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Dal 21 marzo 2024 su tutti i digital store, il pezzo scritto da Giorgia Bazzanti e Michele Monina. Un progetto sostenuto da Anatomia Femminile.

Rossa come le streghe รจ il nuovo singolo di Giorgia Bazzanti che nasce con la collaborazione e partecipazione di Michele Monina, noto critico musicale, scrittore, autore tv.

 

 

Una canzone arrangiata e prodotta da Gae Capitano – uno degli autori musicali italiani piรน stimati e premiati, arrangiatore, compositore, produttore – in coproduzione con il G StudioLab, di cui la cantautrice e perfomer รจ fondatrice e direttrice.

Giorgia Bazzanti torna a cantare un soggetto femminile imprevisto con ancor piรน immediatezza e lo fa con una canzone-manifesto scritta insieme a Michele Monina, prendendo le distanze da convenzioni e luoghi comuni, affermando unโ€™identitร  oltre stereotipi e pregiudizi, con uno sguardo al passato e una visione lucida su temi attuali.

Tra atmosfere magiche, misteriose e altrettanto chiare e definite, la donna-strega diviene un simbolo moderno e contemporaneo di emancipazione, libertร , indipendenza. Una figura che, accesa dal colore che ben la rappresenta e piena di quel fascino che la porta a sfidare le convenzioni imposte, non aderisce forzatamente a canoni tradizionali ma, anzi, si apre alle diverse possibilitร  del reale.

Un brano che si inserisce allโ€™interno della cultura del rispetto e della paritร , nutrendosi inoltre di un dialogo nuovo e necessario con lo sguardo e la parola maschile. Un elegante atto di ribellione che racchiude un modo ancor piรน umano, coraggioso, libero e consapevole di vivere i pensieri, il linguaggio, il corpo, i sentimenti.

 

 


link: Spotify & tutti i digital store

Intervista con il giornalista esperto di olio e di enogastronomia e autore del libro โ€œLโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ€.

Maurizio Pescari, giornalista e scrittore, nativo di Cittร  di Castello, ha unโ€™esperienza trentennale nel settore dellโ€™olio, dellโ€™enogastronomia e dellโ€™enoturismo ed รจ una firma autorevole dellโ€™informazione dedicata allโ€™olivicoltura. Ma รจ soprattutto autore di Lโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vita (edito da Rubettino), un libro dedicato allโ€™olio, ma che non parla di olio. Pescari segue un filo conduttore ideale lungo il quale costruisce una storia completa e complessa, quasi romanzata, toccando gli argomenti piรน svariati: dal valore del tempo alla mezzadria, dalle tradizioni alle consuetudini, dalla spesa alla tavola quotidiana, dalla valutazione del passato alla costruzione del futuro. Il racconto รจ intervallato da storie di persone e di territori, che finiscono con una prima colazione, con lโ€™olio protagonista e conseguente ricetta.
Durante la nostra chiacchierata รจ emersa tutta la passione nel parlare di questo prodotto, in particolar modo degli olivi: ยซNon bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโ€™olio non si faยป.

 

Maurizio Pescari

Maurizio la prima domanda รจ di rito: qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria?

Sono nato a Cittร  di Castello, a sinistra del Tevere. Con lโ€™Umbria ho un rapporto che mi porta a rispettare le diversitร , non solo dialettali, ma anche di carattere. Gli umbri dal punto di vista caratteriale hanno tanto da imparare, la loro chiusura รจ una forma di autodifesa. Siamo stati sempre sottomessi e questo ci ha portato spesso a farci gli affari nostri. Da 50 anni vivo a Perugia e la cosa che mi manca di piรน รจ lโ€™improvvisata: a Perugia se si fanno le improvvisate si rischiano faide familiari e sparatorie (ride). A Perugia lโ€™improvvisata va anticipata di una settimanaโ€ฆ poi forse, si puรฒ fare! Mentre a Cittร  di Castello รจ molto piรน comune, รจ una forma culturale diversa. Detto questo, ritengo che non esista un posto piรน bello dove vivere.

 

รˆ considerato uno dei maggiori esperti di olivicoltura: come e quando รจ nata questa sua passione?

La mia passione รจ nata circa 27 anni fa quando con Marco Caprai abbiamo iniziato a organizzare eventi di valorizzazione e promozione dei prodotti umbri in giro per il mondo. Marco Caprai inventรฒ (cโ€™ero anche io con lui) Frantoi Aperti e siamo stati i primi a portare Cantine Aperte in Umbria nel 1995. Il mio interesse per questo mondo รจ legato anche allโ€™incontro con una persona: Alfredo Mancianti (aveva un frantoio a San Feliciano sul Trasimeno, ma viveva sul lago Maggiore), con i suoi racconti che giravano intorno allโ€™olio, ma che non parlavano mai di olio, mi ha appassionato alla cultura dellโ€™olivo piรน che a quella dellโ€™olio stesso. Poi il caso ha voluto che iniziassi a collaborare con il Corriere della Sera, dove curavo una rubrica su questo prodotto. Da qui tutto รจ iniziato.

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Quanto รจ importante lโ€™economia dellโ€™olio, in particolare in Umbria? Come puรฒ migliorarsi?ย  ย 

Il giro dโ€™affari nel modo dellโ€™olio non lo fa la natura, ma la testa della gente. Occorre utilizzare il territorio e caratterizzarlo; serve fare comunicazione e creare un profilo identitario per rendere il prodotto unico. Lโ€™olio รจ olio per tutti. Non bisogna limitarsi a vendere la bottiglia, ma si deve coinvolge lโ€™acquirente raccontando la storia, รจ favorevole essere simpatici e ben disposti, e creare un brand: in questo modo il prodotto diventa unico e si puรฒ stabilire il prezzo. Poi รจ compito del produttore andare a cercare chi รจ disposto a pagare quel prezzo, non si puรฒ stare sulla porta del frantoio e aspettare che qualcuno passi. Gli olivicoltori devono capire che non possono essere solo agricoltori, devono diventare imprenditori, come รจ accaduto con il vino. I viticoltori si sono evoluti. Se non in rarissimi casi, nel mondo dellโ€™olio parliamo soltanto di agricoltori: loro vogliono vendere il prodotto il prima possibile, mentre lโ€™imprenditore lo incarta, lo cura, lo abbellisce e crea unโ€™identitร . Tutti compriamo un vino perchรฉ vogliamo quel vino (il Sagrantino di Caprai o il Sangiovese di Lungarotti) con lโ€™olio questo spesso non avviene.

 

โ€œLโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ€ (edito da Rubettino) รจ il titolo del suo libro uscito nel 2021: quali sono gli ingredienti della sua vita?

La famiglia, il cane, il gatto e ovviamente lโ€™olio.

 

รˆ un libro dedicato allโ€™olio dove non si parla mai di olio: ci spieghi meglio.

