Venerdรฌ 26 aprile 2024, alle ore 17.00, presso lโex Convento San Crispolto (in piazza Garibaldi a Bettona), si terrร il secondo appuntamento del ciclo di eventi Il Borgo รจ Donna promosso dal Centro per le pari opportunitร e attuazione delle politiche di genere della Regione Umbria, dallโAssociazione de I Borghi piรน Belli dโItalia in Umbria e da AboutUmbria.
Questo secondo incontro, dal titolo Borgo e Arte, il ruolo centrale della Donna, รจ dedicato al tema dell’Arte.
Dopo i saluti delle Istituzioni e degli Organizzatori, l’evento si aprirร con la conferenza che vedrร gli interventi di Caterina Grechi, Presidente del Centro Pari Opportunitร della Regione Umbria, Federica Agabiti, Responsabile Segreteria de I Borghi Umbri piรน Belli d’Italia in Umbria, Cristina Galassi, Storica dell’arte e Paola Romi, Funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Si proseguirร con il concerto di Elisa Mannucci e Marco Pelliccioni, solisti dell’Orchestra da Camera Fiorentina e Umbra.
A concludere la serata, la sfilata di moda organizzata da Laura Cartocci, presidentessa dell’associazione no profit Un’idea per la vita onlus.
Coordina Ugo Mancusi, Direttore Marketing di AboutUmbria.
Il pomeriggio si concluderร con una degustazione di prodotti tipici a cura della Pro Loco Bettona e Bettona produce eccellenze.
Volti a mettere in evidenza e rendere omaggio alle donne di ieri e di oggi, protagoniste e artefici della cura e della bellezza dei borghi umbri e a porre un focus sul loro ruolo preponderante e fondamentale nel perpetrare cultura, tradizioni e saperi, gli eventi proseguiranno secondo il seguente calendario:
4 maggioย 2024: Acquasparta (Palazzo Cesi). Argomento trattato nella conferenza:
A colloquio con il presidente dei Borghi piรน Belli dโItaliain Umbria, tra futuro e soluzione per evitare lo spopolamento di questi territori.
In questi ultimi anni, i borghi e le piccole realtร stanno vivendo una nuova giovinezza. Sono tornati – soprattutto a livello turistico โ molto di moda. La riscoperta del loro territorio, dellโenogastronomia e della vita slow attraggono turisti,ma anche persone che decidono di abbandonare la cittร e trasferirsi in questi luoghi di pace e tranquillitร . Tanti i vip – italiani e stranieri โ che hanno scelto lโUmbria come rifugio dal caos cittadino. Ralph Fiennes, Daniele Bossari e la moglie Filippa Lagerback, Colin Firth, Ed Sheeran, Paolo Genovese, Susanna Tamaro, Mario Draghi, Luca Argenteroโฆ e tanti altri. Di queste realtร abbiamo parlato con Alessandro Dimiziani, vicesindaco di Lugnano in Teverina e, dal 2020, presidente del Borghi piรน belli dโItalia in Umbria. Lโassociazione โ nata nel 2001- ha come obiettivo quello di proteggere, promuovere e sviluppare i comuni riconosciuti con tale denominazione; lโUmbria รจ la regione italiana che ne ha di piรน, ben 30, e rappresentano un vanto e unโattrattiva turistica anche dallโestero. Un patrimonio da salvare e promuovere.
Alessandro Dimiziani
Presidente come prima cosa: quali sono i requisiti per entrare nellโassociazione dei Borghi piรน belli dโItalia?
La popolazione nel centro storico o nella frazione non deve superare i 2.000 abitanti, mentre nellโintero comune non si puรฒ andare oltre i 15.000 abitanti. Il borgo inoltre deve avere una presenza di almeno il 70% di edifici storici anteriore al 1939 e offrire qualitร urbanistica, architettonica e promozione del territorio. Va detto che sono gli stessi borghi che fanno la richiesta e poi un comitato scientifico valuta gli oltre 90 parametri e delibera lโentrata del paese nellโassociazione.
Con Stroncone โ entrato da poco โ nella regione si contano 30 borghi. Un record italiano che fa superare le Marche, ferme a 29โฆ
Proprio alcuni giorni fa cโรจ stata lโufficializzazione di Stroncone con la consegna della bandiera dellโassociazione. Se consideriamo la grandezza del nostro territorio e il numero dei comuni inferiore rispetto alle Marche, la percentuale di borghi piรน belli รจ molto alta. Oltre a Stroncone gli ultimi entrati sono Monteleone dโOrvieto nel 2019 e Nocera Umbra nel 2020.
La rivista americana โThe Travelโ ha pubblicato da poco la classifica dei dieci borghi italiani preferiti dai turisti internazionali: al 9ยฐ posto cโรจ Monteleone dโOrvieto (unico umbro). Serve piรน marketing internazionale per lโUmbria?
Sicuramente, anche se non siamo messi male. I nostri social sono tra i primi in Europa per visualizzazione. Da poco abbiamo anche realizzato un video promozionale che presenteremo il 7 dicembre a Citerna, in cui sono riuniti e illustrati tutti i borghi: questo verrร utilizzato durante le presentazioni fuori regione.
Monteleone dโOrvieto. Foto by Enrico Mezzasoma
Quanto รจ importante il turismo di ritorno?ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย
ร importantissimo e da poco abbiamo creato un tavolo di lavoro per capire tutte le tappe da seguire e i vari passaggi da mettere in pratica.
Concretamente, come si svolge?
Abbiamo iniziato a lavorare sui registri comunali, chiedendo a ogni Comune di inviare i nomi dei concittadini residenti allโestero: si รจ visto che la maggior parte si trovano negli Stati Uniti, in Brasile, in Belgio e in Lussemburgo, sono circa 2000 persone. Con un protocollo, lโintervento del Ministero del Turismo e dellโassociazione Italiani nel Mondo cercheremo di contattarli. A gennaio poi verrร organizzato un evento ad hoc a New York in cui sarร presente la nostra associazione e quella degli Italiani nel Mondo. ร il primo passo per iniziare a capire come muoversi.
