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Lโ€™eremo di Santa Maria delle Carceri ha suscitato e suscita descrizioni suggestive, al limite del lirismo, in scrittori che in epoche passate lo visitarono e in chi oggi si accinge a tracciarne la storia o a suggerirne un percorso guidato.

Un luogo affascinante

Un francescano belga, di cui rimane ignota lโ€™identitร  e che lo visitรฒ allโ€™inizio del Settecento, definisce lโ€™eremo ยซun deserto estremamente consacratoยป[1]. Un secolo piรน tardi il giornalista e scrittore Thomas A. Trollope scrive ยซIl monastero [โ€ฆ] รจ veramente una cosa rara. Una cornice sporgente di roccia, piรน dura e resistente allโ€™azione del tempo dello strato sottostanteยป.[2] Agli inizi del Novecento il poeta Olave M. Potter fotografa cosรฌ il luogo: ยซuna propria ruga sul fianco del Monte Subasio, [โ€ฆ] un piccolo mondo di sogni e di dolci memorieยป.[3] Ancora oggi Enrico Sciamanna non puรฒ resistere dal fare dellโ€™eremo una descrizione poetica: ยซle Carceri sono un occhio bianco nel sempreverde dei lecci del bosco mediomontano del Subasio. Un occhio sempre aperto sul mondo sottostante e verso il cieloยป.[4]

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Il nome

Eppure il nome di questo luogo di ascesi eremitica sembra contrastare con lโ€™incanto e le suggestioni poetiche suscitate nel visitatore di ogni tempo: Carceri; in realtร  carcer come sinonimo di heremus lo troviamo giร  usato in documenti del XIII secolo a significare la volontaria โ€œcarcerazioneโ€ cercata da san Francesco e dai suoi seguaci, o forse il nome รจ da connettersi agli anfratti eremitici che tanto assomigliano a carceres.[5]

La storia

La storia dellโ€™eremo di Santa Maria delle Carceri ha il suo inizio con la scelta del luogo da parte di San Francesco che individuรฒ le vicine grotte di origine carsica come luogo ideale di mistica ascesi, tanto piรน che vi si trovava un piccolo oratorio che proprio il santo intitolรฒ alla Madonna.[6] Lโ€™ambiente non dovette durare in questo modo a lungo e giร  nella seconda metร  del XIII secolo cominciarono a edificarsi umili costruzioni in prossimitร  delle grotte eremitiche che possono essere individuate nel tratto orizzontale elevato parallelamente alla cappellina dedicata alla Madonna. Da sempre le Carceri rappresentano un luogo fondamentale per la religiositร  francescana.

Il complesso

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La cella

Da un voltone si accede a una suggestiva terrazza di pianta triangolare, detta “Il chiostrino dei frati”, che si affaccia a strapiombo sulla roccia dove รจ costruito il convento delle Carceri, formato da due braccia che si incrociano ad angolo retto. Sopra la porta del convento รจ visibile il monogramma di San Bernardino; allโ€™interno si trovano il refettorio e al piano superiore il dormitorio con le cellette dei frati. Dal chiostro del convento si accede alla cappella di San Bernardino sulla porta della quale รจ visibile unโ€™iscrizione che ricorda il nome dato da san Francesco alla chiesina primitiva. La cappella รจ illuminata da unโ€™unica finestra chiusa da una vetrata francese del XIII secolo, sulla quale รจ raffigurata una Madonna col Bambino, posta qui in epoca recente. Segue la primitiva cappella di Santa Maria delle Carceri scavata nella roccia, sopra lโ€™altare della quale รจ visibile lโ€™affresco raffigurante la Madonna col Bambino e San Francesco, realizzata da Tiberio dโ€™Assisi nel 1506 sopra una Crocifissione duecentesca. Accanto vi รจ il coretto dei frati con gli stalli in legno risalenti al periodo bernardiniano.
Scendendo una ripida scala si arriva alla grotta di San Francesco, ora divisa in due piccoli ambienti: nel primo vi รจ il giaciglio di nuda roccia dove il poverello riposava, nellโ€™altro una piccola cella dove egli si ritirava in meditazione. Usciti allโ€™esterno รจ visibile anche se molto consunto un affresco raffigurante la Predica agli uccelli, mentre nel terreno una lastra con il foro attraverso il quale si intravede il fondo del burrone che si dice aperto dal demonio, che si racconta cacciato dal santo luogo da frate Rufino. Salendo per una breve rampa si raggiunge la cappella della Maddalena, luogo di sepoltura del beato Barnaba Manassei. Nella selva sovrastante si trovano le grotte dei beati Rufino e Masseo. Oltrepassato un ponte รจ visibile la statua bronzea di San Francesco che libera le tortorelle realizzata a fine Ottocento da Vincenzo Rosignoli e da qui si dipana il viale alberato al termine del quale si apre, nella roccia, un teatro utilizzato per le funzioni liturgiche a beneficio dei pellegrini. Scendendo per un ripido viottolo si accede alle grotte eremitiche di frate Leone e dei primi seguaci di san Francesco.[7]


