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Intervista con lโ€™ex calciatore perugino, un vero idolo per tanti tifosi degli anni โ€˜90. Perugia e Juventus le sue squadre del cuore.

Erano diversi anni che cercavo di intervistare Fabrizio Ravanelli, e alla fine ci sono riuscita. Poche domande ma molto dirette, alle quali ha risposto in modo schietto.
Lโ€™ex calciatore, a Perugia (cittร  in cui รจ nato e vive), in Umbria, in Italia e anche in Europa non ha bisogno di presentazioni; la sua carriera – iniziata nei primi anni โ€™80 con il Grifo e proseguita con Juve, Lazio, Middlesbrough e Olympique Marsiglia, per citarne alcune – parla da sola. Un palmarรจs che conta scudetti, Supercoppe, una Champions League e una Coppa UEFA, ma soprattutto รจ stato un idolo per tanti tifosi di calcio negli anni โ€™90, quando le magliette erano piรน larghe e le esultanze non avevano il copyright.
Oggi lo troviamo spesso in televisione come opinionista o in giro con la sua amata bici. ยซAttualmente la bicicletta รจ la mia grande passione, le dedico molto del mio tempo libero: mi fa sentire un ventenne e mi fa star bene fisicamenteยป. Chissร  se un giorno lo vedremo anche sulla panchina del Perugia? Ma andiamo con ordineโ€ฆ

 

Fabrizio Ravanelli. Foto da Instagram

 

Fabrizio, qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria?

Per me lโ€™Umbria รจ un luogo speciale: ci sono nato, sono qui le mie radici e Perugia โ€“ che รจ bellissima – รจ la mia cittร . Lโ€™Umbria รจ il cuore verde dโ€™Italia, e non credo ci sia un posto piรน bello in cui vivere.

 

La maglia della Juve, della Nazionale o del Perugia: quale tra queste lโ€™ha sentita piรน sua?

Non cโ€™รจ una classifica. Tutte e tre sono state importanti, fondamentali per la mia carriera e lโ€™hanno rappresentata appieno. Il Perugia รจ la squadra della mia cittร , la squadra che mi ha lanciato, quella da dove sono partito (nel settore giovanile) e dove ho chiuso la carriera. La Juventus invece รจ la squadra del mio cuore, ho sempre tifato Juve sin da piccolo e arrivare a essere protagonista e a vincere tutto con la sua maglia รจ stato qualcosa di straordinario. La Juve mi ha lanciato nel grande calcio, mi ha dato lโ€™opportunitร  di mettermi in mostra e con lei ho vinto tantissimo: dalla Champions League allโ€™Europa League (allโ€™epoca Coppa UEFA) dagli scudetti alla Supercoppa italiana, fino alla Supercoppa UEFA. Infine, indossare la maglia azzurra รจ stato un onore, perchรฉ rappresentare il tuo Paese nel mondo, credo sia il sogno di qualsiasi sportivo.

 

Come diceva, ha concluso la sua carriera con il Perugia, รจ un poโ€™ un cerchio che si รจ chiusoโ€ฆ

Esatto. Terminare la mia carriera calcistica con il Perugia รจ stata la chiusura del cerchio. Era il sogno del mio povero papร  che si รจ avverato. รˆ stato bellissimo iniziare e finire a Perugia, perchรฉ comunque il Grifo รจ – e sarร  – sempre una parte importante di me.

 

Ravanelli con la maglia del Perugia. Foto da Instagram

 

Le hanno mai proposto di allenarlo? Lo farebbe?

Cโ€™รจ stato un momento in cui ci sono andato vicino, ma mai in maniera concreta. Oggi sicuramente รจ unโ€™utopia per me, รจ impossibile. Se dovesse accadere in futuro, avverrร  sicuramente con unโ€™altra societร , non con questa attuale.

 

Kylian Mbappรฉ ha messo il copyright sulla sua esultanza. Lei quando segnava si copriva la faccia con la maglia, unโ€™immagine iconica degli anni โ€˜90: non lโ€™ha messa sotto copyright?

La mia esultanza non ha assolutamente il copyright (ride). รˆ nata dopo un gol contro il Napoli, รจ stato un gesto istintivo.

 

La sua iconica esultanza

 

Porta avanti dei progetti di solidarietร  insieme a degli ex compagni: Juventus Legends e Azzurri Stars. Di cosa si tratta?

Con Juventus Legends e Azzurri Stars portiamo avanti dei progetti benefici: quando veniamo chiamati rispondiamo sempre presente. Con la nostra presenza e i nostri progetti possiamo aiutare chi ha veramente bisogno.

 

รˆ un grande appassionato di bicicletta, ha altri hobby?

Attualmente la bicicletta รจ la mia grande passione, le dedico molto del mio tempo libero: mi fa sentire ancora un ventenne e mi fa star bene fisicamente. Il lavoro mi porta spesso lontano, ma quando sono a casa sto con i miei figli – anche loro giocano a calcio โ€“ e con mia moglie: loro sono la parte piรน importante della mia vita.

 

Questa domanda non posso non fargliela. รˆ stata la โ€œsua Juventusโ€ nel 1996 โ€“ con un suo gol – ad alzare lโ€™ultima Coppa dei Campioni/Champions Leagueโ€ฆ poi questa impresa non รจ si piรน verificata. Ciรฒ la inorgoglisce?

Alzare la Champions League รจ qualcosa di unico, รจ il sogno di tutti i calciatori. รˆ la competizione piรน importante dโ€™Europa e dร  la possibilitร  di farsi conoscere nel mondo. Vincerla con la Juve nel 1996 (il 22 maggio) con un mio gol รจ stato bellissimo e indimenticabile: questo ancora oggi mi riempie dโ€™orgoglio e credo che tutti i tifosi juventini si ricordino di quella grandissima squadra. Poi certo, se la Juve ha perso le successive finali รจ stata veramente sfortuna; mi dispiace molto e vorrei vederla rivincere la Champions il prima possibile.

 

Ultima domanda: la prima cosa che le viene in mente pensando allโ€™Umbriaโ€ฆ

Penso sicuramente alla campagna, alla qualitร  della vita e a tutte quelle cose che ho vissuto in gioventรน in maniera spensierata come il lago Trasimeno, Perugia e le vasche fatte in corso Vannucci. Lo ribadisco: penso che lโ€™Umbria sia uno dei posti piรน belli dโ€™Italia.

