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ยซLa cittadina si presenta solenne e poderosa, con quella sua porta, il corso e la chiesa di San Francescoยป (M. Tabarrini)

Vista di Monteleone di Spoleto, foto di Claudia Ioan

Storia

Posto su un colle lungo la valle del fiume Corno, Monteleone di Spoleto รจ tra i borghi piรน belli e caratteristici della Valnerina. Nei secoli, grazie alla sua posizione, ha guadagnato lโ€™appellativo di Leone degli Appennini. Il suo territorio รจ inserito in uno degli angoli naturalistici e paesaggistici piรน gradevoli e incontaminati dellโ€™Appennino centrale.

La cittร  รจ come un piccolo scrigno che custodisce da secoli preziosi oggetti di storia, arte e architettura: vanta, infatti, antichissime origini, come testimoniano le numerose tombe ritrovate nei dintorni. Delle passate epoche di guerre e assedi rimangono numerose testimonianze, di cui la piรน celebre รจ la biga del VI secolo a.C., qui ritrovata nei primi anni del Novecento, e della quale si conserva nel museo – allโ€™interno della Chiesa di San Francesco – una splendida copia. Lโ€™originale รจ invece esposto al Metropolitan Museum of Art di New York.

La cittadina, fin dallโ€™antichitร , appare al visitatore solenne in tutta la sua maestositร ; testimone delle sue antiche vestigia, Monteleone ostenta al viandante tutta la fierezza della sua storia. Il paese infatti, isolato tra le brulle montagne dellโ€™Appennino, รจ ricco di simboli e significati. Curioso รจ il ripetersi di certi numeri: tre sono le cinte murarie e, ognuna di esse, รจ provvista di tre porte, sei le torri e otto i baluardi della cittร . Il castello, cinto da solide mura, torri di vedetta e porte, conserva al suo interno la tipicaย urbanistica medievale e rinascimentaleย con case, chiese e palazzi gentilizi che si affacciano su vicoli e piazzette. Elemento caratteristico di tutto il paese รจ la roccia locale bianca e rossa, che rende la sua architettura unica, capace di richiamare la magica bicromia degli antichi ordini cavallereschi. Il territorio conta quattro nuclei abitativi (Ruscio, Rescia, Trivio e Butino), i quali erano legati principalmenteย allโ€™attivitร  agricola e pastorale e a celebri attivitร  industriali, come leย miniere di lignite di Ruscio e quelle di ferro, dalle quali, secondo la tradizione, fu estratta la materia prima per i cancelli del Pantheon a Roma.

Il farro di Monteleone, foto di Claudia Ioan

Eccellenze a Monteleone di Spoleto

A rendere Monteleone di Spoleto una cittadina ancora piรน meravigliosa รจ il colore ambrato che contraddistingue i suoi terreni: il farro di Monteleone รจ tra le eccellenze dโ€™Italia, tanto che, grazie allโ€™impegno dei produttori locali, รจ stato possibile richiedere e ottenere il marchio D.O.P (Denominazione di Origine Protetta).

Monteleone di Spoleto, foto Claudia Ioan

Chiesa di San Francesco

Varcate le mura della cittร , รจ possibile scoprire, attraverso piacevoli percorsi, importanti ricchezze storiche e artistiche, come la Chiesa di San Francesco, costruita tra XIV-XV secolo. La chiesa รจ lโ€™opera piรน appariscente e suggestiva per complessitร  di storia, sviluppo, arte e fede. รˆ un libro con santi e simbologie da scrutare e leggere con cura. Il titolo della chiesa รจ in realtร  quello di S. Maria o meglio Madonna dellโ€™Assunta, ma รจ comunemente nota col nome del poverello dโ€™Assisi da quando intorno al 1280 vi sโ€™insediarono i primi francescani. Infatti, fino alla soppressione del convento, lโ€™ordine francescano in Monteleone utilizzรฒ sempre e in ogni atto ufficiale un sigillo recante lโ€™emblema dellโ€™ordine sovrastato dallโ€™immagine dellโ€™Assunta rapita in cielo con le iniziali S(anctaeM(ariae). Vari affreschi decorano le pareti della chiesa con immagini devozionali fatte eseguire probabilmente da pittori della scuola umbra del sec. XIV.

