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La manifestazione, in programma dal 21 al 24 aprile, conta 158 conferenze, 151 relatori di fama nazionale e internazionale. Tra gli ospiti il premio Nobel Giorgio Parisi, il filosofo Massimo Cacciari, il geologo Mario Tozzi e lโ€™analista geopolitico Dario Fabbri.

Festa di Scienza e Filosofia – Virtute e Canoscenza riprende il cammino, proprio come recita il tema scelto per accompagnare lโ€™XI edizione. Oggi pomeriggio alle 16, presso Sala Rossa di Palazzo Trinci a Foligno, si taglia il nastro alla presenza del Ministro dellโ€™Universitร  e della Ricerca, Maria Cristina Messa che interverrร , insieme al referente della Festa e fisico Roberto Battiston, allโ€™interno di una conferenza dal titolo: Stato e prospettive della ricerca italiana. Lโ€™evento – che si tiene a Foligno dal 21 al 24 aprile – ha come tema e filo conduttore: Riprendiamo il cammino. La scienza, il nuovo sviluppo, il pensiero libero.

 

 

ยซNon era facile arrivare alla XI edizione della Festa e il fatto di esserci riusciti รจ segno dellโ€™interesse che i cittadini hanno per le questioni trattate. Il titolo scelto porta con sรฉ temi collegati allโ€™uscita dalla pandemia e al processo mondiale in atto verso nuovi sistemi di sviluppo. รˆ lโ€™edizione piรน grande da quando abbiamo iniziato e rappresenta la volontร  di ricominciare tutti insieme: cโ€™รจ infatti un numero molto elevato di relatori, 151, di fama nazionale e internazionale, con 158 conferenze. รˆ una vera festa di cui sono protagonisti i giovani, gli scienziati, i giornalisti di settore, per scoprire insieme il significato della scienza e le conseguenze che questa ha sullโ€™uomo. Parleremo di temi di attualitร  come il nuovo sviluppo alla libertร  del pensiero razionale, passando per i cambiamenti climatici, lโ€™intelligenza artificiale e il mondo del Metaverso, e fino ad arrivare al futuro della salute e al superamento delle disparitร  di genereยป spiega Pierluigi Mingarelli, direttore del Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, che promuove e organizza la manifestazione in collaborazione con il Comune di Foligno, la Regione Umbria e Oicos riflessioni.
Come da tradizione cโ€™รจ anche uno spazio dedicato a Dante, la cui virtute e conoscenza declamata nella Divina Commedia si ritrova anche nel sottotitolo che accompagna Festa di Scienza e Filosofia. Un appuntamento reso ancora piรน importante dal fatto che nel 2022 si celebrano i 550 anni dalla stampa della editio princeps, avvenuta proprio a Foligno lโ€™11 aprile del 1472. Tra le nuove location cโ€™รจ il Museo Diocesano Capitolare, che ospita – tra gli altri – lโ€™incontro La questione ecologica tra ambiente fisico e universo digitale, con il filosofo Silvano Tagliagambe insieme al decano della Facoltร  di Filosofia della Pontificia Universitร  Lateranense, Philip Larrey, e al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia. Questโ€™anno, inoltre, la Festa esce dal centro storico per raggiungere anche la periferia: a Santโ€™Eraclio si terranno due conferenze a cura della biologa Claudia Bordese e del giornalista scientifico Piero Bianucci.

 