Umbria Fashion รจ un format che ho creato nel 2023: una vetrina per la moda umbra, un salotto dove confrontarsi e discutere del mondo fashion, ma soprattutto una passerella in cui i giovani emergenti possono formarsi e venire in contatto con le tante maestranze della regione. La seconda edizione andrร  in scena a Perugia il 19-20 ottobre 2024 e per accompagnarvi allโ€™evento ho pensato di raccontarvi la moda a modo mio, in questa rubrica allโ€™interno di AboutUmbria. Passato, presente e futuro di questo sfavillante mondo, ma anche pillole e curiositร โ€ฆ per farvi scoprire le tante realtร  umbre, spesso sconosciute ai piรน!

 

Nella prima puntata di Umbria Fashion vi parlo dellโ€™Umbria tessile con le sue antiche lavorazioni, perchรฉ se gli inglesi chiamano la zona del Trasimeno The Cashmere Valley, un motivo cโ€™รจ.
รˆ proprio nel DNA di questa regione la vocazione alla maglieria e alla confezione di prodotti pregiati che hanno formato e consolidato 500 aziende specializzate nella lavorazione del piรน nobile e ricercato dei filati. Estimatori della bellezza e cultura vengono da tutto il mondo per visitare i tesori dโ€™arte e le bellezze naturali dellโ€™Umbria, ma anche per lo shopping.
Lโ€™Umbria รจ una delle regioni italiane che vanta il maggior numero di adesioni al sistema di tracciabilitร  ITF – Italian Textile Fashion, che rappresenta una scelta di trasparenza e denota la volontร  di valorizzare il grande patrimonio di professionalitร  e artigianalitร  che ne caratterizza le imprese. Lโ€™etichetta ITF รจ una garanzia per il consumatore, che sa di aver acquistato un capo originale senza alcuna contraffazione, ma anche per il produttore che puรฒ costruire il suo vantaggio competitivo puntando su qualitร  ed etica.

 

Il punto umbro, detto anche Sorbello. Foto Casa Museo di Palazzo Sorbello

Antiche lavorazioni

In Umbria sono tuttora attivi molti laboratori artigianali in cui la produzione si basa sullโ€™uso di tecniche e rari macchinari, come il telaio Jacquard di fine Ottocento: lโ€™arte della tessitura, del ricamo e del merletto nella regione ha differenti tradizioni e peculiaritร . La tessitura รจ caratterizzata, a Perugia per esempio, nel tipico ricamo dellโ€™emblema della cittร : il Grifo, o dei motivi geometrici medievali e rinascimentali; a Cittร  di Castello e Montefalco la peculiaritร  sono i tessuti finemente lavorati a mano; a Panicale il ricamo su tulle – introdotto allโ€™inizio del secolo scorso – e quello su tessuto che le suore Clarisse di Assisi giร  praticavano nel Duecento, avendolo forse ereditato dai cristiani Copti; mentre a Orvieto รจ la lavorazione del merletto a rappresentare la produzione piรน superba, con lโ€™Ars Wetana, nata nel 1907 per iniziativa degli aristocratici.

Che lโ€™industria tessile sia un simbolo della storia dellโ€™Umbria lo testimonia anche il fatto che i tessuti sono stati protagonisti della vita di uno dei suoi personaggi di spicco, San Francesco dโ€™Assisi: il padre, Pietro di Bernardone, era mercante di stoffe preziose. Il Santo si spogliรฒ di quei meravigliosi tessuti nella piazza di Foligno, quando decise di abbracciare Sorella Povertร . Otto secoli dopo, il tessile umbro รจ rimasto uno dei settori fiorenti della regione. Un successo che si deve alla capacitร  delle aziende umbre di valorizzare il proprio patrimonio storico di eccellenze artigianali, in particolare nella maglieria, un segmento produttivo che ha sostenuto la crescita globale di alcuni noti marchi, generando le commesse di marchi internazionali del lusso e dando vita a una fitta rete di fasonisti specializzati in alta gamma.

Andrea Sbarretti lo aveva anticipato a giugno 2023, nella storica sala cinematografica Mario Monicelli di Narni al termine dellโ€™anteprima del docufilm Su queste Montagne. Tra i prossimi impegni, aveva quello di un sequel del suo quinto film Il Lento Inverno. ยซPiuttosto una denuncia, Norcia sei anni dopo โ€“ aveva precisato il regista โ€“ ย del dopo terremoto raccontato nel film, la Norcia ancora incompleta nella ricostruzioneยป.

Titolato Il terremoto di Norciaย il nuovo lungometraggio sarร  proiettato il 12 aprile 2024, alle ore 21.00, sempre al Monicelli di Narni. Occasione per ripercorrere la storia di un regista indipendente umbro. Della sua scelta stilistica di raccontare quei paesaggi che il cinema attuale, ormai, relega sempre piรน in pochissime inquadrature e di preferire protagonisti che nel film interpretano se stessi.

 

Castelluccio di Norcia. Photo courtesy Andrea Sbarretti

 

Al tempo della mia prima intervista ad Andrea Sbarretti del 2017 stavano andando forti i 33 capitoli di Io Riflettoย un docufilm la cui prima puntata era stata girata a Civitella del lago, Guardea e Montecchio, 3 paesi poco conosciuti dellโ€™Orvietano. ยซLโ€™idea era proprio quella di raccontare piccole realtร  dellโ€™Umbria, attraverso la vita dei protagonistiยป.ย Il filo conduttore di quel documentario itinerante Sbarretti lo spiegรฒ come una ยซmaniacale presentazione della topografia dei luoghi. Perchรฉ i luoghi sono sempre i veri protagonisti e influenzano i comportamenti della popolazioneยป. Molti altri borghi sono stati ripresi dal regista in quella serie, con storie di profondo legame col territorio.ย ย 

Nel frattempo il regista ternano aveva girato altri 4 film: Il muro del passato, La sella del vento, Don Pierino e Lontano da tutti.ย  La scelta del genere documentaristico gli garantisce una libertร  assoluta nel creare emozioni attraverso momenti particolari, un tramonto, una nevicata, il silenzio delle montagne. Apparente semplicitร  di racconto della Valnerina umbra, location sempre al centro delle sue riprese. E attori che non sono i soliti volti del cinema che fanno sembrare i film tutti simili ma interpreti locali. ยซSuppongo che gli spettatoriยป spiega ยซsi siano stufati di vedere sempre le solite commedie italiane o gli stessi film stereotipati americani. Credo che abbiano voglia anche di vedere attori nuovi, sguardi nuovi, espressioni diverse su volti che non siano sempre le stesse maschereยป.