รˆ un libro dedicato allโ€™olio, ma non cโ€™รจ scritto una varietร  o un sistema di estrazione, non nomino un nome, nรฉ un profumo. Non bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโ€™olio non si fa. In Umbria il 50% di questi alberi รจ abbandonato perchรฉ i proprietari non sanno dare redditivitร  alla loro produzione, non sanno fare gli imprenditori e quindi, visto che la gestione costa cara, preferiscono comprare olio da altre parti per poi imbottigliarlo. In questo modo le piante muoiono e con loro muore anche il nostro paesaggio. Lโ€™Umbria รจ ricoperta da olivi, sono una bellezza che va oltre il prodotto alimentare e per questo รจ fondamentale preservarli e valorizzarli. Lo ripeto: quello che manca รจ il rispetto per lโ€™olivo.

 

Questo perchรฉ accade?

Perchรฉ costa caro mantenere queste piante e spesso chi le possiede non รจ capace di fare lโ€™imprenditore. Prima cosa dobbiamo dire che lโ€™olivo non fa olio, perchรฉ se lo facesse, lโ€™albicocco farebbe la marmellata. Lโ€™olivo ci mette a disposizione dei frutti, che se finiscono in mani capaci, danno un buon prodotto.

 

Pensa ancora che manchi una cultura dellโ€™olio?

In Italia manca lโ€™insegnamento dellโ€™olivicoltura e dellโ€™elaiotecnica; anche nelle scuole superiori specializzate e nelle Universitร  di Agraria questi corsi sono molto rari o del tutto assenti. Non cโ€™รจ una cultura dellโ€™olio nonostante questo sia un prodotto molto presente: in Umbria basta aprire una finestra per vedere un albero di olivo. Scommetto che anche lei ne vede uno da casa sua! Inoltre, lโ€™olio, che viene prodotto a livello domestico, รจ spesso realizzato secondo le consuetudini della mezzadria, presente in Italia fino a 60 anni fa. I nostri padri e i nostri nonni raccoglievano le olive a novembre o dicembre perchรฉ puntavano ad alte rese, la prioritร  era il profitto, questo purtroppo รจ rimasto ancora oggi. Allโ€™epoca aveva senso, oggi no. Questo va a discapito della qualitร .

 

รˆ per questo che secondo lei lโ€™olio buono occupa oggi solo il 3% del mercato in Italia?

Non รจ del tutto vero. In casa tutti abbiamo una bottiglia di olio, ma il 90% di noi compra quello che costa meno, solo il 10% va alla ricerca delle caratteristiche di fondo. Lโ€™olio non รจ tutto uguale, ogni prezzo corrisponde a una qualitร . Il prodotto che si acquista al supermercato รจ meno caro, ma non vuol dire che sia cattivo: sfido chiunque a fare un olio migliore e farlo pagare a quel prezzo.

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Che voto dร  alla produzione umbra?

Quella buona รจ buona.

 

 

Dia dei suggerimenti a noi comuni mortali per riconoscere un buon olio.

Lโ€™odore. Un buon olio ha un buon odore. Va specificato perรฒ che ogni olio รจ diverso: in Italia ci sono 538 varietร  di olive e ognuna dร  vita a un prodotto differente. Non dico che si deve saper riconoscere qual รจ il piรน buono o il meno buono, ma si deve capire che sono diversi tra loro. Poi entra in gioco il gusto personale che ci orienta verso quello piรน adatto al nostro palato. Dico sempre: quando si va in giro per il mondo, invece di riportare a casa una calamita da attaccare al frigorifero, riportate una bottiglia dโ€™olio.

 

Dopotutto รจ un compagno molto presente nella vita degli italiani…

Assolutamente. Non esiste una casa dove non cโ€™รจ una bottiglia dโ€™olio. Mi arrabbio quando sento dire in televisione: ยซUsate poco olioยป. Usate poco olio scadenteโ€ฆ quello buono mettetelo.

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Per concludere la nostra chiacchierata: qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando allโ€™Umbria? Non mi dica lโ€™olivo…

Piazza di Sopra a Cittร  di Castello, ma anche Assisi: tutti pensano che sia bella ammirata da sotto – ed รจ vero – ma avete mai guardato lโ€™Umbria da Assisi? รˆ bellissima!

Narni รจ il grazioso borgo che ha dato i natali al condottiero Gattamelata, che allโ€™etร  di quarantโ€™anni e nel bel mezzo della sua professione nei campi di battaglia, desiderรฒ tanto prendere moglie e metter su famiglia.

Lโ€™Umbria รจ stata una regione ricca di condottieri, basti ricordare Braccio da Montone, Ascanio della Corgna, Baldo degli Ubaldi, Boldrino da Panicale, Bartolino da Terni, Bartolomeo dโ€™Alviano.

I condottieri erano delle vere e proprie guide carismatiche, capi illuminati e talvolta feroci. Spesso guidati da sete di potere o dallโ€™amor di patria erano tutti dotati di una prepotente forza suggestiva abbracciata a innegabili capacitร  tattiche, strategiche e logistiche. I loro valori erano, inoltre, lโ€™onestร , il coraggio, la forza e la fedeltร  presso il proprio signore. Se chiudo gli occhi e provo a immaginare l’azione di un condottiero, altro non vedo che un campo di battaglia su cui spicca un uomo solo al comando padrone delle vite ai suoi ordini.

Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata

Erasmo da Narni detto il Gattamelata

Senza dubbio, uno dei condottieri e capitani di ventura umbri piรน famosi e piรน abili, fu Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata. Nato a Narni nel 1370 gli fu attribuito il nomignolo Gattamelata per ยซla dolcezza dei suoi modi insieme a grande astuzia e furberiaยป, come ricorda il biografo narnese Giovanni Eroli, ยซe pel suo parlare accorto e mite dolce e soaveยป. Si formรฒ alla scuola di Braccio da Montone e durante la sua intensa carriera di uomo dโ€™armi partecipรฒ a numerose e importanti azioni che lo videro protagonista soprattutto in Lombardia e in Veneto. Rimasto infermo nel 1440, si ritirรฒ a Padova dove morรฌ il 16 gennaio 1443. Trentatrรฉ anni prima si era sposato con Giacoma da Leonessa.

Sentimenti contrastanti

Leggendo Erasmo Gattamelata da Narni โ€“ Suoi monumenti e sua famiglia del biografo Giovanni Eroli, possiamo immergerci nei sentimenti e nellโ€™atmosfera che spinsero il nostro condottiero a prendere moglie. Interessante la descrizione della sua fidanzata, i costumi per le nozze e tutto quanto ruotรฒ intorno al matrimonio.
Nel capitolo II del suddetto libro, Giovanni Eroli descrive la vita del guerriero: ยซ…sempre agitata, tempestosa, piena di fatica, di disagi, di amarezze e doloriยป. Queste caratteristiche, associate alle vittorie e al guadagno economico, rallegrano e lusingano il condottiero, ma contemporaneamente hanno un risvolto negativo che cosรฌ viene descritto: ยซ…il continuo nutrirsi di odio e di sangue avvelena facilmente la contentezza dellโ€™animo suoยป.
Cosรฌ inizia a germogliare, nelle mente e nel cuore del Gattamelata, il bisogno di amare e di essere amato, la necessitร  di avere un rapporto autentico e profondo. In lui si fa strada sempre piรน forte il bisogno di ricevere attenzione, cura e gentilezza, piรน in generale amore.
Ha desiderio di sperimentare lโ€™opposto della battaglia, del sangue, della morte, ha voglia di coinvolgersi nei sentimenti di pace, serenitร  e quiete. Scrive Eroli: ยซA niuno meglio che a lui conviensi una donna di cuor gentile, dilicato, sensibile, buonoยป.

