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La Festa dellโ€™uvaย in onore del dio Baccoย รจย uno degli appuntamenti tradizionali di fine estateย delย lagoย Trasimeno.ย Panicale si prepara a ospitareย la 42esima edizione,ย cheย andrร  in scena dal 7 al 10 settembre.ย 

La storia

La festa dedicata a Baccoย e al suo nettareย haย originiย lontane.ย Nelย 1926, infatti, si raccontaย di un piccolo centro agricolo dove vigeva il latifondo e di un tempo in cui il vino, piรน che un nettare raffinato, era un vero e proprio alimento che dava la forza per compiere il duro lavoro dei campi. La manifestazione allora siย svolgeva in contemporanea con il mercato del bestiame. Dopo una pausa forzata dovuta alla Secondaย Guerra Mondiale, la Festa dellโ€™uva ricomparveย aย Panicaleย aย partire dagli anniย Cinquanta, grazie alla volontร  della Proloco,ย che ne cura tuttโ€™oggi lโ€™organizzazione.ย ย 
In quel contesto sociale la festa rappresentava una delle rare occasioni in cui i giovani delle diverse tenute potevano incontrarsi e conoscersi.ย Questo evento,ย a quel tempo cominciava con la Santa Messa in mattinata mentre, dopo un pranzo conviviale, il pomeriggio era dedicato al divertimento. Poi,ย dal 1976 la festa รจ diventataย un appuntamento fisso per il borgo umbro e porta con sรฉย i segni del mutare dei tempi.ย 

 

festa d'uva

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Il percorso enogastronomico

Il vino si sposa con il cibo. Per questo con un caliceย e ilย classico portaย bicchiere di stoffaย da appendere al collo,ย si potrร  iniziare il percorso traย leย varieย cantineย sparse per ilย centro storico delย borgo.ย Un tourย enogastronomicoย a tutti gli effetti, che porterร  i piรน golosiย aย scoprireย leย varie qualitร  di vinoย che saranno offerte dagli espositori.ย 
Il visitatore potrร ย ancheย degustare assaggi di prodotti tipici locali,ย come lโ€™olio di oliva delle colline di Panicale,ย che viene proposto comeย condimento delleย bruschette preparate al momento daiย “cantinieri”,ย laย fagiolinaย del lago, il miele, le marmellate, e laย grande varietร  di vini prodotti dei viticoltori locali.

 

Panicale

I giochi dei rioni

La storia dei rioni

Due saranno i rioni che si contenderanno il Palio di Bacco: il Rione Grifo e il Rione Torre.ย Una linea immaginaria dividerร  il borgo da Nord a Sud,ย passando per la casa delย condottieroย Giacomoย Paneri,ย detto Boldrino;ย il Grifo con lo sguardo a Est, la Torre a ovest. Nello stemma del Comuneย di Panicaleย cโ€™รจ la storia di questi due rioni: il grifo concesso da Perugia in segno di gratitudine per le molte battaglie vinte al suo fianco, tra cui la memorabile vittoriosa difesa di Perugia, assalita dai Bretoni nel 1378, ad opera del condottiero panicalese Boldrino. La torre invece simboleggia il potere del castello che sorge sul colle, al cui fiancoย crescono le spighe diย Panรฌco.ย ย I due rioni si sfideranno nei giochi della tradizione popolare, ma anche in nuove e avvincenti competizioni.

 

 

Per saperne di piรน su Panicale

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Il dio greco Dioniso, chiamato anche Bacco (โ€œil rumorosoโ€), รจ una figura fondamentale della religiositร  e della mitologia antiche; egli rappresenta la forza produttiva della natura, la potenza germinativa che regola i cicli dellโ€™agricoltura ed รจ considerato lโ€™inventore del vino, la bevanda meravigliosa, fonte di gioia e soave lenitivo per le sofferenze degli uomini ai quali insegnรฒ lโ€™arte della sua produzione.