Per il film Su queste montagne –ย premiato al XIX Terni Film Festival per la miglior produzione –ย le inquadrature lente, minuziose, girate spesso nella dorata controluce di fine serata disegnano un tempo scandito dalle attivitร  quotidiane di lavoro, fuori dagli artifici della cittร : la cura degli animali, il pascolo, la raccolta delle olive, le riparazioni e anche la preghiera, quando ai pochi abitanti di Castellonalto e Colleolivo si aggiunge lโ€™eremita Pietro che abita, su, ai mille metri. Unici rumori i motori lenti dei trattori, sembra aspettare una soluzione. Ma nulla accade se non lโ€™esercizio ripetuto che tempra, lo sguardo acuto sul sacrificio che mantiene ancora integro un mondo. Per questo sono maestri Dante e Pietro. I due protagonisti che interpretano se stessi. Uno consolidato dal vissuto, lโ€™altro per vocazione.

Un fine esistenzialismo tra essere e tempo che Sbarretti evoca tramite la voce della natura, di quel mondo nido dellโ€™uomo, dellโ€™aquila che vi vola bassaย  senza intervenire, come รจ suo stile di solitario osservatore e medium del messaggio. Assenza di copioni strutturati e di sceneggiatura, di una trama vera e propria, dialoghi liberi che assumono in modo quasi impensabile il senso di un oracolo; una timeline di produzione senza rigore di scadenza. Iniziato a girare nellโ€™agosto del 2021, Sbarretti lascia parlare, a oggi, voci cristalline che seguono previsioni naturali e ci rendono la bellezza, la coerenza e perseveranza del soggetto e oggetto delle riprese di una cinematografia indipendente.ย 

 

Castelluccio di Norcia, la Piana. Photo courtesy Alessandro Moscetti

 

Allen Ginsberg diceva โ€œconsidero lโ€™immagine, non il completamento della parola, ma la parola stessa che realizza lo sguardoโ€ . ยซEcco, mi sono avvicinato alla regia perchรฉ attratto dalle immagini, dalle prospettive, dalla luceยป aggiunge Sbarretti.

I primi di ottobre 2017 Andrea Sbarretti mi presenta un trailer girato a Castelluccio di Norcia, messo in ginocchio dal terremoto del 2016. Ci si arriva a fatica, le strade sono compromesse. Dal 15 ottobre sarร  sul luogo, con la sua Sony HD e Sennheiser MKH 70, a raccontare le zone terremotate attraverso lo sguardo dei loro abitanti e della loro gran voglia di ricominciare. Di una famiglia di allevatori di lumache. Poi sarร  inverno. Il Lento Inverno. Il 18 ottobre aveva giร  premontato le prime due scene con gli attori vestiti da ottobre a un picnic sui campi di Castelluccio, il plaid, il cibo, lโ€™auto, la casa. La casa lasciata. Il tempo che se fosse stato possibile, lo avrebbero fermato al 29 ottobre 2016ย prima del sisma che scarica ancora il paese di Castelluccio e Norcia stessa.

Ad anticipare il suo inverno, esce La botta grossa un road movie girato tra Umbria e Marche del dopo terremoto di Sandro Baldoni con il sostegno di Lombardia Film Commission, distribuito nelle sale da Luce Cinecittร  e presentato con unโ€™anteprima evento da Nanni Moretti al Nuovo Sacher di Roma a novembre 2017. Un successo per un film dโ€™inchiesta, Baldoni da questo punto di vista realizza una magia, ma la distribuzione resta ugualmente limitata. La domanda sorge spontanea anche per il Cinema indipendente, praticamente impossibile farlo vedere a un pubblico consistente. Arte cinematografica, di spessore che resta nellโ€™ombra; ci si sarebbe potuto aspettare intanto una maggiore attenzione a queste produzioni che sperano e sollecitano la ricostruzione dei propri territori?

 

Castelluccio di Norcia, la Piana. Photo courtesy Alessandro Moscetti

 

Chiedo ad Andrea di raccontarmi Il lento inverno. ยซรˆ un film ambientato a Norcia, dopo il terremoto. Un film molto riflessivo, non triste e non indugia sulle disgrazie e sul dolore degli abitanti. Racconta la vita di una famiglia che alleva lumache, Maurizio e sua moglie. Il loro figlio Pier decide di abbandonare Norcia in cerca di un lavoro fisso. Il cognato di Maurizio, Benedetto, si innamora di una ragazza piรน giovane di lui, come a voler esorcizzare l’incognita del futuro. Sono cresciuto in Valnerina, lungo il Fiume Nera che ha scandito i tempi della mia adolescenza. Sono molto legato a questi luoghi. Durante le riprese del film Lontano da tutti, giร  meditavo di ambientare il futuro film nellโ€™alta Valnerina, nelle zone comprese tra Borgo Cerreto, Cerreto di Spoleto, Preci e Norcia. In questi territori, le montagne travestono di luce ogni cosa e regalano sensazioni uniche. Io volevo riportare in un film queste sensazioni. Il terremoto ancora non cโ€™era stato e dopo il sisma ho messo fortemente in dubbio il progetto, perchรฉ temevo di strumentalizzare la disgrazia. Poi un bel giorno, tornando a Castelluccio di Norcia, le emozioni sono state talmente forti che mi sono deciso a girare il film, modificando un poโ€™ la sceneggiatura originaria, per adeguarla ai nuovi fatti. Un film vero e proprio, con i movimenti di macchina, con gli attori stavolta che recitano una parte e con tutte le invenzioni, la fantasia e le emozioni che puรฒ trasmettere lโ€™arte della cinematografiaยป.

Il 20 novembre Il lento inverno รจ a 17 minuti pronti e il 20 dicembre il film รจ montato per metร . Quasi pronto per partecipare ai festival ed essere proiettato in sala. Accade al Mario Monicelli di Narni, nel maggio del 2019 dopo una serata di presentazione al Politeama Cityplex di Terni, dove il film, con la presenza del regista e i protagonisti Paolo Dimarco Brunelli (Benedetto nel film) e Pierluigi Bernardini, ยซfa piรน spettatori che il film Stanlio e Ollio (distribuito in quellโ€™anno)ยป โ€“ dice il regista Andrea Sbarretti. Pubblico che conferma il valore del film sul dramma girato a Norcia, e il cui incasso andrร  agli abitanti di Norcia, in un dopo terremoto tutto da superare.

Uno dei trenta siti piรน belli dโ€™Europa secondo il New York Times

Viene voglia di fuggire dai luoghi devastati dal Terremotoย  in cui la vita si รจ arrestata nel bozzolo dellโ€™inverno e la primavera e la rinascita stentano ad arrivare. Un lungo tempo di letargo come unโ€™apnea: Il tempo? Se fosse stato possibile Giacomo lo avrebbe fermato il 29 ottobre 2016. Il lungo Inverno.ย 

 

Ora il nuovo film. Il terremoto di Norcia. E dopo una ricostruzione che stenta a concludersi, il tempo, forse, si รจ fermato davvero su quelle macerie. Norcia chi resta e lotta.