 

Monumento equestre a Padova in bronzo raffigurante il condottiero

Il matrimonio

Questo bisogno si concretizzรฒ nel 1410, anno in cui il Gattamelata sposรฒ Giacoma da Leonessa. Suggestiva la descrizione di quella comunanza di sentimenti che possiamo intendere come empatia, come capacitร  di comprendere i processi psichici dell’altro: ยซAveva adescato una giovane avvenente ingegnosa, di gentile stirpe, fornita dโ€™ogni bel costume, nomata Giacoma di messer Antonio Bocarini Brunori da Leonessa. […] ella aveva quรฉ medesimi sentimenti di religione e di virtรน, che governavano lโ€™animo dellโ€™amante, perciรฒ piacque a costui quale compagna, la desiderรฒ, la chiese e la ottenne facilmente. Stante la bellezza reciproca, lโ€™indole e virtรน conforme, tutti presagiron felice questo nodo; e lo fu in realtร , perchรฉ un amore intimo animรฒ sempre e fiorรฌ loro vitaยป.
Il matrimonio fu celebrato in modo solenne, gli invitati, tutti di alto grado sociale, gareggiarono in magnificenze e lusso. Gli addobbi furono sfarzosi e i banchetti opulenti con tanto di paggi e menestrelli vari a far da cornice alla cerimonia. Giovanni Eroli descrive cosรฌ anche la partecipazione, discreta e di lato, del popolo: ยซAlle nozze dei Signori prendea volentieri parte anche il popolo, il quale dร  suoi festosi plausi ed auguri traeva qualche guadagno o in doni di confetture o denaro, e talvolta divertivasi in pubblici spettacoli, come sarebbero giostre, corse, tornei, balli, commedie e che so ioยป.
Giacoma era meravigliosa ed emozionata nel ricevere da parenti e amici complimenti, auguri, dolci parole, fiori, doni, canti e suoni. Tutti gli invitati ยซbrillavano per fulgide gioie, per aurei vezzi, per abiti di broccato di tocca dโ€™oro o di argento, o veramente di raso e velluto di colore vario garbatamente recamati a studio in oro argento e setaยป.

Un altro aspetto importante del matrimonio e in particolare per la sposa e per la casa dove entrava erano rappresentati dal corredo e dalla dote. Il Gattamelata ebbe ricco il primo ma misera la seconda quantificata in 500 ducati in oro. Questa era un poโ€™ la regola del tempo, dove conveniva mantenere una dote povera per non impoverire la famiglia. ยซDa due belli robusti virtuosi giovani, caldissimi dโ€™amoreยป, narra il biografo ยซnon potean nascere che figli belli vigorosi e buoni. In fatti al Gattamelata ne vennero da Giocoma sei, lโ€™uno piรน bello e virtuoso dellโ€™altro, cioรจ un maschio e cinque femmineยป. Verrebbe da dire che tutti vissero felici e contenti; e cosรฌ fu!
Due artisti del calibro dello scultore Donatello e del pittore Giorgione ci hanno lasciato due opere di immenso valore raffiguranti Il Gattamelata. In piazza del Santo a Padova รจ posto un monumento equestre in bronzo raffigurante il condottiero, mentre presso il museo degli Uffizi a Firenze รจ presente Ritratto di guerrierio con scuderio.

 

Veduta di Narni

Narni: brevi cenni storici

Intorno al 300 a.C., lโ€™antica Nequinum degli Umbri fu conquistata dai Romani che ne fecero, col tempo, un importante Municipio con il nome di Narnia. In latino nequeo significava non posso e per i Romani ciรฒ era di cattivo auspicio, e cosรฌ fu cambiato il nome anche per la presenza del fiume Nera, Nar (in latino), Nahar (in antico umbro).

Dopo un periodo turbolento dellโ€™Alto Medioevo, la cittร , nellโ€™XI secolo, visse un periodo di potenza e ricchezza fino a quando non fu sottomessa nel 1174 da Federico Barbarossa. Nei secoli successivi Narni รจ protagonista di turbolente vicende che videro protagonisti anche il Ducato di Spoleto, il cardinale Albornoz, il re di Sicilia Ladislao e Carlo V. Lโ€™instabilitร  durerร  fino al XVII secolo quando entrรฒ a far parte dello Stato Pontificio sotto il cui dominio, salvo la parentesi napoleonica, rimase fino al 2 ottobre del 1860, giorno dellโ€™annessione al Regno di Vittorio Emanuele II.

 

Narni sotterranea

Perchรฉ visitare Narni

Narni conserva un ricchissimo patrimonio accumulato in secoli e secoli di storia. La sua posizione, strategica nei secoli passati per la buona navigabilitร  del fiume Nera, la rende oggi un poโ€™ fuori mano, ma nonostante ciรฒ รจ un borgo umbro tutto da scoprire. Dellโ€™epoca romana rimangono il grandioso ponte di Augusto, il ponte Cardona e lโ€™acquedotto della Formina.
Del periodo medievale abbiamo la cattedrale di San Giovenale, le chiese di San Domenico e di Santa Maria Impensole. Interessanti anche le chiese di Santโ€™Agostino e di San Francesco. Una delle piazze piรน belle dellโ€™Umbria la troviamo proprio a Narni ed รจ la piazza dei Priori: situata nella parte piรน alta della cittร , รจ incantevole con il suo palazzo dei Priori, la torre civica con la loggia del banditore e il Palazzo del Podestร . Oltre che in superficie la cittร  riserva sorprese emozionanti anche nel sottosuolo con il percorso della Narni sotterranea, un insieme di ipogei, scoperti soltanto recentemente, come acquedotti, cisterne, cunicoli e anche una sala delle torture risalente al periodo dellโ€™Inquisizione. Da non dimenticare, per le buone forchette, che Narni si trova nel cuore della zona del tartufo nero.

Stroncone, splendido borgo posto a guardia della valle ternana, nel Palazzo municipale ospita un tesoro di rara bellezza. Si tratta dei Corali, nove codici miniati risalenti al XIV secolo rivelatisi fondamentali non solo per arricchire la storia della paleografia musicale, ma anche quella dellโ€™arte.

Per Corali di Stroncone si intendono nove codici miniati su pergamena, databili intorno al XIV secolo, che furono rinvenuti nel 1883 dallo storico Luigi Lanzi in due chiese collegiate, quella di San Michele Arcangelo e quella di San Nicola. Formavano il Graduale e lโ€™Antifonario custoditi nelle due collegiate e alcuni lasciti testamentari inerenti alla loro realizzazione ci dicono che furono commissionati in piรน fasi, dal 1325 circa al 1400. Ma perchรฉ sono cosรฌ preziosi?

