Dal 10 marzo al 9 giugno 2024 la Galleria Nazionale dellโUmbria dedica una grande mostra al Maestro di San Francesco, figura misteriosa dellโarte italiana di cui ancora oggi si ignora lโidentitร .
Lโenigmatico Maestro che ha lavorato nel Centro Italia รจ fra gli artisti piรน emblematici del Duecento, dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue.
La mostra, Lโenigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro, ne rivela il talento e lโascendente attraverso una preziosa collezione di sessanta opere, molte di ritorno in Umbria per la prima volta da prestigiose istituzioni museali italiane ed estere come il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Metropolitan Museum di New York e la National Gallery di Washington. Attraverso una suggestiva esposizione la GNU invita i suoi visitatori a compiere un affascinante viaggio nello stil novo del Duecento umbro.
Il percorso espositivo include anche molte altre opere dello stesso periodo e di autori comprimari a testimoniare lโinfluenza del Maestro e la ricca polifonia creativa di un secolo di rivoluzioni culturali e religiose che proprio nella terra di San Francesco trova una zona dโelezione per esprimersi.
ยซSono onorato e molto soddisfatto per questo risultato. ร una candidatura che corona il percorso di successo del documentario, un successo sia di critica che di pubblicoยป.
Il documentario Perugino. Rinascimento immortale, diretto da Giovanni Piscaglia e narrato dallโattore Marco Bocci, รจ entrato nella cinquina della categoriaDocumentari sullโArte dei Nastri dโArgento 2024. Il premio viene assegnato alle opere piรน meritevoli dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici: delle cinque selezionate, tre andranno alla super finale da cui uscirร il vincitore che riceverร il premio.
Marco Bocci e Giovanni Piscaglia
Il docufilm di Piscaglia (qui trovate la nostra intervista) racconta la vita e le opere del Perugino, partendo dal suo legame con lโUmbria e dai paesaggi luminosi che spesso lโartista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Ma vuole soprattutto riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dellโarte e mettendone in luce le novitร , i meriti e il carattere.
ยซSono onorato e molto soddisfatto per questo risultato. ร una candidatura che corona il percorso di successo del documentario, un successo sia di critica che di pubblico, e consolida il mio rapporto con la Galleria Nazionale dellโUmbria – tra i piรน positivi della mia carriera – e soprattutto con lโex direttore Marco Pierini, che ha dato il via al progetto. Sono anche felice per lโUmbria, alla quale viene riconosciuto il valore di una realtร storico-artistica e paesaggistica di notevole importanzaยป ci spiega Giovanni Piscaglia.
Il dietro le quinte del ducufilm
Il regista non รจ nuovo ai Nastri dโArgento: ยซNel 2019 sono arrivato in finale con Van Gogh. Tra il grano e il cielo (nei primi tre che รจ secondo step di scrematura dopo lโannuncio della cinquina) e ho ricevuto una targa, anche se non ho vinto. Poi, nel 2020, Ermitage (il docu dโarte sul museo di San Pietroburgo), del quale ho scritto la sceneggiatura, si รจ portato a casa il Nastro dโArgento come Miglior documentario dโarte. Certo, vincere il premio per la regia di un prodotto tutto mio che ho iniziato da solo, sarebbe bellissimo. ร un percorso che ha coinvolto piano piano tante realtร , partendo da Arpa Umbria per proseguire con la produzione di Mario Paloschi per Ballandi, fino alla distribuzione con Nexo Digital.ย Senza dimenticare Marco Bocci, presente a tutte le presentazioni e con il quale ho stretto una bella amicizia. Mi raccomando… tifate, tifate tifateยป conclude il regista. Ora non ci resta che incrociare le dita e aspettare il verdetto nelle prossime settimane.
Viaggio nel Rinascimento e nellโarte umbra con il meglio Maestro dโItalia.
Un percorso guidato che racconta, attraverso i principali capolavori esposti, il fenomeno Pietro Vannucci detto il Perugino: lโarte in Umbria prima del suo successo, i maestri che lo hanno influenzato, lo stile diventato un modello, la bottega, la parabola della sua pittura.
La visita individuale si svolgerร all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria, domenica 20 e 27 agosto alle ore 11.
Raccontare il Perugino รจ la mostra a Palazzo Sorbello a Perugia, a due passi dalle 70 opere esposte nella Galleria nazionale dellโUmbria, visitabile fino al 31 dicembre 2023.
Cominciare da qui prima di entrare tra le opere garantisce emozioni, svela segreti, rimette ordine nella Storia e scolpisce ricordi. Le opere dโarte hanno un contesto complesso di cui sono anche espressione e, nel caso di Perugino questo riconosciuto, รจ indispensabile sapere anche il silenzio di cui hanno sofferto per il mancato sguardo, frutto di una pessima informazione delle fonti. Eccone alcuni cenni.
Madonna degli Alberelli, Casa Museo Palazzo Sorbello, Perugia
Questa remise en forme รจ stata possibile grazie a una divulgatrice ante litteram del Novecento: Maria Maddalena de Vecchi Ranieri (Marilena, madre di Ruggero Ranieri) che ha curato, raccolto e tramandato la ricca biblioteca dei marchesi Ranieri Bourbon di Sorbello. Biblioteca che ospita un ricco fondo di opere dedicate al Viaggio e quindi ai viaggiatori del Settecento e dellโOttocento che hanno visitato lโItalia e lโUmbria. ยซSono passati anniยป afferma Diego Brillini ยซdalla pubblicazione della prima edizione di Viaggiatori stranieri in Umbria, risultato di quella che forse fu la principale tra le fatiche intellettuali di Marilena de Vecchi Ranieriยป.
Si parte cosรฌ alla scoperta e riscoperta di Pietro Vannucci detto il Perugino. Tutti gli autori che hanno collaborato alla mostra e alla stesura del catalogo scrivono come gli insigni viaggiatori siano stati influenzati, a torto, dalle Vite di GiorgioVasari, aretino, pittore poco richiesto, di sicuro il primo critico dโarte che racconta degli artisti del suo tempo sulla base di valutazioni soggettive e spesso campanilistiche. Cosรฌ danneggiรฒ anche Pintoricchio, apostrofandolo come ยซdecoratore a metraggioยป. E danneggiรฒ Perugino e Perugia in quanto i grandi viaggiatori nei rispettivi diari fecero riferimento prevalente proprio al Vasari. Lo scrive Isabella Nardi citando Lalande, astronomo e intellettuale che nel suo Voyageย dโun franรงois enย Italie fait dans les annรฉes 1765 et 1766 cita la povertร infantile del pittore a cui avrebbe fatto da contraltare lโaviditร di guadagno e lโinvidia per Michelangelo. Continua la Nardi: ยซUna attribuzione sbagliata, da Perugino a Raffaello, รจ appunto argomento di conversazione tra Adriano Meis e la pettegola signorina Caporale nel Fu Mattia Pascal, pubblicato a puntate nel 1904 sulla Nuova Antologiaยป.