L’interno della cellula

Gli ospiti presenti

Quattro giorni densi di incontri e dibattiti, a cominciare dallโ€™attesissimo appuntamento con il premio Nobel Giorgio Parisi (in videocollegamento il 24 aprile). Tra i grandi nomi anche quelli del geologo Mario Tozzi, del direttore di ricerca dellโ€™Irccs Ospedale San Raffaele Anna Flavia Dโ€™Amelio Einaudi, del direttore scientifico dellโ€™ospedale San Raffaele Gianvito Martino, dellโ€™analista geopolitico Dario Fabbri, dellโ€™oceanografa Katrin Schroeder, del direttore dellโ€™Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs Giuseppe Remuzzi, dellโ€™ex direttore della Clinica di malattie infettive dellโ€™Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, della presidente di Emergency Rossella Miccio, dellโ€™astrofisica ucraina Elena Bannikova, del presidente nazionale della Fondazione Associazione Medici Diabetologi Paolo Di Bartolo, dello psichiatra e sociologo Paolo Crepet, del matematico Piergiorgio Odifreddi, dellโ€™amministratore delegato di Avio Spa Giulio Ranzo, del caporedattore di Leonardo, il tg della Scienza e dellโ€™Ambiente di Rai3 Silvia Rosa Brusin, della giornalista scientifica Enrica Battifoglia, del presidente dellโ€™Infn Antonio Zoccoli, del filosofo Umberto Galimberti, del filosofo Massimo Cacciari, della senatrice a vita Elena Cattaneo, della dirigente di ricerca emerita dellโ€™Infn Lucia Votano, del presidente e fondatore dellโ€™Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Silvio Garattini e del sociologo Domenico De Masi. Non mancheranno, poi, i quattro referenti scientifici della Festa: il fisico e genetista Edoardo Boncinelli, il filosofo Silvano Tagliagambe, il fisico sperimentale Roberto Battiston e il linguista Massimo Arcangeli.

 

L’interno della cellula

La maxi-installazione di Cellulaessenziale

Nella corte esterna di palazzo Trinci รจ visitabile fino al 1ยฐ maggio lโ€™installazione dal titolo Entriamo nella nostra cellula, grande novitร  di questa edizione. Curato dal Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno, il progetto ha visto la collaborazione dellโ€™Itt Da Vinci, del Liceo classico Frezzi-Beata Angela, dellโ€™Its Umbria Academy e della Direzione didattica del 3ยฐ Circolo di Foligno.
Si tratta di una cupola trasparente che rappresenta la membrana cellulare, contenente il nucleo, il reticolo endoplasmatico, i mitocondri e i ribosomi. Una volta allโ€™interno รจ possibile seguire le fasi principali che caratterizzano il metabolismo cellulare. Mentre allโ€™esterno, sotto le arcate del palazzo folignate, sono posizionati dei computer per degli approfondimenti sulla biologia e delle postazioni che consentono, grazie a dei visori, di sperimentare innovative tecnologie immersive. ยซLa cellula รจ lโ€™unitร  di base degli esseri viventi, il centro motore della vita. Tutti ne parlano ma nessuno cโ€™รจ mai entrato dentro, in questo modo si puรฒ fare un vero e proprio virtual tour sotto la guida di attenti tutor, che accompagnano adulti e bambini in un vero e proprio viaggio tra i vari organi cellulariยป conclude il professor Mingarelli.

 


Per maggiori informazioni

Sotto la cittร , allโ€™interno delle mura sotterranee della Rocca Paolina, allโ€™epoca ancora non aperta al pubblico, due dei piรน importanti artisti del nostro tempo si confrontarono e lasciarono due opere fondamentali nel loro percorso artistico: le sei lavagne tematiche ยซsumma dellโ€™arte cripto-concettualeยป del tedesco Joseph Beuys e il Grande Nero, il monumento del massimo artista contemporaneo umbro Alberto Burri.

Raccontando oggi queste opere e quellโ€™incontro, soprattutto in questo momento che la terra trema e che viviamo nell’incertezza degli eventi, si ha la sensazione che questi due artisti – lontani tra di loro e distanti anche nel modo di concepire arte ed estetica – siano in realtร  legati da un tema fondamentale: il rapporto inevitabile e sostanziale dellโ€™uomo con la forza della natura.