Chiesa di San Nicola

La chiesa รจ posta nel punto piรน alto del centro storico; ha origine altomedievale, infatti i primi documenti risalgono al 1310. Presenta una pianta disposta su unโ€™unica navata provvista di dieci cappelle con propri altari. Il soffitto รจ a cassettoni e ricoperto da una tela dipinta a tempera con motivi floreali. Tra le diverse opere di notevole pregio citiamo La decollazione di S. Giovanni Battista fra S. Antonio da Padova, S. Isidoro e la Maddalena, attribuita al pittore Giuseppe Ghezzi e lโ€™Annunciazione, probabilmente opera di Agostino Masucci.

Chiesa di Santa Caterina

Nel 1310 cinque monache agostiniane, provenienti dal Monastero di S. Caterina a Norcia, chiesero al Capitolo di S. Nicola una chiesetta e una casa nella parte bassa di Monteleone per edificarvi un monastero.
Sia la casa sia la chiesa erano fuori la cerchia delle mura, costruite nel 1265. Le monache rimasero lรฌ per quasi cinque anni. Della stupenda chiesa settecentesca, restano soltanto le mura perimetrali.

Chiesa di Santa Caterina, foto Enrico Mezzasoma

Chiesa di Santa Maria de Equo

Lโ€™ambiente interno della chiesa รจ tipico delle pievi campestri: al centro della chiesa รจ posto un altare settecentesco, ornato da una statua lignea della Madonna con Bambino; ai lati, allโ€™interno di due nicchie, ci sono le statue lignee di S. Pietro e S. Paolo.
Lungo la parete di sinistra รจ raffigurato il venerabile Gilberto o Liberto, eremita qui vissuto per molti anni.


Bibliografia:

Lโ€™Umbria si racconta. Dizionario E-O, Foligno 1982 di Mario Tabarrini.

ยซA trentasette chilometri da Terni su un terrazzo alluvionale, a quota 292, prossimo al fondo-valle, sulla sinistra del Tevere. รˆ un piccolo centro, una villa-castello, dalla faccia medioevale, che appare come un borgo compatto con mura diruteยป. (M. Tabarrini)

panorama-giove

Veduta panoramica di Giove

Origine del nome

Sebbene i piรน facciano derivare il toponimo da un antico culto a Giove, non essendo stata trovata alcuna traccia di un tempio dedicato al dio romano รจ piรน corretto pensare che il nome derivi dalla sua posizione geografica che mostra l’abitato in una sommitร  situato tra due valli. In tal modo il nome deriverebbe dal latino jugum, ossia giogo. Anche le prime attestazioni storiche sembrano avvalorare questa ipotesi: infatti l’attuale comune in un documento del 1191 รจ denominato ยซCastel di Juvo o Iugoยป[1].

Storia

Numerosi reperti archeologici attestano un antico insediamento romano, ma l’attuale aspetto di Giove รจ chiaramente di origine medievale. Il territorio, anticamente dei Signori di Baschi, fu a lungo conteso tra Todi e Orvieto. Nel 1320 si impossessรฒ del castello e dei territori circostanti Sciarra I Colonna e ai Colonna lo contesero a lungo gli Orsini. Nel 1378 i feroci Bretoni, condotti in Italia dall’antipapa Clemente VII, si stanziarono nella zona devastando pesantemente l’abitato e i territori limitrofi. Nella metร  del XV secolo presero possesso di Giove gli Anguillara, ma Paolo II riuscรฌ a riportarlo tra i beni della Chiesa nel 1465. Le mura del castello vennero distrutte quando nel 1503, dopo una strenua resistenza, Giove fu conquistato da Cesare Borgia. Nel 1545 vi si insediรฒ, con la carica di governatore pontificio Ottavio Farnese, e nel 1597 Matteo Farnese alienรฒ il feudo a Ciriaco e Asdrubale Mattei. Nel 1646 il territorio di Giove venne devastato da una tremenda inondazione del Tevere. Con la Restaurazione, Giove fu elevato a comune baronale[2].