Perugino รจ stato un pittore molto richiesto, riceveva commesse a non finire in tante cittร dโItalia, fino a Napoli. Per questo meraviglia la poca accuratezza sullโattribuzione delle sue opere o forse anche la poca curiositร , un controsenso per un viaggiatore spesso alla ricerca di percorsi non battuti. Alberto Sorbini nel suo saggio Perugino e i viaggiatori del Grand Tour: ยซPer la stragrande maggioranza degli intellettuali che venivano a visitare il Bel Paese, ciรฒ che era degno di ammirazione partiva dal divino Raffaello e poco o nulla degli artisti che lโhanno precedutoโฆ La damnatio memoriae del pittore di Cittร della Pieve precede i viaggiatori che vengono in Italia. Si prenda ad esempio il Viaggio pittorescoโฆ del 1671 opera del francese Giacomo Barriโฆ riguardo alla cittร di Perugia si citano lโopera di Barocci nel Duomo, del ยซgran Raffaelloยป nella chiesa di San Severoโฆ e infine un ยซquadro nobilissimoยป di Guido Reni nella Chiesa nuova di San Filippo Neri; non vi รจ traccia delle opere del Peruginoยป.
Perugino muore nel 1523. Per farla breve bisognerร aspettare il 1907 con lโEsposizione dโantica arte umbra nella pinacoteca della cittร . ยซFu offerta unโoccasione in piรนยป cosรฌ Diego Brillini ยซper poter ammirare i capolavori della scuola umbra e del Perugino, molti dei quali concessi in prestito per lโoccasione da collezionisti privati, tra i quali figurano i fratelli Ruggero Ranieri Bourbon di Sorbello e Emanuele Ranieri, questโultimo al tempo proprietario della celebre Annunziazione Ranieri, opera giovanile del Perugino attualmente in deposito presso la Galleria Nazionaleยป. La differenza tra le opere di Perugino, Pintoricchio e Raffaello รจ forse evidente a chi ha avuto una frequentazione piรน ravvicinata. Una per tutte la postura delle figure: nel Perugino una maggiore compostezza rispetto allโaccenno di movimento di Pintoricchio che in Raffaello diventa quasi danzante, come fosse un anticipo del Cinema.
Sta di fatto che: ยซNessun quadro venne attribuito a Peruginoยป cosรฌ Francis Russel ยซnellโinventario di Van Der Doort dellโeccezionale collezione di re Carlo Iโฆยป Unโaltra data topica per la ricostruzione storica รจ il 22 aprile del 1945. ยซUno degli ultimi importanti momenti della presenza alleataยป scrive Ruggero Ranieri ยซfu lโorganizzazione della mostra Quattro secoli di pittura in Umbria. Mostra celebrativa del V centenario della nascita di Pietro Perugino, aperta il 22 aprile del 1945 alla Galleria Nazionale dellโUmbria, frutto della collaborazione fra i Monuments Men e il Soprintendente per le Gallerie e i Monumenti, Achille Bertini Colossoโฆ Fu un evento di grande risonanza con la presenza dellโallora Ministro della Pubblica Istruzione Vincenzo Arangio-Ruizโฆ un catalogo stampato sia in versione italiana che inglese, 51 opere di cui ben 40 erano della Galleria nazionale stessaโฆยป.
Tante storie nelle storie: ยซLโiconografia della Madonna degli Alberelli Ranieri di Sorbelloยป cosรฌ Claudia Pazzini ยซcon le figure dagli sguardi rivolti in direzioni opposte e la particolare posa sinuosa dellโinfanteโฆ ripete un fortunato schema compositivo che il Perugino propose per la prima volta nella Pala dei Decemviriโฆ la fortunata invenzione fu copiata dalla maggioranza dei seguaci umbri e toscani del Vannucciยป. Dal danno alla beffa. ยซโฆquesto rinato interesse per la conservazione delle pitture del Cambioยป scrive Cristina Galassi ยซil 1797 si rivelรฒ un anno terribile per le opere di Perugino: รจ noto che il pittore Jaques-Pierre Tinet fu inviato a Perugia allo scopo di ampliare la esigua lista di dipinti in precedenza predisposta da Jean-Antoine Gros e col fine di selezionare nuove opere, non comprese tra le cento indicate nel trattato di Tolentino, destinate al museo del Louvre. Perugino, nei famigerati elenchi delle requisizioni compilati in quellโanno, finirร malauguratamente, con lโoccupare un posto di assoluto privilegioยป.
Mostra Raccontare il Perugino dal 4 aprile al 31 dicembre 2023
Palazzo Sorbello, piazza Piccinino a Perugia.
Catalogo Raccontare il Perugino, impressioni e resoconti di viaggiatori stranieri in Umbria alla scoperta di Pietro Vannucci (Campisano editore)
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Mostra Il meglio maestro dโItalia. Perugino nel suo tempo
In esposizione 70 opere dal 4 marzo allโ11giugno 2023.
Galleria nazionale dellโUmbria. Corso Vannucci, Perugia
Il catalogo di Dario Cimorelli Editore
Il Perugino a Porta S. Angelo, mostra di cartoline e documenti fino al 27 maggio
Biblioteca di San Matteo degli Armeni
Orario: Dal lunedรฌ al venerdรฌ 9.30-13.00 e 15.00-19.30
ยซMi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbroยป.
A 500 anni dalla morte, il 3, 4, 5 aprile arriva nei cinema italiani Perugino. Rinascimento immortale, prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia che, insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, ne ha realizzato anche il soggetto. Il documentario, attraverso la voce dellโattore Marco Bocci, racconta la vita e le opere del Divin Pittore, partendo dal legame con lโUmbria e dai paesaggi luminosi che spesso lโartista ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti.
Il regista Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri
Ma รจ soprattutto un docufilm che vuole riscattare la figura di Pietro Vannucci, dandogli il giusto posto nella storia dellโarte e mettendone in luce le novitร , i meriti e il carattere.