Lo sciamano tedesco

Locandina dell’evento

Joseph Beuys giunse a Napoli per lโ€™inaugurazione della mostra-incontro con Andy Warhol alla Galleria Lucio Amelio il 1 aprile 1980; approfittando della sosta italiana Italo Tomassoni organizzรฒ lโ€™evento di Perugia. Incontri necessari, tra i grandi artisti che contribuirono alla nuova autonomia della cultura artistica europea rispetto allโ€™egemonia del modello americano, che a partire dal secondo dopoguerra era stata depositaria dei valori della cultura.
La sera del 3 aprile Beuys, allโ€™interno della Sala Cannoniera della Rocca, con un gessetto bianco, di getto realizzรฒ i suoi disegni, schemi e simboli sopra sei grandi lavagne. Una โ€œscultura socialeโ€ che rompe qualsiasi schema con lโ€™arte tradizionale. Oggi, protette da teche di vetro, sono esposte al Museo civico di Palazzo Penna in modo sequenziale rispettando il percorso illustrato dallโ€™artista nella sua performance.

 

 

 

 

 

Le sei lavagne tematiche di Beuys

Lโ€™arte secondo Beuys รจ trasformazione, trasmissione di energia vitale allโ€™interno del continuum della materia informe. Insegnante allโ€™Accademia di Dรผsseldorf, attraverso la didattica, cercava di far emergere le facoltร  creative come mezzo di rifondazione del linguaggio. Piรน volte definito sciamano per il tipo di ritualitร  delle sue azioni, rivela la forza occulta, lโ€™energia segreta della materia. Tra i fondatori di Fluxus, con i suoi happening va alla ricerca dellโ€™astrazione, la proprietร  dellโ€™intelletto su cui si basa il linguaggio; emozionando lo spettatore, parla ai sensi, abbinando ogni sorta di materiale e oggetti.

La lavagna n.1

Lavagna n. 1, Beuys

Nel catalogo a cura di Tomassoni, realizzato in occasione del nuovo allestimento nel 2003, troviamo la descrizione di ogni lavagna. Per il nostro discorso, la piรน rappresentativa e forse fulcro del pensiero di Beuys รจ la Lavagna n. 1, dove si affronta il rapporto con la natura.

Scrive Tomassoni: ยซlโ€™arte si deve ampliare in senso socio-antropologico, e lโ€™economia e la politica devono essere valutate con il metro dello spirito. Beuys ritiene lโ€™arte lo strumento piรน idoneo per una solidarietร  che protegga la vita anzichรฉ distruggerla.ยป

Due figure umane sopra al sole: รจ la Cittร  del Sole di Campanella nella quale gli ordinamenti e le istituzioni non sono il frutto di consuetudini ereditate dalla tradizione, ma lโ€™espressione della ragione naturale dellโ€™uomo.โ€ฏLo stesso Beuys scriveva: ยซSe voglio dare allโ€™uomo una nuova posizione antropologica, devo anche dare una nuova posizione a tutto quanto lo concerne, collegarlo verso il basso con gli animali e le piante, con la natura, cosรฌ come verso lโ€™alto, con gli angeli o gli spiriti[โ€ฆ]. Nelle mie azioni ho sempre esemplificato arte=uomo.ยป

L'artista della natura

Superando cosรฌ il concetto ideologico delle avanguardie (arte=vita), Beuys diventa lโ€™artista della natura anche grazie a numerose performance tra cui la piรน famosa, nel 1982 a Kassel in Germania, in occasione di Documenta VII. 7000 querce: nellโ€™arco di quattro anni vennero piantate 7000 querce, ciascuna affiancata da una stele di basalto in un rapporto tra roccia e pianta in continua evoluzione. Ma รจ nel 1981, a mio avviso, che Beyus riesce a rappresentare meglio il significato piรน profondo e tragico del rapporto tra materia ed energia, tra la forza della natura e la creativitร  dellโ€™uomo. In occasione del progetto Terrae Motus alla Galleria Amelio per il terremoto dellโ€™Irpinia del 1980, Terremoto in palazzo – che ho avuto modo di vedere nella ricostruzione fatta al MADRE di Napoli nel 2015- Beuys mostra la fragilitร  umana allestendo una stanza con strumenti di lavoro recuperati dai centri colpiti dal sisma.

