La Fondazione CariPerugia Arte presenta “Unforgettable Umbria. Lโarte al centro fra vocazione e committenza”, un percorso tra le opere del secondo Novecento per scoprire i grandi artisti che hanno scelto di vivere e lavorare in Umbria.
La mostra, curata da Alessandra Migliorati, Paolo Nardon e Stefania Petrillo, sarร ospitata fino al 3 novembre 2019 nelle meravigliose sale di Palazzo Baldeschi in Corso Vannucci. LโUmbria รจ una regione nella quale molti artisti hanno trovato la dimensione ideale per la loro ricerca, riconoscendosi intrinsecamente nei luoghi e cogliendone la profonda identitร .
LโUmbria nella seconda metร del XX secolo, fu un vero crocevia; condizione che portรฒ allโincontro e allo scontro tra i vari artisti che qui transitarono. Emerse cosรฌ un mosaico molto ricco e multiforme di personalitร .
LโUmbria fu indimenticabile per chi nacque in questa regione, come Burri e Leoncillo, ma fu indimenticabile anche per chi, anche solo per poco tempo, รจ transitato nel cuore verde dโItalia; รจ ancora oggi indimenticabile per tutti coloro che questa ereditร sono chiamati oggi a tutelare, valorizzare e conservare.
Attratti dalle verdeggianti colline di Todi sono stati Alighiero Boetti e Piero Dorazio. Nel 1993 questโultimo scrisse: ยซTodi (โฆ) รจ una cittร bellissima e niente affatto provinciale; la campagna e la cultura rurale che la circondano ne fanno un sito ideale per chi esercita una professione creativaยป.
In giro per la mostra
La mostra si apre nella Sala dei Quattro Elementi, nella quale Burri e Leoncillo incontrano il francese Yves Klein e lโamericano William Congdon. Klein visitรฒ almeno cinque volte il santuario di Santa Rita a Cascia, lasciandoci un preziosissimo ex-voto, mentre Congdon si fermรฒ ad Assisi per quasi venti anni. La materia lacera di Burri e la creta di Leoncillo si contrappongono alla dimensione immateriale dellโarte di Klein e Congdon.
Nella Sala della Veritร , sotto la volta affrescata con la figura allegorica di una donna che tiene nella mano destra un sole, affiancata da un putto che regge una fiamma, si possono ammirare le opere di Dessรฌ e Tirelli.
Percorrendo le sale del palazzo, รจ possibile osservare anche le creazioni di Giuseppe Uncini e Sol LeWitt, artisti che condivisero, in tempi diversi, la scelta di risiedere nella quiete delle campagne umbre.
Infine, sotto lโaffresco di Mariano Piervittori, databile nel 1856, sono esposte alcune opere che rivisitano il mito e lโantico. Il mito รจ talmente necessario che molti artisti, oltre a riprendere le figure piรน significative, tendono a crearne di nuove. In essa infatti possiamo ammirare i capolavori di Ceccobelli e Di Stasio.
Lโarte al centro fra vocazione e committenza รจ dunque una preziosa occasione per scoprire la storia dellโarte contemporanea del secondo Novecento, capillarmente diffusa nella regione e in continuo dialogo sia con il tessuto urbano sia con il verdeggiante paesaggio umbro.