Il progetto, sostenuto dal Ministero della Cultura, Regione Umbria e Arpa Umbria, vanta gli interventi di esperti come il direttore della Galleria Nazionale dellโUmbria Marco Pierini, il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dellโarchitettura presso lโUniversitร di Firenze Emanuela Ferretti, il geografo allโUniversitร di Bologna Franco Farinelli, la storica dellโarte della Galleria Nazionale dellโUmbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni. Il regista Giovanni Piscaglia ci racconta il suo film, ma soprattutto ci regala un Perugino forse inedito e meno conosciuto che si merita di stare tra i grandi nomi dellโarte italiana.
Giovanni, il docufilm vuole essere in qualche modo un riscatto per lโartista, non solo allievo di Piero Della Francesca e maestro di Raffaelloโฆ
ร il primo film che racconta la sua figura e ha quindi lo spirito di riabilitarne la memoria. Siamo abituati a sentir parlare di Perugino sempre legato a qualcun altro e soprattutto accostato a Raffaello: questo marchio รจ dovuto a Giorgio Vasari che nelle sue Vite lo ridimensiona a figura di secondo livello, descrivendolo con toni dispregiativi e riportando aneddoti e tratti del carattere negativi. Vasari lo inserisce tra i maestri dai quali distaccarsi e che realizzano unโarte sorpassata; riesce a elogiarlo solo quando si bagna nellโArno e va a lavorare a Firenze. Prima, per lui, รจ solo un pittore provinciale. Il docufilm vuole smentire il biografo, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dellโarte, analizzando le opere nel dettaglio e cercando una veritร diversa da quella giunta fino ai giorni nostri con lโobiettivo di riscattarlo.
ร un artista amato e richiesto nel suo tempo, che perรฒ sbiadisce nel corso dei secoli successiviโฆย
Esatto. Perugino รจ stato spesso criticato per la sua impostazione artigianale molto tecnica, che si basava sulla bottega. ร stato uno straordinario capo bottega e proprio grazie al suo laboratorio ha realizzato dipinti che hanno fatto il giro dโItalia, dettando e creando un vero e proprio linguaggio pittorico. Questo lo ha reso una star, allโepoca. La sua sfortuna perรฒ รจ stata quella di vivere a lungo e diventare contemporaneo di Leonardo, Raffaello e Michelangelo: tre geni che a differenza sua lavoravano di loro mano e che inventarono figure di rottura. Vannucci divenne cosรฌ un pittore obsoleto ancor prima del tempo.
Foto by Alessandro Bachiorri
Quali sono gli aspetti della sua figura che vengono messi piรน in risalto nel film?
Come detto, il primo obiettivo รจ quello di riconsegnargli la fama che aveva quando era in vita. Cโรจ poi un aspetto fondamentale che รจ quello sul suo attaccamento al territorio umbro: nonostante molti lo considerino un pittore fiorentino – perchรฉ a Firenze ha raggiunto la sua maturitร e ha avuto la consacrazione da Lorenzo il Magnifico che lo ha portato ad affrescare la Cappella Sistina – il legame col territorio dโorigine รจ stato presente per tutta la sua vita. I paesaggi che dipinge non sono paesaggi umbri reali, perรฒ i colori, le valli, la vegetazione e i laghi ricordano quelli dellโUmbria. Mi piace pensare che Vannucci non sarebbe potuto essere il Perugino, e non avrebbe potuto creare quel linguaggio artistico legato al paesaggio di cui รจ stato innovatore, se non fosse stato umbro. Unโaltra parte fondamentale del film รจ quella che lo celebra come un vero pittore. Un artista che amava ciรฒ che faceva e che soprattutto amava lโarte; che รจ morto a Fontignano con il pennello ancora in mano mentre dipingeva lโennesima Adorazione dei pastori. Anche se vecchio e in declino ha continuato a sviluppare le sue opere e a essere a suo modo innovatore. Questo รจ per confutare quello che Vasari – e molti dellโepoca – pensavano di lui, e cioรจ che fosse un pittore avaro e legato ai soldi, che dipingeva solo per arricchirsi e non per una necessitร artistica.
Lei, che idea si รจ fatto?
Penso che sia stato un uomo del suo tempo e che sicuramente ha avuto un buon senso degli affari. Aveva creato un marchio di fabbrica e uno stile riconoscibile che si รจ diffuso in tuttโItalia. Era un uomo che sapeva concentrarsi molto e che non lasciava niente al caso, perchรฉ i suoi dipinti, ancora oggi, hanno grande freschezza: penso a quelli di Panicale e Cittร della Pieve. Era un ottimo pittore e possedeva una notevole maestria, oltre a essere uno straordinario disegnatore e uno straordinario interprete delle figure femminili. Insomma, un uomo di luce e ombra: da una parte sapeva fare affari e ottenere grandi commissioni, utilizzava la bottega per fare piรน opere possibili e spesso sempre uguali, ma questo non deve distogliere lโattenzione dal fatto che aveva unโottima mano.
Durante le riprese del docufilm. Foto by Alessandro Bachiorri
Comโรจ partito il progetto del docufilm?
Il progetto รจ nato grazie allโamicizia e alla stima reciproca che mi lega alla Galleria Nazionale dellโUmbria e in particolare al direttore Marco Pierini. Sono stato davvero felice e onorato quando il direttore mi ha chiamato un giorno dโagosto di due anni fa, dicendomi: ยซGiovanni, che ne pensi di realizzare un soggetto per un documentario su Perugino?ยป Ecco, tutto รจ nato da lรฌ. Devo dire che non saremmo arrivati a questa felice conclusione se non ci fosse stata una relazione di stima e fiducia con lโintero staff della Galleria, che ha messo a disposizione i locali per le riprese anche in orari insoliti.
Sono presenti anche scene di danza. Come mai questa scelta?
Lโidea mi รจ venuta perchรฉ avevo visto Virgilio Sieni, uno tra i piรน grandi coreografi e ballerini, realizzare una serie di performance tratte dai quattro Cenacoli storici di Firenze. Ho trovato questo spazio bellissimo e assolutamente sconosciuto ai piรน e quindi ho pensato di coinvolgerlo. Sieni sostiene che, sebbene Perugino sembri un pittore statico, le sue figure sono degli incubatori di atteggiamenti che si possono sviluppare attraverso la danza. Danza che, in questo caso, fa muovere figure cristallizzate dalla pittura.