Il mito di Dioniso

Cippo A, Dioniso

La leggenda relativa alla nascita del dio lo indica quale frutto dellโ€™amore tra Zeus, re degli dei, e Semele, fanciulla mortale figlia di Cadmo, sovrano di Tebe. Era, sposa legittima di Zeus, venuta a conoscenza del tradimento si ingelosรฌ e, volendo punire la rivale, prese le sembianze della sua nutrice, suscitando nella fanciulla il desiderio di contemplare lโ€™amante nel pieno del suo splendore divino. Zeus le apparve dunque nella forma della sua suprema maestร , il fulmine, tanto che Semele, giร  in attesa di Dioniso, ne rimase folgorata e morรฌ incenerita dando alla luce il bambino prematuro; Zeus allora prese il nascituro e se lo cucรฌ allโ€™interno di una coscia per portarne a compimento lo sviluppo e, una voltaย  nato, lo consegnรฒ ad Ermes perchรฉ lo proteggesse dalle ire della sua sposa. Costui condusse il neonato ad Orcomeno e lo affidรฒ alle cure di Ino, sorella di Semele, e di suo marito Atamante, suggerendo loro di travestirlo da bambina affinchรฉ Era non lo riconoscesse; lo stratagemma non servรฌ perรฒ ad ingannare la regina degli dei che, furiosa, portรฒ i due alla follia inducendoli ad uccidere i loro stessi figli. Ermes riuscรฌ a trarre in salvo Dioniso e, condottolo sul monte Nisa, lo affidรฒ ad un gruppo di Ninfe che ebbero il compito di allevarlo allโ€™interno di una grotta. Una volta divenuto adulto, fu ancora oggetto della furia di Era e, impazzito, cominciรฒ a vagare per i luoghi piรน remoti del mondo, giungendo fino in India. Di ritorno in Grecia, egli giunse a Tebe, in Beozia, dove รจ ambientato uno degli episodi piรน noti della sua saga, reso immortale dalla celeberrima tragedia di Euripide Le Baccanti. Dioniso, desideroso di istituire il proprio culto, arrivรฒ in cittร  sotto mentite spoglie, ritenuto da tutti un semplice banditore della nuova religione; immediatamente le donne furono sopraffatte dalla follia dionisiaca ed abbandonate le loro case corsero sul monte Citerone dove cominciarono a compiere azioni portentose: esse allattavano cerbiatti e lupacchiotti, facevano sgorgare acqua dalle rocce, vino e latte dalla terra, miele dai tirsi, sbranavano animali, si cibavano di carne cruda. Il re locale Penteo, sconvolto dal sovvertimento dellโ€™ordine costituito, fece imprigionare il dio, il quale si liberรฒ con un prodigio e persuase lo stesso sovrano a recarsi sul monte in abiti femminili per spiare gli strani rituali compiuti dalle sue concittadine; ma egli fu scoperto e le donne, in preda al furore dionisiaco, lo scambiarono per un leone e lo fecero a pezzi. Agave, madre dello stesso Penteo, brandendo il macabro trofeo, tornรฒ a Tebe dove rinsavรฌ poco a poco e, resasi conto dellโ€™orrendo delitto, fu colta da disperazione.