 

Libri per lโ€™officium chori

I libri corali erano codici di grandi dimensioni (alcuni, aperti, potevano raggiungere anche i 50 centimetri dโ€™altezza e i 60 di larghezza) fatti per essere appoggiati su grandi leggii a beneficio dellโ€™ufficiatura quotidiana del coro. Contenevano infatti le parti che dovevano essere cantate, scritte in lettere gotiche, e la notazione musicale. I Salmi, i Versetti, le Antifone e cosรฌ via erano solitamente scritte in minuscola nera, mentre le rubriche in minuscola rossa. Ma la vera meraviglia erano le lettere capitali, riprodotte coi colori piรน disparati e ornate da fregi e decorazioni pittoriche ispirati a scene bibliche e sacre.

I Corali di Stroncone non sono da meno e ci consentono di ammirare preziose miniature istoriate e arricchite di lamine in oro zecchino attribuibili, secondo alcuni studiosi, alla stessa mano che dipinse anche parte degli affreschi di San Pietro a Terni, tale e misterioso Maestro della Dormitio Virginis.

Un libro per ogni occasione

Ai corali venivano dati nomi diversi in base allโ€™uso: i nove di Stroncone si dividono infatti tra Graduali e Antifonari. I primi prendono probabilmente il nome dai gradini dellโ€™altare e contengono un certo numero di versetti che veniva cantato tra lโ€™Epistola e il Vangelo, mentre i secondi contenevano i canti per le ore diurne e per quelle notturne. Lโ€™Antiphonarium, tradizionalmente, si divideva infatti in nocturnale e in diurnale e vesperale: il primo conteneva mattutino e laudi, mentre nel secondo confluivano la prima, la terza, la sesta, la nona, vespro e compieta.

 


I preziosi codici miniati sono custoditi nel Palazzo comunale, aperto dal lunedรฌ al venerdรฌ dalle 9 alle 12.

Intervista con la docente e ricercatrice ternana, inserita tra le 1000 scienziate del mondo e nominata nel 2022 Foreign Adjunct Professor in geriatria traslazionale presso il Karolinska Institutet di Stoccolma.

Le eccellenze che rendono lโ€™Umbria eccellente nel mondo. La professoressa Patrizia Mecocci, ternana DOC, รจ una di queste. Per scrivere il suo curriculum servirebbero pagine e pagine, tanti sono i riconoscimenti, le ricerche e le pubblicazioni realizzate. Proverรฒ a riassumere per voi. La professoressa รจ una scienziata esperta degli aspetti clinici e biologici dellโ€™invecchiamento; รจ autrice, anche in collaborazione con prestigiosi centri di ricerca internazionali, di oltre 350 articoli scientifici e 30 monografie e capitoli di libri.

Oggi รจ a capo della Struttura Complessa di Geriatria dellโ€™Azienda Ospedaliera di Perugia ed รจ direttrice del Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica 1, oltre a essere Professore Ordinario di Gerontologia e Geriatria dellโ€™Universitร  degli Studi di Perugia.
Nel 2022 il Comitato Scientifico del Karolinska Institutet di Stoccolma lโ€™ha nominata Foreign Adjunct Professor in geriatria traslazionale, titolo attribuito a ricercatori con pubblicazioni di alto livello e riconosciuti come leader nel loro settore.
A fine 2023 รจ stata riconosciuta fra le mille migliori scienziate del mondo (26esima tra le ricercatrici italiane e 925 esima a livello mondiale) nella classifica stilata da Researach.com, una delle principali piattaforme accademiche che valuta i migliori ricercatori sulla base delle loro pubblicazioni. ยซรˆ un riscontro concreto del tanto lavoro fatto in questi anni. Inoltre, รจ anche una rivincita per le donneยป. Una carriera e un percorso di vita che fanno impallidire molti e che lโ€™hanno resa una figura di spicco, sia in Italia sia allโ€™estero.
Abbiamo parlato con lei di tanti argomenti, alcuni anche un poโ€™ fuori dagli schemi โ€“ dalla musica allo sport, dalle sue passioni ai diversi incarichi, fino ai suoi ultimi studi e al ruolo che le donne hanno nel mondo accademico – per conoscere Patrizia, non solo la professoressa Mecocci.

 

Professoressa Patrizia Mecocci

 

Professoressa la prima domanda รจ di routine: qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria?

Penso che sia la regione piรน bella dโ€™Italia. Amo molto lโ€™Umbria, la sua storia e la sua arte. รˆ stata la bellezza del panorama di Assisi – che vedevo dal mio vecchio studio quando lโ€™ospedale era ancora a Monteluce โ€“ a farmi lasciare gli Stati Uniti: lavoravo allโ€™Universitร  di Harvard e mi era stato offerto un contratto, perรฒ il richiamo di questo territorio รจ stato piรน forte. Forse il mio rapporto con lโ€™Umbria mi ha un poโ€™ tarpato le ali, magari la mia carriera sarebbe stata ancora piรน brillante se fossi rimasta negli Stati Uniti. Oppure no. Nella vita bisogna convincersi che le decisioni che si prendono sono quelle giuste, non serve avere rimpianti.

 

รˆ stata inserita tra le 1000 scienziate del mondo. La prima cosa che ha pensato quando ha ricevuto la notizia?

Non lo immaginavo assolutamente e per questo sono stata molto felice. รˆ un riscontro concreto del tanto lavoro fatto in questi anni, perchรฉ nella vita non sempre lโ€™impegno viene riconosciuto dagli altri e dalla societร . Inoltre, รจ anche una rivincita per le donne.

 

A tal proposito il suo commento dopo la nomina รจ stato: โ€œQuesto risultato mi porta a sperare che ci siano in futuro sempre piรน donne coinvolte come leader nellโ€™attivitร  di ricerca e che possano ottenere un sempre maggiore e meritato riconoscimento al loro impegnoโ€. Siamo ancora lontani dal renderlo normalitร ?

Siamo un poโ€™ meno lontani di quando ho iniziato la mia carriera. Ancora oggi purtroppo โ€“ ciรฒ mi fa ridere e allo stesso tempo arrabbiare – articoli pubblicati su prestigiose riviste scientifiche come Science o Nature hanno molto spesso la firma finale di un uomo, nonostante il lavoro di ricerca e il laboratorio sia stato portato avanti interamente da donne. Il senior, il capoprogetto, ancora oggi รจ quasi sempre un uomo; ci dovrebbero essere piรน donne a ricoprire questo incarico.

 

Secondo lei perchรฉ accade questo?

Perchรฉ gli uomini stanno in cima alla piramide, poi sotto ci sono le donne. Il vertice รจ ancora maschile. Penso perรฒ che diventerร  presto femminile perchรฉ, nellโ€™area biomedica le donne prevalgono come numero. Per cui sono convinta che โ€“ visto che i numeri sono dalla nostra parte – si romperร  il famoso tetto di cristallo.

 

In quanto donna si รจ dovuta impegnare maggiormente rispetto a un uomo per raggiungere i risultati che ha ottenuto? Ha avuto mai questa sensazione?

Assolutamente sรฌ. Se un uomo deve dimostrare di essere bravo, una donna deve dimostrare di essere molto brava: occorre sempre qualcosa in piรน. Quello che posso dire di positivo รจ che, nel mio percorso lavorativo, ho avuto pochi intralci, penso ai miei maestri che mi hanno lasciato libera di andare a fare ricerca dove volevo. Sono stata molto autonoma e questo รจ stato un grande vantaggio. Non tutte le mie colleghe hanno avuto โ€“ e hanno – queste possibilitร .