La voce narrante รจ lโattore umbro Marco Bocciโฆ
Sรฌ. Marco Bocci รจ riuscito a dare alla storia – che รจ un poโ la parabola di un artista che tocca il cielo e poi cade – unโinterpretazione partecipata e intima, ma allo stesso tempo leggera. ร stato disponibile e si รจ dimostrato da subito molto coinvolto nel progetto. Con lui siamo riusciti a girare โ รจ la prima volta che mi capita con un attore – in tante location diverse: dalla Galleria Nazionale dellโUmbria al Collegio del Cambio, fino allโisola Polvese.
Marco Bocci e Giovanni Piscaglia. Foto by Alessandro Bachiorri
Perchรฉ lโisola Polvese?
Grazie allโArpa – che รจ partnership nel progetto – abbiamo potuto girare nellโisola anche in inverno. Secondo me, nessun luogo meglio della Polvese poteva identificare e fotografare il momento finale di un artista maturo e in decadenza. Quei luoghi e Marco Bocci, solo nella natura, chiudono il cerchio alla perfezione sulla vita di Perugino.
ย Per concludere: รจ soddisfatto del lavoro finale?
Sono molto soddisfatto. ร stata una produzione avventurosa e gestita bene, nonostante le difficoltร , con un grande dialogo. Posso dire che non ho nessun rimorso. Anche le musiche, composte da Eraldo Bernocchi, arricchiscono lโopera, donandole una componente coinvolgente ed emotiva.
Tanti gli eventi: restauro dal vivo della Pala Martinelli, da San Sepolcro si trasferisce a Perugia lโAscensione di Vannucci e “Lo Sposalizio della Vergine” sarร riprodotto da unโazienda di Cittร di Castello.
La Pala di SantโOnofrio di Luca Signorelli ha lasciato la sua casa presso il Museo del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo a Perugia per traslocare allโinterno della Galleria Nazionale dellโUmbria. Resterร lรฌ fino allโ11 giugno in occasione della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, che verrร inaugurata sabato 4 marzo. Il trasferimento di SantโOnofrio rientra nelle celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Perugino e Signorelli, che giorno dopo giorno entrano sempre piรน nel vivo.
ยซLโoperazione รจ frutto della collaborazione tra Isola San Lorenzo e Galleria Nazionale dellโUmbria: la Pala del pittore toscano รจ stata infatti concessa in prestito per la grande mostra e al Museo del Capitolo รจ arrivata la Pala Martinelli โ Martirio di San Sebastiano, opera del Perugino, che realizzรฒ per la Chiesa di San Francesco al Prato e che fino a oggi si trovava nel deposito della Galleria. Qui si terrร anche il suo restauro dal vivo, realizzato dallโimpresa CBC – Conservazione Beni Culturali e saranno organizzate delle visite guidate a contatto con lโopera e con chi esegue la riqualificazione.
Inoltre, dal Duomo di San Sepolcro si sposta a Perugia lโAscensione di Cristo sempre del Perugino e potrร essere ammirata al museo da giugno a settembre. Infine, da metร settembre fino allโ8 dicembre, ricreeremo una bottega rinascimentale e lโazienda di Cittร di Castello Bottega tifernate realizzerร una riproduzione in scala 1:1 dello Sposalizio della Vergine con la tecnica della pictografia. La riproduzione resterร in esposizione in Cattedrale, per poi diventare un pezzo della collezione del Museo. Ma di tutti questi eventi ne riparleremo in modo piรน approfonditoยป spiega lโarchitetto Alessandro Polidori, direttore dellโUfficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. Tutto questo rientra nel progetto della Diocesi di Perugia – Cittร della Pieve, curato da Genesi (che si occupa del Complesso monumentale della Cattedrale Isola di San Lorenzo), Perugino nel segno del tempo, classificato terzo al bando del Comitato Nazionale.
ยซIl progetto prevede inoltre dei percorsi che, partendo dallโIsola di San Lorenzo andranno a toccare tutti i luoghi dove sono presenti le opere di Vannucci. Sarร pubblicata anche una guida su questi itinerari, edita da Electa. Ma anche di questo avremo modo di parlare in seguitoยป prosegue lโarchitetto Polidori.
La Pala di SantโOnofrio di Luca Signorelli
Il dipinto, datato 1484, si trova nella cappella intitolata a SantโOnofrio nella Cattedrale di Perugia, sulla quale aveva il patronato la famiglia cortonese dei Vagnucci.
Pala di Sant’Onofri, olio su tavola di Luca Signorelli, 1484
Uno dei membri della famiglia, Iacopo, fu vescovo della cittร umbra dal 1449 e fu lโartefice del cambiamento in chiave rinascimentale del Duomo. Nel transetto destro trovรฒ posto la cappella in cui Iacopo Vagnucci venne sepolto e che recava sullโaltare la Pala di Luca Signorelli. Lโopera รจ molto importante, perchรฉ costituisce un punto fermo nel percorso dellโartista toscano, mostra infatti lโacquisizione dei temi centrali della pittura del suo tempo e regala al pubblico un dipinto di grande compiutezza stilistica.
Sulla tavola รจ dipinta la Vergine che siede al centro su un alto trono, intenta a leggere un volumetto rosso; il Gesรน le siede in grembo anchโesso assorto. Quattro santi li affiancano: a destra San Lorenzo e SantโErcolano con le fattezze del vescovo Vagnucci, entrambi vestono sontuosi paramenti liturgici che rappresentano mirabile esempio di pitture nella pittura. A sinistra si trovano invece Giovanni Battista e Onofrio. Un angelo suona il liuto seduto ai piedi di Maria, omaggio alle composizioni in voga in area veneta.
La composizione e la disposizione delle figure – immerse in un paesaggio aperto – sono costruite con grande equilibrio e la luce, assieme al colore, definisce con nitidezza corpi e volumi. La natura morta del vaso di vetro in primo piano, rimanda allโarte fiamminga e in particolare al Trittico Portinari di Hugo van der Goes.
Il nuovo allestimento del Museo della Cattedrale
Il Museo del Capitolo della Cattedrale – Isola di San Lorenzo di Perugia ha riaperto al pubblico mostrando una nuova veste e un nuovo allestimento. Il progetto coincide coi cento anni dalla sua apertura (1923-2023) e col quinto centenario della morte del Perugino e del Signorelli (1523-2023). Lโallestimento, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Perugia, segue un criterio tematico e non piรน cronologico: si tratta di un nuovo percorso in cui le opere selezionate raccontano la propria storia anche come espressione di un messaggio autentico in grado di arrivare al cuore del visitatore. Un fil rouge tra pittura, scultura, oreficeria, miniatura e tessile, che documenta il lungo dialogo che unisce e accomuna le diverse espressioni artistiche, testimonianza diretta di una committenza che ha trovato nella ricerca del bello uno strumento per incontrare Dio.