 

Scorcio di Giove. Foto gentilmente concessa dal C0mune di Giove.

Palazzo Ducale

Edificato per volere di Asdrubale e Ciriaco Mattei sui preesistenti resti di un castello medioevale, si presenta come un edificio rinascimentale di grande imponenza. Dai Mattei, insigniti del titolo di marchesi di Giove da Urbano VIII nel 1643, passรฒ ai Canonici quando Caterina Mattei lo trasmise al figlio Carlo. Morto Carlo senza eredi, il palazzo divenne proprietร  del marchese Carlo Teodoro Antici di Recanati. รˆ questo il periodo nel quale venne ospitata nel palazzo Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi. Dagli Antici passรฒ ai Ricciardi, poi al generale Mario Nicolis di Robilant, che vi ospitรฒ nel 1910 Vittorio Emanuele III, e nel 1936 ai conti d’Acquarone. Nel 1985 รจ stato acquistato dallo statunitense Charles Robert Band e trasformato in un raffinato Relais. L’edificio – che ha 365 finestre, una per ogni giorno dell’anno – รจ strutturato in cinque piani, mentre le torri angolari presentano un ulteriore piano abitativo. รˆ ancora integra la rampa di scale percorribile dalle carrozze fino al piano nobile. I saloni interni sono decorati con pitture di argomento mitologico attribuite a Domenico Zampieri, detto il Domenichino, a Paolo Caliari, detto il Veronese e ad Orazio Alfani[3].

Chiesa di S. Maria Assunta

In stile rococรฒ, con tardivi elementi barocchi, presenta una facciata inquadrata da due campanili simmetrici. Fu terminata su progetto forse dei Fontana nel 1775 a sostituire dentro le mura l’antica chiesa di San Giovanni Battista, della quale restano oggi soltanto pochi segni in una casa privata. All’interno – a croce greca con cupola – รจ conservata una tavola con l’immagine della Madonna Assunta che da alcuni รจ attribuita a Niccolรฒ Alunno, mentre secondo altri si deve alla scuola dell’Alunno. Interessante anche l’organo, posto sopra la porta d’ingresso, che per le peculiaritร  costruttive viene considerato lo strumento moderno piรน interessante dell’intera provincia di Terni.

Chiesa della Madonna del Perugino

La chiesa deve il suo nome all’immagine della Madonna posta sull’altare detta appunto Madonna del Perugino, per la sua fine fattura. In realtร  si tratta di un dipinto commissionato nel XVII secolo da Francesco Caffarelli, un abitante di Giove proveniente da Perugia e per questo chiamato il Perugino. La chiesa custodisce anche numerosi ex voto.

Convento di Santa Maria del Gesรน

Fondato a seguito di una donazione di Felicita Colonna all’inizio del XVII secolo, fino al 1870 fu proprietร  dei Francescani, quindi degli Oblati di San Francesco e infine dei Marianisti. Da alcuni anni il convento ospita un centro naturista, Il Germoglio.

 

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Palazzo Ducale, foto gentilmente concessa dal Comune di Giove.

 


[1] L’ipotesi della derivazione dal latino jugum viene sostenuta da L. Canonici, Alviano. Una rocca, una famiglia, un popolo, Porziuncola, Assisi 1983, mentre seguendo la tradizione popolare M. Tabarrini, s.v. Giove, in M. Tabarrini, L’Umbria si racconta. Dizionario, v. 2 : E-O, [s.n.], Foligno 1982, pp. 150-151 propende per il toponimo derivante da un preesistente culto per il dio romano.โ‡‘

[2] Pe notizie storiche piรน diffuse si veda M. Tabarrini, cit. che รจ anche la fonte delle notizie riportate dal sitoย  www.mondimedievali.net/Castelli/Umbria/terni/giove.htm e del sito http://www.castellogiove.it. Per la prenotazione delle visite si veda: http://www.castellogiove.it.โ‡‘

[3] Le informazioni sono tratte da M. Tabarrini, cit. e dal sito ย www.mondimedievali.net/Castelli/Umbria/terni/giove.htm.โ‡‘

 

Per saperne di piรน su Giove