 

Cโ€™รจ lo studio di cui รจ piรน orgogliosa? Un traguardo di cui va piรน fiera?

Sicuramente lo studio che ho realizzato negli Stati Uniti: una ricerca veramente innovativa. Ho studiato una molecola che allโ€™epoca โ€“ parliamo del 1992/93 – non si trovava in commercio, quindi lโ€™ho sintetizzata da sola come fossi un chimico. Mi sono dovuta arrangiare, mi sembravo Maga Magรฒ (ride). Perรฒ alla fine, dopo mesi di fallimenti, ci sono riuscita, e questo per me รจ stato motivo dโ€™orgoglio. Ricordo ancora che, per 4-5 mesi, durante gli incontri con i ricercatori e con il professore referente, non riuscivo a presentare nessun risultato, mi sentivo umiliata e incapace; poi quando le cose hanno cominciato a funzionare e ho concluso lo studio รจ stata per me una grande soddisfazione, soprattutto perchรฉ avevo fatto tutto da sola.

 

Ha avuto sviluppi concreti questa ricerca?

Si รจ sviluppata nello studio del ruolo dello stress ossidativo nellโ€™invecchiamento cerebrale, nellโ€™invecchiamento in genere e nelle demenze. Da lรฌ poi sono partiti diversi studi.

 

A che punto รจ oggi la ricerca sullโ€™invecchiamento cerebrale e sulle malattie degenerative?

In questo momento ci stiamo focalizzando sugli aspetti legati alla senescenza che รจ il nucleo base di tante patologie cronico-degenerative come lโ€™Alzheimer, i tumori, lโ€™insufficienza respiratoria o lo scompenso cardiaco. Queste patologie si manifestano maggiormente con lโ€™invecchiamento, quindi il nostro scopo รจ quello di studiare dei marcatori attraverso il sangue per individuare i soggetti che avranno un invecchiamento piรน rapido (di conseguenza un elevato rischio di patologie cronico-degenerative) per provarne a fermare o rallentare lo sviluppo con farmaci giร  presenti in commercio o con molecole naturali.

 

Nessuno vuole invecchiare. Esistono pratiche quotidiane per ritardare lโ€™invecchiamento cerebrale?

Ci sono degli studi e dei gruppi di ricerca svedesi e finlandesi, con i quali collaboriamo, che stanno portando avanti dei progetti fondati sulla prevenzione della fragilitร . Si basano su esercizi di attivitร  fisica e di attivitร  di stimolazione cognitiva, come i giochi che tengono attivo il cervello. Inoltre, รจ importante favorire la socializzazione e la socialitร , bisogna stare in compagnia, e occorre optare per unโ€™alimentazione ricca di frutta, verdura, pesce e bere molta acqua. Una dieta il piรน equilibrata possibile perchรฉ spesso, invecchiando, le persone tendono ad alimentarsi male: penso agli anziani che la sera mangiano caffรจ dโ€™orzo, latte e biscotti, e questo non รจ salubre.

 

La professoressa con il suo gruppo di lavoro

 

Preferisce il laboratorio, la corsia o le aule universitarie?

Il top per me รจ la ricerca, mi dร  tanta soddisfazione. Mi piace anche la corsia perchรฉ ti mette in relazione con le persone e sโ€™impara tanto; il difficile perรฒ รจ soddisfare le aspettative dei pazienti e dare loro le risposte giuste di cui hanno bisogno. Trovo interessante anche la didattica, solo che negli ultimi anni si percepisce molto un atteggiamento di diffidenza verso i docenti e si รจ creata unโ€™atmosfera molto basata sui giudizi, dei professori verso gli studenti e degli studenti verso i professori. Si ha la sensazione di vivere sempre sotto esame che svaluta quello che รจ il vero ruolo dellโ€™Universitร . Mi spiego. Il nucleo non รจ solo superare test o verifiche, ma creare un rapporto fra studenti e docente, in modo tale che questโ€™ultimo trasmetta e condivida ciรฒ che ha imparato nel corso della sua vita; invece nellโ€™aria spesso si respira solo lโ€™incubo dellโ€™esame, di finire il corso nel piรน breve tempo possibile, del rapporto con il docente spesso percepito solo come un esaminatore. Ciรฒ impoverisce tutto, mentre lโ€™Universitร  deve essere un luogo dove le diverse generazioni si relazionano e scambiano idee. Mi piacerebbe tanto che docenti e studenti sentissero lโ€™Universitร  come un luogo di cultura e non un esamificio.

 

Chi รจ Patrizia quando si toglie il camice? Cosa le piace fare?

Mi piace leggere romanzi, studiare storia e storia dellโ€™arte, visitare musei, mostre, andare al cinema e a teatro. Apprezzo tutto ciรฒ che รจ artistico anche se non so assolutamente disegnare o dipingere. Adoro anche viaggiare, scoprire altri Paesi e altre persone.

 

Nella sua vita non puรฒ fare a meno diโ€ฆ

Della musica e degli amici.

 

Ora sono curiosa: che musica ascolta?

Di tutto: dalla classica al rock degli anni โ€™80-โ€™90. Mi piace il cantautorato italiano, mentre tra le nuove generazioni rock apprezzo i Greta Van Fleet: a luglio saranno in concerto a Mantova, se ce la faccio mi piacerebbe andare.

 

La professoressa Mecocci durante un viaggio in Bolivia

 

Ho letto che รจ anche appassionata di calcio: per che squadra tifa?

Tifo Ternana e Inter, ma le seguo meno perchรฉ il calcio di oggi รจ deludente. I giocatori cambiano continuamente casacca per cui non sai mai se quel giocatore gioca con la tua squadra o con la squadra avversaria, ascoltare una partita alla radio diventa difficile. รˆ un mondo gonfiato e pieno di soldi, per questo non mi diverte piรน, perรฒ fino a una decina di anni fa mi piaceva molto.

 

รˆ vero che da piccola era la mascotte della Ternana?

Fino alla terza media sono stata una mascotte delle Fere e ho continuato a seguire la Ternana anche per tutto il periodo del liceo, andavo allo stadio. Poi, durante lโ€™universitร  ho rallentato. Ora seguo molto la pallavolo e il rugby.

 

Tifa per la Sir, anche se รจ di Perugia?

Sรฌ, se vince sono contenta. Quando una squadra รจ forte le si deve comunque riconoscere i meriti (ride).

 

Lo fa ancora lโ€™album delle figurine?

Adesso non piรน, ma da ragazzina facevo lโ€™album dei calciatori.

 

Ha realizzato i suoi sogni? Quando era bambina giร  si immaginava medico? ย 

Giร  a quattro anni dicevo a tutti che da grande avrei fatto il medico, mentre non pensavo assolutamente alla carriera accademica. Quella รจ iniziata in modo casuale con lโ€™opportunitร  di fare un dottorato di ricerca subito dopo la laurea, prima in Svezia e poi negli Stati Uniti. Questo mi ha svoltato la vita. Tutti dovrebbero provare ciรฒ che gli piace, per questo non trovo giusto il test dโ€™ingresso alla facoltร  di Medicina, che spesso blocca i sogni di un diciottenne. Un giovane dovrebbe iniziare gli studi, poi se capisce che non รจ la strada giusta, smette o cambia facoltร .