 

[…]

Il ventre della terra trema.

Quel luogo si sbriciola,
custodisce rovine,
e un germoglio dโ€™amore.

Dio, quanto sei bella.

 

poesia A.M

Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0.

Nel cuore verde dell’Italia, tra colline che si fondono con il cielo e borghi incantati che raccontano storie millenarie, sorge un’iniziativa che promette di far brillare ancora di piรน la luce dell’Umbria nel firmamento turistico nazionale e internazionale: nasce Umbriamoci.

L’Associazione di promozione sociale Umbriamoci si propone il compito di celebrare e diffondere l’enogastronomia umbra, gioiello culinario spesso sottovalutato al di lร  dei confini regionali. Guidata da un gruppo di appassionati insegnanti e preside dell’Istituto Alberghiero di Assisi, l’associazione mira a coniugare la tradizione gastronomica umbra con l’innovazione e la sostenibilitร , promuovendo i cammini lenti che consentono di scoprire la bellezza e il gusto della regione in modo autentico e rispettoso dell’ambiente.

 

 

Il cuore pulsante dell’azione di Umbriamoci risiede nel suo impegno a favorire l’incontro e il dialogo tra tutti gli attori della ristorazione e dell’offerta turistica ricettiva. Questo ambizioso obiettivo mira a fare emergere l’identitร  culinaria unica dell’Umbria, fin troppo dispersa tra tanti localismi che hanno impedito il diffondersi di una riconosciuta e riconoscibile identitร  culinaria persino dentro gli stessi confini regionali. Lโ€™obiettivo รจ riunire attorno ad un tavolo i principali protagonisti dellโ€™offerta ristorativa umbra affinchรฉ dalla loro competenza, sensibilitร  e cultura possano emergere i piatti identitari capaci di caratterizzare l’intera Regione e non solamente le sue microzone.

La scommessa รจ ardua. Cosa si mangia in Umbria? La risposta dovrร  diventare finalmente univoca. Ciรฒ non vuol dire che le microzone cesseranno di caratterizzarsi con i loro piatti tipici, anzi, gli stessi verranno proposti come ulteriore ricchezza attrattiva e distinguente ma dentro la cornice di una Regione che finalmente ha elevato a piatti regionali quelli che fino a quel momento sono stati considerati prettamente territoriali.

 

prodotti tipici umbri

Umbricelli

 

Grazie alla passione e alla competenza dei suoi fondatori, lโ€™associazione si pone come catalizzatore di idee e iniziative che possono trasformare l‘Umbria in una meta turistica di eccellenza, capace di offrire esperienze autentiche e indimenticabili. Con il suo impegno nel promuovere un turismo esperienziale e sostenibile, Umbriamoci candida la regione ad essere ancor piรน una perla nel panorama italiano e internazionale, dove il viaggiatore diventa parte integrante della cultura e del paesaggio che visita.

A partire dal 2025, nel mese di aprile di ogni anno, Umbriamoci si unisce con la Regione Umbria, il Comune di Assisi, Coldiretti, Federalberghi, Confcommercio, Associazione Borghi piรน Belli Umbria, Unpli e numerosi altri soggetti pubblici e privati per promuovere il Festival della Cucina Umbra, dei Borghi piรน Belli e dei Maestri Artigiani 4.0. Una vetrina meravigliosa in cui raccontare l’Umbria sotto tre aspetti:

 

1)ย ย ย ย ย ย ย  i suoi piatti piรน significativi che, valorizzando l’identitร  territoriale, possano esprimere la variegata, originale e unica ricchezza gastronomica;

2)ย ย ย ย ย ย ย  i suoi borghi piรน belli capaci di offrire, accanto alle perle del turismo conosciute in tutto il mondo, una dimensione piรน intima ed emozionale;

3)ย ย ย ย ย ย ย  i maestri artigiani le cui arti, dalla ceramica al legno, dal ferro alla tessitura e dal ricamo a mano all’oreficeria, affondano le origini in un lontano passato ma che ancora oggi rappresentano un giacimento di ricchezza anche lavorativa da valorizzare e rilanciare. L’idea che i nostri ragazzi terminati i percorsi scolastici possano andare a bottegaย ad apprendere arti e mestieri รจ particolarmente suggestiva.

 

Ceramica di Deruta

 

In un mondo sempre piรน globalizzato, lโ€™Associazione di promozione sociale Umbriamociย vuole rappresentare un faro di autenticitร  e tradizione, un invito a rallentare e assaporare ogni istante, ogni piatto, ogni passo lungo i cammini che solcano l’Umbria, terra di storia, tradizioni, emozioni e sapori da scoprire.

Il duecento italiano รจ stato un secolo magnifico. Secondo la tradizione storiografica la modernitร  nasce nel Rinascimento. Elisabeth Crouzet-Pavan, docente di storia medievale alla Sorbona, sostiene una tesi differente: nel Duecento italiano โ€“ il secolo di Federico II e di Francesco dโ€™Assisi โ€“ avviene la prima vera rivoluzione che porterร  alla formazione della coscienza moderna. Lโ€™Italia del Duecento รจ unโ€™Italia in cui ogni cosa freme.

 

Anche per lโ€™Umbria il Duecento rappresenta un periodo di grande splendore. Periodo che ha segnato in modo indelebile la fisionomia artistica, culturale e religiosa della regione. Periodo che non ha conosciuto e visto solo guerre, sottomissioni, alleanze, scambi commerciali. Ha anche avuto Francesco dโ€™Assisi e Jacopone da Todi e tante altre sante come Chiara dโ€™Assisi, Angela da Foligno e Chiara da Montefalco. Lโ€™hanno amata papi e imperatori, lโ€™hanno popolata personaggi di eccezionale levatura politica e religiosa. Lโ€™importanza dellโ€™Umbria nellโ€™Italia del Duecento รจ stata di primissimo piano. A conferma di ciรฒ รจ la bellissima mostra presente alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria visibile fino al 9 giugno 2024 dal titolo: Lโ€™enigma del Maestro di Francesco e lo stil nuovo del Duecento umbro.

 

Affreschi della Basilica Inferiore di Assisi

 

La mostra raccoglie 60 opere, alcune provenienti da musei importanti come il Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Metropolitan Museum di New York e da numerose cittร  italiane, umbre e non, come: Perugia, Assisi, Gubbio, Gualdo Tadino, Deruta, Cosenza, Pisa, Cittร  del Vaticano, Torino, Salerno, Orte, Macerata, Bologna, Siena.