Il nuovo allestimento
ยซSi tratta di un percorso non piรน cronologico, ma di carattere scientifico-tematico a cui si puรฒ accedere non solo con visite guidate, ma anche in autonomia, grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala รจ intitolata a personalitร e a opere significative caratterizzanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; Perugia dei Papi; SantโAnello che la cattedrale custodisce; Parato Armellini; Luca Signorelli dove si trova la Pala di Sant’Onofrio; Speranza e affidamento che vede esposte le opere con carattere devozionale che i perugini hanno fatto realizzare in momenti di difficoltร come la peste; Agostino Di Duccio con allโaltare che lui fa nel 1473 allโinterno della Cattedrale; Diocesi-Cattedrale-Museo, dedicata alla storia del museoยป illustra lโarchitetto Alessandro Polidori, curatore del nuovo progetto.
ยซIl 2023 sarร tutto dedicato al Perugino con esposizioni e tante iniziative. Negli ultimi 20 anni del โ400 รจ stato il numero uno in tutta Italiaยป.
Nel cuore di Perugia cโรจ uno scrigno che raccoglie opere dโarte, storia della cittร e collezioni che portano il visitatore a fare un viaggio dal XIII al XIX secolo. Un luogo che perรฒ guarda al futuro, che dialoga con lโutente e mette al centro la conservazione dei suoi tesori. La Galleria NazionaledellโUmbria ha cambiato pelle, grazie al restyling durato un anno e portato a termine nel luglio 2022.
Un allestimento rinnovato e moderno, tante novitร e un sistema di conservazione unico al mondo. Il direttore Marco Pierini ci racconta tutto questo, ma soprattutto ci parla delle celebrazioni dei 500 anni dalla morte del figlio di Perugia: Perugino.
Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. Credits Marco Giugliarelli
Dopo il rinnovamento dello scorso anno, la Galleria Nazionale dellโUmbria รจ diventata un luogo moderno e allโavanguardiaโฆ
Speriamo, noi ci crediamo! Nuovi allestimenti e moltissime novitร nel percorso, tra cui nuove opere, sale monografiche e un efficace sistema dโilluminazione con luci fredde – abbiamo messo anche delle pellicole alle finestre cosรฌ da filtrare i raggi ultravioletti e infrarossi. Ma, cosa piรน importante, un nuovo metodo di conservazione allโavanguardia, perchรฉ il nostro primissimo compito รจ quello di proteggere le opere. Per questo abbiamo realizzato delle basi inedite โ non ce lโhanno in nessun museo al mondo โ che consentono di distanziare di un metro lโopera della parete con un sistema di cartografi e di ruote, in questo modo il restauratore puรฒ girarci attorno per ispezionarla e intervenire se necessario. ร unโoperazione che si fa in 5 minuti, da soli: prima occorrevano diverse ore per smontarla, 3-4 persone e la chiusura della sala; adesso basta estrarla dal muro con queste basi semoventi per poter intervenire. Come dicevo, la conservazione รจ fondamentale: le opere le raccontiamo, le esponiamo ma in primis le conserviamo.
In unโintervista parlava di voler realizzare un museo non solo accessibile, ma anche accogliente: รจ riuscito nel suo intento?
Lo spero, me lo dovete dire voi (ride). Lโintento รจ di dare la possibilitร a tutti di godere della nostra esposizione con molta serenitร ; con opere che siano ben distanziate e non troppo fitte; spiegate in modo chiaro e con un linguaggio semplice; ben illuminate e con delle sedute molto comode e diffuse lungo il percorso. Inoltre, dare la possibilitร di ricaricare il cellulare, di avere informazioni supplementari, insomma, abbiamo provato a rendere il museo – che รจ un museo storico – un luogo contemporaneo. Questo si unisce a tutta una serie di attivitร proposte questi anni: concerti, presentazioni e spettacoli. Lโobiettivo รจ diventare un centro di produzione di arti contemporanee, invece di un semplice luogo che espone il suo patrimonio e alle 19 chiude il portone.
Sala 1, Lโarte del Duecento in Umbria. Credits Marco Giugliarelli
I visitatori hanno apprezzato il nuovo allestimento?
ร molto apprezzato dal pubblico che ce lo dice e lo scrive nei commenti, ma anche dalla critica: ne hanno parlato tutti in maniera molto lusinghiera. Per tre riviste importanti come ArtsLife, Artribune e Il Giornale dellโArte siamo stati dichiarati Museo dellโanno 2022, mentre Apollo Magazine di Londra ci ha inserito nella short list dei 5 musei del 2022. ร una bella soddisfazione.
E in termini di numeri come sta andando?
Lโanno migliore che abbiamo avuto negli ultimi 15 anni รจ stato il 2019, anche perchรฉ avevamo in esposizione la Madonna Benois di Leonardo. Oggi, confrontandoci con quellโanno, abbiamo un aumento del 7%-8%, quindi vuol dire che rispetto alla media siamo oltre il 25%. Devo dire che sta andando molto bene!
Qual รจ lโopera di maggior attrazione, anche se non รจ la piรน famosa?
Sicuramente Piero della Francesca e la grande croce di 5 metri dipinta del Maestro di San Francesco che accoglie i visitatori nella Sala 1, che ha un forte impatto. Ma anche il giovane Perugino รจ molto apprezzato.
Sala 13, Polittico di SantโAntonio di Piero della Francesca. Credits Marco Giugliarelli
Non possiamo non parlare del Perugino: questโanno ricorrono i 500 anni dalla sua morte e in Galleria sono presenti oltre 20 opere. Si tratta sicuramente il luogo piรน adatto per celebrarlo.
Esatto. Abbiamo la collezione piรน vasta al mondo delle sue opere, oltre al fatto che รจ nato a Cittร della Pieve e che ha lavorato per piรน di ventโanni nella sua bottega a Perugia. Si faceva chiamare lui stesso Perugino, quindi non poteva che essere qui la mostra celebrativa.
Da marzo infatti รจ prevista unโesposizione curata da lei e da Veruska Picchiarelli dal titolo: Il meglio maestro dโItalia. Perugino nel suo tempo in occasione della quale torna a Perugia lo Sposalizio della Vergine. Ci racconti questo evento.
