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ยซA trentasette chilometri da Terni su un terrazzo alluvionale, a quota 292, prossimo al fondo-valle, sulla sinistra del Tevere. รˆ un piccolo centro, una villa-castello, dalla faccia medioevale, che appare come un borgo compatto con mura diruteยป. (M. Tabarrini)

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Veduta panoramica di Giove

Origine del nome

Sebbene i piรน facciano derivare il toponimo da un antico culto a Giove, non essendo stata trovata alcuna traccia di un tempio dedicato al dio romano รจ piรน corretto pensare che il nome derivi dalla sua posizione geografica che mostra l’abitato in una sommitร  situato tra due valli. In tal modo il nome deriverebbe dal latino jugum, ossia giogo. Anche le prime attestazioni storiche sembrano avvalorare questa ipotesi: infatti l’attuale comune in un documento del 1191 รจ denominato ยซCastel di Juvo o Iugoยป[1].

Storia

Numerosi reperti archeologici attestano un antico insediamento romano, ma l’attuale aspetto di Giove รจ chiaramente di origine medievale. Il territorio, anticamente dei Signori di Baschi, fu a lungo conteso tra Todi e Orvieto. Nel 1320 si impossessรฒ del castello e dei territori circostanti Sciarra I Colonna e ai Colonna lo contesero a lungo gli Orsini. Nel 1378 i feroci Bretoni, condotti in Italia dall’antipapa Clemente VII, si stanziarono nella zona devastando pesantemente l’abitato e i territori limitrofi. Nella metร  del XV secolo presero possesso di Giove gli Anguillara, ma Paolo II riuscรฌ a riportarlo tra i beni della Chiesa nel 1465. Le mura del castello vennero distrutte quando nel 1503, dopo una strenua resistenza, Giove fu conquistato da Cesare Borgia. Nel 1545 vi si insediรฒ, con la carica di governatore pontificio Ottavio Farnese, e nel 1597 Matteo Farnese alienรฒ il feudo a Ciriaco e Asdrubale Mattei. Nel 1646 il territorio di Giove venne devastato da una tremenda inondazione del Tevere. Con la Restaurazione, Giove fu elevato a comune baronale[2].

 

Scorcio di Giove. Foto gentilmente concessa dal C0mune di Giove.

Palazzo Ducale

Edificato per volere di Asdrubale e Ciriaco Mattei sui preesistenti resti di un castello medioevale, si presenta come un edificio rinascimentale di grande imponenza. Dai Mattei, insigniti del titolo di marchesi di Giove da Urbano VIII nel 1643, passรฒ ai Canonici quando Caterina Mattei lo trasmise al figlio Carlo. Morto Carlo senza eredi, il palazzo divenne proprietร  del marchese Carlo Teodoro Antici di Recanati. รˆ questo il periodo nel quale venne ospitata nel palazzo Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi. Dagli Antici passรฒ ai Ricciardi, poi al generale Mario Nicolis di Robilant, che vi ospitรฒ nel 1910 Vittorio Emanuele III, e nel 1936 ai conti d’Acquarone. Nel 1985 รจ stato acquistato dallo statunitense Charles Robert Band e trasformato in un raffinato Relais. L’edificio – che ha 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno – รจ strutturato in cinque piani, mentre le torri angolari presentano un ulteriore piano abitativo. รˆ ancora integra la rampa di scale percorribile dalle carrozze fino al piano nobile. I saloni interni sono decorati con pitture di argomento mitologico attribuite a Domenico Zampieri, detto il Domenichino, a Paolo Caliari, detto il Veronese e ad Orazio Alfani[3].

Chiesa di S. Maria Assunta

In stile rococรฒ, con tardivi elementi barocchi, presenta una facciata inquadrata da due campanili simmetrici. Fu terminata su progetto forse dei Fontana nel 1775 a sostituire dentro le mura l’antica chiesa di San Giovanni Battista, della quale restano oggi soltanto pochi segni in una casa privata. All’interno – a croce greca con cupola – รจ conservata una tavola con l’immagine della Madonna Assunta che da alcuni รจ attribuita a Niccolรฒ Alunno, mentre secondo altri si deve alla scuola dell’Alunno. Interessante anche l’organo, posto sopra la porta d’ingresso, che per le peculiaritร  costruttive viene considerato lo strumento moderno piรน interessante dell’intera provincia di Terni.

Chiesa della Madonna del Perugino

La chiesa deve il suo nome all’immagine della Madonna posta sull’altare detta appunto Madonna del Perugino, per la sua fine fattura. In realtร  si tratta di un dipinto commissionato nel XVII secolo da Francesco Caffarelli, un abitante di Giove proveniente da Perugia e per questo chiamato il Perugino. La chiesa custodisce anche numerosi ex voto.

Convento di Santa Maria del Gesรน

Fondato a seguito di una donazione di Felicita Colonna all’inizio del XVII secolo, fino al 1870 fu proprietร  dei Francescani, quindi degli Oblati di San Francesco e infine dei Marianisti. Da alcuni anni il convento ospita un centro naturista, Il Germoglio.

 

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Palazzo Ducale, foto gentilmente concessa dal Comune di Giove.

 


[1] L’ipotesi della derivazione dal latino jugum viene sostenuta da L. Canonici, Alviano. Una rocca, una famiglia, un popolo, Porziuncola, Assisi 1983, mentre seguendo la tradizione popolare M. Tabarrini, s.v. Giove, in M. Tabarrini, L’Umbria si racconta. Dizionario, v. 2 : E-O, [s.n.], Foligno 1982, pp. 150-151 propende per il toponimo derivante da un preesistente culto per il dio romano.โ‡‘

[2] Pe notizie storiche piรน diffuse si veda M. Tabarrini, cit. che รจ anche la fonte delle notizie riportate dal sitoย  www.mondimedievali.net/Castelli/Umbria/terni/giove.htm e del sito http://www.castellogiove.it. Per la prenotazione delle visite si veda: http://www.castellogiove.it.โ‡‘

[3] Le informazioni sono tratte da M. Tabarrini, cit. e dal sito ย www.mondimedievali.net/Castelli/Umbria/terni/giove.htm.โ‡‘

 

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