Il turismo nei borghi, in questi anni, รจ tanto di moda: come se lo spiega?
ร inutile negarlo, la pandemia ha dato una grossa mano. Nel 2020 cโรจ stata unโinvasione, ovviamente positiva, che ha premiato il lavoro di valorizzazione fatto negli anni precedenti. Oltre allโItalia turistica e famosa che tutti conoscono, cโรจ unโItalia da scoprire e da vivere, tra sentieri, prodotti tipici e cucina. Questo attira molto il turista, anche straniero; tra lโaltro lโUmbria รจ lโunica destinazione italiana entrata nella lista Best in travel 2023 stilata dalla Lonely Planet. Per il nostro Paese il turismo รจ una risorsa importantissima sulla quale si deve puntare al massimo.
Se avesse a disposizione un tesoretto, quali sono le prime cose che farebbe?
I primi interventi sarebbero rivolti al miglioramento dei servizi: sociali, sanitari, alle infrastrutture, ma anche alla connessione internet per lo smart working. Un borgo non puรฒ essere escluso da questo; il turista, ma soprattutto chi decide di restare, chiede navette o bus di collegamento con la stazione piรน vicina. Molto di questo ancora manca. A Lungano in Teverina, ad esempio, molti americani e danesi si sono innamorati del luogo, dei paesaggi e, grazie a uno statuto comunale, hanno avuto in dotazione degli uliveti e questโanno per la prima volta hanno raccolto lโoliva. Tutto questo รจ sicuramente un incentivo per restare nel territorio, ma i servizi devono essere presenti.
Ciรฒ serve ad arginare lo spopolamentoโฆ
Combattere lo spopolamento – che รจ una vera piaga – รจ tra gli obiettivi dellโassociazione. Per noi รจ come una lenta morte, dovuta al decremento demografico e alla mancanza di lavoro che porta i giovani a lasciare il borgo per trasferirsi in cittร o allโestero. ร per questo che cerchiamo di bilanciare con il turismo di ritorno o con i nuovi residenti. Riallacciandomi alla domanda precedente, gli investimenti sarebbero fondamentali anche per la creazione di lavoro, in modo da incentivare i giovani a restare.
Potremmo raccontare lโUmbria attraverso i borghi: ce nโรจ uno che la rappresenta di piรน?
Tutti i borghi rappresentano lโUmbria, poi ci sono quelli che attirano piรน come Trevi e Spello, ma ultimamente anche quelli meno conosciuti si stanno facendo notare. LโItalia, ripeto, deve puntare su queste piccole realtร che sono un patrimonio fondamentale per il turismo, da nord a sud. In questo modo puรฒ primeggiare nel mondo.
Spello. Foto Enrico Mezzasoma
Ci sono in cantiere dei nuovi progetti?
Nel 2023 uscirร la nuova brochure con tutte le informazioni sui borghi – edita da Corebook – anche in lingua cinese. Stiamo lavorando anche con le comunitร energetiche per installare le colonnine di ricarica per auto e biciclette. Si punta a promuovere e portare avanti interventi a 360ยฐ con attivitร , eventi e festival, cercando di coinvolgere tutti.
Facciamo un gioco: per ogni borgo mi dica un aggettivo e una caratteristicache lo contraddistingue.
Acquasparta (Rinascimento umbro), Allerona (la porta del sole), Arrone (Valnerina), Bettona (etrusco-romana), Bevagna (le Gaite), Castiglion del Lago (il Trasimeno), Citerna (Borgo dei Borghi. Nel 2023 parteciperร al programma di Rai3), Corciano (la costola di Perugia), Deruta (ceramica), Lugnano in Teverina (archeologia e biodiversitร ), Massa Martana (riscatto architettonico), Monte Castello di Vibio (il teatro piรน piccolo del mondo), Montecchio (olio e archeologia), Montefalco (Sagrantino), Monteleone dโOrvieto (balcone su tre regioni: Umbria, Toscana e Lazio), Monteleone di Spoleto (altezza e bellezza), Montone (storia e architettura), Nocera Umbra (la rinascita della bellezza), Norcia (norcineria e tartufo), Paciano (vista sul lago Trasimeno), Panicale (arte e bellezza), Passignano sul Trasimeno (oasi di bellezza), Preci (scuola chirurgica), Sangemini (il bello sopra lโindustria), Sellano (le acque della Valnerina), Spello (colori), Stroncone (olio e architettura), Torgiano (vino), Trevi (fascia olivata), Vallo di Nera (enogastronomia ad alta quota).
Accanto ai Colli martani sorge Bettona, unico insediamento etrusco sulla riva sinistra del Tevere, conosciuta anche come Vetumna o Paese degli antichi.
Caduta sotto il controllo romano, viene organizzata in municipium entrando a far parte della colonia Clustumina (14 d.C.); con lโavvento del Cristianesimo viene presto evangelizzata da San Crispolto, che vi giunge dallโAsia grazie la via Amerina – una delle piรน importanti vie di comunicazione verso il Nord. Dopo la distruzione dei barbari guidati da Totila, diviene dominio bizantino e in seguito passa in mano al Ducato longobardo di Spoleto. Nel 1018 i Benedettini vi fondano lโabbazia di San Crispolto; piรน tardi, passa in mano alla Chiesa ed รจ costretta a sottomettersi ad Assisi (1223). Dopo il tentativo di divenire autonoma da Perugia, viene dalla stessa assediata, conquistata e bruciata, a eccezione delle chiese; grazie al cardinale Albornoz verrร ricostruita allโinterno di una cinta muraria ristretta, ma meglio fortificata. In seguito Bettona si ribella al Papa che vuole concederla ai Baglioni di Perugia, ma viene sottomessa da Malatesta Baglioni, rimanendo cosรฌ sotto lo Stato Pontificio fino allโUnitร dโItalia.