 

 

Lโ€™esposizione intende celebrare e far conoscere il Maestro di Francesco, dal nome sconosciuto, considerato uno dei piรน grandi pittori del Duecento italiano, attivo ad Assisi dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue, in quanto incaricato dai frati minori di eseguire le vetrate della Chiesa superiore della Basilica e poi di affrescare lโ€™intera chiesa inferiore. Lโ€™artista, seguendo le indicazioni di Bonaventura di Bagnoregio, eseguรฌ nel 1260 il primo ciclo delle storie di Francesco in parallelo a quelle di Cristo, individuando per la prima volta nel santo di Assisi lโ€™Alter Christus.

Maestro di San Francesco, Croce dipinta, 1272, datato, tempera su tavola

La mostra rientra nellโ€™ambito delle celebrazioni per lโ€™ottavo centenario dellโ€™impressione delle stigmate a San Francesco ed espone 60 capolavori di una bellezza sorprendente. Una delle opere piรน significative รจ la tavola con lโ€™immagine del Santo, tavola che secondo la tradizione Francesco utilizzรฒ come giaciglio nei suoi soggiorni alla Porziuncola e dove fu deposto, come da sua richiesta, al momento della sua morte e proveniente da Museo della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. Altro capolavoro รจ la Croce datata 1272 proveniente dalla Chiesa di San Francesco al Prato e oggi conservata alla Galleria Nazionale dellโ€™Umbria e che รจ ritenuto il capolavoro del Maestro di San Francesco e fra le opere piรน belle del Duecento.

Veruska Picchiarelli, curatrice della mostra, insieme a Andrea De Marchi ed Emanuele Zappasodi, cosรฌ scrive nel catalogo: ยซIl Maestro di Francesco, chiamato negli anni cinquanta del Duecento a ratificare con la viva testimonianza della narrazione figurata la veritร  delle stimmate, compie ora un passo ulteriore in questo suo ruolo di vero e proprio inventore dellโ€™immagine del santo di Assisi, proiettando il significato del prodigio nellโ€™ottica della visione escatologica di Bonaventura, che nella rilettura in termini profetici e serafici del Poverello lo trasportava lontano abbastanza da escludere possibili forme di emulazione, con lโ€™obiettivo di giungere a una vera normalizzazione nel percorso dellโ€™ordine minoriticoยป.

Prima edizione de โ€œLe Strade della Ceramica: l’uovo dโ€™Artistaโ€ ย la manifestazione organizzata dal Consorzio โ€œPerugia in centroโ€ dedicata alla promozione delle tradizioni legate alla ceramica e, in particolare, attraverso la realizzazione di esposizioni, mostre, performance dal vivo, laboratori e conferenze sul tema. Dal 28 marzo al 1ยฐ aprile 2024 lungo le vie del centro storico di Perugia.

Il programma, ricco e variegato, vedrร  non solo Corso Vannucci, ma anche i borghi della cittร  e del centro storico protagonisti di questo importante evento. Unโ€™ulteriore testimonianza dellโ€™interesse suscitato dalla manifestazione, รจ quello che Le Strade della Ceramica: Uova Dโ€™Artista (28 marzo al 1ยฐ aprile 2024) รจ stato inserito nella programmazione delle giornate Europee dei Mestieri dโ€™Arte(GEMA 2024), che si terranno dal 2 al 7 aprile in tutta Europa, grazie alla sinergia con lโ€™associazione Articity di Perugia.

 

 

Ilย 30 marzo torna anche lโ€™appuntamento artistico e culturale Lโ€™Uovo dโ€™artista, che offrirร  arte e colore al centro storico di Perugia, rendendo piรน piacevole e interessante vivere il cuore della cittร  nel fine settimana che precede la Pasqua.ย Circa 80 pittori da tutte le regioni dโ€™Italia e anche da Argentina, Inghilterra e Francia, dipingeranno per lโ€™occasione uova di ceramica artistica di Deruta, in postazioni dedicate lungo le vie e nelle piazze del centro. Uno spettacolo visivo che trasformerร  il centro storico in unaย piccola Montmartre, ricordando le atmosfere del periodo bohemien impressionista parigino.

Gli artisti si posizioneranno di fronte ai negozi per decorare, ciascuno secondo il suo stile, uova di ceramica artistica di Deruta alte 30 centimetri. Le stesse aziende del centro esporranno nei loro negozi le uova trasformate in opere dโ€™arte, contribuendo cosรฌ alla realizzazione di unaย mostra dโ€™arte diffusa.

Inoltre, durante l’evento sarร  possibile fare una visita alย Borgo e alla cereria medioevale di Santโ€™Antonio alla scoperta delle vie di uno dei borghi medioevali di Perugia dove ammirare la struttura del modulo gotico delle case degli artigiani che lo popolavano, la Chiesa di Santโ€™Antonio con lโ€™affresco del futurista Gerardo Dottori e lโ€™organo piรน antico di Perugia.

Lโ€™art player umbro Massimiliano MaMo Donnari si sta accingendo verso il termine della sua prima, ma giร  memorabile, personale britannica. Per il gran finale ha deciso di regalare al suo pubblico unโ€™ultima emozionante esperienza.

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Paolo Taticchi, MaMo e Francesco Bongarrร 

 

Ospite dellโ€™Istituto Italiano di Cultura a Londra e del neo direttore Dott. Francesco Bongarrร  โ€“ alla presenza del Prof. Paolo Taticchi (UCL London) e di una selezionata platea di diplomatici, business man e stampa – lunedรฌ 25 marzo MaMo ha incantato il pubblico con due apicali opere: Il Perugino e Fashion Queen: saggiamente descritte – quasi recitate – come solo lโ€™artista umbro sa fare, con aplomb e ironia, anche nei fastosi saloni accademici.

 

 

La sua arte, nata sette anni fa, lo ha giร  portato in giro per il mondo, anche grazie alla sua fervida produzione artistica: ora non resta che attendere un nuovo progetto internazionale.
Lโ€™evento รจ stato reso possibile grazie al patrocinio di Comune di Perugia, Regione Umbria e Universitร  per Stranieri di Perugia, oltre che agli sponsor Birra Flea e Mauro Benedetti spa.