 

Non crede che i test possano fare una scrematura?

I test dโ€™ingresso non selezionano i migliori, lo dico da docente che ha visto arrivare alla laurea anche persone mediocri. Spesso mi chiedo come abbiano fatto a superare lโ€™ammissione: questo dimostra che il test non seleziona i migliori, la meritocrazia รจ ben altro.

 

Quale consiglio darebbe ai ragazzi, in particolar modo alle giovani donne, che vogliono intraprendere il suo mestiere?

Di avere costanza, di non farsi sottomettere da nessuno. Se si ha unโ€™idea buona va portata avanti, non avere paura di sbagliare e non mollare alla prima difficoltร . Bisogna andare avanti con competenza e studiare. Inoltre, smetterla di pensare sempre che ci sono quelli piรน fortunati o piรน raccomandati.

 

Proprio come faceva Pietro Mennea. รˆ ancora lui il suo mito o รจ cambiato?

No, รจ sempre lui. Mennea aveva una struttura fisica alla quale non avresti dato un soldo di fiducia. Lui perรฒ si รจ allenato con costanza e tenacia, e ha trasformato il suo fisico mingherlino. รˆ una persona che ha detto: ยซSe io voglio, possoยป. Non รจ sempre detto che questo riesca a tutti, perรฒ lui ha dimostrato che se si vuole qualcosa si puรฒ ottenere. Era anche una persona molto intelligente perchรฉ ha conseguito – se non sbaglio – quattro o cinque lauree.

 

Lei si รจ rivista in questo atteggiamento?

Lui รจ un livello molto superiore (ride). Pensi, ogni volta che rivedo le sue gare mi commuovo.

 

Ultima domanda: qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando allโ€™Umbria?

Lโ€™Umbria รจ una regione bellissima, straordinaria e unica, ma si visita con difficoltร  perchรฉ non ha buoni collegamenti stradali e ferroviari e su questo si deve impegnare di piรน. I turisti che vengo qui, vedono dei posti unici, ma compiono unโ€™impresa titanica. Va resa piรน fruibile.

Stroncone rappresenta lโ€™Umbria nellโ€™edizione 2024 de โ€œIl Borgo dei Borghiโ€, il format legato al programma Kilimangiaro in onda su Rai3. รˆ possibile votare la cittadina umbra fino al 17 marzo 2024. CLICCA QUI PER VOTARE.

Stroncone รจ un borgo medioevale (fa parte dei Borghi piรน Belli dโ€™Italia) arroccato su uno sperone di roccia e domina dallโ€™alto la valle ternana, ai confini tra Lazio e Umbria. รˆ probabile che lโ€™insediamento sia sorto nellโ€™Alto Medioevo, tra i secoli VII-VIII, a partire da una torre dโ€™avvistamento posta a guardia dellโ€™asse viario che collegava la via Flaminia e uno dei tracciati secondari della Salaria.

 

Stroncone

 

Stroncone conserva, quasi inalterato, lโ€™aspetto di un borgo fortificato medievale. Appena fuori le mura, in Piazza della Libertร  (entrata principale della cittadina) si puรฒ ammirare la cinquecentesca fontana delle Tre Tazze. Il Museo di Storia Naturale, sotto la piazza, custodisce al suo interno numerosi reperti che narrano la storia del territorio dal Giurassico fino al Pleistocene. La porta Principale, o Maggiore, immette in Piazza San Giovanni, dove si trovano il pozzo medievale, con relativa cisterna sottostantee, e lโ€™Oratorio di San Giovanni Decollato, un autentico gioiello di arte barocca, che conserva affreschi raffiguranti storie della vita del Santo.
Allโ€™interno del borgo, caratterizzato da stradine strette e tortuose, sorge la chiesa di San Nicolรฒ che si affaccia su un ampio sagrato, un tempo sede delle assemblee popolari: al suo interno si puรฒ ammirare una tavola dellโ€™Incoronazione della Vergine, opera di Rinaldo di Calvi, uno dei migliori allievi dello Spagna.

 

Palazzo Comunale

 

Il Palazzo Comunale, formato dallโ€™unione dellโ€™antico Palazzo dei Priori del XIII secolo e del Palazzo Apostolico, costruito intorno al 1500, custodisce al suo interno numerose opere dโ€™arte, tra cui i preziosi Corali di Stroncone, nove codici liturgico-musicali su pergamena databili al XIV secolo, arricchiti da pregevoli miniature. In Piazza della Torre si affaccia lโ€™oratorio della Madonna del Gonfalone, mentre in Via Vici si trovano lโ€™omonimo Palazzo e la cappella di Santa Maria della Neve o della Porta di Sotto, che conserva al suo interno un altare del primo Barocco. Il Sacrario delle Armi, in Via Contessa, espone cimeli storici, armi bianche e materiale dโ€™armamento donato nel corso dei secoli dagli abitanti del borgo.

Poco fuori dal centro storico, si trova il Convento di San Francesco. Allโ€™interno della chiesa sono conservati affreschi del primo Quattrocento, tra cui una delle piรน antiche rappresentazioni di San Francesco e lโ€™urna con il corpo del Beato Antonio Vici, patrono di Stroncone. Nelle immediate vicinanze, si trovano il Monastero benedettino di San Simeone e i resti dellโ€™Abbazia di San Benedetto in Fundis.

 

Convento di San Francesco

 

Nei dintorni del borgo sorgono anche le 4 frazioni di epoca medievale: Aguzzo, Coppe, Finocchieto e Vasciano. Alle pendici del monte Macchialunga si trova la localitร  turistica de I Prati, unโ€™oasi naturalistica che offre la possibilitร  di praticare numerose attivitร  outdoor. Stroncone รจ meta di pellegrini: per il borgo passa La via di Francesco, Il cammino dei Protomartiri francescani e il Cammino di Santโ€™Antonio da Padova. Nel borgo si celebrano numerosi eventi legati alla tradizione locale e al territorio, come L’Agosto Stronconese, la Festa della Castagna e Pane e Olio. Prodotto tipico รจ il Pane di Stroncone, privo di sale ma estremamente gustoso e fragrante. Il territorio ha inoltre una plurisecolare tradizione olivicola e i castagni secolari di Cimitelle offrono gustosi marroni.

Dal 10 marzo al 9 giugno 2024 la Galleria Nazionale dellโ€™Umbria dedica una grande mostra al Maestro di San Francesco, figura misteriosa dellโ€™arte italiana di cui ancora oggi si ignora lโ€™identitร .

Lโ€™enigmatico Maestro che ha lavorato nel Centro Italia รจ fra gli artisti piรน emblematici del Duecento, dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue.

La mostra, Lโ€™enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro, ne rivela il talento e lโ€™ascendente attraverso una preziosa collezione di sessanta opere, molte di ritorno in Umbria per la prima volta da prestigiose istituzioni museali italiane ed estere come il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Metropolitan Museum di New York e la National Gallery di Washington. Attraverso una suggestiva esposizione la GNU invita i suoi visitatori a compiere un affascinante viaggio nello stil novo del Duecento umbro.

