aiuto. Un poโ come avviene nel ciclismo. Fermo restando che nellโarco della mia vita non mi dispiacerebbe veder giocare il Cosenza in serie A.
In modo sintetico, cโรจ un messaggio che vuol dare alle donne che ci leggono?
Avere rispetto per sรฉ stesse e per il proprio corpo, facendo regolarmente screening e controlli annuali. Se si presentano dei problemi, parlare molto chiaramente con il ginecologo e con i familiari, superando paure e vergogna.
Le donne umbre possono stare tranquille per quanto riguarda i servizi ginecologici nella regione?
Assolutamente sรฌ, lโimportante รจ mantenere un rapporto costante con i riferimenti โ ginecologi privati, ospedalieri o consultoriali โ che sono sempre disponibili a dare una mano alle pazienti, anche nelle situazioni piรน banali.