 

โ€œAssaggi Dโ€™Umbriaโ€, la nostra rubrica dedicata allโ€™enogastronomia della regione, inizia il suo viaggio con le colombe: sicuramente non un dolce tipico della zona, ma un dolce immancabile sulle tavole durante il periodo pasquale. Nel corso di una food-session presso lโ€™Universitร  dei Sapori di Perugia, con giornalisti ed esperti di settore, ne abbiamo assaggiate alcune, cosรฌ da fornirvi una piccola ma indispensabile guida per orientarsi verso la scelta piรน golosa.

La ciaramicola e la torta dolce sono i dolci tipici umbri del periodo pasquale. Non la colomba, le cui origini si confondono tra aneddoti e leggende del Nord; la contesa resta tra Milano e Verona, tuttavia, nella pasticceria italiana non esiste dolce piรน simbolico di questa preparazione che evoca la pace, piรน che mai ambita in questa difficile fase internazionale. Dโ€™altronde sono tantissimi i pasticcieri umbri che producono ottime colombe artigianali che vale la pena di acquistare per sรฉ o regalare. Il dubbio nasce sulla scelta: dal supermercato alla pasticceria piรน raffinata il soffice dolce parte da pochi euro fino a 40 e oltre. Portare a tavola il simbolo della pace potrebbe risultare un affare sbagliato.

 

Come scegliere tra le decine di offerte e proposte gourmet?

In base al proprio budget ovviamente ma anche, prediligendo un prodotto che rispecchi almeno in parte le caratteristiche qualitative di un disciplinare (sรฌ, la colomba tradizionale ha un regolamento ministeriale), che sia ottimo al palato e soprattutto genuino. Scadenza breve (massimo 60 giorni), lievito madre, assenza di conservanti e ingredienti di qualitร : queste sono le proprietร  principali che valgono la spesa un poโ€™ piรน impegnativa per un prodotto realmente artigianale.
Giร , perchรฉ in commercio potremmo anche trovare lievitati spacciati dal pasticciere o dal fornaio di turno come artigianali, ma in realtร  preparati con i mix che contengono tutti gli ingredienti predosati. Si aggiunge lโ€™acqua, altri pochi componenti e si infornano nei pirottini a forma di colomba.
Questa tipologia non รจ da considerarsi artigianale e non puรฒ costare 30 euro al chilo, piuttosto facciamola a casa! Ad ogni modo la prima regola per un acquisto intelligente รจ leggere attentamente lโ€™etichetta con gli ingredienti dove, per legge, devono essere specificate almeno leย  categorie principali. Sapere che cโ€™รจ il burro e non altri grassi fa differenza, forse non sapremo la provenienza (e quindi il costo) ma รจ giร  un punto di partenza per stabilire il valore di ciรฒ che stiamo comprando.

 

 

Martedรฌ 19 marzo, presso lโ€™Universitร  dei Sapori di Perugia si รจ tenuta una food-session a tema, durante la quale alcuni esperti e giornalisti specializzati, tra cui Giorgio Bistarelli dellโ€™Universitร  dei Sapori e Chiara Sicola, giornalista del Gambero Rosso e di MangiaeBevi hanno assaggiatoย cinque colombe tradizionali artigianali preparate con materie prime eccellenti e lievito madre da noti pasticcieri umbri. Alcune seguono letteralmente il disciplinare, altre aggiungono qualche elemento creativo mentre lโ€™ultima รจ rigorosamente senza glutine, per gli intolleranti e celiaci. Nessuna classifica, ma solo il racconto di alcuni prodotti artigianali eccellenti con una shelf-life entro i 40 giorni. Consigliatissimi da provare e regalare.

 

Colomba classica firmata Pietro Marchi per Meunier Champagne e Pizza (Via Aldo Capitini snc โ€“ Corciano – Pg)

Elegante e stilosa la confezione bianca con caratteri e logo in oro. Allโ€™apertura si sprigionano immediatamente tutti i profumi tipici di un lievitato fresco di buona qualitร , spiccano i sentori di mandorla e burro. La glassa ricopre la colomba con un motivo a onde, ricca di mandorle intere ma un poโ€™ piรน scura perchรฉ, alla farina di mandorle e zucchero, รจ stato aggiunto del goloso cacao.
Lโ€™impasto รจ sorprendentemente morbido e ben alveolato, di un bel colore giallo uovo e abbastanza umido. Molto ricca al palato: prevale il burro e i canditi a cui sono stati aggiunti pezzetti di albicocche molto aromatiche che un poโ€™ smorzano il gusto della vaniglia del Madagascar (come da etichetta). Lotto di produzione colomba dellโ€™11 marzo โ€™24 (scadenza 10 aprile โ€™24).

 

Colomba classica Una Sosta di zucchero (Via Perugina, 12 โ€“ Passignano sul Trasimeno – Pg)

Vitaminica la confezione, di un bellโ€™arancio con scritte in oro e cordoncini in tessuto. Molto profumata, con tutti gli elementi (mandorle, burro e arancia) distinguibili giร  allโ€™olfatto. La morbida glassatura (caratteristica di artigianalitร ) risulta perfettamente distribuita, con abbondanti mandorle di taglio regolare e meno granella. Corrisponde alle aspettative visive il taglio dellโ€™impasto fragrante e morbido, particolarmente ricco di vaniglia naturale molto visibile e i canditi ben distribuiti che si alternano ai buchi caratteristici di una lievitazione con pasta madre perfettamente riuscita. Il morso รจ molto equilibrato, vellutato con tutti gli ingredienti riconoscibili e bilanciati. Anche in questo caso la scadenza (visibile in etichetta) รจ di circa un mese: prodotta il 16 marzo, da consumare entro il 25 aprile โ€™24.

 

Colomba classica Pasticceria Piazza Settevalli (Via Settevalli 131/i โ€“ Perugia)

Bella la scatola avorio e oro che racchiude una colomba dalla glassatura leggermente brunita che non lesina sulla granella di zucchero e mandorle. Lโ€™impasto รจ ben lievitato con unโ€™alveolatura molto evidente. Il dolce รจ piรน alto della media e al gusto risulta molto soffice e umido (incartato il 19 marzo!). Al naso la colomba รจ molto profumata con una nota dolce distintiva e persistente di miele che un poโ€™ attenua il gusto degli abbondanti canditi, burro e vaniglia. Una preparazione molto ricca con un gusto che esce dagli schemi classici. Scadenza in etichetta 30 aprile โ€™24.