Questo piccolo borgo, adagiato a 365 metri dโaltezza, รจ noto soprattutto per il suggestivo panorama, che va da Perugia a Spello, visibile dalla terrazza fuori dalla Porta dโaccesso di Santa Caterina, collocata lungo la cinta muraria medievale e in parte poggiata su quella etrusca, ancora visibile negli enormi blocchi di roccia arenaria. Risalendo le strette vie, si giunge presto in Piazza Cavour, circondata da edifici e monumenti che hanno molto da raccontare, come la Chiesa di San Crispolto, costruita dai monaci benedettini (XIII secolo) per conservare la salma del primo vescovo e martire dellโUmbria, oltre che santo patrono del borgo. La facciata dellโedificio, a croce latina, รจ di Antonio Stefanucci, allievo del Vanvitelli; qui lโunico pezzo romanico รจ il campanile cuspidato. Imperdibili sono anche lโOratorio di SantโAndrea, col bel soffitto ligneo a cassettoni del XVI secolo e la Passione di Cristo (1394) di scuola giottesca, ma anche la collegiata di Santa Maria Maggiore, risalente ai primi anni del Cristianesimo, ingrandita, riconsacrata nel 1225 e restaurata in stile neoclassico nel 1816: allโinterno vi sono lโabside affrescato dal futurista Gerardo Dottori, lโaltare maggiore con ciborio a forma di tempietto e le finestre con vetrate istoriate a fuoco.
Pinacoteca
Accanto agli edifici sacri spicca il Palazzetto del Podestร (1371), sede della Pinacoteca comunale e del Museo della Cittร , che occupa anche alcuni ambienti dellโottocentesco Palazzo Biancalana; nella Pinacoteca sono custodite importanti opere dโarte come il Sant’Antonio di Padova e la Madonna della Misericordia con i Santi Stefano, Girolamo e committenti del Perugino, o la tavola con lโAdorazione dei pastori dellโartista assisiate Dono Doni. Piรน avanti sโincontra Palazzo Baglioni, luogo in cui morรฌ il condottiero Malatesta Baglioni la Vigilia di Natale del 1513. Fuori dalle mura cittadine, invece, degne di nota sono la Villa del Boccaglione (XVII sec) – dimora rurale dai soffitti affrescati disegnata dal Piermarini – e la chiesetta dโimpronta romanica di San Quirico. Tra gli eventi piรน importanti, la Festa del Patrono (11-12 maggio), Bettona sotto le Stelle, e la Sagra dellโOca, dove รจ possibile gustare prodotti come torta al testo e oca arrosto, oltre allโeccellente olio dโoliva; tipici del borgo sono anche gli zuccherini, dolci natalizi con lievito madre, pinoli, uvetta e anice.
Una straordinaria scoperta รจ avvenuta nell’ambito della pittura di Domรญnikos Theotokรณpoulos – El Greco – referente al suo problematico quanto indagato periodo italiano dal 1567 al 1576, periodo nel quale il pittore greco della Candia veneziana, nato nel 1541, lavora tra Venezia e Roma per poi andare definitivamente a Toledo dove morirร nel 1614.
Un tabernacolo stupefacente รจ emerso dalle collezioni della preziosa Pinacoteca di Don Vincenzo Catani che solo qualche anno fa lo aveva restaurato e pubblicamente esposto. Lโopera fa parte della serie numerosa di tabernacoli veneto-ยญcretesi identificati e sottoposti allo studio dopo il primo caso del 2014 a Bettona. Il tabernacolo di Bettona ha ora il suo doppio che ancora piรน esplicitamente rivela il genio di El Greco. Cosรฌ quello di Montefalco conservato nella chiesa di S. Maria Maddalena, che ha due Evangelisti raffigurati, tratti dallo stesso disegno di quelli di Bettona. Ora in quello ritrovato a Castignano, si presentano tutti e quattro insieme, quasi nello stesso ordine, Matteo anticipa Marco, con questa qualitร pittorica piรน evoluta e piรน facile, รจ una consolante sorpresa per chi aveva sempre creduto nellโautenticitร di quello di Bettona.
Il tabernacolo
Visto da vicino…
Il tabernacolo di Castignano misura in altezza cm.48,5 e in larghezza cm.56,5. La portella รจ un vero capolavoro, Padreterno compreso. A cominciare dal Mosรฉ che, scolpito nel sarcofago fatto con due soli colori e uno sfumato per imitare la grisaille, mostra un saggio di abilitร , fretta, nervosismo e sprezzatura che non ha eguali intorno al 1570. ร un assoluto tecnico, non รจ disegno, non รจ propriamente pittura, รจ una elgrechitร e basta! Quel naso semita e quella barba sono il riassunto piรน concentrato che un’immagine possa avere. Il corpo possente e morto di Cristo con l’anatomia perfetta, come la piega dell’ombelico e l’ombra esatta del naso, dell’occhio e dei baffi, sono tocchi magistrali e notevoli!
San Luca
I due Angeli dai capelli corti, molto scultura veneta tipo Vittoria e Campagna, con i gesti forti e sicuri, sono commoventi e quello a destra cosรฌ pensoso e inconsolabile, con la veste tormentata e le ali gocciolanti di colore e di lacrime, รจ indimenticabile e nuovo: non comprende e disprezza la morte di un Giusto. Lโaltro angelo invece osserva da vicino lโinerte cadavere del Dio Uomo e sorregge la mano destra di Cristo, forse consapevole della prossima Resurrezione, come anche indicherebbe la sua bianca ala indicante il Paradiso. L’ala bianca, ora trasparente, si รจ consunta ed รจ stata assorbita dal legno della croce; qui nessuna metafora, ma solo lโazione dei pigmenti nei 450 anni di vita materiale. La torsione del corpo di Cristo, che permette al pittore un forte chiaroscuro scultoreo, e la mano pendente รจ unโevocazione della scultura dellโamato e odiato Michelangelo.
L’autoritario Eterno Padre, calvo e corrucciato, sia per la morte del Figlio che per la titubanza di Mosรฉ, รจ un tipo preso dal Tintoretto a San Rocco e dall’Assunta di Tiziano ai Frari, รจ risolto con fulminea pennellata e intenso colore! Chi si poteva permettere di guardare dallโalto anche il Padreterno? Tintoretto, El Greco e San Juan de la Crux!