Il culto e lโ€™estasi

Cippo B, Menade danzante

Il culto tributato a Dioniso รจ di tipo estatico; chi vi prende parte รจ in preda al furore bacchico detto anche mania. La musica, la danza, il vino sono elementi fondamentali del rituale e provocano nei partecipanti uno stato di eccitazione e di follia, in cui gli elementi caratteristici del kosmos greco sono sovvertiti. Lโ€™alienazione dalla realtร  immette nel mondo dellโ€™illusione dove lโ€™ordine precostituito รจ sconvolto, le differenze sociali sono annientate; in questa sfera illusoria le donne abbandonano i loro ruoli tradizionali, lโ€™umile diviene potente, lโ€™infelice diviene felice. Dioniso appare cosรฌ come un liberatore, colui che, seppur in maniera effimera, affranca gli uomini dalle sofferenze donando loro la pienezza della gioia, aiutandoli ad oltrepassare i propri limiti umani e conducendoli verso una condizione che nella vita reale รจ loro preclusa. Lo stesso corteggio del dio, o thiasos dionisiaco, รจ composto da creature con caratteristiche solo parzialmente umane; si tratta dei satiri e delle menadi o baccanti, rispettivamente uomini dallโ€™indole e dai tratti ferini, manifestazioni della natura selvaggia, e donne in preda allโ€™ebbrezza dellโ€™alcool che si scatenano in danze sfrenate.

I cippi dionisiaci

Nel maggio del 1986, i lavori di ristrutturazione di una casa privata di via Reguardati, a Norcia, condussero al rinvenimento di una coppia di reperti di alto valore archeologico e artistico: due cippi gemelli scolpiti con scene relative alla saga di Dioniso, attualmente conservati presso Criptoportico Romano di Porta Ascolana della medesima cittadina. Entrambi i pezzi hanno forma cilindrica, leggermente rastremata verso lโ€™alto e sono realizzati in pietra grigiastra locale; il cippo denominato A รจ alto 65 cm con diametro di 38.5 cm alla base e di 35.5 cm nella parte superiore; al centro della rappresentazione compare Dioniso giovane, visto di profilo, con la mano destra poggiata al tirso, mentre con la sinistra, distesa lungo il fianco, regge il kantharos.

cippi dionisiaci nursini

Riproduzione grafica del Cippo A

Il dio รจ nudo, vestito unicamente di un drappo che gli avvolge il torace, forse una pelle ferina, e dei calzari. Ai lati compaiono due figure femminili panneggiate, identificabili con delle menadi colte nellโ€™atto di danzare come mostrano le teste rivolte allโ€™indietro, i piedi sollevati dal suolo e i drappeggi degli abiti, volti a sottolineare i movimenti vorticosi del ballo. La figura posta alla destra di Dioniso sorregge un timpano, mentre quella alla sua sinistra, separata dal dio da una palmetta stilizzata, tiene una spada in una mano e una testa umana mozzata nellโ€™altra. Questโ€™ultima figura รจ di fondamentale importanza per lโ€™interpretazione della scena, permettendo di identificare con esattezza la vicenda rappresentata, riferibile allโ€™episodio tebano sopra menzionato.

cippi dionisiaci da norcia

Riproduzione grafica del Cippo B

Il cippo B รจ alto 63 cm con diametro di 41 cm alla base e di 37 cm nella parte superiore; la scena รจ del tutto simmetrica alla precedente, analogamente composta di tre figure umane e una palmetta. Al centro รจ un satiro nudo, con un drappo sulle spalle, che suona il doppio flauto fiancheggiato da due menadi danzanti simili a quelle del cippo A; la donna posta sulla destra regge un tirso sopra le spalle, mentre quella a sinistra percuote un timpano con la mano. I reperti possono essere datati alla prima etร  imperiale (inizi del I sec. d.C.).
Assai difficile dire quale fosse lโ€™esatta funzione dei cippi, anche se appare verosimile attribuire ad essi un valore sacrale, forse legato a specifiche pratiche cultuali legate al culto dionisiaco molto diffuso in ambito italico non solo a Roma, ma anche nelle province.

 

R. Cordella-N. Criniti, Iscrizioni latine di Norcia e dintorni, in Quaderni di Spoletium 1, Spoleto 1982.
R. Cordella-N. Criniti, Nuove iscrizioni latine di Norcia, Cascia e Valnerina, in Quaderni di Spoletium 5, 1988.
D. Manconi, Norcia. Alcune attivitร  sulla cittร  romana, in Spoletium 33, 1988, 63-75