Dal 4 marzo allโ11 giugno 2023 la Galleria celebra, con una grande mostra, Pietro Vannucci, il piรน importante pittore attivo negli ultimi due decenni del Quattrocento. Il progetto espositivo, composto da oltre settantacinque opere, ha scelto dโindividuare solo dipinti del Vannucci antecedenti al 1504, anno nel quale lavorava a tre commissioni che segnano il punto piรน alto della sua carriera: la Crocifissione della Cappella Chigi in SantโAgostino a Siena, la Lotta fra Amore e Castitร giร a Mantova, ora al Louvre di Parigi, e soprattutto lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi nel Musรฉe des Beaux-Arts di Caen (Francia). Lโopera รจ stata requisita dai francesi nel 1797 e non รจ piรน tornata a Perugia; รจ stata esposta in Italia solo una volta alla Pinacoteca di Brera nel 2015. Torna nella cittร dโorigine dopo due secoli. Saranno presenti anche altri artisti suoi contemporanei come Raffaello, Botticelli e Ghirlandaio. Ma lโobiettivo dellโesposizione รจ quello di far vedere il Perugino migliore: nei suoi cinquantโanni di carriera, gli ultimi 20 non sono di livello, quindi ci soffermiamo sui primi anni. Ci piaceva lโidea di rivalutare lโartista, non perchรฉ รจ stato un ottimo allievo di Verrocchio o il maestro di Raffaello, ma per quello che lui stesso ha realizzato. Negli ultimi 20 anni del โ400 era molto richiesto: ha affrescato la Cappella Sistina, ha lavorato in Piemonte, in Lombardia, a Venezia, in Romagna, a Napoli, a Roma, a Siena, a Firenze e a Perugia, creando un vero linguaggio nazionale. Lโesposizione rifletterร sul ruolo che ha effettivamente svolto nel panorama artistico contemporaneo e sul rapporto che lo ha legato ai protagonisti di quellโepoca, seguendo geograficamente gli spostamenti del pittore o delle sue opere attraverso lโItalia.
Mi piace molto il titolo: Il meglio maestro dโItalia. Perchรฉ questa scelta?
Il meglio maestro รจ una frase che il banchiere Agostino Chigi scrive il 7 novembre 1500 a suo padre Mariano quando viene a sapere che vuole commissionare unโopera al Perugino. Nella lettera indirizzata al padre dice: ยซQuando vuol far di sua mano รจ il meglio maestro dโItaliaยป. Da un lato รจ un gran complimento, dallโaltro lo accusa di far lavorare molto la bottega e di fare poco lui. Noi abbiamo eliminato la prima parte e lasciato il meglio maestro dโItalia perchรฉ – come le dicevo – per un certo periodo, dal Piemonte alla Calabria, tutti dipingevano come il Perugino. Negli ultimi ventโanni del โ400 e non ce nโera per nessuno. Era il numero uno.
Pietro di Cristofori Vannucci detto il Perugino, Adorazione dei Magi, 1475. Credits Haltadefinizioneยฎ
Ci saranno altre iniziative organizzate della Galleria sempre per celebrare Vannucci?
ร previsto un docufilm, che uscirร nelle sale cinematografiche ad aprile, prodotto dalla Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia, con Marco Bocci come protagonista, che anche noi abbiamo contribuito a produrre. Poi facciamo un podcast con Chora Media, uno speciale su IlGiornale dellโArte e tante altre iniziative per promuovere questโanno speciale. A settembre sono previste altre due esposizioni piรน piccole. Diciamo che il 2023 sarร un anno tutto dedicato a Pietro Vannucci!
Se pensi al Perugino pensi a Perugia e allโUmbria, ma nei suoi quadri si riscontrano realmente questi luoghi?
Di norma si dice che i suoi paesaggi sono paesaggi del Trasimeno, ma รจ vero fino a un certo punto. Sono soprattutto dโinvenzione, con degli specchi dโacqua che possono richiamare anche il lago. Anche le architetture sono molto di fantasia, perรฒ chiaramente un poโ di Umbria cโรจ senzโaltro. Soprattutto cโรจ la cultura del suo tempo e del suo territorio e i costumi dellโepoca.
Sala 20, Ductus. Roberto Paci Dalรฒ. Credits Marco Giugliarelli
Il museo ha altri progetti in programma?
Faremo, insieme a Umbria Jazz, la mostra per il cinquantenario della manifestazione e i soliti due concerti al giorno con loro; poi cโรจ la stagione con lโUmbria che spacca e ovviamente la nostra programmazione musicale ad agosto. Questโanno perรฒ vogliamo concentrarci in particolare sulle attivitร espositive visto il grande lavoro di restyling che abbiamo realizzato.
La Galleria Nazionale dellโUmbria riceve un importante riconoscimento da ArtsLife. La notizia รจ apparsa alcuni giorni fa nella pagina Fecebook del museo perugino. “Aspettando il Perugino ci godiamo il sentirci (parafrasando una citazione a noi cara) il miglior Museo d’Italia. Ci siamo svegliati con questa notizia, abbiamo preso tempo per metabolizzarla e adesso possiamo condividerla…”, cosรฌ hanno scritto.
La bellezza di Perugia non deriva da maestosi monumenti e imponenti piazze, ma dallโintima esperienza che si prova camminando per i vicoli del centro storico.
Chiesa di Sant’Ercolano
Immergendosi per le vie della cittร รจ possibile ritrovarsi in angoli magnifici con panorami sensazionali che vengono puntualmente immortalati dai turisti, spinti a venire ad ammirare Perugia proprio per questa peculiaritร . Come unโirripetibile caccia al tesoro di straordinari e unici scorci, ispirazione per quadri di artisti di tutti i secoli.
Negli affreschi della Cappella dei Priori, una cappella interna alla Galleria Nazionale dellโUmbria, รจ raffigurato il ciclo pittorico della vita di San Ludovico da Tolosa e di SantโErcolano, ad opera dellโartista perugino Benedetto Bonfigli. Gli episodi della vita di SantโErcolano, uno dei tre santi patroni di Perugia, ci regalano una rappresentazione della Perugia quattrocentesca, con le innumerevoli torri non ancora distrutte. Anche se, a oggi, il panorama appare differente, vi sono comunque degli elementi riconoscibili.
