fbpx
Home / 2017 / Marzo

[rev_slider alias=”balloon”]

 

Se esiste un modo di viaggiare etico e in piena armonia con i luoghi รจ sicuramente in mongolfiera. Peter Kollar รจ un pilota ungherese che ha vissuto per lungo tempo in Nuova Zelanda e da quattro anni si รจ trasferito con la sua attivitร  tra le dolci colline tra Bevagna ed Assisi. Si prende cura dei suoi passeggeri facendo viveve loro un’esperienza unica e totalizzante. Tutto inizia una mattina alle sei, con il bel tempo e i venti moderati. Dalla Cantina Dionigi parte un minibus che conduce alla pista poco distante. L’equipaggio si prepara per l’operazione di gonfiaggio con i ventilatori industriali che producono il vento: si assiste cosรฌ alla rinascita dell’enorme sfera arancione, che sembra svegliarsi insieme al sole.

Il lento fluire del tempo

Alta, gonfia e carica di persone รจ pronta per il decollo. Si accendono i bruciatori e lentamente s’innalza. In quel momento ci si accorge della magia che pervade ogni cosa: tutto intorno รจ silenzio, รจ lentezza. La natura penetra e ingloba l’enorme mongolfiera, le indica la rotta dirigendosi a volte verso Assisi, a volte si scorge il lago Trasimeno, con un cambio repentino di paesaggi e di colori. Sospesi, si sorvolano le ampie distese di grano e poi i gialli girasoli, gli oliveti e i filari d’uva. Un viaggio panoramico che, come in un flashback, riporta alle origini. In quell’ora padroneggia il silenzio, mentre gli sguardi voraci raccolgono tutto ciรฒ che avviene giรน sotto cercando di interpretare ogni dettaglio. รˆ tutto talmente lento che si dimentica il tempo che passa e, mentre si scende sul primo campo non coltivato individuato dal pilota, ti ritrovi protagonista di quel paesaggio.

Una tavola imbandita

Arrivati a terra c’รจ la navetta ad aspettare e si raggiunge la cantina da dove si รจ partiti. L’esperienza continua, non si ferma qui.
Ad attendere, in cantina, una tavola colma di profumi e sapori prelibati provenienti dai prodotti tipici di queste zone e accompagnati da dell’ottimo vino prodotto proprio qui. Ancora negli occhi i paesaggi sorvolati che si riscopre, in quei sapori, tutta la terra appena attraversata. In alcuni casi, soprattutto negli eventi piรน esclusivi, la colazione viene allestita all’aperto, nella vicina chiesetta della Madonna Pia con tovaglie tessute dagli artigiani di Montefalco e le ceramiche di Deruta decorate a mano. La stagione da maggio a settembre ha una gamma di colori cosรฌ ricca che ogni viaggio รจ diverso, la natura regala emozioni ed il viaggiatore si sente parte integrante del paesaggio, fuori dal contemporaneo: quasi come far parte di un antico dipinto.

 

Visita il sito

 

Informazione pubblicitaria

 

Sguardi, bocche semiaperte che sembrano sospirare, cantare. Pelle di marmo bianco, velato da una patina di polvere e ragnatele, angeli e fantasmi: il cimitero monumentale di Perugia offre a chi vi passeggi un tour silenzioso tra sculture estremamente assorte e tristemente affascinanti.

Guardiani silenziosi

Situato nei pressi della chiesa di San Bevignate, in una zona che giร  dal tempo degli Etruschi era adibita a necropoli, il cimitero fu inaugurato nel 1849, e poi ampliato, sui progetti di Filippo Lardoni e Alessandro Arienti. Qui si dispiega un romantico panorama dell’arte scultorea perugina tra Ottocento e Novecento.

L’entrata monumentale apre l’ingresso a tre lunghi sentieri silenziosi, costellati di cappelle e mausolei di ogni stile e fattezze, affascinanti per la loro eterogeneitร , tra l’eclettico e l’eccentrico: รจ il caso della tomba a piramide egizia, completa di severe sfingi all’ingresso (Romano Mignini, Cappella Vitalucci, 1892).

La suggestione piรน forte si avverte in ogni caso percorrendo le due gallerie coperte ai lati dei campi comuni, progettate dall’Arienti. Una serie di monumenti funebri si susseguono lungo la parete, una volta stellata vi accompagna sotto l’ombra del portico, mentre la luce filtra geometricamente dalle aperture delle arcate bianche e rosa.