 

Il percorso espositivo include anche molte altre opere dello stesso periodo e di autori comprimari a testimoniare lโ€™influenza del Maestro e la ricca polifonia creativa di un secolo di rivoluzioni culturali e religiose che proprio nella terra di San Francesco trova una zona dโ€™elezione per esprimersi.

 


Scopri come acquistare il tuo biglietto e prenotare la tua visita guidata su gallerianazionaledellumbria.it

Partita la nuova campagna video dellโ€™Unione dei Comuni. โ€œUnicitร  e qualitร  i nostri punti di forzaโ€.

Viaggio in pillole alla scoperta delle gemme nascoste nel territorio del Trasimeno. Eโ€™ partita da alcuni giorni la nuova campagna video promossa dallโ€™Unione dei Comuni del Trasimeno per veicolare soprattutto sui canali social gli aspetti piรน attrattivi dellโ€™area.

Sedici brevi filmati, della durata di 1 minuto circa ciascuno, dedicati agli otto comuni dellโ€™Unione (Castiglione del Lago, Magione, Cittร  della Pieve, Panicale, Passignano, Piegaro, Tuoro sul Trasimeno e Paciano) e alle loro peculiaritร . Telecamere dunque accese sui migliori volti di questo territorio e che insieme lo rendono unico. I video vogliono offrire la possibilitร , anche a distanza, di godere di luoghi incantevoli, apprendere aneddoti e chicche insolite che spesso sfuggono all’attenzione dei turisti, se non degli stessi residenti.

โ€œQuesta campagna โ€“ spiegano dallโ€™Unione – รจ parte di unโ€™azione promozionale piรน ampia, voluta dallโ€™Ente, ed in particolare dall’Area Turismo, che prevede la realizzazione di una comunicazione strategica e integrata, attraverso l’utilizzo dei social media, al fine di promuovere la destinazione turistica Trasimeno ed i suoi principali eventi e manifestazioni. E qualificarla come attrattore turistico caratterizzato da elementi di unicitร  e qualitร : posizione centrale, numerositร  di attrattori culturali, attivitร  outdoor e qualitร  della vita, territorio rappresentativo del made in Umbriaโ€.

 


I video sono e saranno condivisi sulle pagine social (Facebook e Instagram) dellโ€™Unione dei Comuni: https://www.facebook.com/iltrasimeno/ ; https://www.instagram.com/il_trasimeno/

Sul sito di informazione turistica dellโ€™Unione : https://trasimenoapp.com/video/

E sul canale YouTube dellโ€™Unione https://www.youtube.com/channel/UC6PUA9toWZZI2vS8wCmBs7A

 

Lโ€™attore e regista Gianluca Foresi ci ha regalato la sua personale descrizione di Orvieto, un girovagare per la cittร  tra monumenti, storia, odori e sapori. Unโ€™Orvieto come non lโ€™avete mai vista!

Chiamatemi orvietano. Non vi paia questo un altezzoso esercizio narcisistico o un supponente timbro identitario, che vuole la stirpe urbevetana essere superiore in censo e nobile per nascita. รˆ solo un umile omaggio a un viaggiatore, Ismaele, che quando lโ€™animo gli si volge alla melanconia, non ha altro rimedio e panacea che mettersi per viaggio e andar per mare. E quando anchโ€™io non per diporto o ferie drizzo la prua della mia automobile verso terre lontane, chรฉ lo faccio invece per mestiere, e volgo lo sguardo alla Rupe che tutto sovrasta e domina, giร  pochi chilometri trascorsi, sento nascere dentro di me la nostalgia e lโ€™amore per questo luogo ingombrante.

 

Veduta di Orvieto

 

Non si angoscino i miei concittadini: non ingombrante, perchรฉ pesante e fastidioso. Ingombrante per la sua storia, chรฉ nonostante il suo essere poco piรน di un borgo, ma non della Mancha, sul proprio suolo ha visto alternarsi eretici, architetti, pittori, filosofi, papi e financo imbonitori. I catari, a Orvieto conosciuti come patari (da qui la Strada Patarina), che qui hanno innalzato un baluardo contro la Santa Madre Chiesa; Lorenzo Maitani, che ha dato slancio ai marmi di una cattedrale a sostegno dellโ€™emo-miracolo; Luca lโ€™affrescatore, di cui non mi sovviene il cognome – โ€ฆ sarร  un lapsus, vero Sigmund? – colpito anche tu dalla stessa dimenticanza, dopo averne ammirato il ciclo pittorico nella cappella del Duomo, ne hai magistralmente raccontato in Psicopatologia della vita quotidiana; e immagino gli appunti sul comodino della tua camera dโ€™albergo in Corso Cavour.

 

Affreschi di Luca Signorelli nel Duomo di Orvieto. Foto di Eleonora Cesaretti

 

Orvieto crocevia di esperienze e di speranze, come quella di Gerolamo Ferrante detto lโ€™Orvietano, che nel 1603 ottenne dal comune la licenza a vendere un elisir, che famoso lo rese fino alla corte del Re Sole e onorato nelle lettere da Manzoni, Balzac, Moliรจre e Walter Scott; un elisir che se fosse venduto ai nostri giorni al mercato di Piazza del Popolo, ne sentiremmo gridare insieme a โ€œSignoโ€™, guardate che pommidoriโ€, โ€œCโ€™emo lโ€™impermiabbili peโ€™ la pioggia e le elastiche peโ€™ le mutandeโ€ e al cacio che โ€œfarebbe resuscitaโ€™ anche le morteโ€. รˆ un coro polifonico รก la Dostoevskji il mercato di Orvieto, in cui le voci rimbalzano da un banco allโ€™altro come arringhe in un tribunale a difesa della propria merce e svilimento dellโ€™altrui. Opimo di profumi, di sapori e il popolo vi pascola, chi indolente, chi schizofrenico, fra primizie che poi planeranno sulle tavole e sui banchetti di questi Etruschi 2.0.

รˆ un formicolare il mercato, che poi si irradia per i vicoli, le strade e i boulevard (perdonami, Haussmannโ€ฆ), Corso Cavour e Via del Duomo, dove si impastano sguardi indagatori e voraci, perchรฉ sullโ€™Urbe il pettegolezzo รจ unโ€™arte, filosofia di vita degli altri, รจ la chiacchieraย heideggeriana che dร  la misura allโ€™Essere e la dimensione e giustificazione al Tempo. Ma trattasi non di semplice intrusione nella vita altrui, piuttosto di una cura, un omaggio, unโ€™attenzione che si pone a chi il proprio destino ha intrecciato al nostro, e come si intrecciano i destini degli uomini, cosรฌ fanno quelli delle strade. Perciรฒ tu, appassionato lettore, seguimi: vieni a gustare cornetti e cappelletti, insaccati e pasta fresca, odori di vigneti e fragranze di tozzetti. Lo so, cโ€™hai preso gusto, e come te anche Orvieto, tanto che proprio qui nel lontano 1992 รจ nata la condotta Slow Food e da quel momento sulla Rupe, ma anche sotto, tutto รจ slow, tutto รจ lento, un tripudio di lentezza: ospedali, teatri, cattedrali, sembra di ritornare al ritmo della fabriceria, quando in quella che oggi รจ Piazza del Duomo, il lento incedere del tempo veniva scandito dal Maurizio, un automa che dettava le ore e i quarti agli operai e diceva loro: Adesso lavora, adesso riposa, adesso riposa, adesso lavora. Don, don, don. Lo stesso automa che anche oggi batte metallicamente il maglio sulla campana e detta al turista il suo tempo: adesso dormi, adesso destati.