La presa di Perugia da parte di Totila, Benedetto Bonfigli (1461-1480). Affresco Cappella dei Priori, Galleria Nazionale dellโUmbria, Perugia
Lโepisodio La presa di Perugia da parte di Totila raffigura la conquista da parte dei Goti della cittร di Perugia e il martirio di SantโErcolano, le cui esequie sono rappresentate in basso a destra, di fronte alla ben individuabile facciata della omonima chiesa.
Prima traslazione del corpo di SantโErcolano dalla prima sepoltura alla Basilica di San Pietro, Benedetto Bonfigli, Galleria Nazionale dellโUmbria.
Lโepisodio successivo, Prima traslazione del corpo di SantโErcolano dalla prima sepoltura alla Basilica di San Pietro, raffigura lo spostamento delle esequie del santo dalla chiesa di SantโErcolano alla basilica di San Pietro, con tanto di processione cittadina. In questo affresco รจ ben visibile, in primo piano sulla destra, la Chiesa di San Pietro, con la facciata bianca e rossa e lโimponente campanile, ma anche, al centro in secondo piano, il retro della Chiesa di San Domenico, con la sua famosa vetrata e il campanile, la cui parte superiore venne demolita in seguito alla costruzione della Rocca Paolina.
Un altro esempio di rappresentazione rinascimentale di Perugia, ci viene proposta dal Perugino nella tavola Gonfalone della Giustizia. In questo quadro, conservato alla Galleria Nazionale dellโUmbria, รจ presente sullo sfondo una veduta del rione di Porta Eburnea, uno dei cinque rioni perugini, che si presenta come una cinquecentesca cartolina della cittร .
Gonfalone della Giustizia, Perugino (1501). Galleria Nazionale dellโUmbria.
Uno dei simboli di Perugia รจ la Rocca Paolina. Realizzata per volere di Papa Paolo III Farnese, da cui prende il nome, venne realizzata tra il 1540 e il 1543, come emblema del dominio papale sulla cittร . In seguito allโannessione di Perugia nel Regno dโItalia, venne progressivamente demolita, fino ad arrivare alla minima parte oggi visibile. Due piccoli dipinti del pittore perugino Giuseppe Rossi, conservati alla Galleria Nazionale dellโUmbria, ci mostrano la maestositร e imponenza della Rocca che, prima della sua demolizione, inglobava tutta la parte meridionale della cittร . Interessante รจ notare come sia rimasto ben poco della struttura originale: il Palazzo Papale, in alto a destra, รจ oggi sostituito da Piazza Italia, dal Palazzo della Prefettura e dai Giardini Carducci, mentre la cosiddetta Tenaglia, in basso a sinistra, sorgeva nel punto in cui oggi รจ presente Piazza Partigiani.
La rappresentazione pittorica delle bellezze di Perugia non รจ una prerogativa esclusiva di artisti perugini, ma si riscontra anche in artisti stranieri o di altre zone italiane che, dopo un soggiorno prolungato, si sono innamorati della cittร e lโhanno ritratta in suggestivi dipinti.
Arco Etrusco, Luigi Marzo. (Stampa su carta – 1998).
Il pittore Luigi Marzo, nato nel Salento ma perugino di adozione, affascinato dalla cittร che lo ha accolto durante il suo percorso universitario, decide di legarsi indissolubilmente a Perugia, cittร nella quale vive tuttโoggi. Nel piccolo quadro intitolato Arco Etrusco, dal sapore espressionista, il pittore rappresenta uno dei luoghi simbolo della cittร , la porta nord della cinta muraria etrusca. La scelta di Marzo รจ di ritrarre lโArco focalizzandosi non su una fedele e oggettiva rappresentazione, ma comunicando con la pittura le sue sensazioni ed emozioni riguardo il luogo raffigurato. Il risultato รจ unโopera intima e personale.
Dipinto Rocca Paolina, Giuseppe Rossi. Olio su tavola. Galleria Nazionale dellโUmbria.
Il piccolo quadro dellโartista tedesco Christian Seebauer mostra una veduta della cittร dalla zona del Pincetto. Paragonando il dipinto ad una fotografia, il confronto รจ sorprendente. La puntualitร e lโaccortezza con cui il pittore ha ritratto i particolari รจ veramente notevole e testimonia lโamore di Seebauer per Perugia, coltivato durante gli studi allโUniversitร per Stranieri.
Perugia, Christian Seebauer (Olio su tela, 2009).
Lโultimo quadro proposto appartiene allโartista pesarese Valerio Lombardelli, in arte Wallas. La stampa, intitolata Perugia, Quando Scende La Notte, Si Accendono Le Luci E Inizia Lo Spettacolo Dellโamore, raffigura il luogo piรน emblematico della cittร , Piazza IV Novembre, con la Fontana Maggiore e la scalinata del Palazzo dei Priori. Lโopera, facente parte di una serie di quadri dedicati alla cittร , presenta le caratteristiche tipiche dello stile del pittore, con colori accesi e innaturali e una veduta luminosa nonostante la notte stellata. Una rappresentazione duale, intima ed esplosiva, che si propone come un invito a visitare Perugia.
Perugia, Quando Scende La Notte, Si Accendono Le Luci E Inizia Lo Spettacolo Dellโamore. Wallas (stampa glicรฉe ritoccata a mano).
La raffigurazione di monumenti e vedute di Perugia non si esaurisce con questo minimo racconto, vi sono innumerevoli quadri e disegni di artisti piรน o meno famosi, che ogni anno si cimentano nella rappresentazione della cittร . Un puro e semplice gesto dโamore, un ringraziamento nei confronti di una cittร che li ha ospitati e fatti sentire a casa. Infatti, che sia scrittura, musica o pittura, lโarte รจ una necessaria espressione di sentimenti, e non cโรจ niente che ispiri di piรน di un intimo e tranquillo panorama.
Una dimora storica tutta da scoprire e che, per la sua fama e per i suoi bellissimi giardini, venne visitata dallโImperatore dโAustria Francesco I di passaggio a Perugia nel 1819. Un luogo che risorge e vuole tornare protagonista nella scena culturale umbra.
I giardini. Foto di Jacopo Meniconi
La Villa del Colle del Cardinale sta vivendo una seconda vita. Edificata nel 1575 come residenza estiva per volere del porporato Fulvio della Corgna su progetto dellโarchitetto Galeazzo Alessi, nel corso dei secoli ha attraversato varie vicissitudini: nellโOttocento divenne un fervente luogo dโincontro culturale, nel Novecento vi soggiornarono Giuseppe Ungaretti, Vincenzo Cardarelli e ArdengoSoffici, per poi passare nel 1996 nelle mani del Ministero della Cultura.
