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Per conoscere e imparare ad apprezzarne tutte le varietร  non basterebbe una vita perchรฉ, per quanto riguarda lโ€™olio extravergine dโ€™oliva, lโ€™Italia vanta primati di qualitร  difficilmente eguagliabili.

Sempre imitato, spesso contraffatto, qualche volta danneggiato persino dai suoi connazionali – che lo rendono protagonista di scandali e dibattiti imbarazzanti – il nostro olio regala punte di eccellenza che vale la pena conoscere e valorizzare. Solo conoscendo lโ€™alta qualitร , infatti, siamo in grado di riconoscere ed evitare le sue goffe falsificazioni: a questa eccellenza ho deciso di dedicare un intero articolo. Lโ€™olio extravergine Dop del Cilento, quello pugliese, lโ€™olio dei Monti Iblei e quello delle colline teatine sono alcuni che, insieme a quello umbro, hanno un sapore particolare e unโ€™intensitร  acida.

 

 

Non esistono aree particolarmente vocate alla produzione di olio di qualitร , quanto buone pratiche agronomiche e tecnologiche da seguire durante la filiera e tecniche virtuose di gestione dellโ€™oliveto: la raccolta, la trasformazione e la conservazione permettono di ottenere un olio superiore. Se queste best practice sono state attuate, il prodotto non presenterร  alcun difetto allโ€™assaggio; sarร  riconoscibile il sapore fruttato, indice di unโ€™oliva sana. Poi, in base al tipo di oliva utilizzata e alla sua origine, presenterร  diverse caratteristiche positive: dalla mandorla fresca alla mela, dal carciofo alla foglia di pomodoro fino ad altre sensazioni vegetali. Nonostante molti consumatori siano convinti che lโ€™amaro e il piccante siano attributi negativi, nellโ€™olio extravergine di oliva sono invece fattori positivi. Un altro fattore che costituisce spesso un pregiudizio nello stabilire la qualitร  dellโ€™olio รจ il colore. Ma conta davvero?

L’assaggio

Lโ€™assaggio ufficiale viene eseguito in un bicchiere in vetro scuro: questo significa che il colore non deve condizionare il sapore; non si fornisce alcuna indicazione sulla qualitร , tantomeno su caratteristiche legate alla leggerezza, intensitร , amarezza o piccantezza. Tuttavia, il colore cambia a seconda di diversi fattori: tipo di oliva, grado di maturazione del frutto, presenza di elementi chimici come le clorofille e i caroteni. Gialli dorati o verdi intensi, gli oli possono essere comunque di altissima qualitร . Chiaramente se il consumatore si trovasse di fronte un olio tendente al rossastro, significherebbe che รจ vecchio ed che รจ stato esposto alla luce, allโ€™aria o al calore e di conseguenza presenterร  un sapore rancido.

Nella mia cucina lโ€™olio รจ la massima espressione della semplicitร  del nostro territorio, storia dei posti dove siamo e futuro della nostra gastronomia. Questโ€™anno sono lieto di presentarvi lโ€™olio extra vergine della Pieve di Caminino che trovate nel mio sito: abpersonalchef.com

INGREDIENTI:
  • 400 g di farina

 

PREPARAZIONE:

Versate la farina a fontana sulla spianatoia, unite acqua fredda e lavorate energicamente fino a quando non avrete ottenuto un impasto piuttosto sostenuto. Ricavate dalla pasta tanti pezzetti e arrotolateli uno a uno fino a ottenere degli spaghetti grossi e irregolari. Cospargeteli di farina e fateli asciugare per qualche ora prima di lessarli. I bigoli devono essere piuttosto duri anche dopo la cottura.