Testi di riferimento
Guida di Assisi e deโ€™ suoi dintorni, Tip. Metastasio, Assisi 1911, pp. 47-49.
M. Gatti, Le Carceri di San Francesco del Subasio, Lions Club di Assisi, Assisi 1969.
P.M. della Porta-E. Genovesi-E. Lunghi, Guida di Assisi. Storia e arte, Minerva, Assisi 1991, pp. 175-178.
E. Lunghi, Santa Maria delle Carceri, in Eremi e romitori tra Umbria e Marche, Cassa di Risparmio di Foligno, Foligno 2003.
E. Sciamanna, Santuari francescani minoritici. I luoghi dellโ€™osservanza in Assisi, Minerva, Assisi 2005, pp. 60-68.
L. Zazzerini, Eremo di Santa Maria delle Carceri, in L. Zazzerini, In ascolto dellโ€™Assoluto. Viaggio tra gli eremi in Umbria, Edimond, Cittร  di Castello 2007, pp. 2-9.


[1] Lโ€™anonimo belga visitรฒ lโ€™eremo tra il 1726 e il 1733 e ne lasciรฒ una memoria manoscritta; il testo relativo รจ riferito da A. Sorbini, Assisi nei libri di viaggio del Sette-Ottocento, Editoriale Umbra โ€“ ISUC, Foligno 1999, p. 46. โ‡‘
[2] T.A. Trollope, A Lenten journey in Umbria and the Marches, London 1862, citato da A. Sorbini, cit., p. 131. โ‡‘
[3] O.M. Potter, A little Pilgrimage of Italy, London 1911, riferito da A. Brilli-S. Neri, Alla ricerca degli eremi francescani fra Toscana, Umbria e Lazio, Le Balze, Montepulciano 2006, pp. 23-24. โ‡‘
[4] E. Sciamanna, Santuari francescani minoritici. I luoghi dellโ€™osservanza in Assisi, Minerva, Assisi 2005, p. 68. โ‡‘
[5] Cfr. M. Sensi, Lโ€™Umbria terra di santi e di santuari, in M. Sensi-M. Tosti-C. Fratini, Santuari nel territorio della Provincia di Perugia, Quattroemme, Perugia 2002, p. 75. โ‡‘
[6] Unโ€™iscrizione quattrocentesca posta sullโ€™arco della porta della chiesetta recita โ€œSancto Francesco puose a q[u]esta chapella el nome di Santa Mariaโ€. Per unโ€™attenta disamina della stratificazione costruttiva delle Carceri si rimanda a M. Gatti, cit., pp. 35-65. โ‡‘
[7] Per una descrizione puntuale delle Carceri si rimanda a P.M. Della Porta-E. Genovesi-E. Lunghi, Guida di Assisi. Storia e arte, Minerva, Assisi 1991, pp. 175-178. โ‡‘