A fine taste

Intanto sculture di esseri alati bianchi e ritratti di defunti abitano le gallerie, volgendo gli sguardi altrove o, a seconda della posizione, guardandovi dubbiosamente negli occhi. Molte statue hanno le sembianze di giovani asessuati dai tratti fisionomici dolci e aggraziati, colti in mosse misurate e panneggi svolazzanti.

Si scopre il gusto Liberty diffuso a cavallo tra XIX e XX secolo, interpretato da artisti perugini quasi coetanei, formatisi all’Accademia delle Belle Arti di Perugia.

Molte le opere in questo senso di Giuseppe Frenguelli (1856-1940), scultore perugino: l’angelo in posa ricercata che zittisce dolcemente, fissandovi negli occhi, a guardia del monumento Vicarelli (1895), o quelli musicanti, piรน scenografici, dai lunghi panneggi fluttuanti, assorti in un canto silenzioso, i quali aleggiano in una composizione complessa sul monumento Rossini (1905).

Atteggiamenti delicati, che conferiscono un’atmosfera di sospensione ed indefinitezza, come l’angelo languidamente seduto sopra il monumento sepolcrale della famiglia Nottari: la testa appoggiata alla mano, il gomito sopra una pila di libri, l’espressione vitrea, tra il vago, il fiacco, l’inerte. Del 1888, firmata da Raffaele Angeletti (1842-1899) e Francesco Biscarini (1838 โ€“ 1903), questa รจ solo una delle tante opere dei due artisti all’interno del cimitero di Perugia, i quali, dopo aver fondato nel 1861 uno studio di scultura, intrapresero l’attivitร  di un laboratorio e una fornace di terrecotte artistiche, in Via del Labirinto.

Allegorie dell'Aldilร 

Allegorie epiche accompagnano talvolta i ritratti dei defunti, come le sfingi, questa volta di tradizione greca, che sostengono il monumento funebre della poetessa Maria Alinda Bonacci Brunamonti: le due donne alate, dalle possenti zampe di leone, hanno l’espressione elegante di nobili fanciulle, il collo lungo e i tratti fini; i capelli sono acconciati con una corona di alloro e nastri svolazzanti, in linea con il gusto decorativo liberty. Il monumento fu realizzato nel 1914 da Romano Mignini, con la collaborazione del figlio Venusto; lo scultore aveva frequentato il laboratorio Angeletti โ€“ Biscarini, e come i suoi maestri, si era formato all’Accademia perugina.

Tra i personaggi che animano le sculture funebri, le figure dei bambini addolciscono l’immaginario legato ai defunti. Sul monumento della famiglia Pezzolet, firmato Giuseppe Scardovi (1857 โ€“ 1924), sta seduto in posa scomposta un bambino dalle fattezze angeliche; mentre lo stesso Giuseppe Frenguelli scolpisce nel 1915, per la cappella della famiglia Pagnotta lungo il viale centrale, un bambinetto aggraziato e immobile nella sua tristezza, i cui fiocchi alle scarpe sono il dettaglio di verosimiglianza che conferisce alla figura l’apparenza funerea di uno spirito bambino.

La visita al cimitero si rivela un viaggio tra una moltitudine di figure, spiriti, e creature celesti scultoree, i quali rivelano simboli e allusioni legate all’universo dei defunti: scoprirle sarร  una passeggiata in un museo a cielo aperto, immerso nel silenzio.

 

 

Per saperne di piรน su Perugia

Il grande giardino, oggi di proprietร  della Provincia di Perugia, ha dietro la sua realizzazione un nome di una donna inglese e una storia: Sarah Matilda Hobhouse e lโ€™amore che portรฒ suo marito, il conte eugubino Francesco Ranghiasci Brancaleoni, ad acquisire progressivamente e sapientemente i terreni e gli orti per realizzare il parco, assecondando i suoi desideri.

Parco Ranghiasci, foto gentilmente concessa dal Comune di Gubbio

Una corte spietata

Sarah Matilda Hobhouse era figlia di sir Benjamin e sorella di John Cam, barone di Broughton, ministro del Regno Unito. Era cresciuta nella Dukeโ€™s House allโ€™interno dello splendido Whitton Park a Richmond dove aveva frequentato lโ€™intimo amico del fratello, Byron, e dove era stata corteggiata da Foscolo. Ugo Foscolo le aveva inviato anche un volume delle Rime del Petrarca con la dedica alla ยซGentile giovineยป e lโ€™aveva chiesta in moglie nel 1824 ottenendo in risposta dal fratello un netto e indignato rifiuto perchรฉ il poeta – in esilio, squattrinato e malato – allโ€™etร  di quarantasei anni aveva osato chiedere la mano di ยซone of the prettiest girl in Englandยป.