Il San Luca, mancino, รจ il primo a sinistra, penso a un autoritratto, con quella frangetta rara; ha il naso lungo e aquilino e la bocca socchiusa che sembra aver inumidito da poco il pennello, ha grandi e forti mani e braccia possenti, procede sui sandali con i piedi perfetti e sorride. Vivace il manto rosso con bordura sagomata attraversato dalla stola color zucca. Il rovinato e calvo San Giovanni, naso grosso e occhietto vispo, ha il pesante volume chiuso, ma la leggera aquila รจ vigile, splendida la verde manica rimasta!
San Matteo ha un volume enorme e chiuso, con la destra ha un pennello, tizianeggia nell’arguto e stempiato profilo; l’angelo che si gira guarda nella stessa direzione, ha un seno scoperto e intanto gli tiene il calamaio. Notevole รจ il manto rosso che sul ginocchio mostra un bordo lobato, sopra, la mano รจ potente! Marco รจ tutto monumentale, il piรน conservato dei quattro, mani nervose e perfette, testa pensosa e viva, notevole l’ombra delle ciglia e la concretezza sanguigna del colore.
San Marco
Luca e Marco, posti agli estremi del tabernacolo, vivono in uno spazio piรน stretto rispetto a Giovanni e Matteo: il prezioso tabernacolo dorato e colorato quasi a smalto doveva essere in aggetto sopra lโaltare per mostrare bene le 5 facce istoriate.
I cherubini piccoletti, umorali, corrucciati e pensosi, sono minuscoli nello spazio nuvoloso del timpano, il colore perlaceo del cielo, un tempo azzurro di smaltino, doveva farli volare in primo piano come farfalle. Sono dipinti con una rapiditร e sicurezza degni del miniaturista El Greco, qui evidente allievo di Giulio Clovio, suo maestro e protettore in Palazzo Farnese a Roma.
Il Tabernacolo di Castignano รจ esagonale, con cinque lati dipinti e sempre del medesimo disegno ligneo, forse con cupola, come doveva essere quello di Bettona. ร stato restaurato dignitosamente sia nelle parti lignee che nella pittura dove si vede il tratteggio, e lโinsieme รจ di grande impatto e di soddisfazione estetica. Malgrado la prevalenza dellโarchitettura e degli spazi chiusi delle porte e dei timpani, le figure vivono, camminano fluenti, si torcono dal dolore, volano e ammiccano al fedele.
ยซLa Terra dallโalto รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!ยป
ยซUno dei piรน grandi sogni dellโuomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sognoยป. Il Caporal Maggiore Capo Marco Soro, di Passaggio di Bettona, realizza questo sogno ogni giorno. Da 15 anni veste la divisa della Brigata Paracadutisti Folgore dellโEsercito Italiano e fa parte del gruppo di Paracadutismo Indoor dellโEsercito. Allenamento, preparazione e tanta passione gli hanno fatto raggiungere con la sua squadra degli importanti traguardi nazionali e internazionali, come il podio mondiale ottenuto nel 2019, la medaglia dโoro al Belgian Open o lโargento ai Wind Games 2020 โ tanto per citare i piรน recenti. In questa chiacchierata ci ha svelato tutti i segreti di questo sport e la bellezza del paracadutismo. ยซร stato amore a prima vistaยป. Io mi sono fatta prendere la mano e l’ho tempestato di domande!
Caporal Maggiore Capo Marco Soro
Caporal Maggiore, la prima domanda รจ di rito: qualย รจ il suo legame con lโUmbria?
Circa quindici anni fa ho scelto la divisa dellโEsercito e la mia vita professionale รจ in Toscana, ma lโUmbria รจ la mia terra natia e di certo non la dimentico. Sono nato ad Assisi, abito a Passaggio di Bettona e la mia fidanzata รจ di Papiano. Direi proprio che il mio รจ un legame indissolubile.
Ci spieghi: cosโรจ il Paracadutismo Indoor?
Il paracadutismo indoor รจ unโattivitร sportiva molto recente, che nasce grazie allโinvenzione dei simulatori di caduta libera, ovvero i tunnel del vento verticali. Permette a chiunque, anche a un non paracadutista, di realizzare quello che รจ sempre stato il sogno di ogni essere umano, ovvero il desiderio volare. Un forte flusso dโaria proveniente dal basso fa si che il corpo umano riesca a sollevarsi da terra, simulando cosรฌ la caduta libera che si ha con il lancio da un aereo. La sensazione che si prova รจ identica. Con il passare degli anni รจ diventato uno sport a tutti gli effetti, con un proprio circuito ufficiale di competizioni nazionali e internazionali.
Quali sono i prerequisiti per praticare questa disciplina?
Il paracadutismo indoor prevede varie discipline. Per poter praticare la nostra –ย che รจ di squadra ed esattamente si chiama VFS 4-way (Vertical Formation Skydiving a 4 elementi) – si deve prima raggiungere un avanzato livello di volo individuale. Sono fondamentali una buona preparazione fisica e un costante allenamento di volo presso un tunnel.
Esibizione di Paracadutismo Indoor
In pratica in cosa consiste?
Lโobiettivo della nostra specialitร consiste nel formare, durante la caduta libera, il piรน alto numero di figure possibili nel tempo massimo di 35 secondi. Per figura si intende una prestabilita e determinata posizione dellโintera squadra che deve essere eseguita in assetto verticale, head-up (testa in su) e/oย head-down (testa in giรน). Questo tipo di posizione, che espone poco della figura del corpo umano allโaria, comporta il raggiungimento di altissime velocitร di caduta libera che sfiorano i 300 km/h. Ovviamente per provare semplicemente un simulatore di caduta libera non serve essere degli atleti, lo fanno normalmente anche i bambini, basta affidarsi a un preparato istruttore e il gioco รจ fatto!
Come si svolge una gara?
Una gara si svolge normalmente in tre giorni. I round di gara sono 10, della durata di 35 secondi ciascuno. Le figure da riproporre in ogni round vengono estratte a sorte dai giudici di gara. Per ogni figura eseguita correttamente si guadagna un punto. Alla fine del decimo round, la squadra che ha totalizzato il maggior numero di punti, vince.