Vasi di vetro sotto i piedi del tavolo e frammenti sparsi tuttโ€™intorno, un uovo in equilibrio su un tavolo deformato: queste immagini scorrono in un video proiettato su una parete: Beuys sotto uno un tavolo disegna su una carta per elettrocardiogramma le onde sismiche, mettendo in relazione il battito della scossa con quello del cuore.
ยซCโ€™era dellโ€™energia nellโ€™arte, tanta energia da potersi contrapporre a quella scatenata dalla Terraยป cosรฌ scriveva Lucio Amelio.ยป

ยซOgni uomo possiede il Palazzo piรน prezioso del mondo nella sua testa, nel suo sentimento, nella sua volontร ยป, afferma Beuys, individuando nella forza creativa dellโ€™uomo la possibilitร  di un nuovo e autentico riscatto.

 

Burri e la continua metamorfosi dell'uomo

Mentre Beuys illustrava le sue lavagne, Burri scelse lโ€™angolo piรน nascosto tra le volte della Rocca per sistemare unโ€™imponente scultura nera alta piรน di 5 metri, il Grande Ferro o Grande Nero. Unโ€™opera cinetica, misteriosa e silente che cerca di esprime la condizione dellโ€™uomo in continua metamorfosi dopo le ferite e i mutamenti inflitti dalla natura e dalla storia. Questo rapporto profondo con la natura รจ espresso diversamente in Burri rispetto a Beuys: i sacchi e le sperimentazioni con nuovi materiali sono una ricerca tesa alla sublimazione degli oggetti usati e logorati, ne evidenzia tutta la carica poetica come residui dellโ€™esistenza umana.

Grande Cretto di Gibellina, Burri

A partire dagli anni Settanta i suoi cretti bianchi o neri, realizzati con misture di caolino e vinavil, hanno lโ€™aspetto della terra essiccata; li userร  nelle sue opere piรน imponenti, come il Grande Cretto di Gibellina, unโ€™opera di land art nata anchโ€™essa come risposta alla distruzione e alla tragedia del terremoto, ma terminata solo nel 2015. Sempre insieme allโ€™architetto Zanmatti, giร  intermediario per lโ€™incontro di Perugia, nel 1984 si recรฒ a Gibellina, vicino Trapani, dove il sindaco vide nell’arte una possibilitร  di riscatto dopo molti anni dal sisma, che demolรฌ la cittร  nel 1968.

Chilometri quadrati di cemento formano un enorme cretto sopra la cittร  vecchia. Il visitatore attraversa le crepe del cretto, non piรน case ma blocchi bianchi informi, un paesaggio surreale dopo la scomparsa della vita. Scrive Burri dopo il sopralluogo: ยซMi veniva quasi da piangere e subito mi venne lโ€™idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei cosรฌ: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, cosรฌ che resti perenne ricordo di questโ€™avvenimentoยป.

Per Beuys e Burri la natura non รจ distruttrice, nรฉ maligna, รจ lโ€™uomo che deve, attraverso un rinnovato rapporto con essa, creare piรน intelligenti forme di convivenza. Lโ€™arte puรฒ concretamente cambiare il mondo e il nostro modo di agire, rendere eterne le cose del mondo destinate alla caducitร .

 


Guido Montana in ยซLโ€™Umanitร ยป, 3 maggio del 1980
Italo Tomassoni, a cura di, Beuys/Burri Perugia, Rocca Paolina, 3 aprile 1980, in collaborazione con Lucio Amelio, Alberto Zanmatti, Litostampa, Perugia 1980.
Stefano Zorzi,โ€ฏParola di Burri, Torino, Allemandi, 1995
Joseph Beuys: difesa della natura diary of Seychelles, testi di Lucrezia De Domizio Durini, Italo Tomassoni, Giorgio Bonomi, ed. Charta, Milano 1996
Italo Tomassoni, a cura di, Beuys a Perugia, ed. Silvana, Cinisello Balsamo 2003
Guida alla raccolta Beuys Museo Palazzo della Penna, Liomatic, Perugia 2008
Andrea Viliani, a cura di, Lucio Amelio dalla Modern Art Agency alla genesi di Terrae Motus (1965-1982): documenti, opere, una storia…, Mondadori Electa, Milano 2015