Foto via

L'arrivo a Gubbio

Sarah Matilda sposa tre anni piรน tardi, a Roma, il ventisettenne Francesco Ranghiasci Brancaleoni, giovane, ricco e per di piรน nobile. Nello stesso anno il marito la conduce a Gubbio nel momento piรน festoso e bello, perchรฉ possa vedere la cittadina umbra sotto la luce migliore: durante la Festa dei Ceri; il suo arrivo desta nella cittร  umbra una grande curiositร , perchรฉ la bellissima inglesina porta in dote lโ€™ingente cifra di 60.000 scudi.

Vigne, case e orti

Sarah Matilda deve aver sentito immediatamente la mancanza dei suoi amati giardini, dei colori e degli odori delle piante del parco inglese dove era cresciuta; il marito fin dal dicembre 1831 comincia ad acquistare vigne, case e orti e, in un arco di dodici anni, diviene proprietario dei terreni e dei caseggiati dislocati lungo grandi piani ellittici disposti nel terreno digradante.

La realizzazione del parco inizia tra il settembre e lโ€™ottobre del 1841. Come si apprende dalle memorie del Fondo Armanni ยซรจ stata demolita la chiesa di S. Luca al pian terreno de la casa Rosetti che era lโ€™antico monastero di S. Luca, รจ stato demolito da cima a fondo meno la torre, che resta in piedi quantunque isolataยป. La testimonianza รจ importante per comprendere il modus operandi del conte che, fedele al compito di realizzare il parco tanto desiderato dalla sua Sarah Matilda, non risparmia neppure gli edifici storici quando non sono integrabili nel piano organico.

I lavori per la sistemazione del giardino allโ€™inglese continuano fino al 1848: tra il verde di tigli, ippocastani e aceri vengono eretti edifici neoclassici e sistemate rovine medievali.

Un amenissimo boschetto

Parco Ranghiasci, foto gentilmente concessa dal Comune di Gubbio

Entrando nel parco dallโ€™ingresso principale, che si affaccia sullโ€™attuale via Gabrielli, sono ancora oggi visibili due colonne che avrebbero dovuto essere collocate in prossimitร  della statua di una divinitร  romana in terracotta oggi perduta. Attraverso il ponte coperto gettato sul Camignano, dalle cui finestre si vede il panorama sulla cittร  medievale, si giunge ai grandi viali che risalgono il declivio, dando vita a un gioco ellissoidale di tornanti. Guardando la cittร  dal muro di cinta volutamente non coperto di vegetazione, Gubbio si rivela in tutto il suo innegabile fascino. Percorrendo una serie di tornanti delimitati da piante diverse che in autunno creano una fantasia di rossi e di gialli, si incontra il villino in mattoni esemplato sullo schema del palazzo Ranghiasci edificato in cittร . Oltre, una fontana, un tempo abbellita da colonne marmoree, raccoglie le acque provenienti dalle cisterne superiori e le convoglia verso il tornante inferiore che introduce al luogo piรน nascosto e privilegiato del parco; da lรฌ รจ visibile, in una zona sopraelevata, un tempietto in stile classico: al centro del timpano รจ posto lo stemma Ranghiasci con il motto ยซVirtus omnia vincitยป.

Parco Ranghiasci, foto gentilmente concessa dal Comune di Gubbio

Al di lร  del tempietto si giunge, in un luogo nascosto da alberi, alla torre di San Luca. Nel parco erano inoltre state fatte sistemare alcune serre nelle quali venivano coltivati piante e fiori esotici. Un contemporaneo, Stefano Rossi, cosรฌ descrive il parco appena completato: ยซun amenissimo boschetto [โ€ฆ] che pur piace di molto a dรฌ nostri agli infarinati di patetica letteratura, o a quelli che amano le drammatiche sensazioniยป.

A Sarah Matilda non dovette perรฒ bastare questo grande tributo dโ€™amore del marito per riuscire ad amare lโ€™Italia; a Gubbio non dovette avere una vita molto felice: i due figli maschi, Edoardo Latino e Federico Latino, le morirono in tenera etร . Sentรฌ la malinconia dellโ€™Inghilterra e gli echi della sua terra lontana. E proprio in Inghilterra ella si spense, dopo avervi fatto ritorno assieme alla figlia Anne Amelia Latina, al numero 2 di Eaton Square di County nel Middlesex, non molto tempo dopo il 9 dicembre 1853, data del suo testamento.

 

 

Per saperne di piรน su Gubbio

 

 


Lโ€™articolo รจ stato precedentemente pubblicato ยซPiano.Forteยป, n. 1 (2008), pp. 54-55.