Quante ore vi allenate?
Quotidianamente e per almeno due ore pratichiamo delle attivitร di allenamento a terra pensate appositamente per migliorare la resistenza e la forza fisica specifiche, in modo tale da incrementare le prestazioni individuali durante gli allenamenti di squadra. Per quanto riguarda lโaddestramento al tunnel, siamo impegnati mediamente due settimane al mese.
Avete delle gare prossimamente?
A fine ottobre, presso il tunnel di Charleroi in Belgio, la Squadra dellโEsercito parteciperร al Campionato Europeo e Coppa del Mondo di Indoor Skydiving 2020, attualmente una delle competizioni indoor piรน importanti al mondo.
La squadra: Alessandro Binello, Andrea Cardinali, Marco Soro e Stefano Falagiani
Ci puรฒ descrivere in poche parole cosa si prova a lanciarsi col paracadute?
Il paracadutismo รจ uno sport che, praticato nel pieno rispetto delle regole di sicurezza, regala emozioni indescrivibili. Come giร detto, uno dei piรน grandi sogni dellโuomo รจ sempre stato quello di volare: lanciarsi con il paracadute da un velivolo a piรน di 4.000 metri credo che sia uno dei modi piรน intensi per realizzare quel sogno.
Cโรจ stato un momento, quando era ragazzino, in cui ha deciso dโintraprendere la carriera militare? O รจ accaduto per caso?
Non ho un ricordo ben preciso di quando ho maturato questa decisione, ma sono cresciuto rinforzando di giorno in giorno il desiderio di arruolarmi nellโEsercito e di entrare nella Brigata Paracadutistiย Folgore.
Il primo lancio non si scorda mai: ci racconti il suoโฆ
ร proprio vero, รจ una sensazione assolutamente indimenticabile! Il mio primo lancio lโho fatto a Reggio Emilia nel 2005 e avevo poco piรน di 18 anni. Come tutti i diciottenni non vedevo lโora di mettermi alla prova. Ricordo benissimo di aver provato delle fortissime emozioni, completamente nuove, mai provate fino a quel momento. Uno strano mix adrenalinico fatto di paura ed entusiasmo. Con il paracadutismo fu amore a prima vista! Da lรฌ in poi non ho mai piรน smesso di praticare questo sport e ho sempre e solo cercato di migliorarmi.
Qualย รจ lโultima cosa che pensa prima di un salto?
Ora che il paracadutismo, oltre che passione e divertimento, รจ per me attivitร agonistica, prima di ogni salto ripasso mentalmente gli esercizi da eseguire durante il lancio. Mi concentro su quanto discusso pochi minuti prima con i miei compagni di squadra in fase di briefing pre-lancio visto che i momenti precedenti allโuscita dal velivolo sono fondamentali per la perfetta riuscita degli esercizi. Non ci si puรฒ permettere di distrarsi o di pensare ad altro. Bisogna essere concentrati sul lavoro da eseguire e naturalmente sulle procedure di sicurezza da rispettare.
Comโรจ la Terra vista dallโalto?
Puรฒ sembrare una risposta scontata, ma รจ semplicemente stupenda. Ho avuto la fortuna di lanciarmi su zone con panorami mozzafiato. Auguro a tutti di vedere ciรฒ che noi vediamo da lassรน!
Fa dei gesti scaramanticiโฆ anche prima di una gara?
Piรน che di gesti caramantici parlerei di routine. Prima di ogni lancio e prima di ogni round di gara io e i miei tre compagni di squadra ci mettiamo in cerchio e ci diamo la giusta carica effettuando il nostro saluto di squadra. Ogni squadra ha il suo modo per augurarsi buona fortuna!
I paracadutisti della Folgore sono, nellโimmaginario collettivo, i piรน audaci e fighi: ne siete consapevoli?
Lโimmaginario collettivo talvolta rappresenta la realtร in modo un poโ approssimativo. Sicuramente la Brigata ParacadutistiFolgore รจ uno dei reparti piรน famosi dellโEsercito Italiano ed รจ connotato da altissime capacitร , ma la professionalitร di tutti i miei colleghi delle altre specialitร non รจ sicuramente da meno. I reparti paracadutisti hanno una storia di sacrificio e di dedizione che, come ha detto lei, si racconta da sola e non ha bisogno di commenti. Sono assolutamente contento della mia scelta e se tornassi indietro non cambierei nulla di quello che ho fatto! Soprattutto la mia scelta di entrare nella Sezione di Paracadutismo Sportivo dellโEsercito.
Cโรจ un luogo o un panorama dellโUmbria in cui le piacerebbe lanciarsi?
Certamente, sono i luoghi a cui sono piรน affezionato. Il mio paese, Passaggio di Bettona. Poi sicuramente anche Assisi dove sono nato e Castelluccio di Norcia, perchรฉ secondo me paesaggisticamente รจ una delle zone piรน belle di tutta lโUmbria.
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Bellezza,ย natura,ย tradizione.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regione.
Quando penso allโUmbria รจ inevitabile pensare alla parola Casa.
ยซIl maestro Pavarotti mi ha insegnato tanto. Abbiamo fatto lezione per sei anni, mi disse che ero bravo e che dovevo seguire i suoi consigliยป.
Ammetto che รจ stata una delle interviste piรน lunghe che abbia mai fatto, oltre quarantacinque minuti di chiacchiere. Ne รจ perรฒ valsa la pena, perchรฉ Claudio Rocchi โ tenore nato e vissuto a Bettona โ ha tanti aneddoti e curiositร da raccontare: ยซPotrei scriverci un libroยป mi confessa. In effetti ha ragione. Senza nessun freno abbiamo parlato delle lezioni con Luciano Pavarotti, di come vive il suo lavoro, del mondo della lirica e della musica di oggi che non apprezza. Il tenore umbro ha calcato tanti palcoscenici in giro per il mondo e sogna di essere il protagonista alla Prima del Teatro alla Scala. ยซNon mi do limiti!ยป
Claudio Rocchi
Claudio, qual รจ il suo legame con lโUmbria?