 

 

Questi spaghettoni, che si trovano con il nome di pici anche in Toscana, nelle Marche come pincirelli e nel Lazio come tonnarelli, si trovano con nomi diversi e con qualche differenza in tutta lโ€™Umbria. Bigoli รจ il nome eugubino; a Lisciano Niccone, dove vengono preparati con la pasta da pane, il loro nome รจ bringoli. A Terni sono conosciuti con il nome di ciriole (che รจ anche il termine dialettale per le anguillette). A Perugia e a Tavernelle umbricelli, come a Todi (dove perรฒ sono conosciuti anche con il nome di strozzapreti), e umbricelli sono anche a Orvieto. A Baschi e Otricoli, dove sono fatti sempre con la pasta di pane, si chiamano manfricoli. Nello spoletino e nel ternano, con lo stesso impasto, ma a forma di tagliatelle strette e spesse, si preparano gli strnagozzi o strengozzi, detti cosรฌ per la loro somiglianza con le stringhe per le scarpe.

 

I condimenti per queste paste rustiche, ma gustose, sono semplicissimi. Quelli piรน in voga sono:

  1. Sugo con olio, pomodoro, aglio e prezzemolo (a volte con lโ€™aggiunta, piuttosto recente, di peperoncino piccante)
  2. Sugo di funghi, rosso o in bianco.
  3. Sugo con olio, alici e cipolla.
  4. Sugo semplice di pomodoro.
  5. Sugo con asparagi.
  6. Salsa di tartufo nero.

 

Nello spoletino, la salsa ai funghi per gli strangozzi veniva preparata con i funghi detti sanguinosi (lactarius deliciosus).

 


Per gentile concessione di Calzetti โ€“ Mariucci Editore.

INGREDIENTI:
  • 8 salsicce
  • 1 grappolo di uva nera da vino

 

 

PREPARAZIONE:

Bucherellate le salsicce, ponetele in una padella con pochissima acqua e fatele colorire un poโ€™, poi aggiungete gli acini dโ€™uva e fate cuocere per ancora 15 minuti. Servitele calde.

 

 

Questa ricetta รจ della zona di Foligno. Le salsicce allโ€™uva si preparano, nello stesso modo, anche a Orvieto e a Terni, dove perรฒ si usa uva bianca.

 

Per gentile concessione di Calzetti e Mariucci Editore.

A Spoleto da piรน di ventiquattro anni si celebrano i funghi e le erbe spontanee con conferenze e mostre importanti.

Da sempre la Pro Loco di Spoleto A. Busetti, come organizzatrice dellโ€™evento, dedica spazio e attenzione allโ€™artigianato locale. Ma con lโ€™edizione di questโ€™anno si รจ andati oltre, promuovendo e valorizzandoย risorse naturali come prodotti locali da far conoscere e gustare.
Le novitร  della ventiquattresima edizione sono state presentate durante la conferenza stampa organizzata il 4 novembre allโ€™ex Monte di Pietร . Grazie alla partecipazione dellโ€™assessore alla cultura del comune di Spoleto, Ada Urbani, si รจ rinnovato lโ€™interesse dellโ€™amministrazione locale a sostenere eventi di grande qualitร  che, in un periodo di bassa stagione, riescono a fare la differenza e ad attrarre turisti a Spoleto. Immancabile il saluto di Maria Teresa Silvestri, presidente della Pro Loco, che ha ringraziato tutti i soci dellโ€™associazione, ma anche gli altri enti del territorio, in particolare gli esercizi commerciali del centro e i ristoranti, che hanno contribuito a rendere la manifestazione ancora piรน bella. E infine cโ€™รจ stato lโ€™intervento di Laura Ridolfi, project manager dellโ€™Associazione Sviluppo Rurale, che ha presentato il progetto MEDFEST Lโ€™ereditร  e lโ€™esperienza gastronomica del Mediterraneo: come creare destinazioni turistiche sostenibili,ย co-finanziato dallโ€™Unione Europea, grazie al quale si sono create importanti sinergie per la crescita di un turismo destagionalizzato a Spoleto, attraverso il ruolo fondamentale che puรฒ essere svolto delle risorse gastronomiche locali.
La mostra convegno, che รจ anche mostra mercato, รจ un evento da trascrivere nellโ€™agenda del 2019 ormai alle porte. Da non perdere questo appuntamento culturale e gastronomico, che offre anche lโ€™occasione giusta per scoprire una cittร  accogliente, viva e ricca di attrazioni turistiche imperdibili.