 

Colomba classica al bergamotto Pasticceria Edoardo (Via Cupa, 1 โ€“ Petrignano di Assisi)

Alla vista รจ subito evidente il rivestimento ricco della colomba con una bella glassatura compatta per la quale sono state usate anche le armelline; molto invitante alla vista, ma potrebbe risultare poโ€™ troppo ricca di zuccheri al palato. Grazioso il cartellino degli ingredienti, essenziale, in colore rosa con un laccetto di spago. Al taglio รจ molto profumata, senza risparmio di canditi; in questo caso troviamo anche il Bergamotto di Calabria che conferisce al lievitato una nota aromatica caratteristica. Lโ€™impasto (con lievito naturale in polvere) risulta aeroso, con unโ€™alveolatura non troppo regolare ma al morso รจ molto golosa e, sebbene un poโ€™ dolce, il gioco della glassatura croccante con la pasta soffice รจ sempre vincente. Data di scadenza sul cartellino il 25 aprile โ€™24.

 

Colomba glassata al cioccolato con gocce di cioccolato Free from (senza glutine, nรฉ lattosio, nรฉ grano) di Francesco Favorito (Via Manzoni, 6/A โ€“ San Gemini – Tr)

Questa รจ lโ€™unica colomba provata non tradizionale ideata per intolleranti al lattosio, ma anche al grano e al glutine: problematiche che riguardano sempre piรน consumatori, costretti ad accontentarsi di prodotti alternativi che molto spesso mortificano il gusto. Non รจ questo il caso. Giร  lโ€™elegante scatola marrone e oro suggerisce un prodotto luxury sicuramente non farmaceutico. La colomba, in formato 500 g, si presenta completamente rivestita di uno strato compatto di cioccolato. Allโ€™apertura si sprigiona un profumo di canditi che si alternano, nellโ€™impasto particolarmente umido, alle gocce di cioccolato. Buona la lievitazione anche se il lievito madre (dalla farina di grano) รจ stato ovviamente sostituito con il lievito di birra. Un dolce golosissimo per tutti, senza alcun retrogusto medicale, ma solo con il piacere di assaporare ottime materie prime.

 

 


Grazie a Giorgio Bistarelli, Chiara Sicola, Filippo Fagioli, Ugo Mancusi, Eleonora Cesaretti, Angela Menganna.

Dal 21 marzo 2024 su tutti i digital store, il pezzo scritto da Giorgia Bazzanti e Michele Monina. Un progetto sostenuto da Anatomia Femminile.

Rossa come le streghe รจ il nuovo singolo di Giorgia Bazzanti che nasce con la collaborazione e partecipazione di Michele Monina, noto critico musicale, scrittore, autore tv.

 

 

Una canzone arrangiata e prodotta da Gae Capitano – uno degli autori musicali italiani piรน stimati e premiati, arrangiatore, compositore, produttore – in coproduzione con il G StudioLab, di cui la cantautrice e perfomer รจ fondatrice e direttrice.

Giorgia Bazzanti torna a cantare un soggetto femminile imprevisto con ancor piรน immediatezza e lo fa con una canzone-manifesto scritta insieme a Michele Monina, prendendo le distanze da convenzioni e luoghi comuni, affermando unโ€™identitร  oltre stereotipi e pregiudizi, con uno sguardo al passato e una visione lucida su temi attuali.

Tra atmosfere magiche, misteriose e altrettanto chiare e definite, la donna-strega diviene un simbolo moderno e contemporaneo di emancipazione, libertร , indipendenza. Una figura che, accesa dal colore che ben la rappresenta e piena di quel fascino che la porta a sfidare le convenzioni imposte, non aderisce forzatamente a canoni tradizionali ma, anzi, si apre alle diverse possibilitร  del reale.

Un brano che si inserisce allโ€™interno della cultura del rispetto e della paritร , nutrendosi inoltre di un dialogo nuovo e necessario con lo sguardo e la parola maschile. Un elegante atto di ribellione che racchiude un modo ancor piรน umano, coraggioso, libero e consapevole di vivere i pensieri, il linguaggio, il corpo, i sentimenti.

 

 


link: Spotify & tutti i digital store

Intervista con il giornalista esperto di olio e di enogastronomia e autore del libro โ€œLโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ€.

Maurizio Pescari, giornalista e scrittore, nativo di Cittร  di Castello, ha unโ€™esperienza trentennale nel settore dellโ€™olio, dellโ€™enogastronomia e dellโ€™enoturismo ed รจ una firma autorevole dellโ€™informazione dedicata allโ€™olivicoltura. Ma รจ soprattutto autore di Lโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vita (edito da Rubettino), un libro dedicato allโ€™olio, ma che non parla di olio. Pescari segue un filo conduttore ideale lungo il quale costruisce una storia completa e complessa, quasi romanzata, toccando gli argomenti piรน svariati: dal valore del tempo alla mezzadria, dalle tradizioni alle consuetudini, dalla spesa alla tavola quotidiana, dalla valutazione del passato alla costruzione del futuro. Il racconto รจ intervallato da storie di persone e di territori, che finiscono con una prima colazione, con lโ€™olio protagonista e conseguente ricetta.
Durante la nostra chiacchierata รจ emersa tutta la passione nel parlare di questo prodotto, in particolar modo degli olivi: ยซNon bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโ€™olio non si faยป.

 

Maurizio Pescari

Maurizio la prima domanda รจ di rito: qual รจ il suo rapporto con lโ€™Umbria?

Sono nato a Cittร  di Castello, a sinistra del Tevere. Con lโ€™Umbria ho un rapporto che mi porta a rispettare le diversitร , non solo dialettali, ma anche di carattere. Gli umbri dal punto di vista caratteriale hanno tanto da imparare, la loro chiusura รจ una forma di autodifesa. Siamo stati sempre sottomessi e questo ci ha portato spesso a farci gli affari nostri. Da 50 anni vivo a Perugia e la cosa che mi manca di piรน รจ lโ€™improvvisata: a Perugia se si fanno le improvvisate si rischiano faide familiari e sparatorie (ride). A Perugia lโ€™improvvisata va anticipata di una settimanaโ€ฆ poi forse, si puรฒ fare! Mentre a Cittร  di Castello รจ molto piรน comune, รจ una forma culturale diversa. Detto questo, ritengo che non esista un posto piรน bello dove vivere.

 

รˆ considerato uno dei maggiori esperti di olivicoltura: come e quando รจ nata questa sua passione?

La mia passione รจ nata circa 27 anni fa quando con Marco Caprai abbiamo iniziato a organizzare eventi di valorizzazione e promozione dei prodotti umbri in giro per il mondo. Marco Caprai inventรฒ (cโ€™ero anche io con lui) Frantoi Aperti e siamo stati i primi a portare Cantine Aperte in Umbria nel 1995. Il mio interesse per questo mondo รจ legato anche allโ€™incontro con una persona: Alfredo Mancianti (aveva un frantoio a San Feliciano sul Trasimeno, ma viveva sul lago Maggiore), con i suoi racconti che giravano intorno allโ€™olio, ma che non parlavano mai di olio, mi ha appassionato alla cultura dellโ€™olivo piรน che a quella dellโ€™olio stesso. Poi il caso ha voluto che iniziassi a collaborare con il Corriere della Sera, dove curavo una rubrica su questo prodotto. Da qui tutto รจ iniziato.