ร un legame di vita, un legame fortissimo. Mi sento umbro al 100% e questa sensazione mi accompagna quando sono allโestero. Porto la regione in giro per il mondo: mi รจ capitato spesso di cucinare per gli amici stranieri la torta al testo o di raccontare loro aneddoti e storie sullโUmbria.
Ci racconti la sua esperienza col maestro Luciano Pavarottiโฆ
ร iniziata per caso. Allโepoca โ nel 1999 – studiavo al Conservatorio e lavoravo in fabbrica: la zia dellโinfermiere di mio nonno era la cuoca di Pavarotti a Pesaro: il Maestro aveva nella cittร marchigiana una casa bellissima, sul mare, dove spesso trascorreva del tempo. Ovviamente nessuno avrebbe mai pensato che questo passaggio di voci sarebbe andato a buon fine. E invece sรฌ. Un mese dopo โ inizio 2000 – mentre ero al lavoro, mi chiamรฒ mia mamma per dirmi che Pavarotti mi aspettava nel pomeriggio per unโaudizione. Senza nemmeno prepararmi sono partito. Lui a fine provino mi disse: ยซQuando ci rivediamo?ยป Da quel giorno, ogni volta che si trovava a Pesaro, facevamo lezione insieme.
Quanto tempo sono durate le vostre lezioni?
Sei anni. Ci vedevamo tre-quattro volte allโanno, ma sono stati momenti fondamentali, mi ha insegnato tantissimo: la respirazione, lโemissione, lโapertura del palato e della gola, il giro degli armonici e tanto altro.
Qual รจ lโinsegnamento che non dimenticherร mai?
Mi diceva sempre: ยซLa voce la devi dare, non la devi fareยป. Inoltre, lโultima volta che lโho visto, mi ha detto che non dovevo avere altri insegnanti: ยซSei bravo, devi fare solo quello che ti dico io e aspettareยป. Cosรฌ ho fatto, ho aspettato che arrivasse il mio momento. Il ricevere un bravo dal lui mi ha riempito d’orgoglio.
Quandโรจ che un ragazzino decide di diventare un tenore?
Non si decideโฆ ci nasci o non ci nasci. Io fin da piccolo cantavo, spesso quando ero nellโofficina di mio padre. Cantavo soprattutto musica leggera italiana. Un giorno, alla fine della terza media, la mia professoressa di tecnica, durante la cena di fine anno scolastico, si accorse della mia voce e mi prese appuntamento con un maestro di Napoli che veniva in Umbria per far lezione ai Cantori di Assisi. Andai cosรฌ ad Assisi per il provino: mi fece fare dei vocalizzi per sentire lโestensione della voce e poi mi disse: ยซOra vai in farmacia a comprare dei pacchi di cerottiโฆ Nostro Signore รจ stato troppo buono con te e se qualcuno ti sente cantare ora, ti rovina. Devi mettere i cerotti davanti alla bocca fino a 18-19 anniยป io allโepoca avevo 12 anni ยซquando la voce sarร maturataยป. Non fu proprio cosรฌ, a casa mia lโentusiasmo era talmente forte che mi mandarono alla Scuola Comunale di Musica a Bastia Umbra e iniziai a studiare pianoforte. Poi arrivรฒ il Conservatorio, a Perugia.
Sogna mai di essere il protagonista della Prima al Teatro alla Scala di Milano?
ร un sogno. Ci penso e ci ho sempre pensato, perchรฉ non mi do limiti: cosรฌ come cantare nei teatri di New York e Londra, anche se La Scala resta sempre lโรฉlite, nonostante in questi anni sia calata un poโ.
Ci spieghi meglio.
Oggi รจ molto piรน importate lโaspetto, lโessere televisivo e avere una voce che piace a chi sceglie gli interpreti per una rappresentazione. Molte belle voci non vengono scelte perchรฉ non giuste. Poi ci sono delle lobby molto forti che incidono moltissimo. Il mondo della lirica รจ molto difficile e spesso si va avanti solo con le raccomandazioni. Ma lasciamo stareโฆ
Qual รจ lโopera che le piace piรน interpretare?
La Tosca. In questโopera ci sono delle musiche talmente belle che anche chi non si รจ mai avvicinato alla lirica, ascoltandola, si emoziona. Tosca, per me, รจ unโopera meravigliosa.
Lo spieghi a noi profani: che cosโรจ lo studio dello spartito?
Non รจ solo lo studio delle note, ma anche la storia, il personaggio, il perchรฉ fa quello, cosa voleva esprimere lโautore, quali sono le sue emozioni, i suoi pensieriโฆ Unโopera non va solo eseguita, va soprattutto interpretata, si deve entrare appieno nel personaggio. Lo studio dello spartito รจ questo, una visione a 360 gradi dellโopera, e per questo serve un bravo maestro per avere le direttive giuste ed entrare nel profondo.
Cosa vuol dire per lei cantare?
Nel cantare noi ci consumiamo, siamo sul palcoscenico nudi e tiriamo fuori lโanima. Non รจ solo un eseguire. ร questa la differenza tra un cantante e un esecutore: รจ facile trovare tanti esecutori, piรน difficile รจ trovare bravi cantanti, quelli che ti fanno emozionare quando li ascolti.
Pochi giorni fa se nโรจ andato il maestro Ennio Morriconeโฆ lo ha mai incontrato?
Purtroppo no. Resterร sempre tra i piรน grandi. Che musica, ragazzi! Con solo quattro note ha creato dei capolavori e ha lasciato musiche che resteranno eterne.
Ascolta musica pop?
Ascolto tutta la musica, di ogni genere.
Le piace la musica che circola in questo periodo?
Un periodo cosรฌ basso, forse, non cโรจ mai stato, basta vedere quello che รจ stato presentato a Sanremo. Ci sono testi che passano in radio che sono terribili, senza parlare delle voci. Si sentono delle rime assurde e spesso mi chiedo: ยซMa i cantautori del passatoโฆ li avranno mai ascoltati? Lucio Dalla, Mogol, tanto per dire i primi che mi vengono in mente, li avranno mai letti?ยป. Basta leggere i testi per capire le differenze.