Un intervento di restauro, sia del complesso monumentale sia di quello naturalistico, condotto della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio dellโUmbria e recepito attualmente dal Polo Museale dellโUmbria, ha portato la Villa (ubicata alle porte di Perugia) a una rinascita che le permetterร di tornare โ e giร ha iniziato a farlo โ un luogo di cultura, dโincontri e di svago. ร proprio questo, quello che vuole fortemente e per cui si batte la sua direttrice, Ilaria Batassa.
Ilaria Batassa, direttrice della Villa
Dottoressa Batassa, prima di parlare della Villa parliamo di lei: nonostante la giovane etร ha un curriculum di tutto rispetto. Dal 2020 รจ responsabile dellโUfficio promozione e comunicazione della Galleria Nazionale dellโUmbria e direttrice della Villa del Colle del Cardinale. Come si conciliano due incarichi cosรฌ importanti su realtร cosรฌ diverse?
Come dico spesso, ho un pizzico dโincoscienza (ride). Parlando seriamente, i due incarichi si conciliano perchรฉ hanno un comune denominatore che รจ la passione per quello che faccio. Sono comunque due ruoli diversi: alla Galleria Nazionale dellโUmbria mi occupo della comunicazione con lโaiuto di Jacopo Meniconi, mentre alla Villa dirigo la struttura; cโรจ perรฒ un approccio simile, cioรจ quello di comunicare che lโarte รจ sempre attuale. Ho alle spalle poi una grande squadra che mi aiuta e mi supporta.
La Villa del Cardinale รจ tornata al suo antico splendore. Da quanto tempo era chiusa?
La Villa dal 1996 รจ di proprietร del Ministero della Cultura ed รจ stata riaperta al pubblico in maniera stagionale nel 2018. Io sono diventata direttrice nel dicembre 2020 e ad aprile di questโanno รจ diventata visitabile nei weekend e lo sarร per tutto lโanno. Inoltre, grazie a delle collaborazioni come ad esempio quella con il Post โ Museo della Scienza di Perugia e con lโassociazione Equilibrio apriremo degli spazi per la didattica anche nel corso della settimana.
Quali sono stati gli interventi effettuati per rimetterla a nuovo?
In primis รจ stato reso fruibile tutto il parco e ogni fine settimana apriamo un pezzetto di percorso completamente sistemato. A settembre partiranno i lavori di consolidamento strutturale del cosiddetto bagno del cardinale e i lavori per la messa in sicurezza dellโedificio e nel giardino storico. Sono stati portati a termine invece i lavori di sanificazione e stabilizzazione degli infissi e la messa in sicurezza la cisterna presente nel giardino. In piรน, nel sito di Art Bonus, ci sono tanti progetti ai quali i mecenati possono partecipare per contribuire al restauro e al mantenimento di piccoli e grandi pezzi della villa.
Il suo obiettivo รจ quello di far diventare la Villa un punto di riferimento culturale per il territorio: in che modo?
Un modo รจ quello di creare, ad esempio, una rete tra le comunitร locali che possano cosรฌ aprire la Villa ad attivitร didattiche o iniziative di vario genere. Fondamentale รจ anche far conoscere questi spazi che ancora non tutti apprezzano: deve diventare un attrattore non solo locale, ma a livello nazionale.
Serve un grande lavoroโฆ
Siamo chiamati a fare questo.
Interno della Villa del Cardinale. Foto di Filippo Fagioli
Cosa puรฒ offrire in piรน questo luogo rispetto ad altri?
La Villa ha vissuto un momento di crisi ed รจ stata spogliata di tutto, anche del suo mobilio e questa sua fluiditร la rende unica e perfetta per accogliere lโarte di ogni genere; anche perchรฉ รจ proprio la sua genesi quella di essere un luogo di delizie, dโincontro e di diletto. Arte, sport, musica, danza, folkloreโฆ tutto puรฒ essere accolto nei suoi spazi e nelle sue stanze. Non solo arte alta, ma soprattutto arte quale espressione dellโuomo. Vogliamo essere pop e rivolgerci a tutti. In piรน cโรจ il parco che รจ vero biglietto da visita, il suo cavallo di battaglia.
Parlando di biglietto da visita, proprio in questi giorni avete presentato il nuovo logo, realizzato da Corebook, che รจ un primo passo importante verso il restylingโฆ
ร stato sicuramente il primo step e ora passeremo alla nuova pannellistica. Per il resto non ci saranno grandi cambiamenti.
Logo realizzato da Corebook โ LโArte di comunicare. Foto di Filippo Fagioli
Lโevento piรน imminente, che potrร essere unโottima vetrina, รจ LโUmbria che spacca (2-4 luglio): comโรจ nata lโidea di accogliere questa manifestazione?
Nasce dal fatto che nei sogni dellโorganizzazione dellโevento cโera la Villa. In piรน รจ un progetto al quale credo fortemente, puรฒ dare visibilitร non solo alla Villa, ma a tutto il territorio circostante. La struttura ha una forte vocazione allo svago (come dicevo) e quindi questo evento รจ perfetto, la musica dopotutto รจ arte! Inoltre lo spettacolo dal vivo in questo periodo ha subito grandi stop e quindi noi mettiamo a disposizione gli spazi perchรฉ avvenga una ripartenza, perchรฉ le maestranze tornino a lavorare e i cantanti a esibirsi. ร giusto per tornare a tutti a lavorare.
Ci sono altri eventi in cantiere?
Ce ne sono diversi, il piรน imminente รจ un progetto didattico ed educativo rivolto alle scuole e agli adulti realizzato insieme al territorio per creare una rete di eccellenze locali. Qui Corebook avrร un ruolo importante, ma non voglio ancora dire molto! Poi nei prossimi giorni inizieranno i campi estivi per i piรน piccoli, ci saranno eventi serali in collaborazione con entitร locali, momenti di svago e dโincontro con i produttori ed escursioni nelle zone circostanti, per far conoscere anche quello che cโรจ al difuori del cancello. Un altro progetto, fatto in collaborazione con lโUniversitร degli Studi di Perugia e con le scuole di specializzazione in Beni storico-artistici e in Beni antropologici, prevede la mappatura della popolazione presente sul territorio e la realizzazione dโistallazioni artistiche che verranno inaugurate nel giardino a settembre.