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Quanto รจ importante lโ€™economia dellโ€™olio, in particolare in Umbria? Come puรฒ migliorarsi?ย  ย 

Il giro dโ€™affari nel modo dellโ€™olio non lo fa la natura, ma la testa della gente. Occorre utilizzare il territorio e caratterizzarlo; serve fare comunicazione e creare un profilo identitario per rendere il prodotto unico. Lโ€™olio รจ olio per tutti. Non bisogna limitarsi a vendere la bottiglia, ma si deve coinvolge lโ€™acquirente raccontando la storia, รจ favorevole essere simpatici e ben disposti, e creare un brand: in questo modo il prodotto diventa unico e si puรฒ stabilire il prezzo. Poi รจ compito del produttore andare a cercare chi รจ disposto a pagare quel prezzo, non si puรฒ stare sulla porta del frantoio e aspettare che qualcuno passi. Gli olivicoltori devono capire che non possono essere solo agricoltori, devono diventare imprenditori, come รจ accaduto con il vino. I viticoltori si sono evoluti. Se non in rarissimi casi, nel mondo dellโ€™olio parliamo soltanto di agricoltori: loro vogliono vendere il prodotto il prima possibile, mentre lโ€™imprenditore lo incarta, lo cura, lo abbellisce e crea unโ€™identitร . Tutti compriamo un vino perchรฉ vogliamo quel vino (il Sagrantino di Caprai o il Sangiovese di Lungarotti) con lโ€™olio questo spesso non avviene.

 

โ€œLโ€™olio e gli altri ingredienti della nostra vitaโ€ (edito da Rubettino) รจ il titolo del suo libro uscito nel 2021: quali sono gli ingredienti della sua vita?

La famiglia, il cane, il gatto e ovviamente lโ€™olio.

 

รˆ un libro dedicato allโ€™olio dove non si parla mai di olio: ci spieghi meglio.

รˆ un libro dedicato allโ€™olio, ma non cโ€™รจ scritto una varietร  o un sistema di estrazione, non nomino un nome, nรฉ un profumo. Non bisogna parlare di olio, ma di olivi. Stiamo perdendo gli olivi e senza di loro lโ€™olio non si fa. In Umbria il 50% di questi alberi รจ abbandonato perchรฉ i proprietari non sanno dare redditivitร  alla loro produzione, non sanno fare gli imprenditori e quindi, visto che la gestione costa cara, preferiscono comprare olio da altre parti per poi imbottigliarlo. In questo modo le piante muoiono e con loro muore anche il nostro paesaggio. Lโ€™Umbria รจ ricoperta da olivi, sono una bellezza che va oltre il prodotto alimentare e per questo รจ fondamentale preservarli e valorizzarli. Lo ripeto: quello che manca รจ il rispetto per lโ€™olivo.

 

Questo perchรฉ accade?

Perchรฉ costa caro mantenere queste piante e spesso chi le possiede non รจ capace di fare lโ€™imprenditore. Prima cosa dobbiamo dire che lโ€™olivo non fa olio, perchรฉ se lo facesse, lโ€™albicocco farebbe la marmellata. Lโ€™olivo ci mette a disposizione dei frutti, che se finiscono in mani capaci, danno un buon prodotto.

 

Pensa ancora che manchi una cultura dellโ€™olio?

In Italia manca lโ€™insegnamento dellโ€™olivicoltura e dellโ€™elaiotecnica; anche nelle scuole superiori specializzate e nelle Universitร  di Agraria questi corsi sono molto rari o del tutto assenti. Non cโ€™รจ una cultura dellโ€™olio nonostante questo sia un prodotto molto presente: in Umbria basta aprire una finestra per vedere un albero di olivo. Scommetto che anche lei ne vede uno da casa sua! Inoltre, lโ€™olio, che viene prodotto a livello domestico, รจ spesso realizzato secondo le consuetudini della mezzadria, presente in Italia fino a 60 anni fa. I nostri padri e i nostri nonni raccoglievano le olive a novembre o dicembre perchรฉ puntavano ad alte rese, la prioritร  era il profitto, questo purtroppo รจ rimasto ancora oggi. Allโ€™epoca aveva senso, oggi no. Questo va a discapito della qualitร .

 

รˆ per questo che secondo lei lโ€™olio buono occupa oggi solo il 3% del mercato in Italia?

Non รจ del tutto vero. In casa tutti abbiamo una bottiglia di olio, ma il 90% di noi compra quello che costa meno, solo il 10% va alla ricerca delle caratteristiche di fondo. Lโ€™olio non รจ tutto uguale, ogni prezzo corrisponde a una qualitร . Il prodotto che si acquista al supermercato รจ meno caro, ma non vuol dire che sia cattivo: sfido chiunque a fare un olio migliore e farlo pagare a quel prezzo.

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Che voto dร  alla produzione umbra?

Quella buona รจ buona.

 

 

Dia dei suggerimenti a noi comuni mortali per riconoscere un buon olio.

Lโ€™odore. Un buon olio ha un buon odore. Va specificato perรฒ che ogni olio รจ diverso: in Italia ci sono 538 varietร  di olive e ognuna dร  vita a un prodotto differente. Non dico che si deve saper riconoscere qual รจ il piรน buono o il meno buono, ma si deve capire che sono diversi tra loro. Poi entra in gioco il gusto personale che ci orienta verso quello piรน adatto al nostro palato. Dico sempre: quando si va in giro per il mondo, invece di riportare a casa una calamita da attaccare al frigorifero, riportate una bottiglia dโ€™olio.

 

Dopotutto รจ un compagno molto presente nella vita degli italiani…

Assolutamente. Non esiste una casa dove non cโ€™รจ una bottiglia dโ€™olio. Mi arrabbio quando sento dire in televisione: ยซUsate poco olioยป. Usate poco olio scadenteโ€ฆ quello buono mettetelo.

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Per concludere la nostra chiacchierata: qual รจ la prima cosa che le viene in mente pensando allโ€™Umbria? Non mi dica lโ€™olivo…

Piazza di Sopra a Cittร  di Castello, ma anche Assisi: tutti pensano che sia bella ammirata da sotto – ed รจ vero – ma avete mai guardato lโ€™Umbria da Assisi? รˆ bellissima!

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