Non mi dica che non cโรจ nessun cantante che le piace…
Gli unici cantautori che apprezzo sono Max Gazzรจ e Brunori Sas.
E a livello vocale?
No, non cโรจ nessuno. Si punta piรน sullโimmagine e sul personaggio che sulla voce, i talent hanno distrutto il mondo della musica invece di farlo evolvere. Il commercio comanda su tutto, devi essere un personaggio che piace al pubblico. Ahimรจ, non si punta piรน sulla voce.
Ha dei progetti in cantiere?
Nei prossimi giorni parto per un concerto nel nord della Polonia, poi andrรฒ i primi di agosto ad Anghiari e poi a Castiglione del Lago. Piano piano abbiamo ripreso le nostre attivitร .
Come descriverebbe lโUmbria in tre parole?
Genuina, sorprendente, unica.
La prima cosa che le viene in mente pensando a questa regioneโฆ
ยซNella cittร di Perugia nacque ad una povera persona da Castello della Pieve, detta Cristofano, un figliuolo che al battesimo fu chiamato Pietro (โฆ) Studiรฒ sotto la disciplina dโAndrea Verrocchio. Dipinse molte figure et Madonne. Si mostrerร aglโartefici che chi lavora e studia continuamente, e non a ghiribizzi o a capricci, lascia opere e si acquista nome, facultร et amiciยป. Le vite de’ piรน eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri. Parte seconda. Giorgio Vasari.
Bettona di giorno. Foto di Alessandro Bertani
In poche e semplici parole, il pittore, architetto e storico dellโarteย Giorgio Vasari elogia Pietro Vannucci per la sua arte e le sue opere. Il Perugino dipinse, tra il 1512 e il 1513, una tempera su tavola raffigurante laMadonna della Misericordia. La Vergine, in piedi, allarga il proprio mantello per accogliervi San Lorenzo, San Girolamo e due committenti. Si tratta di un retaggio dellโepoca medievale, detto dellaprotezione del mantello, che le nobildonne altolocate potevano concedere ai perseguitati e ai bisognosi dโaiuto; con il passare degli anni questa iconografia ebbe ampia diffusione e sotto il mantello della Vergine finรฌ per trovare riparo tutta lโumanitร .
Lโopera proveniva dalla Chiesa di Santa Caterina, dove era stata trasferita dalla Chiesa di SantโAntonio, e ora รจ conservata nellaย Pinacotecaย Comunale di Bettona, uno dei borghi piรน caratteristi della regione, considerata un balcone sullโUmbria: la cittร , infatti, sorge su un colle da cui la visuale spazia da Perugia e Assisi fino a Spello, passando per i verdi campi coltivati.
Madonna della Misericordia. Foto di Alessandro Bertani
L'arte di salvare l'arte
Lโopera รจ la protagonista, insieme ad altri eccelsi capolavori, della mostra LโArtedi Salvare lโArte. Frammenti di storia dโItaliaย nelle sale del Palazzo del Quirinale, aperta al pubblico fino al 14 luglio 2019. Lโesposizione รจ nata per celebrare il 50ยฐ anniversario della nascita del comando dei caschi blu della cultura ovvero ilย Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. In mezzo secoloย i carabinieri hanno salvato migliaia di opere che altrimenti sarebbero state sottratte al patrimonio dello Stato:ย oltre ottocentomila beni recuperati, piรน diย un milione di reperti archeologiciย sequestrati provenienti da scavi clandestini,ย circa un milione di opere falseย eย oltre sedicimila reperti rubati in Italia e restituiti, riconsegnando cosรฌ al bene pubblico un patrimonio artistico inestimabile. La Madonna della Misericordia, insieme a SantโAntonio da Padova – anche esso del Perugino – vennero trafugate dalla Pinacoteca Comunale di Bettona nella notte tra 26 e 27 ottobre 1987 e ritrovate nel 1990 in Giamaica, nella villa di un ricco possidente.
Riscoprire il perduto
La mostra permette al pubblico di rivivere storie di recuperi, alcuni avventurosi, altri frutto di un lungo e minuzioso lavoro investigativo. Tutte le opere sono state riportate in Italia, ricontestualizzate nel territorio o nel tessuto urbano che le ha generate, restituendo loro dignitร culturale, ma – soprattutto – restituendo loro il contesto di appartenenza.
Unโopera dโarte appartiene allโumanitร intera, ma essa acquisisce valore di civiltร solo dalla profonda relazione con i luoghi che lโhanno prodotta, con la cultura che lโha generata e con il paesaggio che lโha suggerita.
Il visitatore potrร inoltre venire a conoscenza delle emergenze sismiche degli ultimi tempi, che hanno messo a nudo la fragilitร del territorio e dei beni culturali. ร possibile infatti assistere anche ad alcuni filmati storici, girati nelle zone terremotate che hanno colpito la nostra Umbria, dove i protagonisti sono ancora una volta i caschi blu culturali, che annaspano tra le macerie per recuperare opere artistiche con una cura e un amore incommensurabile.
Ammirando lโopera del Perugino, la dolcezza della Madonna della Misericordia, il tenero modellato dei Santi e le verdi campagne umbre dipinte alle loro spalle, non si puรฒ che provare empatia e riconoscenza verso chi restituisce a una comunitร ferita la memoria e il suo senso di appartenenza, restituendo altresรฌ alla collettivitร i suoi preziosi valori.
Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida; mescolate alla farina un pizzico di sale e versatela a fontana sulla spianatoia. Ponete al centro della fontana il lievito sciolto e cominciate a impastare, aggiungendo acqua leggermente tiepida. Dovrete ottenere un impasto della consistenza della pasta da pane. Ponete in un recipiente capace, coprite e fate lievitare in un luogo tiepido e lontano da correnti fino a quando lโimpasto non sarร raddoppiato. Mescolatevi tutti gli altri ingredienti, formate tante ciambelle, ponetele ben distanziate su una placca da forno unta e lasciate lievitare per ancora 2-3 ore. Ponete in forno a 180ยฐ C e fate cuocere gli zuccherini, che servirete quando si saranno raffreddati. Ben chiusi, si conservano anche per parecchi giorni.