 

Palazzo dei Sette, foto di Eleonora Cesaretti

 

Quel turista che giunge sulla Rupe dallโ€™Oriente lungo la via della Carbonara o dal nuovo mondo a scoprire i Fettucciniii con tartuffffi e il panini al prisgiutto di cinghiale. Ma non di solo pane vive lโ€™uomo, chรฉ un altro impasto prezioso nasce in questa terra, una tradizione fatta dโ€™argilla e forgiata negli antichi forni al tempo dei Lucumoni e poi dei podestร . Buccheri con atleti, teste di madonne e di messeri su smalti gialli, cervi in volo su sfondi verdi immortalano unโ€™iconografia che ancora ci illuse e oggi ci illude. E guardandoli fissi ci si perde nel vortice dei dettagli ed รจ quasi una vertigine, come quella che prende chi per la prima volta sโ€™affaccia ai finestroni umidi del Pozzo di San Patrizio: proverbiale รจ la sua profonditร  e il numero delle scale che si intrecciano e si sovrappongono per farci guadagnare la discesa e faticare la salita. Il desiderio piรน gettonato che gli olimpionici turisti sembrano richiedere รจ quello di un lieve riaffiorare in superficie. E guardando e rimirando lโ€™orrifica struttura che si evince dai disegni, ovvero una doppia scala elicoidale, due volgari scale a chiocciola sovrapposte, immagino, con lโ€™alta fantasia a cui non manca possa, che un giorno a tavola sorseggiando del vino, giร  rinomato e voluto dal Signorelli – Danke, Doktor Freud –ย  a emolumento parziale dei suoi servigi e della sua arte, il giovane Sangallo sia rimasto folgorato da un torcolo di farina, olio, prosciutto e pecorino arrotolato su se stesso, una lumachella. Eureka!, avrebbe potuto esclamare, per poi chinarsi a trasporre tutto sulla carta. E infine in pietra.

 

Il Pozzo di San Patrizio, foto di Eleonora Cesaretti

 

Potrร  sembrarvi tutto questo un elogio della follia, ma non vi paia poi cosรฌ improbabile nel luogo dove gran parte dellโ€™economia, della prosperitร , della fortuna e del futuro ha avuto origine da un lontano evento, chรฉ nonostante il Miracolo Eucaristico sia avvenuto a Bolsena, รจ solo grazie al Social Media Manager ante-litteram con sede in Orvieto, papa Urbano IV, se รจ diventato una ricorrenza festeggiata da tutta la cristianitร : Il Corpus Domini.

 


Per scoprire il dialetto orvietano

Il cuore verde dโ€™Italia batte al ritmo della storia a Todi dal 15 al 17 marzo 2024.

Tre giornate indimenticabili per gli amanti dell’antichitร . Dal 15 al 17 marzo Todi ospiterร  alcuni tra i piรน grandi nomi legati all’archeologia e alla storia antica. Sede dell’evento sarร  la Sala del Consiglio del Palazzo del Capitano.ย 

Si inizia venerdรฌ alle 17.30 con Giovanni Brizzi, uno dei maggiori esperti di storia annibalica e storia militare antica, che presenterร  per la prima volta in Umbria il suo ultimo lavoro: Imperium. Il potere a Roma (Laterza 2024). Venerdรฌ sera al Teatro Comunale si terrร  una lezione di Umberto Galimberti, psicanalista e filosofo, che guiderร  il pubblico in una riflessione sul rapporto tra essere umano e tecnica, partendo da una provocazione: non รจ piรน l’umano a governare la tecnica, ma รจ la tecnica a governare l’umano.

La giornata di sabato si aprirร  con Costantino d’Orazio, il nuovo Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e dei Musei Nazionali di Perugia – Direzione Regionale Musei Umbria, con un intervento dedicato al patrimonio umbro (La sottile linea dโ€™Umbria, tra Antico e Contemporaneo). Sarร  poi il turno dell’archeologia con Marcella Frangipane, che porterร  a Todi la sua preziosa e illustre esperienza e riconosciuta abilitร  nel “far parlare gli oggetti”, raccontando come i frammenti archeologici siano tesori inestimabili per ricostruire la storia delle antiche civiltร  (Un frammento alla volta: gli oggetti che raccontano la Storia). Chiude la mattinata Andrea Carandini, che presenterร  il suo ultimo libro Io, Nerone (Laterza 2023).

Il pomeriggio prosegue all’insegna della storia romana, alla scoperta di altri due imperatori: Vespasiano, l’inaspettato salvatore dell’impero, con la lezione Arnaldo Marcone e Commodo, l’imperatore gladiatore, nell’intervento di Livio Zerbini.

Domenica mattina sarร  interamente dedicata a Todi. Si inizia con Valentino Nizzo con la lezione Tuder/Tular: cittร , persone, confini, per proseguire poi con Enrico Zuddas che racconterร  il ruolo di Todi nel Bellum perusinum (Il Bellum perusinum e la colonia di Tuder) per concludere la sessione con Nicoletta Paolucci che illustrerร  uno dei tesori tuderti: le cisterne romane.

Nel pomeriggio ci si sposta nell’Italia pre-romana. Si inizia con il glottologo Augusto Ancillotti, che parlerร  del rapporto tra Todi e il Tevere a partire da quello che ci svelano i nomi stessi dei luoghi. A seguire, Paolo Giulierini ci porterร  sulle tracce degli antichi popoli italici a partire dal suo ultimo libro L’Italia prima di Roma (Rizzoli 2023). A concludere Nicola Mastronardi con l’intervento I Sanniti e la nascita di Italia.ย 

Non solo lezioni. Nei giorni del Festival sarร  allestita una Fiera del Libro in collaborazione con la Libreria Ubik di Todi. Dal 15 al 17 marzo nella Sala delle Pietre di Palazzo del Capitano sarร  quindi disponibile un’accurata selezione di grandi classici e delle ultime novitร  inerenti al mondo antico.ย 

Alla scoperta del patrimonio tuderte. Il Festival in collaborazione con il Comune di Todi darร  la possibilitร  ai partecipanti di partecipare a due speciali visite guidate gratuite per conoscere i tesori antichi di Todi: sabato 16 marzo alle 15.30 alle Cisterne romane, una eccezionale opera di architettura idrica databile alla seconda metร  del I sec. a.C. e domenica 17 marzo alle 15.30 al Museo Civico della cittร .

 


I posti per le visite sono limitati ed รจ necessario prenotare a info@festivalumbriantica.it

รˆ online il programma del Festival

 

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