Gli zuccherini erano il dolce natalizio della zona di Bettona. Si preparavano in tutte le famiglie e venivano posti a lievitare sugli assi di legno del pane. La lievitazione era lunga, complessa e, qualche volta, soggetta a imprevisti, perchรฉ le vecchie case di campagna erano prive di riscaldamento e piene di spifferi. Fino ai primi anni Sessanta venivano chiamati con un nome dialettale, cioรจ torquietti, ma poi รจ prevalso il nome di zuccherini, usato dai pochi che si vantavano di usare correttamente la lingua italiana. Nella versione piรน moderna si usa il lievito in polvere e si aggiunge un uovo. In alcune famiglie, invece di mettere semi dโanice, aggiungevano un poโ dellโacqua in cui li avevano fatti bollire.ย
Dalla Bettona etrusca al piccolo teatro di Monte Castello di Vibio, il percorso si snoda attorno al borgo fortificato di Montecchio e ad Acquasparta, crogiolo di cultura scientifica seicentesca; per giungere, infine, alle vestigia romane di San Gemini.
Sulla riva est del Tevere
Unica cittร etrusca sulla riva orientale del Tevere, Bettona ospita, in localitร Colle, un ipogeo etrusco del II secolo a.C. Un breve corridoio a cielo aperto introduce il visitatore in questa struttura a volta, composta di blocchi di arenaria locale. Una massiccia porta di travertino nascondeva a sua volta diverse urne sepolcrali, che la scoperta del 1913 trovรฒ giร ampiamente depredate. Altre urnette, i bronzi e le opere di oreficeria superstiti sono ora conservati presso il Museo Archeologico di Perugia, mentre il Museo della Cittร di Bettona, offrendo unโarea dedicata proprio allโarcheologia, ospita manufatti, terrecotte, ceramiche e cippi funerari e di confine. Gli Etruschi lasciarono a Bettona anche una cinta muraria, di cui alcuni tratti sono visibili oggi in corrispondenza della Porta Vittorio Emanuele.
Palazzo Cesi, Acquasparta
L'Accademia dei Lincei
Nel Cinquecento, la guerra tra Todi, Terni e Spoleto portรฒ alla distruzione della Rocca di Acquasparta, sulla quale sorse poi il magnifico Palazzo Cesi, dimora del Cardinale Federico. Questo edificio dalla facciata severa, le cui decorazioni interne si rifanno a quelle di Palazzo Farnese a Roma, permise ad Acquasparta di divenire un vero e proprio centro culturale. Qui infatti si riuniva lโAccademia dei Lincei, la prima scuola scientifica europea voluta da Federico Cesi, grande appassionato di botanica. Nel 1624, per un breve periodo, il palazzo ospitรฒ anche lโillustre Galileo Galilei, il quale affidรฒ allโAccademia la pubblicazione del suo Saggiatore. Altre opere di cui i Lincei – uniti sotto il metodo dellโosservazione sperimentale – si fecero promotori, furono lo studio sulle macchie solari e del cosiddetto Tesoro messicano, farmacopea del Nuovo Mondo. Non รจ un caso che la popolazione voglia ricordare questo periodo splendente con una rievocazione: da diciannove anni, La Festa del Rinascimento anima le vie del borgo con sfide e spettacoli ispirati a temi di volta in volta diversi.
Sprofondata nel terreno
Lโabitato tipicamente medievale di San Gemini – che deve il suo nome a Gemine, monaco siriano che qui dispensรฒ cure e prediche – sorge sullโinsediamento romanoCasventum, posto lungo la via Flaminia. I mosaici e i pavimenti di unโantica residenza sono visibili allโinterno di un edificio in via del Tribunale. Ma le vestigia romane non finiscono qui: a 4 km dal borgo sorge Carsulae, cittร di epoca pre-romana abbandonata giร in tempi remoti a causa di sommovimenti del terreno. Lโeffetto di questi sconvolgimenti รจ ancora oggi visibile nelle parti sepolte che, assieme ai due templi gemelli, alla basilica, al teatro, allโanfiteatro e allโarco di San Damiano, restituiscono uno dei parchi archeologici piรน suggestivi dellโUmbria.
Il borgo fortificato
Origine pre-romane – come dimostrato dalla Necropoli del Vallone di San Lorenzo scoperta dallโarcheologo Domenico Golini – vanta il borgo di Montecchio, il cui nucleo originario risale al 1165. I Chiaravalle da Todi, infatti, nella fuga dalla faida tra guelfi e ghibellini, decisero di insediarsi qui. Nel 1190 si aggiunse una seconda cerchia di mura – poi continuamente ampliata fino al XIII secolo – costruita non solo a scopi difensivi, ma anche per contenere lโaumentata popolazione: ciรฒ donรฒ a Montecchio lโaspetto di un borgo fortificato, a pianta ellittica, in cui sono ancora oggi visibili le mura, le torri di difesa e lโassetto delle case, tipicamente medievale.
Teatro della Concordia, Monte Castello di Vibio
Il teatro
Un francobollo del 2002, da 0,41 โฌ, celebra quello che รจ il piรน piccolo teatro allโitaliana del mondo, vero gioiello di Monte Castello di Vibio. Questo borgo, divenuto il etร napoleonica capocantone a causa della sua conformazione e della sua posizione strategica, si pose alla guida di un vasto territorio esteso tra il Tevere e Terni. Nel 1808, per rendere il borgo degno di tale ruolo, venne costruito il Teatro della Concordia, il cui nome deriva dai medesimi ideali di uguaglianza, fraternitร e libertร che avevano ispirato la Rivoluzione Francese. Nonostante ad un certo punto della sua storia fosse stato chiuso per inagibilitร , dagli anni Settanta รจ tornato attivo grazie alla volontร di probi cittadini, presentandosi oggi, con i suoi 99 posti, i suoi affreschi di scrittori e drammaturghi del tempo e la sua pianta a campana incasellata da legno di quercia e di rovere, come uno dei gioielli architettonici piรน significativi dellโItalia di fine Settecento.